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72 Stabilità delle strutture soggette all’azione del vento<br />

può rappresentarsi, in forma linearizzata 2 e secondo un approccio alla Galerkin 3 ,<br />

mediante la seguente equazione di governo:<br />

M¨q(t) + Kq(t) = 0 (3.1)<br />

dove q è il vettore di spostamenti generalizzati, M è la matrice generalizzata delle<br />

masse, K = ∂2 <br />

Π<br />

la matrice tangente di rigidezza del sistema, valutata in<br />

q<br />

∂q 2<br />

corrispondenza della condizione di equilibrio q.<br />

Nell’ambito di una analisi lineare di stabilità è sufficiente considerare solo per-<br />

turbazioni nel tempo di tipo armonico, in quanto ogni evoluzione dinamica della<br />

struttura può essere decomposta in una serie di contributi armonici (modi) at-<br />

traverso uno sviluppo alla Fourier. Assegnata allora una perturbazione armonica<br />

q(t) = qoe iωt e le relative condizioni al contorno, il sistema di equazioni differenziali<br />

(3.1), che governa la risposta della struttura, ha come soluzione tutti i modi banali,<br />

i.e. non eccitati, eccetto quelli relativi alle pulsazioni ω che soddisfano l’equazione<br />

caratteristica:<br />

det[M −1 K − ω 2 I] = 0 (3.2)<br />

È noto che per i sistemi conservativi le pulsazioni caratteristiche possono risultare<br />

reali (in questo caso il sistema è stabile) o puramente immaginarie (sistema instabi-<br />

le). Pertanto, affinchè lo stato di equilibrio da stabile diventi instabile è necessario<br />

che la più piccola delle pulsazioni caratteristiche assuma valore nullo o, equivalente-<br />

mente, che la matrice di rigidezza della struttura presenti una singolarità. In altri<br />

termini, lo stato di equilibrio è instabile se esiste un’altra possibile configurazione<br />

di equilibrio stabile in un intorno di quella in considerazione. Conseguentemente, se<br />

l’equilibrio è instabile, la struttura a seguito di una perturbazione abbandona la sua<br />

2 In generale, l’analisi completa delle equazioni del moto espresse in forma non lineare non può<br />

compiersi in modo agevole, quasi mai in ambito pratico. Si procede allora ricorrendo ad una<br />

linearizzazione del problema in esame in un intorno di una sua soluzione. Si può dimostrare che,<br />

l’instabilità intesa in senso lineare implica l’instabilità anche in senso non lineare, ma in generale la<br />

stabilità linearizzata non comporta necessariamente stabilità non lineare.<br />

3 Considerato un sistema strutturale e detta ϕ(P, t) la soluzione che caratterizza la sua evoluzione<br />

dinamica in funzione della posizione P e del tempo t, è possibile dimostrare che essa può porsi<br />

equivalentemente nella forma:<br />

np <br />

ϕ(P, t) = ϕ(P, t) + N j (P )qj(t)<br />

essendo ϕ(P, t) funzioni che soddisfano le condizioni al contorno essenziali del problema, N j (P )<br />

funzioni linearmente indipendenti, dette funzioni di forma, che soddisfano le condizioni al contorno<br />

omogenee, qj(t) parametri incogniti detti spostamenti generalizzati, i quali possono raccogliersi<br />

nell’unico vettore q. È il caso di osservare che tale approccio, di base per numerosi metodi numerici<br />

di approssimazione, consente di rappresentare in modo esatto la soluzione ϕ(P, t) qualora np → ∞.<br />

j=1

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