Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
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e testimonianze» che dimo<strong>strano</strong> il lavoro di emissario.<br />
Lavoro, detto tra parentesi, che Graziano ha svolto quasi<br />
alla luce <strong>del</strong> sole. Che si stesse occupando <strong>del</strong> piccolo<br />
Kassam erano al corrente anche le pietre <strong>del</strong> Supramonte:<br />
non era forse questo il motivo per cui il giudice di<br />
sorveglianza di Torino s’era adoperato per fargli ottenere<br />
la libertà condizionale?<br />
Un tardivo dovere di cronaca impone di ricordare<br />
che, in occasione <strong>del</strong>l’udienza col giudice monocratico,<br />
il difensore di <strong>Mesina</strong> (avvocato Bernardo Aste) ha lanciato<br />
qualche pietra nello stagno. «Ha pagato lo Stato,<br />
lo sanno tutti», ha detto in aula, «lo sanno alla Procura<br />
distrettuale di Cagliari, lo sa Vincenzo Parisi, che all’epoca<br />
era il capo <strong>del</strong>la polizia. Hanno nomi, cognomi e<br />
indirizzi eppure non si muove foglia, l’unico che deve<br />
pagare è <strong>Mesina</strong>».<br />
Sepolta frettolosamente nell’effimera cronaca dei<br />
quotidiani, questa frase non ha lasciato segno. Più o meno,<br />
lo stesso era avvenuto in Tribunale a Tempio Pausania<br />
quando <strong>Mesina</strong> venne sentito come testimone al<br />
processo contro i rapitori di Farouk Kassam. Le parole<br />
sono state, grosso modo, le stesse. La reazione in fotocopia.<br />
E non è finita. Nonostante lo spettacolare flop di<br />
Asti, il binomio droga & pentiti torna in nuova versione:<br />
cambiano i collaboratori di giustizia e le quantità di<br />
stupefacente, resta in piedi solo l’imputato di sempre,<br />
<strong>Mesina</strong>. Fossimo allo stadio in curva nord, finirebbe su<br />
uno striscione: Graziano forever.<br />
Ma qual’è, stavolta, la storia? Tutto comincia con un<br />
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pentito (tanto per cambiare), Paolo Littera. Che a un<br />
certo punto <strong>del</strong>la sua vita di trafficante trascina sotto<br />
processo nientemeno che un colonnello e un maresciallo<br />
<strong>del</strong>la Finanza. A ruota libera, finalmente loquace nello<br />
status di reo confesso, rivela un terribile intreccio tra<br />
forze <strong>del</strong>l’ordine e spacciatori. Mentre corre sul filo <strong>del</strong>la<br />
memoria nel lodevole tentativo di vuotare tutto il sacco,<br />
si ferma un attimo al 1992 (anno <strong>del</strong> sequestro Kassam<br />
e di <strong>Mesina</strong> in libera circolazione) per raccontare<br />
che quell’anno Graziano aveva ricevuto in agosto alcuni<br />
suoi amici campidanesi. Segue doveroso spuntino d’ospitalità,<br />
che di fatto si rivela una colazione di lavoro allorché<br />
<strong>Mesina</strong> comunica di essere stato incaricato dal<br />
clan calabrese dei Tornaghi di recuperare un vecchio<br />
debito di Littera e compagni: una partita di eroina non<br />
pagata. Tradotto in lire, quattrocento milioni. La risposta<br />
dei “campidanesi” è stata sincera, cuore in mano:<br />
vorremmo ma non abbiamo soldi. Per trovare una soluzione,<br />
si dichiarano tuttavia disponibili a rimboccarsi le<br />
maniche, a scendere (anzi a tornare) in campo. È stato a<br />
questo punto, sostiene Littera, che <strong>Mesina</strong> ha offerto<br />
tre chili di eroina a patto che quelli garantissero di saldare<br />
coi primi guadagni quel conticino rimasto in sospeso.<br />
Non si sa se le accuse di Littera abbiano centrato il<br />
bersaglio. Il sostituto procuratore di Cagliari, Mario<br />
Marchetti, ha spedito una comunicazione giudiziaria a<br />
<strong>Mesina</strong> e s’è tuffato in un’inchiesta che non è stata ancora<br />
chiusa. L’ipotesi da confermare è quella di un ruolo<br />
simil-gangster: trafficante e, nei ritagli di tempo, addetto<br />
al recupero credito per conto terzi. Dentro questo<br />
ipotetico ritratto è riconoscibile il più celebre orgolese<br />
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