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Manovra azzardata - VicenzaPiù

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18<br />

Protetto dall'inconfondibile<br />

sagoma<br />

della "bissa" a sud e<br />

dal monte Crocetta a<br />

nord, racchiuso<br />

attorno a chiesa, centro<br />

sociale, scuola e<br />

biblioteca, il Villaggio del Sole rappresenta<br />

un caso di edilizia popolare pressoché<br />

unico in città: uno "spettacolo<br />

veramente nuovo e meraviglioso per<br />

Vicenza", come scrivono, forse con un<br />

po' di esagerazione, i giornali dell'epoca.<br />

Il progetto risale alla seconda metà<br />

degli anni Cinquanta, quando l'Ina-<br />

Casa decide di realizzare un nuovo<br />

quartiere satellite alla periferia nord di<br />

Vicenza, in una zona che all'epoca<br />

aveva ancora caratteristiche rurali.<br />

L'investimento previsto è di circa un<br />

miliardo e seicento milioni di allora,<br />

necessari per realizzare, su un'area di<br />

quasi centomila metri quadrati, una<br />

quindicina di fabbricati con un totale<br />

di oltre 500 alloggi e 3700 vani. Nel<br />

clima effervescente del boom economico,<br />

il Villaggio del Sole (chiamato<br />

così perché sul Monte Crocetta si trovava<br />

una colonia elioterapica per i<br />

bambini a rischio tubercolosi) prende<br />

forma rapidamente. Il 6 giugno 1959<br />

l'allora ministro dell'agricoltura<br />

Mariano Rumor può già inaugurare il<br />

primo lotto di 192 abitazioni. E un<br />

anno più tardi la scena si ripete con la<br />

consegna di altri 240 appartamenti,<br />

solo che questa volta il taglio del<br />

nastro è affidato alle mani del<br />

Presidente del Consiglio Amintore<br />

Fanfani.<br />

Pur essendo un progetto di edilizia<br />

popolare, il Villaggio del Sole è stato<br />

pensato con grande attenzione alla<br />

qualità della vita dei suoi futuri abitanti,<br />

e con caratteristiche che ricordano<br />

qualcosa delle città ideali sognate dagli<br />

umanisti del Rinascimento. Il<br />

Villaggio ha una forma ellittica, che<br />

richiama in qualche modo il perimetro<br />

della Vicenza medievale. Al centro<br />

di tutto ci sono gli spazi comuni: la<br />

chiesa di San Carlo, la biblioteca, le<br />

scuole elementari, il centro comunita-<br />

SPECIALE 14 OTTOBRE 2006<br />

Inaugurato nel 1960, il Villaggio del Sole unisce edilizia popolare e qualità della vita<br />

Il quartiere in cui non tramonta mai il sole<br />

DI LUCA MATTEAZZI<br />

Nel 2010 il Villaggio del Sole<br />

festeggerà i suoi primi cinquant'anni.<br />

E c'è qualcuno<br />

che ha deciso di celebrare<br />

l'avvenimento in modo diverso<br />

dal solito: niente cerimonie<br />

ufficiali, niente discorsi di<br />

circostanza, niente tagli del<br />

nastro. O meglio, la cerimonia<br />

magari si farà, ma sarà il<br />

punto di arrivo di un percorso<br />

partito da lontano e capace di<br />

coinvolgere tutti gli abitanti<br />

della zona.<br />

Da un anno, infatti, all'ombra<br />

del Monte Crocetta si è costituita<br />

l'associazione Villaggio<br />

Insieme, una quindicina di<br />

persone che si sono date come<br />

obiettivo proprio quello di far<br />

riscoprire ai residenti e a<br />

tutta la città la singolarità di<br />

La "biscia" del Villaggio del Sole: a destra degli anni '60, a sinistra ai nostri giorni<br />

questo quartiere - borgo collocato<br />

a pochi metri dal grande<br />

incrocio dell'Albera. "È<br />

importante sottolineare che<br />

l'associazione non nasce come<br />

un fungo, non spunta dal<br />

nulla - precisa il presidente<br />

Roberto Brusutti - . Siamo<br />

tutti vissuti qui, molti hanno<br />

partecipato in modo attivo<br />

alla vita della comunità,<br />

siamo convinti di vivere in un<br />

quartiere speciale, dal disegno<br />

forte e bellissimo, e adesso<br />

vogliamo ricostruirne l'identità.<br />

Non raccontando una<br />

storia che è già stata scritta<br />

molte volte, ma andando a<br />

raccogliere i racconti degli<br />

abitanti, con le loro emozioni<br />

e i loro ricordi".<br />

Con la collaborazione della<br />

rio, e tanto verde. Attorno i condomini,<br />

con il lungo edificio ondulato chiamato<br />

la "Bissa" a sud, a separare il<br />

quartiere dal traffico di viale del Sole,<br />

e con la caratteristica disposizione a<br />

pettine a nord, studiata apposta per<br />

non chiudere la visuale sul panorama<br />

del Monte Crocetta. Un insieme fatto<br />

di case spaziose, appartamenti luminosi,<br />

e condomini distanziati l'uno<br />

dall'altro, tanto che una delle frasi<br />

ricorrenti era che i palazzi del Villaggio<br />

del Sole non si facevano mai ombra<br />

l'uno con l'altro. Niente a che vedere,<br />

insomma, con i casermoni alveare che<br />

tanto spesso sono sinonimo di case<br />

popolari. Per rendere l'idea, il grande<br />

critico dell'arte Bruno Zevi, di solito<br />

biblioteca Bertoliana, del<br />

Comune, delle scuole dell'istituto<br />

comprensivo 10, e di un<br />

gruppetto di amici - professionisti<br />

(tra cui alcuni docenti<br />

del Politecnico di Milano),<br />

l'associazione ha dunque<br />

avviato un progetto che<br />

dovrebbe concludersi solo nel<br />

2009, giusto in tempo per la<br />

ricorrenza del cinquantennale.<br />

Al centro di tutto, c'è proprio<br />

l'ascolto e la raccolta<br />

delle storie degli abitanti del<br />

villaggio: di chi ci abita fin<br />

dall'inizio, di chi è arrivato<br />

più tardi, dei tanti stranieri<br />

che negli ultimi anni hanno<br />

trovato casa in quei condomini.<br />

I primi 22 racconti saranno<br />

pubblicati fra qualche settimana<br />

(nella pagina a fronte<br />

non molto tenero nei suoi giudizi, ha<br />

scritto che "ogni famiglia che abiterà i<br />

nuovi centri dell'Ina-Casa scoprirà, sia<br />

pur lentamente, che l'architetto ha<br />

dato alla casa qualcosa di più della<br />

mera funzionalità, qualcosa d'impercettibile,<br />

che una mente acritica non<br />

coglie immediatamente, ma che si<br />

sente nel viverci: qualcosa che trasforma<br />

quattro mura in quattro mura<br />

pensate, e pensate affettuosamente, e<br />

che in definitiva determina il passaggio<br />

dall'edilizia all'architettura, da un<br />

telegramma ad una lettera scritta con<br />

cura e amore. È appunto questo 'di<br />

più', questo sforzo non richiesto e non<br />

imposto da leggi, questo contributo<br />

disinteressato, che conferisce a queste<br />

ne vedete alcuni passaggi),<br />

ma il lavoro continuerà anche<br />

nei prossimi tre anni, con l'obiettivo<br />

di arrivare ad una<br />

sorta di piccolo decameron<br />

composto da un centinaio di<br />

storie. "Vogliamo passare dal<br />

racconto individuale al racconto<br />

collettivo, e da questo<br />

alla memoria collettiva, alle<br />

radici e all'identità - aggiunge<br />

Brusutti -. La nostra associazione<br />

raccoglie storie di vita<br />

per farne un racconto comunitario,<br />

una sorta di memoria<br />

fondativa del Villaggio".<br />

Un modo per scoprire le radici<br />

di una delle zone più caratteristiche<br />

di Vicenza, ma<br />

anche per creare una rete di<br />

contatti e di relazioni all'interno<br />

del quartiere. "Siamo<br />

case un valore che non si<br />

misura in soldi ma in termini<br />

di benessere e felicità<br />

umana". Ecco, invece,<br />

come descrive il villaggio<br />

uno dei residenti: "Le case<br />

convergenti verso il centro<br />

dell'area pedonale, le vie<br />

che ad anello fanno defluire<br />

gli abitanti sia verso l'interno<br />

sia verso l'esterno, i<br />

varchi che interrompono<br />

l'uniformità dei condomini,<br />

i giardini e i prati che continuamente<br />

si aprono tra un<br />

caseggiato e l'altro, hanno<br />

fatto sì che il "villaggio"<br />

non fosse solo un nome<br />

per indicare un nuovo<br />

quartiere ma divenisse<br />

negli anni una realtà oltre che urbanistica,<br />

anche storica e umana, favorendo<br />

la condivisione di giochi, amicizie,<br />

storie e sconfiggendo l'anonimato".<br />

Eppure i problemi non sono mancati.<br />

"Oggi il Villaggio del Sole è un quartiere<br />

tranquillo - racconto l'assessore al<br />

personale del Comune di Vicenza<br />

Maurizio Franzina, che al Villaggio ci è<br />

nato e cresciuto -. Ma una ventina di<br />

anni fa la situazione era a dir poco difficile.<br />

La droga, in particolare, ha colpito<br />

molto la generazione dei ragazzi<br />

nati a cavallo tra la fine degli anni<br />

Cinquanta e i primi anni Settanta. E<br />

quando vedi morire per droga n tuo<br />

compagno di banco è qualcosa che ti<br />

tocca davvero da vicino".<br />

L'associazione Villaggio Insieme ha avviato un progetto per ricostruire la memoria collettiva del Villaggio:<br />

"Serve anche come prevenzione"<br />

Un piccolo Decameron per favorire l'integrazione<br />

convinti che un'attività culturale<br />

di questo tipo, in cui si<br />

scambiano esperienze e<br />

aumenta la conoscenza reciproca,<br />

possa servire come<br />

prevenzione - conclude il presidente<br />

-. Qui il 20 per cento<br />

degli abitanti sono stranieri, e<br />

nelle scuole ci sono alunni di<br />

25 nazionalità, oltre a quella<br />

italiana. Non c'è una situazione<br />

di conflittualità, anzi, ci<br />

sono molto esempi di integrazione,<br />

e i bambini vanno tranquillamente<br />

a scuola da soli.<br />

Ma crediamo che riconoscersi<br />

in esperienze e problemi<br />

comuni possa aiutare a proseguire<br />

su questa strada e a<br />

superare eventuali problemi<br />

di convivenza".<br />

L. M.

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