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Manovra azzardata - VicenzaPiù

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4<br />

Un'ipotesi che non<br />

sta in piedi. E'<br />

questa la diagnosi<br />

che emerge da un<br />

esame dell'ultima<br />

soluzione per<br />

curare la 'malattia<br />

Ederle 2' che ha contagiato<br />

Vicenza negli ultimi mesi (dopo il<br />

silenzio poco terapeutico da parte<br />

di autorità locali e governi<br />

Berlusconi-Prodi negli ultimi due<br />

anni). Si tratta del lodo 'Borra-<br />

Dal Lago' uscito in due puntate<br />

nello scorso e nel corrente mese,<br />

che individua a Vicenza est una<br />

sistemazione alternativa all'aereoporto<br />

Dal Molin per la nuova<br />

base militare Usa. Una scelta un<br />

po' inflazionata, a dire il vero:<br />

salta fuori ogni qual volta non si<br />

sa dove far posto a una nuova<br />

costruzione. "Ogni tanto ci scherzo<br />

anch'io: se avete qualcosa da<br />

posizionare, ricordatevi che c'è<br />

Vicenza est", dice a mezzo sorriso<br />

Lucio Zoppello, presidente<br />

forzista della circoscrizione<br />

3.<br />

Riassumiamo i termini<br />

della proposta. Il 20<br />

settembre l'avvocato<br />

Maurizio Borra,<br />

responsabile dell'urbanistica<br />

di Forza Italia<br />

(consulente del<br />

costruttore Ingui, quel-<br />

lo che l'anno passato<br />

aveva fatto silurare<br />

l'assessore Maurizio<br />

Franzina), dà forma a<br />

un'idea che era venuta<br />

per primo a Mauro<br />

Fabris, onorevole vicentino<br />

dell'Udeur: "Perché non spostiamo<br />

la nuova caserma a Vicenza<br />

est?". Lo scopo è azzerare la contestazione<br />

dei residenti di<br />

Laghetto e San Bortolo - ma quelli<br />

di Bertesina e Ca' Balbi saranno<br />

contenti? E collocare la base in<br />

progettazione accanto a quella già<br />

esistente, eliminando i problemi<br />

di collegamento fra le due col<br />

relativo, problematico impatto<br />

sulla vivibilità della città.<br />

Insomma: salvare capra e cavoli.<br />

Borra perciò indica i terreni liberi<br />

di San Pietro Intrigogna: un'area<br />

di 600 mila metri quadrati del<br />

valore di 8-10 milioni di euro<br />

(dati sommari forniti da lui) di<br />

proprietà dell'Ipab, l'ente assistenziale<br />

presieduto da un altro<br />

forzista, Gerardo Meridio. Ben<br />

felice, quest'ultimo, "di vendere<br />

terreni per lui inutili e fare<br />

cassa", suggerisce il consigliere<br />

comunale dei Verdi Ciro Asproso.<br />

L'operazione sarebbe fattibile<br />

mediante la vendita al demanio<br />

militare, interlocutore istituzionale<br />

dei militari<br />

americani.<br />

Secondo round:<br />

la Provincia. La<br />

titolare di<br />

Palazzo Nievo<br />

Manuela Dal<br />

Lago il 9 ottobre<br />

annuncia la sua<br />

idea: "Abbiamo<br />

sovrapposto i<br />

disegni progettuali<br />

fatti dagli<br />

americani per il<br />

Dal Molin alla<br />

mappa dei terreni<br />

agricoli lungo via<br />

Aldo Moro, al di là della circonvallazione,<br />

praticamente di fronte<br />

al perimetro della Ederle. Tra terreni<br />

della Provincia e terreni privati,<br />

ci stanno perfettamente".<br />

Quelli di proprietà dell'ente presieduto<br />

dalla leghista Dal Lago<br />

non si affacciano sul viale che dà<br />

sulla base attuale: si trovano su<br />

via Bertesina, e corrispondono "a<br />

una quindicina di campi conosciuti<br />

come 'area Melloni' di circa<br />

20 mila metri quadrati", informa<br />

il capogruppo della Margherita in<br />

Sala Bernarda Marino<br />

Quaresimin. Un po' pochini, da<br />

soli. Infatti la Manuela include<br />

nel suo piano anche la vera posta<br />

in gioco: le proprietà agricole di<br />

una serie di privati, quelle sì, su<br />

viale Moro. Si tratta di una zona<br />

ATTUALITÀ 14 OTTOBRE 2006<br />

Il 'lodo Borra-Dal Lago' prevede la nuova base a fianco dell'attuale caserma Usa:<br />

una soluzione piena d'incognite<br />

Ederle 2, tutti i dubbi su Vicenza est<br />

DI ALESSIO MANNINO<br />

Il discusso progetto Usa al Dal Molin<br />

L’avvocato Maurizio<br />

Borra, responsabile<br />

dell'urbanistica di<br />

Forza Italia<br />

di cui a suo tempo (fino a meno di<br />

un anno fa) si era già parlato per<br />

l'ampliamento del villaggio americano.<br />

Che adesso spunterà con i<br />

suoi filari di villette in puro american<br />

style, appena un po' più in<br />

là, a un chilometro di distanza in<br />

linea d'aria: a Quinto Vicentino.<br />

Notizia data per sicura dagli<br />

Americani e non osteggiata dal<br />

Comune contermine. Incastrando<br />

un doppione della Ederle su via<br />

Moro si avrebbe un'ottava circoscrizione<br />

nuova di zecca. Ma a<br />

sovranità statunitense.<br />

Dove sta il punto debole del lodo<br />

Borra-Dal Lago? Per cominciare,<br />

la vendita dai privati - che in passato,<br />

non trovando un accordo<br />

per vendere agli Americani,<br />

hanno fatto abortire il consorzio<br />

fra loro - al demanio è tutta da<br />

dimostrare: lo Stato potrebbe<br />

benissimo ricorrere all'esproprio<br />

pagando a prezzo agricolo. E non<br />

potrebbero opporsi, pena il<br />

dimezzamento dell'introito. Un<br />

cattivo affare, non c'è dubbio. Poi<br />

c'è il piano particolareggiato<br />

'Barcaro-Marotti' a Ca' Balbi,<br />

all'altezza del cavalcavia: un complesso<br />

residenziale con asilo e<br />

palestra ancora sulla carta ma che<br />

sorgerebbe attaccato alla megabase.<br />

In pratica, le stesse preoccupazioni<br />

sulla concentrazione<br />

abitativa fuori misura e sull'incremento<br />

spropositato del traffico<br />

lamentate per l'accoppiata 'Dal<br />

Molin americano-Pp10 Laghetto',<br />

si ripeterebbero qui tali e quali.<br />

Ancora: come fa notare<br />

Quaresimin - che pure, così come<br />

il suo partito, l'Udeur e i settori<br />

riformisti dei Ds Alifuoco in<br />

testa, non sono affatto contrari in<br />

linea di principio all'ipotesi<br />

Vicenza est - "proprio all'angolo<br />

fra via Bertesina e via<br />

Quintarello, sul retro di due privati,<br />

stanno costruendo una casa<br />

per portatori di handicap, il cui<br />

terreno è stato ceduto dalla<br />

Provincia". E mentre Nereo<br />

Galvanin, capogruppo provinciale<br />

di Forza Italia parla di "provocazione<br />

da parte della Provincia nei<br />

confronti del Comune, ma che<br />

alla fine porterebbe vantaggi per<br />

tutti", il commento di Asproso si<br />

affida a una metafora: "Quello<br />

della Dal Lago è il classico sasso<br />

gettato nello stagno per smuovere<br />

le acque ma che lascia il tempo<br />

che trova. E' la logica dell'improvvisazione<br />

per non farsi<br />

tagliare fuori dal dibattito".<br />

Oppure, volendo indugiare in<br />

un'ipotesi machiavellica ma<br />

molto 'politica' (e perciò plausibile),<br />

la Dal Lago può aver proposto<br />

una via con tutta evidenza non<br />

percorribile per poi avere una<br />

buona giustificante a trasformare<br />

il suo sì in un no. I vicentini contrari<br />

allo sbarco dell'altra metà<br />

della 173ma brigata aviotrasportata<br />

sono infatti la maggioranza<br />

(vedi box). Un boomerang da evitare,<br />

in prossimità della fine del<br />

mandato da presidente della<br />

Provincia.<br />

Diamanti: "L'85% dei vicentini<br />

vuole il referendum sulla base"<br />

Voglia di referendum. Più ancora<br />

della maggioranza (più del 60%) che<br />

decreta il proprio no all'ipotesi di una<br />

nuova base militare statunitense, il<br />

risultato del sondaggio curato da<br />

Demos&Pi, l'agenzia del politologo di<br />

fama nazionale Ilvo Diamanti, indica<br />

come i cittadini di Vicenza e<br />

Caldogno chiedano, anzi esigano di<br />

essere consultati. La preferenza per la<br />

via referendaria - già depositata in<br />

commissione affari istituzionali del<br />

capoluogo da alcuni esponenti di centrosinistra<br />

come il diessino Cristofari<br />

- è schiacciante: l'85% circa della<br />

popolazione dei due Comuni si pronuncia<br />

a favore. Diamanti (residente<br />

a Caldogno) spazza via così le titubanze<br />

riguardo ad una possibile 'soluzione'<br />

al caso che agita da mesi il<br />

dibattito pubblico vicentino. E che<br />

per primo era stato il sindaco<br />

Hüllweck a prospettare, lasciandola<br />

poi cadere nell'attesa di chiarificazio-<br />

Ma è una via davvero efficace?<br />

ni governative sul progetto. Nel frattempo<br />

il Coordinamento dei Comitati<br />

contro il Dal Molin Usa ha fondato<br />

ufficialmente il comitato referendario,<br />

e perciò nelle prossime settimane<br />

partirà la raccolta firme. Ma quello<br />

referendario è davvero un modo efficace<br />

per sciogliere il nodo dalmoliniano?<br />

Come fa notare Claudio Proietti<br />

del comitato Più Democrazia, promotore<br />

di un altro referendum, quello<br />

del 10 settembre scorso volto a introdurne<br />

la forma propositiva e abrogativa,<br />

"lo statuto attuale prevede soltanto<br />

una semplice consultazione<br />

senza alcun valore vincolante per gli<br />

amministratori, che possono anche<br />

fare il contrario". Senza contare i<br />

tempi, che sulla carta sono di 1 anno-<br />

1 anno e mezzo (anche se c'è chi giura<br />

che in questo caso di attualità così<br />

pressante si troverebbe il modo di<br />

accorciarli). Insomma, la gran massa<br />

degli abitanti di Vicenza e Caldogno<br />

segue con passione la vicenda (ben il<br />

71% dei primi e il 67% dei secondi si<br />

dichiarano informati - strano: a non<br />

sapere come stanno davvero le cose<br />

sono per i primi i nostri politici locali)<br />

e desiderano schierarsi con un voto<br />

diretto. Ma corrono il rischio che la<br />

loro voce, favorevole o contraria che<br />

sia, rimanga lettera morta. Anche se,<br />

va detto, sarebbe quantomeno autolesionistico<br />

da parte di Governo e<br />

Comuni interessati non curarsi della<br />

volontà popolare in nome dell'indotto<br />

e dei buoni rapporti con gli Usa.<br />

Oddio, quando si tratta dell'alleato<br />

americano i precedenti di decisioni<br />

prese contro la maggioranza dei cittadini<br />

non fa ben sperare: vedi<br />

Afghanistan o Irak, per esempio. Se<br />

per delle guerre i sondaggi non hanno<br />

avuto effetto, figuriamoci per una singola<br />

base in una città di provincia…<br />

A.M.

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