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più ut<strong>il</strong>e al benessere della comunità, che produce<br />

altro benessere se costituita da individui<br />

efficienti, e -diremmo- ‘ben selezionati’.<br />

L’ammalato diviene sovente <strong>il</strong> fardello che<br />

rallenta <strong>il</strong> progresso, crea uno sperpero di risorse<br />

e impone alla società di riflettere seriamente<br />

sul senso del limite, della caducità e della finitudine<br />

che caratterizzano l’uomo: “se la malattia<br />

non può essere debellata, si debelli l’ammalato;<br />

se <strong>il</strong> dolore non può essere eliminato, sia eliminato<br />

<strong>il</strong> sofferente”.<br />

Così, oggi, all’ammalato viene quasi inconsciamente<br />

attribuita una grave responsab<strong>il</strong>ità:<br />

quella di essere ammalato. L’ammalato talvolta<br />

percepisce questa responsab<strong>il</strong>ità come una colpa,<br />

che diviene l’inizio del logorio interiore che<br />

lo porterà nella condizione di attendere l’unica<br />

soluzione in grado di sollevarlo da questo peso:<br />

la fine della malattia o dell’esistenza. sulla prima<br />

può intervenire la scienza; sulla seconda<br />

dovrà intervenire una coscienza.<br />

La Chiesa esprime la sua decisa contrarietà a<br />

terapie straordinarie e sproporzionate che inducono<br />

un aumento della sofferenza a svantaggio<br />

di un beneficio ottenib<strong>il</strong>e; è contraria in sostanza<br />

all’accanimento terapeutico (cfr CCC 2278).<br />

ribadendo la necessità di verificare sempre tutte<br />

le possib<strong>il</strong>i vie terapeutiche atte a migliorare la<br />

condizione psicofisica del paziente, invita a riflettere<br />

sull’esperienza del dolore, che più di ogni<br />

altra può esporre <strong>il</strong> paziente ad una richiesta di<br />

aiuto come desiderio di morte, che, pur espresso,<br />

potrebbe sottendere <strong>il</strong> desiderio di essere liberato<br />

dalla sofferenza e non dalla vita. La vicinanza<br />

<strong>il</strong> CoNsIgLIo NAzIoNALE DI bIo-<br />

ETICA, in un documento, mira a<br />

conc<strong>il</strong>iare <strong>il</strong> principio dell’autodeterminazione<br />

del paziente e<br />

quello dell’autonomia diagnostica<br />

terapeudica del medico (cf.<br />

Cnb, Informazione e consenso<br />

all’atto medico, 1992).<br />

Ecco gli otto punti guida:<br />

1) per malattie importanti o diagnosi<br />

complesse <strong>il</strong> rapporto non<br />

dovrà essere fugace o momentaneo;<br />

2) <strong>il</strong> medico dovrà avere una<br />

preparazione psicologica per<br />

comprendere la personalità del<br />

paziente;<br />

3) le informazioni preoccupanti<br />

o le previsioni infauste dovranno<br />

essere date con prudenza;<br />

4) le informazioni sulla terapia devono<br />

essere chiare e comprensib<strong>il</strong>i,<br />

in modo da evitare confusioni;<br />

5) <strong>il</strong> medico non è vincolato da<br />

raccomandazioni dei pazienti volte<br />

a nascondere la verità. Questa,<br />

sia pure con prudenza, dovrà essere<br />

data in modo da consentirgli<br />

di prendere le sue decisioni;<br />

6) la responsab<strong>il</strong>ità d’informare<br />

è del primario della struttura o di<br />

chi coordina diagnosi e terapia;<br />

7) quando <strong>il</strong> consenso acquista<br />

una particolare r<strong>il</strong>evanza normalmente<br />

dovrà essere scritto;<br />

8) la forma scritta è particolarmente<br />

importante nel caso di chi<br />

non è in grado di dare consenso.<br />

nel caso di minore, di malato<br />

incapace di intendere e di volere<br />

dei cari, degli amici e dei medici può costituire<br />

per lui una forte motivazione a lottare contro una<br />

malattia che appare inesorab<strong>il</strong>e, ma mai a tal punto<br />

da annullare anche <strong>il</strong> desiderio di vivere.<br />

<strong>il</strong> caso della Pavin non ci induce a riflettere<br />

soltanto sul fatto che una donna o un uomo<br />

possano esercitare <strong>il</strong> diritto all’autodeterminazione<br />

garantito dalla Costituzione circa <strong>il</strong> rifiuto<br />

delle cure: siamo chiamati a riflettere anche<br />

sulle circostanze nelle quali tale diritto possa<br />

essere esercitato. Per questo, esponiamo (nel<br />

riquadro) le indicazioni stab<strong>il</strong>ite dal Consiglio<br />

nazionale di Bioetica riguardo all’autodeterminazione<br />

del paziente.<br />

<strong>il</strong> ‘caso’ della Pavin non è semplicemente un<br />

‘caso’, ma la storia di una donna sostenuta dalla<br />

sua famiglia che, nel tentativo di curare una forma<br />

di sofferenza psichica, per una fatalità ancora<br />

da chiarire, si è trovata in condizioni peggiori<br />

delle precedenti. i medici hanno sostenuto,<br />

successivamente al decesso, che qualunque intervento<br />

non avrebbe apportato miglioramenti<br />

alle condizioni della giovane donna.<br />

L’intervento dell’arcivescovo in merito,<br />

lontano da toni polemici, ha ricordato la necessità<br />

di comprendere al meglio la tragicità<br />

della vicenda, per impedire <strong>il</strong> ripetersi di equivoci.<br />

sapere è un diritto del cittadino, credente<br />

o meno; salvare una vita è un dovere di ogni<br />

uomo, credente o meno; accogliere o rifiutare<br />

delle cure è pure un diritto di tutti, benché<br />

ascritto a condizioni ben precise. Difendere la<br />

vita è dovere fondamentale della Chiesa e di<br />

ogni uomo di buona volontà.<br />

o in stato d’incoscienza, in pericolo<br />

di vita imminente e grave<br />

<strong>il</strong> medico è autorizzato ad intervenire<br />

anche senza <strong>il</strong> consenso.<br />

nel caso di paziente capace di<br />

intendere e di volere che rifiuta<br />

le cure, <strong>il</strong> medico:<br />

a) non può consentire ad atti eutanasici<br />

né può agire contro la<br />

vita e <strong>il</strong> bene del paziente;<br />

b) può chiedere un consulto e cercare<br />

di sensib<strong>il</strong>izzare <strong>il</strong> paziente<br />

circa <strong>il</strong> dovere di farsi curare e le<br />

conseguenze del rifiuto. Se <strong>il</strong> paziente<br />

persiste nel rifiuto non può<br />

essere costretto ad accettare, ma<br />

<strong>il</strong> medico dovrà richiedere un atto<br />

liberatorio ed avvertire l’autorità<br />

sanitaria o <strong>il</strong> magistrato, perché<br />

l’autorità ha <strong>il</strong> dovere di tutelare<br />

la vita dei cittadini<br />

<strong>Libertà</strong> - 25 Gennaio 2009<br />

i problemi di bioetica oggi<br />

sono di dominio pubblico:<br />

ne parlano <strong>il</strong> deputato, <strong>il</strong><br />

professore, <strong>il</strong> medico, <strong>il</strong><br />

giornalista, <strong>il</strong> commesso<br />

del bar e la casalinga; la<br />

bioetica oggi è per tutti. <strong>il</strong><br />

volume presenta in modo<br />

serio, ma accessib<strong>il</strong>e a<br />

tutti, i problemi bioetici,<br />

con linguaggio semplice<br />

e preciso, disegni, diagrammi<br />

e fotografie.<br />

R. lUCaS lUCaS, Bioetica per<br />

tutti, Edizioni San Paolo, Cinisello<br />

Balsamo (M<strong>il</strong>ano) 2002,<br />

pp. 196.<br />

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