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n. 3 settembre 2010 - Incomunione.It

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54<br />

SETTEMBRE <strong>2010</strong><br />

RECENSIONI<br />

questo sulla base delle quattro dimensioni<br />

fondamentali della persona:<br />

il suo “ essere”, il suo “ essere-da”,<br />

il suo “ essere-con”, il suo “ essereper”.<br />

Rispettivamente rappresentano<br />

la sua identità, il suo essere generato<br />

da qualcuno, il suo trovarsi in relazione<br />

con gli altri e il suo naturale<br />

tendere a dei fini che conferiscano<br />

un senso alla sua vita. la questione<br />

educativa coinvolge tutte e quattro<br />

le dimensioni. un intervento educativo<br />

che sia efficace non può non tener<br />

conto della natura della persona<br />

umana.<br />

All’interno di ognuno di questi<br />

ambiti, un posto centrale ha il concetto<br />

di “cura”, non intesa nel senso<br />

di terapia o nell’accezione pedagogica.<br />

Per “cura” si intende invece l’atteggiamento<br />

dell’“aver a cuore” che<br />

nasce dal riconoscimento del valore<br />

della cosa e dalla consapevolezza<br />

della sua fragilità. si parla quindi di<br />

cura di sé e del proprio io a scapito<br />

dell’ego, cura delle proprie origini e<br />

della tradizione, cura dell’altro e delle<br />

relazioni, cura della propria vita,<br />

del senso che le si vuol dare e dei<br />

propri progetti.<br />

Tra le questioni affrontate:<br />

l’io e l’egoismo, la riscoperta della<br />

propria identità come cura di sé, il<br />

rapporto con la famiglia e i vari volti<br />

dell’io. sono oggetto di riflessione<br />

anche il rapporto della persona con la<br />

cultura del suo tempo e la tradizione,<br />

il valore dell’autorità, il senso della<br />

narrazione nei vari ambiti della vita.<br />

interessanti gli spunti offerti dalla<br />

trattazione del tema sul rapporto con<br />

l’altro, sui modelli di relazione sociale<br />

e la distinzione tra coesistenza, coordinazione<br />

e cooperazione; ci si chiede<br />

anche cosa significhi conversare<br />

ed imparare ad aver cura dell’altro<br />

in famiglia, a scuola, nella comunità<br />

ecclesiale sapendo andare oltre le<br />

maschere. nell’ultima parte relativa<br />

all’essere-per si riflette sul senso<br />

che l’uomo dà alla propria vita oggi, sul<br />

nuovo politeismo e sul senso di relatività<br />

che contrasta quello di verità. ci<br />

si sofferma dunque su cosa significhi<br />

educare alla cura del senso e sull’importanza<br />

ad aprirsi all’“oltre”.<br />

la domanda: «È ancora possibile<br />

educare?» si risolve alla fine con una<br />

risposta che suona come un’invitante<br />

provocazione.<br />

Maria Terlizzi<br />

nicola Giordano<br />

Ti cHiAmeRò mAdRe.<br />

PensieRi su mARiA<br />

vivere in, Roma-monopoli <strong>2010</strong><br />

pp. 116 - e 4,00<br />

PROFILO DELL’OPERA<br />

Breve compendio di mariologia, come guida ad<br />

entrare nel segreto della impareggiabile donna<br />

del creato.<br />

Figlia dell’onnipotente signore, madre della divina sapienza fattasi carne,<br />

sposa dello spirito santo, amore sconfinato.<br />

Per l’umanità maria è modello e guida, maestra di vita contemplativa,<br />

vergine sacerdotale.<br />

AUTORE<br />

nicola Giordano. Ha insegnato lettere classiche nel Pontificio seminario<br />

Regionale Pio iX di molfetta e in licei statali, spiritualità e Patrologia<br />

presso il seminario Regionale di molfetta, la facoltà di Teologia<br />

ecumenico-patristica s. nicola di Bari e la facoltà teologica dell’italia<br />

meridionale, sezione s. Tommaso d’Aquino di napoli. Fondatore del movimento<br />

di spiritualità vivere in e dell’istituto secolare “Jesus victima”.<br />

direttore della casa editrice “viverein” e dell’omonimo bimestrale di<br />

spiritualità, cultura, Attualità, informazione.<br />

Fra le sue opere: stabilirsi nell’amore (1995), la famiglia icona della<br />

Trinità (1997), dire Padre (1-12) (1998-1999), verso il Padre (2001 3 ),<br />

Quel Gesù che mi ha sedotto (2002), Farsi eucaristia (2004 2 ), eucaristia:<br />

mito o mistero? (2005), dialogo con l’Amato (2006), il dio ignoto<br />

(2008), conoscere Paolo, incontrare cristo (2009), Alla scuola dell’evangelista<br />

luca (2009).<br />

michele urrasio<br />

“le RAdici del senTimenTo”<br />

Prefazione di Andrea Battistini<br />

nota critica di Giorgio Bàrberi squarotti<br />

Bastogi editrice italiana, Foggia, 2012<br />

è sempre un alone di mistero, un che di arcano nella poesia di<br />

c’ urrasio, tutta impiantata su un linguaggio metaforico, allusivo.<br />

Balenii, memorie, ricordi che si accendono a rivivere nell’anima e nel<br />

cuore; immagini ancora vibranti di vita pur dopo la morte, incantesimi,<br />

amarezze, scogli spinosi…<br />

Forte in lui la passione per il viaggio “stretto al fremere delle memorie”<br />

e così, “viandante senza meta”, riapproda nella sua “terra primitiva,<br />

a cercare sillabe di conforto”.<br />

Per quanto tesa a ritessere l’amaro del passato, la poesia di urrasio<br />

spesso si fa lieve, leggera come farfalla, espressa in soavi similitudini o<br />

metafore diafane come il vento. ecco, vento è una parola chiave, consueta<br />

nel vocabolario poetico urrasiano; ad essa ne seguono altre, in ordine<br />

di apparizione, come silenzio, solitudine, pietre, luce, rifugio, approdo…<br />

“il volo degli anni” viene inseguito dal poeta “lungo il pendio” di una<br />

“ripa scoscesa” ora che “il vento degli entusiasmi” è frenato dall’”incedere<br />

che scioglie lento / in ansia di infinito i fremiti / arditi, celati in fondo

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