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Casa Famiglia “Mons. Vincenzo Frezza”<br />
La risposta al “dopo di noi”<br />
Il fondo Otto per Mille e la solidarietà civile alla base dell’attuazione dell’opera<br />
osa sarà di nostro figlio dopo di noi?”. Una domanda<br />
“C che tutti i genitori normalmente si pongono. Se però<br />
questo figlio è disabile, un genitore ha la piena consapevolezza<br />
che dovrà prendersi cura di lui per tutta la vita. In questo caso,<br />
quando si volge il pensiero al “dopo di noi”, l’impegno da parte<br />
dei genitori a costruire opportunità di integrazione e di crescita<br />
per il proprio figlio si trasforma in angoscia. La famiglia è,<br />
di fatto, la più importante forma di supporto sociale e affettivo<br />
che sostiene la persona disabile. Quando i genitori non ci sono<br />
più, la fragile esistenza di queste persone resta alla mercé di<br />
un’ignota sorte. Finiti i titoli di coda, cosa c’è dopo?<br />
L’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie e Nazareth si è resa<br />
protagonista di un atto di carità e di giustizia. Un piano nazionale<br />
dell’Unitalsi, l’intervento dell’Arcidiocesi, il fattivo sostegno della<br />
parrocchia San Benedetto di Barletta e del suo parroco mons.<br />
Angelo Di Pasquale, l’opera vigorosa della sottosezione locale<br />
dell’Unitalsi e del suo presidente Cosimo Cilli, l’impegno della<br />
Fondazione Lamacchia Onlus hanno tradotto un bisogno sociale<br />
in servizio concreto alla comunità civile. Queste realtà hanno saputo<br />
ascoltare e condividere il dramma di molte persone. Con il<br />
contributo dell’Otto per Mille la Chiesa locale non ha solo realizzato<br />
un progetto, ma ha anche risposto tangibilmente alla richiesta<br />
di aiuto di numerose persone disabili e delle loro famiglie.<br />
“Mai più soli…dopo di noi”. È lo slogan della Casa Famiglia<br />
“Mons. Vincenzo Frezza” realizzata a Barletta appunto per<br />
andare incontro ai disabili rimasti soli. La costruzione, secondo<br />
il regolamento regionale pugliese 4/2007 art. 57, si configura<br />
come Comunità socio-riabilitativa per disabili, idonea a garantire<br />
il “dopo di noi”, così come previsto dalla legge 328 del 2000<br />
che appunto promuove la realizzazione di un sistema integrato<br />
di interventi e servizi sociali a favore dei più disagiati.<br />
Tutto ha avuto inizio nell’Agosto del 2000, quando in una<br />
piccola camera di una palazzina di proprietà della parrocchia<br />
San Benedetto è stato accolto un disabile affetto da sclerosi<br />
multipla. Preso atto del bisogno di accogliere altre persone, don<br />
Angelo Di Pasquale, allora parroco della chiesa di San Benedetto,<br />
ha messo a disposizione più stanze. Dal 2003 la struttura è<br />
supportata dai volontari del Servizio Civile Nazionale Unitalsi<br />
il cui sostegno ha permesso intanto di allargare l’ospitalità ad altri<br />
disabili. L’esigenza di adeguare la struttura di accoglienza ai<br />
più recenti criteri normativi ha comportato la scelta di abbattere<br />
il vecchio edificio per realizzare una costruzione più idonea e<br />
agevole. Grazie alla sinergia di diverse forze è quindi sorta sullo<br />
stesso suolo, adiacente alla chiesa parrocchiale San Benedetto,<br />
la nuova struttura di accoglienza.<br />
Dal progetto alla realtà: il 2 maggio 2008<br />
l’Arcivescovo Mons. Giovan Battista Pichierri<br />
presiede all’inaugurazione della Casa<br />
Famiglia dedicata a Mons. Vincenzo Frezza,<br />
sacerdote fondatore dell’Unitalsi di Barletta<br />
deceduto nel 2006.<br />
L’opera ha comportato una spesa complessiva<br />
pari a 600.000 euro. L’Arcidiocesi<br />
ha coofinanziato il progetto attraverso il fondo<br />
dell’Otto per Mille destinato agli interventi caritativi,<br />
con il consistente contributo di 100.000<br />
euro. Molto è stato fatto grazie anche alla generosità<br />
di benefattori che ancora sostengono<br />
l’opera.<br />
Attualmente, la Casa Famiglia “Mons.<br />
Vincenzo Frezza” costituisce un esempio su<br />
scala nazionale: finora l’Unitalsi ha infatti realizzato<br />
in <strong>It</strong>alia tre case famiglia ubicate nei<br />
comuni di Pisa, Rieti e infine Barletta.<br />
La struttura garantisce una vita dignitosa<br />
e confortevole ai suoi abitanti. Sorta su una<br />
(Fotorudy)<br />
FRAGILITÀ<br />
3<br />
SETTEMBRE <strong>2010</strong> 3