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<strong>Libertà</strong> - 25 Gennaio 2009 CRISI E SPERANZA<br />

Convegno a Porto torres<br />

LA ChIEsA<br />

DI froNTE ALLA CrIsI<br />

La Chiesa di sassari segue con attenzione gli<br />

sv<strong>il</strong>uppi della crisi che ha investito l’area<br />

industriale di Porto Torres; segno tangib<strong>il</strong>e di<br />

partecipazione è stato <strong>il</strong> Convegno promosso<br />

dalla Parrocchia di san Gavino, dalle comunità<br />

parrocchiali cittadine e dal nostro Giornale,<br />

tenutosi in città <strong>il</strong> 15 dicembre e dopo la straordinaria<br />

manifestazione dei diecim<strong>il</strong>a.<br />

sono intervenuti operatori della Caritas locale,<br />

rappresentanti sindacali di Cg<strong>il</strong>, Cisl, u<strong>il</strong><br />

e acli, don Pietro Borrotzu per la Pastorale<br />

del lavoro, <strong>il</strong> sindaco di Porto Torres Luciano<br />

Mura, <strong>il</strong> direttore della ineos Franco appedu, <strong>il</strong><br />

presidente regionale Col diretti Luca saba.<br />

La presenza dell’arcivescovo Paolo atzei è<br />

stata prova della sollecitudine con cui la questione<br />

del lavoro è avvertita dalla comunità<br />

ecclesiale diocesana. Da qualsiasi angolazione<br />

la si voglia affrontare la crisi della chimica e<br />

del lavoro in sardegna e a Porto Torres mette a<br />

nudo una situazione che costringe alla massima<br />

allerta. La Caritas delle parrocchie di san Gavino<br />

e dello spirito santo, nelle parole di Mariella<br />

spissu, snocciola storie e numeri da brivido:<br />

prima erano donne con pensioni minime<br />

a chiedere <strong>il</strong> pane, ora giovani coppie con 1-2<br />

bambini, precari con lavori saltuari e aleatori,<br />

pezzi di famiglie dissestate anche dalla perdita<br />

del lavoro; 1000 pacchi annuali, 60/65 famiglie<br />

assistite, un ricambio del 90% che vuol dire<br />

volti ed esistenze altre rispetto alle tradizionali<br />

povertà (tossicodipendenti, alcolisti, extracomunitari).<br />

e allo spettro della povertà si torna<br />

con le analisi dei sindacalisti (andrea ruiu -<br />

Cisl, Pietro Masala - acli) come effetto e drammatica<br />

conseguenza della crisi che entra dentro<br />

le case e le devasta: 4000-4500 unità lavorative<br />

messe a rischio con un picco della disoccupazione<br />

(13,5%) che non si vedeva da 15 anni.<br />

i ragionamenti dei tecnici come l’ing. Franco<br />

appeddu e l’intervento del sindaco Mura<br />

danno <strong>il</strong> necessario contributo di analisi della<br />

situazione che si è venuta a creare e chiamano<br />

in causa punto per punto le scelte economiche<br />

e politiche intorno alla chimica e all’industria,<br />

a Porto Torres e in sardegna, fornendo vie<br />

d’uscita dal pericolo concreto di sfaldamento<br />

del tessuto socio-economico nel nostro territorio<br />

e nell’isola. L’interesse per la chimica non è<br />

locale ma nazionale, Porto Torres e la sardegna<br />

non possono perdere e nessuno (eni) può dire<br />

“si chiude”. indagini complementari vengono<br />

da Luca saba (Coldiretti) che legge la crisi alla<br />

voce agricoltura, individuando i segni del declino<br />

nell’assenza di un progetto di sv<strong>il</strong>uppo e<br />

nell’incapacità di fare sistema: risorse umane e<br />

materiali, cultura, impresa.<br />

ed è con la riflessione di don Borrotzu che<br />

si richiama la centralità del lavoro come dimensione<br />

costitutiva dell’uomo; l’assenza del<br />

lavoro nega in radice la possib<strong>il</strong>ità di costituirsi<br />

come uomini liberi, come insegna <strong>il</strong> magistero<br />

sociale della Chiesa: <strong>il</strong> lavoro non è merce, è dimensione<br />

fondamentale dell’esistenza perché<br />

consente alla persona di entrare in una relazione<br />

di socialità che “lo fa più uomo” (Laborem<br />

exercens). L’inquietudine dei nostri giorni per<br />

la perdita del lavoro porta profonde angosce<br />

che turbano le persone e scuotono le comunità.<br />

non rassegnarsi alla povertà e sfatare la leggenda<br />

che la chimica non può essere tenuta in<br />

piedi e sperare che i giochi non siano già fatti.<br />

e alla fine l’intervento dell’arcivescovo atzei<br />

accorso a sostenere don M. Tanca, don F.<br />

rum, don s. ruiu, don T. sanna, don G. sini<br />

nell’impegno per Porto Torres e <strong>il</strong> petrolchimico.<br />

una parola paterna e fraterna ai lavoratori<br />

che sono nella fatica; insieme l’indignazione<br />

per gli atteggiamenti dei decisori, della politica<br />

e dell’economia, che inopinatamente e alla<br />

vig<strong>il</strong>ia di natale, dalle anticamere del palazzo,<br />

annunciano la crisi del lavoro. Padre Paolo denuncia,<br />

non da oggi, la crisi del territorio e di<br />

sassari e per essa invoca un risveglio di consapevolezza<br />

politica e religiosa; della politica prepartitica,<br />

urgenza per l’uomo che viene prima<br />

di qualsiasi schieramento e a condizione che<br />

i partiti, pars veritatis, operino per <strong>il</strong> bene comune.<br />

sul diritto al lavoro, scritto nella Carta<br />

Costituzionale, non sono ammesse miopie. <strong>il</strong><br />

lavoro, anche nell’industria, per gli operai di<br />

Porto Torres e della sardegna è ormai nella<br />

storia della nostra gente, è <strong>il</strong> nostro pane e la<br />

nostra vita e nessuno può toglierceli perché ci<br />

toglierebbe la dignità.<br />

spogliati della dignità i sardi che cosa faranno?<br />

Così <strong>il</strong> vescovo, drammaticamente.

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