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Giordano Bruno Monaco Mago Occultista

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19/06/2012 - 20.17 <strong>Giordano</strong> <strong>Bruno</strong> <strong>Monaco</strong> <strong>Mago</strong> <strong>Occultista</strong><br />

quella sentenza che io nell’ascoltarla! ", avrebbe tuonato davanti ai suoi giudici.<br />

La condanna del filosofo come "eretico", su ordine del papa Clemente VIII, mette una fine brutale<br />

alla vita di peregrinazioni, di dispute e di tormenti di questo essere eccezionale. Essa è<br />

rappresentativa dell’intolleranza e degli eccessi ideologici, nel campo cattolico così come nel<br />

campo riformato, in quell’epoca delle guerre di religione e della fine del Rinascimento.<br />

L’8 febbraio 1600, dopo sette anni di processo, d’incarcerazione e di torture nel corso delle quali<br />

ha sempre rifiutato di abiurare le sue convinzioni, il "Santo Uffizio" lo caccia dalla Chiesa come<br />

"eretico impenitente" e lo rimette a una corte secolare che lo condanna a morte.<br />

Il Supplizio<br />

All’alba del 17 febbraio del 1600, quattro secoli fa, a Roma, in<br />

Campo de’ Fiori, <strong>Giordano</strong> <strong>Bruno</strong> sale sul rogo, su ordine del papa.<br />

Viene legato al patibolo del rogo dell’Inquisizione. Sfidando ancora<br />

l’autorità, distoglie lo sguardo dal crocefisso che gli viene<br />

presentato.<br />

L’uomo è attaccato nudo al patibolo del rogo. Ha cinquantadue<br />

anni.<br />

La folla lo circonda.<br />

Viene fissato il morso di legno destinato a impedirgli di parlare, di<br />

urlare un’ultima volta, per impedirgli materialmente di urlare<br />

ancora una volta la propria rivolta e la propria convinzione.<br />

Sul rogo, <strong>Giordano</strong> <strong>Bruno</strong> ha forse rivolto lo sguardo verso il cielo,<br />

quel cielo che descriveva infinito e multiplo... ormai velato dal<br />

fumo delle fiamme che salgono verso di lui.<br />

Il rogo consuma quel corpo che non ha cessato di ridere, di pensare,<br />

di commuoversi e di provocare.<br />

<strong>Giordano</strong> <strong>Bruno</strong> non ha ceduto davanti all’Inquisizione. Non ha<br />

abiurato alcunché della propria visione del mondo.<br />

Il suo crimine: aver avuto, prima di Galileo, Leibniz, Einstein o Mendeleïev, l’intuizione geniale<br />

di ciò che è divenuto la teoria generale dell’Universo, la relatività, la chimica, la genetica, etc.<br />

<strong>Bruno</strong> incarnò la lotta della coscienza contro il dogmatismo. Dopo gli eretici e gli stregoni, si<br />

mettono al rogo i libri giudicati empi. Tutti i libri scritti da <strong>Bruno</strong>, che i giudici poterono trovare,<br />

furono bruciati in piazza San Pietro.<br />

Il martirio del filosofo errante, cercatore dimenticato, discreditato dalla chiesa, è il simbolo di<br />

tutti i crimini contro la mente.<br />

Questo visionario della pluralità dei mondi, inflessibile e sulfureo, tre volte scomunicato,<br />

continua a incarnare, quattrocento anni più tardi, la resistenza a tutti i dogmi.<br />

Le pietre del Ricordo<br />

Il 17 febbraio 1907, per il 307° anniversario del supplizio di <strong>Giordano</strong> <strong>Bruno</strong>, un processo dagli<br />

accenti fortemente anticlericali annerì Campo de’ Fiori a Roma, davanti alla statua di Ettore<br />

Ferrari, eretta il 9 luglio 1889 alla gloria del filosofo Nolano. È in quel luogo che un grande<br />

raduno di tutti gli atei è programmato il 13 dicembre 2004.<br />

Una lastra di pietra incisa all’ospedale di Orbetello, una piccola città del sud della Toscana, è<br />

dedicata alla memoria di: «GIORDANO BRUNO, filosofo e martire, che ai tempi della tirannia<br />

sacerdotale, del feudalesimo e dell’assoggettamento ha elevato la propria fede fino alle<br />

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