11.06.2013 Views

Capitolo 2 - Piani di Bacino - Provincia di Imperia

Capitolo 2 - Piani di Bacino - Provincia di Imperia

Capitolo 2 - Piani di Bacino - Provincia di Imperia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> dell’Ambito n° 1 “ROIA”<br />

La scala del modello venne scelta pari ad 1:70. Il tronco del fiume rappresentato nel modello a valle della<br />

passerella pedonale era <strong>di</strong> sezione rettangolare con larghezza <strong>di</strong> 140 m e con pendenza costante dello<br />

0.3%. Nella scala 1:70 la larghezza dell’alveo reale venne ridotta perciò a 2.00 m; poiché la larghezza del<br />

canale sperimentale era invece <strong>di</strong> 1.20 m, si assimilò la sezione del fiume reale a rettangolare larghissima,<br />

per cui il moto dell’acqua risultava un fenomeno piano, del quale nel modello venne rappresentata<br />

una striscia <strong>di</strong> larghezza pari a 0.6 volte la larghezza effettiva del tronco fluviale.<br />

Prima <strong>di</strong> eseguire le esperienze si provvide alla sistemazione lungo il tronco in esame <strong>di</strong> alcuni idrometri,<br />

che furono azzerati me<strong>di</strong>ante la lettura <strong>di</strong> una quota <strong>di</strong> riferimento.<br />

Vennero quin<strong>di</strong> effettuate alcune esperienze con la portata massima; il profilo liquido venne rilevato con il<br />

livello del mare alle seguenti quote: 0.00 m, 0.55 m, 0.70 m, 1.35 m e 2.11 m.<br />

Il risultato piuttosto notevole ottenuto fu che i profili liqui<strong>di</strong> risultarono pressoché uguali in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dal livello del mare, a meno <strong>di</strong> scarti dell’or<strong>di</strong>ne dei decimi <strong>di</strong> mm, imputabili ad errori sperimentali. Con ciò<br />

fu <strong>di</strong>mostrato come il profilo <strong>di</strong> rigurgito non fosse influenzato da un livello del mare <strong>di</strong>verso da quello me<strong>di</strong>o<br />

pari a 0.00 m, almeno fino a quando tale livello si manteneva al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> quello corrispondente<br />

all’altezza critica nella sezione <strong>di</strong> sbocco.<br />

Queste prime esperienze furono eseguite senza la passerella pedonale, al fine <strong>di</strong> poter più agevolmente<br />

calcolare il coefficiente <strong>di</strong> scabrezza m della formula <strong>di</strong> Kutter nel modello e verificare quin<strong>di</strong> se esso rappresentasse<br />

il coefficiente del prototipo, avuto presente della scala <strong>di</strong> riduzione.<br />

Prima <strong>di</strong> eseguire le esperienze con la passerella pedonale si dovette procedere ad aumentare la rugosità<br />

del fondo e ad un successivo controllo del coefficiente m, fino ad ottenere un valore sufficientemente<br />

prossimo a quello desiderato.<br />

Confrontando poi i risultati sperimentali con gli analoghi, ottenuti nel modello in scala 1:200, si vide che le<br />

<strong>di</strong>fferenze erano davvero minime ed imputabili più che altro alla lieve <strong>di</strong>fferenza del coefficiente <strong>di</strong> scabrezza<br />

nei due modelli e alla maggiore importanza della resistenza delle pareti rispetto al fondo nel modello<br />

in scala 1:70, rappresentando questo solo una striscia del fiume reale.<br />

In sostanza il modello in scala 1:70 confermò in pieno i risultati ottenuti nel modello in scala 1:200, e ciò<br />

<strong>di</strong>mostrava che in tale modello le forze <strong>di</strong> capillarità avevano effetto solo in un piccolissimo tratto subito a<br />

monte dello sbocco e delle soglie.<br />

In definitiva si ebbe conferma che la passerella pedonale non dava luogo ad un rigurgito eccessivo, ma<br />

che comunque, almeno con la portata massima, il franco esistente sia a monte sia a valle della stessa,<br />

risultava piuttosto limitato.<br />

Esperienze su modelli a fondo mobile.<br />

Per la costruzione <strong>di</strong> tali modelli a fondo mobile si provvide innanzi tutto alla determinazione delle curve<br />

granulometriche del materiale costituente il fondo mobile del fiume originale, me<strong>di</strong>ante prelievo <strong>di</strong> alcuni<br />

campioni in <strong>di</strong>verse sezioni trasversali del corso d’acqua. Osservando tali curve si vide come, procedendo<br />

da valle verso monte, aumentasse la pezzatura me<strong>di</strong>a del materiale d’alveo.<br />

Si osservò che le tre curve ricavate non erano molto <strong>di</strong>fferenti fra loro, per cui, ai fini della determinazione<br />

della curva granulometrica da assumere nel modello sembrò opportuno partire da una curva granulometrica<br />

dell’originale, ottenuta come me<strong>di</strong>a aritmetica delle tre curve <strong>di</strong> cui sopra. Il <strong>di</strong>ametro me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> essa fu<br />

dm = 2.70 cm, corrispondente alla me<strong>di</strong>a aritmetica dei <strong>di</strong>ametri me<strong>di</strong> delle tre curve <strong>di</strong> partenza.<br />

68

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!