Tutte le ricette del Libro di Alessandro Circiello - INformaCIBO
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44 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />
Se s’intende <strong>le</strong>ssare i crostacei, verranno tuffati vivi in acqua bol<strong>le</strong>nte<br />
o in un court-bouillon e lì cucinati, tenendo la pentola coperta. Se si<br />
vogliono invece preparare in un altro modo, prima <strong>di</strong> staccarne la coda<br />
si potranno preventivamente “anestetizzare” immergendone la testa<br />
in acqua bol<strong>le</strong>nte.<br />
Infine, al pari degli altri abitanti <strong>del</strong> mare, anche i crostacei prima <strong>di</strong><br />
esser mangiati vanno liberati dall’intestino.<br />
I gamberi <strong>di</strong> mare (fatta eccezione per quelli grigi) e gli scampi, avendo<br />
<strong>di</strong>fficoltà a sopravvivere fuor d’acqua, raramente si riescono a trovare<br />
vivi dal pescivendolo; in compenso, <strong>le</strong> loro carni hanno una buona resistenza.<br />
A causa dei numerosi espe<strong>di</strong>enti che si impiegano per mascherare<br />
la mancanza <strong>di</strong> freschezza, essi restano tuttavia i crostacei più <strong>di</strong>fficili<br />
da scegliere al momento <strong>del</strong>l’acquisto. Non resta che affidarsi al proprio<br />
naso: l’olfatto è in questo caso il giu<strong>di</strong>ce più atten<strong>di</strong>bi<strong>le</strong>. Per bollire o cuocere<br />
al vapore scampi e gamberi, è preferibi<strong>le</strong> sgusciarli prima <strong>del</strong>la cottura:<br />
è molto più pratico e permette <strong>di</strong> eliminare l’intestino con grande facilità,<br />
incidendo la coda sul dorso fino a scoprire il filamento grigio-nero e<br />
asportarlo. Vo<strong>le</strong>ndo invece cucinarli sulla griglia, si taglieranno in due nel<br />
senso <strong>del</strong>la lunghezza per privarli quin<strong>di</strong> <strong>del</strong>l’intestino, che appare a vista.<br />
Zafferano e pesce<br />
Lo zafferano è una <strong>di</strong> quel<strong>le</strong> spezie dall’aroma generoso e prorompente,<br />
che trasmette alla pietanza che l’accoglie la sua impronta inconfon<strong>di</strong>bi<strong>le</strong><br />
e dominante. In Italia si adopera quasi esclusivamente nel risotto alla<br />
milanese, ed è un peccato perché questa spezia è assai più versati<strong>le</strong> <strong>di</strong><br />
quanto si supponga. La cucina spagnola lo utilizza nella paella e sul pollame,<br />
la marocchina sul montone, la polacca sulla trippa, ma è specialmente<br />
con il pesce che lo zafferano rivela un’affinità sotti<strong>le</strong>, come <strong>di</strong>mostrano<br />
numerose <strong>ricette</strong> tra<strong>di</strong>zionali, dalla provenza<strong>le</strong> bouillabaisse (con<br />
la sapida complicità <strong>di</strong> pomodoro, aglio, anice e finocchio) alla siciliana<br />
pasta con <strong>le</strong> sarde (che ne suggerisce la dolce sintonia con pinoli, uvette<br />
e finocchietto selvatico).<br />
Ne raccomando l’impiego con pomodoro, olio e prezzemolo su un piatto<br />
<strong>di</strong> triglie in guazzetto; altrettanto gradevolmente la <strong>del</strong>icatezza <strong>di</strong> un<br />
branzino o <strong>di</strong> una sogliola si presterà a riceverne il gusto (purché dosato<br />
con garbo), stemperandolo in una salsa bianca a base <strong>di</strong> brodo.<br />
Allo zafferano in polvere sono da preferire gli stigmi essiccati, minuscoli<br />
filamenti color ruggine con sfumature dorate che si <strong>di</strong>luiscono in cottura al<br />
pari <strong>del</strong>la polvere. In Italia tra i più gustosi vi è quello <strong>di</strong> Navelli, omonimo<br />
paese nei pressi <strong>del</strong>l’Aquila. Solo così, infatti, si è certi <strong>del</strong>la purezza degli ingre<strong>di</strong>enti,<br />
mentre l’aroma risulta più intenso (come accade a tutte <strong>le</strong> spezie,<br />
quando viene frantumato anche il suo profumo tende ad affievolirsi).<br />
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