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Capitolo 2 - Piani di Bacino - Provincia di Imperia

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Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> dell’Ambito n° 1 “ROIA”<br />

tratto a monte, rispetto alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> moto uniforme. Il rigurgito a monte si estendeva per un lungo tratto,<br />

tuttavia si notava come esso fosse abbondantemente contenuto in sponda destra e dagli argini già costruiti<br />

dalla Società Autostradale e da quelli previsti nel progetto stralcio. In sponda sinistra invece, la gabbionata<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa prevista non era sufficiente e sarebbe stato necessario rialzarla.<br />

Conclusioni.<br />

• La riduzione dei tratti <strong>di</strong> golena a <strong>di</strong>sposizione delle piene riguardava il corso del Roia a monte <strong>di</strong><br />

Case Galleani e non formò pertanto oggetto delle ricerche sperimentali.<br />

• Il coefficiente <strong>di</strong> scabrezza m della formula <strong>di</strong> Kutter venne assunto nei calcoli <strong>di</strong> progetto pari a<br />

1.75; nel corso delle esperienze a fondo fisso il fondo dell’alveo venne costruito in modo da realizzare<br />

un grado <strong>di</strong> scabrezza corrispondente a m = 2.50 nel prototipo, cui corrisponde un valore m<br />

= 0,17 circa nei modelli in scala 1:200 e m = 0.298 nel modello in scala 1:70<br />

• Furono rilevati in sito campioni del materiale <strong>di</strong> fondo in varie sezioni del fiume e costruite le relative<br />

curve granulometriche. Nel modello, ove è stato rappresentato il fondo mobile, il materiale<br />

venne opportunamente prescelto in relazione alla scala e alle considerazioni <strong>di</strong> similitu<strong>di</strong>ne per il<br />

trasporto solido, così da ottenere una <strong>di</strong>namica del trasporto solido simile a quella della natura. La<br />

<strong>di</strong>namica del trasporto venne osservata nei vari modelli a fondo mobile, sia con portate <strong>di</strong> magra e<br />

<strong>di</strong> morbida, che non <strong>di</strong>edero luogo a fenomeni <strong>di</strong> particolare rilievo, sia più dettagliatamente in corrispondenza<br />

della portata <strong>di</strong> modellamento dell’alveo, giungendo alle conclusioni <strong>di</strong> cui sotto.<br />

• Le soglie con salto, cos’ come previste in progetto, davano luogo, nel tronco fluviale preso in esame<br />

nel modello a fondo mobile, ad una situazione critica, nel senso che il deposito <strong>di</strong> materiale<br />

<strong>di</strong> trasporto a monte delle soglie stesse aveva luogo in tempi assai lunghi, conseguendone una<br />

mancanza <strong>di</strong> rifornimento nel tratto a valle, nel quale si ebbero notevoli erosioni, particolarmente<br />

in corrispondenza dei ponti. Inoltre a monte delle briglie si avevano forti depositi che provocavano<br />

un rialzamento del fondo fino a raggiungere una pendenza del fondo pari a quella naturale, molto<br />

maggiore cioè <strong>di</strong> quella dello 0.3% prevista nel progetto. Ciò causava esondazioni in questi tratti.<br />

Si ritenne pertanto <strong>di</strong> sopprimere le soglie con salto, sostituendole con altre senza salto in corrispondenza<br />

dei manufatti, così come consigliato del resto anche nel voto del consiglio Superiore<br />

dei LL.PP. Ne derivò tra l’altro, anche una <strong>di</strong>minuzione del fenomeno erosivo in corrispondenza<br />

dei manufatti ed una maggiore <strong>di</strong>namicità del trasporto solido verso la foce.<br />

• Risultò che la concomitanza <strong>di</strong> moto ondoso ed alta marea con l’evento <strong>di</strong> massima piena non<br />

aveva particolare influenza sulle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> deflusso allo sbocco, che avveniva in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

moto veloce, con quota del pelo libero ben maggiore <strong>di</strong> quella convenzionalmente assunta a simulare<br />

l’alta marea ed il moto ondoso. Si verificava cioè un profilo <strong>di</strong> chiamata, anche quando il<br />

fondo dell’alveo subito a monte della foce, restava nelle con<strong>di</strong>zioni attuali. Le esperienze effettuate<br />

anche su un modello in scala 1:70, confermavano i risultati ottenuti nei modelli in scala 1:200.<br />

• La presenza della barra naturale alla foce dava luogo indubbiamente a con<strong>di</strong>zioni piuttosto critiche<br />

in corrispondenza della passerella e richiedeva in ogni modo la <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> muri <strong>di</strong> contenimento<br />

lungo le due sponde, con opportuno franco sul livello <strong>di</strong> massima piena, per un tratto che<br />

andava dalla foce fino a monte della passerella. In ogni caso apparve opportuna la rimozione perio<strong>di</strong>ca<br />

totale o parziale della barra stessa.<br />

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