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termina dicendo “e vissero felici e contenti”.<br />
Is 12,1-6 è un invito a ringraziare Dio,<br />
prima rivolto al singolo (12,1-2: Tu dirai<br />
in quel giorno: Ti ringrazio Signore… ),<br />
e poi rivolto alla comunità (12,4-6: In<br />
quel giorno direte: Lodate <strong>il</strong> Signore…).<br />
Ma di che cosa si deve ringraziare? Qual<br />
è la crisi che si è superata?<br />
nei racconti, in genere, la crisi è detta<br />
all’inizio. Di fatto, <strong>il</strong> libro di isaia comincia<br />
parlando di una delle crisi più ricorrenti:<br />
quella di un genitore che non<br />
riesce più a capire le scelte di un figlio<br />
(1,2-31). <strong>il</strong> profeta rimprovera <strong>il</strong> popolo<br />
di essere nei confronti di Dio come un<br />
“figlio ribelle”, anche se moltiplica gli atti<br />
di devozione e di culto. inizia dunque<br />
una specie di processo per la situazione<br />
desolata in cui, per le responsab<strong>il</strong>ità del<br />
“figlio ribelle”, si trova la “figlia di Sion”.<br />
Tre primi annunci di giudizio (2,6-<br />
22; 3,1-15; 3,16-4,1) sono incastonati<br />
tra due annunci di salvezza (2,2-5 e 4,2-<br />
6). e come <strong>il</strong> giudizio era stato descritto<br />
con immagini tolte dalla natura (1,30:<br />
sarete come quercia dalle foglie avvizzite<br />
e come giardino senza acqua), così ora<br />
ugualmente la speranza (4,2: <strong>il</strong> germoglio<br />
del Signore crescerà in onore e gloria<br />
e <strong>il</strong> frutto della terra sarà a magnificenza<br />
e ornamento). <strong>il</strong> famoso ‘canto della vigna’(5,1-7)<br />
prosegue usando la medesima<br />
immagine agricola per esprimere sia<br />
la speranza sia la delusione, ed è seguito<br />
da una sezione (5,8-25) scandita da sei<br />
“guai” (5,8.11.18.20.21.22). La serie dei<br />
guai lascia in realtà le cose in sospeso<br />
(uno si aspetterebbe, per completezza<br />
tradizionale, un settimo “guai”, per ora<br />
non espresso), e la sospensione viene<br />
sottolineata dalla prima ricorrenza di<br />
un ritornello che dice appunto: “Con<br />
tutto ciò non si calma la sua ira, e la sua<br />
mano resta ancora tesa” (5,25). in questa<br />
atmosfera di suspense, viene inserita<br />
la descrizione della partenza dello strumento<br />
del giudizio (5,26-30), la partenza<br />
cioè dell’esercito nemico, chiamato<br />
da Dio come con un fischio, e di cui si<br />
descrive <strong>il</strong> viaggio “veloce e leggero”. La<br />
previsione del suo arrivo termina con<br />
una immagine di tenebra e angoscia:<br />
“Ecco, saranno tenebre, angoscia e la luce<br />
sarà oscurata dalla caligine”.<br />
è proprio in questo momento di previsione<br />
della terrib<strong>il</strong>e crisi in arrivo, che<br />
comincia <strong>il</strong> cosiddetto ‘libretto dell’emmanuele’<br />
(6,1-9,6). Perché i redattori<br />
del libro di isaia abbiano sistemato qui<br />
tale ‘libretto’, lo dobbiamo capire dunque<br />
da ciò che succede nel testo, non da<br />
altre ipotesi storiche.<br />
ora se noi diamo uno sguardo in successione<br />
a ciò che succede in questo libretto,<br />
vediamo che in esso avvengono<br />
tre trasformazioni improvvise. La prima<br />
in 6,13: la descrizione della vocazione<br />
del profeta termina con la previsione del<br />
non ascolto da parte del popolo. Tale ribellione<br />
durerà fino a quando si toccherà<br />
<strong>il</strong> fondo della crisi, descritta ancora con<br />
immagini tolte dalla natura: <strong>il</strong> popolo<br />
sarà come una quercia potata e ridotta a<br />
essere ormai non più che un ceppo. Ma<br />
ecco che d’improvviso <strong>il</strong> futuro si riapre,<br />
perché “progenie santa sarà <strong>il</strong> suo ceppo”.<br />
La seconda trasformazione avviene in<br />
8,5-10: l’arrivo dell’esercito è previsto<br />
come l’arrivo di un allagamento che proprio<br />
quando giunge al suo culmine (“lo<br />
inonderà e lo attraverserà fino al collo”)<br />
vede annientarsi la sua forza distruttiva<br />
di fronte alla considerazione che la terra<br />
allagata è la terra dell’emmanuele: “Le<br />
sue ali distese copriranno tutta l’estensione<br />
del tuo paese, Emmanuele… Preparate un<br />
piano, sarà senza effetti; fate un proclama,<br />
non si realizzerà, perché Dio è con noi”.<br />
La terza trasformazione (8,21-9,1) si ricollega<br />
all’atmosfera di suspense che precedeva<br />
l’inizio del libretto, ed è espressa<br />
nei medesimi termini, ma accresciuti, di<br />
tenebra e angoscia: “ed ecco angustia e tenebre<br />
e oscurità desolante. Ma la caligine<br />
sarà dissipata, poiché non ci sarà più oscurità<br />
dove ora è angoscia”. Di nuovo, <strong>il</strong> motivo<br />
di questa improvvisa trasformazione<br />
dalle tenebre alla luce sta nella nascita di<br />
un nuovo figlio: “<strong>il</strong> popolo che camminava<br />
nelle tenebre vide una grande luce; su<br />
coloro che abitavano in terra tenebrosa<br />
una luce rifulse… Poiché un bambino è<br />
<strong>Libertà</strong> - 25 Gennaio 2009<br />
Gli eserciti...<br />
...le donne...<br />
...i bambini.<br />
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