Testo completo - Associazione Italiana di Aritmologia e ...
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successivi vennero condotti e pubblicati i primi stu<strong>di</strong><br />
sulla prevenzione “secondaria” della MCI in pazienti<br />
sopravvissuti ad arresto car<strong>di</strong>aco o tachicar<strong>di</strong>e ventricolari<br />
sostenute, che affermarono la superiorità dell’ICD<br />
rispetto all’amiodarone e ad altri farmaci antiaritmici<br />
nella prevenzione secondaria della MCI. (3,4,5,6)<br />
I modelli <strong>di</strong> ICD attualmente <strong>di</strong>sponibili sono in grado<br />
<strong>di</strong> riconoscere le tachiaritmie ventricolari con una sensibilità<br />
quasi del 100%, una specificità superiore al 90%<br />
e presentano un’efficacia nell’interruzione prossima al<br />
100%. L’ICD si presenta quin<strong>di</strong> uno strumento efficace<br />
ed in<strong>di</strong>spensabile nella lotta alla MCI a fronte <strong>di</strong> un<br />
rischio operatorio molto basso, sovrapponibile a quello<br />
<strong>di</strong> un impianto <strong>di</strong> pacemaker.<br />
Pertanto, attualmente il quesito non è se l’ICD sia in<br />
grado <strong>di</strong> ridurre l’incidenza <strong>di</strong> morte improvvisa, ma<br />
se questa riduzione sia clinicamente rilevante e sostenibile<br />
nell’ottica del costo/beneficio.<br />
L’identificazione delle categorie <strong>di</strong> pazienti a maggior<br />
rischio <strong>di</strong> morte improvvisa appare quin<strong>di</strong> necessaria<br />
per ottimizzare il rapporto costo/beneficio della<br />
terapia con defibrillatore impiantabile. (7)<br />
L’ICD nella prevenzione primaria<br />
Dopo i primi stu<strong>di</strong> sulla prevenzione secondaria, sono<br />
stati pubblicati tre importanti trial sulla prevenzione primaria<br />
della MCI in pazienti con car<strong>di</strong>opatia ischemica<br />
e <strong>di</strong>sfunzione ventricolare sinistra: lo stu<strong>di</strong>o MADIT nel<br />
1996, lo stu<strong>di</strong>o MUSTT nel 1999 e lo stu<strong>di</strong>o MADIT II<br />
nel 2002. (8,9,10)<br />
Gli stu<strong>di</strong> MADIT e MUSTT hanno <strong>di</strong>mostrato la<br />
superiorità dell’ICD nei pazienti con car<strong>di</strong>opatia ischemica,<br />
frazione d’eiezione moderatamente depressa, (FE<br />