cecchetti il socialismo magico - Slsi.It
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CAPITOLO IV - GIACOMO NOVENTA E ADRIANO OLIVETTI 73<br />
ogni evidenza sono parte integrante dell’ambiente azionistico<br />
torinese, ne rappresentano, per così dire, l’ala neospiritualista<br />
(che essi concepiscono come un <strong>il</strong>luminismo<br />
molto speciale) e conservano del gruppo gobettiano alcune<br />
caratteristiche inconfondib<strong>il</strong>i, non ultima una certa elitarietà,<br />
che può implicare persino esiti iniziatici, come<br />
mostrano la passione steineriana di Olivetti e <strong>il</strong> cattolicesimo<br />
eterodosso di Noventa.<br />
2. Noventa e Comunità<br />
Enumeriamo ora i frutti della collaborazione diretta<br />
di Noventa a «COMUNITÀ». Un famoso scritto di Giacomo<br />
Noventa l’Autobiografia 1956 nasce dalla richiesta da<br />
parte delle Edizioni di Comunità di un breve testo biografico<br />
da inserire nel materiale pubblicitario della prima<br />
edizione delle poesie di Noventa. Ma su «COMUNITÀ» appaiono<br />
scritti di Noventa già dal 1947. Sulla rivista<br />
Noventa pubblica La lettera a S<strong>il</strong>one (e a Pertini e a<br />
Zagari), 9 agosto 1947, «COMUNITÀ», II, 17; Una finta<br />
battaglia, 6 settembre, «COMUNITÀ», II, 18; <strong>il</strong> frammento<br />
di romanzo Il carcere bianco – unico esperimento narrativo<br />
di Noventa – (trasfigurazione simbolica di eventi<br />
propri della cronaca politica e romanzo che può essere di<br />
ispirazione esoterica, come mostra soprattutto l’episodio<br />
dell’osteria). Ad essi segue, nel numero di marzo-apr<strong>il</strong>e<br />
1949 (III, 2) di «COMUNITÀ», lo scritto Il sale insipido,<br />
pubblicato anche sul «SOCIALISTA MODERNO». Nel 1949<br />
Fortini legge per la prima volta, con grande successo, le<br />
poesie di Noventa a Ivrea. Nel 1950 Noventa, a sua volta,<br />
legge «agli amici di Ivrea» <strong>il</strong> suo saggio su Carlo Levi