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strumento indicava <strong>il</strong> numero di giri che la ruota aveva compiuto. Per calcolare la distanza<br />

bastava moltiplicare questo numero per la circonferenza della ruota, che corrisponde a 1 metro<br />

e 79 cm.<br />

- Una corona dentata è montata al centro della ruota del podometro. Ad essa è collegato un asse<br />

che trasmette <strong>il</strong> moto della ruota fino ad un rocchetto posto all’altra estremità del manico. A sua<br />

volta, questo rocchetto ingrana su una corona dentata interna al disco-contatore, facendo<br />

avanzare sul quadrante una lancetta che indica <strong>il</strong> numero dei giri compiuti dal podometro.<br />

9.4.4. Il moto dei proietti<br />

Gli accademici del Cimento effettuarono sulla torre della Fortezza Vecchia del porto di Livorno alcune<br />

esperienze per verificare sperimentalmente se i proiett<strong>il</strong>i, come aveva affermato Gal<strong>il</strong>eo, impiegano lo<br />

stesso tempo a raggiungere <strong>il</strong> suolo sia che vengano sparati orizzontalmente, sia che vengano lasciati<br />

cadere lungo la verticale.<br />

Elementi dell’esperimento<br />

- Torre della Fortezza Vecchia di Livorno dalla quale gli accademici effettuarono i lanci dei<br />

proiett<strong>il</strong>i.<br />

- Cannone corto e sott<strong>il</strong>e di piccolo calibro chiamato falconetto usato dagli accademici per lanciare i<br />

proiett<strong>il</strong>i.<br />

- Per ostruire perfettamente la bocca da fuoco e migliorare <strong>il</strong> tiro, in genere, queste palle in ferro<br />

venivano fasciate con tela, cuoio o altro.<br />

- Compasso geometrico e m<strong>il</strong>itare gal<strong>il</strong>eiano con cui gli accademici livellavano <strong>il</strong> cannone in<br />

modo da effettuare tiri di punto in bianco, cioè perfettamente paralleli all’orizzonte.<br />

- Pendolo bif<strong>il</strong>are con <strong>il</strong> quale gli accademici misuravano e confrontavano gli intervalli di tempo<br />

dallo sparo alla caduta in acqua dei proietti.<br />

Esperimento<br />

- Gli accademici posizionarono <strong>il</strong> tubo del cannone parallelamente al suolo usando <strong>il</strong> compasso<br />

geometrico. Inserirono poi una palla di ferro di 2 ch<strong>il</strong>i e mezzo.<br />

- Sparando <strong>il</strong> colpo, osservarono che la palla, dopo aver percorso una traiettoria parabolica, cadde<br />

in mare ad una distanza di circa 1102 m in quattro vibrazioni e mezzo del pendolo.<br />

- La traiettoria parabolica del proiett<strong>il</strong>e derivava dalla composizione di due moti che non si<br />

influenzano fra di loro: <strong>il</strong> moto orizzontale rett<strong>il</strong>ineo uniforme e <strong>il</strong> moto naturale di caduta<br />

uniformemente accelerato; era soltanto quest’ultimo che determinava <strong>il</strong> tempo che la palla<br />

impiegava per cadere in mare.<br />

- Infatti, essi lasciarono cadere dalla torre un’altra palla senza imprimergli una proiezione<br />

orizzontale. Verificarono che questa toccava <strong>il</strong> suolo in quattro vibrazioni del pendolo,<br />

praticamente nello stesso tempo del viaggio della palla sparata con <strong>il</strong> cannone, perché subiva la<br />

medesima attrazione gravitazionale. La piccola differenza di tempo tra i due moti era imputata<br />

dagli accademici alla resistenza non omogenea offerta dall’aria ai corpi che la penetrano.<br />

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