Capitolo 2 - Piani di Bacino - Provincia di Imperia
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Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> dell’Ambito n° 1 “ROIA”<br />
La captazione <strong>di</strong> sorgenti per l’integrazione delle <strong>di</strong>sponibilità venne ipotizzata in particolare per i piccoli<br />
centri abitati posti a quote elevate, e cioè in situazioni tali da sconsigliare il sollevamento delle portate dai<br />
fondovalle. Venne invece in<strong>di</strong>cato come conveniente l’utilizzo delle risorse acquifere <strong>di</strong> subalveo, soprattutto<br />
nel caso dei centri urbani più popolati, attuando comunque modalità <strong>di</strong> prelievo tali da evitare pericoli<br />
<strong>di</strong> avanzamento del cuneo salino nelle zone costiere.<br />
Con deliberazione del Consiglio Regionale n°53 in data 03.07.1991 venne approvato il “Piano regionale <strong>di</strong><br />
risanamento delle acque aggiornamento 1991”, pubblicato sul supplemento or<strong>di</strong>nario al n°52 del Bollettino<br />
Ufficiale della Regione Liguria in data 27.12.1991, acquistando pertanto piena vali<strong>di</strong>tà ed efficacia.<br />
Il criterio adottato per la definizione degli schemi fognari e depurativi per l’ambito territoriale imperiese fu<br />
quello <strong>di</strong> favorire una centralizzazione degli impianti <strong>di</strong> depurazione, al fine <strong>di</strong> contenere i costi <strong>di</strong> gestione<br />
ed ottimizzare il ren<strong>di</strong>mento depurativo ottenibile; nella stesura del Piano si cercò <strong>di</strong> favorire le situazioni<br />
già esistenti.<br />
DOC. N° 12 – Centro Regionale <strong>di</strong> Nizza -Sistemazione dei terreni <strong>di</strong> captazione. Sponda sinistra<br />
del fiume Roia.<br />
Finalità del progetto.<br />
L’obiettivo del progetto era <strong>di</strong> proteggere le installazioni <strong>di</strong> pompaggio senza cambiare nulla della configurazione<br />
altimetrica del terreno, al fine <strong>di</strong> non creare al letto del Roia nuovi ostacoli capaci <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare il<br />
corso del fiume e ridurre la zona <strong>di</strong> scorrimento. Per fare questo il progetto prevedeva <strong>di</strong> interrare un cordone<br />
<strong>di</strong> massi sotto la quota <strong>di</strong> terreno naturale e <strong>di</strong> proteggere le scarpate <strong>di</strong> scorrimento.<br />
Tale configurazione lasciava passare una portata <strong>di</strong> 2900 m 3 /s, ciò che corrispondeva al 95% della portata<br />
massima in<strong>di</strong>cata dalle autorità italiane. Questo tasso <strong>di</strong> protezione era ammissibile poiché questa portata<br />
si avvicinava verosimilmente alla millenaria piena <strong>di</strong> ritorno. In questo caso si poteva supporre che il Roia<br />
avrebbe sommerso le piattaforme senza per questo danneggiarle.<br />
DOC. N° 13 – Comune <strong>di</strong> Ventimiglia – Rinnovo <strong>di</strong> Concessione <strong>di</strong> aree demaniali ad uso pista<br />
<strong>di</strong> accesso alla “Cava Bergamasca” – Ditta F.lli Carminati S.p.A. –Relazione tecnica redatta<br />
dall’Ing. Riccardo Torri.<br />
Si riteneva che la porzione <strong>di</strong> corso del torrente Bevera stu<strong>di</strong>ata non fosse in grado <strong>di</strong> sopportare senza<br />
danni una portata <strong>di</strong> massima piena <strong>di</strong> 1823 m 3 /s; tale considerazione era particolarmente evidente nel<br />
tratto iniziale del bacino <strong>di</strong> decantazione e soprattutto a monte <strong>di</strong> questo a causa della brusca ansa naturale.<br />
La realizzazione delle opere <strong>di</strong> pulizia, <strong>di</strong> rettifica delle pendenze, <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> protezioni arginali e <strong>di</strong><br />
costruzione <strong>di</strong> nuovi tratti <strong>di</strong> argine, così come calcolato e progettato, consentivano <strong>di</strong> pervenire ad una<br />
ragionevole con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sicurezza per il tratto <strong>di</strong> corso d’acqua in oggetto per quanto riguardava lo smaltimento<br />
della portata <strong>di</strong> massima piena millenaria.<br />
Tali interventi risultavano a maggior ragione adeguati allo smaltimento della portata <strong>di</strong> massima piena<br />
prevista con tempo <strong>di</strong> ritorno <strong>di</strong> 250 anni (Q = 760 m 3 /s), inferiore alla prima in un rapporto <strong>di</strong> ben 2.40 volte.<br />
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