Alter Ego pdf - LietoColle
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sovrapposizione dei codici e sottocodici<br />
del lettore (socialmente<br />
determinati) con i codici e sotto-codici<br />
dell'autore. Da qui nasce<br />
indirettamente la questione della<br />
divisione tra lettore per diletto e lettore<br />
ideale. Ben sappiamo che la lettura ha<br />
due tipi d’approccio: uno che viene<br />
definito “intersoggettivo”, in cui<br />
l'utente si immedesima nell'opera, si<br />
appassiona per la trama, ne esce<br />
arricchito emotivamente e<br />
culturalmente pieno, e basta. Ora, in<br />
quanto l'opera è anche considerata un<br />
sistema semantico chiuso, il lettore<br />
avrà il dovere di recuperare con la<br />
massima approssimazione possibile i<br />
codici dell'emittente; in altre parole il<br />
“lettore ideale” è chi aiuta il testo a<br />
funzionare, chi realizza tutte le<br />
potenzialità semantiche ed espressive<br />
del testo. Ma la dimensione di lettore<br />
ideale e della lettura in genere devono<br />
fare fronte ad alcune irresponsabilità<br />
dell'utente e cioè, quella della libertà<br />
interpretativa: per cui o il lettore<br />
interpreta il testo con l'intenzione di<br />
cogliere significati assolutamente<br />
immutabili come se fosse la giusta o la<br />
migliore interpretazione, o si verifica,<br />
ciò che abbiamo chiamato libertà<br />
interpretativa, in cui il lettore assume a<br />
proprio uso e consumo il testo,<br />
accettando l'infinita libertà della<br />
lettura, sino al punto di farne un<br />
momento di creazione pari a quello che<br />
ha dato vita all'opera, processo questo<br />
che tende a ricondurla al gusto e alle<br />
necessità del lettore.<br />
[vii] Cfr. Marina Cavalli, Lirici greci,<br />
poeti elegiaci, Milano, Arnoldo<br />
Mondadori Editore, prima edizione,<br />
1992.<br />
[viii] Il termine “prometeico” è qui in<br />
relazione al concetto di titanismo del<br />
periodo romantico. Il concetto si lega<br />
inizialmente all’espressione germanica<br />
di Sehnsucht, la cui traduzione è<br />
“desiderio”, “aspirazione struggente”,<br />
“nostalgia appassionata” intesa come<br />
tensione verso l’infinito. Tale forma<br />
espressiva s’identifica con<br />
quell’aspirazione verso il più e l’oltre,<br />
che non raggiungendo la propria meta,<br />
per quanto possa essere vicina, si<br />
risolve immancabilmente in un<br />
desiderio per l’impossibile, uno slancio<br />
verso l’Assoluto. E’ qui che tale<br />
situazione esistenziale sfocia e ritrova<br />
la sua coerenza nel desiderare il<br />
desiderio (il bello per il bello), una<br />
ribellione ed atto di sfida conscia del<br />
proprio esito. L’incapacità del<br />
superamento del finito dimostrataci<br />
dall’artista, dona maggiore impeto e<br />
forza d’elevazione ad una condizione<br />
specifica che va sempre più<br />
collimandosi con la forza tensoriale del<br />
bello verso l’indefinito, verso quella<br />
forma di incompiuto che conferisce<br />
necessaria instabilità per la propria<br />
sopravvivenza: il titanismo come atto<br />
incompiuto ed indefinito del desiderio<br />
nei confronti del proprio oggetto<br />
agognato.<br />
È proprio attraverso lo sforzo<br />
titanico che il poeta si riscatta dalla sua<br />
imminente caduta al pari di Icaro,<br />
cosciente che l’avvicinarsi a<br />
quell’infinito che rispecchia ciò che non<br />
può esser espresso tramite le parole<br />
(l’ineffabile), lo salverà da ogni<br />
dannazione dell’essere. Da qui, si<br />
riafferma il concetto di vita come<br />
“agon”, una continua competizione<br />
dell’esistere che si raccorda con la<br />
teoria di Fichte, secondo cui l’io è<br />
impegnato in un infinito superamento<br />
(esattamente Streben, cioè “sforzo”)<br />
del finito, coincidente con una battaglia<br />
mai conclusa per la conquista della<br />
propria umanità.<br />
Ma qui si è parlato finora di caduta<br />
come insuccesso, ben diverso dal<br />
concetto di caduta come principio del<br />
sublime. Per l’appunto, verrà dato un<br />
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