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n. 3 settembre 2010 - Incomunione.It

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Un gruppo di discussione biblica (Foto Francesco Balacco)<br />

La coda per il pranzo è occasione di socializzazione (Foto Francesco Balacco)<br />

I ragazzi collaborano con lavori (Foto Francesco Balacco)<br />

CITTADINANZA<br />

dentro di sé. Taizé ci ricorda, però, che la<br />

verità è anche fatta dall’unione dei punti di<br />

vista che incontriamo nel dialogo umano e<br />

che completano il nostro sguardo.<br />

Missione fondamentale di una comunità<br />

aperta a tutte le confessioni è insegnare ai<br />

ragazzi a saper trovare se stessi negli occhi<br />

dell’altro: parlare dei punti in comune col<br />

diverso, amare le differenze del prossimo.<br />

Dimenticare il vocabolo “incomprensione”.<br />

Parola particolarmente difficile da rimuovere<br />

dal dizionario umano se si pensa<br />

che il lavoro in questo senso della comunità<br />

è iniziato nel 1940 con frère Roger.<br />

Egli creò, presso il minuscolo villaggio di<br />

confine nell’alta Borgogna, un’isola di tolleranza<br />

interreligiosa, quiete e ristoro nella<br />

tempesta della seconda guerra mondiale<br />

ospitando decine di perseguitati.<br />

Nel dopoguerra decise di proseguire il<br />

suo progetto e fondò poco a poco, la comunità<br />

gestita da frati e resa viva dai giovani<br />

nella quale è tuttora possibile recarsi e<br />

dove la sua missione prosegue.<br />

La missione di frère Roger vive in ogni ragazzo<br />

che visita Taizé: lavoro comunitario,<br />

workshops su temi d’attualità, discussioni<br />

bibliche, vita sociale e pasti rendono vivo<br />

il suo messaggio.<br />

Lo spirito di questo luogo ti pervade,<br />

in effetti, attraverso i piccoli gesti d’ogni<br />

giorno.<br />

Quando un inglese, a pranzo, ti illustra<br />

come funziona la messa della sua nuova<br />

confessione religiosa, nata nel 2000 e infine<br />

ti esorta a fondare una tua chiesa.<br />

Quando un catalano ti spiega, durante la<br />

pausa the, perché non si sente spagnolo.<br />

Quando una polacca cerca di persuaderti,<br />

la sera al bar, della sua idea dell’amore.<br />

Quando un’haitiana ti narra in un workshop<br />

di un terremoto vissuto in prima persona<br />

riuscendo ancora a sorridere e ad incantarti<br />

ballando la sera stessa.<br />

Quando un portoghese cerca di esprimere<br />

in inglese quanto è cresciuto negli anni<br />

attraverso Taizé.<br />

In quei momenti sei davvero parte di una<br />

comunità, il resto non conta.<br />

Tornato a casa non sarà facile trasmettere<br />

quello che hai provato.<br />

Francesco Balacco<br />

Per recarti a Taizé o per ulteriori info:<br />

http://www.taize.fr/it<br />

11<br />

SETTEMBRE <strong>2010</strong> 11

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