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A piccoli passi - percorso di riflessioni - Ofelon

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RICCARDO SABELLOTTI<br />

A PICCOLI PASSI<br />

PERCORSO DI RIFLESSIONI<br />

O<br />

www.ofelon.org<br />

GIACINTO SABELLOTTI<br />

basta per svolgere il suo lavoro, ma deve essere il più ignorante possibile su<br />

ogni altro aspetto; in questo modo rimarrà sempre in uno stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza<br />

nei confronti della classe dominante, come un bambino lo è dei genitori. Al<br />

contrario, una maggiore conoscenza comporta una maggiore capacità <strong>di</strong> fare e<br />

<strong>di</strong> prendere autonomamente delle decisioni, formando dei servi più <strong>di</strong>fficili da<br />

controllare. Ecco perché negli Stati Uniti era proibito agli schiavi <strong>di</strong> imparare a<br />

leggere e a scrivere, ecco perché nel me<strong>di</strong>oevo i servi della gleba erano tutti<br />

analfabeti; la loro istruzione non era solo inutile, ma socialmente pericolosa,<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>di</strong>cevole e da condannare. Ai servi veniva insegnato che dovevano<br />

essere governati dai nobili per volontà <strong>di</strong> Dio, allo stesso modo veniva loro<br />

insegnato che dovevano imparare il lavoro dei loro padri e <strong>di</strong>sinteressarsi <strong>di</strong><br />

tutto il resto, una sorta <strong>di</strong> educazione all’ignoranza. Ancora oggi si raccomanda<br />

ai ragazzi <strong>di</strong> andare a scuola per poter un giorno entrare nel mondo del lavoro,<br />

trascurando tutti gli altri aspetti della cultura importanti nella vita,<br />

incoraggiando così la formazione <strong>di</strong> specialisti ignoranti e quin<strong>di</strong> facilmente<br />

manipolabili. Come abbiamo già detto in precedenza, la scuola deve<br />

effettivamente preparare dei futuri lavoratori, ma anche dei futuri citta<strong>di</strong>ni,<br />

responsabili ed intellettualmente autonomi, altrimenti non sapranno esercitare i<br />

loro <strong>di</strong>ritti democratici e rimarranno <strong>di</strong> fatto dei sud<strong>di</strong>ti, benché laureati e<br />

specializzati. Ancora oggi dunque non siamo educati a valutare <strong>di</strong> quale cultura<br />

abbiamo effettivamente bisogno, la cultura dell’ignoranza è ancora viva fra noi.<br />

Tale fenomeno, assolutamente da contrastare per perseguire un concreto<br />

progresso, è stato da noi definito “sindrome della gleba” sia per richiamare lo<br />

stato <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>tanza psicologica proprio del me<strong>di</strong>o evo, sia per sottolinearne la<br />

natura patologica.<br />

Un terzo fattore è ovviamente la <strong>di</strong>sinformazione che, <strong>di</strong>ffondendo<br />

informazioni errate, ci lascia nell’ignoranza con l’illusione però <strong>di</strong> sapere; la falsa<br />

conoscenza è forse la forma più pericolosa <strong>di</strong> ignoranza in quanto è<br />

<strong>di</strong>fficilissimo <strong>di</strong>fendersi da essa proprio perché nascosta da un sapere<br />

ingannevole.<br />

Un quarto fattore è dato da un sistema scolastico scadente o antiquato, dovuto<br />

a una politica scolastica fondata sulla trascuratezza, permessa da una scarsa<br />

sensibilità dei citta<strong>di</strong>ni e da un sistema politico inadempiente.<br />

Abbiamo dunque in<strong>di</strong>viduato quattro cause <strong>di</strong> base:<br />

• l’emergenza evolutiva<br />

• la cultura dell’ignoranza<br />

• la <strong>di</strong>sinformazione<br />

• una cattiva gestione politica delle scuole<br />

Per una corretta impostazione del problema non dobbiamo però fermarci<br />

qui, vi sono anche altri problemi legati a questa ra<strong>di</strong>ce e altri legami anche con<br />

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