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10. I DOCUMENTI<br />

10.1. I SAGGI DI NATURALI ESPERIENZE<br />

10.1.1. Le edizioni italiane<br />

La pubblicazione dei Saggi di naturali esperienze, nel 1667, segnò la fine dell'attività dell'Accademia del<br />

Cimento. I Saggi, curati dal Segretario Lorenzo Magalotti, proponevano una scelta delle esperienze<br />

accademiche “per conoscere l'alterazioni dell'aria derivanti dal caldo e dal freddo”, sulla “natural<br />

pressione dell'aria” e sul vuoto, sugli “artificiali agghiacciamenti”, sulla incomprimib<strong>il</strong>ità dei fluidi, sulle<br />

calamite e sulle virtù elettriche dell'ambra, sulla propagazione del suono e della luce, nonché su una<br />

vasta serie di altri fenomeni naturali.<br />

I singoli contributi, ai quali non fu apposta la firma dai responsab<strong>il</strong>i, dovevano fornire l'immagine della<br />

collegialità e della "concordia" sui risultati, "concordia" che, voluta dal Principe Leopoldo, era<br />

puramente formale. Leopoldo, infatti, impose un compromesso fra le varie tendenze degli accademici,<br />

in base al quale i Saggi dovevano limitarsi a proporre <strong>il</strong> semplice resoconto di una serie di osservazioni<br />

sperimentali, senza trarre conclusioni o lezioni generali. E' indubitab<strong>il</strong>e, tuttavia, che determinati<br />

esperimenti producevano comunque risultati distruttivi per alcune dottrine portanti dell'aristotelismo.<br />

I Saggi ospitavano solo una piccolissima porzione delle ricerche del Cimento, rispetto alle molte<br />

centinaia di esperienze registrate nei Diari manoscritti dell'Accademia. Per timore di suscitare le reazioni<br />

delle autorità ecclesiastiche furono escluse le riflessioni sulla vera configurazione di Saturno, un tema<br />

delicato, perché gravido di implicazioni copernicane.<br />

Il libro, sontuosamente <strong>il</strong>lustrato, ebbe notevole successo. Grande cura era stata posta nella<br />

preparazione delle <strong>il</strong>lustrazioni, prima delineate in disegni, spesso di altissima qualità, poi calibrate in<br />

incisioni di prova e infine stampate. Il 13 marzo 1668 Magalotti presentò l'opera alla Royal Society di<br />

Londra, consegnandone un esemplare a Oldenburg. Seguì una seconda edizione, stampata nel 1691 e<br />

dedicata al Granduca Cosimo III de' Medici (1642-1723). Fra le molte altre edizioni pubblicate, merita<br />

ricordare, per la particolare cura e per la circostanza, quella uscita in occasione del Terzo Congresso<br />

degli Scienziati Italiani, svoltosi a Firenze nel 1841, curata da Vincenzio Antinori, direttore del Museo di<br />

Fisica e Storia Naturale.<br />

10.1.2. Le traduzioni<br />

I Saggi di naturali esperienze ebbero notevole fortuna internazionale. Nel 1684 fu pubblicata a Londra,<br />

curata Richard Waller, la prima traduzione inglese dei Saggi di naturali esperienze. L’antiporta raffigura la<br />

Dea Natura che mostra le membra nude ad Aristotele, indicando i Saggi, tenuti in mano da una figura<br />

femmin<strong>il</strong>e (l’Accademia del Cimento). Quest’ultima porge <strong>il</strong> volume (cioè passa <strong>il</strong> testimone) ad un’altra<br />

figura femmin<strong>il</strong>e raffigurante la Royal Society. Nel 1731 l'olandese Petrus van Musschenbroek (1692-<br />

1761) ne curò un'edizione latina (Tentamina experimentorum naturalium captorum in Academia del Cimento…),<br />

stampata a Leida. La traduzione latina è corredata da un ampio e approfondito commento nel quale lo<br />

scienziato olandese <strong>il</strong>lustra gli sv<strong>il</strong>uppi sperimentali e teorici successivi alla pubblicazione dei Saggi.<br />

Infine, dall'edizione latina di Musschenbroek fu ricavata, nel 1755, una edizione in lingua francese.<br />

10.1.3. La dimensione letteraria<br />

Un libro di scienza, che sia senza dubbio tra i documenti migliori della scienza contemporanea, scritto<br />

da un letterato è tutt'altro che una novità nel Seicento: Gal<strong>il</strong>eo era anche un letterato, <strong>il</strong> Redi è perfino

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