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SEMPLICEMENTE ANDREA… - Comune di Parma

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CAPITOLO 1<br />

Era una tranquilla mattina <strong>di</strong> Aprile inoltrato, quando uscii dal<br />

concessionario BMW, con una luccicante BMW, la cappotta<br />

rigorosamente abbassata, e i pochi capelli rimasti sul mio cuoio<br />

capelluto al vento.<br />

Occhiali da sole, abbronzato dai vari 100 euro spesi a farmi delle<br />

lampade, pizzo scolpito sul viso ovale, abito antracite con<br />

un’elegante sciarpa annodata alla vip penzolante dal collo.<br />

Mancava qualcosa, ah sì, eccolo il cellulare, presi con la mano<br />

destra l’oggetto del potere, e composi il numero.<br />

- Laura, sono uscito ora, è fantastica, rossa fuoco… sì, un po’ da<br />

tamarro, ma una volta tanto nella vita si deve sbragare!<br />

- Ora sarai finalmente contento... passi a prendermi... non vedo l’ora<br />

<strong>di</strong> farci un giro.<br />

Avevo tutto, una donna fantastica, una villettina in collina, e un<br />

lavoro stimolante: il pubblicitario. Mancava all’appello la sensazione<br />

più importante, un’emozione troppo labile per resistere alle<br />

tempeste: la felicità.<br />

- Ragazzo, non sei male, anche da mortale un filo <strong>di</strong> moralità non<br />

ti mancava... - subentrò nel <strong>di</strong>scorso il santone.<br />

- Caro il mio S. Pietro... o no... magari l’avessi capito prima, ‘sta<br />

moralità come la chiami tu... non l’ho mai avuta, è una frase che<br />

mi è venuta in mente, qua così a caso...<br />

- Ma che Santi o Pietri vari... non preoccuparti <strong>di</strong> me, vedo che<br />

stai già migliorando, ma il cammino è ancora lungo.<br />

- No mi <strong>di</strong>spiace tesoro, ti devo lasciare ci sentiamo dopo cena, ciao<br />

bella ciao.<br />

Passai subito dal solito bar, per mettere in mostra il mio ultimo<br />

acquisto, comprato con gli ultimi successi lavorativi.<br />

Come ogni Sabato la compagnia, o meglio i pochi elementi ancora<br />

un po' sbandati del gruppo, erano riuniti intorno ad uno dei tavolini<br />

del nostro solito bar Cristallino, a gustare un aperitivo contornato dai<br />

vari salatini.<br />

Arrivai lanciatissimo, modello Sputnik, quasi da entrare nella vetrina<br />

del locale, dentro ci voglio andare. La frenata possente annunciò il<br />

mio arrivo. Posteggiai, come da copione, <strong>di</strong> rimpetto al tavolino dei<br />

ragazzi, senza aprire lo sportello con un abile balzo, eccomi fuori<br />

dall’abitacolo.<br />

- Però, non male - mi accolse calorosamente il vecchio Rod - ottimo<br />

acquisto, con quel trabiccolo è impossibile non beccare!<br />

6

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