Capitolo 2 - Piani di Bacino - Provincia di Imperia
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Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> dell’Ambito n° 1 “ROIA”<br />
Su questo zoccolo cristallino, si instaura fino al Permiano una se<strong>di</strong>mentazione influenzata da una<br />
complessa articolazione in horst e graben, probabilmente legati all’inizio della fase <strong>di</strong> rifting che porterà<br />
alla nascita del mare della Tetide.<br />
Al <strong>di</strong> sopra del basamento è presente una copertura post ercinica con successioni detritiche a flore<br />
stefaniane seguite da terreni detritici continentali permiani, da terreni prima detritici con arenarie fini e<br />
poi carbonatici con calcari <strong>di</strong> piattaforma del Trias. Nel Giurassico e nel Cretaceo inferiore il settore sud<br />
orientale è caratterizzato dalla presenza <strong>di</strong> un’area emersa a SE e <strong>di</strong> un bacino allungato in <strong>di</strong>rezione NE-<br />
SW. Al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> tale bacino (subsidente) si stabilisce, durante il Lias, una tettonica ad horst e graben con<br />
conseguenti lacune nelle sequenze stratigrafiche.<br />
Nel Dogger inferiore si nota un aumento dei depositi terrigeni e una <strong>di</strong>minuzione della profon<strong>di</strong>tà<br />
<strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione, si hanno serie ridotte con micriti a cefalopo<strong>di</strong> a S e calcari e marne ad ammoniti a N.<br />
In tutta l’area <strong>di</strong> affioramento il Cretaceo è rappresentato da se<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> mare aperto, costituiti alla base<br />
da calcari stratificati in banchi, passanti a calcari marnosi e marne calcaree non stratificate. Il Cretaceo<br />
superiore è caratterizzato oltre che da facies <strong>di</strong> scogliera (poco <strong>di</strong>ffuse) da calcari e marne (emipelagiti a<br />
Foraminiferi, Cefalopo<strong>di</strong> e Inocerami).<br />
L’unica <strong>di</strong>fferenza riscontrabile in campagna è data dal fatto che i calcari del Turoniano hanno la<br />
tendenza a riorganizzarsi in pieghe a chevron e/o isoclinali sovrapposte, mentre le marne senoniane, più<br />
incompetenti, si limitano ad una trasposizione generalizzata della superficie S0, corrispondente alla stratificazione<br />
originaria, lungo i piani prodotti dalle scistosità S1 e S2.<br />
Con la fine del Cretaceo superiore il Dominio Delfinese-Provenzale è interessato da una emersione<br />
generalizzata che si protrae fino all’Eocene me<strong>di</strong>o, con conseguente se<strong>di</strong>mentazione continentale o<br />
comunque non francamente marina. Essa da luogo alla successione <strong>di</strong> facies note in letteratura come Serie<br />
<strong>di</strong> Trucco.<br />
Al <strong>di</strong> sopra dei calcari marnosi del Cretaceo superiore si trovano, in <strong>di</strong>scordanza, dei conglomerati<br />
con frammenti degli stessi calcari cretacici e <strong>di</strong> marne nodulari a chiazze rosate e giallastre con Microco<strong>di</strong>um<br />
(Conglomerati a Microco<strong>di</strong>um) e bioturbazioni dovute a ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> pante: è questo il livello che documenta<br />
la rapida regressione dall’ambiente marino <strong>di</strong> probabile altofondo pelagico dei calcari sottostanti a<br />
quello continentale della facies Microco<strong>di</strong>um. Segue verso l’alto il cosiddetto Luteziano continentale, rappresentato<br />
dalle marne arenacee bluastre. Nella parte superiore della formazione alle marne si intercala-<br />
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