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CAPITOLO 4<br />
Dormire, sembrò la panacea a tutti i miei problemi. Per <strong>di</strong> più fra le<br />
braccia <strong>di</strong> Morfeo, in caso <strong>di</strong> schianto del velivolo, non mi sarei<br />
accorto <strong>di</strong> nulla. Chiusi gli occhi e pensai al mio eventuale epitaffio:<br />
vita, quando la impari è già finita. Non male... nel dormi-veglia, u<strong>di</strong>i<br />
un latrato, forse un cane o una bestia feroce! Sbarrai gli occhi!<br />
- Hostess, hostess... ma qui entra acqua dal pavimento, ma questo è<br />
un aereo o una nave? - un passeggero alcune file davanti alla mia,<br />
stava sbottando all’in<strong>di</strong>rizzo dell’unica hostess presente, inviperito ed<br />
esagitato.<br />
Quello che vi<strong>di</strong> non fu per niente rassicurante: dal pavimento usciva,<br />
un <strong>di</strong>vertente zampillo d’acqua, che formava un torrentello al quanto<br />
coreografico, ma non eravamo al Sella Ronda sulle Dolomiti!<br />
L’hostess prontamente tamponò la falla con dei panni, la soluzione<br />
sembrava aver sod<strong>di</strong>sfatto l’intrepido viaggiatore, che ributtatosi sul<br />
“<strong>di</strong>vano” in simil pelle si riaddormentò all’istante. Dal canto mio feci<br />
finta <strong>di</strong> nulla, mi sentivo una piuma respirata dal vento. Il suo soffio<br />
mi portò davanti alla porta della toilette, quando scappa scappa!<br />
Entrato in quel loculo, estrassi dalla patta il compagno <strong>di</strong> mille<br />
avventure, iniziai la minzione. Incre<strong>di</strong>bile! Non riuscivo, nemmeno<br />
con un abile gioco d’anche a centrare la tazza! Cercai <strong>di</strong> sforzarmi,<br />
per non imbrattare tutto il pavimento sottostante. Da quando lessi in<br />
un bagno pubblico: non pretendo facciate centro, ma cazzo fatela<br />
dentro, mi ero sensibilizzato notevolmente al problema.<br />
In un primo momento pensai ad un attacco <strong>di</strong> cervicale in quota, o <strong>di</strong><br />
un malessere improvviso, un infarto forse... la toilette si muoveva <strong>di</strong><br />
moto armonico, un pendolo. Feci il pompiere, in tre parole: allagai il<br />
bagno. Pensai ad una turbolenza improvvisa, uscii velocemente per<br />
tornare al mio posto, ma appena misi un piede sul corridoio tutto<br />
improvvisamente si fermò. Restai basito, non era un malessere, non<br />
era una turbolenza... il tenente Colombo doveva risolvere il caso.<br />
Rimisi un piede all’interno della latrina, e tutto comincio a dondolare,<br />
piede fuori tutto fermo. Mi grattai il pizzo, e alzai gli occhi verso il<br />
soffitto della carlinga. Oh mamma! I fermi che avrebbero dovuto<br />
tenere il box-bagno ancorato alla struttura dell’aereo erano “saltati”,<br />
<strong>di</strong> conseguenza la colonna era <strong>di</strong>ventata una banderuola in balia<br />
degli elementi. Guardai il passeggero seduto a lato della trappola, e<br />
con un sorriso mefistofelico mi allontanai.<br />
Mi sembrava <strong>di</strong> essere in un film: l’aereo più pazzo del mondo, e le<br />
sorprese non erano ancora finite.<br />
- D’accordo Andrea, il racconto è molto <strong>di</strong>vertente, ma vuoi<br />
arrivare al punto, le tue <strong>di</strong>savventure durante il viaggio,<br />
francamente non mi interessano. Vorrei conoscere le tue<br />
emozioni ed il momento in cui hai ritrovato la fede.<br />
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