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Capitolo 2 - Piani di Bacino - Provincia di Imperia

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Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> dell’Ambito n° 1 “ROIA”<br />

si ritenne opportuno apportare mo<strong>di</strong>fiche alle opere proposte ed ai criteri assunti nell’impostazione dei vari<br />

problemi. Le mo<strong>di</strong>fiche più importanti riguardarono:<br />

• la valutazione della portata massima pluricentennale nel tratto finale del fiume Roia, da Case Galleani<br />

al mare, passò da 1000 m 3 /s, valore fornito dallo stu<strong>di</strong>o presentato dal Genio Civile, a 1550<br />

m 3 /s.<br />

• la presenza <strong>di</strong> numerose coppie <strong>di</strong> pennelli avrebbe dato luogo a notevoli formazioni <strong>di</strong> depositi,<br />

con eccessiva riduzione <strong>di</strong> spazi al libero deflusso della corrente.<br />

• l’eccessiva sporgenza dei muri guar<strong>di</strong>ani alla foce andava ridotta.<br />

• era necessario garantire, attraverso la nuova situazione fluviale, la possibilità <strong>di</strong> trasporto dei materiali<br />

soli<strong>di</strong> trascinati da monte durante le piene, senza eccessiva alterazione dell’equilibrio del<br />

fiume.<br />

• era necessario prevedere opportune <strong>di</strong>fese <strong>di</strong> sponda in talune curve e del Bevera.<br />

È evidente che per evitare la formazione <strong>di</strong> depositi nella zona a monte del ponte della ferrovia Nizza –<br />

Genova, era necessario una inalveazione del Roia in sezione ristretta e cioè fino alla località Case Galleani,<br />

ove bisognava proteggere opportunamente la zona a<strong>di</strong>bita ad inse<strong>di</strong>amento agricolo e industriale.<br />

Con tale nuova inalveazione si intendeva così raggiungere altresì lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa dalle esondazioni <strong>di</strong><br />

vaste zone in destra e anche in sinistra del corso d’acqua, così da renderle atte a futuri inse<strong>di</strong>amenti urbani.<br />

Si ritenne necessario <strong>di</strong>sporre alcune soglie <strong>di</strong> fondo, <strong>di</strong> altezza opportuna, atte a ridurre la pendenza<br />

dell’alveo ad un valore tale che la velocità me<strong>di</strong>a della corrente, a sistemazione avvenuta, risultasse ridotta<br />

in modo però da consentire ancore il trasporto <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> determinate <strong>di</strong>mensioni.<br />

Nel tratto del fiume Roia a monte <strong>di</strong> Case Galleani, fino alla confluenza del Bevera, si ritenne invece opportuno<br />

lasciare una certa elasticità <strong>di</strong> movimento ai deflussi: venne previsto da un lato (sponda sinistra)<br />

una protezione a scogliera, ove fosse necessario, delle sponde concave e dall’altro lato una serie <strong>di</strong> pennelli<br />

sommergibili <strong>di</strong> vario sviluppo atti a permettere l’espansione delle piene superiori a un certo valore,<br />

praticamente quelle superiori ai 1000 m 3 /s. In definitiva si sarebbero formati con il tempo dei depositi tra i<br />

vari pennelli e la zona così delimitata sarebbe potuta essere utilizzata ai fini agricoli. Poiché tali pennelli<br />

vennero supposti sommergibili, una certa espansione della massima piena avrebbe potuto svilupparsi nella<br />

zona dove essi dovevano essere inseriti, il che avrebbe originato una sia pur ridotta laminazione della<br />

piena.<br />

Per quanto riguarda il tratto del fiume Roia a monte della confluenza con il Bevera, fino alla località Trucco,<br />

nella relazione idraulica venne effettuato un computo dei livelli <strong>di</strong> piena in corrispondenza ad una portata<br />

massima <strong>di</strong> 1300 m 3 /s, avute presenti le zone riservate per inse<strong>di</strong>amenti agricoli ed industriali, da proteggere<br />

con arginature, nonché una ulteriore zona <strong>di</strong> estensione sulla sinistra del Roia da Ponte a Varase<br />

ed altra zona più a monte, sempre in sinistra, da riservare a sfruttamento agricolo.<br />

Infine, per quel che riguarda il breve tronco del torrente Bevera subito a monte della confluenza, venne<br />

ritenuto possibile riservare una zona per sfruttamento agricolo industriale <strong>di</strong>sponendo un argine <strong>di</strong> protezione<br />

in sponda sinistra <strong>di</strong> altezza da determinare in corrispondenza del ponte stradale sul Bevera per<br />

raggiungere verso monte la strada per Bevera. Verso l’alveo per una striscia <strong>di</strong> larghezza <strong>di</strong> circa 100 m<br />

dall’argine una ulteriore utilizzazione poteva così essere riservata a zona agricola me<strong>di</strong>ante l’inserimento<br />

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