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Due coraggiosi fanciulli, guidati da un misterioso<br />
spirito di nome Carlo, per raccontare<br />
la musica di ogni tempo. Sono i protagonisti<br />
de «Il Fantasma», il concerto-spettacolo,<br />
in programma domenica 5 maggio alle 18<br />
e, in replica per le scuole, lunedì 6 maggio<br />
alle 10 al Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino<br />
che vedrà salire ancora una volta sul palco<br />
il Coro <strong>del</strong>le Voci Bianche.<br />
Ieri la conferenza stampa di<br />
presentazione <strong>del</strong>l’iniziativa alla<br />
presenza <strong>del</strong> presidente <strong>del</strong>l'Istituzione<br />
Teatro comunale<br />
Carmine Santaniello, <strong>del</strong><br />
componente <strong>del</strong> Cda Salvatore<br />
Gebbia, <strong>del</strong> direttore <strong>del</strong><br />
Teatro Dario Bavaro, <strong>del</strong> direttore<br />
dei Cori Cinzia Camillo,<br />
<strong>del</strong> direttore <strong>del</strong>l'Orchestra<br />
giovanile Massimo<br />
Testa e <strong>del</strong> regista de "Il Fantasma"<br />
Espedito Giaccio. E<br />
anche quest’anno il concerto<br />
si preannuncia un vero e proprio<br />
evento. La performance<br />
dei Cori di Voci bianche e Giovanile,<br />
diretti dal Maestro Cinzia<br />
Camillo, vedrà la partecipazione<br />
<strong>del</strong>l’Orchestra Giovanile, diretta dal<br />
Maestro Massimo Testa e <strong>del</strong> grande tenore<br />
abruzzese Piero Mazzocchetti e <strong>del</strong> soprano<br />
Antonella Carpenito per una serata<br />
straordinaria all’insegna <strong>del</strong>la Magia dei Madrigali<br />
composti da Carlo Gesualdo principe<br />
dei musici. Il tenore Piero Mazzocchetti<br />
interpreterà il brano "Libiamo ne' lieti calici",<br />
tratto dalla Traviata di Giuseppe Verdi,<br />
insieme ai ragazzi <strong>del</strong> coro e <strong>del</strong>l’orchestra<br />
<strong>del</strong> Gesualdo. L'esecuzione sarà registrata<br />
live ed inserita nell’album <strong>del</strong>l’artista abruzzese,<br />
attualmente in lavorazione, dal ti-<br />
Parte dalle immagini Orsola Fraternali<br />
per raccontare "Il mondo di Gesualdo<br />
da Venosa: l'aristocratico e il musicista<br />
tra rinascimento e barocco". Immagini<br />
frutto di uno studio attento che l’ha<br />
condotta nell’archiviosegreto<br />
<strong>del</strong> Vaticano,immagini<br />
che diventanol’occasione<br />
per ricostruire<br />
il contesto<br />
in cui<br />
visse il principe,<br />
a partire<br />
dallo sfarzo<br />
<strong>del</strong>le corti che<br />
non riusciva a<br />
placare, però,<br />
l’ansia <strong>del</strong>l’anima. Nella sala <strong>del</strong> Gesualdo<br />
Fraternali conduce gli spettatori<br />
alla scoperta dei diversi rami <strong>del</strong>la famiglia<br />
Gesualdo, imparentata con i Borromeo<br />
e con gli Este, <strong>del</strong>l’atmosfera in<br />
cui visse, lugubre e angosciante, sotto lo<br />
sguardo di Fabrizio II e Geronima Borromeo,<br />
sorella di San Carlo Borromeo.<br />
Ricostruisce gli arredi, gli spazi, i gioielli<br />
di casa Gesualdo, partendo dall’in-<br />
CULTURA & SOCIETA’<br />
“Amore Criminale”, rivive il coraggio di Antonella<br />
E’ la voce <strong>del</strong>l’attore Nicolas Vaporidis a risuonare nello studio.<br />
Legge la testimonianza <strong>del</strong>l’assassino Antonio Carbonara.<br />
Ed è ancora lui, accompagnato da Barbara De Rossi, a ribadire<br />
con chiarezza, un istante dopo, come simili violenze<br />
“siano inconcepibili ieri come oggi”. “Amore Criminale” sceglie<br />
di raccontare il <strong>del</strong>itto <strong>del</strong>la studentessa di soli 23 anni<br />
che sconvolse Solofra il 22 febbraio 2007, morta per proteggere<br />
la madre dal suo convivente, uccisa a colpi di fucile a pochi<br />
passi dalla conceria dove aveva accompagnato la mamma a<br />
lavoro. La fortunata trasmissione di Rai Tre ripercorre la storia<br />
di Antonella Russo, ricostruendo, attraverso le parole <strong>del</strong>la<br />
mamma <strong>del</strong>la Lucia De Stefano, <strong>del</strong>l’amatissima sorella e<br />
<strong>del</strong>le amiche la personalità di Antonella, costretta a crescere<br />
troppo velocemente, dopo la morte per infarto <strong>del</strong> padre Francesco,<br />
dolce e riservata, sempre persa nella sua musica e in-<br />
tenta a scrivere sulle sue pagine di diario. Antonella è bella<br />
come il sole, tanto che fin dalle elementari i compagni di scuola<br />
non hanno occhi che per lei. Una ragazza matura, generosa<br />
e sincera, legatissima alla madre e alla sorella che diventano<br />
presto il suo punto di riferimento. Dopo la morte <strong>del</strong><br />
padre le due ragazze si rimboccano le maniche per consolare<br />
la mamma e aiutarla nel difficile compito di mandare avanti<br />
la casa. Lucia De Stefano per dieci anni vive solo per loro,<br />
sottolinea più volte il ruolo centrale svolto dalle figlie dopo<br />
la morte <strong>del</strong> marito: «Senza di loro non ce l’avrei fatta.<br />
Quando ho saputo <strong>del</strong>la morte di Antonella non riuscivo a<br />
darmi pace perchè era morta per salvarmi. Oggi sento con forza<br />
la sua presenza accanto a noi». Antonella capisce presto<br />
che il convivente <strong>del</strong>la madre, Antonio Carbonara, è un uomo<br />
pericoloso, alza le mani su di lei, ha una pistola, le discussio-<br />
tolo “Parlami d’amore Mariù”.<br />
E’ il presidente Santaniello a sottolineare la<br />
centralità che oggi riveste il Coro <strong>del</strong>le Voci<br />
Bianche nel cartellone di eventi <strong>del</strong> Teatro<br />
Gesualdo, autentico fiore all’occhiello <strong>del</strong>la<br />
ricca offerta <strong>del</strong>la struttura cittadina. Quindi<br />
ribadisce come l’evento di quest’anno<br />
rappresenti «un sogno che si realizza. Poichè<br />
per la prima volta, al fianco <strong>del</strong> Coro ci sarà<br />
anche l’Orchestra giovanile <strong>del</strong> Gesualdo con<br />
il coinvolgimento di oltre 130 ragazzi». Spiega<br />
come il suo compito, fino alla nomina<br />
<strong>del</strong> nuovo presidente «sarà quello di porta-<br />
re a termine gli impegni assunti dal Cda. Ho<br />
dalla mia nove anni di esperienza che saranno<br />
preziosi nell’assolvimento di questo<br />
<strong>del</strong>icato incarico. Mi conforta il successo raccolto<br />
in questi anni dal Teatro Gesualdo, grazie<br />
all’impegno di Luca Cipriano e <strong>del</strong>l’intero<br />
cda. Oggi il Gesualdo rappresenta una<br />
realtà importante <strong>del</strong> territorio». E’ quindi<br />
Espedito Giaccio a spiegare l’idea da cui nasce<br />
lo spettacolo, una produzione <strong>del</strong> Teatro<br />
“Carlo Gesualdo” su testo originale di Ilaria<br />
Scarano, per la sapiente regia di Espedito<br />
Giaccio, «Abbiamo provato ad immaginare<br />
ventario dei beni <strong>del</strong> castello dopo la<br />
morte di Carlo, passando in rassegna i<br />
luoghi che ne hanno segnato in percorso,<br />
dal castello di Taurasi a quello di<br />
Gesualdo, con una bellissima ricostruzione<br />
di una<br />
stanza <strong>del</strong> maniero<br />
- e più<br />
volte Fraternali<br />
sottolinea il<br />
contributo <strong>del</strong><br />
marito Domenico,scomparso<br />
lo scorso<br />
anno, al<br />
suo lavoro di<br />
ricerca. Ed è<br />
davvero come<br />
se quei personaggi<br />
con collari<br />
e corpetti, incisi nel marmo o fissato<br />
sulla tela, si animassero. Luoghi<br />
come la cappella <strong>del</strong>la Pietatella, attuale<br />
cappella di San Severo a Napoli, dove<br />
si sarebbero sposati Carlo e Maria.<br />
Fraternali snocciola aneddoti e curiosità<br />
come se Carlo fosse uno di famiglia,<br />
avvicinandoci, passo dopo passo,<br />
ai segreti <strong>del</strong> musicista assassino. Bellissime<br />
le immagini, montate grazie al-<br />
come sarebbe il mondo se la musica sparisse<br />
all’improvviso È da questa mancanza che<br />
prende inizio il viaggio avventuroso di due<br />
fanciulli – Emanuele ed Alfonsino – che, intenti<br />
a giocare a nascondino e catapultati<br />
con un artificio in un mondo altro, incontrano<br />
qui una misteriosa figura che li sottoporrà<br />
ad una serie di prove ardimentose, per<br />
riconquistare, uno alla volta, le epoche musicali<br />
e riconsegnarle all’umanità – prosegue<br />
il regista Espedito Giaccio – Solo alla fine<br />
si rivelerà essere il fantasma <strong>del</strong> geniale<br />
madrigalista Carlo Gesualdo, le cui musiche<br />
rivivranno nella vibrante<br />
esecuzione <strong>del</strong> coro di<br />
voci bianche <strong>del</strong> teatro<br />
Carlo Gesualdo e <strong>del</strong>l’orchestra<br />
giovanile. Saranno<br />
proprio i giovani<br />
artisti a fare da contrappunto<br />
all’intera narrazione,<br />
sottolineando ogni<br />
successo dei coraggiosi<br />
fanciulli fino al<br />
trionfo <strong>del</strong>la musica,<br />
conquista suprema di ogni<br />
cultura». La voce<br />
narrante sarà affidata ad<br />
Ilaria Scarano che ha ideato<br />
e scritto l’intera<br />
pièce teatrale. La voce<br />
fuori campo <strong>del</strong> misterioso<br />
Fantasma sarà quella di Nicola Giacobbe,<br />
mentre i due piccoli protagonisti saranno<br />
interpretati da Arturo Lissa e Antonio<br />
Bozzella, <strong>del</strong>la Scuola di Teatro <strong>del</strong> “Carlo<br />
Gesualdo” che si muoveranno sulle scene<br />
ideate ed illuminate dall’estro diMaurizio<br />
Iannino.<br />
Lo spettacolo, interamente prodotto dal Teatro<br />
“Carlo Gesualdo”, si svilupperà in 5 quadri<br />
in cui troveranno cittadinanza la Musica<br />
Popolare, quella Sacra, l’Opera, la Musica<br />
Moderna e le Polifonie <strong>del</strong> 500 tipiche<br />
dei Madrigali.<br />
la supervisione di Mario Perrotta, che<br />
sfilano sul video, dall’armatura donata<br />
da Leonora d’Este a Carlo, in acciaio laminata<br />
in oro, ritrovata in un museo di<br />
Praga, alla bellissima Flora <strong>del</strong> Tiziano,<br />
ritratto <strong>del</strong>la nonna di Leonora, emblema<br />
<strong>del</strong>la bellezza rinascimentale e ancora<br />
perle, corpetti, giubbini, che raccontano<br />
<strong>del</strong>l’elegante moda <strong>del</strong>l’epoca,<br />
gli strumenti rinascimentali o ancora il<br />
suggestivo stemma dei principi di Venosa<br />
e dei conti di Conza o le tombe<br />
dei componenti <strong>del</strong> casato, dallo stesso<br />
Carlo nella chiesa <strong>del</strong> Gesù Nuovo a Napoli<br />
a quella di Girolamo Gesualdo, tutti<br />
raffinati monumenti in marmo. Tante<br />
sono le domande, sottolinea la studiosa,<br />
che aspettano ancora risposte sul<br />
principe dei musici, a partire da quella<br />
relativa alle competenze musicali di Gesualdo,<br />
se è vero che fin da giovanissimo<br />
si fece notare per alcune mirabili<br />
composizione di musica sacra e madrigali.<br />
«E’ difficile - spiega - immaginare<br />
come abbia appreso l’arte musicale. Resta<br />
ancora oggi un mistero». E sono davvero<br />
tanti gli interrogativi che Fraternali<br />
solleva, sottolineando come ci sia ancora<br />
tanto da dire su Gesualdo, tanto<br />
da cercare in documenti e archivi.<br />
ni tra lui e sua madre sono ormai all’ordine <strong>del</strong> giorno e lei<br />
interviene sempre per difenderla. Antonella sa che non c’è altra<br />
strada che denunciare quell’uomo. Fino a quella terribile<br />
mattina <strong>del</strong> 20 febbraio, Antonella insiste per accompagnare<br />
la mamma, non sanno che Antonio è dietro di loro, vuole<br />
forse parlare con Lucia o liberarsi di Antonella che considera<br />
solo un ostacolo alla propria relazione. Poi quei sei colpi mortali.<br />
Ci vuole poco a individuare l’assassino. Antonio Fugge<br />
ma non c’è scampo per lui. Sarà condannato a trent’anni per<br />
l’omicidio. Sono tante le testimonianze che si alternano nella<br />
ricostruzione, come quelle degli avvocati Salvatore Rosania,<br />
difensore <strong>del</strong> Carbonara e Gianfranco Iacobelli, schierato<br />
in difesa <strong>del</strong>la famiglia Russo. Il viso bello di Antonella racconta<br />
ancora oggi la forza <strong>del</strong>le donne, scandita dalle note <strong>del</strong>la<br />
Pausini che Antonella amava tanto.<br />
CORRI R<br />
Sabato 4 maggio <strong>2013</strong><br />
Voci bianche, sulle tracce di Gesualdo<br />
Presentato ieri al Teatro avellinese il concerto-spettacolo <strong>del</strong> Coro e <strong>del</strong>l’Orchestra giovanile, in programma<br />
il 5 e 6 maggio con la partecipazione straordinaria <strong>del</strong> tenore Mazzocchetti<br />
QUESTA MATTINA LA PRESENTAZIONE A PRATA<br />
RED. CULT.<br />
“Campania, terra<br />
dei veleni”, l’indagine<br />
di Giordano e Tarro<br />
IL VIAGGIO DI ORSOLA FRATERNALI ALLA SCOPERTA DELL’UNIVERSO DEL PRINCIPE DEI MUSICI<br />
Carlo tra luoghi, moda e immagini<br />
I dati che emergono, drammatici nella loro aridità<br />
numerica, sono inquietanti e raccapriccianti<br />
soprattutto se quei numeri escono dalle<br />
caselle statistiche e assumono la fisionomia<br />
di una persona sofferente che potrebbe<br />
essere un amico, un familiare o uno di noi.<br />
Solo i politici rimangono tetragoni ad ogni<br />
sventura e sono, per insipienza e malafede,<br />
indotti a minimizzare o nascondere la testa<br />
sotto terra. I dati sono incontrovertibili: in<br />
Campania un cittadino di Caserta o di Napoli<br />
ha il 43 per cento di possibilità di contrarre<br />
una cancro. Se ne discuterà questa mattina<br />
in un convegno che a partire dalle ore 10 si<br />
terrà presso la casa <strong>del</strong> generale Della Chiesa<br />
come simbolo ed auspicio di una sinergia tra<br />
forze <strong>del</strong>l’ordine e mondo politico e scientifico<br />
per risolvere un problema che assume un<br />
carattere di criminalità per l’interesse che la<br />
mafia ricava dallo smaltimento dei rifiuti fatti<br />
in dispregio di ogni<br />
normativa. Purtroppo,<br />
come spesso accade in<br />
Italia, la problematica<br />
connessa allo smaltimento<br />
dei rifiuti ha diviso<br />
gli operatori e i<br />
tecnici <strong>del</strong> settore in<br />
negazionisti e possibilisti<br />
dimenticando che<br />
i dati statistici non si<br />
fanno con i paternostri<br />
e con gli scongiuri. Il libro<br />
bianco edito da<br />
Antonio Giordano e<br />
Giulio Tarro “Campania,<br />
terra dei veleni” è<br />
la seconda tappa di<br />
un’indagine condotta<br />
nel lontano 1974 da<br />
Giovan Giacomo e<br />
pubblicata sotto il titolo<br />
“Salute e ambiente<br />
in Campania”. Tra questa data e il <strong>2013</strong>, tranne<br />
Gomorra di Roberto Saviano non è successo<br />
niente. Dei due autori napoletani Antonio<br />
Giordano è allievo <strong>del</strong> prof James Watson,<br />
premio Nobel, docente ordinario all’università,<br />
di Siena il secondo è docente di urologia<br />
oncologica e primario al Cotugno.<br />
L’ipotesi di lavoro si basa sulla supposizione<br />
che gli accumuli di immondizia sprigionino<br />
sostanze venefiche capaci di far collassare le<br />
difese autoimmunitarie e produrre tumori.<br />
Le cifre sembrano dar loro ragione. In Campania<br />
abbiamo 40.000 casi di carcinoma in<br />
più con un incremento <strong>del</strong> 15 per cento. Il libro<br />
bianco si apre con un intervento allarmato<br />
di Alfonso Russo che lancia un accorato<br />
appello alle istituzioni a muoversi e a far<br />
presto, il prof Marino parla senza mezzi termini<br />
di disastro totale, Gennaro Giliberti, Direttore<br />
<strong>del</strong>l’Istituto Italiano tumori si augura<br />
che il libro serva a far aprire gli occhi a chi tiene<br />
in mano le chiavi <strong>del</strong> potere per avviare la<br />
soluzione non più procrastinabile, Giulia Tarro<br />
ci lascia un devoto e commosso ricordo <strong>del</strong><br />
papà, il prof Giovan Giacomo il primo a trovare<br />
una sicura dipendenza di molti tumori<br />
alle cause ambientali dimostrando la nocività<br />
<strong>del</strong>le aree industriali napoletane. Tra gli interventi<br />
previsti in mattinata uno dei più attesi<br />
17<br />
è quello <strong>del</strong> nostro conterraneo Felicetto Ferraro<br />
che figlio <strong>del</strong> medico <strong>del</strong> paese e alunno<br />
<strong>del</strong> Colletta di Avellino dove segue gli insegnamenti<br />
<strong>del</strong>la singolare prof Petrilli per i<br />
suoi meriti scientifici è stato insignito di un<br />
diploma di merito. Il suo sogno nel cassetto<br />
è quello di rappresentare una Napoli in postivo,<br />
Ha avviato lo studio di nuovi farmaci.<br />
Sono previsti interventi dei sindaci, <strong>del</strong> procuratore<br />
di Santangelo dei Lombardi Antonio<br />
Guerriero e di Avellino Rosario Cantelmo, <strong>del</strong><br />
Presidente <strong>del</strong> Tribunale di Santa Maria Capua<br />
Vetere Raffaello Maggi. A seguire una tavola<br />
rotonda moderata dal giornalista Rai<br />
Biazzo. Una riflessione che non può non partire<br />
dai dati di Legambiente. “In Campania -<br />
si legge in una relazione di Legambiente - sono<br />
oltre 5.200 i siti potenzialmente inquinati<br />
e 461 quelli con un alto livello di inquinamento<br />
ufficialmente censiti dall’Agenzia Regionale<br />
per la Protezione<br />
Ambientale <strong>del</strong>la<br />
Campania (ARPAC,<br />
ma tutto fa pensare<br />
che questo numero<br />
non sia esatto, vista la<br />
difficoltà di quantificare<br />
con precisione il numero<br />
di siti in cui rifiuti<br />
di ogni genere vengono<br />
sversati abusivamente.<br />
Il fenomeno è<br />
a macchia di leopardo,<br />
ma è anche in continuo<br />
movimento ed evoluzione.<br />
Non appena<br />
vengono adottate<br />
misure per impedire<br />
che in un certo luogo<br />
si smaltisca illegalmente,<br />
i criminali ne<br />
scelgono uno nuovo,<br />
in modo da non inceppare<br />
il meccanismo <strong>del</strong> guadagno. Nel rapporto<br />
Ecomafia 2010 di Legambiente viene riportato<br />
che in totale, soltanto 13 siti sono stati<br />
bonificati, ottenendo la certificazione di avvenuta<br />
bonifica. Si stima che nell’intera fascia<br />
di territorio fra Napoli e Caserta solo il<br />
15% dei siti sia stato liberato dai rifiuti e dai<br />
loro resti. Sarebbe scorretto, in questo caso,<br />
parlare di bonifica, visto che in questi luoghi<br />
le sostanze inquinanti non sono state rimosse<br />
dai terreni oggetto di sversamenti, né tanto<br />
meno dalla falda acquifera in cui spesso<br />
sono penetrate.<br />
In genere, i siti potenzialmente inquinati si<br />
possono dividere in quattro categorie: siti dove<br />
si è sversato ma che non sono stati posti<br />
sotto sequestro; siti sequestrati ma non sanati<br />
(dove cioè il luogo oggetto di sversamenti è<br />
stato “recintato” con un nastro di plastica<br />
bianca e rossa o con una rete in plastica arancione,<br />
alla quale è stato affisso un foglio<br />
di carta che avvisa che il sito è stato posto sotto<br />
sequestro); siti sequestrati dai quali i rifiuti<br />
speciali e i loro resti sono stati tolti per essere<br />
conferiti chissà dove; siti bonificati (dove<br />
cioè sono stati rimossi i rifiuti e i loro resti<br />
e il terreno inquinato circostante è stato sostituito<br />
con terreno non inquinato, per esempio<br />
con compost)”. (Roberto Barbato)