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cecchetti il socialismo magico - Slsi.It

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92 VALENTINO CECCHETTI<br />

bandono, nella malattia, nella paura della polizia m<strong>il</strong>itare<br />

della venditrice <strong>il</strong>legale di sigarette, «ancora giovane,<br />

magra, asciutta, con <strong>il</strong> naso e <strong>il</strong> mento aff<strong>il</strong>ati, le labbra<br />

e le guance dipinte, lo sguardo, negli occhi scuri, eccitato<br />

e ardente», malata di cancro e abbandonata dal marito<br />

spia repubblichina, Teresa è una donna che non vive<br />

addormentata, sulla riva, «ma dentro <strong>il</strong> fiume, nel pieno<br />

delle sue acque, e dei suoi vortici, ben sveglia», rabbrividendo<br />

«di felicità nei grandi occhi br<strong>il</strong>lanti». In Teresa<br />

Levi simboleggia una società nazionale clandestina e dimenticata,<br />

che contempla con estraneità e indifferenza,<br />

«in estasi», dice Noventa, l’<strong>It</strong>alia del Risorgimento, del<br />

fascismo e dell’antifascismo. In lei e nei personaggi sim<strong>il</strong>i<br />

dell’Orologio, almeno quando Levi smarrisce «<strong>il</strong><br />

sorriso di Gobetti», la radicata sicurezza di appartenere,<br />

per un retaggio di stirpe, all’<strong>It</strong>alia eletta di Croce e di<br />

Gent<strong>il</strong>e, crolla la finzione del tempo matematico. È una<br />

distruzione necessaria, affinché Levi possa raccontare la<br />

sua vita, la vita vera degli altri, la stessa storia d’<strong>It</strong>alia.<br />

La santità marginale e maledetta dei «vivi» e dei «ribelli»<br />

come Teresa, o come la pietosa Maria, l’ospite partigiana<br />

di Levi, braccato da fascisti e tedeschi a Firenze,<br />

che getta un cuscino di seta perché la testa di un fascista<br />

ucciso non poggi in terra, ricorda molto Simone We<strong>il</strong>,<br />

pensatrice clochard che fu sempre molto presente ad<br />

adepti del <strong>socialismo</strong> spirituale come gli intellettuali olivettiani,<br />

o come gli esponenti della nebulosa liberalsocialista<br />

cui appartenne Noventa (e con Noventa anche<br />

S<strong>il</strong>one, Chiaromonte, Capitini e gli intellettuali della rivista<br />

«TEMPO PRESENTE»).

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