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Era bellissimo, enorme, rosso passione, con le lettere gialle girasole.<br />
Il camion era parcheggiato in mezzo al piazzale, il cartellone<br />
pubblicitario colorato al posto del cassone faceva la sua porca figura,<br />
poche parole ma scritte con tutto il mio amore: Monica mi vuoi<br />
sposare? 22 luglio…<br />
Non ero stato molto originale, non volevo esagerare almeno con le<br />
parole.<br />
Monica impiegò qualche minuto per realizzare, elaborare i dati e<br />
reagire: con passo deciso, passò fra la folla dei curiosi bruscamente,<br />
evitando il microfono della giornalista con cameramen al seguito.<br />
Era proprio arrabbiata, bella era bella, ma nera! Altro che fiori<br />
d’arancio, un mazzo <strong>di</strong> ortiche! Tagliai la corda, meglio non farsi<br />
notare nella mischia, alla bersagliera suonai la ritirata. Avremmo<br />
fatto i conti a casa, con gli interessi <strong>di</strong> mora.<br />
Il ciondolo sarebbe rimasto nel portafoglio per altri 25 anni, almeno!<br />
Salii i due piani <strong>di</strong> scale, che mi separavano dal nostro appartamento<br />
(sempre meno mio), a falcate. Una tigre in gabbia, giravo per il tinello<br />
aspettando <strong>di</strong> u<strong>di</strong>re il <strong>di</strong>ng dong del campanello, dovevo solo sapere<br />
il giorno per chiamare i facchini, fra poco ci sarebbe stato un<br />
trasloco: il mio!<br />
- Ding dong!!! – urlò quel maledetto campanello.<br />
Una sensazione inaspettata, quanto dolorosa, immaginai <strong>di</strong><br />
camminare serenamente sul marciapiede, girarmi all’improvviso e<br />
sbattere violentemente la testa contro la fermata dell’autobus.<br />
Istintivamente mi toccai la testa, il bernoccolo ancora non c’era, ma il<br />
trauma cranico era nell’aria.<br />
La porta scricchiolando, modello film dell’orrore si aprì <strong>di</strong> colpo, dalla<br />
sua bocca serrata sembrava uscisse una leggera bava bianca, tipica<br />
della leonessa che punta la preda. Gli occhi fissi mi inchiodavano,<br />
sentivo uno strano fasti<strong>di</strong>o al collo, forse un cappio.<br />
Secon<strong>di</strong> interminabili, il cielo si era oscurato velocemente, il tornado<br />
“Monica” stava per iniziare la sua corsa.<br />
Iniziò a piovere, avevo anche gli elementi contro o il cielo<br />
partecipava piangendo al mio dolore?<br />
- Cazzo, ma anche la tv hai chiamato?<br />
- No, quella è arrivata sul posto da sola… la mia idea: una cosa<br />
sobria, tranquilla che non desse troppo nell’occhio, solo il camion.<br />
- Rossa fuoco, con il cassone giallo canarino… e con le lettere<br />
formato famiglia! Davanti all’ospedale dove passano migliaia <strong>di</strong><br />
persone al giorno! Sei un ottimista, meglio <strong>di</strong> Gianni del<br />
supermercato.<br />
- Originale è originale, forse…<br />
- Per l’originalità niente da <strong>di</strong>re… guarda questo l’hai fatto tu! –<br />
prese il telecomando ed accese la televisione.<br />
Il giornalista della tv locale stava leggendo le notizie del giorno, lo<br />
schermo era “bucato” da una macchia rossa sangue… il camion.<br />
Partì il servizio, le immagini, il commento del giornalista e<br />
l’intervista… l’intervista? Non capivo, Monica con il microfono davanti<br />
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