Tutte le ricette del Libro di Alessandro Circiello - INformaCIBO
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16 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />
nabi<strong>le</strong> solo alla cottura al vapore. Al termine si ottiene un piacevolissimo<br />
contrasto tra la croccantezza <strong>del</strong>l’involucro e la morbidezza <strong>del</strong> cibo che<br />
vi è racchiuso. Per raggiungere questo risultato è necessario incorporare<br />
all’impasto (composto <strong>di</strong> farina, acqua o ghiaccio) agenti <strong>di</strong>latanti quali<br />
albumi montati a neve, bicarbonato o, al posto <strong>del</strong>l’acqua, la birra. Nessuno<br />
<strong>di</strong> loro sortisce effetti <strong>di</strong>rompenti quanto il lievito <strong>di</strong> birra.<br />
Diverso è lo sti<strong>le</strong> <strong>del</strong>la pastella giapponese, ridotta a un impalpabi<strong>le</strong><br />
rivestimento protettivo, che ha lo scopo <strong>di</strong> risparmiare al cibo la<br />
vio<strong>le</strong>nza <strong>del</strong> contatto con il grasso ad alta temperatura. La crosticina<br />
<strong>di</strong> pastella che si forma in superficie serve infatti a sostituire quella<br />
che, a detrimento <strong>del</strong> sapore natura<strong>le</strong> <strong>del</strong>l’alimento, si formerebbe<br />
immergendolo spoglio nella frittura. Come un abito pulviscolare, sobrio<br />
ed essenzia<strong>le</strong>, la pastella nipponica lascia trasparire la forma e il<br />
colore degli alimenti. Se appare più <strong>le</strong>ggera alla prova <strong>del</strong> palato, lo è<br />
sicuramente in fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>gestione. Il suo segreto sta nella lavorazione<br />
a freddo. Si prepara così: dopo aver versato un tuorlo d’uovo in una<br />
tazza, riempita d’acqua ghiacciata, va amalgamata alla stessa quantità<br />
<strong>di</strong> farina. Mescolare <strong>del</strong>icatamente e per breve tempo, quel tanto che<br />
basta affinché gli ingre<strong>di</strong>enti si amalgamino (non importa se si forma<br />
qualche grumo: si scol<strong>le</strong>rà dal fritto durante la cottura). L’ingre<strong>di</strong>ente<br />
prescelto, asciutto, spolverato <strong>di</strong> fecola e intinto nella pastella, si tuffa<br />
nell’olio caldo. La pastella riesce altrettanto bene escludendo il tuorlo:<br />
l’essenzia<strong>le</strong> è lavorare gli ingre<strong>di</strong>enti al freddo: a questo scopo un uti<strong>le</strong><br />
accorgimento è quello <strong>di</strong> impastarli in una bacinella inserita in un<br />
recipiente riempito <strong>di</strong> ghiaccio tritato, o ad<strong>di</strong>rittura aggiungendo dei<br />
cubetti <strong>di</strong> ghiaccio alla pastella stessa.<br />
Al vapore<br />
Ci si può cucinare <strong>di</strong> tutto: verdure, pesci, carni (soprattutto quel<strong>le</strong> magre):<br />
i cinesi l’adoperano per i ravioli; i giapponesi persino per <strong>le</strong> uova.<br />
Semplice ed economica, l’esposizione al vapore è la tecnica <strong>di</strong> cottura<br />
che meno altera il sapore natura<strong>le</strong> dei cibi. A <strong>di</strong>fferenza <strong>del</strong>la bollitura<br />
(cui resta peraltro strettamente imparentata), essa impe<strong>di</strong>sce la<br />
<strong>di</strong>spersione nell’e<strong>le</strong>mento liquido <strong>del</strong><strong>le</strong> sostanze nutritive contenute<br />
nell’alimento, che viene così sottoposto all’azione <strong>del</strong> calore senza dover<br />
sacrificare nessuno dei suoi succhi e umori.<br />
L’e<strong>le</strong>mento liquido può essere neutro (semplice acqua bol<strong>le</strong>nte) oppure<br />
aromatizzato. Nel secondo caso l’alimento s’impregna dei vapori aromatici<br />
<strong>del</strong> fluido prescelto (brodo, vino, erbe aromatiche o altro) che concorrono<br />
ad arricchirne il sapore. Per esempio, vo<strong>le</strong>ndo cuocere un pollo<br />
si potrà utilizzare il vapore <strong>di</strong> un brodo vegeta<strong>le</strong> a base <strong>di</strong> cipol<strong>le</strong>, sedano,<br />
carota ed erbe odorose, così come un fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> sogliola o <strong>del</strong><strong>le</strong> code <strong>di</strong><br />
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