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12<br />
DI LUCA MATTEAZZI<br />
Una volta era la scuola<br />
delle sarte, oggi è<br />
uno degli istituti professionali<br />
più avanzati<br />
della città, e non<br />
solo. Con tre indirizzi<br />
di studi e una percentuale<br />
di occupazione<br />
al termine dei cinque anni che per<br />
alcuni corsi arriva a sfiorare il 100<br />
per cento, l'istituto professionale<br />
Bartolomeo Montagna è un punto di<br />
riferimento per giovani che arrivano<br />
da tutta la provincia, e a volte anche<br />
da oltre i confini del vicentino.<br />
Merito di una scuola che ha saputo<br />
sfruttare al meglio le possibilità concesse<br />
dall'autonomi scolastica, e di<br />
una serie di proposte didattiche<br />
azzeccate.<br />
I percorsi di studi sono tre: quello<br />
per i servizi sociali, quello per la<br />
moda e quello per la grafica pubblicitaria.<br />
I primi due anni sono molto<br />
simili per tutti, mentre la "specializzazione"<br />
diventa via via più accentuata<br />
a partire dal terzo anno, e in<br />
modo ancora più forte in quarta e<br />
quinta. È in questi due anni, infatti,<br />
che aumenta il numero delle<br />
cosiddette ore di "terza fascia",<br />
quelle cioè in cui sono previste<br />
lezioni e seminari con docenti<br />
esterni, e in cui si inseriscono<br />
anche stage e tirocini (600 ore<br />
complessive, di cui 360 di teoria e<br />
240 di pratica in azienda). Perché,<br />
se la distanza tra quello che si<br />
impara sui banchi e quello che<br />
viene poi richiesto dal mondo<br />
produttivo è uno dei problemi<br />
di fondo della scuola italiana, al<br />
Montagna sembrano vicini ad<br />
una soluzione: qui, infatti, la<br />
collaborazione con le imprese<br />
del territorio e con le associazioni<br />
di categoria (che sostengono<br />
la preparazione e l'aggiornamento<br />
professionale degli<br />
insegnanti) è un'abitudine consolidata.<br />
Lo dimostra la facilità con cui si<br />
riesce a trovare un lavoro alla fine dei<br />
cinque anni di studio: a pochi mesi<br />
dal diploma, praticamente tutti gli<br />
operatori per l'infanzia lavorano già<br />
con contratti a tempo determinato,<br />
mentre la grande maggioranza degli<br />
operatori socio-sanitari hanno in<br />
tasca addirittura un contratto a<br />
tempo indeterminato. "L'espressione<br />
non è delle migliori, ma possiamo<br />
dire che quello che distingue un istituto<br />
professionale come il nostro da<br />
un tecnico è che dal professionale<br />
esce un prodotto finito - commenta<br />
la preside Vanna Santi -. Un ragazzo,<br />
cioè, che se vuole è già pronto per<br />
essere inserito nella professione,<br />
senza bisogno di ulteriori specializzazioni.<br />
Del resto il nostro slogan è<br />
imparare facendo".<br />
Per chi sceglie gli indirizzi di moda e<br />
grafica pubblicitaria, in realtà, le cose<br />
sono un po' più complicate. Le<br />
richieste non mancano, ma qui per<br />
SCUOLE 14 OTTOBRE 2006<br />
Laboratori, stage e tirocini. Per gli studenti dell'istituto professionale trovare un lavoro non è un problema. Con qualche eccezione<br />
Montagna, la scuola dove si impara facendo<br />
L'ingresso della nuova sede dell'istituto Montagna.<br />
trovare un posto adatto alle proprie<br />
capacità serve intraprendenza e un<br />
po' di fortuna, e c'è anche chi, uscito<br />
con il massimo dei voti, ha dovuto<br />
adattarsi a fare il commesso in negozio.<br />
"La scuola ci fornisce una<br />
preparazione di base - sottolineano<br />
Genea Sgaggero, Noemi<br />
Poncato e Valentina Dal Ceredo,<br />
tra studentesse di quinta -, e questo<br />
soprattutto grazie alle ore di<br />
terza fascia, dove abbiamo la possibilità<br />
di confrontarci con docenti<br />
che provengono dal mondo del<br />
lavoro. Poi però bisogna darsi da<br />
fare per accumulare esperienze".<br />
C'è da dire che, prima di abbandonare<br />
la sede di via Mora,<br />
gli studenti del Montagna<br />
devono superare ben tre<br />
esami. Il primo dopo i<br />
primi tre anni, "è un titolo<br />
che riconosce una formazione<br />
professionale di base,<br />
e che permette comunque<br />
di assolvere l'obbligo scolastico,<br />
anche se ormai tutti<br />
continuano fino al quinto<br />
anno", spiega la preside; il<br />
secondo viene affrontato<br />
alla fine della quinta e si<br />
tratta di una prova regionale che<br />
segue il periodo di tirocini e stage. E<br />
infine, ovviamente, c'è l'esame di<br />
Istituto professionale Bartolomeo Montagna<br />
Anno di fondazione: 1963<br />
1100 studenti: 1000 nel<br />
diurno, un centinaio nel<br />
serale<br />
46 classi<br />
120 docenti<br />
50 dipendenti non docenti,<br />
tra personale tecnico,<br />
amministrativo e collaboratori<br />
scolastici<br />
2 sedi con 44 aule<br />
17 laboratori (8 di informatica,<br />
4 di disegno, 2 di disegno<br />
e modellistica, 1 di confezione,<br />
1 di scienze)<br />
2 biblioteche<br />
stato.<br />
Sono in tanti, comunque, che dopo il<br />
Montagna continuano a studiare<br />
all'università: in media uno studente<br />
su tre, divisi tra corsi di scienze della<br />
formazione, psicologia, architettura<br />
e accademia delle belle arti. Una percentuale<br />
non da poco, per un istituto<br />
professionale che tradizionalmente<br />
ha un'utenza debole: "C'è ancora la<br />
mentalità che chi è bravo va al liceo,<br />
chi se la cava al tecnico, gli altri al<br />
professionale - conferma la preside -<br />
, ma ormai non è più così. E lo vediamo<br />
anche dalle presenze ai corsi<br />
serali, che attirano molte persone<br />
Al Montagna studenti, docenti<br />
e dirigenti vanno di comune<br />
accordo. Lo si vede anche dall'unanimità<br />
con cui mettono in<br />
evidenza quello che è il grande<br />
problema della scuola, la mancanza<br />
di spazi. Nonostante il<br />
Montagna abbia una sede<br />
nuova di zecca, infatti, le aule e<br />
i laboratori non bastano ad<br />
accogliere gli oltre mille allievi<br />
dell'istituto. Così, nel nuovo e<br />
avveniristico palazzo di viale<br />
Cricoli hanno trovato posto gli<br />
indirizzi della grafica pubblicitaria<br />
e della moda, mentre le<br />
classi degli studenti che hanno<br />
scelto l'indirizzo sociale, il vero<br />
cuore della proposta formativa<br />
della scuola, sono nella sede<br />
distaccata di Laghetto. Senza<br />
contare che la palestra ancora<br />
non c'è, e che i ragazzi sono<br />
costretti a dividersi gli spazi<br />
perché sono gli unici che danno una<br />
formazione quasi liceale, con materie<br />
che aiutano ad approfondire la conoscenza<br />
di se stessi". Insomma, al<br />
Montagna si impara un lavoro, ma<br />
non solo. "Purtroppo in tanti vengono<br />
al Montagna con l'idea che sia una<br />
scuola dove si studia poco - concludono<br />
le studentesse -. Invece non è<br />
così: è vero che non ci sono materie<br />
complicatissime, ma servono applicazione,<br />
creatività e impegno. E forse<br />
sarebbe anche necessario valorizzare<br />
di più la preparazione della nostra<br />
scuola: in pochi, ad esempio, sanno<br />
che qui si studia fotografia".<br />
Sede nuova, vecchi problemi<br />
della media Rodolfi e del<br />
Boscardin con gli studenti delle<br />
scuole vicine. "Ci dicono tutti<br />
che è la scuola più bella della<br />
città, peccato che qui siamo<br />
solo in metà e che non ci sia la<br />
palestra". conferma Vanna<br />
Santi.<br />
Per la palestra la soluzione<br />
dovrebbe arrivare in tempi<br />
abbastanza rapidi: il progetto è<br />
già allo stato esecutivo, i lavori<br />
dovrebbero partire a dicembre<br />
ed essere conclusi nel giro di un<br />
anno. Per le aule mancanti,<br />
invece, bisognerà attendere di<br />
più: "Lo spazio per farle ci<br />
sarebbe, e nel libro bianco della<br />
regione erano anche previsti<br />
2,5 milioni di euro - aggiunge<br />
Vanna Santi -, ma dalla<br />
Provincia, che ha la competenza<br />
per le scuole superiori, non<br />
abbiamo saputo più niente".