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Manovra azzardata - VicenzaPiù

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10<br />

Per saperne di<br />

più su un Paese<br />

che le cronache<br />

internazionali ci<br />

portano ogni<br />

giorno in casa, a<br />

volte non serve la<br />

parabola: basta stare attenti<br />

ai nomi che fanno capolino in<br />

quelle locali. E così anche in<br />

una città di provincia come<br />

Vicenza si può conoscere un<br />

iraniano. Sì, proprio un immigrato<br />

originario della<br />

Repubblica Islamica dell'Iran,<br />

quell'Iran che sembra trascinare<br />

sull'orlo di un'altra guerra<br />

il già abbastanza sconquassato<br />

Medioriente. Morteza<br />

Nirou, baffo e capelli brizzolati<br />

di chi è sulla soglia dei sessanta,<br />

è un cittadino italiano<br />

da vent'anni, vicentino da<br />

altrettanti ma iraniano per<br />

nascita e cultura. Ma non un<br />

iraniano come le tivù e i giornali<br />

ce lo mostrerebbero: un<br />

islamico fanatico e un nazionalista<br />

con l'effigie di<br />

Khomeini a tracolla. Questa è<br />

la caricatura, perché nel suo<br />

caso la realtà è ben diversa:<br />

"Sono islamico così come i<br />

cristiani qui: ho la mia religione<br />

ma non sono certo fanatico<br />

o intollerante. Per me credere<br />

è un fatto privato. Mia moglie<br />

è italiana e cattolica, e quando<br />

mi sono sposato la mia famiglia<br />

non mi ha nemmeno chiesto<br />

a che religione lei appartenesse".<br />

Sfatiamo il mito<br />

dell'Iran capofila della guerra<br />

santa islamica, dice Morteza:<br />

"Nel mio Paese, più che la<br />

religione, conta l'identità<br />

nazionale, che è molto sentita.<br />

E' vero che i princìpi di fondo<br />

che regolano lo Stato sono<br />

quelli dell'islam, ma essi si<br />

sono saldati a una millenaria<br />

cultura locale, quella persiana.<br />

E se oggi il governo iraniano<br />

non cede agli Americani<br />

sul nucleare non lo fa per<br />

ragioni religiose, ma per un<br />

forte orgoglio nazionale". La<br />

vita di Morteza testimonia<br />

proprio questo: che quella iraniana<br />

è una nazione molto più<br />

sfaccettata e contraddittoria<br />

di come viene fatta passare.<br />

Cresciuto ai tempi dello Scià<br />

Reza Pahlevi quando la Persia<br />

("Regno dei Parti", cioè coloro<br />

che parlano in pharsi, la lin-<br />

gua nazionale iraniana) subiva<br />

una modernizzazione forzata,<br />

già a 16 anni cominciava<br />

a capire che qualcosa non<br />

quadrava: "La Persia di allora<br />

era una vasta campagna povera<br />

e arretrata ma molto attaccata<br />

ai suoi usi e costumi, con<br />

le città che invece si occidentalizzavano".<br />

Praticamente un<br />

Medioevo punteggiato da oasi<br />

di modernità. "Proprio così. Il<br />

fatto è che lo Scià volle imporre<br />

l'occidentalizzazione in<br />

modo spinto, abolendo dall'oggi<br />

al domani antiche tradizioni<br />

quotidiane come, per<br />

fare un esempio, il calendario.<br />

Era un'operazione di facciata<br />

sgradita alla maggior parte<br />

della popolazione, che allora<br />

era contadina, che spianò la<br />

strada alla contestazione e<br />

alla rivoluzione". Il movimento<br />

islamico di Khomeini conquistò<br />

il potere nel 1979 proprio<br />

perché seppe catalizzare<br />

un malcontento diffuso da<br />

anni e che si opponeva alla<br />

"svendita dell'identità" (ai<br />

grandi capitali occidentali e<br />

agli interessi geopolitici degli<br />

Usa: c'era ancora la "guerra<br />

fredda" contro l'Urss) . Una<br />

vasta opposizione che annoverava<br />

fazioni di diverso<br />

orientamento politico: tutti,<br />

s'intende, clandestini. Quello<br />

di Pahlevi, infatti, era un regime<br />

autoritario che non<br />

PERSONAGGI 14 OTTOBRE 2006<br />

A capo del Coordinamento Stranieri vicentino, Morteza Nirou parla dell'Iran. E sulla convivenza fra culture dice:<br />

"Perché ci sia, prima bisogna apprezzare la propria"<br />

Iraniano, islamico, comunista. Cioè italiano<br />

DI ALESSIO MANNINO<br />

Morteza Nirou: "Islamici integralisti? Macché. Mia moglie è cattolica<br />

e italiana"<br />

ammetteva il dissenso: "A 17<br />

anni fui sospeso per una settimana<br />

per aver scritto un tema<br />

sulla libertà" ricorda Morteza.<br />

Lui che abitava in una cittadina<br />

di 50 mila abitanti nel<br />

nord, al confine con le repubbliche<br />

sovietiche del Caucaso,<br />

respirava "aria rossa", e così<br />

finì in una formazione di ispirazione<br />

comunista. Finito il<br />

liceo scientifico cominciò a<br />

lavorare come tecnico siderurgico<br />

in un impianto<br />

nucleare, ma finì col farsi<br />

licenziare per aver partecipato<br />

a uno sciopero contro l'inesistente<br />

sicurezza sul posto di<br />

Sul caso-Iran di questi mesi<br />

- con gli Stati Uniti di Bush<br />

che fanno il diavolo a quattro<br />

per far cessare la ricerca<br />

nucleare di Teheran, che<br />

afferma di vararla per scopi<br />

civili e non militari -<br />

Morteza, ex tecnico nucleare<br />

che non è certo un sostenitore<br />

del regime khomeinista,<br />

si schiera dalla parte<br />

del suo Paese: "Gli Usa non<br />

possono negare il diritto a<br />

un altro Stato di dotarsi<br />

della tecnologia che si sceglie.<br />

Perché invece il<br />

lavoro. Era mal visto e perciò<br />

pensò bene di riparare<br />

all'estero: "Su consiglio di<br />

parenti che ci vivevano<br />

scelsi l'Italia. Arrivai a<br />

Padova nel '75 e mi iscrissi<br />

all'università, laureandomi<br />

in scienze politiche. Il mio<br />

impegno politico continuò<br />

anche qui in un'organizzazione<br />

di studenti iraniani<br />

democratici. Poi, mentre<br />

facevo vari lavori per mantenermi<br />

(anche aggiustando<br />

tappeti, una specialità<br />

del mio Paese), entrai nella<br />

Cgil". E cominciò così la<br />

sua carriera di sindacalista<br />

che oggi lo vede a tempo<br />

piano nello Sportello<br />

Immigrati dell'RdB-Cub,<br />

nonché fondatore e anima<br />

del Coordinamento<br />

Stranieri vicentino. "A<br />

Vicenza non mi sono mai<br />

imbattuto in episodi di razzismo<br />

né ho avuti difficoltà<br />

particolari a integrarmi"<br />

afferma Morteza, che si definisce<br />

"un cittadino del<br />

mondo" e che ragiona così<br />

confrontando la 'democrazia<br />

occidentale' italiana (lui è<br />

anche consigliere di<br />

Rifondazione in circoscrizione<br />

6) e la 'democrazia islamica'<br />

del suo Paese: "In Iran ci sono<br />

elezioni, ci sono anche più<br />

giornali che in Italia, si può<br />

criticare la classe politica, ma<br />

tutto con un limite: non si può<br />

contestare l'islam, base di<br />

tutto. Là non potrei fare politica<br />

come la faccio qui: in Iran<br />

il comunismo è un peccato<br />

contro l'islam, così come è<br />

Pakistan può avere la<br />

bomba? Perché è alleata<br />

degli Usa". Il fatto è che dai<br />

discorsi minacciosi del presidente<br />

iraniano<br />

Ahmadinejad, si teme<br />

un'aggressione al vicino<br />

Israele. "E infatti il problema<br />

da cui si possono risolvere<br />

a catena tutti gli altri è<br />

quello palestinese: la<br />

Palestina deve tornare ai<br />

palestinesi. Quello che dice<br />

Ahmadinejad non va preso<br />

alla lettera, è propaganda<br />

esattamente come quella<br />

condannato il capitalismo (Né<br />

Est né Ovest, diceva<br />

Khomeini). Ma se si chiede a<br />

un iraniano cos'è la vera<br />

democrazia dirà che è la propria,<br />

e la stessa cosa lo dice un<br />

italiano di quella italiana. Una<br />

vera democrazia per come la<br />

intendo io, in realtà, non c'è<br />

da nessuna parte". Già, ma ci<br />

sono certe cose che la sensibilità<br />

occidentale proprio non<br />

riesce a mandar giù: la condizione<br />

delle donne, per esempio.<br />

Come la mettiamo col<br />

velo? "Questa storia del velo è<br />

una fissazione: le donne iraniane<br />

hanno sì tanti problemi,<br />

ma non quello del velo. Esiste<br />

un movimento di emancipazione<br />

femminile molto avanzato,<br />

ma non certo per l'hijab".<br />

Secondo Morteza la chiave<br />

per capire cosa c'è dietro i<br />

pregiudizi e le ostilità verso i<br />

Paesi stranieri e gli immigrati,<br />

un problema che sanguina e<br />

infiamma le città europee, sta<br />

in una mancata consapevolezza<br />

di sè: "Se uno non sa<br />

apprezzare la propria identità,<br />

come può apprezzare quella<br />

altrui? Se io non dò valore alla<br />

mia cultura, come posso farlo<br />

con quella di uno straniero?".<br />

Cioè: se noi italiani - noi 'occidentali'<br />

- non abbiamo più<br />

un'identità culturale in cui<br />

riconoscerci (e non ce l'abbiamo<br />

più da un pezzo, da quando<br />

l'abbiamo sostituita col<br />

consumo di merci), che criteri<br />

abbiamo per valutare e rispettare<br />

ad esempio quelle culture,<br />

radicate e gelose di sé,<br />

come l'iraniana?<br />

Iran minaccia internazionale? Falso<br />

che si sente spesso da Bush<br />

sui nemici dell'America che<br />

vanno distrutti. Con la differenza<br />

che l'America<br />

distrugge davvero, basta<br />

guardare all'Irak e<br />

all'Afghanistan. E così fa<br />

anche Israele, che è l'unico<br />

Paese mediorientale a scatenare<br />

guerre. L'Iran, invece,<br />

è sempre stato pacifico,<br />

basta consultare un libro di<br />

storia per saperlo. E gli<br />

ebrei in Iran ci sono e vivono<br />

in tutta tranquillità".<br />

A.M.

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