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parte 1 - Comunità Montana dei Monti Dauni meridionali

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PIT 10 SUB APPENNINO DAUNO Pagina 37 di 179<br />

movimenti che hanno causato l'impilamento di sedimenti alloctoni discordanti fra di loro e quindi a<br />

bassissima stabilità.<br />

Tutta la struttura si presenta interessata, infatti, da una serie di discontinuità tettoniche, localmente<br />

complicate da strati rovesciati, verticali, pieghe a ginocchio, assetti monoclinalici ecc., che ne<br />

compromettono ulteriormente la stabilità.<br />

In pratica appare ragionevole pensare che possa essere accaduta una serie di eventi in successione<br />

temporale, appresso illustrati, per necessità di sintesi, in forma semplificata e riguardante solo gli<br />

aspetti macroscopici del fenomeno.<br />

Il motore remoto dell'emersione della catena subappenninica è stato, in tempi molto più antichi, il<br />

sollevamento del complesso del Matese.<br />

Il fenomeno può essere così riassunto: il succedersi della sedimentazione, accumulando sempre<br />

maggiore peso sui primi strati permette il compattamento degli stessi e l'innescarsi del processo di<br />

diagenesi. Gli strati inferiori iniziano quel processo che permette loro di divenire roccia.<br />

Man mano che si procede verso la superficie (vale a dire verso gli strati più giovani), il<br />

compattamento risulta sempre minore, sia per il minor peso a cui sono soggetti, sia per il minor<br />

tempo di giacitura.<br />

Si viene quindi a creare una successione, dalla porzione più profonda del fondo marino a quella più<br />

superficiale che rispetta questo ordine: una zona profonda molto dura e compatta, una zona<br />

intermedia più "elastica", una zona superficiale quasi del tutto sciolta (queste "zone" possono essere<br />

anche di elevato spessore).<br />

Nel momento in cui la spinta orogenetica costringe i sedimenti ad innalzarsi, le zone più compatte,<br />

raggiunto il limite di rottura, si fratturano, quelle più elastiche si piegano, mentre la frazione sciolta,<br />

o comunque con minore coesione, inizia a scivolare sui fianchi delle creste che si innalzano, dando<br />

origine a enormi frane sottomarine.<br />

Queste si accavallano, scorrendo e si accumulano ad una certa distanza dalla zona di orogenesi.<br />

In questo modo si deve essere formata la catena di colline piuttosto alte su cui attualmente si trova<br />

la città di Campobasso.<br />

In questo nuovo complesso, si impostano gli stessi fenomeni descritti per il precedente e nel<br />

momento in cui la spinta orogenetica interessa anche quel complesso, la porzione superficiale del<br />

sedimento riscorre, dando origine a nuove frane sottomarine. In questo modo, verosimilmente, si è<br />

andata formando la catena Subappenninica.<br />

La testimonianza di questi eventi sta nella situazione geologica del territorio:<br />

VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE

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