Pisano, Lo strano caso del signor Mesina - Sardegna Cultura
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credibile in una donna come lei. Ancora meno credibile<br />
è la vicenda <strong>del</strong>le fotografie che, tra l’altro, non inchiodano<br />
soltanto Boe.<br />
Laura Manfredi respinge con durezza questa interpretazione:<br />
«Matteo», dice, «non ha tradito nessuno».<br />
A insistere su questa storia, c’è il timore, neppure tanto<br />
teorico, che possa scoppiare una faida. E accusa i giornali<br />
di aver tirato fuori l’ipotesi <strong>del</strong>la “resa condizionata”<br />
alla vigilia di un processo importante. Nel frattempo<br />
Farouk Kassam ha riconosciuto i luoghi fotografati, la<br />
prigione: tradotto con le norme <strong>del</strong> codice penale, questo<br />
significa una condanna sicura. E pesante.<br />
Pesantissima. Però, al processo che si apre nell’autunno<br />
<strong>del</strong> ’94 a Tempio, il principale imputato non c’è.<br />
La pratica per l’estradizione, che in un primo momento<br />
sembrava imminente e scontata, s’inceppa nelle procedure<br />
burocratico-giudiziarie internazionali. Due anni<br />
non sono bastati per ritrovare la rotta giusta e approdare<br />
in un’aula di Tribunale. Colpa <strong>del</strong>l’eccesso di zelo<br />
<strong>del</strong>la magistratura italiana, dice qualcuno, che ha presentato<br />
ben quattro richieste di estradizione mentre ne<br />
bastava una. Ma proprio per questa ragione, secondo<br />
altri, si voleva dare all’operazione un salutare effetto ritardante.<br />
Risultato: la posizione processuale <strong>del</strong>l’imputato<br />
Boe Matteo viene stralciata. Salta, dunque, la presenza<br />
di uno degli uomini-chiave <strong>del</strong>la vicenda Kassam.<br />
Laura Manfredi respinge anche questa interpretazione<br />
dei fatti, sottolinea che il suo compagno è testimone<br />
a difesa per Asproni e Marras, parla apertamente di<br />
montatura, di giornalismo prezzolato e imbeccato dalla<br />
magistratura per creare il <strong>caso</strong>, per distruggere l’immagine<br />
di Boe.<br />
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Perché distruggere l’immagine di Boe? Perché, secondo<br />
lei, i giornali che hanno avuto la colpa di gonfiarlo,<br />
di farne una sorta di mito («per la stampa dev’esserci<br />
sempre un super-ricercato impegnato in una grande sfida<br />
con polizia e carabinieri»), ora debbono fare rapidissimamente<br />
marcia indietro. Per qualcuno Boe sta diventando<br />
un punto di riferimento, dunque bisogna buttarlo<br />
giù, distruggerlo. Cosa c’è di meglio <strong>del</strong> venticello<br />
d’una calunnia che insinua l’ipotesi <strong>del</strong> tradimento, di<br />
una cattura concordata con le forze <strong>del</strong>l’ordine? Per il<br />
momento i fatti dicono solo che Boe esce di scena dal<br />
processo.<br />
L’altro protagonista <strong>del</strong> dibattimento si chiama Graziano<br />
<strong>Mesina</strong>. I giudici lo citano per “reato annesso”, favoreggiamento.<br />
Avrebbe coperto la banda dei rapitori<br />
e, naturalmente, Boe. «Boe? Non lo conosco, ne ho sentito<br />
parlare sui giornali. Mai incontrato. Quando io facevo<br />
il bandito lui non era neanche nato». Sarà. Tutto<br />
questo rende però la faccenda ancora più difficile, più<br />
complessa. Più misteriosa. Si aggiunge all’enigma <strong>del</strong> riscatto<br />
pagato-non pagato, al ruolo dei servizi segreti, al<br />
nome <strong>del</strong> personaggio che “impone” a <strong>Mesina</strong> di occuparsi<br />
<strong>del</strong> rapimento. Già, perché Graziano non ne voleva<br />
sapere, non voleva avere problemi con banditi e tantomeno<br />
con uno come Boe. Dopo la concessione <strong>del</strong>la<br />
libertà condizionale, aveva deciso di imboccare un’altra<br />
strada, quella di un quieto grigiore quotidiano. Come<br />
già accennato, c’è stato qualcuno, potentissimo, ha detto<br />
l’ex vescovo di Nuoro, mon<strong>signor</strong> Giovanni Melis,<br />
che l’ha tirato dentro. E forse è stata la sua disgrazia. In<br />
che senso? «Nel senso che questo ha scatenato tutto il<br />
resto».<br />
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