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-4m v v<br />
C d+C’<br />
C o vv (K v )<br />
*<br />
U w<br />
U vc<br />
Cilindro rigido investito da una corrente 2-D 83<br />
U<br />
-4m v v<br />
C d +C’<br />
C o vv (K v )<br />
[ 0 ] [ C -4mvv ] [U Uw ] Lock-in<br />
o vv (Kv )<br />
Cd +C’<br />
*<br />
[ < 0 ] [( C > -4mvv ) (Uw > Uvc )] [U Uvc ] Galloping (o flutter)<br />
o vv (Kv )<br />
Cd +C’<br />
[ < 0 ] [ C -4mvv ] [Uw < Uvc ]<br />
U Uvc U Uw Galloping (o flutter)<br />
Lock-in<br />
o vv (Kv )<br />
Cd +C’<br />
*<br />
*<br />
Fig. 3.4: Regioni di instabilità dinamica per la risposta in direzione ortogonale alla corrente.<br />
La figura 3.4 riassume le regioni di instabilità dinamica per la risposta in direzione<br />
ortogonale alla corrente incidente. Si noti come per U ∼ = Uw possa sussistere una<br />
condizione di interazione fra il fenomeno di lock-in e l’instabilità di galloping (o<br />
flutter) qualora Uw > Uvc.<br />
Il modello sin qui considerato porterebbe a ritenere che per U ∼ Uw e C o ∗ vv (Kv) <<br />
−4mωvζv si verifica una condizione di oscillazione della struttura con un’ampiezza<br />
divergente, come nel caso del galloping o del flutter. In realtà, si osserva sperimental-<br />
mente che nelle ipotesi dette la frequenza di oscillazione della struttura si sincronizza<br />
con quella di distacco dei vortici controllandola. In altri termini, anche quando si<br />
verificano variazioni di qualche percento della velocità della corrente rispetto a quel-<br />
la nominale di distacco di vortici, quest’ultima connessa al numero di Strouhal, si<br />
osserva (figura 3.5) che detta frequenza resta praticamente ’bloccata’ (fenomeno di<br />
lock-in). Inoltre, il fatto che le oscillazioni meccaniche controllino il fenomeno di<br />
vortex-shedding e conseguentemente la scia a valle della struttura, comporta che<br />
l’ampiezza delle oscillazioni in condizioni di lock-in non sia in generale divergente 7 .<br />
7 Riferendosi a strutture flessibili ed in particolare ai ponti di grande luce, le cui tipiche sezioni<br />
sono caratterizzate da numeri di Strouhal generalmente molto inferiori all’unità, si osserva che le<br />
velocità del vento che inducono sincronizzazione con i modi di vibrare del ponte sono di intensità<br />
modesta e pertanto, tenuto anche conto degli inevitabili fenomeni di dissipazione, non comportano<br />
accumulo di elevate quantità di energia. Se ciò da un lato conferma che il fenomeno di sincroniz-<br />
zazione non induce generalmente effetti disastrosi per la struttura, dall’altro è evidente che la sua<br />
comparsa deve portarsi in conto in merito all’analisi dei cicli di fatica dei diversi elementi strutturali<br />
sollecitati.<br />
*<br />
U vc<br />
U w<br />
U