parte 1 - Comunità Montana dei Monti Dauni meridionali
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PIT 10 SUB APPENNINO DAUNO Pagina 43 di 179<br />
L’ambiente forestale viene enormemente semplificato e la sua ricostituzione in termini appena<br />
accettabili avviene dopo molti anni dall’intervento.<br />
La situazione viene inoltre complicata dal fatto che il taglio interessa soprattutto alberi grandi,<br />
spesso vicino alla maturità (alla capacità di produrre seme) ed il risultato è quello di ottenere un<br />
bosco sempre troppo giovane con l’aggravante che questa giovinezza è tutta a carico della<br />
rigerminazione delle ceppaie e non di novellame da seme.<br />
Questo tipo di situazione si riflette in modo consistente sulla fauna che viene privata <strong>dei</strong> grandi<br />
alberi, spesso cavi, in cui trova rifugio, viene privata di cibo consistente, ad esempio, in ghiande,<br />
faggiole, ecc.. accanto a questo l’impatto si estende ai predatori che non trovano elementi trofici<br />
sufficienti alla loro sopravvivenza.<br />
L’altro aspetto che deve essere messo in evidenza è la modalità di ceduazione, effettuata con la<br />
penetrazione nel bosco di grandi e pesanti mezzi che deastano il suolo distruggendo elementi<br />
importanti anche dal punto di vista economico, oltre che ecologico. Scompaiono quindi i frutti di<br />
sottobosco (rovo, fragola, funghi, tartufi, ecc.) scompaiono gli invertebrati che, a causa della loro<br />
scarsa mobilità, non possono sfuggire all’opera devastante delle macchine (chiocciole anche di<br />
interesse economico quale Helix lucorum). Stessa sorte per gli invertebrati che rivestono un ruolo<br />
importante nella catena alimentare e nella complessa rete di equilibri ecologici.<br />
L’ambiente umido genericamente inteso e più specificatamente l’ambiente fluviale vengono<br />
utilizzati esclusivamente per il prelievo, spesso eccessivo, di acqua per l’irrigazione <strong>dei</strong> campi,<br />
impoverendo la portata <strong>dei</strong> corsi d’acqua e provocando la scomparsa di numerosi elementi sia<br />
faunistici che botanici.<br />
Lo stesso discorso vale per gli abbeveratoi che, nel contesto in esame, costituiscono vere e proprie<br />
riserve genetiche ospitanti popolazioni di insetti e anfibi di enorme importanza (basti ricordare che<br />
il 90% delle popolazioni di Triturus carnifex e di Triturus italicus sono ospitate in questi importanti<br />
ambienti.<br />
Per queste ultime riserve di acqua occorre inoltre menzionare il fatto che, oltre al prelievo e<br />
conseguente disseccamento delle vasche, perdura la perniciosa abitudine del lavaggio delle<br />
macchine qualora gli abbeveratoi siano posizionati vicino a strade, e lutilizzazione di questi<br />
ambienti per la miscelazione di sostanze tossiche che finiscono inevitabilmente per distruggere tutta<br />
la biocenosi presente.<br />
Un discorso a <strong>parte</strong> merita l’attività venatoria qui per lo più esercitata, dai locali, sul cinghiale, la<br />
lepre, la beccaccia, il fagiano, la quaglia e, più raramente l’allodola.<br />
VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE