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Tutte le ricette del Libro di Alessandro Circiello - INformaCIBO

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A<strong>le</strong>ssandro <strong>Circiello</strong><br />

TUTTI A TAVOLA,<br />

LA SALUTE È SERVITA<br />

Un anno in cucina con il cuoco<br />

<strong>di</strong> Rai Due<br />

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Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Autore:<br />

A<strong>le</strong>ssandro <strong>Circiello</strong><br />

Copyright © 2011 Kowalski – Apogeo s.r.l.<br />

Socio Unico Giangiacomo Feltrinelli E<strong>di</strong>tore s.r.l.<br />

Via Andegari 6, 20121 Milano (Italy)<br />

Te<strong>le</strong>fono: 02 725721<br />

email: info@kowalskie<strong>di</strong>tore.it – www.kowalski.it<br />

© 2011 Rai Ra<strong>di</strong>ote<strong>le</strong>visione Italiana<br />

ISBN 978-88-7496-802-2<br />

Impostazione grafica e progetto <strong>del</strong>la copertina:<br />

segnoruvido.comunicazioni visive<br />

Finito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> settembre 2011<br />

presso L.E.G.O. S.p.A. Stabilimento <strong>di</strong> Lavis (Tn)<br />

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Introduzione<br />

I segreti <strong>del</strong> cuoco<br />

Cosa s’intende quando si <strong>di</strong>ce che un piatto è stato preparato a regola<br />

d’arte? Se è ragionevo<strong>le</strong> supporre che l’arte risieda nell’abilità persona<strong>le</strong><br />

<strong>del</strong>l’esecutore, in che cosa consistono <strong>le</strong> rego<strong>le</strong>? Si potrebbe rispondere:<br />

nell’insieme <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni contenute nel<strong>le</strong> <strong>ricette</strong>. Vero ma incomp<strong>le</strong>to,<br />

perché l’autore <strong>del</strong>la ricetta non vol<strong>le</strong> descrivere l’arcano susseguirsi <strong>di</strong><br />

magiche alchimie, ma la successione raziona<strong>le</strong> <strong>di</strong> un certo numero <strong>di</strong><br />

“azioni controllate”.<br />

Nell’arte culinaria, in effetti, ogni gesto ha una sua intrinseca giustificazione:<br />

induce determinate trasformazioni chimiche e fisiche, obbe<strong>di</strong>sce<br />

a precise norme igieniche e possiede infine una propria logica interna<br />

che ne fissa lo scopo ed è squisitamente gastronomica. Esiste così<br />

un rapporto ben definito tra la scelta <strong>di</strong> un certo ingre<strong>di</strong>ente, l’adozione<br />

<strong>di</strong> una determinata tecnica <strong>di</strong> cottura, l’impiego <strong>di</strong> una particolare combinazione<br />

aromatica e l’effetto fina<strong>le</strong> che si vuol ottenere: <strong>le</strong> cognizioni<br />

che il cuoco possiede in proposito costituiscono allora il fondamento<br />

senza il qua<strong>le</strong> la cucina non potrebbe esser altro che l’inesplicabi<strong>le</strong> risultato<br />

<strong>di</strong> accostamenti fortuiti e azioni casuali.<br />

L’intento <strong>di</strong> questo libro è appunto quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgare il bagaglio tecnico<br />

<strong>di</strong> cui il cuoco fa uso quoti<strong>di</strong>ano e che non si trova nei comuni ricettari.<br />

Di per sé una ricetta si limita infatti a prescrivere una sequenza <strong>di</strong><br />

operazioni; quel che ho cercato <strong>di</strong> chiarire, invece, è ciò che sta a monte,<br />

ossia <strong>le</strong> ragioni <strong>di</strong> questi proce<strong>di</strong>menti.<br />

Si troveranno notizie, in<strong>di</strong>cazioni e suggerimenti su tutto ciò che può<br />

far la <strong>di</strong>fferenza in cucina: come ottenere il meglio da un alimento, come<br />

riconoscere la qualità e la freschezza, come scegliere con cognizione <strong>di</strong><br />

causa, come conciliare <strong>le</strong> esigenze <strong>del</strong> gusto e <strong>le</strong> necessità nutritive.<br />

Se la sua filosofia può esser racchiusa in un motto, questo potrebbe<br />

suonare così: poiché la natura ci impone <strong>di</strong> nutrirci, facciamolo nel migliore<br />

dei mo<strong>di</strong>, con criterio e con <strong>di</strong><strong>le</strong>tto, osservando tutti quegli accorgimenti<br />

che, quantunque piccoli, conseguano il massimo al<strong>le</strong>ttamento<br />

<strong>del</strong> palato nel rispetto <strong>del</strong>la salute.<br />

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Esaltare i sapori<br />

Le mie tecniche <strong>di</strong> cucina<br />

La cottura è un argomento <strong>del</strong>icato e centra<strong>le</strong> in cucina. Nella cucina classica<br />

gli chef quasi <strong>di</strong>stillavano gli umori dei cibi con cotture lunghissime,<br />

estenuanti e <strong>le</strong> salse non erano altro che un concentrato <strong>di</strong> sapori, che spesso<br />

si estraeva dagli scarti. Lo stesso accadeva per i bro<strong>di</strong>, che si ottenevano<br />

recuperando tutto ciò che sarebbe altrimenti andato a ma<strong>le</strong>. Le cotture erano<br />

molto lunghe perché la filosofia dominante era che l’arte culinaria fosse<br />

una ri-creazione degli ingre<strong>di</strong>enti, che dovevano risultare irriconoscibili<br />

sia nell’aspetto che nel sapore: non a caso il grande cuoco era soprattutto<br />

un grande saucier, un mago dei con<strong>di</strong>menti, ovvero dei nascon<strong>di</strong>menti che<br />

trasformano i prodotti naturali in prodotti culturali.<br />

Nella mia cucina, invece, la cottura perde questo ruolo centra<strong>le</strong> che<br />

viene occupato da altri e<strong>le</strong>menti, primo tra tutti la personalità degli<br />

ingre<strong>di</strong>enti.<br />

Senza buoni prodotti, non c’è buona cucina: i prodotti devono essere<br />

sani, coltivati o al<strong>le</strong>vati nella maniera giusta, preparati secondo <strong>le</strong> tecniche<br />

più accurate e rispettose per la salute <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo e <strong>del</strong>l’ambiente.<br />

Il prodotto è già <strong>di</strong> per sé espressione <strong>di</strong> cultura gastronomica.<br />

Le varietà <strong>di</strong> frutta, verdura, <strong>le</strong>gumi che compaiono sul<strong>le</strong> nostre tavo<strong>le</strong><br />

sono il risultato <strong>di</strong> secolari incroci; lo stesso va<strong>le</strong> per i bovini, gli ovini,<br />

il pollame, il pesce. Perciò la cottura non deve essere eccessiva, non deve<br />

trasformare ma rispettare, non deve <strong>di</strong>struggere il sapore primario ma<br />

metterlo in rilievo.<br />

Il tartufo per esempio, anche quello nero, non va cotto ma solo scaldato,<br />

in modo che possa sprigionare tutti i suoi aromi.<br />

I vegetali si possono mangiare cru<strong>di</strong>, perciò basta scottarli. Per quanto<br />

riguarda la cottura a vapore nei ristoranti non ha avuto molto successo,<br />

invece lo meriterebbe la cottura con il vapore affumicato, che aromatizza<br />

<strong>del</strong>icatamente gli ingre<strong>di</strong>enti. Per esempio il ramoscello <strong>del</strong> rosmarino<br />

dà risultati sorprendenti con il branzino; i riccioli <strong>di</strong> <strong>le</strong>gno <strong>di</strong> pero,<br />

bagnati con l’aceto <strong>di</strong> me<strong>le</strong>, regalano finezza al tonno fresco; il <strong>le</strong>gno <strong>di</strong><br />

abete con il mie<strong>le</strong> è ecceziona<strong>le</strong> con l’agnello.<br />

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Esaltare i sapori | 7<br />

Sono importanti il taglio e la regolarità <strong>del</strong>la carne, in questo la cucina<br />

giapponese è maestra. Va<strong>le</strong> lo stesso per il pesce: la cottura deve<br />

essere rapida, precisa, perché la <strong>di</strong>strazione rischia <strong>di</strong> far asciugare la<br />

polpa e <strong>di</strong> toglier<strong>le</strong> la fragranza. Ugualmente per la carne, che deve essere<br />

scottata velocemente, in modo da formare una crosticina all’esterno<br />

e conservare i liqui<strong>di</strong> all’interno. Per ottenere questo risultato ci sono<br />

un’infinità <strong>di</strong> pa<strong>del</strong><strong>le</strong> o casseruo<strong>le</strong>; oltre a quel<strong>le</strong> in acciaio stagnato,<br />

vanno considerate anche quel<strong>le</strong> <strong>di</strong> ferro antiaderenti, dato che quest’ultimo<br />

è un ottimo conduttore <strong>di</strong> calore.<br />

Se dovessi quin<strong>di</strong> riassumere il mio punto <strong>di</strong> vista, <strong>di</strong>rei che la cottura<br />

è l’arte <strong>di</strong> usare il calore per esaltare i sapori e non per mandarli in fumo.<br />

I 10 <strong>di</strong> A<strong>le</strong>ssandro <strong>Circiello</strong><br />

Ecco alcuni e<strong>le</strong>menti che a mio avviso meritano attenzione in cucina.<br />

Vanno posseduti, scelti o ponderati. I 10 sono consigli, non imperativi,<br />

che rif<strong>le</strong>ttono i miei gusti, alcune tendenze e <strong>le</strong> necessità in cucina <strong>di</strong><br />

ogni cuoco.<br />

10 strumenti necessari in una cucina<br />

1. tagliere<br />

2. coltelli <strong>di</strong> buona resistenza affilati<br />

3. frullatore a immersione – minipimer<br />

4. planetaria per impastare<br />

5. termometro sonda<br />

6. spato<strong>le</strong> <strong>di</strong> acciaio<br />

7. coltello spelucchino<br />

8. pinza inox multiuso<br />

9. pa<strong>del</strong><strong>le</strong> antiaderenti in ceramica<br />

10. pelapatate ad archetto in acciaio<br />

10 ingre<strong>di</strong>enti preferiti<br />

1. sali aromatizzati<br />

2. germogli<br />

3. carciofi<br />

4. baccalà<br />

5. fiori <strong>di</strong> zucca<br />

6. tonno<br />

7. erbe aromatiche<br />

8. paccheri<br />

9. riso Vialone Nano<br />

10. olio extravergine d’oliva<br />

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8 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

10 ingre<strong>di</strong>enti snobbati<br />

1. fave<br />

2. nero <strong>di</strong> seppia<br />

3. bieta<br />

4. pesce San Pietro<br />

5. quinto quarto o interiora (trippa, coda, coratella ecc.)<br />

6. volatili <strong>di</strong> picco<strong>le</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />

7. agretti<br />

8. puntarel<strong>le</strong><br />

9. alici<br />

10. orzo perlato<br />

10 ingre<strong>di</strong>enti da rivalutare<br />

1. pesce azzurro<br />

2. farro<br />

3. baccalà<br />

4. tacchino<br />

5. polpo<br />

6. cicerchia<br />

7. <strong>le</strong>nticchie<br />

8. ceci<br />

9. pollo<br />

10. varietà <strong>di</strong> patate<br />

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Consigli pratici<br />

e osservazioni culinarie<br />

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Questo libro raccoglie conoscenze, tecniche e informazioni apprese sul<br />

campo in anni <strong>di</strong> esperienza nel<strong>le</strong> cucine <strong>di</strong> molti ristoranti.<br />

Nella prima parte troverete consigli e informazioni per conoscere meglio<br />

i cibi che avete cucinato stagione dopo stagione, li guarderete con<br />

occhi nuovi. Se non ci credete, andate a scoprire la Bintje, la regina <strong>del</strong><strong>le</strong><br />

patate. Poi potrete apprendere come si fa un brodo e decidere <strong>di</strong> non usare<br />

mai più nessun dado, potrete scoprire la stagionalità dei pesci e scegliere<br />

senza inganno dal vostro pescivendolo <strong>le</strong> primizie giuste per una <strong>del</strong>iziosa<br />

cena in primavera.<br />

Non troverete tutto su ogni ingre<strong>di</strong>ente e<strong>di</strong>bi<strong>le</strong>, ma una personalissima<br />

raccolta <strong>di</strong> quanto a oggi mi pare essenzia<strong>le</strong> conoscere per chi ambisce<br />

a mettersi ai fornelli e de<strong>di</strong>care tempo e passione a cucinare per sé e per i<br />

suoi commensali.<br />

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Tecniche <strong>di</strong> cottura<br />

Nell’arte culinaria esistono proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cottura applicabili a <strong>di</strong>versi<br />

generi <strong>di</strong> alimenti. Si tratta <strong>di</strong> tecniche generali, spesso conosciute sin<br />

dagli albori <strong>del</strong>la civiltà, co<strong>di</strong>ficate e perfezionate nel tempo. Esse costituiscono<br />

i ru<strong>di</strong>menti basilari senza i quali la cucina (per lo meno nella<br />

forma in cui ci è nota) non potrebbe esistere.<br />

Rosolare: questione <strong>di</strong> rapporti<br />

Lo scopo <strong>del</strong>la rosolatura è <strong>di</strong> provocare la formazione <strong>di</strong> uno strato protettivo<br />

che impe<strong>di</strong>sca la fuoriuscita dei succhi nutritivi contenuti in un<br />

alimento.<br />

I principi <strong>del</strong>la corretta rosolatura si fondano su rigorosi rapporti. Il<br />

primo è quello che intercorre tra la <strong>di</strong>mensione <strong>del</strong>l’alimento e il <strong>di</strong>ametro<br />

<strong>del</strong>la casseruola: se quest’ultimo è eccessivamente ampio, la superficie<br />

<strong>di</strong> grasso che rimane scoperta tenderà a bruciare; viceversa, se il cibo<br />

è troppo ammassato si formerà <strong>del</strong> vapore che lo farà stufare anziché<br />

rosolare a dovere.<br />

Il secondo concerne la quantità <strong>di</strong> calore richiesta dal tipo <strong>di</strong> con<strong>di</strong>mento<br />

impiegato: ogni grasso tol<strong>le</strong>ra infatti una determinata temperatura<br />

oltre la qua<strong>le</strong> brucia, <strong>di</strong>venendo in<strong>di</strong>gesto. D’altra parte, al <strong>di</strong> sotto<br />

<strong>di</strong> una certa temperatura il cibo non rosola.<br />

Il terzo, infine, riguarda la proporzione tra l’intensità <strong>del</strong>la fiamma<br />

e lo spessore <strong>del</strong>la casseruola: il giusto spessore è quello che consente<br />

alla casseruola, una volta che essa abbia accumulato il calore necessario,<br />

<strong>di</strong> mantenerlo quando vi s’inserisca l’alimento. In caso contrario<br />

quest’ultimo provocherebbe un abbassamento <strong>del</strong>la temperatura con<br />

la conseguenza <strong>di</strong> rendere “stopposa” una carne <strong>di</strong> cui la preparazione<br />

corretta avrebbe invece salvaguardato la tenerezza grazie alla crosticina<br />

<strong>del</strong>la rosolatura.<br />

Sarà allora chiaro che una volta scelta la casseruola <strong>del</strong> <strong>di</strong>ametro e<br />

<strong>del</strong>lo spessore adeguato e stabilito qua<strong>le</strong> grasso convenga impiegare,<br />

la quantità <strong>di</strong> calore necessaria per rosolare rimane la stessa in<strong>di</strong>pen-<br />

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12 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

dentemente dalla natura <strong>del</strong>l’alimento da cuocere. In tal modo solo i<br />

tempi <strong>di</strong> cottura varieranno vo<strong>le</strong>ndo cucinare, per esempio, un fi<strong>le</strong>tto<br />

<strong>di</strong> bue o una costo<strong>le</strong>tta <strong>di</strong> vitello.<br />

Per quanto riguarda poi il grado <strong>di</strong> rosolatura, personalmente ritengo<br />

che quello consentito dall’olio extravergine d’oliva sia sufficiente<br />

anche per <strong>le</strong> carni rosse. Non con<strong>di</strong>vido infatti la pre<strong>di</strong><strong>le</strong>zione che alcuni<br />

accordano alla carne “abbrustolita”, su cui si è formata una vera<br />

e propria crosta superficia<strong>le</strong>. Detto per inciso, anche la cottura sulla<br />

griglia, contrariamente a quel che si crede, deve evitare una smodata<br />

quantità <strong>di</strong> calore: la caratteristica striatura che il ferro produce sulla<br />

carne non deve mai <strong>di</strong>ventare nera, perché così si carbonizza l’alimento<br />

e si <strong>di</strong>struggono <strong>le</strong> sue fibre.<br />

In fatto <strong>di</strong> rosolatura, non v’è dubbio che i migliori risultati si ottengono<br />

utilizzando casseruo<strong>le</strong> <strong>di</strong> rame stagnato (<strong>del</strong>lo spessore <strong>di</strong> 3,5 millimetri).<br />

Il rame è, infatti, un eccel<strong>le</strong>nte conduttore <strong>di</strong> calore, mentre lo<br />

spessore ragguardevo<strong>le</strong> consente <strong>di</strong> mantenerne la quantità necessaria.<br />

Lo stagno, per parte sua, non attacca, non altera il sapore dei cibi e, prerogativa<br />

non trascurabi<strong>le</strong>, possiede quel calore “matto” che permette <strong>di</strong><br />

controllare <strong>le</strong> varie fasi <strong>del</strong>la cottura.<br />

L’arrosto<br />

All’inizio si usava lo spiedo, poi vennero forni e fornelli e gli arrosti si<br />

moltiplicarono. Il principio è unico: sottoporre la carne all’azione <strong>del</strong> calore<br />

intenso per sigillarne i pori e imprigionarne i succhi all’interno; <strong>di</strong>minuire<br />

quin<strong>di</strong> la temperatura per consentire la penetrazione <strong>del</strong> calore,<br />

va<strong>le</strong> a <strong>di</strong>re la cottura.<br />

Tralasciando l’ineguagliato seppur scomodo metodo <strong>del</strong>lo spiedo, la<br />

rosolatura inizia<strong>le</strong> potrà essere effettuata in casseruola (sul fuoco <strong>del</strong><br />

fornello) oppure <strong>di</strong>rettamente in forno (soluzione più adatta ai bocconi<br />

<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni). In quest’ultimo caso il forno dev’essere preriscaldato<br />

a una temperatura e<strong>le</strong>vata (250° all’incirca) e il boccone unto con<br />

un grasso capace <strong>di</strong> reggerla: il solo burro non va bene perché brucerebbe.<br />

Se la rosolatura inizia<strong>le</strong> avviene invece sul fornello, il burro può essere<br />

impiegato giacché la cottura proseguirà in forno a una temperatura<br />

tol<strong>le</strong>rata da questo grasso. Qua<strong>le</strong> che sia la tecnica adottata, a rosolatura<br />

eseguita il pezzo cuoce sui 180°, irrorato costantemente con il grasso che<br />

cola (senza questa in<strong>di</strong>spensabi<strong>le</strong> operazione lo strato superficia<strong>le</strong> seccherebbe<br />

senza rime<strong>di</strong>o). D’altra parte l’arrosto non va nutrito se non <strong>di</strong><br />

grasso: ogni altro liquido, infatti, scioglierebbe la crosticina superficia<strong>le</strong><br />

provocata dalla rosolatura, snaturando <strong>le</strong> caratteristiche <strong>del</strong>l’arrosto. Infine,<br />

per ottenere una cottura uniforme sotto la sola azione <strong>del</strong> calore, è<br />

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Tecniche <strong>di</strong> cottura | 13<br />

bene appoggiare il pezzo <strong>di</strong>rettamente sulla gratella <strong>del</strong> forno, anziché<br />

su una teglia che provocherebbe la formazione <strong>di</strong> vapori.<br />

Come riconoscere il momento in cui è giunto il tempo <strong>di</strong> estrarre l’arrosto<br />

dal forno? Per il pollame il metodo è e<strong>le</strong>mentare: lo s’inclina e si controlla<br />

il colore <strong>del</strong> liquido che fuoriesce. Se è rosato, l’arrosto non è ancora<br />

pronto; se è limpido e incolore, è giunto a cottura; se, infine, non esce alcun<br />

liquido, l’arrosto è stato cotto troppo e la carne risulterà asciutta e stopposa.<br />

Riferendosi al precedente metro <strong>di</strong> valutazione, si potrà anche pungere<br />

la coscia <strong>del</strong>l’anima<strong>le</strong> e controllare il colore <strong>del</strong> liquido che ne fuoriesce:<br />

quest’ultimo metodo va<strong>le</strong> per tutti i capi <strong>di</strong> carne bianca (maia<strong>le</strong>, vitello,<br />

coniglio ecc.). Per <strong>le</strong> carni rosse questa tecnica è sconsigliabi<strong>le</strong> perché provocherebbe<br />

una fuoriuscita <strong>di</strong> sangue. Queste, infatti, non debbono mai<br />

essere infilzate né durante la cottura né quando sono affettate (il forchettone<br />

che tiene fermo il pezzo vi verrà semplicemente appoggiato sopra).<br />

Il grado <strong>di</strong> cottura si riconosce tastando la carne, che – quand’è cotta – risulta<br />

elastica: se non offre resistenza al tatto, è ancora cruda; se ne offre<br />

troppa, la cottura è stata eccessiva.<br />

L’ultima fondamenta<strong>le</strong> regola da osservare per ottenere un arrosto<br />

perfetto consiste nel far riposare il pezzo a cottura ultimata per<br />

mezz’ora o più secondo <strong>le</strong> <strong>di</strong>mensioni. Durante la cottura, infatti, il calore<br />

ha compresso il sangue e i succhi al centro <strong>del</strong>la massa <strong>di</strong> carne ed<br />

è necessario dar loro tempo perché possano rifluire verso l’esterno e<br />

far sì che l’arrosto presenti una cottura uniforme. Questa precauzione<br />

è tanto più necessaria quando si tratti <strong>di</strong> carni rosse: affettando un arrosto<br />

“al sangue” subito dopo l’estrazione dal forno, i succhi e il sangue<br />

concentrati all’interno si perderebbero senza rime<strong>di</strong>o mentre l’arrosto<br />

sarebbe quasi crudo al centro, secco in superficie e per nulla tenero. Lasciato<br />

invece riposare, prenderà una colorazione uniforme (è questo il<br />

segreto dei roast beef perfettamente rosati), mentre <strong>le</strong> fibre muscolari<br />

hanno il tempo <strong>di</strong> rilassarsi, rendendo così tenera la carne. Beninteso,<br />

in questa fase <strong>di</strong> riposo il pezzo non va fatto raffreddare: ricoperto con<br />

un foglio d’alluminio o un recipiente, verrà posto su un piatto caldo o<br />

in uno scaldavivande.<br />

Friggere<br />

Per ottenere una frittura degna <strong>di</strong> questo nome la scelta <strong>del</strong> grasso è<br />

d’importanza capita<strong>le</strong>. Ma qua<strong>le</strong> olio conviene impiegare? È bene tener<br />

presente che ogni grasso ha uno specifico grado <strong>di</strong> tol<strong>le</strong>rabilità <strong>del</strong> calore<br />

(il cosiddetto “punto <strong>di</strong> fumo”) <strong>di</strong> là dal qua<strong>le</strong> alcune sue componenti si<br />

decompongono e lo rendono poco <strong>di</strong>geribi<strong>le</strong>, perché si forma l’acro<strong>le</strong>ina,<br />

sostanza in<strong>di</strong>gesta per il fegato. Perciò, per friggere in profon<strong>di</strong>tà (che<br />

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14 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

vuol <strong>di</strong>re a temperature e<strong>le</strong>vate), occorrerà regolarsi <strong>di</strong> conseguenza: l’olio<br />

d’oliva oppure l’olio <strong>di</strong> palma, per esempio, sono inadatti allo scopo.<br />

Pure gli oli <strong>di</strong> semi vari sono da sconsigliare, perché <strong>le</strong> percentuali d’olio<br />

poco resistenti al calore abbassano il punto <strong>di</strong> fumo comp<strong>le</strong>ssivo. L’olio<br />

d’oliva <strong>di</strong> bassa aci<strong>di</strong>tà (extravergine e sopraffino vergine), sopportando<br />

bene il calore, è consigliabi<strong>le</strong>. Mentre l’olio d’arachide, che tol<strong>le</strong>ra i 200°,<br />

è un buon grasso per questo scopo.<br />

Tra <strong>le</strong> fritture a immersione esiste una <strong>di</strong>stinzione fondamenta<strong>le</strong>: <strong>le</strong><br />

fritture a temperatura e<strong>le</strong>vata e quel<strong>le</strong> a temperatura me<strong>di</strong>a. Le prime,<br />

dai 180° a seconda <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>di</strong>mensioni dei pezzi, si usano per cibi che richiedono<br />

cotture brevi e necessitano <strong>del</strong>l’imme<strong>di</strong>ata formazione <strong>del</strong>la<br />

rosolatura superficia<strong>le</strong>, come i pesci <strong>di</strong> picco<strong>le</strong> <strong>di</strong>mensioni, i cibi impanati<br />

o avvolti in pastella, il cui involucro deve soli<strong>di</strong>ficare subito per poter<br />

risultare croccante e non assorbire materia grassa. La temperatura<br />

e<strong>le</strong>vata si riconosce dal crepitio che il grasso produce lasciandovi cadere<br />

una goccia d’acqua o un oggetto umido.<br />

Una frittura a temperatura me<strong>di</strong>a (140°) è invece adatta al<strong>le</strong> verdure<br />

e alla frutta <strong>di</strong> cui è necessario far evaporare l’acqua <strong>di</strong> vegetazione per<br />

ottenere un fritto croccante (per la stessa ragione si impanano o si avvolgono<br />

nella pastella solo vegetali già cotti). Questa frittura <strong>le</strong>ggera si<br />

applica anche ai pesci non troppo piccoli o più in genera<strong>le</strong> agli alimenti<br />

che per cuocere richiedono la penetrazione <strong>del</strong> calore all’interno. A 180°,<br />

infatti, un pesce <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni brucerebbe all’esterno o rimarrebbe<br />

crudo internamente. I cinesi, maestri <strong>del</strong><strong>le</strong> fritture, preferiscono<br />

adottare in questo frangente un metodo <strong>di</strong>verso: per cuocere un pesce <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni ragguardevoli, ne incidono obliquamente i fi<strong>le</strong>tti fino alla lisca<br />

in più punti. Tenendo il pesce per la coda, esso si apre allora a ventaglio.<br />

Con un mestolo versano l’olio bol<strong>le</strong>nte nel<strong>le</strong> incisioni fino a cottura.<br />

La frittura a me<strong>di</strong>a temperatura può anche costituire un inizio <strong>di</strong> cottura<br />

e proseguire poi a calore più sostenuto: così si preparano, per esempio,<br />

<strong>le</strong> patate fritte.<br />

Per friggere a temperatura e<strong>le</strong>vata è sempre consigliabi<strong>le</strong> cuocere in immersione:<br />

i pezzi non potrebbero altrimenti risultare croccanti né cuocere<br />

uniformemente, ma finirebbero con l’attaccarsi gli uni agli altri restando<br />

molli e imbevuti <strong>di</strong> materia grassa. Detto per inciso, quando asciugate una<br />

frittura sulla carta assorbente (per eliminare l’eccedenza <strong>di</strong> grasso), evitate<br />

<strong>di</strong> coprirla: si creerebbe <strong>del</strong>l’umi<strong>di</strong>tà, compromettendo la sua croccantezza.<br />

L’olio <strong>di</strong> frittura può essere riutilizzato a con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> essere filtrato<br />

dopo ogni uso attraverso un colino fine o un telo. Va sostituito quando<br />

presenta un aumento <strong>di</strong> viscosità, colore scuro, e in cottura produce un<br />

eccesso <strong>di</strong> schiuma fine e giallastra che tende a debordare dalla friggitrice.<br />

Per rispetto <strong>del</strong> palato, tuttavia, ci si asterrà dall’impiegare l’olio<br />

in cui si è fritto <strong>del</strong> pesce per cuocervi alimenti <strong>di</strong> genere <strong>di</strong>verso (anzi,<br />

sarebbe bene riservare al pesce anche un recipiente <strong>di</strong> cottura esclusivo).<br />

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Tecniche <strong>di</strong> cottura | 15<br />

Il fritto perfetto non deve risultare marroncino, ma color nocciola, in<strong>di</strong>zio<br />

<strong>di</strong> corretta cottura e olio pulito. Un’ultima annotazione sul gusto:<br />

per non correre il rischio <strong>di</strong> appiattirlo, sarebbe sempre opportuno alternare<br />

a una frittura una salsa o un contorno che ne spezzino la monotonia.<br />

Non è un caso se la cucina orienta<strong>le</strong> accompagna i fritti con salse<br />

piccanti o agrodolci; possiamo sostituir<strong>le</strong> con salse <strong>di</strong> pomodoro o alla<br />

crema, oppure con un’insalata o <strong>del</strong><strong>le</strong> verdure cotte in umido.<br />

L’impanatura<br />

Sembra faci<strong>le</strong> impanare una carne o un arancino prima <strong>di</strong> friggerlo… Il<br />

proce<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>l’impanatura si adatta ai tagli teneri <strong>del</strong><strong>le</strong> carni bianche.<br />

Inadatte, invece, <strong>le</strong> carni rosse al sangue, che inumi<strong>di</strong>scono la panatura<br />

mentre cuociono e <strong>le</strong> impe<strong>di</strong>scono <strong>di</strong> <strong>di</strong>venire croccante. Anche i<br />

pesci possono essere impanati anche senza l’uovo come collante.<br />

Come regolarsi nella scelta <strong>del</strong> pane? È bene impiegare la sola mollica<br />

<strong>di</strong> un pane <strong>le</strong>ggermente raffermo.<br />

Crosta e pane secco tendono a indurirsi durante la rosolatura. Personalmente<br />

pre<strong>di</strong>ligo la mollica <strong>di</strong> pan carré setacciata (anziché grattugiata)<br />

quando è ancora tenera.<br />

Il pezzo da cuocere viene passato nell’uovo sbattuto (tuorlo e albume),<br />

poi nel pan grattato, premendo bene per ottenere la necessaria<br />

aderenza, e quin<strong>di</strong> viene scrollato per eliminare il superfluo. Poiché la<br />

rosolatura esterna e la cottura interna procedono simultaneamente, il<br />

calore <strong>del</strong> fornello dovrà consentire all’alimento <strong>di</strong> cuocere, senza che<br />

la panatura si annerisca. Infine, che tipo <strong>di</strong> grasso conviene impiegare?<br />

Tenendo conto che la panatura tende a impregnarsi <strong>del</strong> suo sapore, l’olio<br />

extravergine d’oliva a mio avviso è tra i migliori grassi per ottenere un<br />

risultato vincente, giusto equilibrio calorico, <strong>di</strong> gusto, e consistenza fina<strong>le</strong>,<br />

per la sua finezza, appare il più adatto, soprattutto nel caso <strong>di</strong> carni e<br />

pesci dal gusto <strong>del</strong>icato.<br />

Frittura cinese o giapponese<br />

In un fritto degno <strong>del</strong> proprio nome, la pastella deve essere rigonfia o sotti<strong>le</strong>?<br />

E il cibo all’interno morbido o croccante? Se <strong>le</strong> fritture nostrane si arrovellano<br />

sull’annoso <strong>di</strong><strong>le</strong>mma, adottando perlopiù soluzioni <strong>di</strong> compromesso,<br />

la cucina orienta<strong>le</strong> ha saputo sciogliere il dualismo gastronomico<br />

in una <strong>di</strong>plomatica spartizione in zone d’influenza. In effetti, sposando<br />

due cause <strong>di</strong>stinte, Cina e Giappone hanno affinato tecniche a impensabili<br />

livelli <strong>di</strong> perfezione. La pastella cinese, barocca e mimetizzante, si gonfia<br />

in cottura come un bignè per cuocere l’alimento (sia pesce, carne, frutta e<br />

verdura) comodamente protetto all’interno, con una <strong>del</strong>icatezza parago-<br />

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16 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

nabi<strong>le</strong> solo alla cottura al vapore. Al termine si ottiene un piacevolissimo<br />

contrasto tra la croccantezza <strong>del</strong>l’involucro e la morbidezza <strong>del</strong> cibo che<br />

vi è racchiuso. Per raggiungere questo risultato è necessario incorporare<br />

all’impasto (composto <strong>di</strong> farina, acqua o ghiaccio) agenti <strong>di</strong>latanti quali<br />

albumi montati a neve, bicarbonato o, al posto <strong>del</strong>l’acqua, la birra. Nessuno<br />

<strong>di</strong> loro sortisce effetti <strong>di</strong>rompenti quanto il lievito <strong>di</strong> birra.<br />

Diverso è lo sti<strong>le</strong> <strong>del</strong>la pastella giapponese, ridotta a un impalpabi<strong>le</strong><br />

rivestimento protettivo, che ha lo scopo <strong>di</strong> risparmiare al cibo la<br />

vio<strong>le</strong>nza <strong>del</strong> contatto con il grasso ad alta temperatura. La crosticina<br />

<strong>di</strong> pastella che si forma in superficie serve infatti a sostituire quella<br />

che, a detrimento <strong>del</strong> sapore natura<strong>le</strong> <strong>del</strong>l’alimento, si formerebbe<br />

immergendolo spoglio nella frittura. Come un abito pulviscolare, sobrio<br />

ed essenzia<strong>le</strong>, la pastella nipponica lascia trasparire la forma e il<br />

colore degli alimenti. Se appare più <strong>le</strong>ggera alla prova <strong>del</strong> palato, lo è<br />

sicuramente in fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>gestione. Il suo segreto sta nella lavorazione<br />

a freddo. Si prepara così: dopo aver versato un tuorlo d’uovo in una<br />

tazza, riempita d’acqua ghiacciata, va amalgamata alla stessa quantità<br />

<strong>di</strong> farina. Mescolare <strong>del</strong>icatamente e per breve tempo, quel tanto che<br />

basta affinché gli ingre<strong>di</strong>enti si amalgamino (non importa se si forma<br />

qualche grumo: si scol<strong>le</strong>rà dal fritto durante la cottura). L’ingre<strong>di</strong>ente<br />

prescelto, asciutto, spolverato <strong>di</strong> fecola e intinto nella pastella, si tuffa<br />

nell’olio caldo. La pastella riesce altrettanto bene escludendo il tuorlo:<br />

l’essenzia<strong>le</strong> è lavorare gli ingre<strong>di</strong>enti al freddo: a questo scopo un uti<strong>le</strong><br />

accorgimento è quello <strong>di</strong> impastarli in una bacinella inserita in un<br />

recipiente riempito <strong>di</strong> ghiaccio tritato, o ad<strong>di</strong>rittura aggiungendo dei<br />

cubetti <strong>di</strong> ghiaccio alla pastella stessa.<br />

Al vapore<br />

Ci si può cucinare <strong>di</strong> tutto: verdure, pesci, carni (soprattutto quel<strong>le</strong> magre):<br />

i cinesi l’adoperano per i ravioli; i giapponesi persino per <strong>le</strong> uova.<br />

Semplice ed economica, l’esposizione al vapore è la tecnica <strong>di</strong> cottura<br />

che meno altera il sapore natura<strong>le</strong> dei cibi. A <strong>di</strong>fferenza <strong>del</strong>la bollitura<br />

(cui resta peraltro strettamente imparentata), essa impe<strong>di</strong>sce la<br />

<strong>di</strong>spersione nell’e<strong>le</strong>mento liquido <strong>del</strong><strong>le</strong> sostanze nutritive contenute<br />

nell’alimento, che viene così sottoposto all’azione <strong>del</strong> calore senza dover<br />

sacrificare nessuno dei suoi succhi e umori.<br />

L’e<strong>le</strong>mento liquido può essere neutro (semplice acqua bol<strong>le</strong>nte) oppure<br />

aromatizzato. Nel secondo caso l’alimento s’impregna dei vapori aromatici<br />

<strong>del</strong> fluido prescelto (brodo, vino, erbe aromatiche o altro) che concorrono<br />

ad arricchirne il sapore. Per esempio, vo<strong>le</strong>ndo cuocere un pollo<br />

si potrà utilizzare il vapore <strong>di</strong> un brodo vegeta<strong>le</strong> a base <strong>di</strong> cipol<strong>le</strong>, sedano,<br />

carota ed erbe odorose, così come un fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> sogliola o <strong>del</strong><strong>le</strong> code <strong>di</strong><br />

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Tecniche <strong>di</strong> cottura | 17<br />

scampi che si prestano altrettanto felicemente a essere cucinate nel vapore<br />

<strong>di</strong> un fumetto <strong>di</strong> pesce. Al termine <strong>del</strong>la cottura il liquido aromatico<br />

potrà essere recuperato come base <strong>del</strong>la salsa d’accompagnamento.<br />

Per portare correttamente a termine la cottura è necessario che l’alimento<br />

prescelto resti sospeso in modo da evitargli il contatto con il liquido<br />

in ebollizione. Il mezzo <strong>di</strong> sostegno (solitamente una gratella metallica<br />

o in bambù) deve consentire il passaggio <strong>del</strong> vapore, mentre un<br />

coperchio lo trattiene all’interno <strong>del</strong> recipiente in modo che l’alimento<br />

ne resti comp<strong>le</strong>tamente immerso. Per garantire una cottura regolare si<br />

eviterà infine l’ammassamento <strong>del</strong> cibo.<br />

A parte i forni professionali a vapore, esistono <strong>di</strong>versi utensili che,<br />

rispettando queste rego<strong>le</strong> basilari, consentono <strong>di</strong> ottenere risultati impeccabili.<br />

In commercio si trovano pento<strong>le</strong> adeguate a questo tipo <strong>di</strong> cottura<br />

(prima <strong>del</strong>l’acquisto controllate che il recipiente possa contenere<br />

liquido a sufficienza per cotture prolungate, come quel<strong>le</strong> <strong>del</strong> pollame o<br />

<strong>del</strong><strong>le</strong> patate, pur restando al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> livello <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a).<br />

Impareggiabili per praticità ed economia, i cestelli cinesi <strong>di</strong> bambù:<br />

si possono inserire, immersi nell’acqua per metà altezza, in qualsiasi<br />

recipiente capace <strong>di</strong> contenerli e ne trovate <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso <strong>di</strong>ametro. Si possono<br />

incastonare uno sopra l’altro e sono molto resistenti, nonostante<br />

<strong>le</strong> apparenze. Adoperando un cestello nuovo, si avrà l’avvertenza <strong>di</strong><br />

evitare al cibo il contatto <strong>di</strong>retto con il bambù, che potrebbe alterarne<br />

il sapore (basterà frapporgli qualche foglia d’insalata o un tovagliolo).<br />

Con l’uso il bambù non lascerà più alcun odore.<br />

In umido: brasato, stufato e stracotto<br />

Lo scopo <strong>del</strong><strong>le</strong> cotture in umido è quello <strong>di</strong> provocare uno “scambio aromatico”<br />

tra il liquido (vino, brodo, pomodoro o altro) in cui viene cucinato<br />

l’alimento e l’alimento stesso, sia esso vegeta<strong>le</strong> o anima<strong>le</strong>. Sottoposto<br />

a una cottura <strong>le</strong>nta a fuoco basso in un tegame coperto, il cibo s’impregna<br />

dei vapori che si creano all’interno <strong>del</strong> recipiente, cedendo nel contempo<br />

succhi e umori al liquido <strong>di</strong> cottura, che si trasforma così in un<br />

intingolo sempre più ricco e saporito.<br />

Nella fattispecie “brasato” e “stufato” in<strong>di</strong>cano due proce<strong>di</strong>menti<br />

<strong>di</strong> cottura simili ma non equiva<strong>le</strong>nti. Sebbene il <strong>le</strong>ssico culinario sia al<br />

riguardo alquanto controverso, almeno in Italia si conviene <strong>di</strong> riservare il<br />

primo termine al<strong>le</strong> cotture in umido che prevedono la rosolatura preliminare<br />

<strong>del</strong> pezzo, il secondo a quel<strong>le</strong> che la escludono (lo stufato può essere<br />

così definito un “brasato in bianco”). Lo “stracotto” è invece uno stufato <strong>di</strong><br />

carne dalla cottura protratta a lungo: la carne, che ha ormai ceduto al sugo<br />

tutto il suo sapore, risulta allora estremamente tenera e friabi<strong>le</strong>.<br />

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18 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Mentre la stufatura è in<strong>di</strong>cata per i pesci e gli ortaggi (ne sono un<br />

esempio i guazzetti <strong>di</strong> pesce in olio e acqua o pomodoro, <strong>le</strong> stesse zuppe<br />

<strong>di</strong> pesce e <strong>le</strong> infinite varietà <strong>di</strong> verdure in umido), nel caso <strong>del</strong><strong>le</strong> carni la<br />

brasatura fornisce risultati superiori.<br />

La rosolatura rende infatti la carne e il sugo <strong>di</strong> accompagnamento<br />

più gustosi e saporiti, migliora il colore <strong>del</strong>la pietanza e ral<strong>le</strong>nta la<br />

fuoriuscita dei succhi nutritivi cosicché <strong>le</strong> parti muscolose e ricche <strong>di</strong><br />

gelatina si sciolgano prima che l’alimento abbia ceduto tutti gli umori.<br />

In tal modo al termine <strong>del</strong>la cottura la carne risulterà morbida ma non<br />

sfibrata, ancora ricca <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà e <strong>di</strong> sapore. Effettuata la rosolatura,<br />

si uniscono <strong>le</strong> verdure e si lasciano insaporire (verdure e odori vanno<br />

dosati con parsimonia). Scolata l’eccedenza <strong>di</strong> grasso, si bagna con il<br />

liquido aromatico prescelto: vino (in cui si è eventualmente lasciato<br />

marinare il pezzo), brodo, fondo <strong>di</strong> vitello o salsa <strong>di</strong> pomodoro. Si lascia<br />

sobbollire pigramente con la casseruola coperta sino a che la carne è<br />

<strong>di</strong>venuta tenera e il piatto, in un paziente e progressivo amalgamarsi<br />

dei sapori, ha guadagnato corpo e carattere.<br />

Per portare felicemente a conclusione la cottura <strong>di</strong> un brasato, due<br />

precauzioni sono degne <strong>di</strong> essere ricordate. Innanzitutto, una volta che<br />

la carne sia cotta, si dovrà sgrassare il sugo. In caso contrario questo,<br />

riuscendo in<strong>di</strong>gesto, guasterebbe l’armonia <strong>di</strong> sapori in cui è racchiusa<br />

la riuscita <strong>del</strong> piatto. Basterà allora lasciar affiorare il grasso in superficie<br />

(inclinando <strong>le</strong>ggermente il recipiente <strong>di</strong> cottura) e raccoglierlo poco<br />

per volta con un cucchiaio. Inoltre va evitata la consuetu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> ispessire<br />

il sugo <strong>di</strong> accompagnamento con <strong>le</strong> verdure passate. A cottura ultimata<br />

<strong>le</strong> verdure hanno infatti ceduto al sugo tutto ciò che potevano dargli:<br />

incorporando<strong>le</strong> alla salsa esse non potrebbero che intorbi<strong>di</strong>rla, nell’aspetto<br />

e nel gusto, e, se dovesse essere conservata, finirebbero pure con<br />

l’inaci<strong>di</strong>rla. È invece una buona regola sostituire <strong>le</strong> verdure brasate insieme<br />

alla carne con verdure fresche stufate all’ultimo momento.<br />

Al sa<strong>le</strong><br />

Oltre a essere il più antico e il più <strong>di</strong>ffuso tra i con<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cucina e gli<br />

agenti <strong>di</strong> conservazione dei cibi, il sa<strong>le</strong> è anche utilizzabi<strong>le</strong> come mezzo<br />

per cuocere. Il principio è il medesimo <strong>del</strong><strong>le</strong> cotture al cartoccio o in crosta:<br />

il pezzo da cuocere, avvolto da una coltre <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> marino integra<strong>le</strong><br />

grosso, viene infornato a temperatura sostenuta; durante la cottura il<br />

sa<strong>le</strong> soli<strong>di</strong>fica creando un involucro isolante che trattiene succhi e umori<br />

(che è <strong>di</strong>re tutti gli aromi) all’interno <strong>del</strong>l’alimento. Al sa<strong>le</strong> si può mescolare<br />

<strong>del</strong>l’albume d’uovo montato a neve ferma per farlo aderire meglio<br />

al prodotto da cuocere.<br />

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Tecniche <strong>di</strong> cottura | 19<br />

Questo metodo è particolarmente adatto alla cottura <strong>del</strong> pollame: cosparso<br />

il fondo <strong>di</strong> una casseruola <strong>di</strong> uno strato <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>, non resta che <strong>di</strong>sporvi<br />

sopra l’anima<strong>le</strong> e ricoprirlo comp<strong>le</strong>tamente <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> (<strong>le</strong>ggermente<br />

inumi<strong>di</strong>to, per farlo meglio aderire) per uno spessore <strong>di</strong> circa due <strong>di</strong>ta.<br />

Per un pollo <strong>di</strong> un chilo e mezzo calcolate 90 minuti <strong>di</strong> cottura a 220°.<br />

Senza alcuna aggiunta <strong>di</strong> grassi, alla fine il pollo risulterà dorato come<br />

se fosse stato arrostito, <strong>le</strong> sue carni straor<strong>di</strong>nariamente tenere e saporite<br />

(e pure salate a puntino).<br />

Seguendo il medesimo proce<strong>di</strong>mento è possibi<strong>le</strong> cuocere egregiamente<br />

anche il pesce e la carne (un carré d’agnello o un roast beef, per<br />

esempio). In quest’ultimo caso, tuttavia, non essendo <strong>le</strong> carni protette<br />

dalla pel<strong>le</strong>, è preferibi<strong>le</strong> far precedere la cottura in crosta da una rosolatura<br />

in casseruola, in modo da sigillare i pori <strong>del</strong>la carne e imprigionarne<br />

i succhi; il guscio <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> ne impe<strong>di</strong>rà la fuoriuscita durante la cottura<br />

(senza questa precauzione, in effetti, sotto il sa<strong>le</strong> la carne tenderebbe a<br />

stufare piuttosto che ad arrostire).<br />

Persino un tartufo nero, in stagione (metà gennaio-fine marzo), può<br />

essere cotto con grande sod<strong>di</strong>sfazione in crosta <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> (per un tartufo<br />

<strong>di</strong> 40 grammi, occorreranno circa 50 minuti): i profumi racchiusi all’interno<br />

si sprigioneranno impetuosi al momento <strong>del</strong> consumo. Gustatelo<br />

accompagnato da burro e crostini.<br />

Una tecnica inversa <strong>di</strong> cottura al sa<strong>le</strong> è quella <strong>di</strong> mettere <strong>del</strong> sa<strong>le</strong><br />

grosso in pa<strong>del</strong>la con erbe aromatiche e <strong>di</strong>sporvi sopra un trancio sfi<strong>le</strong>ttato<br />

<strong>di</strong> pesce con <strong>del</strong>la scorza <strong>di</strong> agrumi. Questa modalità <strong>di</strong> cottura<br />

in<strong>di</strong>retta, non a contatto con la pa<strong>del</strong>la, è molto <strong>del</strong>icata e assomiglia<br />

a quella al vapore.<br />

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Fon<strong>di</strong>, bro<strong>di</strong>, spezie<br />

Concentrati <strong>di</strong> sapore ricavati da parti <strong>di</strong> scarto, i fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> cucina ne rivelano<br />

<strong>le</strong> segrete virtù. Si chiamano “fon<strong>di</strong>” perché sono la base <strong>di</strong> numerose<br />

preparazioni. Pietra angolare <strong>del</strong><strong>le</strong> gran<strong>di</strong> salse, rappresentano il marchio<br />

<strong>di</strong> fabbrica <strong>del</strong>l’alta cucina; i piatti importanti e molto strutturati, che necessitano<br />

<strong>di</strong> carattere, recano tutti la loro impronta.<br />

Il fondo<br />

I fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> cucina si <strong>di</strong>stinguono in fon<strong>di</strong> veri e propri, e <strong>di</strong> cottura. I primi<br />

detti “basi <strong>di</strong> cucina” sono sughi preparati appositamente per la confezione<br />

<strong>del</strong><strong>le</strong> salse. I fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> cottura sono invece gli e<strong>le</strong>menti (grassi, bro<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> acqua o vino, verdure aromatiche o d’accompagnamento in cottura)<br />

nei quali avviene la cottura in umido, in stufato, in stracotto o arrosto in<br />

tegame <strong>di</strong> carni, verdure o pesci. Anche in cucina <strong>le</strong> paro<strong>le</strong> sono importanti,<br />

occorre <strong>di</strong>stinguere tra:<br />

• brodo comune, detto anche fondo bianco. È il semplice brodo che serve<br />

come base per bagnare fon<strong>di</strong> o preparazioni culinarie <strong>di</strong> vario tipo;<br />

può essere <strong>di</strong> vitello, <strong>di</strong> manzo, <strong>di</strong> pollo o <strong>di</strong> selvaggina secondo gli<br />

ossi usati;<br />

• fumetto, preparato con lische e ritagli <strong>di</strong> pesce, <strong>di</strong> breve cottura, non<br />

oltre i 20 minuti;<br />

• court bouillon, liquido <strong>di</strong> cottura aromatico usato esclusivamente per<br />

sbianchire o <strong>le</strong>ssare carni <strong>del</strong>icate come il pesce. Ha una base acida<br />

per la presenza <strong>di</strong> molto limone, vino o aceto, anche questo è, come<br />

<strong>di</strong>ce il nome, <strong>di</strong> breve cottura;<br />

• brodo al<strong>le</strong> verdure o vegeta<strong>le</strong>. La proporzione è <strong>di</strong> 200 grammi <strong>di</strong><br />

verdure per ogni litro d’acqua, bisogna però fare attenzione alla tipologia<br />

<strong>di</strong> alcune che possono spegnere i sapori <strong>del</strong><strong>le</strong> altre come i<br />

cavoli. Per dargli colore si usa <strong>del</strong> pomodoro o <strong>del</strong><strong>le</strong> mezze cipol<strong>le</strong><br />

tostate sul grill.<br />

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Il fondo bruno<br />

Fon<strong>di</strong>, bro<strong>di</strong>, spezie | 21<br />

Tra i fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> carne quello <strong>di</strong> manzo (detto anche fondo bruno), per il suo<br />

caratteristico sapore forte ma non pungente, è il fondo per eccel<strong>le</strong>nza, che<br />

trova impiego in svariate circostanze. Ultimamente viene utilizzata anche<br />

la carne <strong>di</strong> vitello per rendere il fondo più <strong>le</strong>ggero. Si tratta <strong>di</strong> un brodo a<br />

base <strong>di</strong> ossa <strong>di</strong> vitello sminuzzate (garretti), fatte precedentemente tostare<br />

in forno, <strong>di</strong> verdure (cipol<strong>le</strong>, carote, aglio) saltate in pa<strong>del</strong>la, con l’aggiunta<br />

<strong>di</strong> erbe odorose (prezzemolo, timo, lauro) e un po’ <strong>di</strong> polpa <strong>di</strong> pomodoro (un<br />

litro d’acqua, 150 grammi <strong>di</strong> vegeta<strong>le</strong>, 400 grammi <strong>di</strong> ossa). Schiumato frequentemente,<br />

non salato e mantenuto sempre a un livello al <strong>di</strong> sopra <strong>del</strong><strong>le</strong><br />

ossa (con l’eventua<strong>le</strong> aggiunta <strong>di</strong> mestoli d’acqua bol<strong>le</strong>nte), il brodo dopo<br />

una cottura <strong>di</strong> almeno sei ore viene filtrato attraverso il colino fine. Ciò che<br />

si ottiene è già un fondo bruno, ma un risultato incomparabilmente migliore<br />

si avrà arricchendone il gusto con <strong>del</strong>la carne magra <strong>di</strong> secondo taglio,<br />

preparata a mo’ <strong>di</strong> spezzatino: rosolata nell’olio, si bagna con un mestolo <strong>di</strong><br />

fondo e, lasciato consumare il liquido, si ripete l’operazione altre due volte.<br />

Si aggiunge quin<strong>di</strong> la carne al fondo restante, facendola <strong>le</strong>ssare. Quando è<br />

cotta, il fondo, nuovamente filtrato, è pronto.<br />

Veniamo ora a considerare <strong>le</strong> varianti “ristrette” <strong>del</strong> fondo bruno, che<br />

s’ottengono lasciandolo pigramente consumare su una fiamma tenue.<br />

Al grado estremo <strong>del</strong>la riduzione corrisponde l’essenza <strong>di</strong> carne: <strong>di</strong><br />

consistenza sciropposa e gusto molto intenso, essa costituisce una sorta<br />

<strong>di</strong> versione artigiana<strong>le</strong> (e decisamente superiore) degli estratti <strong>di</strong> carne<br />

prodotti industrialmente; si adopera per insaporire pietanze e dar tono<br />

a salse poco strutturate.<br />

A metà strada tra il fondo e l’essenza sta il fondo ristretto: a questo<br />

sta<strong>di</strong>o il fondo ha già raggiunto consistenza (un cucchiaio che vi sia immerso<br />

ne uscirà ricoperto da uno strato lucido e compatto). Per ottenere<br />

una salsa finita non resta che aggiungergli una componente aromatica<br />

(un vino, per esempio) e, se è il caso, “<strong>le</strong>garlo” con burro, olio e farine<br />

<strong>del</strong>icate come quella <strong>di</strong> riso per comp<strong>le</strong>tarne il carattere. Nel<strong>le</strong> cucine<br />

professionali si utilizza l’abbattitore <strong>di</strong> temperatura, un potentissimo<br />

frigorifero che abbassa in pochi minuti la temperatura, in questo modo<br />

oltre che ridurre la carica batterica, si soli<strong>di</strong>fica rapidamente. Di solito il<br />

fondo bruno scoraggia il cuoco <strong>di</strong><strong>le</strong>ttante: <strong>di</strong> fronte a una ricetta che ne<br />

prescrive l’impiego, i neofiti rinunciano all’impresa o tentano <strong>di</strong> rime<strong>di</strong>arne<br />

una versione semplificata con risultati ahimè, assai spesso <strong>del</strong>udenti.<br />

È invece importante padroneggiare questa tecnica perché, così<br />

facendo, se ne indovineranno anche <strong>le</strong> possibili scorciatoie. Ecco dunque<br />

qualche suggerimento per l’uso domestico: in primo luogo preparando<br />

una <strong>di</strong>screta quantità <strong>di</strong> fondo, sarà possibi<strong>le</strong> congelarlo in picco<strong>le</strong> porzioni<br />

o riporlo in contenitori ermetici, sterilizzandoli (attenzione però:<br />

una volta che si sarà appreso a farlo e ad apprezzarlo, quasi ogni carne lo<br />

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22 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

reclamerà e la scorta finirà prima <strong>di</strong> quanto pensiate; il fondo migliore<br />

resta sempre quello fresco). Oppure potete sgrassare e deglassare la carne:<br />

una volta cotta, viene estratta dalla casseruola e tenuta al caldo; nel<br />

frattempo si elimina il grasso <strong>di</strong> cottura e, aggiungendo un liquido, si<br />

sciolgono sul fuoco i depositi albuminosi attaccati sul fondo <strong>del</strong>la casseruola.<br />

Utilizzando <strong>del</strong>l’acqua si ottiene un gusto analogo a quello <strong>di</strong> un<br />

fondo <strong>di</strong> carne. Ma nulla vieta <strong>di</strong> accentuarne l’aroma e il sapore, adoperando<br />

in sua vece <strong>del</strong> brodo o <strong>del</strong> vino. Il liquido, filtrato, funge da salsa<br />

<strong>di</strong> accompagnamento.<br />

Cosa fare <strong>del</strong><strong>le</strong> lische? Il fondo <strong>di</strong> pesce<br />

Il fondo <strong>di</strong> pesce, detto anche fumetto, rappresenta l’esatto corrispondente<br />

<strong>del</strong> fondo bruno in campo ittico; <strong>di</strong> aroma deciso ma non aggressivo<br />

(ta<strong>le</strong> da non sopraffare il gusto <strong>del</strong> pesce cui verrà accompagnato),<br />

il fumetto fornisce un sapido sostegno a salse, zuppe e minestre e viene<br />

anche utilizzato nella cottura dei pesci.<br />

Il metodo <strong>di</strong> preparazione è simi<strong>le</strong> a quello dei fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> carne, salvo<br />

che in questo caso i tempi risultano notevolmente inferiori. Si procede<br />

così: si fanno spurgare in acqua corrente freschissime lische e teste <strong>di</strong><br />

pesce (private <strong>del</strong><strong>le</strong> branchie), in modo da eliminarne i depositi <strong>di</strong> sangue<br />

e <strong>le</strong> altre impurità. In una casseruola unta <strong>di</strong> olio, <strong>del</strong><strong>le</strong> verdure tritate<br />

(per esempio porri o cipolla) vengono fatte “sudare” (cioè cuocere<br />

su fuoco tenue sino a evaporazione <strong>del</strong>l’acqua <strong>di</strong> vegetazione); si aggiungono<br />

quin<strong>di</strong> <strong>le</strong> teste e <strong>le</strong> lische sminuzzate e si lasciano “asciugare”<br />

anch’esse. Il tutto viene bagnato con vino (bianco, a meno che non si<br />

preveda una salsa fina<strong>le</strong> a base <strong>di</strong> vino rosso) e quin<strong>di</strong>, quando il vino è<br />

consumato, ricoperto d’acqua con l’aggiunta <strong>di</strong> erbe aromatiche (in genere<br />

un bouquet composto da: gambi <strong>di</strong> prezzemolo, un rametto <strong>di</strong> timo,<br />

un frammento <strong>di</strong> foglia d’alloro). Lasciato sobbollire per circa mezz’ora<br />

e schiumato frequentemente, si filtra premendo bene sul<strong>le</strong> carcasse e<br />

sul<strong>le</strong> verdure per far fuoriuscire loro tutti i succhi.<br />

Il fumetto <strong>di</strong> pesce, come gli altri fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> cucina va salato al termine<br />

<strong>del</strong>la riduzione, altrimenti si rischia <strong>di</strong> eccedere. Va inoltre tenuto<br />

presente che tanto <strong>le</strong> verdure quanto <strong>le</strong> erbe odorose costituiscono una<br />

componente aromatica <strong>del</strong> fumetto, e non la sua nota dominante: pertanto<br />

sarà bene non esagerare (una precauzione valida anche per i fon<strong>di</strong><br />

e i bro<strong>di</strong> <strong>di</strong> carne).<br />

Infine, come pesci <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa specie hanno un gusto <strong>di</strong>fferente, così<br />

pure i fumetti ottenuti da lische <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa provenienza. Possiamo sud<strong>di</strong>videre<br />

<strong>di</strong> conseguenza i pesci in tre categorie. Alla prima appartengono<br />

quelli dal gusto intenso, già determinante ai fini <strong>del</strong> risultato fina<strong>le</strong>:<br />

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Fon<strong>di</strong>, bro<strong>di</strong>, spezie | 23<br />

sono i pesci più adatti al<strong>le</strong> zuppe, come scorfani, triglie, tracine, gallinel<strong>le</strong>.<br />

Della seconda fanno parte i pesci che forniscono i migliori fon<strong>di</strong><br />

(come la sogliola e il rombo). Della terza i meno adatti allo scopo: dal<br />

sapore <strong>del</strong>icato (come la spigola o l’orata), <strong>di</strong> fonda<strong>le</strong> e d’acqua dolce.<br />

Il fumetto (detto anche bisque) <strong>di</strong> crostaceo ha un sapore più spiccato<br />

<strong>di</strong> quello <strong>di</strong> pesce e si usa come base per <strong>le</strong> salse d’accompagnamento <strong>del</strong><br />

crostaceo da cui è stato tratto (anche in combinazione con altri pesci). In<br />

particolare astici e gamberi <strong>di</strong> fiume forniscono un fumetto d’incomparabi<strong>le</strong><br />

fragranza.<br />

Fumetto <strong>di</strong> crostaceo<br />

Scorticati i crostacei, si utilizzano <strong>le</strong> carcasse; vengono fatte tostare in<br />

casseruola, poi si aggiungono <strong>del</strong><strong>le</strong> verdure che si fanno sudare assieme<br />

ai gusci. Si bagna quin<strong>di</strong> con liqui<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi, a seconda <strong>del</strong>la preparazione<br />

fina<strong>le</strong> <strong>del</strong> fondo: un classico proce<strong>di</strong>mento – che darà una bisque dal<br />

gusto aggressivo – è quello <strong>di</strong> bagnare in un primo tempo con cognac o<br />

madera, per poi fiammeggiare e spegnere con un vino. Lasciato svanire<br />

il liquido, si ricopre con acqua fredda e ghiaccio (cosicché fuoriescano<br />

più sapori) e con l’aggiunta <strong>di</strong> erbe odorose e polpa <strong>di</strong> pomodoro. Si lascia<br />

cuocere dolcemente la bisque per circa mezz’ora, poi si schiuma, si<br />

filtra e si rimette sul fuoco fino a portarlo alla consistenza desiderata.<br />

Gli basterà esser montato con un filo d’olio extravergine d’oliva con un<br />

frullatore a immersione; nella cucina tra<strong>di</strong>ziona<strong>le</strong> si usava il burro (in<br />

cui eventualmente si saranno incorporati i coralli <strong>del</strong> crostaceo).<br />

I principi <strong>del</strong> buon brodo<br />

I proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> preparazione per ottenere un buon brodo <strong>di</strong>fferiscono<br />

per principio. Lo scopo è quello <strong>di</strong> estrarre dall’alimento tutte <strong>le</strong> sostanze<br />

solubili (e con esse il suo sapore). Per questa ragione la carne va immessa<br />

in acqua fredda e portata pigramente a una temperatura appena<br />

al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> grado d’ebollizione; il liquido viene quin<strong>di</strong> schiumato e<br />

aromatizzato con verdure ed erbe odorose. Esattamente come nel caso<br />

<strong>del</strong> brodo, alla temperatura <strong>di</strong> 94-95°, quando il liquido “sobbol<strong>le</strong>”. Paradossalmente<br />

il segreto per ottenere un buon bollito consiste proprio nel<br />

non farlo bollire.<br />

Così facendo, da una parte si ottiene un brodo perfettamente limpido<br />

che rende superflua la chiarificazione con gli albumi (che, oltre al<strong>le</strong> impurità,<br />

sottrarrebbe comunque sapore); dall’altra, questa temperatura consente<br />

una penetrazione calibrata <strong>del</strong> calore nell’alimento, conducendo a<br />

una cottura che al<strong>le</strong>nta, senza tuttavia <strong>di</strong>struggere, il suo tessuto connettivo:<br />

la carne risulta in tal modo tenera, ma non filacciosa e asciutta.<br />

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24 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Un buon <strong>le</strong>sso non deve essere stracotto. La carne è pronta quando <strong>le</strong><br />

fibre muscolari sono intenerite (il forchettone vi dovrà penetrare senza<br />

incontrare resistenza). Carni <strong>di</strong>verse richiederanno tempi <strong>di</strong> cottura <strong>di</strong>fferenti:<br />

se i tagli più resistenti appaiono quelli che meglio si prestano a<br />

questo tipo <strong>di</strong> cottura, anche un fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> manzo fatto sobbollire in un<br />

brodo ben aromatizzato e tenuto al sangue dà risultati eccel<strong>le</strong>nti malgrado<br />

non sia la carne più in<strong>di</strong>cata.<br />

Venendo ai bro<strong>di</strong>, se è vero che sottraggono sapore alla carne che<br />

vi viene fatta cuocere, quest’ultima è “a fondo perso” solo in senso<br />

relativo giacché, pur cedendo al liquido gran parte <strong>del</strong><strong>le</strong> sue proprietà<br />

nutritive e gustative, può tuttavia essere riutilizzata (per esempio, in<br />

umido). Si tratta comunque <strong>di</strong> un ripiego e non bisogna aspettarsi<br />

gran<strong>di</strong> risultati.<br />

Oltre alla temperatura controllata, altri accorgimenti comuni a entrambe<br />

<strong>le</strong> tecniche <strong>di</strong> cottura sono una schiumatura frequente e un uso<br />

parsimonioso <strong>del</strong> sa<strong>le</strong>. L’eliminazione <strong>del</strong>la schiuma è un’operazione<br />

in<strong>di</strong>spensabi<strong>le</strong> che va effettuata con tempismo: in caso contrario il brodo<br />

s’intorbiderebbe e <strong>le</strong> sue qualità organo<strong>le</strong>ttiche verrebbero compromesse<br />

(e con queste, benché in misura meno accentuata, anche quel<strong>le</strong><br />

<strong>del</strong>la carne). Il sa<strong>le</strong> va infine impiegato in quantità modeste perché il<br />

<strong>le</strong>sso è più gustoso, e quin<strong>di</strong> più <strong>di</strong>geribi<strong>le</strong>, se con<strong>di</strong>to con <strong>del</strong> sa<strong>le</strong> grosso<br />

macinato al momento. D’altra parte a un eccesso <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> nel brodo<br />

(per esempio dopo averlo ristretto) non c’è rime<strong>di</strong>o, mentre nulla è più<br />

faci<strong>le</strong> che aggiungerne quando ciò risulti necessario.<br />

Gli specialisti <strong>di</strong> scienza <strong>del</strong>l’alimentazione hanno decretato l’estrema<br />

povertà nutritiva dei bro<strong>di</strong>. Vi si potrà comunque rime<strong>di</strong>are, come<br />

insegna la nostra ricca tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> zuppe e minestre. In ogni caso, un<br />

buon brodo ristretto, bevuto caldo senz’altra aggiunta, resta un tonico<br />

impareggiabi<strong>le</strong>.<br />

L’olio extravergine d’oliva<br />

Nel Me<strong>di</strong>terraneo con l’olio d’oliva si ungevano i re e con un filo d’olio<br />

io incorono sempre i miei piatti. Non vi sembri un gesto presuntuoso, è<br />

solo l’espressione <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione atavica che continua.<br />

Gli antichi Egizi già conoscevano l’olio d’oliva, ma più che come alimento<br />

lo usavano come me<strong>di</strong>camento, unguento sacro e anche nel mondo<br />

greco, dove se ne produceva una quantità considerevo<strong>le</strong>, mantenne<br />

sempre un alto valore simbolico poiché con anfore piene d’olio si premiavano<br />

i vincitori <strong>del</strong><strong>le</strong> Olimpia<strong>di</strong> e i gran<strong>di</strong> guerrieri.<br />

Presso gli Etruschi poi era chiaramente uno status symbol, riservato<br />

ai più ricchi e non usato come alimento ma solo come unguento; dopo<br />

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Fon<strong>di</strong>, bro<strong>di</strong>, spezie | 25<br />

la caduta <strong>del</strong>l’Impero Romano l’o<strong>le</strong>ificazione è sopravvissuta solo tra <strong>le</strong><br />

mura dei conventi dove l’olio veniva prodotto esclusivamente per alimentare<br />

<strong>le</strong> lampade votive.<br />

In altri termini questo liquido prezioso è stato sempre considerato<br />

come qualcosa <strong>di</strong> specia<strong>le</strong>, qualcosa che è molto più <strong>di</strong> un alimento, e<br />

anche nella mia cucina non figura come un semplice grasso, ma come<br />

quel fluido che dà un aroma specia<strong>le</strong> al piatto e che lo rende anche più<br />

gradevo<strong>le</strong> agli occhi attraverso quel rif<strong>le</strong>sso lucido e dorato simi<strong>le</strong> alla<br />

corona <strong>di</strong> un re.<br />

Non <strong>di</strong>mentichiamo poi che, se il vino lo fa l’uomo, l’olio lo fa la natura:<br />

l’uomo deve solo estrarlo dal<strong>le</strong> drupe nel momento migliore e riporlo<br />

in recipienti dove si può conservare nel<strong>le</strong> con<strong>di</strong>zioni migliori per portare<br />

la fragranza <strong>del</strong>icata conferita dal<strong>le</strong> temperature miti <strong>del</strong><strong>le</strong> terre vicine<br />

al mare o ai laghi oppure l’accento deciso e fruttato <strong>del</strong><strong>le</strong> aree interne<br />

più aspre e fredde. A noi resta il compito, per ciascuno <strong>di</strong> questi oli, <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare l’abbinamento migliore con il cibo seguendo il nostro gusto<br />

e la nostra fantasia.<br />

L’uso <strong>del</strong>l’olio d’oliva come e<strong>le</strong>mento caratterizzante segna anche<br />

una svolta nella storia <strong>del</strong>la “grande” cucina. Se infatti la cucina francese<br />

classica era contrad<strong>di</strong>stinta dall’uso <strong>del</strong> burro e <strong>del</strong>la panna, che<br />

costituivano spesso una dominante <strong>di</strong> fondo per quanto riguarda sia il<br />

sapore che la consistenza dei piatti, la mia cucina, che mira a valorizzare<br />

il gusto primario degli ingre<strong>di</strong>enti, trova nell’olio d’oliva un migliore e<br />

più <strong>di</strong>screto al<strong>le</strong>ato per “spingere” quel gusto autentico rispettandolo in<br />

tutte <strong>le</strong> sue caratteristiche.<br />

L’uso <strong>del</strong>l’olio inoltre rappresenta l’ingresso <strong>del</strong>la cucina territoria<strong>le</strong><br />

nei più alti livelli gastronomici, un giusto riconoscimento alla creatività<br />

<strong>del</strong> nostro Paese, che va riconosciuta e interpretata ai suoi massimi gra<strong>di</strong><br />

per poter essere esportata in tutto il mondo nell’ottica <strong>di</strong> una integrazione<br />

cultura<strong>le</strong> e <strong>di</strong> un arricchimento reciproco dei <strong>di</strong>versi popoli. Così,<br />

ancora una volta, il ramoscello d’ulivo, rappresentato qui dal liquido aureo<br />

<strong>del</strong> suo frutto, può farsi portatore <strong>di</strong> benessere, <strong>di</strong> pace, <strong>del</strong>l’inizio<br />

<strong>di</strong> un’era migliore come fu quello portato nel becco dalla colomba che<br />

tornava all’arca <strong>di</strong> Noè.<br />

Il sa<strong>le</strong><br />

Con il dolce, l’amaro e l’acido, il salato è uno dei sapori e<strong>le</strong>mentari. Se il<br />

suo consumo risponde a un’esigenza primor<strong>di</strong>a<strong>le</strong> <strong>del</strong>l’organismo e <strong>del</strong><br />

palato, l’abuso (che può provocare gravi <strong>di</strong>sturbi) <strong>di</strong> sicuro non è amico<br />

<strong>del</strong>la buona tavola. La salagione esagerata spesso tende a mascherare la<br />

mancanza <strong>di</strong> gusto <strong>di</strong> materie prime grame e insipide.<br />

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26 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Si deve invece imparare a lasciare ai cibi il loro sapore. Il compito <strong>del</strong><br />

sa<strong>le</strong> è quello <strong>di</strong> bilanciarlo e renderlo più al<strong>le</strong>ttante senza adulterarlo.<br />

Altre volte l’eccesso <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> può <strong>di</strong>pendere dalla qualità impiegata. Sa<strong>le</strong><br />

marino e salgemma, per esempio, salano in maniera <strong>di</strong>versa: il secondo<br />

è meno efficace e perché giunga al palato ne serve una dose relativamente<br />

maggiore che finisce per snaturare i sapori cui si accompagna<br />

e irritare il palato.<br />

Il sa<strong>le</strong> pre<strong>di</strong><strong>le</strong>tto <strong>del</strong> buongustaio è il sa<strong>le</strong> marino integra<strong>le</strong> (sa<strong>le</strong> grigio):<br />

un ingre<strong>di</strong>ente natura<strong>le</strong> contenente, seppure in tracce, numerose<br />

sostanze utili all’organismo che rendono il suo gusto ricco e intenso.<br />

Il sa<strong>le</strong> marino raffinato, proprio per la mancanza <strong>di</strong> queste sostanze,<br />

presenta al confronto un sapore piatto e incolore e ciò induce spesso a<br />

un consumo eccessivo.<br />

Il sa<strong>le</strong> iodato costituisce un importante al<strong>le</strong>ato contro la carenza io<strong>di</strong>ca,<br />

sia negli adulti che nei bambini.<br />

Il pepe: nero, bianco, verde e rosa<br />

Pepe nero, pepe bianco: qual è la <strong>di</strong>fferenza? Pur provenendo dalla stessa<br />

pianta, il primo è ottenuto da bacche ancora acerbe essiccate al so<strong>le</strong>; il<br />

secondo da bacche giunte a maturazione, lasciate macerare, private <strong>del</strong>la<br />

buccia e infine essiccate. Benché non si tratti propriamente <strong>di</strong> pepe<br />

bianco, sotto questo nome vengono venduti anche grani <strong>di</strong> pepe nero<br />

privati semplicemente <strong>del</strong>l’involucro esterno per mezzo <strong>di</strong> apposite<br />

macchine. In entrambi i casi, il pepe bianco ha un profumo meno spiccato<br />

e un gusto meno pungente rispetto a quello nero, che solitamente<br />

sostituisce per ragioni d’or<strong>di</strong>ne estetico: per pepare una salsa bianca, per<br />

esempio, evitando in tal modo <strong>di</strong> macchiarne il candore con un pulviscolo<br />

nerastro che potrebbe riuscire poco gradevo<strong>le</strong>.<br />

Sia esso bianco o nero, il pepe si adopera ridotto in polvere o pestato,<br />

purché al momento: l’aroma <strong>del</strong> pepe, che si sprigiona durante la maturazione,<br />

tende infatti ad affievolirsi con il trascorrere <strong>del</strong> tempo, mentre<br />

il suo gusto piccante permane. Alla volatilizzazione <strong>del</strong>l’aroma non si<br />

può porre rime<strong>di</strong>o usando una maggiore quantità <strong>di</strong> pepe.<br />

Oltre al pepe propriamente detto, ottenuto per essiccazione, si trovano<br />

in commercio altre bacche piccanti che portano lo stesso nome:<br />

sono il pepe verde e quello rosa. Il primo non è altro che pepe nero non<br />

essiccato, conservato fresco in salamoia o sottovuoto, a grappoli; il secondo<br />

proviene invece da una pianta <strong>di</strong>versa. Assai meno pungenti <strong>del</strong><br />

pepe autentico, queste bacche vengono impiegate intere e frantumate<br />

durante la masticazione: il palato ne tol<strong>le</strong>ra infatti il sapore piccante<br />

senza pericolo <strong>di</strong> ustionarsi.<br />

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Fon<strong>di</strong>, bro<strong>di</strong>, spezie | 27<br />

Tra <strong>le</strong> numerose utilizzazioni <strong>del</strong> pepe verde, classica è quella che lo<br />

prevede nella salsa d’accompagnamento <strong>del</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> manzo: dopo aver<br />

cotto la carne nel burro, si elimina il grasso dalla casseruola, la si declassa<br />

con vino o cognac, si aggiunge qualche cucchiaiata <strong>di</strong> fondo bruno e<br />

si lascia ridurre; si <strong>le</strong>ga quin<strong>di</strong> la salsa con burro o panna, aggiungendo<br />

alla fine i grani <strong>di</strong> pepe verde interi.<br />

Il pepe rosa ha un gusto e un profumo più intensi <strong>del</strong> pepe verde, per<br />

quanto la scelta tra i due <strong>di</strong>penda perlopiù da valutazioni d’or<strong>di</strong>ne estetico.<br />

Io lo adopero in un’insalata <strong>di</strong> animel<strong>le</strong> e fagiolini ver<strong>di</strong> con<strong>di</strong>ta con<br />

una crema al<strong>le</strong> erbe fini. Unito a questi sapori e colori <strong>del</strong>icati, il pepe rosa<br />

conferisce al piatto un piacevo<strong>le</strong> contrappunto cromatico e gustativo.<br />

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Le salse<br />

C’era una volta la besciamella…<br />

Quella <strong>del</strong> marchese <strong>di</strong> Béchameil (o <strong>di</strong> chi a lui vol<strong>le</strong> de<strong>di</strong>carla) fu senza<br />

dubbio un’invenzione felice. La salsa che porta il suo nome ebbe successo<br />

e già nel Seicento si <strong>di</strong>ffuse anche in Italia: tanti piatti <strong>del</strong>la nostra tra<strong>di</strong>zione<br />

(che oggi potrebbero apparire forestieri) l’adottarono come proprio<br />

ineliminabi<strong>le</strong> ingre<strong>di</strong>ente, tanto che l’Artusi vol<strong>le</strong> ribattezzarla “balsamella”.<br />

Solo <strong>di</strong> recente si è cominciato a guardare quella salsa <strong>di</strong> traverso,<br />

giu<strong>di</strong>candola troppo ruvida per il palato fine e ormai sorpassata, per via <strong>di</strong><br />

quel suo gusto senza sfumature, che non promette emozioni.<br />

In molti casi la besciamella è sostituibi<strong>le</strong>, con grande sod<strong>di</strong>sfazione<br />

<strong>del</strong> palato, con una riduzione <strong>di</strong> panna e <strong>di</strong> brodo: eccola, per esempio,<br />

sul<strong>le</strong> lasagne in forno con ragoût <strong>di</strong> carne, su un petto <strong>di</strong> pollo o una<br />

mousse calda <strong>di</strong> pesce. Si uniscono in una casseruola un buon brodo ristretto<br />

(<strong>di</strong> carne o <strong>di</strong> pesce a seconda <strong>del</strong><strong>le</strong> destinazioni), non salato o salato<br />

pochissimo, e una quantità pressappoco ugua<strong>le</strong> <strong>di</strong> panna. Si lascia<br />

ridurre su un fuoco dolce finché il liquido non ha raggiunto la consistenza<br />

desiderata. Si sala e si pepa alla fine, acidulando con qualche goccia <strong>di</strong><br />

limone. Vo<strong>le</strong>ndo gratinare, si <strong>le</strong>gherà la salsa intiepi<strong>di</strong>ta con uno o più<br />

tuorli d’uovo, in proporzione alla sua quantità e consistenza.<br />

La maionese<br />

Nel linguaggio <strong>di</strong> cucina con “emulsione” s’intende quel proce<strong>di</strong>mento grazie<br />

a cui due e<strong>le</strong>menti, (uno solido e l’altro liquido) originariamente non miscelabili,<br />

lavorati in con<strong>di</strong>zioni particolari, danno vita a un composto omogeneo.<br />

La maionese è un tipico esempio <strong>di</strong> salsa ottenuta per emulsione.<br />

Nell’e<strong>le</strong>mento acido <strong>di</strong> base, aceto <strong>di</strong> vino o succo <strong>di</strong> limone (1/10 rispetto<br />

ai tuorli), viene sciolto il sa<strong>le</strong>. Il sa<strong>le</strong> liquefatto aumenta infatti<br />

la capacità assimilatrice dei tuorli, che inseriti nel recipiente vengono<br />

sbattuti con la frusta e amalgamati agli altri ingre<strong>di</strong>enti. La maionese<br />

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Le salse | 29<br />

patisce il freddo: così i tuorli vanno utilizzati a temperatura ambiente<br />

(altrimenti non riuscirebbero a <strong>le</strong>gare con l’olio); se si riscaldano <strong>le</strong>ggermente<br />

l’e<strong>le</strong>mento acido e il recipiente <strong>di</strong> preparazione, l’emulsione<br />

risulterà facilitata. Una volta montati i tuorli si aggiunge l’olio goccia a<br />

goccia, continuando a sbattere con la frusta. Via via che la salsa prende<br />

consistenza, l’olio potrà essere unito a filo. Esaurito l’olio (in proporzione<br />

<strong>di</strong> 2 decilitri per ogni tuorlo), si potrà assicurare maggiore stabilità alla<br />

salsa, soprattutto se si prevede <strong>di</strong> conservarla, incorporando<strong>le</strong> poco per<br />

volta un cucchiaio <strong>di</strong> acqua calda.<br />

Se l’olio è unito troppo precipitosamente, se ingre<strong>di</strong>enti o utensili<br />

sono utilizzati a temperatura <strong>di</strong>versa, la salsa rischierà <strong>di</strong> “impazzire”. Per<br />

recuperarla si ricomincia daccapo, incorporando a filo la salsa impazzita<br />

a un cucchiaio <strong>di</strong> e<strong>le</strong>mento liquido caldo (aceto, succo <strong>di</strong> limone o acqua).<br />

Ebbene, quella che un tempo fu la regina <strong>del</strong><strong>le</strong> salse fredde oggi è davvero<br />

sul via<strong>le</strong> <strong>del</strong> tramonto? In effetti, anche quando è stata preparata a<br />

dovere (solo con uova freschissime e un olio dal sapore <strong>del</strong>icato), impregnata<br />

com’è <strong>di</strong> materie grasse, la maionese è un po’ pesante per il gusto<br />

attua<strong>le</strong> e deve perciò essere usata con grande parsimonia. Una soluzione<br />

<strong>di</strong> compromesso può essere <strong>di</strong>luirla, stemperandone il gusto e conferendo<strong>le</strong><br />

maggiore flui<strong>di</strong>tà.<br />

Alla maionese s’incorpora a freddo, poco alla volta, un e<strong>le</strong>mento liquido:<br />

per esempio, <strong>del</strong>la clorofilla <strong>di</strong> prezzemolo, <strong>di</strong> basilico, ma anche<br />

un passato <strong>di</strong> pomodoro o una crema <strong>di</strong> peperoni dolci. Chi vo<strong>le</strong>sse invece<br />

restare fede<strong>le</strong> al gusto originario <strong>del</strong>la salsa potrà <strong>di</strong>luirla con acqua,<br />

e comp<strong>le</strong>tarla con qualche erba aromatica tritata (come cerfoglio, erba<br />

cipollina, prezzemolo o dragoncello). Al pari <strong>del</strong>l’origina<strong>le</strong>, la maionese<br />

<strong>di</strong>luita viene servita in accompagnamento con piatti fred<strong>di</strong>: eccola perfetta<br />

su un cocktail <strong>di</strong> scampi, su un pesce bollito o una carne bianca,<br />

oppure usata per con<strong>di</strong>re un’insalata <strong>di</strong> patate o <strong>di</strong> altre verdure cotte, e<br />

persino un’insalata verde (<strong>di</strong> cuori <strong>di</strong> lattuga, per esempio). Nella cucina<br />

creativa è tuttavia consentito servirla tiepida: basterà <strong>di</strong>luirla aggiungendo<strong>le</strong><br />

poco alla volta un liquido caldo senza smettere mai <strong>di</strong> frullarla<br />

per evitare che impazzisca.<br />

Salse al burro o all’olio extravergine d’oliva<br />

Del<strong>le</strong> varie tecniche per <strong>le</strong>gare una salsa, l’emulsione a caldo con il burro<br />

o con l’olio extravergine d’oliva è caratteristica <strong>del</strong>la cucina moderna.<br />

Nella cucina classica si ricorreva alla farina fatta colorire nel burro, ma<br />

questo metodo presenta il doppio inconveniente <strong>di</strong> intorbi<strong>di</strong>re <strong>le</strong> salse<br />

e <strong>di</strong> sottrarre loro sapore. Il burro o l’olio extravergine invece (quando<br />

sono genuini) infondono nel<strong>le</strong> salse la loro inconfon<strong>di</strong>bi<strong>le</strong> fine fragranza,<br />

e <strong>le</strong> rendono inoltre lisce e brillanti. Che cosa vo<strong>le</strong>re <strong>di</strong> più?<br />

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30 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Ecco dunque come “montare” una salsa al burro: il burro va utilizzato<br />

alla temperatura <strong>di</strong> frigorifero, tagliato a pezzetti; la salsa va poi lavorata<br />

in una casseruola a bor<strong>di</strong> bombati, in modo che la frusta possa raggiungere<br />

ogni punto <strong>del</strong>la superficie. Ridotta la salsa alla consistenza desiderata,<br />

si mette nella casseruola il burro a fiocchetti, la si allontana dal<br />

fuoco e, imprimendo<strong>le</strong> con una mano un movimento in avanti e in<strong>di</strong>etro,<br />

tenendo la frusta nell’altra si sbatte energicamente il liquido. Se si è impiegata<br />

una sufficiente quantità <strong>di</strong> burro, in breve la salsa si addenserà,<br />

raggiungendo una consistenza cremosa che rimarrà sulla superficie <strong>di</strong><br />

un cucchiaio come uno strato compatto e lucente.<br />

La quantità <strong>di</strong> burro necessaria per montare una salsa <strong>di</strong>pende dal<br />

grado <strong>di</strong> vischiosità <strong>del</strong>la base <strong>del</strong>la salsa e dal<strong>le</strong> caratteristiche <strong>del</strong> burro.<br />

Per quanto riguarda il primo fattore, <strong>le</strong> riduzioni dei fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> cucina assai<br />

gelatinose necessitano <strong>di</strong> una minore quantità <strong>di</strong> burro, invece gli agenti<br />

aromatici come vino, infusi, bro<strong>di</strong> vegetali o <strong>le</strong>ggeri quasi privi <strong>di</strong> sostanze<br />

addensanti, ne richiedono una quantità maggiore.<br />

Per esempio per montare 5 centilitri <strong>di</strong> fondo <strong>di</strong> vitello ridotto a demiglace<br />

bastano 30 grammi <strong>di</strong> burro, aggiungendo <strong>del</strong>l’olio extravergine<br />

d’oliva, mentre nel secondo caso per la stessa quantità <strong>di</strong> liquido ne sono<br />

necessari circa 80 grammi. Utilizzando invece un burro <strong>di</strong> buona qualità<br />

<strong>di</strong> quelli che si trovano comunemente in commercio, la percentua<strong>le</strong><br />

andrà aumentata <strong>di</strong> circa un terzo, ma non è il caso <strong>di</strong> spaventarsi. Non<br />

occorre infatti impiegare quantità esorbitanti <strong>di</strong> burro od olio: la salsa,<br />

se è stata preparata a regola d’arte, è un concentrato <strong>di</strong> sapore, e per con<strong>di</strong>re<br />

un piatto basta un cucchiaio (per principio, il cibo non deve mai<br />

navigare nella salsa).<br />

In conclusione, meno grassi utilizzeremo, più valorizzeremo il gusto<br />

principa<strong>le</strong> <strong>del</strong>la salsa.<br />

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La pasta e il riso<br />

Al dente<br />

De gustibus non <strong>di</strong>sputandum est sentenzia un antico detto: ma sarà<br />

proprio vero?<br />

La cottura <strong>del</strong>la pasta (su cui sembra regnare l’estrema <strong>di</strong>sparità <strong>di</strong><br />

vedute e pre<strong>di</strong><strong>le</strong>zioni) può forse offrire qualche lume al riguardo: c’è chi<br />

gra<strong>di</strong>sce la pasta ben cotta, chi la preferisce cotta a puntino, chi la ama al<br />

dente e chi invece la vuo<strong>le</strong> “in pie<strong>di</strong>” (va<strong>le</strong> a <strong>di</strong>re semicruda). In verità la<br />

cottura corretta è una sola, quella al dente o a puntino, cioè fino al preciso<br />

momento in cui l’alimento giunge a cottura, conservando quella fugace<br />

resistenza alla masticazione che stuzzica il palato ma che solo pochi<br />

istanti <strong>di</strong> cottura in più guasterebbero irrime<strong>di</strong>abilmente. Infatti la cottura<br />

interrotta anzitempo lascia la pasta cruda all’interno (si riconosce dalla<br />

parte bianca e dura che presenta in sezione) e la rende in<strong>di</strong>gesta. Quando<br />

invece passa <strong>di</strong> cottura, la pasta <strong>di</strong>venta mol<strong>le</strong> e perde la sua consistenza<br />

che, stimolando la masticazione, rende l’alimento cotto correttamente<br />

più appetitoso e ne favorisce pertanto la <strong>di</strong>gestione. La cottura al dente si<br />

presenta dunque come il natura<strong>le</strong> “stato <strong>di</strong> grazia”, <strong>del</strong>la pastasciutta: la<br />

pasta <strong>di</strong> qualità è quella che lo protrae più a lungo.<br />

D’altra parte cuocere al dente non è soltanto una questione <strong>di</strong> tempismo,<br />

perché vari errori in fase preliminare possono comunque compromettere<br />

il risultato fina<strong>le</strong>. Il ritua<strong>le</strong> dei gesti racchiusi nella corretta<br />

preparazione <strong>del</strong>la pasta contiene al riguardo un insieme <strong>di</strong> accorgimenti<br />

precisi: così, per esempio, la temperatura e<strong>le</strong>vata <strong>del</strong>l’acqua consente<br />

una cottura uniforme e con ciò anche la tenuta al dente (il calore deve<br />

infatti poter raggiungere l’interno <strong>del</strong>la pasta nel più breve tempo possibi<strong>le</strong>).<br />

Allo scopo concorre pure l’impiego <strong>di</strong> un’abbondante quantità<br />

d’acqua: l’immersione <strong>del</strong>la pasta produce infatti una caduta <strong>di</strong> temperatura<br />

<strong>del</strong>l’acqua, che sarà tanto più breve quanta più acqua si è messa in<br />

pentola (è sempre per far riprendere più rapidamente il bollore che, dopo<br />

l’inserimento <strong>del</strong>la pasta, si deve coprire il recipiente con un coperchio).<br />

Cucinata in poca acqua, la pasta <strong>di</strong>viene viscida e collosa. La consuetu<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> aggiungere in pentola un bicchiere d’acqua fredda, al termine <strong>del</strong>la cot-<br />

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32 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

tura, non produce invece risultati apprezzabili: spegne, è vero, la grande<br />

ebollizione, ma non abbassa la temperatura tanto da arrestare realmente<br />

la cottura (cosa che, in effetti, si potrebbe ottenere soltanto al prezzo <strong>di</strong> far<br />

raffreddare la pasta). Infine sfatiamo un altro luogo comune: purché la<br />

pasta cuocia in acqua salata, il momento in cui si aggiunge il sa<strong>le</strong> (all’inizio<br />

o dopo l’ebollizione) non influisce minimamente sul buon esito <strong>del</strong>la<br />

cottura (beninteso, l’acqua dolce richiede un tempo inferiore per raggiungere<br />

l’ebollizione).<br />

Per quanto riguarda il riso, a esso si applicano i medesimi principi <strong>del</strong>la<br />

pasta: il chicco tenuto al dente, pur restando sodo alla masticazione,<br />

presenta una cottura uniforme (l’interno dev’essere comp<strong>le</strong>tamente cotto).<br />

In questo caso imprecisioni nella preparazione possono pregiu<strong>di</strong>care<br />

la buona riuscita, così un risotto non riuscirà mai al dente se non si effettua<br />

la rosolatura inizia<strong>le</strong> (che, provocando la caramellazione <strong>del</strong>l’amido<br />

superficia<strong>le</strong>, protegge il chicco durante la cottura) e neppure quando<br />

venga rimestato in continuazione (così facendo i chicchi rischierebbero<br />

infatti <strong>di</strong> rompersi). Poi il brodo va aggiunto bol<strong>le</strong>nte per <strong>le</strong> stesse ragioni<br />

per cui la pasta viene cotta nell’acqua in ebollizione.<br />

Venendo infine alla pasta all’uovo fatta in casa, a meno che non sia<br />

stata lavorata molto a lungo (per intenderci, fino a quando l’impasto<br />

“schiocca” per <strong>le</strong> bol<strong>le</strong> d’aria che si creano all’interno), essa non potrà<br />

mai risultare soda come la pasta secca. È quin<strong>di</strong> inuti<strong>le</strong> cercare <strong>di</strong> tenerla<br />

“al dente” al pari <strong>di</strong> quella (si finirebbe con il lasciarla cruda all’interno).<br />

D’altronde, specialmente quando la sfoglia è tirata molto sotti<strong>le</strong>, nella<br />

pasta fresca il palato non cerca tanto la consistenza, quanto la morbida,<br />

<strong>del</strong>icata fragranza.<br />

I risotti<br />

Gran vanto <strong>del</strong>la cucina lombarda, la tra<strong>di</strong>zione <strong>del</strong> risotto annovera un’estrema<br />

varietà <strong>di</strong> ingre<strong>di</strong>enti e sapori; ma, al <strong>di</strong> là <strong>del</strong><strong>le</strong> innumerevoli varianti,<br />

è possibi<strong>le</strong> riconoscere un proce<strong>di</strong>mento comune: a qua<strong>le</strong> tecnica<br />

<strong>di</strong> cottura deve quin<strong>di</strong> essere sottoposto il riso affinché possa fregiarsi <strong>del</strong><br />

nome <strong>di</strong> risotto?<br />

Cominciamo dalla cipolla, che è la sua tra<strong>di</strong>ziona<strong>le</strong> componente aromatica:<br />

deve essere tritata finemente perché, quando la cottura sarà conclusa,<br />

il dente non dovrà riconoscerla, ma confonderla tra i chicchi <strong>di</strong> riso<br />

a cui avrà ceduto il sapore. Inoltre, va fatta sudare nel burro o nell’olio cioè<br />

cuocere fino a evaporazione <strong>del</strong>l’acqua <strong>di</strong> vegetazione senza che la verdura<br />

prenda colore. Si aggiunge poi il riso e insieme si fanno imbion<strong>di</strong>re, mescolando<br />

<strong>di</strong> continuo affinché ogni chicco s’impregni <strong>di</strong> grasso <strong>di</strong> cottura<br />

e non s’attacchi al fondo <strong>del</strong>la casseruola. La tostatura <strong>del</strong> riso è in effetti<br />

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La pasta e il riso | 33<br />

una <strong>del</strong><strong>le</strong> prerogative fondamentali <strong>del</strong> risotto: se non venisse effettuata,<br />

al termine <strong>del</strong>la cottura i chicchi finirebbero con il somigliare, per consistenza<br />

e sapore, a quelli <strong>del</strong> semplice riso bollito.<br />

Facendogli invece prender colore “a secco” (ossia nell’olio), l’amido superficia<strong>le</strong><br />

subisce una trasformazione chimica che ne aumenta l’aroma e, per<br />

così <strong>di</strong>re, lo tempra in vista <strong>del</strong>la cottura nel brodo.<br />

La quantità <strong>di</strong> olio da impiegare nell’operazione dev’essere quella strettamente<br />

necessaria per imbion<strong>di</strong>re riso e cipolla (altrimenti il risotto risulterebbe<br />

untuoso). Anche nel<strong>le</strong> dosi <strong>del</strong>la cipolla non si deve esagerare,<br />

giacché la sua funzione è solo quella <strong>di</strong> aromatizzare il riso.<br />

L’operazione successiva alla tostatura consiste nel bagnare il riso con<br />

il vino, lasciarlo consumare e aggiungere il brodo. Il vino fornisce al risotto<br />

un tocco d’aci<strong>di</strong>tà che gli dà nerbo e ne comp<strong>le</strong>ta il gusto. Chi non<br />

lo gra<strong>di</strong>sse potrà farne a meno, perché non influisce sul buon esito <strong>del</strong>la<br />

cottura. Bianco o rosso? In genera<strong>le</strong> bianco; rosso nei risotti a base <strong>di</strong><br />

vino rosso (Barolo, Barbera) e anche dove gli altri ingre<strong>di</strong>enti lo reclamano,<br />

come con la salsiccia o i fagioli.<br />

Che tipo <strong>di</strong> brodo converrà quin<strong>di</strong> usare? Di regola e per tra<strong>di</strong>zione un<br />

buon brodo <strong>di</strong> carne. Esistono tuttavia <strong>del</strong><strong>le</strong> eccezioni. Per risotti a base <strong>di</strong><br />

pesce o frutti <strong>di</strong> mare s’impiegherà un brodo <strong>di</strong> pesce. Se il risotto viene<br />

guarnito con ortaggi, il brodo <strong>di</strong> carne non è il più in<strong>di</strong>cato per farne risaltare<br />

il gusto e meglio sarà sostituirlo con un brodo vegeta<strong>le</strong>.<br />

Di qualunque genere sia il brodo, se è salato al punto giusto, cuocerà<br />

il riso senza che occorra aggiustare <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>. Tuttavia, se si prevede una<br />

mantecatura fina<strong>le</strong> con il parmigiano, sarà bene tenere il brodo dolce <strong>di</strong><br />

sa<strong>le</strong> (si sarà sempre in tempo ad aggiungerne in seguito).<br />

È preferibi<strong>le</strong> unire il brodo mestolo dopo mestolo o tutto in una volta?<br />

Entrambi i meto<strong>di</strong> sono vali<strong>di</strong>; l’importante è che si arrivi alla conclusione<br />

<strong>del</strong>la cottura senza avere liquido in eccesso. Il brodo deve essere bol<strong>le</strong>nte,<br />

perché altrimenti provocherebbe una caduta <strong>di</strong> temperatura nel riso, facendogli<br />

così perdere la sua consistenza. Al riguardo dovrà essere adottata<br />

un’ulteriore precauzione, quella <strong>di</strong> rimestare il risotto quel tanto che basta<br />

per non farlo attaccare alla casseruola e consentire una cottura omogenea.<br />

Mescolando continuamente infatti i chicchi tenderebbero a sfaldarsi.<br />

Prima <strong>di</strong> portare a termine la cottura <strong>del</strong> risotto, occorre decidere qua<strong>le</strong><br />

debba essere il suo carattere fina<strong>le</strong>, materia che spetta per intero all’arbitrio<br />

dei gusti: chi lo ama asciutto avrà cura <strong>di</strong> portare il riso al grado <strong>di</strong> cottura<br />

desiderato mentre il brodo si prosciuga comp<strong>le</strong>tamente, in modo da<br />

ottenere un riso piuttosto fermo. Chi pre<strong>di</strong>lige, invece, il risotto “all’onda”<br />

ne arresterà la cottura quand’esso è ancora <strong>le</strong>ggermente brodoso; aggiungerà<br />

quin<strong>di</strong> burro e parmigiano, oppure olio ed erbe, lasciando riposare un<br />

attimo per poi mescolare con vigore il tutto finché il burro e il formaggio,<br />

unendosi al brodo in eccesso, non sono emulsionati, dando vita a una vera<br />

e propria crema: si tratta <strong>del</strong>la classica mantecatura.<br />

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34 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Ultime precisazioni: la cottura <strong>del</strong> risotto comincia a fuoco tenue<br />

(stufatura <strong>del</strong>la cipolla), prosegue a fuoco me<strong>di</strong>o (tostatura <strong>del</strong> riso) e si<br />

conclude a fuoco vivace, mantenuto costante a partire dalla prima aggiunta<br />

<strong>del</strong> brodo. Le migliori qualità <strong>di</strong> riso per risotti sono il Vialone<br />

Nano, l’Arborio e il Carnaroli. Quanto al recipiente <strong>di</strong> cottura, nulla <strong>di</strong><br />

meglio <strong>del</strong>l’impareggiabi<strong>le</strong> casseruola <strong>di</strong> rame stagnato.<br />

In insalata fredda, non ghiacciata<br />

Perché il riso e non la pasta? Mentre il riso bollito raffreddato è la base<br />

d’innumerevoli preparazioni in insalata, spesso si <strong>di</strong>mentica che anche<br />

la pasta può essere destinata allo stesso impiego con risultati eccel<strong>le</strong>nti.<br />

A patto, beninteso, che si prepari con criterio: la pasta secca (la fresca è<br />

inadatta), va cotta al momento come una comune pastasciutta. Scolata,<br />

va fatta raffreddare rapidamente sotto l’acqua corrente e poi con<strong>di</strong>ta<br />

con quel tanto d’olio che basta a impe<strong>di</strong>re che si incolli. Si accompagna<br />

infine a salse fredde e, particolare <strong>del</strong>la massima importanza, si serve<br />

imme<strong>di</strong>atamente: al pari <strong>del</strong>la pasta calda non va fatta aspettare.<br />

Qualche suggerimento sui con<strong>di</strong>menti: una salsa cruda <strong>di</strong> pomodoro,<br />

una crema semiliquida <strong>di</strong> fagioli, uova <strong>di</strong> ricci <strong>di</strong> mare, bottarga grattugiata,<br />

erba cipollina e cavia<strong>le</strong>, salmone marinato e asparagi selvatici,<br />

tonno e acciughe con cipolla novella, tutti quegli ingre<strong>di</strong>enti, che si prestano<br />

a essere gustati fred<strong>di</strong> (dove per “freddo” s’intende a temperatura<br />

ambiente, non freddo <strong>di</strong> frigorifero).<br />

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Le carni<br />

Il tessuto muscolare <strong>del</strong>l’anima<strong>le</strong> si irrigi<strong>di</strong>sce e ha bisogno <strong>di</strong> tempo<br />

per rilassarsi: solo allora <strong>le</strong> carni riusciranno tenere (<strong>le</strong> frattaglie, al<br />

contrario, vanno consumate fresche). Tuttavia una frollatura corretta<br />

è importante.<br />

L’agnello<br />

Agnellini e agnelloni non <strong>di</strong>fferiscono solo per l’età (fino a tre mesi <strong>di</strong><br />

vita i primi, a un anno i secon<strong>di</strong>), per l’alimentazione (rispettivamente<br />

latte materno ed erba <strong>di</strong> pascolo) o per la destinazione culinaria (carne<br />

bianca contro carne rossa). Quando se ne ricerchi l’eccel<strong>le</strong>nza, infatti, si<br />

tratterà propriamente <strong>di</strong> razze <strong>di</strong>stinte.<br />

Per quanto riguarda gli agnelloni (che sono in realtà giovani montoni)<br />

il primato spetta ai pré-salé, razza da carne se<strong>le</strong>zionata che viene<br />

al<strong>le</strong>vata sulla costa bretone. Rispetto all’agnello nostrano ha una carne<br />

più abbondante e <strong>di</strong>fferente struttura corporea. Bruca su terreni inondati<br />

perio<strong>di</strong>camente dal mare, da cui il nome (“pascolo salato”): l’erba <strong>di</strong><br />

cui si nutre, intrisa <strong>di</strong> salse<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> aromi marini, regala alla sua carne<br />

una fragranza tutta particolare.<br />

La migliore espressione <strong>del</strong>la produzione naziona<strong>le</strong> sono invece gli<br />

agnellini non svezzati, soprattutto quelli al<strong>le</strong>vati nella zona <strong>del</strong>la Garfagnana.<br />

Hanno una carne tenera e fine, ancora impregnata dei dolci<br />

profumi <strong>del</strong> latte.<br />

Che si tratti <strong>di</strong> agnellini o agnelloni, al gusto perentorio e inconfon<strong>di</strong>bi<strong>le</strong><br />

<strong>del</strong>la carne ovina convengono odori altrettanto risoluti e precisi.<br />

A timo, aglio e rosmarino va aggiunta anche la menta che si presta a<br />

comp<strong>le</strong>tarne felicemente il sapore.<br />

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36 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

La selvaggina<br />

I menù cambiano a ogni stagione e in inverno, quando si apprezzano<br />

piatti strutturati e dai sapori forti, i cuochi propongono <strong>le</strong> carni rosse<br />

accompagnate con salse e spezie.<br />

Perché si trova poca selvaggina nei menù degli chef in Italia? All’estero<br />

i cuochi amano misurarsi con queste carni e con <strong>le</strong> loro <strong>ricette</strong>.<br />

Sicuramente la moda <strong>del</strong>la cucina me<strong>di</strong>terranea e dei piatti al<strong>le</strong>ggeriti<br />

è una via salutista da perseguire, però, a mio avviso, non bisogna<br />

trascurare alcune specialità come la selvaggina.<br />

Rispetto <strong>le</strong> obiezioni ecologiste all’impiego <strong>di</strong> queste carni, non sono<br />

certo un cacciatore né farei mai <strong>del</strong> ma<strong>le</strong> a nessun anima<strong>le</strong>, ma devo<br />

osservare che l’uomo è da sempre cacciatore e per sua stessa natura predatore.<br />

Quin<strong>di</strong>, purché non si vadano a cacciare animali in via <strong>di</strong> estinzione,<br />

<strong>di</strong> tanto in tanto con la dovuta misura non trovo nulla <strong>di</strong> ma<strong>le</strong><br />

a mettere la selvaggina nel<strong>le</strong> carte dei ristoranti. Un cuoco abi<strong>le</strong> deve<br />

sapersi confrontare con qualsiasi anima<strong>le</strong> commestibi<strong>le</strong>.<br />

Quelli selvatici sono <strong>di</strong>fficili da trattare in cucina: bisogna assicurarsi<br />

che siano freschi e che vengano frollati nei tempi adeguati a ogni specie,<br />

pena la putrefazione <strong>del</strong>la carne, tuttavia grazie ai forni moderni che<br />

permettono <strong>di</strong> realizzare <strong>le</strong> cotture a bassa temperatura si cuociono più<br />

facilmente.<br />

La selvaggina si <strong>di</strong>vide in selvaggina <strong>di</strong> pelo (i gran<strong>di</strong> animali selvatici<br />

fra cui cinghiali, cervi, caprioli, <strong>le</strong>pri...) e <strong>di</strong> piume (uccelli selvatici come<br />

tor<strong>di</strong>, allodo<strong>le</strong>, pernici, beccacce), tutti animali che si trovano sul mercato<br />

specializzato.<br />

In genere i cuochi ripiegano sul cinghia<strong>le</strong> e sul fagiano per la maggiore<br />

<strong>di</strong>ffusione e per la semplicità con cui queste carni perdono il sapore<br />

<strong>di</strong> selvatico. Più ardui sono alcuni animali da penna pregiati come<br />

<strong>le</strong> pernici e <strong>le</strong> beccacce, per <strong>le</strong> quali ci sono varie scuo<strong>le</strong> <strong>di</strong> pensiero sulla<br />

frollatura da usare.<br />

Il selvatico invece si attenua con la marinatura più o meno pesante e<br />

invasiva, che ammorbi<strong>di</strong>sce la carne e conferisce ulteriori aromi.<br />

Durante una <strong>del</strong><strong>le</strong> mie prime esperienze lavorative a Strasburgo al<br />

ristorante Au croco<strong>di</strong><strong>le</strong>, ho scoperto il capriolo abbinato al<strong>le</strong> ciliegie<br />

e foie gras. Personalmente preferisco il gusto più <strong>del</strong>icato <strong>del</strong> capriolo<br />

con frutta e spezie. Mentre per la selvaggina da piuma un grande<br />

classico è il petto <strong>di</strong> piccione, che prima va cotto a bassa temperatura<br />

e poi segue una fase <strong>di</strong> rilascio e riposo <strong>del</strong>la carne. Ottimo con la nota<br />

aromatica <strong>del</strong>la polvere <strong>di</strong> caffè e accompagnato a una verdura come<br />

<strong>le</strong> puntarel<strong>le</strong> calde.<br />

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La polpetta Pojarski<br />

Le carni | 37<br />

Dal<strong>le</strong> polpette, pietanze così rustiche e indefinibili (con <strong>le</strong> loro innumerevoli<br />

varianti), tutto potremmo aspettarci fuorché che rispettino i precetti<br />

<strong>di</strong> alta cucina. Eppure esiste una polpetta degna <strong>del</strong> palato più fine:<br />

si chiama Pojarski, e si prepara con carne magra <strong>di</strong> vitello tritata finemente,<br />

più un quarto <strong>del</strong> suo peso <strong>di</strong> burro e un altro quarto <strong>di</strong> mollica <strong>di</strong><br />

pan carré setacciata, ammollata nel latte e quin<strong>di</strong> strizzata, sa<strong>le</strong>, pepe e<br />

un pizzico <strong>di</strong> noce moscata. Le polpette possono essere impanate o fatte<br />

dorare <strong>di</strong>rettamente in pa<strong>del</strong>la in burro chiarificato. Se la carne è stata<br />

ricavata da una costo<strong>le</strong>tta, vo<strong>le</strong>ndo si potrà ricostruirne la forma originaria,<br />

attaccando l’osso all’impasto prima <strong>del</strong>la cottura. Delicatissima,<br />

questa polpetta si può preparare sostituendo il vitello con carne <strong>di</strong> pollo<br />

o persino con polpa <strong>di</strong> pesce.<br />

È sempre consigliabi<strong>le</strong> unire all’impasto <strong>del</strong><strong>le</strong> polpette <strong>di</strong> carne <strong>del</strong>la<br />

mollica <strong>di</strong> pane ammollata nel latte (in alternativa, <strong>del</strong><strong>le</strong> patate <strong>le</strong>sse<br />

schiacciate), tali ingre<strong>di</strong>enti stemperano infatti il gusto <strong>del</strong>la carne e<br />

conferiscono morbidezza. Bisogna invece evitare d’inserire nell’impasto<br />

<strong>del</strong>l’aglio tritato: non avendo il tempo <strong>di</strong> cuocere comp<strong>le</strong>tamente,<br />

esso riuscirebbe in<strong>di</strong>gesto lasciando l’alito cattivo. Chi ama il profumo<br />

<strong>del</strong>l’aglio, ne farà invece dorare qualche spicchio (vestito) nell’olio in cui<br />

verranno in seguito cucinate <strong>le</strong> polpette.<br />

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I pesci<br />

Cominciamo con alcuni <strong>di</strong>stinguo. Si possono <strong>di</strong>fferenziare i pesci in<br />

base al contenuto in termini <strong>di</strong> grasso e avremo:<br />

• pesci magri, per esempio acciuga, dentice, orata, palombo, rombo, sogliola,<br />

tinca, trota che hanno un contenuto massimo in grassi <strong>del</strong> 3%;<br />

• pesci semigrassi, per esempio pesce spada, sar<strong>di</strong>na, storione, tonno,<br />

che hanno un contenuto in grassi tra il 3 e l’8%;<br />

• pesci grassi, per esempio anguilla, sgombro, salmone, che hanno un<br />

contenuto in grassi superiore all’8%.<br />

Oppure si possono <strong>di</strong>videre i pesci in base al luogo <strong>di</strong> crescita e pesca e<br />

quin<strong>di</strong> avremo:<br />

• pesci <strong>di</strong> mare;<br />

• pesci d’acqua dolce;<br />

• pesci d’al<strong>le</strong>vamento.<br />

In<strong>di</strong>pendentemente dalla loro componente grassa e dal luogo d’origine,<br />

sarà essenzia<strong>le</strong> consumare pesce freschissimo.<br />

Da che cosa si riconosce la freschezza <strong>del</strong> pesce? Numerosi in<strong>di</strong>zi<br />

possono rivelarla. Il colore <strong>del</strong><strong>le</strong> branchie dev’essere scarlatto vivo e,<br />

con il passar <strong>del</strong> tempo, tenderà dapprima al rosso mattone, poi al grigio.<br />

Anche l’occhio è un particolare importante: mentre quello <strong>del</strong> pescato<br />

fresco appare terso e vivido, quello invecchiato si presenta opaco<br />

e velato. Purtroppo esistono meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> sofisticazione che, alterando<br />

queste caratteristiche, <strong>di</strong>ssimulano la mancanza <strong>di</strong> freschezza. Altri<br />

fattori però possono venirci in soccorso. Oltre a essere terso, l’occhio<br />

<strong>del</strong> pesce fresco è sporgente; la mancanza <strong>di</strong> freschezza è viceversa rivelata<br />

dall’affossamento nell’orbita. Infine, la compattezza <strong>del</strong>la carne<br />

fornisce un ulteriore e<strong>le</strong>mento <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio: se il pesce è appena pescato,<br />

essa risulta elastica e, tolta la pressione sul<strong>le</strong> carni, l’impronta <strong>del</strong> <strong>di</strong>to<br />

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I pesci | 39<br />

scompare. Altrimenti la carne non offre resistenza al tatto e la pressione<br />

<strong>del</strong> <strong>di</strong>to lascia un piccolo avvallamento; durante la cottura questo<br />

pesce avrà tendenza a sfaldarsi, risultando insipido al gusto e sgradevo<strong>le</strong><br />

all’olfatto.<br />

Qualche buon motivo per sfi<strong>le</strong>ttare<br />

Cuocendo il pesce, già liberato dalla testa e dal<strong>le</strong> lische, parte <strong>del</strong> suo<br />

sapore va perso, ma può essere recuperato attraverso il fumetto che si<br />

ricava dagli scarti, sotto forma <strong>di</strong> salsa. Inoltre, sfi<strong>le</strong>ttando il pesce da<br />

crudo si possono controllare <strong>le</strong> varie fasi e il giusto grado <strong>di</strong> cottura e<br />

chi mangia non deve de<strong>di</strong>carsi al compito così fasti<strong>di</strong>oso e ine<strong>le</strong>gante <strong>di</strong><br />

spinare il pesce e sputacchiarne <strong>le</strong> lische rimaste per imperizia, fretta o<br />

<strong>di</strong>sattenzione.<br />

Pu<strong>le</strong>ndo il pesce sarà più raro stracuocerlo, e perdere il gusto, la consistenza<br />

e ogni rea<strong>le</strong> attrattiva. Tutto ciò è tanto più vero quando si tratti <strong>di</strong><br />

pesci già fi<strong>le</strong>ttati, che richiedono cotture brevissime. Un fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> sogliola,<br />

per esempio, per essere dorato in pa<strong>del</strong>la non richiederà più <strong>di</strong> mezzo minuto<br />

per lato o un paio <strong>di</strong> minuti comp<strong>le</strong>ssivi per essere cotto al vapore.<br />

Ogni pesce esige d’essere cucinato al momento: la sua pulizia preliminare<br />

(che può esser viceversa effettuata con largo anticipo) consente<br />

anche al più frettoloso dei cuochi <strong>di</strong> ottemperare a questa regola.<br />

I pesci piatti<br />

I pesci piatti (rombi, soglio<strong>le</strong>, passere, suacie) hanno una carne magra,<br />

ferma e <strong>del</strong>icata, che si presta bene per tutti gli usi. Con <strong>le</strong> loro teste e<br />

lische si preparano fumetti insuperabili; inoltre eliminando <strong>le</strong> lische<br />

(quando sono cru<strong>di</strong>) è più agevo<strong>le</strong> cucinarli e, soprattutto, mangiarli:<br />

sono ragioni sufficienti per imparare a fi<strong>le</strong>ttarli. In verità non è particolarmente<br />

laborioso né <strong>di</strong>ffici<strong>le</strong>. Basta procedere con metodo.<br />

Il pesce piatto presenta da un lato la pel<strong>le</strong> ruvida e scura, dall’altro<br />

liscia e chiara. Per fi<strong>le</strong>ttarlo, si pratica dalla parte scura una <strong>le</strong>ggera incisione<br />

all’altezza <strong>del</strong>la coda in modo da liberare un <strong>le</strong>mbo <strong>di</strong> pel<strong>le</strong> da<br />

prendere poi tra <strong>le</strong> <strong>di</strong>ta (aiutandosi magari con un tovagliolo). Si strappa<br />

quin<strong>di</strong> la pel<strong>le</strong> scura (viene via senza lacerare minimamente la polpa).<br />

Si incide poi il pesce seguendo la lisca latera<strong>le</strong> e, entrando <strong>di</strong> piatto con il<br />

coltello lungo la lisca centra<strong>le</strong>, si libera uno dei quattro fi<strong>le</strong>tti; se al fi<strong>le</strong>tto<br />

dovessero restare attaccate <strong>le</strong> picco<strong>le</strong> lische terminali che lo costeggiano<br />

lungo un lato, basterà rifilarlo con il coltello (non essendo più trattenute<br />

dalla pel<strong>le</strong>, verranno via senza <strong>di</strong>fficoltà). Si ripete l’operazione aspor-<br />

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40 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

tando, sullo stesso lato, il secondo fi<strong>le</strong>tto. A questo punto si rivolta il pesce<br />

sul lato <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> liscia e si ricavano gli altri due fi<strong>le</strong>tti procedendo<br />

esattamente come per i precedenti. Per spellarli si farà scorrere un coltello<br />

a lama f<strong>le</strong>ssibi<strong>le</strong> adatto per sfi<strong>le</strong>ttare tra la pel<strong>le</strong> e la polpa sino a<br />

separar<strong>le</strong> comp<strong>le</strong>tamente.<br />

La spigola (il branzino)<br />

Da adulto, abbandona i branchi per <strong>di</strong>venire vorace predatore solitario.<br />

Solo allora impara a battere <strong>le</strong> foci dei fiumi, a caccia <strong>del</strong><strong>le</strong> picco<strong>le</strong><br />

anguil<strong>le</strong> <strong>di</strong> cui è ghiottissimo, e a perlustrare i moli alla ricerca <strong>di</strong> seppioline<br />

e gamberetti: è il “lupo dei mari” – così è conosciuto in Sicilia,<br />

in Francia e nei Paesi <strong>del</strong> Nord –, branzino o spigola che <strong>di</strong>r si voglia è il<br />

pesce più pregiato, più caro e pre<strong>di</strong><strong>le</strong>tto dai buongustai. Non si sa bene<br />

perché, oggi va <strong>di</strong> moda <strong>di</strong> taglia ridotta. Eppure, è come confrontare la<br />

carne <strong>di</strong> vitello con quella <strong>di</strong> manzo: quanto la prima è tenera e <strong>del</strong>icata,<br />

tanto l’altra è ricca <strong>di</strong> nerbo e <strong>di</strong> sapore. Così una bella spigola da un<br />

chilo in su ha carni sicuramente più sode, sviluppate e nel pieno vigore<br />

<strong>del</strong> gusto <strong>di</strong> quel<strong>le</strong> <strong>di</strong> una spigola in erba <strong>di</strong> cinque o sei etti. In effetti,<br />

eccezion fatta per il periodo <strong>di</strong> muta (tra apri<strong>le</strong> e maggio) in cui perde<br />

consistenza, proprio il tessuto compatto e muscoloso <strong>del</strong><strong>le</strong> carni rappresenta<br />

– accanto all’ineguagliabi<strong>le</strong> finezza <strong>del</strong> gusto – uno dei suoi<br />

pregi esclusivi. I due aspetti sono invero inscin<strong>di</strong>bili: se, per <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong><br />

freschezza o per imperizia <strong>del</strong> cuoco, la polpa cotta <strong>del</strong> branzino risulta<br />

mol<strong>le</strong> e si sfalda sotto la pressione <strong>del</strong>la forchetta, allora bisogna<br />

rassegnarsi a <strong>di</strong>re ad<strong>di</strong>o anche all’attrattiva <strong>del</strong> gusto. È dunque d’importanza<br />

capita<strong>le</strong>, oltre che sincerarsi <strong>del</strong>la freschezza <strong>del</strong>l’esemplare,<br />

aver cura <strong>di</strong> cuocerlo a puntino: al pari d’una carne tenera e pregiata,<br />

affinché non ceda i suoi succhi e umori, la polpa non va cotta un minuto<br />

più <strong>del</strong> necessario.<br />

Per quanto riguarda <strong>le</strong> possibili tecniche <strong>di</strong> preparazione, va detto intanto<br />

che da aristocratico sovrano dei mari, il branzino preferisce non<br />

essere mescolato ad altri pesci. In effetti, confonderlo con scorfani, tracine<br />

o triglie in una rustica zuppa o in una poco raccomandabi<strong>le</strong> grigliata<br />

mista equivarrebbe a <strong>di</strong>sconoscerne i quarti <strong>di</strong> nobiltà. Il nostro lupo solitario<br />

pretende invece <strong>di</strong> essere trattato con il riguardo che gli è dovuto:<br />

alla <strong>del</strong>icatezza <strong>del</strong><strong>le</strong> carni quin<strong>di</strong> dovrà sempre corrispondere quella<br />

degli ingre<strong>di</strong>enti e <strong>del</strong><strong>le</strong> salse che l’accompagnano. Con<strong>di</strong>menti troppo<br />

grassi o aggressivi finiscono con il mascherarne il gusto (evitate scrupolosamente<br />

<strong>di</strong> seppellirlo nella maionese). Si sposa invece meravigliosamente<br />

con i profumi campestri e gentili, come il finocchio selvatico (potrete<br />

arrostirlo o cuocerlo in umido sopra un <strong>le</strong>tto <strong>di</strong> barba <strong>di</strong> finocchio<br />

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I pesci | 41<br />

sparpagliata sul fondo <strong>del</strong>la pesciera). È squisito anche cucinato in forno<br />

o al vapore e con<strong>di</strong>to con una semplice vinaigrette d’olio, acqua, limone,<br />

origano e prezzemolo tritati fini aggiunta a crudo al momento <strong>di</strong> servire.<br />

Una classica preparazione è poi la cottura à la coque in crosta <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>:<br />

sparpagliare su una teglia da forno uno strato <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> grosso (meglio<br />

se marino non raffinato), stendervi sopra il branzino intero, privato <strong>di</strong><br />

branchie e interiora, ma non <strong>del</strong><strong>le</strong> squame, ricoprirlo con un altro strato<br />

<strong>di</strong> sa<strong>le</strong> alto un centimetro e infornarlo (per un branzino da un chilo e<br />

mezzo, calcolate 25 minuti a 220°). Durante la cottura il sa<strong>le</strong> cristallizza<br />

formando una crosta croccante che trattiene all’interno i succhi e i profumi<br />

<strong>del</strong> pesce: spaccarla <strong>di</strong>rettamente a tavola, sfi<strong>le</strong>ttare e servire.<br />

Il branzino è, tra l’altro, uno dei pesci che va<strong>le</strong> veramente la pena <strong>di</strong><br />

provare crudo: servitelo come antipasto o stuzzichino tagliandone a fettine<br />

sottili il fi<strong>le</strong>tto spinato per con<strong>di</strong>rlo con olio, sa<strong>le</strong>, pepe e senape in<br />

grani e avvolgerlo nel<strong>le</strong> foglie snervate <strong>di</strong> spinaci.<br />

Quanto al<strong>le</strong> preparazioni più elaborate, anch’esse lo valorizzano, purché<br />

siano eseguite con mano <strong>le</strong>ggera: si può, per esempio, accompagnare<br />

un branzino con una sontuosa salsa ai ricci <strong>di</strong> mare. Infornare il pesce<br />

già sfi<strong>le</strong>ttato, spinato e spellato, salato e pepato in una teglia imburrata.<br />

Bagnare con un cucchiaio <strong>di</strong> vino bianco. Una volta cotto, recuperare il<br />

liquido <strong>di</strong> cottura, filtrarlo, aggiungere <strong>del</strong> brodo <strong>di</strong> pesce e fare addensare<br />

sul fuoco. Incorporare un cucchiaio <strong>di</strong> acqua dei ricci, un goccio <strong>di</strong><br />

succo <strong>di</strong> limone, qualche uovo <strong>di</strong> riccio passato per il setaccio e <strong>le</strong> uova<br />

intere. Terminare la cottura <strong>del</strong>la salsa a fuoco dolce per un minuto senza<br />

lasciar<strong>le</strong> mai <strong>le</strong>vare il bollore.<br />

Il salmone<br />

Deve la sua fama al modo in cui si offre crudo al palato: in effetti, nel<strong>le</strong><br />

preparazioni in cui viene maggiormente apprezzato, va<strong>le</strong> a <strong>di</strong>re affumicato,<br />

il salmone non si cuoce (cioè esposto al calore), ma è stato marinato<br />

sotto l’azione <strong>del</strong> sa<strong>le</strong> e <strong>del</strong>lo zucchero. Del resto, proprio per la sua<br />

straor<strong>di</strong>naria morbidezza, è quello che, secondo l’uso giapponese, meglio<br />

si presta a esser gustato crudo fresco, come <strong>di</strong>re allo stato natura<strong>le</strong><br />

(ottimo tagliato a fettine sottili e con<strong>di</strong>to al momento con un pizzico<br />

<strong>di</strong> sa<strong>le</strong>, un goccio <strong>di</strong> limone e qualche foglia <strong>di</strong> dragoncello fresco o un<br />

pizzico d’erba cipollina tritata).<br />

Quando invece viene cotto, troppo spesso una metamorfosi ingrata<br />

ce ne restituisce una polpa irriconoscibi<strong>le</strong>, asciutta e stopposa come<br />

quella <strong>di</strong> un tonno in scatola <strong>di</strong> poco pregio: triste sorte per un pesce che<br />

fu nobi<strong>le</strong> sino a qualche minuto ad<strong>di</strong>etro. Non c’è dunque alcun modo <strong>di</strong><br />

cucinarlo senza fargli perdere <strong>le</strong> sue attrattive migliori?<br />

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42 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Bisogna tener conto che il salmone è un pesce grasso e una cottura<br />

troppo prolungata ne sacrifica la vellutata consistenza <strong>del</strong><strong>le</strong> carni, e<br />

buona parte <strong>del</strong> sapore. Ma un rime<strong>di</strong>o esiste, basta arrestarne la cottura<br />

quando la polpa è ancora morbida e succosa all’interno, esattamente<br />

come una carne al sangue. Affettata, presenta allora lo strato superficia<strong>le</strong><br />

più chiaro e lattiginoso, ben cotto, mentre quello centra<strong>le</strong> è <strong>di</strong> un rosato<br />

aranciato dai rif<strong>le</strong>ssi serici. Che il salmone venga arrostito in forno<br />

o rosolato in pa<strong>del</strong>la, cotto al vapore o in umido, si potrà verificarne il<br />

grado <strong>di</strong> cottura premendo <strong>le</strong>ggermente sulla polpa, che dovrà risultare<br />

soffice ed elastica. Se invece riesce dura e friabi<strong>le</strong>, è segno che la cottura<br />

è stata protratta oltre il dovuto.<br />

La rana pescatrice<br />

La rana pescatrice (ovvero, decapitata, “coda <strong>di</strong> rospo”: due nomi pittoreschi<br />

per un pesce dal<strong>le</strong> raccapriccianti fattezze) non sempre viene<br />

apprezzata come meriterebbe. La sua carne, soda e compatta, è squisita<br />

e ricorda nella consistenza quella <strong>del</strong>l’aragosta. Per sincerarsi <strong>del</strong>la freschezza<br />

<strong>di</strong> un esemplare occorre guardare soprattutto alla trasparenza e<br />

al colore rosato <strong>del</strong>la carne; con il passar <strong>del</strong> tempo, essa tende infatti a<br />

<strong>di</strong>ventare lattiginosa e opaca.<br />

Come in molti altri casi, la pulizia preliminare <strong>del</strong> pesce risulta determinante<br />

ai fini <strong>del</strong>la preparazione. Nel caso <strong>del</strong>la pescatrice, che viene<br />

<strong>di</strong> solito venduta decapitata e privata <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong>, si avrà cura (radendola<br />

con la lame <strong>del</strong> coltello) <strong>di</strong> liberare la polpa anche dalla pellicola superficia<strong>le</strong><br />

che l’avvolge e che cotta risulterebbe gommosa e grigiastra, con<br />

uno sgradevo<strong>le</strong> effetto per il palato e per l’occhio. Eliminata la fasti<strong>di</strong>osa<br />

pellicina, si costeggia con il coltello la spina centra<strong>le</strong>, ricavando così i fi<strong>le</strong>tti<br />

che si prestano a svariate possibilità d’impiego: tagliati a bocconcini<br />

e cucinati in umido o uniti a una zuppa; tagliati a medaglioni e rosolati<br />

in pa<strong>del</strong>la; arrostiti in forno, <strong>le</strong>ssati o cotti al vapore.<br />

Il nero <strong>di</strong> seppia<br />

Anche i calamari, i polpi e i totani contengono un liquido scuro che secernono<br />

come una cortina fumogena per proteggersi la fuga. Ma paragonarlo<br />

a quello <strong>del</strong>la seppia sarebbe come pretendere che un fegato <strong>di</strong><br />

pollo avesse la fragranza <strong>di</strong> un fegato d’oca.<br />

Ecco allora l’itinerario più semplice per giungere all’eccelso tra gli<br />

inchiostri marini. Staccata la testa (che finirete <strong>di</strong> pulire eliminando il<br />

becco e gli occhi con la semplice pressione <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>di</strong>ta), si incide il dorso<br />

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I pesci | 43<br />

<strong>del</strong>la seppia e si estrae l’osso; tagliando la membrana che lo avvolgeva, si<br />

scoprono <strong>le</strong> interiora. La vescichetta contenente l’inchiostro si riconosce<br />

dal colore nero cupo striato da venature argentee. Il liquido è più copioso<br />

durante la stagione calda e negli esemplari adulti.<br />

Aggiunto a una preparazione, oltre a tingerla <strong>di</strong> nero, <strong>le</strong> infonde una<br />

fresca fragranza <strong>di</strong> mare, in cui riecheggiano sentori <strong>di</strong> muschio. Beninteso,<br />

la seppia dev’essere <strong>di</strong> prima pesca, perché l’inchiostro tende<br />

ad acquistare rapidamente un gusto acre e sgradevo<strong>le</strong>. La conservazione<br />

<strong>del</strong> prezioso liquido può essere facilitata emulsionandolo con qualche<br />

goccio <strong>di</strong> vino bianco.<br />

Gli altri visceri <strong>del</strong>la seppia non hanno impiego gastronomico. Per<br />

quel che riguarda la manipolazione <strong>del</strong>l’inchiostro, va tenuto sempre al<br />

<strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> grado <strong>di</strong> ebollizione. Cuocendo, il nero coagula e si sgrana,<br />

perdendo così gran parte <strong>del</strong>l’attrattiva estetica che possedeva come<br />

fluida macchia <strong>di</strong> colore. Che venga unito a preparazioni in umido, adoperato<br />

come con<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> paste asciutte o nella mantecatura <strong>di</strong> risotti,<br />

il nero va preferibilmente aggiunto alla fine (ancor meglio se <strong>di</strong>luito<br />

nell’acqua tiepida) in modo da evitargli spiacevoli “scottature”. Del<strong>le</strong><br />

<strong>ricette</strong> che ho menzionato esistono infinite versioni più o meno complicate.<br />

È tuttavia con la massima semplicità che, secondo il mio gusto, si<br />

ottengono i risultati migliori.<br />

La seppia pulita si cuoce a parte in un court-bouillon (brodo vegeta<strong>le</strong><br />

aromatizzato con vino bianco) o anche in semplice acqua salata. La sua<br />

carne, assai meno coriacea <strong>di</strong> quella <strong>del</strong> polpo e <strong>del</strong> calamaro, raggiunge<br />

in cottura una consistenza dolce. Nel frattempo l’inchiostro, <strong>di</strong>luito con<br />

un po’ d’acqua, viene emulsionato a caldo con la frusta assieme a qualche<br />

fiocchetto <strong>di</strong> burro.<br />

L’estrema pulizia <strong>del</strong>la preparazione corrisponde a quella <strong>del</strong>la presentazione<br />

e <strong>del</strong> gusto. Al termine <strong>del</strong><strong>le</strong> rispettive cotture, la salsa cosparsa<br />

a macchia sul fondo <strong>del</strong> piatto e la seppia depositata sopra, si<br />

ricongiungono nell’equilibrio ecologico <strong>di</strong> un piatto dai sapori incontaminati.<br />

I crostacei<br />

Per poter gustare degnamente aragoste, astici, granchi e gamberi <strong>di</strong> fiume,<br />

non c’è altro metodo che procurarsene esemplari vivi e “sacrificarli”<br />

al momento <strong>del</strong>la cottura. Non è una cattiveria gratuita: astici e aragoste<br />

lasciati morire fuor d’acqua (e persino mantenuti in vita troppo a lungo<br />

in un vivaio) si consumano <strong>le</strong>ntamente, perdendo peso mentre la loro<br />

polpa si sfalda e resta priva <strong>di</strong> consistenza e sapore. Quanto ai gamberi<br />

<strong>di</strong> fiume, si decompongono assai rapidamente con sgradevo<strong>le</strong> odore.<br />

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44 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Se s’intende <strong>le</strong>ssare i crostacei, verranno tuffati vivi in acqua bol<strong>le</strong>nte<br />

o in un court-bouillon e lì cucinati, tenendo la pentola coperta. Se si<br />

vogliono invece preparare in un altro modo, prima <strong>di</strong> staccarne la coda<br />

si potranno preventivamente “anestetizzare” immergendone la testa<br />

in acqua bol<strong>le</strong>nte.<br />

Infine, al pari degli altri abitanti <strong>del</strong> mare, anche i crostacei prima <strong>di</strong><br />

esser mangiati vanno liberati dall’intestino.<br />

I gamberi <strong>di</strong> mare (fatta eccezione per quelli grigi) e gli scampi, avendo<br />

<strong>di</strong>fficoltà a sopravvivere fuor d’acqua, raramente si riescono a trovare<br />

vivi dal pescivendolo; in compenso, <strong>le</strong> loro carni hanno una buona resistenza.<br />

A causa dei numerosi espe<strong>di</strong>enti che si impiegano per mascherare<br />

la mancanza <strong>di</strong> freschezza, essi restano tuttavia i crostacei più <strong>di</strong>fficili<br />

da scegliere al momento <strong>del</strong>l’acquisto. Non resta che affidarsi al proprio<br />

naso: l’olfatto è in questo caso il giu<strong>di</strong>ce più atten<strong>di</strong>bi<strong>le</strong>. Per bollire o cuocere<br />

al vapore scampi e gamberi, è preferibi<strong>le</strong> sgusciarli prima <strong>del</strong>la cottura:<br />

è molto più pratico e permette <strong>di</strong> eliminare l’intestino con grande facilità,<br />

incidendo la coda sul dorso fino a scoprire il filamento grigio-nero e<br />

asportarlo. Vo<strong>le</strong>ndo invece cucinarli sulla griglia, si taglieranno in due nel<br />

senso <strong>del</strong>la lunghezza per privarli quin<strong>di</strong> <strong>del</strong>l’intestino, che appare a vista.<br />

Zafferano e pesce<br />

Lo zafferano è una <strong>di</strong> quel<strong>le</strong> spezie dall’aroma generoso e prorompente,<br />

che trasmette alla pietanza che l’accoglie la sua impronta inconfon<strong>di</strong>bi<strong>le</strong><br />

e dominante. In Italia si adopera quasi esclusivamente nel risotto alla<br />

milanese, ed è un peccato perché questa spezia è assai più versati<strong>le</strong> <strong>di</strong><br />

quanto si supponga. La cucina spagnola lo utilizza nella paella e sul pollame,<br />

la marocchina sul montone, la polacca sulla trippa, ma è specialmente<br />

con il pesce che lo zafferano rivela un’affinità sotti<strong>le</strong>, come <strong>di</strong>mostrano<br />

numerose <strong>ricette</strong> tra<strong>di</strong>zionali, dalla provenza<strong>le</strong> bouillabaisse (con<br />

la sapida complicità <strong>di</strong> pomodoro, aglio, anice e finocchio) alla siciliana<br />

pasta con <strong>le</strong> sarde (che ne suggerisce la dolce sintonia con pinoli, uvette<br />

e finocchietto selvatico).<br />

Ne raccomando l’impiego con pomodoro, olio e prezzemolo su un piatto<br />

<strong>di</strong> triglie in guazzetto; altrettanto gradevolmente la <strong>del</strong>icatezza <strong>di</strong> un<br />

branzino o <strong>di</strong> una sogliola si presterà a riceverne il gusto (purché dosato<br />

con garbo), stemperandolo in una salsa bianca a base <strong>di</strong> brodo.<br />

Allo zafferano in polvere sono da preferire gli stigmi essiccati, minuscoli<br />

filamenti color ruggine con sfumature dorate che si <strong>di</strong>luiscono in cottura al<br />

pari <strong>del</strong>la polvere. In Italia tra i più gustosi vi è quello <strong>di</strong> Navelli, omonimo<br />

paese nei pressi <strong>del</strong>l’Aquila. Solo così, infatti, si è certi <strong>del</strong>la purezza degli ingre<strong>di</strong>enti,<br />

mentre l’aroma risulta più intenso (come accade a tutte <strong>le</strong> spezie,<br />

quando viene frantumato anche il suo profumo tende ad affievolirsi).<br />

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I pesci cru<strong>di</strong><br />

I pesci | 45<br />

Di semplicissima esecuzione, il pesce crudo marinato costituisce un’al<strong>le</strong>ttante<br />

proposta <strong>di</strong> piatto freddo, sia servito come antipasto, sia come<br />

vera e propria portata <strong>di</strong> pesce (con<strong>di</strong>to per esempio con una salsa cruda<br />

<strong>di</strong> pomodoro e accompagnato da un’insalata verde). Requisito in<strong>di</strong>spensabi<strong>le</strong><br />

per la sua buona riuscita (è il caso <strong>di</strong> precisarlo?): il pesce deve<br />

essere freschissimo. Sfi<strong>le</strong>ttato e perlopiù privato <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong>, può essere<br />

gustato in due mo<strong>di</strong>: alla maniera giapponese, ossia tagliato a fettine<br />

sottili e con<strong>di</strong>to al momento con olio e limone (o altri agenti aromatici),<br />

in modo che la polpa resti <strong>del</strong> tutto cruda; oppure facendo marinare i<br />

fi<strong>le</strong>tti in modo che la polpa s’insaporisca e venga “scottata” superficialmente<br />

dal con<strong>di</strong>mento senza tuttavia impregnarsene.<br />

La durata <strong>del</strong>la marinatura varia <strong>di</strong> solito dai 20 ai 30 minuti. L’importante<br />

è che il pesce non “cuocia” comp<strong>le</strong>tamente sotto l’effetto <strong>del</strong> limone;<br />

lo scopo <strong>del</strong>l’operazione è infatti quello <strong>di</strong> esaltare senza sopraffare il gusto<br />

natura<strong>le</strong> <strong>del</strong> pesce.<br />

È fondamenta<strong>le</strong> conservare sempre il pesce in frigorifero.<br />

Tanto fumo e niente arrosto<br />

Al cuoco <strong>di</strong><strong>le</strong>ttante, solo che ne abbia la voglia, quasi nulla è precluso,<br />

con risultati <strong>di</strong> tutto rispetto potrà preparare da sé persino <strong>del</strong> pesce affumicato.<br />

Ecco come dovrà procedere.<br />

Il pesce prescelto, sfi<strong>le</strong>ttato e spinato a dovere, viene preventivamente<br />

lasciato marinare in frigorifero sotto l’azione <strong>di</strong> una miscela<br />

<strong>di</strong> sa<strong>le</strong> e zucchero (sparpagliata sopra come se si dovesse salare il pesce<br />

due volte). La proporzione è <strong>di</strong> un chilo <strong>di</strong> pesce pulito sfi<strong>le</strong>ttato e<br />

800 grammi <strong>di</strong> marinata. Il pesce va lasciato in frigorifero per inibire<br />

sbalzi termici e l’aumento <strong>del</strong>la carica batterica. È buona norma igienico-sanitaria<br />

congelare il pesce per poi servirlo crudo, come nella<br />

cucina giapponese. Dopo 24 ore il pesce sarà quasi comp<strong>le</strong>tamente<br />

<strong>di</strong>sidratato: si scola <strong>del</strong> liquido <strong>di</strong> marinatura (che va eliminato) ed è<br />

pronto per essere affumicato. In una pa<strong>del</strong>la (da destinare a questa<br />

unica utilizzazione) si sistemano dei trucioli <strong>di</strong> <strong>le</strong>gno non resinoso.<br />

Si mette sul fuoco e si lascia bruciare finché i trucioli non iniziano<br />

a fumare. A questo punto si buttano i trucioli nel recipiente <strong>di</strong> affumicazione,<br />

che potrà essere semplicemente il vostro forno spento<br />

(la camera <strong>di</strong> combustione). Una griglietta <strong>di</strong> sospensione impe<strong>di</strong>rà<br />

il contatto tra il pesce e i trucioli fumanti, e nell’intermezzo è bene<br />

posizionare una teglia <strong>di</strong> ghiaccio per mantenere inalterata la temperatura<br />

<strong>del</strong> pesce.<br />

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46 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

L’esposizione al fumo non ha infatti lo scopo <strong>di</strong> cuocere (la vera “cottura”<br />

viene effettuata col sa<strong>le</strong>), ma deve soltanto impregnare l’alimento<br />

degli aromi <strong>del</strong> fumo, senza sottoporlo all’azione <strong>del</strong> calore. Collocato il<br />

pesce sulla griglietta, si copre il recipiente e si lascia aromatizzare l’alimento<br />

per un tempo che varia, dalla mezz’ora (affumicatura <strong>le</strong>ggera)<br />

al<strong>le</strong> 2 ore o anche alla ripetizione <strong>del</strong>l’operazione. Si unge infine il pesce<br />

con un filo <strong>di</strong> olio d’oliva, si appende e si lascia “maturare” per 48 ore in<br />

frigorifero: il sa<strong>le</strong> può così terminare <strong>di</strong> <strong>di</strong>sidratare il pesce mentre la<br />

fragranza <strong>del</strong> fumo penetra nel<strong>le</strong> sue carni. Il pesce così affumicato si<br />

conserva senza prob<strong>le</strong>mi in frigorifero per una settimana.<br />

Stagionalità<br />

Gennaio merluzzo, sar<strong>di</strong>na, sogliola, spigola, triglia<br />

Febbraio merluzzo, sar<strong>di</strong>na, sgombro, sogliola,<br />

spigola<br />

Marzo acciuga, cefalo, merluzzo, sar<strong>di</strong>na,<br />

sgombro, sogliola<br />

Apri<strong>le</strong> acciuga, cefalo, dentice, merluzzo,<br />

pesce spada, sar<strong>di</strong>na, sogliola, tonno,<br />

triglia<br />

Maggio acciuga, cefalo, dentice, merluzzo,<br />

pesce spada, sar<strong>di</strong>na, sogliola, tonno,<br />

triglia<br />

Giugno cefalo, dentice, merluzzo, pesce spada,<br />

sar<strong>di</strong>na, sogliola, tonno, triglia<br />

Luglio acciuga, cefalo, dentice, merluzzo, orata, pesce spada,<br />

sar<strong>di</strong>na, sgombro, sogliola, spigola, triglia<br />

Agosto acciuga, dentice, merluzzo, orata,<br />

pesce spada, sar<strong>di</strong>na, sgombro, spigola, triglia<br />

Settembre acciuga, cefalo, dentice, orata, pesce spada, sar<strong>di</strong>na,<br />

sogliola<br />

Ottobre cefalo, merluzzo, orata, sar<strong>di</strong>na, sogliola, tonno<br />

Novembre acciuga, cefalo, dentice, merluzzo, orata, sar<strong>di</strong>na,<br />

sogliola, triglia<br />

Dicembre cefalo, merluzzo, sar<strong>di</strong>na, sogliola, spigola, triglia<br />

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Le uova<br />

Ogni tecnica <strong>di</strong> cottura <strong>del</strong><strong>le</strong> uova presuppone la freschezza dei suoi ingre<strong>di</strong>enti,<br />

ma alcune in particolare, per esempio <strong>le</strong> uova strapazzate. Si<br />

rende così necessario <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un metodo affidabi<strong>le</strong> per riconoscere<br />

l’età <strong>di</strong> un uovo.<br />

Ebbene, poiché la superficie <strong>del</strong> guscio è porosa, l’acqua che vi è contenuta<br />

tende a evaporare con il passar dei giorni e la freschezza <strong>del</strong>l’alimento<br />

risulta proporziona<strong>le</strong> al suo peso specifico. Immergendo così un uovo<br />

in un recipiente colmo d’acqua salata (un cucchiaino da tè per litro) se<br />

ne riescono a dedurre i giorni <strong>di</strong> vita dalla posizione che esso assume nel<br />

recipiente: l’uovo <strong>di</strong> giornata rimane sul fondo; quello <strong>di</strong> due giorni resta<br />

sospeso; quello <strong>di</strong> quattro affiora <strong>le</strong>ggermente in superficie; quello invecchiato<br />

gal<strong>le</strong>ggia senza ritegno assumendo una posizione orizzonta<strong>le</strong>.<br />

Esiste un altro metodo più grossolano ma atten<strong>di</strong>bi<strong>le</strong>. Si tratta <strong>di</strong><br />

scuoterne uno: quello fresco, pesante e pieno non produrrà alcun rumore;<br />

nel caso <strong>di</strong> un uovo non più fresco, in cui si è formata una bolla d’aria<br />

per l’evaporazione <strong>del</strong>l’acqua, si udrà un <strong>le</strong>ggero sciacquio.<br />

Ovviamente, nel rispetto <strong>del</strong><strong>le</strong> normative sanitarie in vigore, sul<strong>le</strong><br />

uova in commercio è stampato un co<strong>di</strong>ce, che permette <strong>di</strong> verificarne la<br />

tracciabilità. Una carta d’identità <strong>del</strong>l’uovo…<br />

Uova strapazzate<br />

Benché tutti siano convinti <strong>di</strong> saper<strong>le</strong> preparare come si deve, è raro<br />

nella cucina familiare vedere <strong>del</strong><strong>le</strong> uova strapazzate cucinate a regola<br />

d’arte. E ciò non tanto perché la loro corretta esecuzione sia <strong>di</strong>fficoltosa,<br />

quanto perché essa rimane cosa <strong>del</strong> tutto ignota.<br />

Ecco dunque come procedere: sbattute <strong>le</strong>ggermente (ossia quanto basta<br />

perché tuorlo e albume siano mischiati), <strong>le</strong> uova vanno fatte cuocere a<br />

calore dolcissimo in una casseruola imburrata, mescolando costantemente<br />

con un cucchiaio <strong>di</strong> <strong>le</strong>gno. S’impe<strong>di</strong>sce in tal modo la formazione dei<br />

grumi, che sono il peccato capita<strong>le</strong> <strong>di</strong> questa ricetta: in effetti, a cottura<br />

ultimata, <strong>le</strong> uova dovranno avere l’aspetto <strong>di</strong> una crema densa e perfetta-<br />

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48 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

mente omogenea. Per ottenere questo risultato occorre dar loro il tempo<br />

<strong>di</strong> raggiungere la giusta consistenza senza forzare mai il calore (perché ciò<br />

<strong>le</strong> farebbe “impazzire”); per maggior sicurezza si possono anche cuocere a<br />

bagnomaria, seguendo <strong>le</strong> medesime precauzioni. A consistenza ottenuta,<br />

si allontana la casseruola dal fuoco, incorporandovi un po’ <strong>di</strong> panna liquida<br />

o latte fresco: si arresta così la cottura e la preparazione guadagna<br />

morbidezza. Unire il sa<strong>le</strong> sempre a fine cottura.<br />

L’ome<strong>le</strong>tte<br />

Come si prepara un’ome<strong>le</strong>tte degna <strong>di</strong> questo nome? Rompere <strong>le</strong> uova,<br />

sbatter<strong>le</strong> o, meglio ancora, mescolar<strong>le</strong> quel tanto che basta perché tuorlo<br />

e albume risultino amalgamati (oltre questa soglia si sfibrano e non gonfiano<br />

a dovere durante la cottura). Quin<strong>di</strong>, unire <strong>del</strong> sa<strong>le</strong>; dose approssimativa<br />

su cui regolarsi: una presa <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> per uovo. Vo<strong>le</strong>ndo, si possono<br />

aggiungere anche erbe aromatiche; la più classica <strong>del</strong><strong>le</strong> composizioni, <strong>le</strong><br />

cosiddette “erbe fini”, prevede dragoncello, cerfoglio, prezzemolo ed erba<br />

cipollina tritati finemente.<br />

Versare <strong>le</strong> uova (tre, come minimo) in pa<strong>del</strong>la con poco olio (ma che<br />

sia un’autentica pa<strong>del</strong>la, con tanto <strong>di</strong> manico e <strong>di</strong> bordo bombato: si tratta<br />

– come vedremo – <strong>di</strong> particolari essenziali), e proseguire la cottura a<br />

fuoco vivace, mescolar<strong>le</strong> continuamente con una forchetta mentre con<br />

l’altra mano, impugnando il manico, si imprime alla pa<strong>del</strong>la un movimento<br />

regolare in avanti e in<strong>di</strong>etro, in modo da ottenere una cottura<br />

omogenea. Quando l’ome<strong>le</strong>tte ha raggiunto la consistenza desiderata,<br />

farla scivolare fin sul bordo bombato (ecco a cosa serve) mentre con la<br />

forchetta alzare il <strong>le</strong>mbo rimasto al centro e ripiegarlo su se stesso. L’arrotolamento<br />

<strong>del</strong>l’ome<strong>le</strong>tte avviene rovesciandola sul piatto. Non è <strong>di</strong>ffici<strong>le</strong>,<br />

basta farci la mano.<br />

Un’ome<strong>le</strong>tte ben riuscita si riconosce anche dal colore: deve risultare<br />

bionda, non imbrunita né tanto meno bruciacchiata qua e là. Il grado <strong>di</strong><br />

cottura <strong>del</strong>la parte interna va lasciato all’inclinazione persona<strong>le</strong> <strong>del</strong> gusto;<br />

c’è chi la gra<strong>di</strong>sce ben cotta, chi la preferisce più cremosa. Vo<strong>le</strong>ndola<br />

farcita, si aggiungerà la guarnizione prima d’avvoltolarla su se stessa.<br />

Per alcune guarnizioni (come gamberi, funghi, punte d’asparagi) è<br />

tuttavia consigliabi<strong>le</strong> un metodo <strong>di</strong>fferente. Si prepara l’ome<strong>le</strong>tte nel<br />

modo consueto, arrotolandola alla fine: dopo averla <strong>di</strong>sposta sul piatto,<br />

si pratica un’incisione nel senso <strong>del</strong>la lunghezza, ricavando in tal<br />

modo un solco dove poter collocare (“in bella vista”, come si <strong>di</strong>ceva in<br />

gergo) la guarnizione prescelta.<br />

Fin qui l’ome<strong>le</strong>tte arrotolata. Ma che <strong>di</strong>re <strong>del</strong>l’umi<strong>le</strong>, onesta frittatina<br />

piatta? Premesso che in francese si chiama sempre ome<strong>le</strong>tte, la<br />

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Le uova | 49<br />

tra<strong>di</strong>ziona<strong>le</strong> frittata si prepara seguendo lo stesso proce<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>l’ome<strong>le</strong>tte<br />

arrotolata, salvo farla saltare su se stessa, anziché arrotolarla,<br />

alla fine. Capovolta, basterà qualche istante per comp<strong>le</strong>tarne la cottura.<br />

L’uovo sodo<br />

Come si cucinano <strong>le</strong> uova sode? Di solito si fanno bollire finché il tuorlo<br />

non sia rassodato. Tuttavia basta superare <strong>di</strong> poco il tempo necessario<br />

perché la temperatura e<strong>le</strong>vata a cui l’uovo è sottoposto durante la bollitura<br />

provochi nel tuorlo una trasformazione chimica responsabi<strong>le</strong> <strong>del</strong>l’odore<br />

sgradevo<strong>le</strong> che spesso presenta alla fine, e <strong>del</strong><strong>le</strong> sfumature verdogno<strong>le</strong><br />

nient’affatto invitanti. L’uovo sodo risulta allora <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffici<strong>le</strong> <strong>di</strong>geribilità<br />

e se la cottura si è protratta eccessivamente, rischia <strong>di</strong> <strong>di</strong>venire tossico.<br />

Eppure esiste un metodo semplicissimo che consente <strong>di</strong> rassodare <strong>le</strong><br />

uova evitando tutti questi inconvenienti. Si immergono <strong>le</strong> uova in una<br />

casseruola riempita d’acqua in modo che il liquido <strong>le</strong> ricopra <strong>di</strong> almeno<br />

tre <strong>di</strong>ta. A fuoco basso si porta <strong>le</strong>ntamente l’acqua a bollore, dopo<strong>di</strong>ché<br />

si spegne il fuoco: estratte a questo punto, <strong>le</strong> uova risultano à la coque<br />

dette anche uova sode. Lasciando<strong>le</strong> invece immerse in casseruola, il calore<br />

ha il tempo <strong>di</strong> penetrare progressivamente all’interno, rassodando<br />

comp<strong>le</strong>tamente il tuorlo senza però alterarne la fragranza. Dopo circa<br />

20 minuti <strong>le</strong> uova vanno fatte raffreddare rapidamente in acqua ghiacciata.<br />

L’uovo sodo presenta allora un tuorlo dal bel colore acceso, risulta<br />

gradevo<strong>le</strong> all’olfatto e perfettamente <strong>di</strong>geribi<strong>le</strong>.<br />

L’uovo al tegamino<br />

Di primo acchito sembrerebbe la ricetta più semplice <strong>del</strong> mondo: eppure,<br />

anche nel bana<strong>le</strong> uovo al tegamino esiste un successo e un fallimento, e<br />

alcune rego<strong>le</strong> devono esser tenute presenti. Ma cominciamo dal risultato<br />

idea<strong>le</strong>: l’albume comp<strong>le</strong>tamente rassodato non ha preso colore, mentre<br />

il tuorlo risulta liquido e lucente, tiepido ma non cotto. Come arrivarci?<br />

In una pa<strong>del</strong>la che conterrà l’uovo (o <strong>le</strong> uova) <strong>di</strong> misura, si aggiungerà la<br />

conveniente quantità <strong>di</strong> olio, si unirà l’uovo che verrà quin<strong>di</strong> condotto a<br />

cottura su fuoco dolcissimo, salando il solo albume a cottura ultimata.<br />

Uno dei più gran<strong>di</strong> cuochi francesi adotta una tecnica <strong>di</strong>fferente: scorporato<br />

il tuorlo dall’albume, cucina quest’ultimo seguendo il proce<strong>di</strong>mento<br />

or<strong>di</strong>nario, come se si trattasse <strong>di</strong> un uovo intero. Quando è quasi<br />

giunto a cottura, allontana la pa<strong>del</strong>la dal fuoco e, al centro <strong>del</strong>l’albume,<br />

ricava un piccolo solco; nell’avvallamento adagia il tuorlo crudo, passando<br />

poi il tutto in forno a temperatura sostenuta, per dare quel colpo <strong>di</strong><br />

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50 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

calore che fa intiepi<strong>di</strong>re il tuorlo e fa finire <strong>di</strong> cuocere l’albume. Ottiene<br />

in tal modo un risultato <strong>di</strong> assoluta perfezione tecnica, con la stessa ricetta<br />

prova i cuochi da assumere al suo ristorante e vede a che punto <strong>del</strong>la<br />

cottura aggiungono il sa<strong>le</strong>. Quest’ultimo va messo sempre a fine cottura<br />

per non alterare il colore e i valori nutrizionali.<br />

I soufflé<br />

Dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> preparazione <strong>del</strong><strong>le</strong> uova rappresentano certo l’espressione<br />

più soffice ed e<strong>le</strong>gante, dove i bocconi si sciolgono in bocca.<br />

Tecnicamente restano un virtuosismo: la loro preparazione consiste in<br />

sostanza nell’unire a una crema densa a base <strong>di</strong> tuorli d’uovo (la sostanza<br />

<strong>le</strong>gante <strong>del</strong> soufflé) il sapore, solitamente sotto forma <strong>di</strong> purea, <strong>del</strong>l’ingre<strong>di</strong>ente<br />

prescelto. La varietà è praticamente infinita: solo per citare i più famosi<br />

ecco, dall’antipasto al dessert, gamberi <strong>di</strong> mare o d’acqua dolce, foie<br />

gras, tartufi, asparagi, patate, funghi, spinaci, formaggio, vaniglia, cacao e<br />

frutta can<strong>di</strong>ta. Il composto viene quin<strong>di</strong> incorporato agli albumi montati<br />

a neve (la sostanza “lievitante” <strong>del</strong> soufflé) e cucinato in forno.<br />

Quanto alla crema <strong>di</strong> sostegno potrà essere a base <strong>di</strong> farina (o fecola),<br />

latte e tuorli oppure uno zabaione caldo montato: olio o burro e farina<br />

saranno in parti uguali. L’impiego <strong>del</strong>la farina appiattisce un po’ i sapori;<br />

lo zabaione invece li arricchisce: ne viene un soufflé più ricco, corposo<br />

e più grasso.<br />

Un altro proce<strong>di</strong>mento esclude sia la farina che i tuorli, utilizzando<br />

come <strong>le</strong>gante (oltre agli albumi montati a neve) un semplice sciroppo<br />

<strong>di</strong> zucchero amalgamato a una purea <strong>di</strong> frutta oppure dei biscotti sbriciolati<br />

imbevuti <strong>di</strong> liquore o <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> frutta. Lo sciroppo deve essere il<br />

40% <strong>del</strong> prodotto fina<strong>le</strong>. Questo metodo dà soufflé più <strong>le</strong>ggeri e profumati,<br />

senza dubbio più adatti alla stagione calda.<br />

Passiamo ora in rassegna tutti i trucchi <strong>del</strong> mestiere che consentono <strong>di</strong><br />

ottenere un soufflé veramente impeccabi<strong>le</strong>. Innanzitutto gli albumi: debbono<br />

essere sbattuti solo quanto basta (montati all’eccesso, solo apparentemente<br />

più fermi, finiscono per perdere la forza che fa “lievitare” il soufflé<br />

durante la cottura). È inoltre necessario unire <strong>del</strong>icatamente il composto <strong>di</strong><br />

base agli albumi montati: si comincerà con il <strong>di</strong>luirlo con una parte degli<br />

albumi per poi incorporarvelo <strong>del</strong> tutto ruotando la frusta con <strong>del</strong>icatezza<br />

dall’alto verso il basso, in modo da conservare tutta la spumosità degli albumi.<br />

Bisogna poi imburrare generosamente gli stampini, evitando con cura<br />

<strong>di</strong> lasciarvi i segni <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>di</strong>tate all’interno o sul bordo che impe<strong>di</strong>rebbero al<br />

soufflé <strong>di</strong> crescere lungo <strong>le</strong> pareti lubrificate, attaccandosi. Un altro uti<strong>le</strong><br />

accorgimento è <strong>di</strong> non aprire mai il forno durante la cottura per evitare al<br />

soufflé spiacevoli colpi <strong>di</strong> freddo che ne potrebbero ostacolare la crescita.<br />

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Le uova | 51<br />

Infine, per sco<strong>del</strong>larlo sul piatto, lo stampino non andrà capovolto<br />

ma inclinato orizzontalmente per fare entrare l’aria tra <strong>le</strong> pareti e liberare<br />

così il soufflé.<br />

Andrà servito con estrema sol<strong>le</strong>citu<strong>di</strong>ne, avendo la tendenza a sgonfiarsi<br />

rapidamente: per non farlo collassare basta aggiungere degli albumi<br />

liofilizzati in piccola percentua<strong>le</strong> da sostituire all’albume fresco, dato<br />

che il principa<strong>le</strong> nemico che tende a sgonfiare il soufflé è proprio l’acqua<br />

contenuta nell’albume fresco.<br />

Le crespel<strong>le</strong><br />

Un vecchio <strong>di</strong>zionario gastronomico sostiene che “crêpe” sia una voce<br />

invisa ai puristi, perché traducendola (si fa per <strong>di</strong>re) alla <strong>le</strong>ttera, crepa<br />

non suonerebbe beneaugurante; d’altra parte, ribattezzata frittella risulterebbe<br />

per lo meno equivoca, dal momento che ne esistono <strong>di</strong> salate.<br />

Invero, se fagottino è ancora ambiguo (non essendo che uno dei<br />

possibili mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> presentarla) basterebbe usare il termine crespella per<br />

rispettarne a un tempo etimologia e versatilità culinaria.<br />

Riservate originariamente al periodo <strong>del</strong>la Quaresima, oggi <strong>le</strong> crespel<strong>le</strong><br />

sono buone per ogni stagione e occasione, potendo recitare in<strong>di</strong>fferentemente<br />

la parte <strong>di</strong> raffinato dessert e quella <strong>di</strong> rustico spuntino.<br />

Ecco tutti gli accorgimenti per preparar<strong>le</strong> all’altezza <strong>del</strong>la loro fama.<br />

Poiché i nemici giurati <strong>del</strong><strong>le</strong> crêpes sono i grumi, durante la preparazione<br />

si avrà cura <strong>di</strong> setacciare a dovere la farina, d’incorporarvi <strong>le</strong> uova<br />

una alla volta, lavorando bene l’impasto, e <strong>di</strong> <strong>di</strong>luirvi il latte a poco a<br />

poco, filtrando tutto per il setaccio a maglia fitta. Le dosi consigliate per<br />

ogni uovo sono 35 grammi <strong>di</strong> farina, più un decilitro <strong>di</strong> latte.<br />

Ottenuta la pastella, è necessario lasciarla riposare almeno un paio d’ore:<br />

con ciò si produrrà un inizio <strong>di</strong> fermentazione che, assicurando una migliore<br />

coesione tra gli ingre<strong>di</strong>enti, renderà il composto più liscio ed elastico.<br />

Per quanto riguarda la cottura, si scalda sul fuoco una pa<strong>del</strong>la <strong>di</strong> ferro<br />

preferibilmente a bordo svasato e appena unta <strong>di</strong> olio, vi si versa sopra<br />

un mestolino <strong>di</strong> pastella, <strong>di</strong>stribuendola velocemente sulla superficie con<br />

l’aiuto <strong>di</strong> una spatola. Deve aderire alla pentola solo un sottilissimo velo<br />

(tutte queste operazioni vanno effettuate con grande tempismo). Una volta<br />

dorata, si rigira la crespella sull’altro lato, comp<strong>le</strong>tandone la cottura.<br />

Una tra<strong>di</strong>zione <strong>del</strong>la cucina bretone consiglia <strong>di</strong> utilizzare nella preparazione<br />

<strong>del</strong><strong>le</strong> crespel<strong>le</strong> salate la farina <strong>di</strong> grano saraceno al posto <strong>di</strong><br />

quella <strong>di</strong> frumento. In effetti, mentre la farina bianca resta per la sua<br />

finezza la più adatta al<strong>le</strong> lavorazioni <strong>di</strong> pasticceria, il grano saraceno regala<br />

al<strong>le</strong> crespel<strong>le</strong> salate un tocco piacevolmente rustico, suggerendo al<br />

contempo un modo per utilizzare un prodotto che, seppur coltivato anche<br />

nell’Italia settentriona<strong>le</strong>, è ancora poco <strong>di</strong>ffuso.<br />

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Le verdure<br />

La cucina degli ortaggi è a torto considerata accessoria (d’altra parte, se<br />

pure lo fosse, è proprio nella cura dei particolari che si misura la <strong>di</strong>fferenza<br />

in cucina). Invero, se condotta con garbo e con i dovuti accorgimenti<br />

la cucina vegetariana è in grado <strong>di</strong> esibire straor<strong>di</strong>narie raffinatezze<br />

e regalarci insospettati piaceri.<br />

L’importanza <strong>di</strong> cuocere al dente<br />

Questa italianissima espressione in<strong>di</strong>ca il preciso momento in cui la cottura<br />

<strong>di</strong> un alimento ha concluso il suo corso, l’istante in cui si compie il<br />

passaggio dal crudo al cotto e oltre il qua<strong>le</strong> il cibo perde quella caratteristica<br />

consistenza che siamo in grado <strong>di</strong> riconoscere attraverso la masticazione.<br />

“Al dente”, dunque non significa crudo o semicrudo, ma cotto esattamente<br />

al punto giusto. Ebbene, questo principio fondamenta<strong>le</strong> non<br />

conviene soltanto alla pasta o al riso, ma pure al<strong>le</strong> verdure e ai <strong>le</strong>gumi.<br />

Non si tratta, d’altra parte, <strong>di</strong> una questione <strong>di</strong> gusto. Pren<strong>di</strong>amo il caso<br />

degli spinaci: facendoli “scuocere” <strong>le</strong>ssandoli, essi non solo perdono sapore<br />

e colore, ma ogni loro proprietà nutritiva. Vitamine e sali minerali,<br />

infatti, si <strong>di</strong>sperdono nell’acqua <strong>di</strong> cottura, mentre la poltiglia che rimane<br />

è costituita da fibre vegetali, in altre paro<strong>le</strong> da cellulosa che, non essendo<br />

assimilabi<strong>le</strong> dall’organismo, non ha alcun valore nutritivo. Come far allora<br />

quadrare i conti <strong>del</strong> gusto e <strong>del</strong><strong>le</strong> esigenze nutrizionali?<br />

Anziché <strong>le</strong>ssarli, preparare gli spinaci in questo modo: dopo averli lavati<br />

a lungo, asciugarli e privarli dei gambi e <strong>del</strong>la nervatura centra<strong>le</strong>,<br />

utilizzando la sola parte tenera <strong>del</strong><strong>le</strong> foglie. Scaldare la pa<strong>del</strong>la con poco<br />

olio, aggiungere <strong>le</strong> foglie mondate e, se si vuo<strong>le</strong>, salar<strong>le</strong>. Far<strong>le</strong> quin<strong>di</strong> cuocere<br />

senz’altra aggiunta: l’acqua <strong>di</strong> vegetazione sarà sufficiente. Tenendo<br />

gli spinaci al dente, basteranno pochi secon<strong>di</strong>. Così facendo la fuoriuscita<br />

<strong>di</strong> sali minerali e <strong>di</strong> vitamine sarà ridotta al minimo e, in ogni caso,<br />

recuperata come con<strong>di</strong>mento. Se si preferisce, si può anche fare a meno<br />

<strong>del</strong> burro o <strong>del</strong>l’olio, cuocendo gli spinaci secondo lo stesso proce<strong>di</strong>mento<br />

e con la casseruola coperta; il tempo <strong>di</strong> cottura resta invariato.<br />

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Le verdure | 53<br />

La stessa tecnica <strong>di</strong> preparazione può essere adottata per verdure con<br />

e<strong>le</strong>vata percentua<strong>le</strong> d’acqua e dal<strong>le</strong> foglie tenere, come la lattuga o l’acetosella.<br />

Nel primo caso scegliere <strong>le</strong> foglie esterne, più colorate e saporite. Nel<br />

secondo evitare i tegami d’alluminio o <strong>di</strong> ferro, che darebbero all’alimento<br />

uno sgradevo<strong>le</strong> sapore metallico e ne altererebbero il colore: rame stagnato,<br />

acciaio inossidabi<strong>le</strong> e superfici smaltate ne prenderanno il posto.<br />

Il colore<br />

Nonostante la scienza <strong>del</strong>l’alimentazione ci insegni che bollire <strong>le</strong> verdure<br />

in gran<strong>di</strong> quantità d’acqua non è il miglior metodo per conservarne <strong>le</strong> proprietà<br />

nutritive, talvolta proprio questo sistema <strong>di</strong> cottura sembra ancora<br />

quello preferibi<strong>le</strong>. È il caso dei fagiolini: a chi non è toccata in sorte la sventura<br />

<strong>di</strong> vederseli offrire irrime<strong>di</strong>abilmente guastati da un avvi<strong>le</strong>nte color<br />

grigiastro? Ebbene, il metodo per mantenerli <strong>di</strong> quel verde acceso che è<br />

proprio dei fagiolini freschi consiste nel farli cuocere in acqua abbondante<br />

e generosamente salata o in cui è stato aggiunto <strong>del</strong> succo <strong>di</strong> limone, a<br />

forte ebollizione per pochi minuti con la pentola scoperta. Quest’ultimo è<br />

un particolare essenzia<strong>le</strong>: così facendo, infatti, gli aci<strong>di</strong> presenti nell’alimento<br />

e responsabili <strong>del</strong>l’alterazione <strong>del</strong> colore si volatilizzano prima <strong>di</strong><br />

poter attaccare la clorofilla. Infine, riscopriamo l’importanza <strong>del</strong>la cottura<br />

al dente: è grazie a essa che la per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong><strong>le</strong> vitamine e dei sali minerali<br />

(ovverosia <strong>del</strong> gusto) viene ridotta al minimo. Se i fagiolini debbono esser<br />

preparati in insalata, a cottura ultimata tuffateli per qualche istante<br />

in acqua ghiacciata. Va<strong>le</strong> per tutte <strong>le</strong> verdure: un volta cotte, è opportuno<br />

raffreddar<strong>le</strong> il più rapidamente possibi<strong>le</strong> con acqua e ghiaccio per almeno<br />

due motivi: per bloccarne la cottura e per mantenerne inalterato il colore.<br />

La stessa tecnica <strong>di</strong> cottura può venire adottata con successo nel caso<br />

<strong>di</strong> molte altre verdure: asparagi, brocco<strong>le</strong>tti, pisellini e piselli “mangiatutto”<br />

(o tacco<strong>le</strong>, quelli <strong>di</strong> cui si cuoce e mangia l’intero baccello). Fatti<br />

cuocere in abbondante acqua bol<strong>le</strong>nte salata con la pentola scoperta e<br />

per il tempo strettamente necessario, tutti questi ortaggi assumono un<br />

vivido colore verde che lusinga l’occhio e sol<strong>le</strong>tica il palato. Beninteso, <strong>le</strong><br />

verdure debbono essere fresche perché in caso contrario non c’è trucco<br />

in grado <strong>di</strong> riportare in vita il loro colore originario. A proposito degli<br />

asparagi, anziché cuocerli interi per poi mangiarne <strong>le</strong> so<strong>le</strong> punte, ecco<br />

un semplicissimo metodo per utilizzarli comp<strong>le</strong>tamente: tenendone ferma<br />

la punta tra <strong>le</strong> <strong>di</strong>ta, con un coltellino pelaverdure si scortica la parte<br />

bianca eliminando la scorza esterna come si fa con i gambi dei carciofi.<br />

Si <strong>le</strong>ssano come ho spiegato e si gustano finalmente per intero.<br />

In materia <strong>di</strong> colore (e <strong>di</strong> accorgimenti per salvaguardarlo) non si possono<br />

<strong>di</strong>menticare i carciofi. Si sa che questi ortaggi, una volta mondati, espo-<br />

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54 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

sti all’aria anneriscono: per questa ragione si immergono in acqua acidulata<br />

con limone, in modo da farli restare chiari. Tuttavia questa precauzione<br />

è inuti<strong>le</strong> se durante la cottura non ne viene adottata una analoga. Si procede<br />

così: si stemperano un paio <strong>di</strong> cucchiai <strong>di</strong> farina in un po’ d’acqua, si<br />

passa il tutto al colino fine e si <strong>di</strong>luisce in un litro d’acqua fredda, salando<br />

<strong>le</strong>ggermente e aggiungendo due noci <strong>di</strong> burro o un paio <strong>di</strong> cucchiai d’olio<br />

d’oliva (il grasso ha il compito <strong>di</strong> creare una pellicola isolante che impe<strong>di</strong>sca<br />

il contatto tra i carciofi e l’aria). Si porta il liquido a ebollizione e vi si<br />

cuociono i carciofi mondati. Lo stesso metodo si applica a tutte <strong>le</strong> verdure<br />

che tendono ad annerire facilmente (car<strong>di</strong>, bieto<strong>le</strong> ecc.): i carciofi conserveranno<br />

tutte <strong>le</strong> sfumature <strong>di</strong> colore (dal paglierino al vio<strong>le</strong>tto o al verde<br />

smeraldo), che ne fanno uno dei vegetali più suggestivi alla vista.<br />

In conclusione, in questo come negli altri casi il colore vivo e brillante<br />

non rappresenta un capriccio decorativo: l’attrattiva estetica <strong>di</strong> una pietanza<br />

stimola infatti la secrezione dei succhi gastrici e appare pertanto<br />

un’esigenza natura<strong>le</strong> <strong>del</strong> gusto.<br />

Il pomodoro<br />

Il pomodoro è la bacca più consumata al mondo, l’ortaggio principe <strong>del</strong>la<br />

cucina italiana, il re <strong>del</strong>la <strong>di</strong>eta me<strong>di</strong>terranea. Eppure, a <strong>di</strong>spetto <strong>del</strong>la<br />

sua ampia <strong>di</strong>ffusione e <strong>del</strong>la sua lunga storia, non finisce mai <strong>di</strong> stupire.<br />

Anche sul piano salutistico. Se ci sono voluti duecento anni perché<br />

passasse dai giar<strong>di</strong>ni botanici al<strong>le</strong> cucine, ne sono occorsi altrettanti per<br />

analizzarlo al microscopio. Analisi da cui il pomodoro è uscito a testa<br />

alta, tanto che oggi i nutrizionisti lo ritengono un alimento amico <strong>del</strong>la<br />

linea, dall’azione antiossidante e dagli effetti positivi per il cuore, <strong>le</strong><br />

arterie e per alcuni tumori. In Italia ne abbiamo più <strong>di</strong> ottanta varietà<br />

Da sempre gli agricoltori si adoperano per garantire la massima qualità<br />

dei loro ortaggi, per offrire prodotti naturali che mettano d’accordo<br />

palato e salute. Per ottenere un pomodoro sano e gustoso, si procede attraverso<br />

una rigida se<strong>le</strong>zione che, tramite incroci tra <strong>le</strong> migliori bacche<br />

<strong>di</strong> varietà <strong>di</strong>verse, ha portato a crearne <strong>di</strong> nuove, più resistenti al<strong>le</strong> malattie,<br />

capaci <strong>di</strong> adattarsi meglio all’ambiente e con una produzione più<br />

abbondante e uniforme, ma anche più ricche <strong>di</strong> gusto e sapore. Il tutto<br />

frutto <strong>di</strong> un bree<strong>di</strong>ng tra<strong>di</strong>ziona<strong>le</strong>, che avviene quin<strong>di</strong> in maniera rigorosamente<br />

natura<strong>le</strong> e non ha nulla a che vedere con gli Ogm.<br />

Del resto è ce<strong>le</strong>bre la storia <strong>del</strong> Flavr Savr, il primo pomodoro transgenico<br />

sviluppato in California: introducendo un gene “salvagusto” nel<br />

dna <strong>del</strong>l’ortaggio se ne ral<strong>le</strong>ntava il processo degenerativo. Così questo<br />

pomodoro durava <strong>di</strong> più, ma perdeva in sapore e questo ne ha determinato<br />

l’insuccesso commercia<strong>le</strong>.<br />

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Le verdure | 55<br />

I pomodori ver<strong>di</strong> raggiungono sotto il so<strong>le</strong> uno stato <strong>di</strong> maturazione<br />

succoso e aromatico, che non dura perché marciscono in fretta; si stima<br />

che metà dei pomodori prodotti finiscono per guastarsi, che peccato! Per<br />

ritardare la maturazione, preceduta da un aumento <strong>del</strong>la respirazione<br />

<strong>del</strong><strong>le</strong> cellu<strong>le</strong> vegetali, conviene lasciarli in un luogo ben ventilato.<br />

Il freddo (a cui viene sottoposto per il trasporto) può cambiare il sapore<br />

<strong>del</strong> prodotto; idealmente si dovrebbe consumare la frutta appena<br />

colta dall’albero e la verdura appena colta dall’orto, ma fino a che <strong>le</strong> città<br />

non saranno trasformate in immensi campi, si correrà sempre il rischio<br />

<strong>di</strong> dover conservare gli alimenti.<br />

La composizione <strong>del</strong><strong>le</strong> derrate, però, cambia notevolmente nel giro <strong>di</strong><br />

poche ore dopo la raccolta, ecco perché aziende <strong>le</strong>ader nel settore <strong>del</strong>la raccolta<br />

per i pelati li trattano e li inscatolano il giorno stesso <strong>del</strong>la raccolta.<br />

Le caratteristiche organo<strong>le</strong>ttiche e <strong>le</strong> lavorazioni a cui può essere sottoposto<br />

sono molteplici. Il pomodoro è <strong>di</strong>ffusamente utilizzato nella cucina<br />

tra<strong>di</strong>ziona<strong>le</strong>, ma anche in quella vegetariana e creativa.<br />

Alcune <strong>ricette</strong> a base <strong>di</strong> pomodoro fresco hanno varcato i confini regionali<br />

arricchendo la gastronomia italiana: ne sono un esempio i pomodori<br />

ripieni (con riso, carne o tonno) <strong>di</strong> origine calabrese, o l’insalata “caprese”<br />

(pomodoro e mozzarella).<br />

Si consuma crudo, tagliato a metà, con un pizzico <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>. Penso soprattutto<br />

al pomodoro <strong>di</strong> agosto: carico <strong>di</strong> so<strong>le</strong>, quando raggiunge quella<br />

pienezza <strong>di</strong> gusto e quel grado <strong>di</strong> maturazione che lo rendono dolce al palato.<br />

Non è un peccato, allora, alterarne in cottura l’originaria fragranza?<br />

Si può gustare accompagnato con insalata per fantasiosi antipasti o<br />

ancora ripieno a piacere.<br />

Quello fresco, condotto a maturazione tar<strong>di</strong>va, carico <strong>di</strong> so<strong>le</strong> e <strong>di</strong> esuberanti<br />

sfumature zuccherine, è il protagonista in<strong>di</strong>scusso <strong>del</strong>la cucina<br />

estiva. L’importante è spellarlo: basta tuffarlo per un istante in acqua bol<strong>le</strong>nte<br />

e privarlo <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> e dei semi: così facendo la sensazione tatti<strong>le</strong> sul<br />

palato è molto più genti<strong>le</strong>, e anche il gusto cambia, poiché (come per i peperoni)<br />

la buccia e i semi sono la componente più acida e meno <strong>di</strong>geribi<strong>le</strong>.<br />

La polpa così pre<strong>di</strong>sposta può intervenire in infinite preparazioni:<br />

tagliata a da<strong>di</strong>ni, per essere utilizzata come guarnizione o con<strong>di</strong>mento,<br />

frullata per preparare salse fresche, crude o appena scottate, ma soprattutto<br />

adoperata così com’è, come ingre<strong>di</strong>ente d’insalate a cui rega<strong>le</strong>rà<br />

un’ineguagliabi<strong>le</strong> finezza.<br />

Il pomodoro è l’e<strong>le</strong>mento in<strong>di</strong>spensabi<strong>le</strong> per innumerevoli sughi, che<br />

possono essere abbinati a mil<strong>le</strong> tipi <strong>di</strong> pasta. Il suo succo è un’ottima bevanda<br />

che, con l’aggiunta <strong>di</strong> qualche ingre<strong>di</strong>ente, si trasforma in aceto<br />

<strong>di</strong> pomodoro. Essiccato si conserva e assume un sapore molto particolare,<br />

mentre cotto, sulla fiamma o al forno, viene utilizzato per preparare<br />

zuppe, minestre, minestroni e sughi. Grigliato e in graticola mantiene<br />

inalterata la purezza <strong>del</strong> sapore.<br />

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56 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Si può apprezzare nel tra<strong>di</strong>ziona<strong>le</strong> gazpacho andaluso. Sempre con il<br />

pomodoro crudo spellato si possono preparare ottime salse <strong>di</strong> semplice<br />

esecuzione. Passato o frullato, si con<strong>di</strong>rà all’ultimo momento con olio,<br />

sa<strong>le</strong> e pepe, aggiungendo come tocco aromatico qualche erba fresca (per<br />

esempio, timo, basilico ed erba cipollina). Vo<strong>le</strong>ndo una salsa più acidula<br />

adatta al pesce, si potrà aggiungere al passato un po’ <strong>del</strong>l’acqua <strong>di</strong> vegetazione<br />

<strong>del</strong> pomodoro, praticamente i suoi semi opportunamente frullati<br />

e passati al colino. Anche un goccio d’aceto accentuerà gradevolmente<br />

il tono acidulo. Con<strong>di</strong>mento eccel<strong>le</strong>nte per il pesce <strong>le</strong>sso, marinato o cotto<br />

al vapore e perfetto sul<strong>le</strong> paste fredde, <strong>le</strong> salse crude <strong>di</strong> pomodoro si<br />

prestano anche a insaporire <strong>le</strong> insalate ver<strong>di</strong>.<br />

Gazpacho o frullato <strong>di</strong> pomodoro<br />

Un primo esempio è fornito dal pomodoro-gazpacho, farcito con verdure<br />

crude tagliate a da<strong>di</strong>ni (cipolla, cetrioli, pomodori e peperoni spellati), con<strong>di</strong>te<br />

con una vinaigrette d’olio e aceto. Anche la sola polpa <strong>di</strong> pomodoro fatta<br />

a da<strong>di</strong>ni, con<strong>di</strong>ta con un pesto <strong>le</strong>ggero, sarà una stuzzicante alternativa.<br />

La salsa<br />

Come il nome in<strong>di</strong>ca (dal latino salsus, cioè salato, dato che il sa<strong>le</strong> era il<br />

con<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> base <strong>di</strong> qualunque cibo), in origine la salsa era un con<strong>di</strong>mento<br />

semplice: per i Romani era il garum (una salamoia <strong>di</strong> pesce) o il<br />

nardo (un estratto <strong>di</strong> va<strong>le</strong>riana). Il concetto rimane sostanzialmente invariato<br />

per tutto il Me<strong>di</strong>oevo e il Rinascimento. Fu solo nel XVII secolo ma<br />

ancor più nel XVIII, in Francia, che si svilupparono tre linee che avrebbero<br />

portato alla salsa moderna: <strong>le</strong> riduzioni <strong>di</strong> vegetali, funghi e altri e<strong>le</strong>menti<br />

(mirepoix) senza aromatizzazioni bizzarre; gli amalgami a caldo su basi <strong>di</strong><br />

burro e farina (i roux), da cui nacquero la besciamella, la Mornay e altre;<br />

infine <strong>le</strong> emulsioni a freddo, <strong>di</strong> cui è tipico esempio la maionese; e in più<br />

tutte <strong>le</strong> possibili combinazioni tra queste forme. Nell’Ottocento, sempre in<br />

Francia, i proce<strong>di</strong>menti dei due secoli precedenti vennero sistematizzati<br />

soprattutto da Carême e si posero <strong>le</strong> basi <strong>di</strong> quel sistema <strong>del</strong><strong>le</strong> salse calde<br />

e fredde, brune e bianche, madri e composte che, nel<strong>le</strong> paro<strong>le</strong> <strong>di</strong> Maurice<br />

Curnonsky, “principe dei gastronomi”, “sono l’onore e il vanto <strong>del</strong>la cucina<br />

francese”. In Italia l’evoluzione <strong>del</strong><strong>le</strong> salse è stata molto <strong>di</strong>versa. Si sono<br />

tramandate quel<strong>le</strong> me<strong>di</strong>evali, come la pearà, antica salsa grassa, la peverada<br />

e in fondo anche la salsa verde, riciclandosi nel<strong>le</strong> cucine regionali;<br />

il pomodoro ha fornito passati, sughi, salse variamente aromatizzate per<br />

<strong>le</strong> paste nazionali; anche l’olio extravergine d’oliva è considerato una salsa.<br />

Non è mai esistita, invece, nella cucina italiana una ricerca autonoma<br />

sul<strong>le</strong> salse paragonabi<strong>le</strong> a quella fatta in tanti anni dalla cucina francese.<br />

Per questo il sistema <strong>del</strong><strong>le</strong> salse rif<strong>le</strong>tte in Italia ancora quello d’Oltralpe.<br />

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Ratatouil<strong>le</strong><br />

Le verdure | 57<br />

Piatto solare, dai colori e dai sapori squisitamente estivi, la ratatouil<strong>le</strong><br />

racchiude in sé tutta la <strong>le</strong>vità e l’e<strong>le</strong>ganza <strong>del</strong>la cucina vegetariana resa<br />

famosa dall’omonimo film d’animazione.<br />

Sebbene tradotta alla <strong>le</strong>ttera potrebbe suonare come “intruglio <strong>di</strong><br />

verdure”, ciò che occorre evitare è proprio <strong>di</strong> “pasticciare” ingre<strong>di</strong>enti<br />

e sapori. Questi debbono arrivare al palato freschi e puliti, in modo da<br />

comunicargli tutta la loro fresca fragranza. È mantenendo ciascuna la<br />

propria in<strong>di</strong>vidualità che <strong>le</strong> verdure potranno concertare una <strong>del</strong>icata<br />

armonia d’insieme.<br />

Qual è dunque il segreto per un’esecuzione impeccabi<strong>le</strong>? Cuocere <strong>le</strong><br />

verdure nella opportuna quantità <strong>di</strong> grasso e per il tempo strettamente<br />

necessario e, soprattutto, cuocer<strong>le</strong> separatamente.<br />

Per attenerci al<strong>le</strong> componenti tra<strong>di</strong>zionali (ma <strong>le</strong> variazioni sul tema<br />

sono infinite), si faranno cuocere i peperoni spellati (con un battuto <strong>di</strong><br />

cipolla) e <strong>le</strong> zucchine in pa<strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>di</strong>stinte e in poco olio, tenendo <strong>le</strong> verdure<br />

“al dente”. Nel contempo <strong>le</strong> melanzane verranno scottate “a secco”,<br />

(cioè senza grassi) in una pa<strong>del</strong>la antiaderente, in modo da ottenere una<br />

crosticina superficia<strong>le</strong> che impe<strong>di</strong>sca loro d’imbeversi <strong>di</strong> troppo d’olio;<br />

aggiunto quin<strong>di</strong> l’olio (con moderazione) si termineranno <strong>di</strong> cuocere.<br />

Dopo essere state scolate (per eliminare il grasso in eccesso), <strong>le</strong> verdure<br />

verranno infine riunite in pa<strong>del</strong>la con un po’ <strong>di</strong> pomodoro fresco,<br />

tagliato a cubetti e precedentemente saltato con una punta d’olio; messe<br />

in forno per pochi minuti.<br />

Una ratatouil<strong>le</strong> o una semplice peperonata potranno venire impiegate<br />

per farcire un pomodoro: fredde oppure ancora tiepide lo riscalderanno<br />

senza cuocerlo (basterà lasciarlo qualche istante in forno).<br />

Vo<strong>le</strong>ndo, si potrà insaporire il pomodoro contenitore lasciandolo marinare<br />

<strong>le</strong>ggermente in una vinaigrette, poi sgocciolarlo e farcirlo. Se i<br />

pomodori sono <strong>di</strong> piccola stazza, vi si potrà alloggiare un bocconcino <strong>di</strong><br />

mozzarella fresca, o stendervi <strong>del</strong><strong>le</strong> foglie <strong>di</strong> spinaci snervate, stufate in<br />

pa<strong>del</strong>la e tenute al dente.<br />

Un formaggio fresco e cremoso è un altro sp<strong>le</strong>n<strong>di</strong>do ingre<strong>di</strong>ente per<br />

il ripieno: per esempio un caprino fresco, con<strong>di</strong>to con olio, sa<strong>le</strong> e pepe<br />

e aromatizzato con erbe fini, oppure amalgamato alla polpa <strong>di</strong> pomodoro<br />

estratta dall’interno, passata, e a una punta <strong>di</strong> cipollotto novello<br />

tritato fine. Pure la freschezza <strong>del</strong> pesce troverà nel morbido involucro<br />

vegeta<strong>le</strong> una collocazione più che confortevo<strong>le</strong>: in questo caso si pre<strong>di</strong>ligeranno<br />

i pesci in miniatura, sicuramente più preziosi e seducenti,<br />

alla vista e al palato.<br />

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58 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

I funghi<br />

Delicati e preziosi, i funghi vanno trattati con riguardo, se si vuo<strong>le</strong> salvaguardare<br />

la loro fine fragranza. A cominciare dal momento <strong>del</strong>l’acquisto,<br />

si sceglieranno sempre gli esemplari migliori (so<strong>di</strong> e integri),<br />

perché mai come in questo caso la bel<strong>le</strong>zza è garanzia <strong>di</strong> freschezza.<br />

Per quanto riguarda la pulizia, con un coltellino si raschierà il gambo,<br />

eliminando i se<strong>di</strong>menti terrosi, mentre la cappella va spolverata con<br />

un panno asciutto.<br />

Se è il caso, il fungo verrà passato brevemente sotto l’acqua corrente,<br />

ma soltanto al momento <strong>del</strong> suo impiego e senza che si inumi<strong>di</strong>sca.<br />

Le spugno<strong>le</strong> (a causa <strong>del</strong>la loro cappella alveolata e spugnosa) e i gallinacci<br />

(per l’ampiezza <strong>del</strong><strong>le</strong> lamel<strong>le</strong>) vanno invece lavati accuratamente.<br />

Può, infine capitare che la parte spugnosa al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong>la cappella <strong>del</strong><br />

porcino risulti mol<strong>le</strong> e umida; in tal caso va eliminata, raschiandola via:<br />

altrimenti il fungo sciacquerebbe durante la cottura, risultando sgradevolmente<br />

“bavoso”.<br />

Tra <strong>le</strong> varietà più <strong>di</strong>ffuse in Italia, l’eccel<strong>le</strong>nza spetta agli ovoli e ai<br />

porcini, nome scientifico Bo<strong>le</strong>tus edulis. Gli ovoli si gustano cru<strong>di</strong> in insalata:<br />

si scelgano gli esemplari non ancora <strong>di</strong>schiusi, e si con<strong>di</strong>scano<br />

con pochissimo limone e un olio dal gusto <strong>del</strong>icato, che lasci risaltare il<br />

sapore <strong>del</strong> fungo.<br />

I gallinacci (o finferli) vanno sempre consumati cotti. Dal sapore <strong>del</strong>icato,<br />

ben s’accompagnano al pesce e al pollame e, una volta fatti raffreddare,<br />

possono anche guarnire un’insalata.<br />

Anche i chio<strong>di</strong>ni si mangiano solo cotti. Si adopera solo la parte superiore,<br />

eliminando il pezzo <strong>le</strong>gnoso inizia<strong>le</strong> <strong>del</strong> gambo. Possono accompagnare<br />

una pastasciutta o un risotto, ma anche la piccola cacciagione <strong>di</strong><br />

piuma. Buoni anche in insalata o in zuppa.<br />

Infine, i porcini. Cru<strong>di</strong>, possono essere serviti in insalata. Nel classico<br />

risotto con i porcini, evitate il formaggio e preparate i funghi a parte, facendoli<br />

saltare nel burro a fuoco vivace; si uniscono al riso soltanto a cottura<br />

ultimata, durante la mantecatura. Affettati sottilmente e cotti con il<br />

pesce, a vapore, ne costituiscono una guarnizione eccel<strong>le</strong>nte.<br />

Le patate<br />

Stampe settecentesche ritraggono soldati prussiani che, brandendo la<br />

spada, intimano a conta<strong>di</strong>ni riluttanti <strong>di</strong> coltivare patate e <strong>di</strong> nutrirsene.<br />

Di lì a poco l’ascesa <strong>del</strong>la patata in Europa sarebbe stata irresistibi<strong>le</strong>;<br />

eppure l’originaria <strong>di</strong>ffidenza nei suoi confronti non era <strong>del</strong> tutto infondata:<br />

la pianta <strong>del</strong>la patata è infatti ve<strong>le</strong>nosa, al pari <strong>del</strong><strong>le</strong> parti ver<strong>di</strong> o<br />

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Le verdure | 59<br />

germogliate dei tuberi (è per questa ragione che <strong>le</strong> patate vanno tenute<br />

al riparo <strong>del</strong>la luce). Quel<strong>le</strong> germogliate vanno dunque scartate o, perlomeno,<br />

sbucciate a fondo in prossimità dei germogli e <strong>del</strong><strong>le</strong> chiazze ver<strong>di</strong>,<br />

e poi sciacquate.<br />

Quanto all’impiego culinario, <strong>le</strong> patate si <strong>di</strong>vidono in due gran<strong>di</strong> famiglie:<br />

<strong>le</strong> farinose (utilizzabili in pratica soltanto per purée o gnocchi) e<br />

quel<strong>le</strong> a pasta soda, più resistenti alla cottura. Tra queste merita <strong>di</strong> essere<br />

citata la Bintje, regina <strong>del</strong><strong>le</strong> patate: coltivata in Olanda, in Francia e<br />

in Svizzera (dove si produce la migliore in assoluto), dalla buccia gialla e<br />

lucida, la pasta fine <strong>di</strong> colore giallo chiaro, è idea<strong>le</strong> per ogni preparazione;<br />

fritta è insuperabi<strong>le</strong>. Altre varietà <strong>di</strong> produzione naziona<strong>le</strong> e <strong>di</strong> buona<br />

qualità sono la primaveri<strong>le</strong> Spunta, coltivata in Sicilia, e la Primura,<br />

patata estiva <strong>di</strong> produzione veneta, trentina e altoatesina.<br />

Patate fritte<br />

Per ottenere patate fritte veramente impeccabili, occorre sceglierne una<br />

qualità adatta (Bintje e Désirée sono <strong>le</strong> più in<strong>di</strong>cate), tagliar<strong>le</strong> per uno spessore<br />

rigorosamente ugua<strong>le</strong> (un centimetro è l’idea<strong>le</strong>; utilizzare al proposito<br />

l’apposito trinciaverdure). Lavar<strong>le</strong> in acqua fredda, scolar<strong>le</strong>, asciugar<strong>le</strong><br />

per bene in un panno e procedere quin<strong>di</strong> a una doppia frittura in olio abbondante.<br />

La prima immersione deve avvenire a temperatura me<strong>di</strong>a (140°<br />

all’incirca) in modo da consentire alla patata <strong>di</strong> cuocere e alla sua acqua <strong>di</strong><br />

vegetazione <strong>di</strong> evaporare. Quando <strong>le</strong> patate sono giunte a cottura (rivelata<br />

dalla loro morbidezza), si scolano e si porta la temperatura <strong>del</strong>l’olio a 180°.<br />

Vi si rituffano quin<strong>di</strong> <strong>le</strong> patate, che hanno così modo <strong>di</strong> colorire e <strong>di</strong>venire<br />

croccanti. Sgocciolate, si asciugano sopra un foglio <strong>di</strong> carta assorbente, si<br />

cospargono con una presa <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> e si servono imme<strong>di</strong>atamente. Se desiderate<br />

preparare patatine fritte tagliate a fiammifero o a ron<strong>del</strong><strong>le</strong> sottili, sarà<br />

invece sufficiente una sola cottura ad alta temperatura.<br />

Qua<strong>le</strong> che sia il loro spessore, <strong>le</strong> patate fritte non devono essere mai<br />

ricoperte né fatte attendere dopo la cottura, perché così perderebbero<br />

croccantezza.<br />

Tortini <strong>di</strong> patate<br />

Dal<strong>le</strong> elvetiche Rösti al<strong>le</strong> statunitensi Hashed and Browned Potatoes, i<br />

tortini <strong>di</strong> patate hanno nomi <strong>di</strong>versi e varianti più o meno complicate.<br />

I risultati migliori si ottengono tuttavia seguendo la strada più semplice:<br />

sbucciare <strong>le</strong> patate, tagliar<strong>le</strong> a fiammifero (o grattugiar<strong>le</strong>), con<strong>di</strong>r<strong>le</strong><br />

con sa<strong>le</strong> e pepe. In una pa<strong>del</strong>la antiaderente, aggiungere <strong>del</strong>l’olio, poi <strong>le</strong><br />

patate e, con il dorso <strong>del</strong>la forchetta, schiacciar<strong>le</strong> <strong>di</strong>stribuendo<strong>le</strong> regolarmente<br />

sulla superficie <strong>del</strong>la pa<strong>del</strong>la. Fate<strong>le</strong> rosolare a calore me<strong>di</strong>o,<br />

finché il bordo non sia <strong>di</strong>venuto croccante, assumendo un color nocciola:<br />

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60 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

è segno che il lato esposto alla cottura ha rosolato a dovere. Rivoltare allora<br />

il tortino (come se si trattasse <strong>di</strong> una frittata) e proseguire la cottura<br />

sull’altro lato. Una volta cotto, il tortino va servito imme<strong>di</strong>atamente.<br />

Il segreto per un risultato impeccabi<strong>le</strong> è quello <strong>di</strong> non lavare <strong>le</strong> patate<br />

dopo aver<strong>le</strong> sbucciate. Mentre <strong>le</strong> patate da friggere, dopo essere state tagliate<br />

a bastoncino, vengono passate in acqua per eliminare l’amido superficia<strong>le</strong><br />

e consentire l’evaporazione <strong>del</strong>l’acqua <strong>di</strong> vegetazione durante la<br />

cottura (in modo da ottener<strong>le</strong> perfettamente croccanti), nel tortino è proprio<br />

l’amido che, sfruttato come <strong>le</strong>gante, dovrà tenere insieme il tortino.<br />

Infine, è tempo <strong>di</strong> sfatare il pregiu<strong>di</strong>zio assai <strong>di</strong>ffuso secondo cui <strong>le</strong><br />

patate fanno ingrassare e richiedono una <strong>di</strong>gestione laboriosa. L’incolpevo<strong>le</strong><br />

tubero è in verità ben povero <strong>di</strong> grassi, mentre la percentua<strong>le</strong><br />

d’amido che contiene certo non basta a renderlo un cibo ingrassante:<br />

è dunque solo la tecnica <strong>di</strong> cottura prescelta che può aumentarne l’apporto<br />

calorico.<br />

Lessate o cotte al vapore (come meglio s’ad<strong>di</strong>ce al<strong>le</strong> novel<strong>le</strong>), cucinate<br />

in forno, avvolte da carta stagnola, sotto la brace, o sotto sa<strong>le</strong> grosso<br />

<strong>le</strong> patate possono dunque rivelarsi preziose al<strong>le</strong>ate nel<strong>le</strong> <strong>di</strong>ete: basterà<br />

eliminarne il con<strong>di</strong>mento o ridurlo al minimo. Per quanto semplici e<br />

<strong>le</strong>ggere, non si tratta <strong>di</strong> cotture prive <strong>di</strong> attrattive gastronomiche: oltre a<br />

essere in<strong>di</strong>spensabi<strong>le</strong> contorno dei bolliti <strong>di</strong> carne, la patata <strong>le</strong>ssa o cotta<br />

sotto la brace, con <strong>del</strong>l’ottimo olio extravergine d’oliva, un po’ d’erba cipollina<br />

tritata e una generosa cucchiaiata <strong>di</strong> cavia<strong>le</strong> <strong>di</strong>viene una pietanza<br />

che renderebbe felice il gourmet più esigente.<br />

Patate <strong>le</strong>sse<br />

A proposito <strong>del</strong><strong>le</strong> patate <strong>le</strong>sse, la loro preparazione richiede alcune attenzioni.<br />

Si sceglierà innanzitutto la qualità adatta: a pasta ferma (anche<br />

in questo caso Bintje o Désirée sono <strong>le</strong> migliori). Lavate ma non sbucciate<br />

(la buccia trattiene il sapore durante la cottura), <strong>le</strong> patate vanno<br />

immerse in acqua fredda che viene poi portata a ebollizione; la cottura<br />

prosegue a fuoco moderato. Le patate sono cotte quando, infilzando<strong>le</strong><br />

con una forchetta, non offrono resistenza tanto in superficie quanto<br />

all’interno. Non basta tuttavia cuocer<strong>le</strong> a puntino per farne perfette<br />

patate “in camicia”, che non devono presentare umi<strong>di</strong>tà all’interno. Per<br />

questo, a cottura ultimata, <strong>le</strong> patate verranno fatte “asciugare” per qualche<br />

minuto in forno a calore dolce, o nello stesso recipiente <strong>di</strong> cottura,<br />

scolato, rimesso sul fuoco (tenue) e scosso <strong>di</strong> tanto in tanto, fino a provocare<br />

l’evaporazione comp<strong>le</strong>ta <strong>del</strong>l’umi<strong>di</strong>tà.<br />

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Gli asparagi<br />

Le verdure | 61<br />

Per quel loro gusto erbaceo, campestre, inconfon<strong>di</strong>bi<strong>le</strong>, così irruento da<br />

renderne prob<strong>le</strong>matica la convivenza con i vini, per la loro polpa carnosa,<br />

che assicura una tenuta “al dente”, insolita per una verdura, per il<br />

maestoso aspetto esteriore e la suggestiva intensità <strong>di</strong> colore: superbi,<br />

altezzosi, aristocratici ortaggi, nel<strong>le</strong> <strong>ricette</strong> che li contemplano gli asparagi<br />

<strong>di</strong>ventano subito i protagonisti.<br />

Oltre ai matrimoni ce<strong>le</strong>bri consacrati dalla tra<strong>di</strong>zione (burro, spumante<br />

e una spolverata <strong>di</strong> parmigiano, uova in tegame, ome<strong>le</strong>tte, riso<br />

e paste varie), gli asparagi <strong>le</strong>gano magnificamente anche con il pesce e<br />

con una carne <strong>del</strong>icata. Come quella <strong>di</strong> un branzino e <strong>di</strong> una pescatrice,<br />

sia per riva<strong>le</strong>ggiare con la sapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> un crostaceo.<br />

Il miglior modo <strong>di</strong> prepararli resta sacrificarne l’estremità inferiore<br />

più dura e <strong>le</strong>gnosa, pelarne la scorza bianca e cucinarli come la pastasciutta,<br />

nell’acqua in ebollizione.<br />

Del resto, come la pasta, anche gli asparagi vanno cotti al dente: altrimenti,<br />

perdono la croccante tenacia in cui risiede una <strong>del</strong><strong>le</strong> loro maggiori<br />

attrattive (per questa affinità, riesce spesso gradevo<strong>le</strong> servirli insieme<br />

alla pasta: beninteso, cucinandoli in acque separate per rispettare i <strong>di</strong>versi<br />

tempi <strong>di</strong> cottura).<br />

Se <strong>le</strong> doti <strong>di</strong> tenuta al dente sono migliori negli esemplari pregiati <strong>di</strong><br />

grande stazza, esistono numerose specie e sottospecie in miniatura, a<br />

cominciare dall’asparago selvatico (o “asparagina”), dal fusto allungato<br />

e sotti<strong>le</strong>, <strong>di</strong> colore viola, molto ricercato per la sua spiccata vena aromatica.<br />

Il pungitopo è il germoglio <strong>di</strong> un’altra liliacea spontanea: simi<strong>le</strong> a<br />

un piccolo asparago, ha un gusto amaro con piacevoli sfumature aromatiche.<br />

Infine pure i giovani germogli <strong>di</strong> luppolo, più dolci e <strong>del</strong>icati ma<br />

meno saporiti, si possono annoverare (non dal punto <strong>di</strong> vista botanico)<br />

tra <strong>le</strong> varietà <strong>di</strong> asparagi a scala ridotta.<br />

Per tornare a taglie più robuste, oltre al<strong>le</strong> specie più <strong>di</strong>ffuse, dalla punta<br />

color verde o vio<strong>le</strong>tto (tra i più rinomati in Italia ricordo gli asparagi <strong>di</strong><br />

Cilavegna e Altedo), esistono anche asparagi bianchi, che in Italia sono<br />

coltivati principalmente nella zona <strong>di</strong> Bassano <strong>del</strong> Grappa. Hanno un<br />

gusto aspretto amarognolo, piuttosto particolare, sono molto carnosi e<br />

godono <strong>di</strong> grande reputazione nei Paesi nor<strong>di</strong>ci (dove invece quelli ver<strong>di</strong><br />

sono quasi tenuti in nessun conto o ignorati). Personalmente, trovo questi<br />

asparagi scoloriti un po’ tristi, se non altro dal punto <strong>di</strong> vista scenografico.<br />

Tuttavia, venendo al<strong>le</strong> utilizzazioni culinarie degli asparagi, <strong>le</strong> <strong>di</strong>fferenze<br />

<strong>di</strong> gusto tra <strong>le</strong> varietà non sono tali da <strong>di</strong>scriminare <strong>le</strong> destinazioni<br />

gastronomiche. Piuttosto, si tratterà <strong>di</strong> scegliere gli accostamenti <strong>di</strong> maggior<br />

effetto. Per esempio, mi piace molto servire quelli selvatici (affusolati<br />

e f<strong>le</strong>ssibili), in un’insalata fredda <strong>di</strong> spaghetti con<strong>di</strong>ta con panna acida.<br />

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62 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Le punte <strong>di</strong> asparagi più gran<strong>di</strong>, sezionate obliquamente (a “becco <strong>di</strong><br />

flauto”), preferisco abbinar<strong>le</strong> con un altro formato <strong>di</strong> pasta, <strong>le</strong> penne, che<br />

sono loro simili nella forma <strong>del</strong> taglio, nella stazza e nella consistenza.<br />

Quanto agli asparagi giganti, una ricetta in particolare mi sembra<br />

assecondare degnamente la loro pre<strong>di</strong><strong>le</strong>zione per il protagonismo, proponendo,<br />

in una variante <strong>del</strong>la salsa olandese, il loro classico connubio<br />

con <strong>le</strong> uova: sono gli “asparagi in salsa d’asparagi”. A uno zabaione, preparato<br />

con acqua e tuorli d’uovo e montato a bagnomaria, s’incorpora<br />

una purea d’asparagi (si potranno scegliere gli esemplari meno belli<br />

<strong>del</strong> mazzetto). Qualche cucchiaio d’olio extravergine d’oliva renderà più<br />

soffice e <strong>le</strong>ggera la salsa, che si cosparge calda sugli asparagi cucinati a<br />

parte in acqua bol<strong>le</strong>nte salata a pentola scoperta.<br />

I peperoni<br />

Con <strong>le</strong> colture in serra i peperoni sono <strong>di</strong>sponibili durante tutto l’arco<br />

<strong>del</strong>l’anno. Tuttavia, per vocazione intrinseca e consolidata tra<strong>di</strong>zione, esprimono<br />

un’irresistibi<strong>le</strong> propensione per la solarità e l’imme<strong>di</strong>atezza tipiche<br />

<strong>del</strong>la cucina estiva, purché si scelgano esemplari giunti a comp<strong>le</strong>ta maturazione,<br />

ossia soltanto quelli dal colore rosso o giallo acceso (il verde non<br />

costituisce una varietà a parte). Resta pur vero che la tra<strong>di</strong>zione ci tramanda<br />

a loro scapito certi errori che ne corrompono la natura<strong>le</strong>, squisita dolcezza.<br />

Quando, per esempio, per poterli spellare si fanno cucinare in forno, spesso<br />

la pel<strong>le</strong> si carbonizza, comunicando alla polpa una nota d’amaro. Oppure<br />

quando, per accentuarne il sapore, si finisce con il seppellirne il gusto sotto<br />

una tempesta <strong>di</strong> spezie e <strong>di</strong> aromi.<br />

Quanto al primo inconveniente, premesso che con i sepimenti interni<br />

(cioè <strong>le</strong> membrane interne) e i semi la pel<strong>le</strong> è la parte meno <strong>di</strong>geribi<strong>le</strong>, il<br />

peperone va spellato preferibilmente da crudo, adoperando un pelapatate:<br />

solo così mondato andrebbe servito in insalata (la pura percezione<br />

tatti<strong>le</strong> senza pel<strong>le</strong> riesce infinitamente più genti<strong>le</strong>).<br />

Per scongiurare il secondo fattore <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo, bisognerà se<strong>le</strong>zionare e<br />

dosare con garbo i suoi accostamenti naturali. Tra cipolla e aglio, purché<br />

quest’ultimo gli infonda una semplice sfumatura senza mai raggiungere<br />

quegli eccessi acri e pungenti <strong>di</strong> tanti rustici manicaretti. Del<strong>le</strong> erbe<br />

odorose, il basilico e la cipollina gli riescono tra <strong>le</strong> più gra<strong>di</strong>te.<br />

Quanto al<strong>le</strong> preparazioni, stufato con olio e pomodoro e un profumo<br />

d’aglio, frullato, passato per il setaccio e <strong>di</strong>luito con un po’ <strong>di</strong><br />

panna fresca, il peperone ridotto a crema <strong>di</strong>viene un’impeccabi<strong>le</strong> salsa<br />

d’accompagnamento per pesci e soprattutto crostacei, con i quali<br />

con<strong>di</strong>vide la dolce inclinazione <strong>del</strong> gusto. Figura magnificamente<br />

pure nel<strong>le</strong> mil<strong>le</strong> varianti <strong>del</strong>la ratatouil<strong>le</strong> <strong>di</strong> verdure, saltato in pa<strong>del</strong>-<br />

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Le verdure | 63<br />

la senza fargli prendere colore (solo così potrà sviluppare appieno la<br />

propria dolcezza): per esempio, in compagnia <strong>di</strong> pomodoro e cipolla,<br />

oppure unito a sedani, zucchine o melanzane, tutti cucinati a parte.<br />

La ratatouil<strong>le</strong> <strong>di</strong> peperoni potrà fungere <strong>di</strong> volta in volta da piatto<br />

centra<strong>le</strong> <strong>di</strong> sostanza, contorno per pesci, crostacei o carni bianche,<br />

con<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> una pastasciutta, insalata fredda con<strong>di</strong>ta con un goccio<br />

d’aceto e profumata con qualche foglia <strong>di</strong> basilico.<br />

Le melanzane<br />

Nel galateo culinario, il biglietto da visita <strong>del</strong>la melanzana presenta<br />

sempre inde<strong>le</strong>bili tracce d’unto. Ma sono davvero inde<strong>le</strong>bili? Non esiste<br />

proprio qualche accorgimento che ci risparmi la rassegnazione <strong>di</strong> mangiar<strong>le</strong><br />

intrise <strong>di</strong> grasso?<br />

Innanzitutto, se <strong>le</strong> melanzane sono fresche e turgide, la pratica <strong>di</strong> <strong>di</strong>sidratar<strong>le</strong>,<br />

cospargendo<strong>le</strong> <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> grosso, non solo è inuti<strong>le</strong>, ma dannosa.<br />

Infatti sotto l’azione <strong>del</strong> sa<strong>le</strong> la testura <strong>del</strong> vegeta<strong>le</strong> cede, la polpa si affloscia<br />

e in cottura ha una tendenza ancor più accentuata a imbeversi<br />

d’olio; dunque è sempre preferibi<strong>le</strong> lavorare la materia fresca. Un uti<strong>le</strong><br />

accorgimento è semmai quello <strong>di</strong> lavare in una bacinella d’acqua <strong>le</strong> fette<br />

o i tocchetti <strong>di</strong> melanzana appena tagliati, scolarli e asciugarli bene. Oppure,<br />

dopo aver<strong>le</strong> opportunamente tagliate, riservar<strong>le</strong> per alcuni minuti<br />

nel latte perché perdano l’aci<strong>di</strong>tà.<br />

Per quanto riguarda i tipi <strong>di</strong> cottura, sono numerose <strong>le</strong> tecniche che<br />

riescono a salvaguardare gusto e <strong>di</strong>geribilità <strong>del</strong>la preparazione. Anzi,<br />

il sapore dolce-piccante <strong>del</strong>la melanzana può risaltare appieno solo in<br />

questo caso: invero, un eccesso <strong>di</strong> grasso fritto assorbito in cottura, lungi<br />

dall’esaltarlo, lo deturpa. A ta<strong>le</strong> scopo scottare a secco <strong>le</strong> fette <strong>di</strong> melanzana<br />

in una pa<strong>del</strong>la antiaderente, senz’aggiungere nessun con<strong>di</strong>mento<br />

può essere determinante.<br />

A contatto con la superficie rovente, sulla melanzana si forma una<br />

superficie protettiva che, proseguendo la cottura in una pa<strong>del</strong>la appena<br />

unta d’olio, ral<strong>le</strong>nta la penetrazione <strong>del</strong> grasso, mentre <strong>le</strong> fette s’insaporiscono<br />

e terminano <strong>di</strong> rosolare.<br />

Adottando questo sistema, si può per esempio preparare una parmigiana<br />

<strong>di</strong> melanzane d’inconsueta <strong>le</strong>ggerezza: è sufficiente alternare<br />

<strong>del</strong><strong>le</strong> ron<strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>di</strong> melanzana preparate come descritto a un sotti<strong>le</strong><br />

strato <strong>di</strong> salsa <strong>di</strong> pomodoro, spolverizzata <strong>di</strong> parmigiano. L’ultima fetta<br />

si ricopre <strong>di</strong> parmigiano, pangrattato, basilico e prezzemolo, facendo<br />

gratinare brevemente.<br />

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64 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

I carciofi<br />

Le lotte titaniche con <strong>le</strong> foglie più coriacee e fibrose <strong>del</strong> carciofo sono la<br />

conclusione incresciosa ma frequente <strong>di</strong> tanti manicaretti. Fortunatamente,<br />

<strong>le</strong> tecniche escogitate dall’alta cucina ci risparmiano queste fatiche<br />

da ruminanti: qui il fondo, il gambo e la cima <strong>del</strong> carciofo debbono<br />

concludere contemporaneamente la cottura.<br />

Non sempre è necessario sacrificare il gambo e <strong>le</strong> foglie: per esempio,<br />

per preparare degli impeccabili carciofi “alla giu<strong>di</strong>a” si strappano <strong>le</strong> foglie<br />

esterne, si spuntano <strong>le</strong> altre e si svuota l’interno con uno scavino;<br />

i gambi vanno tagliati a metà e pelati con un coltellino; quin<strong>di</strong> si sbol<strong>le</strong>ntano<br />

i carciofi in acqua acidulata. Sgocciolati, i carciofi si premono<br />

con la testa rivolta verso il basso, così da far schiudere <strong>le</strong> foglie a ventaglio.<br />

Si immergono infine a metà altezza in olio fremente, sempre con il<br />

gambo all’insù: friggendo <strong>le</strong> foglie perdono la loro testura per <strong>di</strong>venire<br />

croccanti e friabili, mentre il fondo, che affiora per metà in superficie, ha<br />

giusto il tempo <strong>di</strong> concludere la cottura. Anche quando sono preparati<br />

in umido (per esempio in un guazzetto d’olio e acqua, con uno spicchio<br />

d’aglio) i carciofi vanno cucinati “gambi all’aria”: solo <strong>le</strong> foglie cuociono<br />

immerse nel liquido, al<strong>le</strong> parti più tenere (il fondo e i gambi torniti, se ci<br />

sono) bastano i vapori che si formano all’interno <strong>del</strong>la casseruola.<br />

Fanno eccezione solo i carciofi farciti, che non possono essere capovolti<br />

per ovvie ragioni. In questo caso si torniscono a forma conica, temperandone<br />

la cima come si fa con <strong>le</strong> matite da <strong>di</strong>segno, poi si svuotano all’interno<br />

e si farciscono.<br />

Si può invero adottare la tecnica precedente, cucinando i carciofi a<br />

testa in giù; i gambi pelati e tagliati a tocchetti, si aggiungono al guazzetto<br />

solo a metà cottura. Alla fine i carciofi si riempiono con i pezzetti <strong>di</strong><br />

gambo, cosparsi con il liquido <strong>di</strong> cottura e una spolverata <strong>di</strong> prezzemolo<br />

tritato o <strong>di</strong> mentuccia.<br />

Quanto al<strong>le</strong> varietà italiane più pregiate, la Puglia ci regala gli esemplari<br />

più precoci, a partire da fine settembre per proseguire sino a febbraio<br />

inoltrato. Sono mammo<strong>le</strong> o vio<strong>le</strong>tte, senza spine, con un gusto<br />

dolce e colori suggestivi. I carciofi liguri, spinosi e <strong>di</strong> taglia maestosa, si<br />

raccolgono invece da <strong>di</strong>cembre alla fine <strong>di</strong> marzo. Hanno un gusto <strong>del</strong>icato<br />

e sono i migliori da mangiare cru<strong>di</strong>. Le mammo<strong>le</strong> romane, dalla pittoresca<br />

forma tondeggiante e dal caratteristico colore rosato, crescono<br />

da fine febbraio a fine marzo. La brevità <strong>del</strong> periodo <strong>di</strong> raccolta li rende<br />

molto ricercati: ideali per la frittura e <strong>le</strong> cotture in umido.<br />

Una curiosità: la barba <strong>del</strong> carciofo cresce solo al termine <strong>del</strong>la stagione<br />

<strong>di</strong> raccolta (variabi<strong>le</strong> da regione a regione). Da giovane, il carciofo è<br />

sempre imberbe e presenta <strong>di</strong> conseguenza uno scarto minore (anche se<br />

quelli <strong>di</strong> avanzata maturazione sono i più saporiti).<br />

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La zucca<br />

Le verdure | 65<br />

Perché possa sprigionare tutta la sua caratteristica dolcezza il primo<br />

requisito è che sia matura, pena una consistenza stopposa e insapore.<br />

Poiché la grana <strong>del</strong>la polpa e il sapore cambiano considerevolmente a<br />

seguito <strong>del</strong><strong>le</strong> varietà, è pure importante scegliere quella giusta.<br />

La zucca marina <strong>di</strong> Chioggia, dal tipico colore grigioverde, ha la scorza<br />

rugosa e bitorzoluta con solchi a spicchio assai profon<strong>di</strong>, la polpa soda<br />

e compatta <strong>di</strong> color giallo intenso: è tra<strong>di</strong>zionalmente la più adatta al<strong>le</strong><br />

preparazioni <strong>del</strong>la cucina lombarda.<br />

Tuttavia in Italia vengono oggi coltivate anche se<strong>le</strong>zioni d’origine esotica<br />

<strong>di</strong> qualità superiore. La migliore è la Delica tonda, proveniente dal<br />

Giappone. Pesa meno <strong>di</strong> due chili, ha poco seme e polpa a pasta uniforme,<br />

dolce e profumata, la scorza liscia verde scura, screziata <strong>di</strong> bianco quand’è<br />

matura. Le <strong>di</strong>mensioni contenute ne facilitano l’impiego in cucina, specie<br />

in ambito familiare (la conservazione <strong>di</strong> una zucca aperta è sempre sconsigliabi<strong>le</strong>).<br />

Ottima, anche se meno pratica, l’americana Butternut, grossa<br />

zucca dal fondo bombato, <strong>di</strong> color arancione chiaro e pel<strong>le</strong> liscia.<br />

Quanto agli usi culinari, solitamente si procede così. La polpa, sbucciata<br />

e tagliata a pezzi, va cotta in forno sino ad ammorbi<strong>di</strong>rne <strong>le</strong> fibre<br />

(basta fare asciugare l’acqua <strong>di</strong> vegetazione). Una cottura dolce raggiunge<br />

lo scopo senza alterare <strong>le</strong> qualità organo<strong>le</strong>ttiche <strong>del</strong>la polpa: si può<br />

per esempio inserirla nel forno caldo a fuoco spento e lasciarvela fino a<br />

raffreddamento avvenuto (a una temperatura troppo e<strong>le</strong>vata, invece, la<br />

polpa arrostisce e acquista un gusto biscottato, gradevo<strong>le</strong> ma non sempre<br />

appropriato). La polpa è pronta quando cede alla semplice pressione<br />

<strong>del</strong>la forchetta: può essere allora utilizzata come farcitura per tortelli o<br />

per preparare una crema (tritata nel passaverdure, <strong>di</strong>luita con brodo e<br />

panna liquida e guarnita con amaretti sbriciolati).<br />

Le fette, cucinate in forno o in pa<strong>del</strong>la, lasciate a bagno nell’aceto per<br />

una mezza giornata si possono preparare in carpione: sfruttandone la dolcezza,<br />

la componente acidula ne fa uno stuzzicante contorno agrodolce.<br />

Nei risotti la polpa può invece essere utilizzata cruda, tagliata a pezzetti<br />

e fatta sudare con la cipolla. Unito il riso in casseruola, si porta a<br />

cottura aggiungendo a poco a poco <strong>del</strong> brodo bol<strong>le</strong>nte. Mentre il riso<br />

s’impregna <strong>del</strong> suo sapore, la zucca si sfibra <strong>di</strong>venendo cremosa.<br />

La polpa cucinata proprio nella zucca (l’involucro esterno fungerà da<br />

spettacolare recipiente <strong>di</strong> servizio) si prepara invece eliminando i semi e<br />

scavando la polpa, tritandola, rimettendola all’interno con un po’ <strong>di</strong> brodo,<br />

ricoprendo con la parte termina<strong>le</strong> che s’è precedentemente tagliata<br />

(servirà da coperchio) e cuocendo la zucca in forno per un’ora.<br />

<strong>Tutte</strong> queste <strong>ricette</strong> sfruttano la dolcezza <strong>del</strong>la zucca in un suggestivo<br />

equilibrio dolce-salato o agrodolce.<br />

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66 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Le cipol<strong>le</strong>, molto più che un aroma<br />

Siamo abituati a usar<strong>le</strong> come base per tanti piatti, ma sono sorprendenti<br />

ingre<strong>di</strong>enti <strong>di</strong> sfiziose <strong>ricette</strong>.<br />

Sul mercato si trovano <strong>di</strong>fferenti varietà <strong>di</strong>stinte per il colore <strong>del</strong>la buccia,<br />

bianche <strong>le</strong> più <strong>del</strong>icate; dorate e gial<strong>le</strong> <strong>le</strong> più forti; e rosse <strong>le</strong> più dolci.<br />

Le cipol<strong>le</strong> vengono anche <strong>di</strong>versificate in base alla forma, che può essere<br />

tonda, a fuso o piatta e per il periodo <strong>del</strong>la raccolta, ossia estate o autunno.<br />

Vanno acquistate solo se ben sode. Si conservano bene anche a lungo,<br />

purché vengano tenute in un luogo fresco e asciutto.<br />

Per pulir<strong>le</strong> eliminare la buccia sotti<strong>le</strong> e procedete al taglio: per non<br />

lacrimare basta bagnare con un panno imbevuto <strong>di</strong> aceto bianco il tagliere,<br />

in questo modo la reazione degli aci<strong>di</strong> <strong>del</strong>la cipolla con l’aceto<br />

non vi farà lacrimare.<br />

Prima <strong>del</strong>l’uso è sempre bene eliminare il germoglio centra<strong>le</strong> <strong>del</strong><strong>le</strong><br />

cipol<strong>le</strong>.<br />

Ci sono <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> per render<strong>le</strong> più <strong>di</strong>geribili: sbucciar<strong>le</strong>, aprire <strong>le</strong><br />

falde tagliando la cipolla in quattro e lasciarla in acqua fredda, ancora<br />

meglio se per alcune ore in frigorifero nel latte, quest’ultima procedura<br />

è ottima per realizzare <strong>del</strong><strong>le</strong> zuppe.<br />

Inoltre per rendere la cipolla dolce e in cottura e nella composizione<br />

<strong>di</strong> antipasti, una volta aperta a falde, è bene sbianchirla per pochi secon<strong>di</strong><br />

in acqua bol<strong>le</strong>nte.<br />

In primavera si trovano in commercio i cipollotti, ossia <strong>le</strong> cipol<strong>le</strong> giovani<br />

che hanno un gusto molto <strong>del</strong>icato e più <strong>di</strong>geribi<strong>le</strong>.<br />

Un’altra cipolla molto famosa è la “cipollina borretana” <strong>di</strong> picco<strong>le</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />

e dalla forma piatta, che viene usata anche per la preparazione<br />

<strong>di</strong> sfiziosi contorni.<br />

Il topinambur<br />

Chiamato anche pera <strong>di</strong> terra, tartufo <strong>di</strong> canna, patata <strong>del</strong> Canada, patata<br />

selvatica, giraso<strong>le</strong> tuberoso, carciofo <strong>del</strong> Canada, fior <strong>di</strong> so<strong>le</strong>, il topinambur<br />

(Helianthus tuberosus) è arrivato in Europa con la scoperta<br />

<strong>del</strong>l’America. Le prime notizie risalgono alla metà <strong>del</strong> Cinquecento e nel<br />

1617 approdò in Inghilterra, proveniente dal Giar<strong>di</strong>no Farnese <strong>di</strong> Roma,<br />

dove era coltivato da tempo sotto il nome <strong>di</strong> “giraso<strong>le</strong> articocco” per i<br />

fiori simili a piccoli girasoli e il gusto vicino a quello <strong>del</strong> carciofo che in<br />

francese si chiama artichaut.<br />

Cresce spontaneo nel<strong>le</strong> praterie occidentali <strong>del</strong> Nord America e Canada,<br />

così come cresce spontaneo e in parte inselvatichito nel<strong>le</strong> nostre<br />

regioni, infatti al suo arrivo in Europa ebbe più fortuna <strong>del</strong>la patata e fu<br />

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Le verdure | 67<br />

subito usato per l’alimentazione umana, mentre l’altra era usata come<br />

foraggio per gli animali. Una volta sdoganata, la patata ebbe tanto successo<br />

che il topinambur fu <strong>di</strong>menticato e rimase una coltura <strong>di</strong> nicchia,<br />

ma oggi si potrebbe sperare in una sua giusta rivalutazione, infatti ha<br />

tutte <strong>le</strong> carte in regola per svolgere il ruolo <strong>di</strong> temibi<strong>le</strong> concorrente per la<br />

patata. Oltre a un sapore veramente gradevo<strong>le</strong>, il topinambur ha proprietà<br />

energetiche che lo rendono adatto all’alimentazione <strong>di</strong> conva<strong>le</strong>scenti,<br />

anziani e bambini, oltre che <strong>di</strong> <strong>di</strong>abetici. Ma soprattutto, poiché l’organismo<br />

umano non utilizza il suo principa<strong>le</strong> carboidrato, il suo apporto calorico<br />

è pressoché nullo, qualità che si rivela un gran<strong>di</strong>ssimo pregio in una<br />

società come la nostra, in cui la tendenza principa<strong>le</strong> è l’eccesso <strong>di</strong> calorie.<br />

Se vogliamo ancora approfon<strong>di</strong>re la conoscenza <strong>di</strong> questo stupendo tubero,<br />

ricor<strong>di</strong>amo che contiene un lactobacillus uti<strong>le</strong> al<strong>le</strong> donne che allattano<br />

poiché migliora <strong>le</strong> <strong>di</strong>fese <strong>del</strong> sistema immunitario. Purtroppo oggi<br />

non si parla molto <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>di</strong>ete <strong>del</strong><strong>le</strong> puerpere né <strong>del</strong> latte materno, ma un<br />

mondo che presta attenzione alla vita è senz’altro un mondo migliore.<br />

Per quanto riguarda la preparazione, dopo la raccolta i topinambur<br />

devono essere spazzolati accuratamente per eliminare ogni traccia <strong>di</strong><br />

terra e lavati sotto l’acqua corrente. Possono essere consumati cru<strong>di</strong>,<br />

sbucciati, tagliati a fettine sottilissime e con<strong>di</strong>ti con olio e pepe, oppure<br />

si possono usare in tutte <strong>le</strong> <strong>ricette</strong> che valgono per <strong>le</strong> patate.<br />

Le erbe aromatiche<br />

Un classico <strong>del</strong> passato, perché non riproporlo?<br />

Conoscete <strong>le</strong> caratteristiche esteriori, interiori, <strong>le</strong> proprietà <strong>del</strong><strong>le</strong> erbe<br />

aromatiche?<br />

Entriamo subito nell’argomento: una bella idea da proporre ai vostri<br />

commensali è la misticanza <strong>di</strong> erbe aromatiche.<br />

Dieci grammi a piatto come apertura <strong>di</strong> pranzo, tra il primo e il secondo,<br />

come sorbetto o aggiungendo<strong>le</strong> alla classica ciotola <strong>di</strong> insalate <strong>di</strong><br />

erbe colorate, aromi, profumi e sapori.<br />

Come viene costituita: <strong>le</strong> foglie colorate sono insalate <strong>di</strong> stagione che<br />

servono per dare quantità.<br />

Per aromatizzare aggiungere foglie <strong>di</strong> origano, maggiorana; per insaporire<br />

tarasacco e pimpinella; per profumare mentuccia, basilico e<br />

vio<strong>le</strong>tta.<br />

Mescolare qualità e quantità insieme e, dulcis in fundo, dopo averla<br />

con<strong>di</strong>ta, cospargerla <strong>di</strong> petali <strong>di</strong> fiori eduli (commestibili) che danno colore<br />

oppure servire insieme alla misticanza una piccola ciotola con dei<br />

petali <strong>di</strong> fiori e suggerire che vanno cosparsi sull’insalata, mi raccomando<br />

dopo che è stata con<strong>di</strong>ta.<br />

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68 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inoltre il coriandolo (ricordate il nome volgare erba ciminina, perché<br />

<strong>le</strong> sue foglie mosse sprigionano un’essenza che ricorda la cimice?) usato<br />

in dosi giuste è perfetto per piatti tipo cous-cous.<br />

In Italia siamo abituati a vederlo in forma secca passato al forno e<br />

utilizzato per biscotti.<br />

Di sicuro effetto sono anche i dolci fatti con <strong>le</strong> erbe aromatiche fresche,<br />

ma occorre molta attenzione e tante prove per trovare la giusta <strong>di</strong>mensione<br />

e un adeguato sviluppo <strong>del</strong> dolce.<br />

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La frutta<br />

Le me<strong>le</strong><br />

Le me<strong>le</strong> più ricercate sono <strong>le</strong> Delicious (la Golden ha la buccia gialla,<br />

polpa soda e profumata, la Stark è rossa, saporita e sugosa), la Granny<br />

(mela verde dall’inconfon<strong>di</strong>bi<strong>le</strong> sapore <strong>di</strong> agretto), la renetta (<strong>di</strong> forma<br />

irregolare, con la buccia rugosa e un caratteristico gusto dolce-acidulo,<br />

gradevolissimo), la Rosa <strong>di</strong> Caldaro (<strong>di</strong> sotti<strong>le</strong> vena aromatica, forma<br />

schiacciata, rossa con sfumature giallo-ver<strong>di</strong>, è <strong>del</strong>iziosa ma <strong>di</strong>ffici<strong>le</strong> da<br />

reperire) e la mela Annurca tipica <strong>del</strong>la Campania.<br />

Per quanto riguarda i loro impieghi culinari, <strong>le</strong> me<strong>le</strong> oltre a essere<br />

l’unico autentico frutto da fine pasto (non provocano fermentazioni<br />

intestinali anche se ingerite dopo cibi impegnativi), mostrano grande<br />

versatilità anche al <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong><strong>le</strong> preparazioni pasticciere.<br />

Per esempio, una comune insalata verde viene piacevolmente arricchita<br />

dalla presenza <strong>di</strong> qualche fettina <strong>di</strong> mela dal gusto acidulo, come<br />

la Granny, insieme a uvette e gherigli <strong>di</strong> noce (potrete con<strong>di</strong>rla con<br />

una vinaigrette all’aceto <strong>di</strong> me<strong>le</strong>). Analogamente dei cubetti <strong>di</strong> Golden<br />

Delicious sparpagliati in un’insalata <strong>di</strong> riso e verdure apportano un<br />

contrappunto <strong>di</strong> gusto che, se dosato con criterio, può riuscire estremamente<br />

stuzzicante. Anche un riso al curry può essere impreziosito<br />

dall’aroma <strong>di</strong> una mela come la Rosa <strong>di</strong> Caldaro (aggiunta grattugiata<br />

alla fine, lasciata appena intiepi<strong>di</strong>re senza cuocere, in modo che il piatto<br />

benefichi <strong>del</strong>la freschezza dei suoi profumi).<br />

Tuttavia, per la sua polpa ferma che regge ottimamente la cottura,<br />

è la renetta la protagonista <strong>del</strong>la cucina <strong>del</strong><strong>le</strong> me<strong>le</strong>. Per esempio,<br />

<strong>le</strong> sue fette dorate nel burro rappresentano l’idea<strong>le</strong> comp<strong>le</strong>mento <strong>di</strong><br />

scaloppe <strong>di</strong> foie gras fresco saltate in pa<strong>del</strong>la: il gusto acidulo <strong>del</strong><strong>le</strong><br />

me<strong>le</strong> riequilibra armoniosamente l’e<strong>le</strong>mento grasso <strong>del</strong> piatto.<br />

In accompagnamento all’anatra, all’oca o alla selvaggina <strong>di</strong> piuma,<br />

anche una purea <strong>di</strong> me<strong>le</strong> renette è un eccel<strong>le</strong>nte contorno: possono<br />

essere cucinate <strong>di</strong>rettamente in forno, oppure stufate in casseruola<br />

con acqua, una noce <strong>di</strong> burro, sa<strong>le</strong> e noce moscata, poi tritate nel<br />

passaverdura.<br />

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70 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

In pasticceria, poi, i loro impieghi sono infiniti: dai classici dessert<br />

come lo stru<strong>del</strong> o la torta rovesciata (la pasta ricopre la teglia dove si<br />

sono in precedenza caramellate <strong>le</strong> me<strong>le</strong>), fino all’altrettanto classica<br />

mela cucinata in forno con la buccia (e una nocetta <strong>di</strong> burro inserita al<br />

posto <strong>del</strong> torsolo per nutrire la polpa durante la cottura).<br />

Un’uti<strong>le</strong> precauzione da adottare affinché la mela sbucciata non annerisca<br />

è <strong>di</strong> irrorarne <strong>le</strong> fette con succo <strong>di</strong> limone: ne conserverà il colore<br />

intatto e ne esalterà il gusto.<br />

L’uva<br />

Per <strong>le</strong> lavorazioni <strong>del</strong>l’uva in cucina, ecco alcune istruzioni per l’uso: adoperando<br />

uno spelucchino ben affilato, pelate al vivo gli acini, sezionateli<br />

a metà ed eliminate i vinaccioli.<br />

Da qui in avanti, è sufficiente astenersi dal sottoporre il chicco a cottura,<br />

dove perderebbe fatalmente nerbo e profumi. Se l’uva si accompagna<br />

a un piatto caldo, gli acini, mondati nel modo descritto, si aggiungeranno<br />

solo all’ultimo momento alla preparazione o alla salsa, eseguite a<br />

parte e prudentemente allontanate dal fuoco. Un accorgimento per rendere<br />

l’uva lucida è scottare per due secon<strong>di</strong> il grappolo in acqua bol<strong>le</strong>nte.<br />

La presenza <strong>del</strong>l’uva sposta il registro aromatico <strong>del</strong> piatto sull’agrodolce.<br />

Anche un comunissimo fegato <strong>di</strong> vitello saltato in pa<strong>del</strong>la o brasato<br />

potrà degnamente accompagnarla: in questo caso, la salinità amarognola<br />

<strong>del</strong> fegato viene riequilibrata dalla dolcezza <strong>del</strong>l’uva.<br />

Per restare all’uva, la selvaggina <strong>di</strong> carne rossa preferisce <strong>di</strong> norma<br />

quella passita, tra<strong>di</strong>zionalmente assortita ai pinoli: per esempio <strong>le</strong> fettine<br />

<strong>di</strong> una sella <strong>di</strong> <strong>le</strong>pre arrosto possono essere con<strong>di</strong>te con un goccio <strong>di</strong><br />

vinaigrette all’aceto balsamico e accompagnate da pinoli, uvette e chicchi<br />

<strong>di</strong> melagrana.<br />

Uva in pasticceria<br />

Per quanto riguarda infine <strong>le</strong> elaborazioni <strong>di</strong> pasticceria, il principio <strong>di</strong><br />

conservare al chicco d’uva la testura e l’aroma originari mantiene evidente<br />

tutto il suo valore. Così, sul<strong>le</strong> crostate o sulla piccola pasticceria il<br />

chicco è rigorosamente crudo, come s’adopera <strong>del</strong> resto vo<strong>le</strong>ndolo rivestire<br />

<strong>di</strong> zucchero caramellato o cioccolato fondente.<br />

Tuttavia, la <strong>del</strong>icatezza <strong>del</strong> frutto è per me rispettata al meglio quando<br />

si adattano <strong>le</strong> preparazioni più <strong>le</strong>ggere ed essenziali al gusto, <strong>le</strong> gelatine<br />

in particolare.<br />

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La pasticceria<br />

Nella geografia culinaria la pasticceria costituisce una regione a sé, con<br />

rego<strong>le</strong> e sapori esclusivi, e persino propri speciali utensili.<br />

Forse in questo ambito più che altrove è la semplicità a sedurmi: un<br />

dessert improntato a toni aggraziati e <strong>le</strong>ggeri resta per me la conclusione<br />

che meglio si ad<strong>di</strong>ce a un pasto importante. Eccone qualche esempio.<br />

I sorbetti<br />

Il dolce estivo per eccel<strong>le</strong>nza più dei gelati sono i sorbetti. Freschi e <strong>le</strong>ggeri,<br />

traggono dall’aroma <strong>del</strong>la frutta matura tutte <strong>le</strong> saporose virtù. Il<br />

segreto <strong>di</strong> un sorbetto ben fatto sta nell’equilibrio tra il dolce e il pastoso:<br />

infatti un’insufficiente quantità <strong>di</strong> zucchero non consentirebbe al<br />

composto <strong>di</strong> “montare” a dovere e il sorbetto riuscirebbe simi<strong>le</strong> a una<br />

granita; d’altro canto un’eccessiva dose <strong>di</strong> zucchero lo renderebbe stucchevo<strong>le</strong>,<br />

guastando il gusto sotti<strong>le</strong> <strong>del</strong>la frutta.<br />

La percentua<strong>le</strong> <strong>di</strong> zucchero cambia secondo la varietà <strong>del</strong>la frutta: si<br />

può in<strong>di</strong>care la dose standard in 4 etti <strong>di</strong> zucchero per un litro <strong>di</strong> composto<br />

(in genera<strong>le</strong> metà acqua, metà tra succo e polpa passata <strong>di</strong> frutta).<br />

Riuniti gli ingre<strong>di</strong>enti, si lasciano macerare per circa 4 ore prima <strong>di</strong><br />

montarli nella gelatiera. I sorbetti <strong>di</strong> melone o anguria non richiedono<br />

l’aggiunta d’acqua: s’impiega solo il succo e la polpa <strong>del</strong> frutto (per<br />

rinforzare un po’ il gusto <strong>del</strong>l’anguria si può aumentare la quantità <strong>di</strong><br />

zucchero a 450 grammi per un litro <strong>di</strong> succo). Nel caso <strong>di</strong> frutti come<br />

frago<strong>le</strong>, more, lamponi, kiwi e mango, che danno sorbetti molto morbi<strong>di</strong>,<br />

la percentua<strong>le</strong> <strong>di</strong> zucchero può invece essere ridotta a 300-350 grammi.<br />

Grazie all’accentuata pastosità dei frutti, questi sorbetti riescono bene<br />

anche senza gelatiera: si ripone il composto in freezer e, quando tende<br />

a indurire, si mescola, ripetendo l’operazione a intervalli <strong>di</strong> 10-15 minuti<br />

per sei, sette volte.<br />

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72 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Le salse dolci<br />

Tra <strong>le</strong> salse <strong>di</strong> pasticceria, quella alla vaniglia o “crema ing<strong>le</strong>se” è sicuramente<br />

la più e<strong>le</strong>gante e la più versati<strong>le</strong>.<br />

Con un coltello si incide la stecca <strong>di</strong> vaniglia in modo da liberarne i<br />

semi. Il tutto viene quin<strong>di</strong> fatto bollire nel latte. Nel frattempo in un recipiente<br />

(non <strong>di</strong> alluminio e preferibilmente a fondo sferico) si sbattono<br />

con la frusta lo zucchero e i tuorli d’uovo sino a ottenere un composto<br />

omogeneo, chiaro e spumoso. Vi si versa il latte bol<strong>le</strong>nte, si mescola con<br />

un cucchiaio <strong>di</strong> <strong>le</strong>gno e si fa cuocere a fuoco basso, continuando costantemente<br />

a mescolare. Tutta la <strong>di</strong>fficoltà consiste nel far addensare la salsa<br />

senza far raggrumare <strong>le</strong> uova, arrestando la cottura al momento giusto.<br />

Per far ciò bisogna in primo luogo mescolare senza interruzione e in<br />

ogni angolo <strong>del</strong> recipiente. Il momento in cui si deve allontanare la salsa<br />

dal fuoco è poi riconoscibi<strong>le</strong> da vari fattori. Innanzitutto il liquido si fa<br />

cremoso, guadagnando consistenza: se si immerge un cucchiaio resta ricoperto<br />

<strong>di</strong> uno strato liscio e compatto. Inoltre, quando la salsa addensa,<br />

la schiuma che appare in superficie tende a scomparire.<br />

In verità i pasticceri adottano al riguardo un criterio <strong>di</strong>fferente: in effetti<br />

soffiando sul dorso <strong>del</strong> cucchiaio <strong>di</strong> <strong>le</strong>gno, la salsa (quando è giunta<br />

a cottura) si espande liberando una superficie dal contorno frastagliato<br />

che sembra avere la forma <strong>di</strong> una rosa. Poiché la superficie è tanto più<br />

ampia quanto maggiore è la densità <strong>del</strong>la salsa, ci si potrà regolare <strong>di</strong><br />

conseguenza per condurla alla densità desiderata (si <strong>di</strong>stinguono cotture<br />

“alla piccola e alla grande rosa”). La salsa viene infine filtrata attraverso<br />

il colino fine in un altro recipiente, mescolata ancora per un paio <strong>di</strong><br />

minuti e lasciata quin<strong>di</strong> raffreddare. Queste <strong>le</strong> dosi consigliate: 3 tuorli<br />

d’uovo e 80 grammi <strong>di</strong> zucchero (più mezza stecca <strong>di</strong> vaniglia) per ogni<br />

quarto <strong>di</strong> litro <strong>di</strong> latte (ve<strong>di</strong> anche la ricetta <strong>di</strong> p. 84).<br />

La medesima tecnica <strong>di</strong> preparazione è applicabi<strong>le</strong> a numerose altre<br />

salse <strong>di</strong> pasticceria, introducendo picco<strong>le</strong> sol<strong>le</strong>ticanti variazioni negli ingre<strong>di</strong>enti<br />

e nei sapori. La base è sempre costituita da tuorli d’uovo, latte<br />

e zucchero, ma l’aroma <strong>di</strong> vaniglia è sostituibi<strong>le</strong>, per esempio, con quello<br />

<strong>del</strong> limone o <strong>del</strong> caramello. Nel primo caso si sostituirà il baccello <strong>di</strong> vaniglia<br />

con la scorza <strong>di</strong> un limone, facendola bollire nel latte, e – prima <strong>di</strong><br />

versare sul composto il latte bol<strong>le</strong>nte – si aggiungerà <strong>del</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

al<strong>le</strong> uova montate con lo zucchero. Alla fine, dopo avere filtrato la salsa,<br />

si potrà unire <strong>del</strong>l’altra scorza <strong>di</strong> limone tagliata à la julienne finissima.<br />

Nel secondo caso si <strong>di</strong>vide la dose <strong>di</strong> zucchero in tre parti: due serviranno<br />

a montare <strong>le</strong> uova come <strong>di</strong> regola, mentre la terza, inumi<strong>di</strong>ta, viene fatta<br />

caramellare a parte e, <strong>di</strong>luita con un goccio <strong>di</strong> latte, s’incorpora alla salsa<br />

ancora calda (preparata esattamente come la crema ing<strong>le</strong>se con la sola<br />

esclusione <strong>del</strong>la vaniglia).<br />

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La pasticceria | 73<br />

Un’ultima variante al pistacchio, caldamente raccomandata: i pistacchi,<br />

sbol<strong>le</strong>ntati, sbucciati e tritati, si lasciano macerare nel latte per circa<br />

mezz’ora e vi vengono in seguito fatti bollire, insieme con una stecca <strong>di</strong><br />

vaniglia e si passa la salsa al setaccio fine.<br />

La crema ing<strong>le</strong>se e <strong>le</strong> sue varianti hanno innumerevoli possibilità d’impiego.<br />

Tra<strong>di</strong>ziona<strong>le</strong> comp<strong>le</strong>mento <strong>del</strong><strong>le</strong> torte secche, dei semifred<strong>di</strong> e dei<br />

gelati, s’accompagnano felicemente alla fragranza <strong>del</strong><strong>le</strong> paste lievitate,<br />

regalando loro una morbida nota <strong>di</strong> dolcezza. Persino sui fritti, cui oppongono<br />

un armonico contrasto, riescono estremamente gradevoli.<br />

La frutta cotta<br />

La frutta resta tuttavia il prototipo <strong>del</strong>l’alimentazione spontanea, <strong>del</strong><br />

cibo che si offre allo stato natura<strong>le</strong> senz’aver bisogno <strong>di</strong> alcuna preparazione,<br />

vantando in più un’attrattiva <strong>di</strong> gusto che non ha forse eguali<br />

in natura. Eppure, si interviene sulla frutta, si cucinano e si escogitano<br />

mil<strong>le</strong> mo<strong>di</strong> per alterarne la grazia originaria.<br />

Una motivazione è ovvia: la pasticceria è un’arte <strong>di</strong> trasformazione<br />

e affinché la frutta possa accedere al rango <strong>di</strong> dessert è necessario intervenire<br />

a livello scenografico e culinario.<br />

Una ragione meno evidente è <strong>le</strong>gata al mutamento stagiona<strong>le</strong> e ai<br />

rif<strong>le</strong>ssi che esso induce sugli appetiti e <strong>le</strong> emozioni <strong>del</strong> gusto. In effetti, se<br />

è vero che anche la frutta estiva viene spesso cucinata, la cottura <strong>di</strong> fichi,<br />

pesche, ciliegie e albicocche proviene originariamente da tecniche <strong>di</strong><br />

conserva, concepite per riproporre il gusto <strong>del</strong> frutto durante la stagione<br />

fredda. Queste <strong>ricette</strong> si sono poi evolute in raffinate elaborazioni pasticciere<br />

che sembrano forzare l’inclinazione natura<strong>le</strong> <strong>del</strong> frutto. D’estate,<br />

mentre la cucina pre<strong>di</strong>lige istintivamente <strong>le</strong> preparazioni più semplici<br />

e <strong>le</strong>ggere (carni crude o grigliate, pesce <strong>le</strong>sso o al vapore, verdure in pinzimonio<br />

o in insalata), la frutta andrebbe colta nella sua imme<strong>di</strong>atezza,<br />

nella piena maturazione dei sapori e mangiata fuori pasto.<br />

Solo nella stagione fredda la cottura <strong>del</strong>la frutta s’accorda invece con<br />

un’intima propensione <strong>del</strong> gusto: con il sopravvenire <strong>del</strong>l’autunno e l’irrigi<strong>di</strong>rsi<br />

<strong>del</strong> clima tutta la cucina si fa più rif<strong>le</strong>ssiva, abbandonando la<br />

spontaneità dei sapori per arricchire i gusti <strong>di</strong> sfumature ricche e comp<strong>le</strong>sse.<br />

La pasticceria non fa eccezione.<br />

In effetti, una volta cotta la frutta cambia registro tatti<strong>le</strong>, intanto può<br />

essere servita calda e perde la testura caratteristica <strong>del</strong>la polpa cruda. Il<br />

gusto, pur prescindendo dall’impiego <strong>di</strong> agenti aromatici e dolcificanti,<br />

acquista tonalità zuccherine che non hanno riscontro a crudo, in una<br />

metamorfosi accentuata dall’impiego <strong>di</strong> salse, sciroppi, spezie (tipicamente<br />

chio<strong>di</strong> <strong>di</strong> garofano, vaniglia e cannella), vini o liquori.<br />

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74 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Quanto al<strong>le</strong> in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> metodo, si riassumono nella regola aurea<br />

<strong>del</strong>la cucina <strong>di</strong> rispettare <strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi <strong>del</strong>l’equilibrio. Detto altrimenti, occorre<br />

far risaltare <strong>le</strong> vocazioni intrinseche <strong>del</strong> frutto senza snaturarne<br />

la fragranza: come al<strong>le</strong> carni rosse e al<strong>le</strong> bianche non possono convenire<br />

<strong>le</strong> stesse salse, anche per la frutta si tratterà <strong>di</strong> scoprire armonie<br />

riposte. Così, al gusto intenso <strong>del</strong><strong>le</strong> prugne e dei datteri s’intonano vini<br />

liquorosi <strong>di</strong> gran temperamento, un Porto per esempio. La pera, non<br />

altrettanto aggressiva, scende invece <strong>di</strong> un tono nella scala <strong>del</strong> gusto,<br />

benché la sua spiccata fragranza <strong>le</strong> consenta <strong>di</strong> reggere magnificamente<br />

la cottura in un vino rosso.<br />

Con la mela ci si deve invece limitare ai vini bianchi o agli sciroppi (<strong>le</strong><br />

si ad<strong>di</strong>cono soprattutto quelli aromatizzati con vaniglia, cannella, scorza<br />

<strong>di</strong> arancia o <strong>di</strong> limone). È squisita anche cotta in forno spolverizzata <strong>di</strong><br />

zucchero: mentre la polpa cuoce, la buccia caramella <strong>le</strong>ggermente sotto<br />

l’effetto <strong>del</strong> calore.<br />

Una cattiva abitu<strong>di</strong>ne porta a prolungare la cottura <strong>del</strong>la frutta oltre<br />

il dovuto: va invece ricordato che, esattamente al pari <strong>del</strong>la verdura,<br />

anch’essa va cotta senza che la polpa si sfal<strong>di</strong> (a tal fine è preferibi<strong>le</strong><br />

adoperare me<strong>le</strong> e pere dalla polpa soda e compatta, poco sugose come <strong>le</strong><br />

pere William o <strong>le</strong> me<strong>le</strong> Golden).<br />

Va infine segnalata la singolare sintonia che sussiste tra frutta cotta<br />

e frutta secca: in effetti, anche l’essiccazione sviluppa un’evoluzione <strong>del</strong><br />

gusto che ne esalta “il tenore zuccherino”.<br />

Il caffè<br />

Ormai il caffè trova largo utilizzo anche in cucina oltre che nella preparazione<br />

<strong>di</strong> dolci come il ben noto “tiramisù” – il dolce italiano più<br />

famoso nel mondo – anche in preparazioni salate, magari macinato<br />

all’ultimo momento.<br />

Il caffè è una bevanda fantastica, che ci regala tante sensazioni e il<br />

merito è <strong>del</strong>la caffeina, contenuta nell’espresso in dosi molto basse, ma<br />

soprattutto <strong>del</strong>l’aroma e <strong>del</strong> corpo. L’aroma è l’insieme dei profumi che<br />

si sprigionano dalla tazzina, il corpo è la percezione tatti<strong>le</strong> <strong>di</strong> un velluto<br />

tra lingua e palato. Ogni aroma agisce sulla memoria persona<strong>le</strong> suscitando<br />

ricor<strong>di</strong>, associazioni, evocazioni.<br />

Dobbiamo imparare a degustare, cioè a bere con consapevo<strong>le</strong>zza un<br />

espresso, e a riconoscerne <strong>le</strong> componenti e capire i perché <strong>del</strong> gusto. La<br />

qualità <strong>del</strong> caffè <strong>di</strong>pende prima <strong>di</strong> tutto dal<strong>le</strong> varietà <strong>di</strong> cui è composta la<br />

miscela. L’Arabica è la specie più pregiata, e anche al suo interno ci sono<br />

<strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> qualità a seconda <strong>del</strong><strong>le</strong> aree <strong>di</strong> provenienza <strong>del</strong> caffè e<br />

<strong>del</strong><strong>le</strong> tecniche <strong>di</strong> coltivazione. Dunque per poter degustare un buon caf-<br />

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La pasticceria | 75<br />

fè dobbiamo sempre scegliere <strong>le</strong> migliori varietà, ma questo non basta.<br />

Ogni anello <strong>del</strong>la catena produttiva ha grande importanza: il trasporto<br />

dei chicchi ver<strong>di</strong> deve essere veloce e curato, la miscelatura e la tostatura<br />

devono essere controllate sia dall’esperienza <strong>del</strong>l’uomo sia dalla precisione<br />

<strong>di</strong> macchine e l’aroma deve essere custo<strong>di</strong>to adeguatamente in<br />

appositi recipienti.<br />

Da ultimo è fondamenta<strong>le</strong> una corretta preparazione che ha due soli<br />

ingre<strong>di</strong>enti: l’acqua e la polvere <strong>di</strong> chicchi <strong>di</strong> caffè tostato appena macinato.<br />

È un metodo <strong>di</strong> preparazione rapido ed esclusivo, che sfrutta la forza<br />

<strong>del</strong>la pressione <strong>del</strong>l’acqua a 9 atmosfere per estrarre dal caffè solo la<br />

parte migliore. La temperatura <strong>del</strong>l’acqua <strong>di</strong> 90° non “brucia” il caffè, ma<br />

ne conserva intatto tutto l’aroma dandoci così il famoso “espresso” apprezzato<br />

in tutto il mondo. Un buon caffè dunque è il prodotto <strong>di</strong> grande<br />

abilità e lavoro <strong>di</strong> tante persone. Impariamo a degustarlo, ad apprezzarne<br />

aroma e corpo, e a concederci come un dono prezioso quel piccolo rito<br />

che è la tazzina <strong>di</strong> caffè, da consumare da soli o con altri.<br />

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76 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Per i più pigri<br />

Ecco una lista <strong>di</strong> errori e <strong>di</strong> consigli ad amplissimo spettro.<br />

Errori<br />

1. Cuocere su una pa<strong>del</strong>la fredda un trancio <strong>di</strong> carne o un fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> pesce.<br />

2. Friggere in olio a temperatura troppo bassa: si avrà una frittura pesante<br />

e non croccante.<br />

3. Superare la temperatura <strong>del</strong> punto <strong>di</strong> fumo <strong>del</strong>l’olio: in quel caso eliminarlo<br />

<strong>del</strong> tutto e ricominciare.<br />

4. Mettere il sa<strong>le</strong> in cottura nel<strong>le</strong> verdure: perdono i liqui<strong>di</strong>.<br />

5. Tagliare il basilico con una lama <strong>di</strong> coltello in acciaio che lo ossida:<br />

meglio spezzarlo con <strong>le</strong> mani.<br />

6. Cambiare il verso <strong>di</strong> montatura <strong>del</strong>la maionese.<br />

7. Tenere la fiamma alta quando si realizza un fondo <strong>di</strong> cottura con cipolla<br />

o aglio e bruciarli rendendolo amaro.<br />

8. Conservare i prodotti a contatto <strong>di</strong>retto con la carta stagnola in frigorifero<br />

facendoli ossidare.<br />

Consigli<br />

1. Per ottenere un buon brodo, partire sempre dall’acqua fredda.<br />

2. Per cucinare un buon risotto, tostare in casseruola il riso con olio e<br />

cipolla o aglio intero, per comprimere gli ami<strong>di</strong> verso l’interno in questa<br />

fase <strong>di</strong> cottura. A fine cottura avverrà il loro rilascio in modo da<br />

ottenere un risotto all’onda cremoso.<br />

3. Per non fare ossidare il basilico, quando si realizza il pesto mettere dei<br />

cubetti <strong>di</strong> ghiaccio in modo da non alterare la temperatura <strong>del</strong>la clorofilla<br />

e il colore origina<strong>le</strong>.<br />

4. Per non piangere quando si taglia una cipolla, cospargere il tagliere<br />

con aceto bianco.<br />

5. Per preparare una pasta ben mantecata, toglierla dall’acqua al dente<br />

e mantecarla per alcuni minuti in pa<strong>del</strong>la con acqua <strong>di</strong> cottura.<br />

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Ricettario<br />

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Le <strong>ricette</strong> proposte in questo libro sono <strong>di</strong>vise per portate e per stagioni:<br />

insieme a una <strong>di</strong>eta variata la garanzia più grande per il vostro benessere<br />

è consumare cibi <strong>di</strong> stagione, verdure e pesci “freschi”, meglio ancora<br />

se prodotti attraverso una filiera corta e certificata.<br />

In ogni ricetta troverete alcune in<strong>di</strong>cazioni relative ai tempi <strong>di</strong> preparazione<br />

e al livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Laddove alcuni termini vi sembrassero tecnici e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffici<strong>le</strong> comprensione,<br />

vi invito a cercarli nel glossario in coda al volume.<br />

Un altro criterio <strong>di</strong> accesso al<strong>le</strong> <strong>ricette</strong> è attraverso alcuni consigli <strong>le</strong>gati<br />

ad abitu<strong>di</strong>ni salutari che troverete segnalati nel<strong>le</strong> schede <strong>di</strong> ogni<br />

pietanza e nell’in<strong>di</strong>ce fina<strong>le</strong>:<br />

ricetta vegetariana<br />

ricetta ipocalorica<br />

consigliata a chi vuo<strong>le</strong> proteggere il cuore<br />

protegge la pel<strong>le</strong> e favorisce l’abbronzatura<br />

per gli al<strong>le</strong>rgici al latte o derivati<br />

idonea a chi soffre d’insonnia<br />

idonea a chi soffre <strong>di</strong> al<strong>le</strong>rgie<br />

ricetta per celiaci<br />

Questo ricettario non vuo<strong>le</strong> in alcun modo sostituirsi a una visita me<strong>di</strong>ca<br />

specialistica. Consultate i me<strong>di</strong>ci per in<strong>di</strong>cazioni terapeutiche autorevoli<br />

e circostanziate. Anche per <strong>di</strong>ete ipocaloriche vi consiglio <strong>di</strong> rivolgervi a<br />

un nutrizionista.<br />

Tuttavia mi auguro che queste <strong>ricette</strong> possano esservi utili per sostenere<br />

o integrare un piano alimentare, che sia <strong>le</strong>gato al<strong>le</strong> vostre esigenze<br />

stagionali, curative o semplicemente ricreative.<br />

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Ricettario | 79<br />

Vi ricordo che per chi è intol<strong>le</strong>rante ai latticini, questi possono essere<br />

sostituiti con prodotti simili a base <strong>di</strong> soia.<br />

Per quanto riguarda <strong>le</strong> pietanze segnalate come idonee al<strong>le</strong> persone<br />

che soffrono <strong>di</strong> al<strong>le</strong>rgie, ho contrassegnato quel<strong>le</strong> che non contengono<br />

o producono istamina, dunque genericamente non al<strong>le</strong>rgizzanti. Anche<br />

in questo caso, ciascun in<strong>di</strong>viduo ha sensibilità e reazioni al<strong>le</strong>rgiche peculiari<br />

che vanno riconosciute e per <strong>le</strong> quali è opportuno richiedere un<br />

parere me<strong>di</strong>co. Inoltre la scelta <strong>di</strong> ingre<strong>di</strong>enti freschi <strong>di</strong> stagione riduce<br />

ulteriormente la possibilità <strong>di</strong> intol<strong>le</strong>ranze.<br />

Per chi è celiaco, invece, a parte <strong>le</strong> <strong>ricette</strong> segnalate, si possono sostituire<br />

farina <strong>di</strong> grano e farinacei con prodotti senza glutine reperibili in<br />

farmacia o nei negozi specializzati.<br />

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Preparazioni <strong>di</strong> base<br />

Titolo capitolo | 81<br />

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Impasti, pastel<strong>le</strong> e creme<br />

La farina è la base <strong>di</strong> tutte <strong>le</strong> paste: il suo componente principa<strong>le</strong>, l’amido,<br />

assicura la coesione <strong>del</strong> prodotto fina<strong>le</strong>.<br />

La sostanza liquida (acqua, latte, vino) stempera l’amido, <strong>di</strong>scioglie<br />

il sa<strong>le</strong> e costituisce alimento vita<strong>le</strong> per il lievito <strong>di</strong> birra.<br />

La materia grassa conferisce alla pasta una tessitura più friabi<strong>le</strong> e<br />

croccante.<br />

Le uova aumentano la resistenza <strong>del</strong>la pasta e con <strong>le</strong> loro <strong>le</strong>citine facilitano<br />

l’emulsione tra acqua e corpi grassi; gli albumi montati a neve<br />

donano <strong>le</strong>ggerezza alla pasta; i tuorli la colorano.<br />

La maggior parte <strong>del</strong><strong>le</strong> paste deve riposare prima <strong>del</strong>l’uso per un periodo<br />

più o meno lungo, che serve a far perdere l’elasticità acquisita durante<br />

la lavorazione.<br />

Pasta brisée<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 900 g <strong>di</strong> pasta<br />

500 g <strong>di</strong> farina 00<br />

250 g <strong>di</strong> burro<br />

2 uova<br />

10 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> fino<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Setacciare la farina e <strong>di</strong>sporla a fontana su un tavolo <strong>di</strong> marmo; mettere<br />

al centro il burro ammorbi<strong>di</strong>to e lavorare con il palmo <strong>del</strong>la mano.<br />

Sciogliere il sa<strong>le</strong> in 5 cl <strong>di</strong> acqua, ri<strong>di</strong>sporre il composto a fontana, versare<br />

al centro l’acqua con il sa<strong>le</strong> <strong>di</strong>sciolto e <strong>le</strong> due uova; impastare nuovamente<br />

con il palmo <strong>del</strong>la mano fino a ottenere un composto omogeneo, senza<br />

tuttavia lavorare troppo la pasta; avvolgere la pasta con un panno o con<br />

pellicola trasparente e farla riposare in frigorifero per almeno un’ora.<br />

Note<br />

L’impermeabilizzazione <strong>di</strong> una parte <strong>del</strong>la farina col burro rende la pasta<br />

particolarmente croccante.<br />

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84 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Utilizzazione<br />

Preparazione <strong>di</strong> torte salate, tartel<strong>le</strong>tte, quiche, timballi, risso<strong>le</strong>, paté.<br />

Pasta sfoglia<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 1 kg <strong>di</strong> pasta<br />

400 g <strong>di</strong> farina rinforzata Manitoba<br />

10 g <strong>di</strong> malto<br />

500 g <strong>di</strong> burro<br />

100 g <strong>di</strong> farina 00<br />

10 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> fino<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Setacciare la farina rinforzata, <strong>di</strong>sporla a fontana, versare al centro 21 cl<br />

<strong>di</strong> acqua molto fredda, il sa<strong>le</strong> e il malto e lavorare gli ingre<strong>di</strong>enti per alcuni<br />

minuti; incidere a croce il pastello così ottenuto e lasciarlo riposare<br />

coperto in frigorifero per circa 30 minuti.<br />

Ammorbi<strong>di</strong>re il burro e mescolarlo con la farina 00 fino a che non abbia<br />

la stessa consistenza <strong>del</strong>l’impasto già preparato, dargli la forma <strong>di</strong> un<br />

panetto.<br />

Col matterello abbassare il pastello all’altezza <strong>di</strong> poco più <strong>di</strong> 5 mm; <strong>di</strong>sporre<br />

al centro il panetto <strong>di</strong> sostanza grassa e ricoprirlo con <strong>le</strong> parti eccedenti<br />

<strong>del</strong> pastello.<br />

Battere col matterello per meglio ripartire la sostanza grassa, quin<strong>di</strong> abbassare<br />

il composto fino a un’altezza <strong>di</strong> circa 7-8 mm, in modo da formare<br />

un rettangolo tre volte più lungo che largo; piegare il rettangolo<br />

in tre parti, ottenendo in questo modo la prima piega. Ruotare la pasta<br />

<strong>di</strong> 90 gra<strong>di</strong> e stenderla nuovamente all’altezza <strong>di</strong> circa 5 mm; piegare il<br />

rettangolo portando <strong>le</strong> due estremità verso il centro e ripiegando ancora<br />

la pasta a metà (si ottiene una piega da quattro strati); fare riposare per<br />

30 minuti in frigorifero.<br />

Abbassare nuovamente la pasta e ripiegarla prima in tre, poi in quattro,<br />

per un tota<strong>le</strong> <strong>di</strong> quattro pieghe e lasciare riposare ancora 30 minuti prima<br />

<strong>di</strong> utilizzarla.<br />

Note<br />

Nel proce<strong>di</strong>mento classico si fanno sei pieghe da tre, anziché due da tre<br />

e due da quattro.<br />

Durante la cottura l’acqua contenuta nel burro si trasforma in vapore e<br />

tende a sol<strong>le</strong>vare lo strato subito superiore <strong>di</strong> impasto <strong>di</strong> acqua e farina,<br />

provocando così l’aumento <strong>di</strong> volume.<br />

I ritagli <strong>di</strong> pasta sfogliata non devono essere impastati con <strong>le</strong> mani, ma<br />

vanno sovrapposti e abbassati con il matterello.<br />

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Impasti, pastel<strong>le</strong> e creme | 85<br />

Quando si spennella con l’uovo la pasta sfogliata prima <strong>del</strong>la cottura, per<br />

ottenere l’effetto dorato, fare molta attenzione a non lasciar colare l’uovo<br />

lungo i bor<strong>di</strong>, perché coagulando impe<strong>di</strong>rebbe alla pasta <strong>di</strong> gonfiarsi.<br />

Pasta choux per bignè<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 500 g <strong>di</strong> pasta<br />

300 g <strong>di</strong> farina 00<br />

160 g <strong>di</strong> burro<br />

8 uova<br />

10 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> fino<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In una casseruola portare a ebollizione 50 cl <strong>di</strong> acqua con il burro e il<br />

sa<strong>le</strong>; intanto, setacciare la farina.<br />

Fuori dal fuoco aggiungere in una sola volta la farina senza smettere <strong>di</strong><br />

mescolare; rimettere la casseruola sul fuoco e lasciare cuocere la pasta<br />

fintanto che non si stacchi dal<strong>le</strong> pareti <strong>del</strong> recipiente e formi una palla<br />

ben omogenea: ci impiegherà pochi minuti.<br />

Cambiare recipiente alla pasta e incorporare <strong>le</strong> uova una a una, mescolando<br />

energicamente; pulire i bor<strong>di</strong>.<br />

Note<br />

La pasta dovrà avere un aspetto colloso, ma non liquido. È errata la<br />

consuetu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> lasciarla raffreddare prima <strong>di</strong> incorporare <strong>le</strong> uova,<br />

perché essa non riuscirà più ad acquistare corpo e <strong>le</strong> preparazioni<br />

gonfieranno meno.<br />

Pasta frolla<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 1 kg <strong>di</strong> pasta<br />

500 g <strong>di</strong> farina 0<br />

60 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong><br />

250 g <strong>di</strong> burro<br />

200 g <strong>di</strong> zucchero a velo<br />

un uovo intero<br />

un tuorlo d’uovo<br />

0,5 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Unire <strong>le</strong> due farine e il burro morbido riservato a temperatura ambiente,<br />

miscelare, aggiungere poi i restanti ingre<strong>di</strong>enti e impastare, mantenere<br />

in frigorifero per almeno 2 ore prima <strong>del</strong>l’utilizzo.<br />

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86 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Pan <strong>di</strong> Spagna<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 1,250 kg <strong>di</strong> pasta<br />

600 g <strong>di</strong> uova intere<br />

125 g <strong>di</strong> tuorli d’uovo<br />

600 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

450 g <strong>di</strong> farina 00<br />

120 g <strong>di</strong> fecola<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Montare <strong>le</strong> uova intere e i tuorli (li esprimo in grammi per una maggiore<br />

precisione nel peso e como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> utilizzo) con lo zucchero scaldando<br />

un po’ il contenitore dove si lavorano adagiandolo in un recipiente con<br />

acqua calda. Quando il composto sarà ben soffice incorporare <strong>del</strong>icatamente<br />

la farina e la fecola setacciate insieme, cuocere in forno a 190° in<br />

stampi imburrati.<br />

Pastella per crespel<strong>le</strong><br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 1 kg <strong>di</strong> pastella<br />

4 uova<br />

200 g <strong>di</strong> farina 00<br />

90 cl <strong>di</strong> latte<br />

5 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> fino<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Sbattere <strong>le</strong> uova con il sa<strong>le</strong> e un goccio <strong>di</strong> latte; setacciare la farina e aggiungerla<br />

al<strong>le</strong> uova, mescolando con una frusta fino a ottenere una pastella<br />

liscia senza grumi; unire il burro fuso e il resto <strong>del</strong> latte.<br />

Filtrare il composto con un colino e farlo riposare in frigorifero per almeno<br />

30 minuti prima <strong>di</strong> usarlo.<br />

Utilizzazione<br />

Crespel<strong>le</strong> per antipasti, primi e guarnizioni.<br />

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Crema ing<strong>le</strong>se<br />

Ingre<strong>di</strong>enti<br />

1 litro <strong>di</strong> latte<br />

12 tuorli<br />

250 g <strong>di</strong> zucchero<br />

vaniglia<br />

scorza <strong>di</strong> limone<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Impasti, pastel<strong>le</strong> e creme | 87<br />

Portare a bollore il latte con la vaniglia e la scorza <strong>di</strong> limone, unire lo<br />

zucchero miscelato ai tuorli, passare al colino chinoix, e portare sul fuoco<br />

senza superare i 75°, altrimenti si cuociono i tuorli (se non si vuo<strong>le</strong><br />

rischiare si può ovviare mettendo una piccola percentua<strong>le</strong> <strong>di</strong> farina, ma<br />

il sapore e la consistenza <strong>del</strong>la salsa cambieranno <strong>le</strong>ggermente).<br />

Crema pasticcera<br />

Ingre<strong>di</strong>enti<br />

1 litro <strong>di</strong> latte<br />

8 tuorli<br />

200 g <strong>di</strong> zucchero<br />

120 g <strong>di</strong> farina<br />

la buccia <strong>di</strong> un’arancia<br />

la buccia <strong>di</strong> un limone<br />

una bacca <strong>di</strong> vaniglia<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Portare a ebollizione il latte con <strong>le</strong> bucce <strong>di</strong> arancia, <strong>di</strong> limone e la bacca<br />

<strong>di</strong> vaniglia precedentemente sgranata, facendo in modo che i semi fuoriescano<br />

per dare più aromaticità al composto fina<strong>le</strong>.<br />

Miscelare i tuorli d’uovo con lo zucchero; una volta <strong>di</strong>venuti spumosi,<br />

aggiungere la farina setacciata.<br />

Ottenuto un composto omogeneo, inserirlo nel latte filtrato. Per evitare<br />

grumi è preferibi<strong>le</strong> passare il composto al colino chinoix. Girando energicamente<br />

con una frusta, portare il composto a ebollizione fino a risultare<br />

liscio e compatto.<br />

Raffreddare rapidamente la crema, stenderla su una teglia e porre in frigorifero.<br />

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88 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Crema pasticcera con amido <strong>di</strong> riso<br />

Ingre<strong>di</strong>enti<br />

1 litro <strong>di</strong> latte<br />

8 tuorli d’uovo<br />

2 uova intere<br />

50 g <strong>di</strong> amido <strong>di</strong> riso<br />

200 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

vaniglia in stecche<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Portare a bollore il latte con la vaniglia, unire il composto miscelato <strong>di</strong><br />

uova e farina <strong>di</strong> riso, passare per evitare grumi al colino chinoix, cuocere<br />

sul fuoco miscelando continuamente con una frusta.<br />

Meringa italiana<br />

Ingre<strong>di</strong>enti<br />

120 g <strong>di</strong> zucchero<br />

300 g <strong>di</strong> albume d’uovo<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Con l’aiuto <strong>di</strong> una planetaria, montare a neve gli albumi d’uovo partendo<br />

da una velocità minima, aumentandola gradualmente. Nel frattempo<br />

portare lo zucchero e 50 ml <strong>di</strong> acqua bol<strong>le</strong>nte a 121° con l’aiuto <strong>di</strong> un<br />

termometro sonda.<br />

Mescolare e continuare a montare con <strong>le</strong> fruste non solo fino a che lo<br />

sciroppo sarà assorbito, ma anche fino al comp<strong>le</strong>to raffreddamento<br />

<strong>del</strong>la meringa.<br />

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I fon<strong>di</strong><br />

Nella terminologia classica col termine “fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> cucina” ci si riferisce a<br />

tutte quel<strong>le</strong> preparazioni <strong>di</strong> base necessarie per potere impostare <strong>le</strong> lavorazioni,<br />

tra <strong>le</strong> quali fon<strong>di</strong> bruni e bianchi, fumetto <strong>di</strong> pesce, glace, bro<strong>di</strong>,<br />

consommé, gelatine, salse madri, roux, court-bouillon, bianco specia<strong>le</strong><br />

per ortaggi, marinate, salamoie, farce, mirepoix, matignon, duxel<strong>le</strong>s.<br />

Col solo termine “fon<strong>di</strong>” ci si riferisce a quei composti liqui<strong>di</strong> ottenuti<br />

dalla bollitura <strong>di</strong> ossi o <strong>di</strong> ritagli <strong>di</strong> pesce, aromatizzati con verdure.<br />

Sono utilizzati per: confezionare salse, preparare minestre, bagnare<br />

spezzatini o brasati, insaporire vivande. Hanno un’importanza fondamenta<strong>le</strong>:<br />

il risultato fina<strong>le</strong> <strong>di</strong> molte preparazioni <strong>di</strong>pende in gran parte<br />

dalla loro qualità.<br />

Per ottenere dei buoni fon<strong>di</strong> occorre:<br />

• usare solo ossi <strong>di</strong> animali giovani (vitello, pollo), perché sono più ricchi<br />

<strong>di</strong> collagene rispetto a quelli vecchi: la lunga ebollizione trasforma<br />

il collagene in gelatina e conferisce alla preparazione quella particolare<br />

consistenza densa e velante, caratteristica <strong>di</strong> un buon fondo;<br />

• sbianchire gli ossi o spurgarli a lungo in acqua fredda corrente per<br />

eliminare <strong>le</strong> impurità;<br />

• utilizzare pento<strong>le</strong> e non casseruo<strong>le</strong>, per evitare un’eccessiva evaporazione<br />

<strong>del</strong> liquido;<br />

• bagnare gli ossi con acqua fredda, perché si tratta <strong>di</strong> una cottura per<br />

espansione: <strong>le</strong> proteine solubili (albumine e globuline) si <strong>di</strong>sciolgono<br />

nell’acqua soprattutto fino alla temperatura <strong>di</strong> 50°;<br />

• non salare il fondo;<br />

• non coprire la pentola, far bollire a fiamma bassa e regolare per non<br />

intorpi<strong>di</strong>re il fondo;<br />

• schiumare spesso e con cura;<br />

• aggiungere il mazzetto aromatico solamente quando inizia l’ebollizione;<br />

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90 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

• una volta pronto, raffreddare velocemente il fondo in modo che non<br />

abbia a proliferarsi in esso una carica batterica troppo e<strong>le</strong>vata;<br />

• conservare in frigorifero a 1-3° per non più <strong>di</strong> tre giorni.<br />

I fon<strong>di</strong> si <strong>di</strong>vidono in due categorie: fon<strong>di</strong> bianchi e fon<strong>di</strong> bruni.<br />

I fon<strong>di</strong> bianchi<br />

Sono preparazioni liquide <strong>di</strong> colore chiaro, utilizzate per preparare vellutate<br />

e salse, per bagnare vivande in umido, per cotture affogate e per<br />

portare a cottura risotti e per altre preparazioni ancora.<br />

I principali fon<strong>di</strong> bianchi sono il fondo bianco comune (<strong>di</strong> vitello, <strong>di</strong> pollo)<br />

e il fumetto <strong>di</strong> pesce, che qui non verrà considerato.<br />

Ingre<strong>di</strong>enti<br />

400 g <strong>di</strong> ossi <strong>di</strong> vitello o <strong>di</strong> pollo<br />

100 g <strong>di</strong> aromi<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Spezzettare finemente gli ossi; farli spurgare a lungo sotto acqua corrente<br />

e sistemarli in una pentola; aggiungere 2 litri <strong>di</strong> acqua fredda e<br />

portare a ebollizione.<br />

Pulire e lavare gli e<strong>le</strong>menti aromatici; schiumare il fondo e unire la guarnizione<br />

aromatica.<br />

Lasciare sobbollire per 3-4 ore, schiumando quando necessario; fare riposare<br />

10 minuti lontano dal fuoco, filtrare il fondo e raffreddarlo velocemente.<br />

Note<br />

In alcuni casi è necessario sbianchire gli e<strong>le</strong>menti nutritivi per eliminare<br />

un eccesso <strong>di</strong> schiuma e <strong>di</strong> impurità.<br />

I fon<strong>di</strong> bruni<br />

Sono preparazioni liquide <strong>di</strong> colore scuro, utilizzate per preparare <strong>le</strong> salse<br />

brune, per bagnare <strong>le</strong> carni rosse brasate o stufate e per insaporire<br />

altre vivande.<br />

Secondo il tipo <strong>di</strong> ossi usati si possono preparare: il fondo bruno <strong>di</strong> vitello,<br />

il fondo bruno <strong>di</strong> agnello e il fondo bruno <strong>di</strong> selvaggina.<br />

Si descrive qui solamente il fondo bruno <strong>di</strong> vitello, perché gli altri fon<strong>di</strong><br />

hanno lo stesso proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> base, semplicemente si sostituiscono<br />

gli ossi e <strong>le</strong> parature e si aggiungono alcuni aromi (un cucchiaio <strong>di</strong> mie<strong>le</strong><br />

e un mazzetto <strong>di</strong> timo per il fondo bruno d’agnello; bacche <strong>di</strong> ginepro<br />

per il fondo bruno <strong>di</strong> selvaggina).<br />

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Ingre<strong>di</strong>enti<br />

500 g <strong>di</strong> ossi <strong>di</strong> vitello<br />

100 g <strong>di</strong> verdure per la mirepoix<br />

10 g <strong>di</strong> concentrato <strong>di</strong> pomodoro<br />

50 g <strong>di</strong> aromi<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

I fon<strong>di</strong> | 91<br />

Spurgare gli ossi in acqua corrente ed eventualmente sbianchirli; metterli<br />

in una teglia e scottarli in forno caldo.<br />

Pulire <strong>le</strong> verdure e preparare una mirepoix; aggiungere la mirepoix nella<br />

teglia e lasciare rosolare finché gli ossi non risultino <strong>di</strong> un bel colore<br />

tabacco; sgrassare accuratamente, aggiungere <strong>del</strong> concentrato <strong>di</strong> pomodoro<br />

e lasciare colorire ancora per qualche minuto in forno.<br />

Trasferire gli ossi e la guarnizione in una pentola e coprire abbondantemente<br />

con acqua (almeno 5 litri); deglassare con acqua la teglia per recuperare<br />

<strong>le</strong> sostanze rimaste attaccate e versare il tutto nel fondo; portare<br />

a ebollizione e schiumare.<br />

Unire gli altri e<strong>le</strong>menti aromatici e lasciare sobbollire per 5-6 ore, schiumando<br />

spesso; fare riposare 10 minuti lontano dal fuoco, filtrare il fondo,<br />

sgrassarlo in superficie e raffreddare velocemente.<br />

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Il roux e i burri<br />

Roux<br />

Il roux è un composto formato da burro (meglio se chiarificato) e farina,<br />

in parti uguali, cotto sul fuoco per un tempo più o meno lungo. Il burro<br />

può essere sostituito dall’olio extravergine d’oliva.<br />

Roux bianco<br />

Far fondere il burro, aggiungere la farina e lasciar cuocere finché non<br />

si forma una <strong>le</strong>ggera schiuma biancastra in superficie. È utilizzato per<br />

<strong>le</strong>gare vellutate, salse a base <strong>di</strong> latte, fumetti <strong>di</strong> pesce.<br />

Roux biondo<br />

Procedere come per il roux bianco, lasciandolo cuocere dolcemente per<br />

10 minuti circa, senza smettere <strong>di</strong> mescolare, in modo che acquisti un bel<br />

colore biondo. È utilizzato per <strong>le</strong>gare fon<strong>di</strong> bianchi e fumetti.<br />

Roux bruno<br />

Procedere come per il roux biondo, prolungando ulteriormente la cottura,<br />

fino a ottenere un roux <strong>di</strong> colore bruno chiaro.<br />

Un altro metodo: tostare la farina in forno a calore dolce e aggiungerla<br />

al burro chiarificato, lasciando cuocere pochi minuti, mescolando continuamente.<br />

La farina tostata ha scarso potere <strong>le</strong>gante, per cui è necessario<br />

usarne circa il 50% in più. È utilizzato per <strong>le</strong>gare fon<strong>di</strong> e salse<br />

brune.<br />

Proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> <strong>le</strong>gatura con altri bro<strong>di</strong><br />

Versare gradatamente il liquido bol<strong>le</strong>nte (brodo <strong>di</strong> carne, pesce, vegeta<strong>le</strong>)<br />

sul roux freddo, mescolando continuamente con frusta e cucchiaio <strong>di</strong><br />

<strong>le</strong>gno; portare velocemente il composto a ebollizione e lasciare cuocere<br />

almeno 15 minuti, mescolando saltuariamente con un cucchiaio <strong>di</strong> <strong>le</strong>gno<br />

e schiumando all’occorrenza.<br />

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Burro in pomata<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Il roux e i burri | 93<br />

Lasciare il burro a temperatura ambiente per qualche tempo, in modo<br />

che si ammorbi<strong>di</strong>sca; lavorarlo dapprima con una spatola e poi con una<br />

frusta, fino a ottenere la consistenza <strong>di</strong> una pomata.<br />

Note<br />

Se è usato per decorazioni al cornetto durante la lavorazione si aggiunge<br />

un po’ <strong>di</strong> acqua bol<strong>le</strong>nte (10 centilitri per ogni chilo <strong>di</strong> burro), in modo da<br />

rendere il composto più soffice, e lo si monta a lungo.<br />

Burro chiarificato<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Fare fondere il burro dolcemente nella casseruola o al microonde, senza<br />

mescolare; eliminare la schiuma formatasi in superficie; lasciarlo decantare<br />

e colare con attenzione la parte grassa <strong>del</strong> burro in un altro recipiente,<br />

senza farvi cadere la parte sierosa, che sarà eliminata.<br />

Note<br />

Si può ottenere lo stesso risultato ponendo il burro sciolto in frigorifero:<br />

la parte sierosa andrà a fondo e rimarrà liquida, mentre il grasso si soli<strong>di</strong>ficherà.<br />

Utilizzazione<br />

Per salse emulsionate, per imburrare stampi, per cuocere preparazioni al<br />

burro, per irrorare vivande cotte al burro.<br />

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Piccoli segreti<br />

Clorofilla al prezzemolo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti<br />

500 g <strong>di</strong> ghiaccio<br />

600 g <strong>di</strong> prezzemolo<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Frullare il tutto al cutter o in un frullatore a immersione, lasciare anche<br />

i gambi <strong>del</strong> prezzemolo se si vuo<strong>le</strong> conferire un gusto deciso, in alternativa<br />

utilizzare solo <strong>le</strong> foglie. Passare al colino, raccogliere la parte liquida<br />

che fuoriesce: il risultato si chiama clorofilla e si può realizzare anche<br />

con altre erbe aromatiche fresche. È importante utilizzare il ghiaccio<br />

perché, oltre a dare corpo alla parte liquida, mantiene inalterata la temperatura<br />

<strong>del</strong>la clorofilla <strong>del</strong> prezzemolo senza far<strong>le</strong> cambiare colore e sapore<br />

a causa <strong>del</strong> surriscaldamento prodotto dal<strong>le</strong> lame <strong>di</strong> acciaio.<br />

Maionese<br />

Ingre<strong>di</strong>enti<br />

4 tuorli d’uovo<br />

300 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

4 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per realizzare questa famosa salsa fredda (una fra <strong>le</strong> regine), bisogna<br />

adottare alcuni accorgimenti. Utilizzare i tuorli a temperatura ambiente,<br />

porli in una planetaria o in una ciotola <strong>di</strong> vetro per montarli a mano,<br />

unire a filo girando energicamente il succo <strong>di</strong> limone bol<strong>le</strong>nte e in cui<br />

è già stato sciolto il sa<strong>le</strong>; unire l’olio a filo poco alla volta. Nel modo descritto,<br />

usando succo <strong>di</strong> limone caldo e senza mai far entrare in contatto<br />

<strong>di</strong>retto il sa<strong>le</strong> con i tuorli, si ottiene una pastorizzazione casalinga dei<br />

tuorli, per buona norma igienica.<br />

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Piccoli segreti | 95<br />

Suggerimento<br />

Se la maionese si “smonta”, basta montare un nuovo tuorlo con <strong>del</strong>l’aceto<br />

caldo e incorporare a filo la maionese che si è smontata.<br />

Mazzetto aromatico o bouquet garni<br />

Esistono <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> mazzetti aromatici, secondo <strong>le</strong> tra<strong>di</strong>zioni locali e<br />

l’uso che se ne fa. I più usati sono:<br />

Prezzemolo, timo e lauro<br />

Raggruppare dei gambi <strong>di</strong> prezzemolo, introdurre nel mezzo timo e alloro<br />

e <strong>le</strong>gare il mazzetto così ottenuto. Parare <strong>le</strong> estremità.<br />

Porro, timo e lauro<br />

Tagliare a portafoglio nel senso <strong>del</strong>la lunghezza la parte bianca <strong>di</strong> un<br />

porro. Nella tasca che si forma inserire foglie <strong>di</strong> timo e <strong>di</strong> lauro. Legare il<br />

mazzetto e parare <strong>le</strong> estremità.<br />

Sedano, rosmarino, salvia e carota<br />

Appoggiare nella parte cava <strong>del</strong> sedano un rametto <strong>di</strong> rosmarino e qualche<br />

foglia <strong>di</strong> salvia; comprimere con una carota pelata, <strong>le</strong>gare il mazzetto<br />

e parare <strong>le</strong> estremità.<br />

Mirepoix<br />

È una dadolata <strong>di</strong> e<strong>le</strong>menti aromatici che possono variare secondo l’uso<br />

che se ne deve fare. A volte, un po’ impropriamente, si usa il termine per<br />

in<strong>di</strong>care il solo tipo <strong>di</strong> taglio: ridurre <strong>le</strong> verdure in da<strong>di</strong> <strong>di</strong> 5-6 mm per lato.<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Pulire gli aromi e tagliare tutti gli e<strong>le</strong>menti a da<strong>di</strong> <strong>di</strong> 5-6 mm per lato.<br />

Per la mirepoix cotta: fare appassire con burro, sedano, carota e cipolla;<br />

dopo qualche minuto aggiungere aglio e pepe schiacciati e porro tagliato<br />

a da<strong>di</strong>. Lasciare cuocere per circa 10 minuti.<br />

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96 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Pesto <strong>di</strong> rucola<br />

Ingre<strong>di</strong>enti<br />

500 g <strong>di</strong> rucola<br />

50 g <strong>di</strong> ghiaccio<br />

100 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Frullare insieme tutti gli ingre<strong>di</strong>enti. Il ghiaccio serve a non fare ossidare<br />

la clorofilla <strong>del</strong> basilico a causa <strong>del</strong> surriscaldamento dovuto al<br />

movimento <strong>del</strong><strong>le</strong> lame <strong>di</strong> acciaio.<br />

Pomodoro: la pelatura<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Togliere il peduncolo e fare un’incisione a croce nella parte opposta;<br />

sbol<strong>le</strong>ntare i pomodori per 8-10 secon<strong>di</strong> in acqua bol<strong>le</strong>nte; raffreddarli<br />

in acqua e ghiaccio e pelarli.<br />

Pomodoro: la can<strong>di</strong>tura<br />

Ingre<strong>di</strong>enti<br />

500 g <strong>di</strong> pomodori ramati rossi<br />

40 g <strong>di</strong> zucchero<br />

5 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> arancia fresca<br />

scorza <strong>di</strong> limone e arance<br />

timo fresco<br />

30 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Utilizzare i pomodori privi <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> (eliminarla immergendo in<br />

acqua bol<strong>le</strong>nte il pomodoro per alcuni secon<strong>di</strong>) e rimuovere anche<br />

i semi interni. Disporli in una teglia su carta da forno con tutti gli<br />

ingre<strong>di</strong>enti sopra e<strong>le</strong>ncati. Cuocere in forno a 120°, per almeno un’ora.<br />

In questo modo i pomodori si can<strong>di</strong>scono a bassa temperatura. Si<br />

possono utilizzare altre qualità <strong>di</strong> pomodori per <strong>di</strong>versificare il gusto<br />

e la consistenza.<br />

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Prezzemolo: la tritatura<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Piccoli segreti | 97<br />

Staccare <strong>le</strong> foglie ver<strong>di</strong> <strong>del</strong> prezzemolo, scartando i gambi e <strong>le</strong> foglie<br />

gial<strong>le</strong> o avvizzite; lavarlo in acqua e sgocciolarlo bene; posarlo sul tagliere,<br />

raccoglierlo sotto il palmo <strong>del</strong>la mano sinistra e farlo uscire<br />

piano piano da sotto <strong>le</strong> <strong>di</strong>ta, tagliandolo nel frattempo a fi<strong>le</strong>tti sottilissimi<br />

con un trinciante; appoggiare <strong>le</strong> <strong>di</strong>ta <strong>del</strong>la mano sinistra sulla<br />

parte termina<strong>le</strong> <strong>del</strong> coltello e perfezionare la tritatura; infine mettere<br />

il prezzemolo in un panno pulito e asciugarlo accuratamente, in<br />

modo che <strong>le</strong> particel<strong>le</strong> si <strong>di</strong>stacchino <strong>le</strong> une dal<strong>le</strong> altre. In frigorifero,<br />

si mantiene per uno, due giorni.<br />

Alcuni cuochi lavano il prezzemolo solamente dopo averlo tritato, avvolto<br />

in un panno: l’operazione è facilitata, ma il prezzemolo non viene<br />

pulito bene e ha una maggiore <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> vitamine.<br />

Sa<strong>le</strong> profumato<br />

Ingre<strong>di</strong>enti (in proporzioni variabili, secondo il gusto)<br />

sa<strong>le</strong> grosso<br />

pepe nero<br />

rosmarino<br />

spicchi d’aglio<br />

salvia<br />

scorza <strong>di</strong> limone<br />

lauro<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Lavare gli aghi <strong>di</strong> rosmarino, <strong>le</strong> foglie <strong>di</strong> salvia e <strong>di</strong> lauro e lasciarli seccare<br />

per uno o due giorni; pulire gli altri e<strong>le</strong>menti aromatici; macinare<br />

tutti gli ingre<strong>di</strong>enti con molta precauzione in un cutter (o tritatutto) oppure<br />

pestarli in un mortaio.<br />

Note<br />

Conservare il sa<strong>le</strong> profumato in un vaso <strong>di</strong> vetro chiuso.<br />

Utilizzazione<br />

Per con<strong>di</strong>re arrosti, patate e pollo, tacchino, manzo, vitello alla griglia.<br />

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Antipasti,<br />

aperitivi,<br />

brunch<br />

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Autunno Antipasti, aperitivi, brunch | 101<br />

Branzino marinato all’arancia,<br />

gelato al basilico e confettura<br />

<strong>di</strong> pomodori rossi<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per il gelato al basilico<br />

100 g <strong>di</strong> basilico<br />

35 cl <strong>di</strong> latte intero fresco<br />

50 g <strong>di</strong> panna<br />

80 g <strong>di</strong> tuorli d’uovo<br />

10 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

50 g <strong>di</strong> zucchero <strong>di</strong> canna<br />

sa<strong>le</strong> e pepe<br />

Per la confettura <strong>di</strong> pomodori<br />

250 g <strong>di</strong> pomodori maturi (senza pel<strong>le</strong>)<br />

40 g <strong>di</strong> isomalto<br />

30 g <strong>di</strong> glucosio<br />

3 g <strong>di</strong> buccia <strong>di</strong> arancia<br />

chio<strong>di</strong> <strong>di</strong> garofano<br />

5 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per il branzino marinato<br />

500 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> branzino<br />

5 cl <strong>di</strong> Cointreau<br />

ginepro in bacche<br />

10 g <strong>di</strong> cerfoglio<br />

3 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

150 g <strong>di</strong> ghiaccio<br />

4 arance<br />

Per il gelato in una casseruola portare a bollore panna e latte insieme<br />

al basilico spezzettato. Miscelare tuorli e zucchero <strong>di</strong> canna, aggiungerli<br />

al latte e cuocere fino al raggiungimento degli 85° (è importante<br />

che la crema non raggiunga il bollore altrimenti si cuociono i tuorli),<br />

quin<strong>di</strong> frullare bene il tutto aggiungendo l’olio d’oliva extravergine, il<br />

sa<strong>le</strong> e il pepe, mettere nella macchina per il gelato oppure mantecare<br />

nella maniera tra<strong>di</strong>ziona<strong>le</strong> in freezer.<br />

Per la confettura pelare e privare dei semi i pomodori, tagliarli a da<strong>di</strong>ni<br />

e cuocerli in una pentola per 15 minuti a fuoco me<strong>di</strong>o insieme agli altri<br />

ingre<strong>di</strong>enti per la confettura tranne il succo <strong>di</strong> limone. Eliminare la buccia<br />

<strong>di</strong> arancia e i chio<strong>di</strong> <strong>di</strong> garofano e terminare la cottura. Alla fine, fuori<br />

dal fuoco aggiungere il succo <strong>di</strong> limone.<br />

Per la marinatura frullare <strong>le</strong> arance con la pel<strong>le</strong> insieme al resto degli<br />

ingre<strong>di</strong>enti, a parte il ghiaccio che andrà aggiunto alla fine senza frullarlo;<br />

raccogliere il tutto in una ciotola.<br />

Privare i fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> branzino <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong>, scalopparli (cioè tagliarli a<br />

fettine) e immergerli nella ciotola; lasciarli marinare per 15 minuti,<br />

quin<strong>di</strong> scolarli e con<strong>di</strong>rli con un filo d’olio crudo. In una pa<strong>del</strong>la antiaderente<br />

con un filo d’olio, rendere croccante la pel<strong>le</strong> <strong>del</strong> branzino<br />

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102 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Autunno<br />

tenendola schiacciata continuamente durante la cottura con una<br />

spatola, in modo che rimanga tesa e non si arricci.<br />

Per la composizione fina<strong>le</strong> <strong>del</strong> piatto, servire <strong>le</strong> fettine <strong>di</strong> branzino<br />

con sopra un puntino <strong>di</strong> confettura <strong>di</strong> pomodoro; accompagnare<br />

con una pallina <strong>di</strong> gelato al basilico avvolta dalla pel<strong>le</strong> croccante <strong>del</strong><br />

branzino. Guarnire con una fetta <strong>di</strong> arancia essiccata e una fogliolina<br />

<strong>di</strong> basilico fritta.<br />

Suggerimento<br />

Sarà faci<strong>le</strong> privare i pomodori <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> se prima li si farà scottare per<br />

pochi secon<strong>di</strong> in acqua bol<strong>le</strong>nte.<br />

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Autunno Antipasti, aperitivi, brunch | 103<br />

Cipol<strong>le</strong> ripiene <strong>di</strong> magro<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

4 grosse cipol<strong>le</strong><br />

400 g <strong>di</strong> zucca pulita<br />

50 g <strong>di</strong> mostarda <strong>di</strong> frutta<br />

30 g <strong>di</strong> amaretti sbriciolati<br />

25 g <strong>di</strong> parmigiano grattugiato<br />

un uovo<br />

15 g <strong>di</strong> olio d’oliva<br />

noce moscata<br />

sa<strong>le</strong> e pepe<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare la zucca a fette <strong>del</strong>lo spessore <strong>di</strong> 2 cm, <strong>di</strong>spor<strong>le</strong> su una teglia e<br />

cuocere in forno per circa 30 minuti, raffreddare e schiacciar<strong>le</strong> con una<br />

forchetta. Unire la mostarda e gli amaretti, passare l’impasto nel tritatutto,<br />

setacciare finemente, unire l’uovo e il parmigiano. Aggiustare <strong>di</strong><br />

sa<strong>le</strong>, unire la noce moscata, amalgamare tutti gli ingre<strong>di</strong>enti.<br />

Lessare <strong>le</strong> cipol<strong>le</strong> sino a metà <strong>del</strong>la cottura, sgocciolar<strong>le</strong> e asciugar<strong>le</strong> su<br />

una griglia.<br />

Svuotar<strong>le</strong> in parte, riempir<strong>le</strong> con la farcia ottenuta, unger<strong>le</strong> <strong>le</strong>ggermente<br />

con l’olio, <strong>di</strong>spor<strong>le</strong> in una pirofila e cuocer<strong>le</strong> in forno a 200° fino a doratura.<br />

Suggerimento<br />

Alla farcitura <strong>del</strong><strong>le</strong> cipol<strong>le</strong> si possono aggiungere carne e formaggi.<br />

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104 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Autunno<br />

Dripping ai frutti <strong>di</strong> mare e verdurine<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

100 g <strong>di</strong> maionese<br />

3 cl <strong>di</strong> clorofilla <strong>di</strong> prezzemolo<br />

40 g <strong>di</strong> nero <strong>di</strong> seppia<br />

40 g <strong>di</strong> salsa <strong>di</strong> pomodoro<br />

80 g <strong>di</strong> vongo<strong>le</strong> sgusciate<br />

100 g <strong>di</strong> moscar<strong>di</strong>ni<br />

80 g <strong>di</strong> cozze sgusciate<br />

3 g <strong>di</strong> erba cipollina<br />

100 g <strong>di</strong> fagioli corallo<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Dividere la maionese (ve<strong>di</strong> p. 94) in due cioto<strong>le</strong>, lasciandone una parte al<br />

natura<strong>le</strong> e miscelando l’altra con la clorofilla al prezzemolo (ve<strong>di</strong> p.94).<br />

Cuocere i frutti <strong>di</strong> mare nel forno al vapore per 15 minuti, in alternativa<br />

cuocerli nella pentola a vapore in modo da avere un gusto netto per ogni<br />

singolo mitilo.<br />

Bollire i fagioli corallo con il succo <strong>di</strong> limone (che contiene la vitamina C).<br />

Servire su un piatto su cui si sono cosparsi la clorofilla, la maionese e<br />

il nero <strong>di</strong> seppia formando dei colori miscelati tra loro, unire i frutti <strong>di</strong><br />

mare, l’erba cipollina, i fagioli corallo e la salsa <strong>di</strong> pomodoro <strong>di</strong>sposta a<br />

gocce sul piatto.<br />

Suggerimento<br />

Con l’aggiunta <strong>di</strong> clorofilla realizzata con il prezzemolo o il basilico, si<br />

può colorare la maionese in abbinamento ai piatti <strong>di</strong> pesce. Il nome<br />

“dripping” è un omaggio a Jackson Pollock.<br />

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Autunno Antipasti, aperitivi, brunch | 105<br />

Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> orata con spinaci saltati<br />

e ve<strong>le</strong> <strong>di</strong> pane croccante<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per l’orata<br />

600 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> orata<br />

10 g <strong>di</strong> scorza <strong>di</strong> limone<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per la salsa al limone<br />

10 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

10 cl <strong>di</strong> vino bianco<br />

10 g <strong>di</strong> cipollotto<br />

2 g <strong>di</strong> erba cedrina<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Incidere i fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> orata con un coltello affilato dalla parte <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong>; scaldare<br />

una pa<strong>del</strong>la antiaderente con l’olio e la buccia <strong>di</strong> limone, cuocervi i fi<strong>le</strong>tti<br />

<strong>di</strong> orata, mettendoli con la parte <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> a contatto con la pa<strong>del</strong>la.<br />

Tenerli schiacciati con una spatola durante i primi 3 minuti <strong>di</strong> cottura<br />

che dovrà avvenire a fuoco piuttosto vivace; poi continuare a cuocere<br />

lo stesso lato senza alcuna pressione finché non si vedrà sbiancare un<br />

centimetro tutto intorno ai fi<strong>le</strong>tti. Unire il sa<strong>le</strong>.<br />

A questo punto, togliere la pa<strong>del</strong>la dal fuoco, coprire con un coperchio e<br />

lasciare riposare per 2 minuti (questa è la cottura unilatera<strong>le</strong>).<br />

Saltare gli spinaci con olio e aglio schiacciato; salare.<br />

Ridurre <strong>del</strong>la metà il succo <strong>di</strong> limone con il vino bianco, il cipollotto tritato<br />

e il sa<strong>le</strong>; filtrare ed emulsionare con una frustina, finire la salsa con l’erba<br />

cedrina tritata. Ricavare dai limoni la scorza gialla e tagliarla à la julienne<br />

finissima; sbol<strong>le</strong>ntarla in acqua salata; ricavare sempre dagli stessi limoni<br />

gli spicchi a vivo. Tagliare la baguette a fettine molto sottili, unger<strong>le</strong> con<br />

olio d’oliva extravergine e tostar<strong>le</strong> in forno a 180°.<br />

Per la composizione fina<strong>le</strong> <strong>del</strong> piatto, servire l’orata tagliata a pezzetti<br />

sopra gli spinaci; accompagnare con la salsa al limone e guarnire con<br />

la buccia <strong>di</strong> pomodoro essiccata, gli spicchi e la scorza <strong>di</strong> limone; comp<strong>le</strong>tare<br />

il piatto con <strong>le</strong> fettine <strong>di</strong> baguette tostate.<br />

Suggerimento<br />

Per gli spinaci saltati<br />

500 g <strong>di</strong> spinaci<br />

5 g <strong>di</strong> aglio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per la guarnizione<br />

3 limoni<br />

20 g <strong>di</strong> scorza <strong>di</strong> limoni<br />

1 g <strong>di</strong> buccia <strong>di</strong> pomodoro<br />

120 g <strong>di</strong> pane baguette<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Piuttosto che bollire in acqua gli spinaci, è preferibi<strong>le</strong> spa<strong>del</strong>larli nel modo<br />

in<strong>di</strong>cato per preservarne il gusto e i valori nutrizionali.<br />

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106 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Frittel<strong>le</strong> <strong>di</strong> melanzane<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

300 g <strong>di</strong> melanzane a da<strong>di</strong>ni<br />

80 g <strong>di</strong> sedano a da<strong>di</strong>ni<br />

30 g <strong>di</strong> polpa <strong>di</strong> olive nere spezzettata<br />

50 g <strong>di</strong> pomodoro a da<strong>di</strong>ni<br />

30 g <strong>di</strong> cipolla tritata<br />

20 g <strong>di</strong> capperi nani <strong>di</strong>ssalati<br />

5 g <strong>di</strong> pinoli<br />

30 g <strong>di</strong> zucchero<br />

20 cl <strong>di</strong> aceto <strong>di</strong> vino bianco<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Saltare <strong>le</strong> melanzane in una pa<strong>del</strong>la antiaderente con poco olio.<br />

Sbol<strong>le</strong>ntare il sedano per 2 minuti in acqua salata, scolare e conservare<br />

a parte.<br />

Brasare la cipolla in poco olio, unire il sedano e <strong>le</strong> melanzane. Insaporire.<br />

Aggiungere i capperi, i pinoli e <strong>le</strong> olive, mescolare e unire il pomodoro.<br />

Sciogliere lo zucchero a fuoco <strong>le</strong>nto con poca acqua e bagnare con l’aceto,<br />

versare quin<strong>di</strong> lo sciroppo ottenuto sul<strong>le</strong> verdure.<br />

Servire in piatti in<strong>di</strong>viduali dando forma <strong>di</strong> tortino utilizzando un anello<br />

in acciaio.<br />

Suggerimento<br />

Si può accompagnare il piatto con crostacei o pollame.<br />

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Autunno Antipasti, aperitivi, brunch | 107<br />

Insalata <strong>di</strong> <strong>le</strong>gumi con uovo in camicia<br />

1 ora<br />

+ 12 ore per l’ammollo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

300 g <strong>di</strong> <strong>le</strong>nticchie classiche<br />

300 g <strong>di</strong> sedano<br />

100 g <strong>di</strong> carote<br />

20 g <strong>di</strong> cipolla<br />

una foglia <strong>di</strong> lauro<br />

4 uova<br />

300 g <strong>di</strong> pane bianco<br />

rosmarino fresco<br />

olio extravergine d’oliva<br />

aceto bianco<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Lasciare <strong>le</strong> <strong>le</strong>nticchie secche in acqua fredda per alcune ore. Cuocer<strong>le</strong><br />

nella maniera classica: preparare il fondo <strong>di</strong> cottura dorando in casseruola<br />

il sedano, <strong>le</strong> carote, la cipolla tritati a punta <strong>di</strong> coltello e non frullati,<br />

unire l’olio e il lauro.<br />

Dorare a fiamma bassa il fondo per pochi minuti (attenzione a non<br />

cuocerlo troppo), unire <strong>le</strong> <strong>le</strong>nticchie e l’acqua calda. Far cuocere <strong>le</strong> <strong>le</strong>nticche<br />

a fuoco moderato per circa un’ora controllando <strong>di</strong> continuo, in<br />

modo che non si alterino <strong>di</strong> consistenza e colore. A fine cottura, frullare<br />

metà <strong>del</strong> composto.<br />

Disporre su un piatto <strong>le</strong> <strong>le</strong>nticchie fredde, al centro posizionare l’uovo<br />

cotto in camicia in acqua acidulata. Ultimare con il rosmarino e decorare<br />

con pane a fette tonde, dorato in pa<strong>del</strong>la con poco olio, sul <strong>le</strong>tto <strong>del</strong><strong>le</strong><br />

<strong>le</strong>nticchie frullate.<br />

Suggerimento<br />

Per realizzare un uovo pochée, cioè in camicia, è bene versare nell’acqua<br />

<strong>del</strong>l’aceto bianco che fa coagulare l’albumina e mantiene compatto l’uovo<br />

durante la breve cottura.<br />

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108 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Insalate cotte con tonno e arance<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

250 g <strong>di</strong> tonno in scatola<br />

5 arance tarocco<br />

100 g <strong>di</strong> olive nere intere<br />

200 g <strong>di</strong> insalatina lollo<br />

200 g <strong>di</strong> insalata lattuga<br />

300 g <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cchio<br />

aneto<br />

erba cipollina<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per il centrifugato<br />

8 carote<br />

5 coste <strong>di</strong> sedano<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Pulire al vivo <strong>le</strong> arance e tagliar<strong>le</strong> a <strong>di</strong>schi per il senso longitu<strong>di</strong>na<strong>le</strong>.<br />

A parte realizzare un’emulsione con olio, sa<strong>le</strong> e succo <strong>di</strong> arancia.<br />

Cuocere in pa<strong>del</strong>la separatamente <strong>le</strong> tre insalate con poco olio.<br />

Al centro <strong>del</strong> piatto <strong>di</strong>sporre a strati tipo mil<strong>le</strong>foglie <strong>le</strong> insalate cotte, <strong>le</strong><br />

fettine <strong>di</strong> arance pulite al vivo tagliate a <strong>di</strong>schetti e il tonno. Spolverare<br />

sul piatto con l’aneto, l’erba cipollina e spruzzare con l’emulsione e <strong>le</strong><br />

olive denocciolate.<br />

Suggerimento<br />

Si possono accompagnare queste comuni insalate insolitamente cotte<br />

con un centrifugato <strong>di</strong> carote e sedano.<br />

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Autunno Antipasti, aperitivi, brunch | 109<br />

Salmone marinato<br />

30 minuti<br />

+ 18 ore per la marinatura<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

500 g <strong>di</strong> salmone fresco pulito<br />

8 arance<br />

2 limoni<br />

un cucchiaino <strong>di</strong> pepe rosa<br />

erba cipollina<br />

finocchiella selvatica<br />

300 g <strong>di</strong> insalata lollo<br />

100 g <strong>di</strong> zucchero <strong>di</strong> canna<br />

200 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> fino<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Pulire la baffa (cioè la metà <strong>del</strong> pesce <strong>di</strong>liscato) <strong>di</strong> salmone eliminando<br />

squame e spine superiori, marinarla intera con sa<strong>le</strong>, zucchero <strong>di</strong> canna,<br />

erbe aromatiche e pepe rosa, coprirla con pellicola trasparente e lasciarla<br />

riposare in frigorifero per 18 ore.<br />

Al momento <strong>di</strong> servire, passare la baffa sotto acqua corrente per eliminare<br />

la marinatura, tagliarla a fettine sottili. Pulire a vivo l’arancia e affettarla.<br />

Preparare un’emulsione <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> arancia, limone, sa<strong>le</strong> e olio<br />

extravergine.<br />

Disporre sul piatto da portata l’insalata lollo, adagiarvi <strong>le</strong> fettine <strong>di</strong> salmone<br />

e <strong>di</strong> arancia, irrorare con l’emulsione e cospargere <strong>di</strong> erbe aromatiche.<br />

Suggerimento<br />

Per questo tipo <strong>di</strong> cottura a freddo si utilizza il sa<strong>le</strong>. In alternativa si può<br />

realizzare un’infusione <strong>di</strong> agrumi in cui far marinare il salmone tagliato<br />

a fettine sottili per qualche decina <strong>di</strong> minuti, sempre in frigorifero.<br />

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110 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Savarin <strong>di</strong> zucchine su fonduta<br />

<strong>di</strong> formaggi e pomodori can<strong>di</strong>ti<br />

80 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per il savarin<br />

300 g <strong>di</strong> zucchine<br />

10 g <strong>di</strong> cipolla<br />

20 cl <strong>di</strong> latte<br />

20 g <strong>di</strong> fecola <strong>di</strong> patate<br />

80 g <strong>di</strong> tuorlo d’uovo<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per la fonduta <strong>di</strong> formaggi<br />

100 g <strong>di</strong> pecorino<br />

100 g <strong>di</strong> ta<strong>le</strong>ggio<br />

100 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

20 cl <strong>di</strong> brodo vegeta<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Per il savarin: in una casseruola dorare la cipolla con olio extravergine,<br />

quin<strong>di</strong> aggiungere <strong>le</strong> zucchine tagliate a ron<strong>del</strong><strong>le</strong>. A parte, portare il latte<br />

a ebollizione, aggiungere la fecola mescolando perché non si formino<br />

grumi, poi unire il composto così ottenuto al<strong>le</strong> zucchine, frullare il tutto<br />

e versare negli appositi stampini. Stendere un tovagliolo intriso d’acqua<br />

sulla placca da forno, <strong>di</strong>sporvi sopra gli stampini (in questo modo non<br />

si andrà a bruciare la base <strong>del</strong>lo sformato) e cuocere in forno a 130° o in<br />

alternativa cuocere gli stampini in forno a vapore, coperti con pellicola<br />

trasparente per non farvi entrare l’acqua.<br />

Per la fonduta: versare tutti gli ingre<strong>di</strong>enti in una ciotola d’acciaio e fonderli<br />

a bagnomaria.<br />

Per i pomodori can<strong>di</strong>ti: <strong>di</strong>sporre in una teglia i pomodorini, versarvi sopra<br />

tutti gli altri ingre<strong>di</strong>enti e lasciar can<strong>di</strong>re in forno a 110° per 30 minuti.<br />

Sul fondo <strong>del</strong> piatto da portata versare la fonduta <strong>di</strong> formaggi, adagiarvi<br />

i piccoli savarin e ultimare con i pomodorini can<strong>di</strong>ti. Spolverare <strong>di</strong> pepe<br />

macinato al momento.<br />

Suggerimento<br />

Per i pomodori can<strong>di</strong>ti<br />

200 g <strong>di</strong> pomodori ciliegina<br />

40 g <strong>di</strong> scorza grattugiata <strong>di</strong> arancia<br />

e limone<br />

5 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> arancia<br />

zucchero <strong>di</strong> canna<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong> e pepe<br />

Il savarin prende il nome dall’apposito stampo a forma <strong>di</strong> ciambella, ma<br />

si possono usare gli stampini da crème caramel, aumentando il tempo<br />

<strong>di</strong> cottura.<br />

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Autunno Antipasti, aperitivi, brunch | 111<br />

Sgombro agli agrumi<br />

40 minuti<br />

+ una notte <strong>di</strong> riposo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> sgombri<br />

100 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> semola<br />

200 g <strong>di</strong> cipolla bianca<br />

5 g <strong>di</strong> salvia<br />

10 g <strong>di</strong> citronella<br />

uno spicchio d’aglio<br />

60 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

ginepro in bacche<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In una pa<strong>del</strong>la con olio extravergine d’oliva rosolare quasi tutta la cipolla,<br />

tagliata à la julienne, l’aglio a lamel<strong>le</strong>, la citronella e la salvia, facendo<br />

attenzione a non far prendere colore alla cipolla, che deve rimanere<br />

bianca; aggiungere alcune bacche <strong>di</strong> ginepro schiacciate, il vino bianco,<br />

l’agretto <strong>di</strong> lamponi e 20 cl <strong>di</strong> acqua. Far prendere il bollore per 10 minuti,<br />

quin<strong>di</strong> spegnere e unire il succo <strong>di</strong> arancia.<br />

Fi<strong>le</strong>ttare lo sgombro, passarlo nella farina <strong>di</strong> semola e friggerlo in abbondante<br />

olio a 180°, in modo da dorarlo e renderlo croccante, scolare su<br />

carta assorbente, quin<strong>di</strong> immergere il pesce nel fondo <strong>di</strong> cipolla appena<br />

preparato, che deve essere assolutamente freddo. Lasciare a marinare almeno<br />

una notte, in modo che abbia tempo <strong>di</strong> insaporirsi bene.<br />

Pelare <strong>le</strong> arance e i pompelmi a vivo, quin<strong>di</strong> farli a fettine e tener<strong>le</strong><br />

da parte; friggere <strong>del</strong>la cipolla affettata sottilmente che servirà come<br />

guarnizione. Per la composizione fina<strong>le</strong> <strong>del</strong> piatto, <strong>di</strong>sporre gli agrumi<br />

sul fondo, adagiarvi sopra i fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> sgombro marinati con dei pezzettini<br />

<strong>del</strong>la loro cipolla e un po’ <strong>di</strong> liquido, guarnire con lamponi freschi,<br />

caramello all’arancia e la cipolla croccante. Decorare con una stecca<br />

<strong>di</strong> citronella.<br />

Suggerimento<br />

20 cl <strong>di</strong> vino bianco<br />

10 cl <strong>di</strong> agretto <strong>di</strong> lamponi<br />

20 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> arance<br />

200 g <strong>di</strong> arance<br />

200 g <strong>di</strong> pompelmo rosa<br />

50 g <strong>di</strong> lamponi<br />

20 g <strong>di</strong> caramello all’arancia<br />

Ho consigliato questa tecnica <strong>di</strong> macerazione per il dopo cottura, in alternativa<br />

si può anche servire <strong>di</strong>rettamente lo sgombro fritto con il contorno<br />

<strong>di</strong> accompagnamento.<br />

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112 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Tartare <strong>di</strong> spigola calda<br />

con mazzancol<strong>le</strong><br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

1500 g <strong>di</strong> spigola<br />

800 g <strong>di</strong> mazzancol<strong>le</strong><br />

30 g <strong>di</strong> dragoncello<br />

2 limoni<br />

un pompelmo<br />

300 g <strong>di</strong> melanzane<br />

15 g <strong>di</strong> zafferano<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Pulire il pesce, spinarlo e fi<strong>le</strong>ttarlo togliendo anche la pel<strong>le</strong>, tagliarlo a<br />

strisce trasversali. Metterlo in una ciotola e con<strong>di</strong>rlo con sa<strong>le</strong>, dragoncello<br />

tritato, <strong>le</strong> scorze e il succo <strong>di</strong> un limone, e un filo d’olio.<br />

Pulire i gamberi e privarli <strong>del</strong> bu<strong>del</strong>lino centra<strong>le</strong>, tagliarli a ron<strong>del</strong><strong>le</strong> e<br />

sistemarli a due a due su una striscia <strong>di</strong> carta o<strong>le</strong>ata, ricoprire con <strong>del</strong>la<br />

pellicola trasparente unta esternamente d’olio e battere sino a che<br />

non si appiattiscono <strong>del</strong> tutto. Salare e pepare. Sistemare in un anello<br />

d’acciaio o<strong>le</strong>ato e farcire con la tartare <strong>di</strong> spigola. Chiudere bene con i<br />

gamberi e pressare. In un pa<strong>del</strong>la molto calda con un filo d’olio, far dorare<br />

ambedue <strong>le</strong> parti. Togliere dallo stampo e mettere in forno a 180°<br />

per 4 minuti circa.<br />

Tagliare a da<strong>di</strong>ni <strong>le</strong> melanzane e saltar<strong>le</strong> in pa<strong>del</strong>la con olio extravergine.<br />

Salare e pepare.<br />

Preparare uno zabaione: tagliare <strong>le</strong> scorze dagli agrumi e spremerli.<br />

In una bastar<strong>del</strong>la mettere 2 tuorli, un goccio <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> agrumi, sa<strong>le</strong>,<br />

stimmi <strong>di</strong> zafferano e cominciare a lavorare a bagnomaria, aggiungendo<br />

gradatamente acqua e olio. Quando lo zabaione arriva alla densità<br />

desiderata, aggiungere <strong>le</strong> scorze e il prezzemolo tritati. Servire la tartare<br />

sopra i da<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> melanzana con la salsa e decorare con un pomodorino<br />

fritto e <strong>del</strong><strong>le</strong> coste <strong>di</strong> finocchio.<br />

Suggerimento<br />

30 g <strong>di</strong> prezzemolo<br />

20 g <strong>di</strong> aglio<br />

2 tuorli d’uovo<br />

un finocchio<br />

un pomodorino<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Al posto <strong>del</strong>la spigola possiamo utilizzare altri pesci <strong>di</strong> mare <strong>di</strong> colore<br />

bianco.<br />

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Inverno Antipasti, aperitivi, brunch | 113<br />

Bavarese al parmigiano<br />

100 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

20 cl <strong>di</strong> latte<br />

400 g <strong>di</strong> panna<br />

300 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

10 g <strong>di</strong> colla <strong>di</strong> pesce<br />

100 g <strong>di</strong> mascarpone<br />

250 g noci, noccio<strong>le</strong> o mandor<strong>le</strong><br />

2 pere William<br />

2 g <strong>di</strong> pepe nero<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Portare a bollore la panna con il latte, unire il parmigiano grattugiato.<br />

Lasciare fondere, unire la colla <strong>di</strong> pesce lasciata stemperare in acqua<br />

fredda e strizzata, intiepi<strong>di</strong>re e unire il mascarpone.<br />

Porre in appositi stampini in frigorifero, raffreddare.<br />

Servire sformando la bavarese e accompagnare con il pepe nero al mulinello,<br />

la frutta secca classica e infine <strong>le</strong> pere scaloppate, cioè tagliate a<br />

fette sottilissime e regolari.<br />

Suggerimento<br />

Si può sostituire il parmigiano con il pecorino o l’Asiago stagionato e si<br />

avrà un gusto ancora più deciso.<br />

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114 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Calzoni fritti<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per la pasta<br />

250 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> grano 00<br />

8 g <strong>di</strong> lievito <strong>di</strong> birra fresco<br />

25 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

5 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong><br />

olio d’oliva per friggere<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Con un’impastatrice e<strong>le</strong>ttrica (in gergo culinario si chiama “planetaria”)<br />

impastare la farina e il lievito con un po’ d’acqua; quando l’impasto<br />

risulterà liscio e omogeneo, aggiungere l’olio extravergine d’oliva e<br />

il sa<strong>le</strong>. Far incorporare gli ingre<strong>di</strong>enti, quin<strong>di</strong> mettere l’impasto in un<br />

contenitore <strong>di</strong> plastica, coprire con un telo <strong>di</strong> nylon per alimenti e attendere<br />

che raddoppi <strong>di</strong> volume (saranno necessari 35-40 minuti a seconda<br />

<strong>del</strong><strong>le</strong> temperature).<br />

In un recipiente unire la mozzarella tritata grossolanamente con il parmigiano<br />

grattugiato e la salsa <strong>di</strong> pomodoro.<br />

Stendere l’impasto allo spessore <strong>di</strong> 3 mm, coppare con il coppapasta dei<br />

<strong>di</strong>schi <strong>del</strong> <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 10 cm, pennellare i bor<strong>di</strong> con poco uovo e farcire<br />

con il ripieno; chiudere formando <strong>del</strong><strong>le</strong> mezzelune che potranno essere<br />

pinzate in maniera decorativa nella chiusura.<br />

Sistemare su un vassoio foderato con la carta da forno, coprire con un<br />

telo <strong>di</strong> nylon per alimenti e far lievitare per 30 minuti.<br />

Friggerli in abbondante olio a 170°; quando la superficie risulterà dorata,<br />

sgocciolare bene l’olio in eccesso e far riposare per alcuni secon<strong>di</strong> su un<br />

foglio <strong>di</strong> carta per fritti. Servire ben cal<strong>di</strong>.<br />

Suggerimento<br />

Per il ripieno<br />

100 g <strong>di</strong> passata <strong>di</strong> pomodori<br />

150 g <strong>di</strong> mozzarella fresca<br />

50 g <strong>di</strong> parmigiano grattugiato<br />

grossolanamente<br />

Se non vo<strong>le</strong>te friggere i calzoni, potete cuocerli in forno a 190° per 15-20<br />

minuti, spennellandone la superficie con <strong>del</strong>l’olio d’oliva sia prima <strong>di</strong> infornare<br />

sia dopo la cottura.<br />

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Inverno Antipasti, aperitivi, brunch | 115<br />

Carciofi alla romana<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

8 carciofi romaneschi<br />

800 g <strong>di</strong> patate<br />

2 spicchi d’aglio<br />

2 fette <strong>di</strong> pane in cassetta<br />

prezzemolo<br />

mentuccia<br />

10 g <strong>di</strong> acciughe sott’olio<br />

20 cl <strong>di</strong> vino bianco<br />

il succo <strong>di</strong> 2 limoni oppure 3 g <strong>di</strong> acido ascorbico<br />

30 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

brodo vegeta<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Pulire i carciofi alla maniera classica e conservarli in acqua e limone o,<br />

ancor meglio, in acqua e acido ascorbico (cosicché non “macerino”), poi<br />

riempirli con una panure composta da: prezzemolo, menta, acciughe,<br />

pane in cassetta, tutti tritati.<br />

Metterli in casseruola con olio e aglio intero schiacciato, unendo anche<br />

<strong>le</strong> patate tagliate a spicchi, dorare per pochi minuti, unire il vino bianco,<br />

poi coprire i carciofi per tutta la loro altezza con brodo vegeta<strong>le</strong> o acqua,<br />

ricoprire con carta da forno e cuocere a fiamma moderata per 30 minuti.<br />

Nota<br />

L’acido ascorbico funge da antiossidante come il limone, grazie a quella<br />

parte <strong>del</strong>la vitamina C che non macera i cibi a contatto <strong>di</strong>retto con<br />

l’ossigeno.<br />

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116 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Insalatina <strong>di</strong> cereali, gamberi<br />

e confit <strong>di</strong> lattuga<br />

50 minuti<br />

+ 12 ore per l’ammollo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

100 g <strong>di</strong> orzo perlato<br />

50 g <strong>di</strong> farro perlato<br />

100 g <strong>di</strong> zucchine<br />

150 g <strong>di</strong> pomodori<br />

8 gamberi rossi<br />

un mazzo <strong>di</strong> basilico<br />

300 g <strong>di</strong> lattuga<br />

uno spicchio d’aglio<br />

un’arancia<br />

cipolla bianca<br />

zucchero semolato<br />

60 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Lasciare a mollo per alcune ore i cereali, poi tostarli in casseruola con<br />

poco olio e cipolla trita, come per un risotto. Portare avanti la cottura per<br />

circa 20-30 minuti.<br />

Pulire i gamberi privandoli <strong>del</strong> carapace. Con <strong>le</strong> carcasse dei gamberi<br />

preparare un brodo da unire ai cereali: rosolare il sedano, la carota e la<br />

cipolla e aggiungere <strong>le</strong> carcasse dei crostacei rosolando<strong>le</strong> bene, sfumare<br />

con <strong>del</strong> vino bianco e aggiungere acqua fredda. Dopo 30 minuti filtrare il<br />

brodo ottenuto attraverso un passino fine.<br />

Unire il brodo ai cereali e portare a fine cottura. Poi aggiungere la polpa<br />

dei gamberi spa<strong>del</strong>lata con olio e aglio. Mantecare fuori dalla fiamma<br />

con un pesto <strong>le</strong>ggero <strong>di</strong> olio e basilico emulsionato con un frullatore.<br />

Per la lattuga confit: tagliare finemente la lattuga à la julienne, spa<strong>del</strong>larla<br />

a fuoco dolce con scorza <strong>di</strong> arancia, olio, cipolla tritata, sa<strong>le</strong> e zucchero,<br />

in modo da ottenere un composto a mo’ <strong>di</strong> confettura.<br />

Disporre al centro <strong>del</strong> piatto l’insalatina <strong>di</strong> cereali e gamberi, ultimare<br />

con la confit <strong>di</strong> lattuga, <strong>del</strong>l’aceto balsamico tra<strong>di</strong>ziona<strong>le</strong> a giro e un filo<br />

d’olio extravergine d’oliva.<br />

Suggerimento<br />

Questo piatto è un’ottima insalata fredda oppure può essere gustato con<br />

i gamberi e <strong>le</strong> arance spa<strong>del</strong>late insieme cal<strong>di</strong>.<br />

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Inverno Antipasti, aperitivi, brunch | 117<br />

Involtino <strong>di</strong> pane arrotolato con tacchino<br />

30 minuti + 4 ore<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per il pane<br />

250 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> grano 00<br />

25 g <strong>di</strong> uova<br />

10 g <strong>di</strong> lievito <strong>di</strong> birra<br />

Per il tacchino<br />

300 g <strong>di</strong> petto <strong>di</strong> tacchino<br />

60 g <strong>di</strong> prugne secche<br />

3 cl <strong>di</strong> aceto balsamico<br />

2 cl <strong>di</strong> salsa <strong>di</strong> soia<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Preparare il pane impastando tutti gli ingre<strong>di</strong>enti in un’impastatrice<br />

e<strong>le</strong>ttrica; far riposare per qualche minuto, coperto con <strong>del</strong> nylon per alimenti,<br />

a temperatura ambiente, poi stendere l’impasto con il matterello<br />

allo spessore <strong>di</strong> 3-4 mm. Adagiare in una teglia, forare con l’apposita rotella<br />

o con i rebbi <strong>di</strong> una forchetta e cuocere in forno per pochi minuti a<br />

230° in modo che risulti cotto ma non abbrustolito né secco.<br />

In un frullatore a bocca<strong>le</strong> unire tutti gli ingre<strong>di</strong>enti per la laccatura (il<br />

burro, lo zucchero e il sa<strong>le</strong>) con 10 cl d’acqua, frullare fino a ottenere una<br />

crema ben liscia e versare in un contenitore.<br />

In un vassoio con l’ausilio <strong>di</strong> un pennello da cucina, spennellare o laccare<br />

il petto <strong>di</strong> tacchino tagliato a fette, cuocere in forno a 180° per 5-8<br />

minuti poi far raffreddare e scaloppare.<br />

Preparare <strong>le</strong> verdure: tagliar<strong>le</strong> tutte a listarel<strong>le</strong> sottili e con<strong>di</strong>re con sa<strong>le</strong><br />

e l’olio.<br />

Farcire il pane prima con la carne poi con <strong>le</strong> verdure, arrotolare bene<br />

aiutandosi con un foglio <strong>di</strong> pellicola trasparente, che servirà poi per fermare<br />

il tutto. Mettere in frigorifero e far stabilizzare per 2-4 ore. Tagliare<br />

a ron<strong>del</strong><strong>le</strong> e servire gli involtini con salse tipo maionese al basilico.<br />

Suggerimento<br />

Per la laccatura<br />

10 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

40 g <strong>di</strong> burro<br />

5 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong><br />

Per <strong>le</strong> verdure<br />

50 g <strong>di</strong> cetrioli agrodolci<br />

50 g <strong>di</strong> cipolla rossa<br />

50 g <strong>di</strong> carote<br />

20 g <strong>di</strong> pomodori secchi<br />

In alternativa al tacchino si possono utilizzare tutte <strong>le</strong> carni bianche.<br />

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118 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Pizzette sfogliate<br />

40 minuti<br />

+ 140 minuti per la sfoglia<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per la pasta sfoglia<br />

250 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> grano 00<br />

6 g <strong>di</strong> lievito <strong>di</strong> birra<br />

5 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

5 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong><br />

Per la guarnizione<br />

ingre<strong>di</strong>enti a piacere, per esempio salsa <strong>di</strong> pomodoro o formaggi<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Impastare manualmente o a macchina con 12,5 cl d’acqua tutti gli ingre<strong>di</strong>enti<br />

tranne il sa<strong>le</strong>, che andrà aggiunto quando l’impasto sarà <strong>di</strong>ventato<br />

liscio e omogeneo, alla fine.<br />

Mettere in un contenitore <strong>di</strong> plastica coperto con un telo <strong>di</strong> nylon per<br />

alimenti e far lievitare per 60-90 minuti.<br />

Dopo la lievitazione stendere la pasta <strong>di</strong> una lunghezza che sia pari a tre<br />

volte quella <strong>del</strong>la sfoglia desiderata. Piegare la sfoglia in tre sovrapponendo<br />

i due <strong>le</strong>mbi uno sull’altro a ricoprire la superficie centra<strong>le</strong>. Ruotare<br />

<strong>di</strong> 90 gra<strong>di</strong> la sfoglia così da stenderla nel senso contrario al<strong>le</strong> pieghe<br />

e ripetere l’operazione e ripiegare in tre.<br />

Avvolgere l’impasto con il nylon per alimenti e farlo riposare 40-50 minuti<br />

in frigorifero; poi ripetere l’operazione dando la terza piega a tre e<br />

rimettere in frigorifero.<br />

Quando ben stabilizzato, stendere l’impasto allo spessore <strong>di</strong> 5 mm e coppare<br />

dei <strong>di</strong>schi <strong>di</strong> 10 cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro. Disporli su una teglia e guarnirli a<br />

piacere. Far riposare in frigorifero per 30 minuti, poi cuocere in forno a<br />

200° per 15-20 minuti, fino a comp<strong>le</strong>ta doratura dei bor<strong>di</strong>.<br />

Suggerimento<br />

Per ottenere una buona pasta, è importante farla lievitare almeno due<br />

volte: la prima a massa intera, e poi, realizzate <strong>le</strong> singo<strong>le</strong> pizzette, sulla<br />

placca <strong>di</strong> cottura, ovviamente prima <strong>di</strong> cuocer<strong>le</strong>.<br />

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Inverno Antipasti, aperitivi, brunch | 119<br />

Quiche <strong>di</strong> ricotta, spinaci e spezie<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

300 g <strong>di</strong> pasta sfoglia (ve<strong>di</strong> p. 84)<br />

300 g <strong>di</strong> spinaci freschi puliti<br />

400 g <strong>di</strong> ricotta <strong>di</strong> pecora<br />

4 cucchiai <strong>di</strong> parmigiano<br />

noce moscata<br />

semi <strong>di</strong> finocchio<br />

pepe rosa<br />

zenzero fresco<br />

un uovo intero + un tuorlo<br />

sa<strong>le</strong> e pepe nero<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Preparare una sfoglia nella maniera classica con burro, farina e acqua,<br />

da <strong>di</strong>videre in 2 panetti da stendere.<br />

Foderare una tortiera con <strong>del</strong>la carta forno oppure imburrarla, <strong>di</strong>sporvi<br />

la prima sfoglia, bucherellare la superficie con una forchetta e porre in<br />

frigorifero a riposare.<br />

Per la farcia: cuocere gli spinaci a vapore, scolare l’acqua in eccesso, lasciar<br />

raffreddare, unire la ricotta priva <strong>del</strong> siero, <strong>le</strong> spezie e lo zenzero fresco<br />

tritato, aggiungere il tuorlo d’uovo, il parmigiano grattugiato, pepe<br />

rosa, sa<strong>le</strong> e pepe nero.<br />

Versare il composto nella tortiera, coprire con un altro strato <strong>di</strong> sfoglia stesa<br />

sottilmente, spennellare con un uovo e infornare a 170° per 25 minuti.<br />

Suggerimento<br />

La preparazione <strong>del</strong>la pasta sfoglia usata per questa torta salata richiede<br />

alcuni passaggi, va infatti stesa e ripiegata su se stessa almeno tre volte.<br />

Vo<strong>le</strong>ndo risparmiare tempo, si potrebbe stendere e ripiegare una volta sola.<br />

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120 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Semplicemente… fritto misto<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

100 g <strong>di</strong> gamberi rossi<br />

100 g <strong>di</strong> gamberi bianchi<br />

150 g <strong>di</strong> calamari<br />

150 g <strong>di</strong> seppie<br />

150 g <strong>di</strong> scampetti<br />

150 g <strong>di</strong> coda <strong>di</strong> rospo<br />

100 g <strong>di</strong> merluzzetti<br />

100 g <strong>di</strong> pomodoro fresco<br />

50 g <strong>di</strong> carote<br />

50 g <strong>di</strong> sedano<br />

500 g <strong>di</strong> semolino fine<br />

2 litri <strong>di</strong> olio d’oliva norma<strong>le</strong> o extravergine<br />

prezzemolo<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Pulire bene tutto il pesce; togliere i carapaci dai crostacei, eliminare il<br />

bu<strong>del</strong>lo centra<strong>le</strong> e coprire con un panno umido. Tagliare i calamari e <strong>le</strong><br />

seppie praticandovi un’incisione non profonda a mo’ <strong>di</strong> griglia, in modo<br />

che in cottura si aprano, fi<strong>le</strong>ttare i merluzzi e la coda <strong>di</strong> rospo.<br />

Preparare la salsa: pulire il pomodoro e privarlo <strong>del</strong>la buccia e dei semi,<br />

farne una dadolata molto piccola, stessa cosa con il sedano e la carota, mescolare<br />

il tutto e aggiungere un filo d’olio extravergine, prezzemolo e sa<strong>le</strong>.<br />

Passare il pesce nel semolino e friggere in olio a 170° <strong>di</strong>sponendo nella<br />

pa<strong>del</strong>la prima <strong>le</strong> seppie, a seguire i calamari, il fi<strong>le</strong>ttino <strong>di</strong> merluzzo, la<br />

coda <strong>di</strong> rospo e infine i crostacei. Scolare su carta assorbente e salare.<br />

Servire con la sua salsina a crudo.<br />

“Un gran fritto misto non necessita un grande chef, ma occorre una grande<br />

materia prima.”<br />

Suggerimento<br />

È fondamenta<strong>le</strong> l’utilizzo <strong>di</strong> un buon olio d’oliva, norma<strong>le</strong> o extravergine.<br />

Questi oli hanno un punto <strong>di</strong> fumo più e<strong>le</strong>vato, che permette <strong>di</strong><br />

ottenere una frittura gustosa e salutare, purché il pesce vi sia immerso<br />

quando l’olio ha raggiunto la temperatura giusta, altrimenti avrà una<br />

consistenza poco friabi<strong>le</strong> e risulterà pesante alla <strong>di</strong>gestione.<br />

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Inverno Antipasti, aperitivi, brunch | 121<br />

Torta rustica <strong>di</strong> patate<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per una torta<br />

400 g <strong>di</strong> pasta sfoglia<br />

400 g <strong>di</strong> patate<br />

100 g <strong>di</strong> salame corallina<br />

10 cl <strong>di</strong> latte<br />

semi <strong>di</strong> finocchio<br />

2 uova<br />

400 g <strong>di</strong> scarola<br />

50 g <strong>di</strong> olive nere<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Bollire la scarola e asciugarla scolando il liquido <strong>di</strong> cottura su <strong>di</strong> una griglia<br />

o scolapasta. Bollire <strong>le</strong> patate. Stendere sottilmente la pasta sfoglia<br />

(ve<strong>di</strong> p. 84), metterla in una teglia con sotto un foglio <strong>di</strong> carta forno, bucare<br />

con una forchetta.<br />

Disporre come primo strato la scarola bollita e asciugata, che in questo<br />

modo farà da isolante per il passaggio <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà <strong>del</strong><strong>le</strong> patate, poi <strong>le</strong> patate<br />

bollite miscelate con i restanti ingre<strong>di</strong>enti e il salame. Cuocere in<br />

forno a 170° per 30 minuti.<br />

Servire affettata chiudendo ogni fetta con uno spie<strong>di</strong>no <strong>di</strong> olive.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa alla scarola si può utilizzare <strong>del</strong>la lattuga spa<strong>del</strong>lata con<br />

olio e olive denocciolate, e poi scolata.<br />

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122 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Tortino <strong>di</strong> po<strong>le</strong>nta con funghi porcini<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

200 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> mais per po<strong>le</strong>nta<br />

300 g <strong>di</strong> funghi porcini<br />

300 g <strong>di</strong> carote<br />

timo in rametti<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per il tortino: portare a ebollizione <strong>del</strong>l’acqua con poco sa<strong>le</strong> sufficiente<br />

per 200 grammi <strong>di</strong> farina gialla, con un ramoscello <strong>di</strong> timo, versare la<br />

farina <strong>di</strong> mais a pioggia, cuocere per alcuni minuti, togliere dal fuoco<br />

e mantecare con il timo. In uno stampo versare come base metà <strong>del</strong>la<br />

po<strong>le</strong>nta, aggiungere al centro i funghi, coprire con la restante po<strong>le</strong>nta,<br />

pressando bene con un cucchiaio la parte superiore.<br />

A parte in una pa<strong>del</strong>la dorare con olio i porcini tagliati à la julienne; bollire<br />

<strong>le</strong> carote. Ridurre a purea <strong>le</strong> carote, emulsionar<strong>le</strong> con sa<strong>le</strong>, olio e timo<br />

e formare <strong>del</strong><strong>le</strong> quenel<strong>le</strong> (picco<strong>le</strong> polpette dalla forma oblunga).<br />

Disporre al centro <strong>del</strong> piatto da portata il tortino, ultimare con i porcini<br />

spa<strong>del</strong>lati e <strong>le</strong> quenel<strong>le</strong> <strong>di</strong> carote.<br />

Suggerimento<br />

Utilizziamo l’idea <strong>di</strong> questo tortino anche nella versione con ripieno al<br />

formaggio, per esempio <strong>di</strong> tipo ta<strong>le</strong>ggio, tenuto un po’ in frigorifero e<br />

poi rigenerato in forno a microonde per mantenerlo morbido o in forno<br />

tra<strong>di</strong>ziona<strong>le</strong> a 120°.<br />

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Inverno Antipasti, aperitivi, brunch | 123<br />

Zucca e melanzane dorate<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> picco<strong>le</strong> melanzane ovali<br />

400 g <strong>di</strong> zucca gialla<br />

400 g <strong>di</strong> zucchine<br />

150 g <strong>di</strong> pangrattato<br />

100 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

100 g <strong>di</strong> farina bianca<br />

50 cl <strong>di</strong> latte<br />

3 uova<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Mettere al fuoco <strong>del</strong>l’acqua salata e portarla a bollore. Tagliare a fette<br />

regolari <strong>le</strong> melanzane e tuffar<strong>le</strong> nell’acqua per 2 minuti, scolar<strong>le</strong> e lasciar<strong>le</strong><br />

asciugare.<br />

Togliere la scorza alla zucca e tagliarla a fette, metterla in una casseruola<br />

coprendola <strong>di</strong> latte, salare e fare cuocere per 2 minuti. Tagliare a fette<br />

sottili <strong>le</strong> zucchine per il lungo. Sbattere <strong>le</strong> uova con il parmigiano grattugiato,<br />

salar<strong>le</strong> e passarvi <strong>le</strong> fette <strong>di</strong> melanzane, <strong>di</strong> zucchine e <strong>di</strong> zucca.<br />

Passar<strong>le</strong> poi nel pangrattato e frigger<strong>le</strong> nell’olio fino a doratura, asciugando<strong>le</strong><br />

poi su carta assorbente.<br />

Servire alternando gli ortaggi a mo’ <strong>di</strong> mil<strong>le</strong>foglie.<br />

Suggerimento<br />

Si possono aggiungere <strong>del</strong><strong>le</strong> patate tagliate a <strong>di</strong>schetti con tutta la buccia,<br />

<strong>le</strong>ggermente scottate in acqua bol<strong>le</strong>nte.<br />

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124 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Arancini <strong>di</strong> riso<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

350 g <strong>di</strong> riso Arborio<br />

2 litri <strong>di</strong> brodo vegeta<strong>le</strong><br />

150 g <strong>di</strong> carne trita <strong>di</strong> manzo o maia<strong>le</strong><br />

150 g <strong>di</strong> piselli freschi<br />

2 g <strong>di</strong> zafferano<br />

20 g <strong>di</strong> cipolla bianca<br />

100 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

300 g <strong>di</strong> mozzarella<br />

2 uova intere<br />

pane grattugiato fresco<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per la frittura<br />

olio d’oliva<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Cuocere il riso nella maniera classica: tostarlo in casseruola con olio e cipolla,<br />

unire i piselli cru<strong>di</strong> e irrorare con il brodo bol<strong>le</strong>nte, la cottura deve<br />

essere al dente e impiegherà 15 minuti.<br />

A parte cuocere in una pa<strong>del</strong>la calda con poco olio la carne trita, unirla al<br />

riso in cottura assieme allo zafferano.<br />

A 3-4 minuti dalla cottura, togliere il riso dal fuoco e mantecarlo con olio<br />

e parmigiano.<br />

Lasciar raffreddare, poi formare <strong>del</strong><strong>le</strong> polpette a forma d’uovo, inserendo<br />

all’interno un cubetto <strong>di</strong> mozzarella.<br />

Passare gli arancini nell’uovo sbattuto, poi nel pane grattugiato.<br />

Friggere in olio caldo a 160°.<br />

Suggerimento<br />

Si può utilizzare anche <strong>del</strong> risotto avanzato, a patto che sia stato cucinato<br />

nella maniera classica al dente e non sia parboi<strong>le</strong>d (dato il trattamento<br />

e la bassa percentua<strong>le</strong> <strong>di</strong> ami<strong>di</strong>).<br />

Gli arancini vengono aromatizzati a proprio gusto, secondo gli ingre<strong>di</strong>enti<br />

<strong>del</strong> territorio: ogni regione ha i suoi. A Roma vengono chiamati “supplì”.<br />

Nel resto d’Italia sono noti come “arancini” e i primi a farli sono stati i<br />

milanesi: questa è la versione classica.<br />

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Primavera Antipasti, aperitivi, brunch | 125<br />

Astice in guazzetto con fagioli corallo<br />

e riduzione d’aceto balsamico<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

2 astici da 400 g<br />

200 g <strong>di</strong> pomodori ramati<br />

150 g <strong>di</strong> fagioli corallo<br />

un limone<br />

5 g <strong>di</strong> aglio fresco<br />

2 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> arancia<br />

5 g <strong>di</strong> aneto fresco<br />

100 g <strong>di</strong> finocchi<br />

20 cl <strong>di</strong> aceto balsamico<br />

30 g <strong>di</strong> sciroppo <strong>di</strong> glucosio<br />

ghiaccio<br />

20 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Cuocere i fagioli corallo in poca acqua bol<strong>le</strong>nte con succo <strong>di</strong> limone, in<br />

modo che siano croccanti, raffreddandoli velocemente in acqua e ghiaccio.<br />

Conservare l’acqua <strong>di</strong> cottura.<br />

Scottare i pomodori ramati per alcuni secon<strong>di</strong> in acqua bol<strong>le</strong>nte, raffreddarli<br />

rapidamente, privarli <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> e <strong>del</strong>l’acqua <strong>di</strong> vegetazione<br />

interna, quin<strong>di</strong> separare <strong>le</strong> falde <strong>del</strong> pomodoro, <strong>di</strong>spor<strong>le</strong> in una teglia,<br />

cosparger<strong>le</strong> <strong>di</strong> scorza <strong>di</strong> limone, succo <strong>di</strong> arancia, sa<strong>le</strong> e can<strong>di</strong>re in forno<br />

per alcuni minuti.<br />

Dopo aver inciso l’astice per il senso <strong>del</strong>la lunghezza, cuocerlo in casseruola<br />

con aglio, olio, pomodori e l’acqua <strong>di</strong> cottura dei fagioli corallo per<br />

7 minuti. Fare attenzione che rimanga morbido all’interno, eliminare la<br />

carcassa e pulire <strong>le</strong> che<strong>le</strong>, mettendo da parte la polpa.<br />

Portare a bollore la riduzione d’aceto con lo sciroppo <strong>di</strong> glucosio e il sa<strong>le</strong>.<br />

Raffreddarlo velocemente.<br />

Per la composizione, <strong>di</strong>sporre i fagioli a raggiera su un piatto da portata<br />

alternandoli al<strong>le</strong> falde <strong>di</strong> pomodori can<strong>di</strong>ti, porre al centro i finocchi tagliati<br />

a fette sottili, <strong>di</strong>sporre sopra la polpa <strong>del</strong>l’astice con la chela in alto,<br />

ultimare con <strong>del</strong><strong>le</strong> gocce <strong>di</strong> riduzione d’aceto balsamico e l’aneto fresco.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa all’aceto balsamico si può abbinare <strong>del</strong> mosto d’uva.<br />

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126 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Calamari in sorpresa <strong>di</strong> verdurine<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

8 calamari<br />

2 zucchine<br />

4 pomodori ramati<br />

2 carote<br />

2 cucchiai <strong>di</strong> frutti <strong>di</strong> cappero<br />

3 fette <strong>di</strong> pane in cassetta<br />

4 cucchiai <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

2 cucchiai <strong>di</strong> olive taggiasche denocciolate<br />

uno spicchio d’aglio<br />

ghiaccio<br />

origano<br />

basilico<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Eliminare l’interno dei calamari e preparare la farcia: sminuzzare finemente<br />

il pane con l’aiuto <strong>di</strong> un frullatore e fare a cubetti <strong>le</strong> carote, <strong>le</strong><br />

zucchine e i pomodori tenendoli separati.<br />

Spa<strong>del</strong>lare con olio e aglio prima <strong>le</strong> carote, poi <strong>le</strong> zucchine e infine i pomodori.<br />

A cottura ultimata, unire in una ciotola i frutti <strong>di</strong> cappero, <strong>le</strong><br />

olive e l’origano, poi regolare <strong>di</strong> sapore.<br />

Farcire i calamari con l’aiuto <strong>di</strong> una sacca, chiudere con uno stuzzicadenti,<br />

inciderli <strong>le</strong>ggermente dalla parte esterna in modo che in cottura<br />

prendano una forma a tartaruga. Dorarli in pa<strong>del</strong>la con olio, tamponarli<br />

<strong>le</strong>ggermente con <strong>del</strong>la carta assorbente e tagliarli a fettine sottili.<br />

A parte frullare il basilico con olio e ghiaccio per decorare i calamari con<br />

questa emulsione a freddo.<br />

Suggerimento<br />

Prestare attenzione a non cuocere troppo i calamari, specialmente se<br />

sono freschi: altrimenti avranno una consistenza elastica.<br />

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Primavera Antipasti, aperitivi, brunch | 127<br />

Caponata <strong>di</strong> verdure<br />

con pesto <strong>le</strong>ggero al basilico<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> melanzane<br />

400 g <strong>di</strong> zucchine<br />

300 g <strong>di</strong> pomodori ramati<br />

100 g <strong>di</strong> peperoni rossi<br />

50 g <strong>di</strong> cipolla<br />

1 cl <strong>di</strong> aceto bianco<br />

10 g <strong>di</strong> capperi<br />

40 cl <strong>di</strong> latte<br />

olio extravergine d’oliva<br />

zucchero<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per il pesto <strong>le</strong>ggero<br />

100 g <strong>di</strong> basilico<br />

olio extravergine d’oliva<br />

ghiaccio<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare a cubetti <strong>le</strong> melanzane e immerger<strong>le</strong> nel latte per eliminare l’amaro,<br />

scolar<strong>le</strong>, asciugar<strong>le</strong> e frigger<strong>le</strong>.<br />

A parte, in casseruola dorare con l’olio la cipolla e i capperi; unire <strong>le</strong> zucchine<br />

e i peperoni a cubetti, dorare e bagnare con aceto. Lasciarlo evaporare,<br />

regolare <strong>di</strong> sapore e, a fine cottura, unire <strong>le</strong> melanzane.<br />

Pestare tutti gli ingre<strong>di</strong>enti per il pesto <strong>le</strong>ggero, in alternativa frullarli<br />

al minipimer.<br />

Disporre al centro <strong>del</strong> piatto la caponata aiutandosi con un cerchietto <strong>di</strong><br />

acciaio inox per dare una forma circolare. Ultimare con un giro <strong>di</strong> pesto<br />

<strong>le</strong>ggero come salsa d’accompagnamento.<br />

Suggerimento<br />

Per eliminare comp<strong>le</strong>tamente l’aci<strong>di</strong>tà al<strong>le</strong> melanzane si possono tagliare<br />

a fette gran<strong>di</strong> e lasciare pressate con <strong>del</strong> sa<strong>le</strong> in uno scolapasta,<br />

nella maniera classica.<br />

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128 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Carpaccio <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> tonno<br />

marinato agli agrumi<br />

40 minuti<br />

+ 1-2 ore per la marinatura<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

300 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> tonno rosso<br />

Per la marinata<br />

8 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> arancia<br />

4 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

2 g <strong>di</strong> scorza <strong>di</strong> arancia<br />

20 g <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ce agrodolce <strong>di</strong> zenzero<br />

3 g <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> coriandolo<br />

40 g <strong>di</strong> zucchero <strong>di</strong> canna grezzo<br />

2 g <strong>di</strong> pepe<br />

6 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Preparare il fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> tonno pareggiandone i bor<strong>di</strong> e dandogli una forma<br />

circolare, metterlo in un vassoio con la carta da forno e farlo <strong>le</strong>ggermente<br />

indurire in congelatore per 10-15 minuti, così da facilitarne il taglio in<br />

un secondo momento. Con l’aiuto <strong>di</strong> un coltello a lama larga, liscia e ben<br />

affilata tagliare il tonno in fette molto sottili.<br />

Sul fondo <strong>di</strong> un vassoio <strong>di</strong>sporre la metà <strong>di</strong> ognuno degli ingre<strong>di</strong>enti <strong>del</strong>la<br />

marinatura e adagiarvi <strong>le</strong> fette <strong>di</strong> tonno sopra. Infine <strong>di</strong>stribuire in<br />

maniera omogenea sulla superficie <strong>del</strong> tonno il rimanente zenzero in<br />

agrodolce, la scorza <strong>di</strong> arancia grattugiata grossolanamente e tutti gli<br />

altri ingre<strong>di</strong>enti. Coprire con la pellicola e lasciare marinare per 1-2 ore.<br />

Adagiare il pesce marinato in un piatto, guarnire con gli spicchi <strong>di</strong> arancia<br />

e la menta in foglie. Lucidare con l’olio extravergine d’oliva.<br />

Suggerimento<br />

Per la guarnizione<br />

50 g <strong>di</strong> menta in foglie<br />

100 g <strong>di</strong> spicchi <strong>di</strong> arancia tagliati al vivo<br />

50 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

Conviene porre tutti i tipi <strong>di</strong> pesce azzurro in freezer per <strong>di</strong>verse ore prima<br />

<strong>di</strong> utilizzarli: in questo modo si eliminano <strong>di</strong>versi batteri.<br />

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Primavera Antipasti, aperitivi, brunch | 129<br />

Carpaccio <strong>di</strong> zucchine, melanzane,<br />

scamorza e pomodoro fresco<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per il carpaccio<br />

300 g <strong>di</strong> zucchine<br />

300 g <strong>di</strong> melanzane<br />

200 g <strong>di</strong> formaggio scamorza affumicata<br />

10 g <strong>di</strong> basilico<br />

Per i pomodori concassé<br />

200 g <strong>di</strong> pomodori ramati<br />

Per la guarnizione<br />

10 g <strong>di</strong> buccia <strong>di</strong> melanzana fritta<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per il carpaccio, lavare <strong>le</strong> zucchine, <strong>le</strong> melanzane e tagliar<strong>le</strong> quin<strong>di</strong> a ron<strong>del</strong><strong>le</strong><br />

molto sottili con l’aiuto <strong>di</strong> una mandolina, possibilmente in ceramica<br />

per poter preservare il colore originario <strong>del</strong><strong>le</strong> verdure.<br />

Sminuzzare la scamorza con l’utilizzo <strong>di</strong> una grattugia a grani larghi.<br />

Per la citronette frullare l’olio extravergine d’oliva, l’olio al basilico, il succo<br />

<strong>di</strong> limone, il sedano, il timo e il sa<strong>le</strong>.<br />

Mettere a marinare <strong>le</strong> verdure con la citronette appena fatta, aromatizzando<br />

la marinatura con <strong>del</strong><strong>le</strong> foglie <strong>di</strong> timo fresco, eventualmente anche<br />

timo aromatizzato come quello limonato.<br />

Per i pomodori concassé: lavare i pomodori, sbol<strong>le</strong>ntarli in acqua bol<strong>le</strong>nte<br />

salata per 10 secon<strong>di</strong> e raffreddarli in acqua e ghiaccio. Pelarli, tagliarli a<br />

spicchi, eliminare i semi, fare a cubetti la polpa e con<strong>di</strong>re con la citronette.<br />

Infine con<strong>di</strong>re <strong>le</strong> verdure e sistemar<strong>le</strong> sui piatti alternando<strong>le</strong> e accavallando<strong>le</strong><br />

a corona; <strong>di</strong>sporre al centro la scamorza e sopra la concassé <strong>di</strong><br />

pomodori. Passare i piatti in forno caldo per circa 2 minuti, con<strong>di</strong>re con<br />

un filo <strong>di</strong> citronette e guarnire con la buccia <strong>di</strong> melanzana fritta.<br />

Suggerimento<br />

Per la citronette<br />

4 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

20 g <strong>di</strong> scalogno rosso<br />

4 g <strong>di</strong> sedano verde<br />

timo<br />

60 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

40 g <strong>di</strong> olio d’oliva al basilico<br />

4 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong><br />

Questa ricetta è idea<strong>le</strong> per gustare <strong>le</strong> verdure croccanti, cotte appena per<br />

preservarne <strong>le</strong> caratteristiche organo<strong>le</strong>ttiche. È un antipasto che può essere<br />

preparato in anticipo e servito all’ultimo minuto.<br />

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130 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Primavera<br />

Carpaccio in pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> pomodori can<strong>di</strong>ti<br />

e pesce spada all’agretto <strong>di</strong> lamponi<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 grammi <strong>di</strong> pesce spada<br />

150 grammi <strong>di</strong> insalatina da taglio<br />

300 g <strong>di</strong> pomodori ramati<br />

150 g <strong>di</strong> frago<strong>le</strong><br />

agretto <strong>di</strong> lamponi<br />

aneto<br />

buccia <strong>di</strong> arancia<br />

buccia <strong>di</strong> limone<br />

ghiaccio<br />

mezzo bicchiere <strong>di</strong> olio extravergine oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare lo spada a fettine sottili, metterlo tra due fogli <strong>di</strong> pellicola e batterlo,<br />

poi marinarlo nell’emulsione <strong>di</strong> olio, sa<strong>le</strong> e agretto <strong>di</strong> lamponi. Adagiare<br />

sul<strong>le</strong> fettine <strong>di</strong> pesce un mazzetto <strong>di</strong> insalatina e avvolgere <strong>le</strong> fette<br />

con l’aiuto <strong>del</strong>la pellicola. Lasciar riposare in frigo per alcuni minuti.<br />

Lavare i pomodori, sbol<strong>le</strong>ntarli in acqua salata per 10 secon<strong>di</strong> e raffreddarli<br />

in acqua e ghiaccio. Pelarli, tagliarli a spicchi, eliminare i semi,<br />

stenderli su <strong>di</strong> una teglia con carta da forno, con<strong>di</strong>rli con olio, sa<strong>le</strong> e buccia<br />

<strong>di</strong> arancia e <strong>di</strong> limone e farli can<strong>di</strong>re in forno per 25 minuti a 140°.<br />

Tagliare <strong>le</strong> frago<strong>le</strong> a fettine sottili con un coltellino affilato prendendo 2<br />

stuzzicadenti affiancati come misura base <strong>di</strong> spessore, adagiar<strong>le</strong> sul fondo<br />

<strong>del</strong> piatto, <strong>di</strong>sporre al centro il carpaccio in pie<strong>di</strong>, contornare con l’emulsione<br />

<strong>di</strong> agretto ai lamponi e l’aneto e <strong>le</strong> “foglie” <strong>di</strong> pomodoro can<strong>di</strong>te.<br />

Suggerimento<br />

Per ottenere un agretto <strong>di</strong> lamponi, possiamo lasciare i lamponi freschi<br />

o surgelati in infusione per alcune ore in frigorifero con aceto bianco e<br />

filtrarli al colino, oppure emulsionare il composto al frullatore.<br />

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Primavera Antipasti, aperitivi, brunch | 131<br />

Composta <strong>di</strong> verdure<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> zucchine<br />

400 g <strong>di</strong> melanzane<br />

400 g <strong>di</strong> zucca<br />

300 g <strong>di</strong> carote<br />

300 g <strong>di</strong> piselli<br />

600 g <strong>di</strong> broccoli ver<strong>di</strong><br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Pelare <strong>le</strong> melanzane, tagliar<strong>le</strong> a ron<strong>del</strong><strong>le</strong> e grigliar<strong>le</strong>. Tagliare a listarel<strong>le</strong><br />

<strong>le</strong> zucchine e a fette spesse circa mezzo centimetro la zucca. Con<strong>di</strong>re <strong>le</strong>ggermente<br />

con olio, sa<strong>le</strong> e grigliare.<br />

Dopo aver spa<strong>del</strong>lato accuratamente i broccoli, frullarli finché <strong>di</strong>verranno<br />

una crema.<br />

Cuocere i piselli e <strong>le</strong> carote a parte, e ridurli in crema separatamente.<br />

Disporre a strati alternando <strong>le</strong> tre verdure fino a esaurir<strong>le</strong>. Nella composizione<br />

<strong>del</strong> piatto alternare <strong>le</strong> creme <strong>di</strong> broccoli, <strong>di</strong> piselli e <strong>di</strong> carote e<br />

spalmare sopra la crema <strong>di</strong> broccoli.<br />

Per rifinire la composizione mettere <strong>le</strong> verdure essiccate, che conferiranno<br />

l’e<strong>le</strong>mento croccante al piatto.<br />

Suggerimento<br />

Per <strong>di</strong>sidratare <strong>le</strong> verdure posizionar<strong>le</strong> tagliate sottili su un foglio <strong>di</strong> carta<br />

forno nel forno a microonde. Il tempo <strong>di</strong> cottura è me<strong>di</strong>amente un<br />

minuto circa a massima temperatura; in alternativa metter<strong>le</strong> in forno a<br />

100° per alcune ore.<br />

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132 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> tonno con gamberi<br />

e maionese <strong>di</strong> pomodoro<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per il tonno steccato<br />

600 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> tonno<br />

200 g <strong>di</strong> mazzancol<strong>le</strong> intere<br />

3 cl <strong>di</strong> Martini dry<br />

2 g <strong>di</strong> buccia <strong>di</strong> arancia<br />

1 g <strong>di</strong> pepe <strong>di</strong> Sechuan<br />

5 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

2 g <strong>di</strong> timo<br />

60 g <strong>di</strong> olio d’oliva extravergine<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per la maionese <strong>di</strong> pomodoro<br />

350 g <strong>di</strong> pomodori maturi<br />

1 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

un tuorlo d’uovo<br />

150 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per la guarnizione<br />

150 g <strong>di</strong> melanzane viola baby<br />

2 g <strong>di</strong> aneto<br />

Primavera<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Sgusciare <strong>le</strong> mazzancol<strong>le</strong> (che dovranno essere freschissime) lasciando il<br />

co<strong>di</strong>no attaccato; con<strong>di</strong>r<strong>le</strong> con il sa<strong>le</strong>, il pepe <strong>di</strong> Sechuan, la buccia <strong>di</strong> arancia<br />

grattugiata, il Martini dry e il succo <strong>di</strong> limone. Lasciare marinare per<br />

30 minuti, quin<strong>di</strong> scolar<strong>le</strong> e stender<strong>le</strong> una accanto all’altra su una teglia<br />

con la carta da forno. Por<strong>le</strong> in freezer per alcuni minuti perché congelino.<br />

Tagliare il fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> tonno in 4 piccoli tranci da 150 grammi l’uno, salarli,<br />

peparli e insaporirli con il timo; formare un’incisione con un coltellino e<br />

infilarvi dentro una mazzancolla congelata; <strong>le</strong>gare saldamente con uno<br />

spago e rosolare in pa<strong>del</strong>la antiaderente con olio d’oliva extravergine;<br />

rigirarlo su tutti i lati in modo da ottenere una cottura uniforme che non<br />

dovrà superare il centimetro e mezzo <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà.<br />

Per la maionese: pelare i pomodori e ricavarne <strong>del</strong><strong>le</strong> fal<strong>di</strong>ne senza semi,<br />

frullar<strong>le</strong>. In un recipiente a parte unire il tuorlo al succo <strong>di</strong> limone caldo<br />

miscelato con il sa<strong>le</strong> e versato a filo, mescolare energicamente, e ultimare<br />

aggiungendo l’olio a filo e infine i pomodori emulsionati.<br />

Raccogliere l’emulsione così ottenuta in una ciotola e lasciarla riposare per<br />

qualche minuto in frigorifero, si formerà da sola una sorta <strong>di</strong> maionese.<br />

Per la composizione fina<strong>le</strong> <strong>del</strong> piatto, s<strong>le</strong>gare il tonno, tagliare ogni trancio<br />

a metà, mettendo in risalto la mazzancolla; servire accompagnando con<br />

la maionese <strong>di</strong> pomodoro, la melanzana baby fritta e un ciuffo <strong>di</strong> aneto.<br />

Suggerimento<br />

Per la ricetta base <strong>del</strong>la maionese, ve<strong>di</strong> p. 94; per un gusto <strong>del</strong>icato utilizzare<br />

olio <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> ottima qualità altrimenti olio extravergine d’oliva<br />

come in questo caso.<br />

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Primavera Antipasti, aperitivi, brunch | 133<br />

Fiori <strong>di</strong> zucca farciti con ricotta,<br />

menta e olive nere<br />

20 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

4 mazzi <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> zucca<br />

300 g <strong>di</strong> ricotta <strong>di</strong> pecora<br />

menta fresca per guarnire<br />

100 g <strong>di</strong> olive nere taggiasche<br />

150 g <strong>di</strong> pomodori ciliegina<br />

4 cucchiai <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Farcire i fiori <strong>di</strong> zucca cru<strong>di</strong> con ricotta, olive e menta, cuocere a vapore<br />

nel cestello in bambù.<br />

A parte dorare in pa<strong>del</strong>la i pomodori ciliegina tagliati in quattro con olio<br />

e olive nere denocciolate.<br />

A fine cottura dei fiori <strong>di</strong> zucca, <strong>di</strong>sporli sui pomodorini spa<strong>del</strong>lati e<br />

guarnire con menta fresca.<br />

Suggerimento<br />

Invece <strong>di</strong> cuocere a vapore i fiori <strong>di</strong> zucca farciti, si possono dorare in una<br />

pa<strong>del</strong>la ben calda con poco olio.<br />

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134 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Gamberi croccanti<br />

con pomodorini can<strong>di</strong>ti<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

12 gamberi rossi<br />

2 finocchi<br />

2 arance<br />

2 spicchi d’aglio<br />

250 g <strong>di</strong> prugne denocciolate<br />

100 g <strong>di</strong> pomodorini ciliegina<br />

20 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

timo<br />

erba cipollina<br />

zucchero<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Pulire i gamberi, eliminando la testa e il bu<strong>del</strong>lo sul dorso e lasciando la<br />

coda; metterli da parte.<br />

Tagliare finemente i finocchi e spa<strong>del</strong>larli velocemente in un tegame<br />

caldo con olio e aglio. Toglierli dal fuoco e in un altro recipiente unire i<br />

pomodorini, il succo e <strong>le</strong> scorze <strong>del</strong><strong>le</strong> arance, sa<strong>le</strong> e zucchero, e lasciare<br />

can<strong>di</strong>re in pa<strong>del</strong>la.<br />

In un’altra pa<strong>del</strong>la dorare <strong>le</strong> code dei gamberi un minuto per lato con<br />

olio, aglio e <strong>le</strong> prugne denocciolate.<br />

Disporre <strong>le</strong> code dei gamberi su un <strong>le</strong>tto <strong>di</strong> finocchi, guarnire con i pomodorini<br />

can<strong>di</strong>ti, <strong>le</strong> prugne e la barba <strong>di</strong> finocchio.<br />

Suggerimento<br />

Alla composizione <strong>del</strong> piatto fina<strong>le</strong> si possono unire anche <strong>le</strong> arance pulite<br />

a vivo.<br />

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Primavera Antipasti, aperitivi, brunch | 135<br />

Insalata <strong>di</strong> asparagi e uova<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

2 mazzi <strong>di</strong> asparagi<br />

300 g <strong>di</strong> agretti<br />

200 g <strong>di</strong> ravanelli<br />

200 g <strong>di</strong> insalata lollo<br />

250 g <strong>di</strong> sedano<br />

200 g <strong>di</strong> pomodori ciliegina<br />

2 limoni<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Cuocere separatamente gli agretti e gli asparagi in acqua bol<strong>le</strong>nte con<br />

poco succo <strong>di</strong> limone in modo da preservarne il colore. Raffreddarli in<br />

acqua corrente o in acqua e ghiaccio.<br />

Comporre l’insalata in un piatto alternando tutti gli ingre<strong>di</strong>enti (sedano,<br />

pomodori, lollo) e ultimare con i ravanelli tagliati a <strong>di</strong>schetti.<br />

Cospargere con un’emulsione <strong>di</strong> olio, sa<strong>le</strong> e succo <strong>di</strong> limone.<br />

Suggerimento<br />

Per ottenere un’emulsione a freddo i cui ingre<strong>di</strong>enti siano ben <strong>le</strong>gati tra<br />

loro, unire il sa<strong>le</strong> ed emulsionare con una frusta o frullatore a immersione.<br />

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136 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Primavera<br />

Insalatine novel<strong>le</strong> con fave e pecorino<br />

ai profumi <strong>di</strong> vino aromatico<br />

30 minuti<br />

+ 12 ore per l’infusione<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

2 cespi <strong>di</strong> insalata lollo<br />

200 g <strong>di</strong> insalata va<strong>le</strong>riana<br />

200 g <strong>di</strong> insalatina da taglio<br />

2 finocchi<br />

150 g <strong>di</strong> puntarel<strong>le</strong><br />

3 carote gran<strong>di</strong><br />

500 g <strong>di</strong> fave<br />

300 g <strong>di</strong> pecorino<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Mondare e lavare tutte <strong>le</strong> insalate, pulire <strong>le</strong> fave dalla buccia. Tagliare a<br />

fettuccine con un pelapatate, i finocchi e il pecorino. Lasciare in acqua e<br />

ghiaccio in modo da renderli croccanti.<br />

Emulsionare gli ingre<strong>di</strong>enti per il con<strong>di</strong>mento in un contenitore cilindrico<br />

con un frullatore a immersione. Mettere a parte.<br />

Lasciare in infusione il vino aromatico con la scorza <strong>di</strong> limone e il timo<br />

in frigorifero per almeno 12 ore, filtrare e versare in un nebulizzatore. In<br />

questo modo preserveremo intatta soltanto l’essenza, senza intaccare il<br />

sapore predominante <strong>del</strong>l’insalata.<br />

Con l’aiuto <strong>di</strong> un cerchietto d’acciaio inox comporre l’insalata al centro<br />

<strong>del</strong> piatto; partire dall’esterno con <strong>le</strong> carote, poi con l’insalata, concludere<br />

con <strong>le</strong> fave intorno e il pecorino sopra.<br />

Nebulizzare con il liquido aromatico.<br />

Suggerimento<br />

Per il con<strong>di</strong>mento<br />

aneto<br />

pepe nero al mulinello<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per il vino aromatico<br />

vino bianco aromatico Traminer<br />

scorza <strong>di</strong> limone<br />

timo fresco<br />

Per nebulizzare si intende mettere il liquido in un contenitore apposito<br />

munito <strong>di</strong> spruzzo spray, in questo modo si <strong>di</strong>ffonde il con<strong>di</strong>mento in<br />

maniera uniforme.<br />

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Primavera Antipasti, aperitivi, brunch | 137<br />

Melanzane farcite con bufala<br />

e pomodorini<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

4 melanzane<br />

350 g <strong>di</strong> mozzarella <strong>di</strong> bufala<br />

250 g <strong>di</strong> pomodori ciliegina<br />

35 cl <strong>di</strong> latte<br />

basilico<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Pelare <strong>le</strong> melanzane e tagliar<strong>le</strong> a metà per il senso <strong>del</strong>la lunghezza. Privar<strong>le</strong><br />

<strong>di</strong> una piccola parte interna <strong>del</strong>la polpa.<br />

Riservare nel latte <strong>le</strong> melanzane tagliate a metà per 15 minuti, asciugare<br />

il liquido in eccesso e por<strong>le</strong> in una piccola casseruola con olio.<br />

Dorare solo la parte interna <strong>del</strong><strong>le</strong> melanzane, posizionar<strong>le</strong> sul tagliere e<br />

farcire con i pomodori tagliati sottili a mo’ <strong>di</strong> carpaccio e la mozzarella<br />

tagliata a da<strong>di</strong>ni.<br />

Far<strong>le</strong> riposare nella casseruola calda, per favorire la fusione <strong>del</strong> formaggio<br />

e servire calde.<br />

Suggerimento<br />

Salare <strong>le</strong>ggermente <strong>le</strong> melanzane prima <strong>di</strong> ripor<strong>le</strong> nel latte per far scaricare<br />

il sapore amaro.<br />

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138 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Merluzzo fresco ai fagiolini<br />

con concentrato <strong>di</strong> prezzemolo<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

4 tranci <strong>di</strong> merluzzo da 200 g l’uno<br />

400 g <strong>di</strong> fagiolini<br />

100 g d’olio d’oliva<br />

centrifuga <strong>di</strong> prezzemolo<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Cuocere in pa<strong>del</strong>la il merluzzo con poco olio.<br />

Scottare in acqua bol<strong>le</strong>nte i fagiolini. Raffreddarli in acqua e ghiaccio per<br />

bloccare la cottura e preservarne il colore. Saltarli in pa<strong>del</strong>la, aggiustare<br />

<strong>di</strong> sapi<strong>di</strong>tà. Emulsionare il prezzemolo centrifugato con l’olio.<br />

Disporre nei piatti, con<strong>di</strong>re con l’emulsione.<br />

Suggerimento<br />

Per ottenere il centrifugato <strong>di</strong> prezzemolo, basta inserirlo nella macchina<br />

per centrifughe, oppure si può frullare con ghiaccio e passare al colino.<br />

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Primavera Antipasti, aperitivi, brunch | 139<br />

Peperoni baby con calamari e menta<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

12 peperoni baby<br />

5 calamari<br />

3 carote<br />

menta fresca<br />

uno spicchio d’aglio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Cuocere per un minuto i peperoni baby in casseruola ricoprendola<br />

con <strong>del</strong>la carta da forno bagnata, in modo da creare una piccola camera<br />

<strong>di</strong> vapore.<br />

A parte preparare il ripieno con i calamari e <strong>le</strong> carote tagliate à la brunoise,<br />

cioè a da<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> 2 mm <strong>di</strong> lato; spa<strong>del</strong>lare con olio e aglio in pa<strong>del</strong>la,<br />

e salare.<br />

Tagliare per il senso <strong>del</strong>la lunghezza i peperoni e farcirli con il composto<br />

ottenuto. Ultimare la cottura in forno a 160°, per 10 minuti.<br />

Servire su un <strong>le</strong>tto <strong>di</strong> carote tagliate a filamenti con il pelapatate e ultimare<br />

con la menta fresca.<br />

Suggerimento<br />

Spa<strong>del</strong>lando velocemente <strong>le</strong> carote non ne verranno alterati il gusto e <strong>le</strong><br />

proprietà organo<strong>le</strong>ttiche e cromatiche.<br />

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140 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Polpo croccante con frisella<br />

al basilico e pomodoro<br />

2 ore<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per il polpo<br />

400 g <strong>di</strong> polpo<br />

100 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> semola<br />

timo<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Per la frisella<br />

4 frisel<strong>le</strong> <strong>di</strong> pane<br />

300 g <strong>di</strong> pomodori San Marzano<br />

50 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

30 g <strong>di</strong> cipollotto<br />

basilico<br />

scorza <strong>di</strong> arancia<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Cuocere il polpo in acqua per 30 minuti, spegnere la fiamma e lasciare<br />

a riposare nell’acqua <strong>del</strong>la pentola sotto un coperchio. Quando si sarà<br />

raffreddato, tagliarlo a pezzetti.<br />

Passarlo in olio e timo, poi nella farina <strong>di</strong> semola, quin<strong>di</strong> friggerlo in<br />

olio d’oliva.<br />

Per con<strong>di</strong>re la frisella tagliare il cipollotto e farlo soffriggere per qualche<br />

minuto con la scorza <strong>del</strong>l’arancia. Toglierlo dal fuoco e lasciarlo<br />

raffreddare, poi aggiungere il pomodoro tagliato a cubetti, il basilico,<br />

olio e sa<strong>le</strong>. Mettere sul piatto la frisella, <strong>di</strong>sporvi sopra il pomodoro e<br />

poi il polpo. Servire caldo o freddo.<br />

Suggerimento<br />

Per ammorbi<strong>di</strong>re il polpo, una volta cotto, è bene mettere nella pentola<br />

<strong>di</strong> cottura <strong>del</strong> succo <strong>di</strong> limone e lasciarlo riposare nella sua acqua <strong>di</strong> cottura,<br />

cosicché la temperatura scenda <strong>le</strong>ntamente.<br />

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Primavera Antipasti, aperitivi, brunch | 141<br />

Purè <strong>di</strong> carote<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

600 g <strong>di</strong> carote<br />

30 g <strong>di</strong> zucchero<br />

60 g <strong>di</strong> burro<br />

50 g <strong>di</strong> timo<br />

10 g <strong>di</strong> cerfoglio<br />

sa<strong>le</strong> e pepe<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Mondare <strong>le</strong> carote, tagliar<strong>le</strong> a ron<strong>del</strong><strong>le</strong>, <strong>di</strong>spor<strong>le</strong> in una teglia con il timo,<br />

cuocer<strong>le</strong> a vapore nel forno per 20 minuti, quin<strong>di</strong> passar<strong>le</strong> nel frullatore<br />

a immersione.<br />

Versare la purea così ottenuta in una casseruola con burro e zucchero,<br />

mantecare a fuoco dolce aggiustando <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> e pepe, togliere dal fuoco<br />

e formare <strong>del</strong><strong>le</strong> quenel<strong>le</strong> da servire su un piatto da portata decorando<br />

con cerfoglio.<br />

Suggerimento<br />

Si può aggiungere a questo purè <strong>del</strong> formaggio e <strong>del</strong> latte per renderlo<br />

più vellutato.<br />

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142 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Zucchine farcite con ragoût<br />

<strong>di</strong> mazzancol<strong>le</strong> e olive nere<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

4 zucchine<br />

300 g <strong>di</strong> mazzancol<strong>le</strong><br />

150 g <strong>di</strong> olive nere<br />

250 g <strong>di</strong> ricotta <strong>di</strong> pecora<br />

uno spicchio d’aglio<br />

timo fresco<br />

zafferano<br />

brodo <strong>di</strong> pesce<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Bollire <strong>le</strong> zucchine intere per un minuto, scolar<strong>le</strong>, tagliar<strong>le</strong> a metà per il<br />

lungo e metter<strong>le</strong> da parte.<br />

Pulire <strong>le</strong> mazzancol<strong>le</strong> privando<strong>le</strong> <strong>del</strong><strong>le</strong> carcasse e <strong>del</strong> filamento interno,<br />

tritar<strong>le</strong> a ragoût. Tagliare à la brunoise (cioè a da<strong>di</strong>ni piccolissimi) <strong>le</strong> olive.<br />

Spa<strong>del</strong>lare insieme mazzancol<strong>le</strong> e olive con olio e aglio schiacciato,<br />

poi eliminare l’aglio e versare in una ciotolina <strong>di</strong> vetro. Unire ricotta e<br />

timo e amalgamare. Riempire <strong>le</strong> zucchine con il composto ottenuto.<br />

In un recipiente sul fuoco ridurre il brodo <strong>di</strong> pesce, aggiungere lo zafferano<br />

e miscelare energicamente con una frusta, in modo da ottenere una<br />

salsa voluminosa simi<strong>le</strong> allo zabaione. Versare lo zabaione su un grande<br />

piatto fondo e <strong>di</strong>sporvi sopra <strong>le</strong> zucchine.<br />

Suggerimento<br />

Utilizzare <strong>le</strong> carcasse e soprattutto <strong>le</strong> teste <strong>del</strong><strong>le</strong> mazzancol<strong>le</strong> per fare il<br />

brodo <strong>di</strong> pesce ristretto.<br />

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Estate Antipasti, aperitivi, brunch | 143<br />

Alici e provola<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> alici pulite fresche<br />

350 g <strong>di</strong> provola<br />

un mazzo <strong>di</strong> basilico<br />

400 g <strong>di</strong> brocco<strong>le</strong>tti<br />

uno spicchio d’aglio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare la provola a fettine sottili con tutta la buccia, spinare <strong>le</strong> alici.<br />

In una teglia da forno con i bor<strong>di</strong> alti sistemare 3 alici affiancando<strong>le</strong>, sovrapporre<br />

una fettina <strong>di</strong> provola e uno strato <strong>di</strong> foglie <strong>di</strong> basilico, continuare<br />

ancora con <strong>le</strong> alici, la provola, il basilico.<br />

Terminare con <strong>le</strong> alici avendo cura <strong>di</strong> mettere l’ultimo strato con la parte<br />

argentata verso l’alto.<br />

Infornare a 190° per circa 12-15 minuti e servire accompagnando con brocco<strong>le</strong>tti<br />

cotti per pochi minuti in acqua bol<strong>le</strong>nte e poi passati in pa<strong>del</strong>la<br />

con olio e aglio intero.<br />

Suggerimento<br />

Non cuocere eccessivamente il pesce azzurro in forno, proprio per preservarne<br />

la consistenza e i profumi; accompagnare con olio emulsionato<br />

al basilico fresco.<br />

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144 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Insalatina <strong>di</strong> anatra e albicocche<br />

30 minuti<br />

+ 12 ore per la marinatura<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

2 petti d’anatra<br />

12 albicocche secche<br />

200 g <strong>di</strong> fave sgusciate<br />

rosmarino<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong> grosso<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Estate<br />

Pulire il petto d’anatra, cospargerlo dalla parte <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> (eliminata solo<br />

in parte in modo che possa sciogliersi durante la cottura) <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> grosso<br />

aromatizzato con il rosmarino sminuzzato con il cutter (ve<strong>di</strong> p. 97) e lasciare<br />

in frigo per 12 ore.<br />

Privare <strong>del</strong> sa<strong>le</strong> <strong>di</strong> marinatura, dorare in pa<strong>del</strong>la antiaderente il petto<br />

d’anatra da ambo i lati, senza aggiungere olio in cottura.<br />

Lasciare riposare la carne nella pa<strong>del</strong>la <strong>di</strong> cottura, intanto far saltare in<br />

un tegame caldo con olio <strong>le</strong> favette prive <strong>del</strong>la seconda pel<strong>le</strong>. Dopo qualche<br />

secondo unire <strong>le</strong> albicocche secche incise, private <strong>del</strong> nocciolo e infilzate<br />

su <strong>di</strong> uno spie<strong>di</strong>no, ottenuto dal gambo <strong>del</strong> rosmarino.<br />

Servire se possibi<strong>le</strong> su <strong>di</strong> un piatto quadrato bianco l’anatra scaloppata<br />

(cioè tagliata a fette sottilissime), <strong>le</strong> fave (in parte intere, in parte frullate<br />

al minipimer in precedenza), lo spie<strong>di</strong>no <strong>di</strong> albicocche.<br />

Suggerimento<br />

Con questo piatto estivo si rende stabi<strong>le</strong> la dolcezza <strong>del</strong><strong>le</strong> albicocche.<br />

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Estate Antipasti, aperitivi, brunch | 145<br />

Involtini <strong>di</strong> prosciutto e melone<br />

cotti in pa<strong>del</strong>la<br />

15 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

2 meloni estivi<br />

400 g <strong>di</strong> prosciutto crudo a fette<br />

salvia fresca<br />

3 cucchiai <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

aceto balsamico <strong>di</strong> Modena<br />

2 cucchiai <strong>di</strong> mie<strong>le</strong><br />

400 g <strong>di</strong> insalata riccia<br />

400 g <strong>di</strong> in<strong>di</strong>via belga<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare il melone a fette, <strong>di</strong>sporne un trancio per ogni fettina <strong>di</strong> prosciutto<br />

con un po’ <strong>di</strong> salvia, avvolgere a mo’ <strong>di</strong> involtino e dorare in una<br />

pa<strong>del</strong>la antiaderente.<br />

A parte preparare una riduzione <strong>di</strong> aceto balsamico e mie<strong>le</strong>, da usare<br />

come accompagnamento.<br />

Servire l’antipasto su un <strong>le</strong>tto <strong>di</strong> insalate tagliate à la julienne, con un<br />

filo <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva.<br />

Suggerimento<br />

Utilizzare una pa<strong>del</strong>la ben calda per dorare gli involtini <strong>di</strong> prosciutto e<br />

melone, così che il prosciutto <strong>di</strong>venti croccante all’esterno mentre il melone<br />

all’interno resterà morbido.<br />

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146 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Spie<strong>di</strong>no <strong>di</strong> pia<strong>di</strong>na<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per la pia<strong>di</strong>na<br />

250 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> grano 00<br />

10 cl <strong>di</strong> latte intero fresco<br />

8 g <strong>di</strong> lievito chimico<br />

50 g <strong>di</strong> strutto<br />

4 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong><br />

Per la farcitura<br />

100 g <strong>di</strong> formaggio stracchino<br />

50 g <strong>di</strong> ricotta<br />

60 g <strong>di</strong> rucola<br />

150 g <strong>di</strong> prosciutto crudo <strong>di</strong> Parma<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Estate<br />

Impastare insieme tutti gli ingre<strong>di</strong>enti per la pia<strong>di</strong>na; lasciare riposare<br />

per mezz’ora in frigorifero. Stendere l’impasto con il matterello<br />

allo spessore <strong>di</strong> 3 mm, dandogli una forma squadrata, e cuocere in<br />

una pa<strong>del</strong>la o su una piastra e<strong>le</strong>ttrica antiaderenti. Tagliare la piada a<br />

rettangoli piuttosto lunghi e conservarli su un vassoio coperti con la<br />

pellicola trasparente.<br />

Per la farcitura, mondare e tritare la rucola grossolanamente, miscelare<br />

in una ciotola con lo stracchino e la ricotta e conservare in frigorifero.<br />

Su un foglio <strong>di</strong> pellicola trasparente, stendere <strong>del</strong><strong>le</strong> fette <strong>di</strong> prosciutto e<br />

al centro, nel senso <strong>del</strong>la lunghezza, creare un cilindro con la farcitura<br />

utilizzando un sac à poche.<br />

Arrotolare, aiutandosi con la pellicola, eliminarla e farcire <strong>le</strong> pia<strong>di</strong>ne, fissando<strong>le</strong><br />

con uno steccone in bambù nel senso <strong>del</strong>la lunghezza. Scaldare<br />

la pia<strong>di</strong>na su una pa<strong>del</strong>la in ghisa; servire calda.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa allo strutto possiamo utilizzare <strong>del</strong> burro.<br />

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Primi<br />

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Autunno Primi | 149<br />

Bau<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> crêpes con funghi<br />

ed erbe aromatiche<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per <strong>le</strong> crêpes<br />

20 cl <strong>di</strong> latte<br />

2 uova<br />

100 g <strong>di</strong> farina<br />

Per la salsa<br />

300 g <strong>di</strong> basilico<br />

brodo vegeta<strong>le</strong><br />

amido <strong>di</strong> riso<br />

ghiaccio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Miscelare <strong>le</strong> uova con la farina, unire il latte e passare al colino per eliminare<br />

eventuali grumi. Ottenere <strong>del</strong><strong>le</strong> crêpes cuocendo<strong>le</strong> in pa<strong>del</strong>la antiaderente<br />

per pochi minuti.<br />

Dato che <strong>le</strong> due tipologie <strong>di</strong> funghi necessitano <strong>di</strong> tempi <strong>di</strong> cottura <strong>di</strong>versi,<br />

spa<strong>del</strong>larli separatamente con poco olio e aglio intero. A parte cuocere<br />

in acqua bol<strong>le</strong>nte con tutta la buccia <strong>le</strong> patate viola. Eliminare la buccia<br />

e miscelare con <strong>le</strong> erbe aromatiche, unire al centro <strong>del</strong><strong>le</strong> crêpes con i funghi,<br />

chiudere <strong>le</strong> crepês avvolgendo<strong>le</strong> su se stesse in modo da formare un<br />

piccolo bau<strong>le</strong>tto quadrato.<br />

Per la salsa al basilico, scottare in acqua bol<strong>le</strong>nte <strong>le</strong> foglie <strong>di</strong> basilico per<br />

pochi secon<strong>di</strong>, raffreddare subito in acqua e ghiaccio per bloccare la cottura<br />

e preservare il colore <strong>del</strong>la clorofilla, poi emulsionare <strong>le</strong> foglie <strong>di</strong><br />

basilico con brodo, farina <strong>di</strong> riso e poco olio. Cuocere per alcuni minuti in<br />

modo da fare addensare la salsa sul fuoco.<br />

Disporre a centro piatto la salsa al basilico, appoggiarvi il bau<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> crepes<br />

scaldato in forno a 170° per 10 minuti.<br />

Suggerimento<br />

Per la farcia<br />

400 g <strong>di</strong> funghi p<strong>le</strong>us<br />

300 g <strong>di</strong> funghi gal<strong>le</strong>tti<br />

uno spicchio d’aglio<br />

timo<br />

erba cipollina<br />

3 coste <strong>di</strong> sedano<br />

300 g <strong>di</strong> patate viola<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Per cuocere <strong>le</strong> crêpes utilizzare sempre pa<strong>del</strong><strong>le</strong> antiaderenti in ceramica<br />

passando<strong>le</strong> prima con <strong>del</strong>l’olio imbevuto in un tovagliolo <strong>di</strong> carta per<br />

ungere tutta la superficie <strong>del</strong>la pa<strong>del</strong>la in modo uniforme.<br />

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150 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Crema <strong>di</strong> cicoria con gamberi e pane<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

600 g <strong>di</strong> cicoria<br />

300 g <strong>di</strong> gamberetti<br />

30 g <strong>di</strong> cipolla<br />

300 g <strong>di</strong> pane casereccio<br />

rosmarino fresco<br />

150 g <strong>di</strong> patate<br />

ghiaccio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Cuocere la cicoria in acqua bol<strong>le</strong>nte per pochi minuti in modo da<br />

fissare soltanto la clorofilla, raffreddare in acqua e ghiaccio, scolarla<br />

con cura, tagliuzzarla e dorarla con olio, patate a cubetti, cipolla<br />

tritata. Bagnare e portare avanti in cottura con abbondante bisque <strong>di</strong><br />

gamberi (brodo ristretto <strong>di</strong> gamberi). Frullare il tutto con un frullatore<br />

a immersione e ultimare con olio extravergine d’oliva.<br />

Ultimare la zuppa con i gamberi sgusciati <strong>le</strong>ggermente pa<strong>del</strong>lati con<br />

poco olio per qualche secondo e il pane tagliato a cubetti pa<strong>del</strong>lato a<br />

parte con olio e rosmarino.<br />

Suggerimento<br />

È interessante profumare la crema con limone o zenzero fresco, grattugiandovi<br />

uno <strong>di</strong> questi a fine cottura.<br />

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Autunno Primi | 151<br />

Fagottini <strong>di</strong> ricotta con pesce spada<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per i fagottini<br />

400 g <strong>di</strong> farina<br />

2 uova intere<br />

3 tuorli<br />

150 g <strong>di</strong> spada affumicato<br />

20 g <strong>di</strong> finocchietto fresco<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Per il ripieno<br />

300 g <strong>di</strong> ricotta <strong>di</strong> pecora<br />

erba cipollina<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per la pasta: mescolare la farina con un po’ d’acqua, un pizzico <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>, 2<br />

uova intere e 3 tuorli, amalgamare bene il tutto e lasciar riposare l’impasto<br />

in frigo coperto da pellicola per 30 minuti circa.<br />

Miscelare la ricotta con un filo d’olio, unire l’erba cipollina e il sa<strong>le</strong>. A<br />

parte tritare lo spada, metterlo in una pa<strong>del</strong>la con un cucchiaio <strong>di</strong> olio<br />

e far dorare.<br />

Tirare la pasta, farne dei quadri <strong>di</strong> 10 cm <strong>di</strong> lato, con l’aiuto <strong>di</strong> una sacca<br />

da pasticcere sistemarvi al centro il composto <strong>di</strong> ricotta <strong>di</strong> pecora e chiudere<br />

a fagottino bagnando i lati <strong>del</strong>la pasta. Cuocere in acqua bol<strong>le</strong>nte<br />

e salata, scolare e passare nella pa<strong>del</strong>la con lo spada; far saltare sino a<br />

che la salsa si sia amalgamata bene, aggiungere il finocchietto tritato,<br />

mantecare con l’olio rimasto e servire.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa al pesce spada affumicato si può utilizzare anche <strong>del</strong>la<br />

bresaola o tacchino affumicato sempre con la stessa tecnica <strong>di</strong> cottura.<br />

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152 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Maccheroncini con carciofi,<br />

menta e pecorino<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> maccheroncini<br />

3 carciofi<br />

uno spicchio d’aglio<br />

100 g <strong>di</strong> pecorino<br />

un limone<br />

menta fresca<br />

bottarga<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per la cialda<br />

400 g <strong>di</strong> pecorino<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Cuocere i maccheroncini in abbondante acqua salata.<br />

Nel frattempo pulire i carciofi, riservarli in acqua e limone, tagliarli à la<br />

julienne, spa<strong>del</strong>larli con olio e aglio.<br />

A parte preparare la cialda <strong>di</strong> pecorino. In una pa<strong>del</strong>la antiaderente calda<br />

(o nel forno a microonde con sotto la carta forno) e con l’aiuto <strong>di</strong> un<br />

cerchietto <strong>di</strong> acciaio inox porre il pecorino grattugiato e dare forma a<br />

cupola: servirà per la presentazione.<br />

Ai carciofi spa<strong>del</strong>lati unire la pasta con poca acqua <strong>di</strong> cottura, mantecare<br />

fuori dal fuoco con menta fresca e bottarga, unire facoltativamente pecorino<br />

e scorza <strong>di</strong> limone biologico o non trattato.<br />

Comporre il piatto con al centro la cialda <strong>di</strong> pecorino e all’interno la pasta,<br />

ultimare con scorza <strong>di</strong> limone e menta.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa al limone utilizzare la scorza <strong>di</strong> lime o <strong>di</strong> pompelmo rosa.<br />

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Autunno Primi | 153<br />

Orzo perlato mantecato al ra<strong>di</strong>cchio<br />

e zucchine in fiore<br />

25 minuti<br />

+ 3 ore per l’ammollo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

200 g <strong>di</strong> orzo perlato<br />

un cespo <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cchio <strong>di</strong> Treviso<br />

4 mazzi <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> zucca<br />

1 litro <strong>di</strong> brodo vegeta<strong>le</strong><br />

un cucchiaio <strong>di</strong> cipolla tritata<br />

4 cucchiai <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

uno spicchio d’aglio<br />

mezzo bicchiere <strong>di</strong> vino rosso<br />

3 cucchiai <strong>di</strong> parmigiano grattugiato<br />

un cucchiaio <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Mettere in ammollo in acqua per 3 ore in frigo l’orzo perlato, sciacquarlo<br />

e scolarlo.<br />

Tostarlo in casseruola con cipolla e olio, bagnare con il vino, lasciare evaporare,<br />

unire il brodo bol<strong>le</strong>nte e lasciar cuocere.<br />

Nel frattempo tagliare à la julienne il ra<strong>di</strong>cchio, spa<strong>del</strong>larlo in pa<strong>del</strong>la<br />

calda con olio e aglio, poi unire il succo <strong>di</strong> limone per farlo rimanere rosso<br />

brillante, riservare da parte.<br />

Scottare in pentola a vapore o acqua bol<strong>le</strong>nte per pochi secon<strong>di</strong> i fiori <strong>di</strong><br />

zucca, raffreddarli in acqua e scolarli.<br />

A questo punto sarà pronto l’orzo, togliere dal fuoco, regolare <strong>di</strong> sapore e<br />

mantecare con olio e parmigiano.<br />

Servire in piatti con i fiori <strong>di</strong> zucca; se abbiamo tempo potremmo decorare<br />

con cialde <strong>di</strong> pecorino romano, ottenute mettendo in pa<strong>del</strong>la antiaderente<br />

ben calda il pecorino grattugiato stagionato.<br />

Suggerimento<br />

Questa è una versione alternativa per cuocere l’orzo, mantecandolo come<br />

un risotto, accompagnato da prodotti tipici.<br />

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154 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Orzo perlato mantecato<br />

con cicoria e limone<br />

40 minuti<br />

+ 3 ore per l’ammollo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

300 g <strong>di</strong> orzo perlato<br />

500 g <strong>di</strong> cicoria<br />

2 limoni<br />

uno spicchio d’aglio<br />

un bicchiere <strong>di</strong> vino bianco<br />

1 litro <strong>di</strong> brodo vegeta<strong>le</strong><br />

120 g <strong>di</strong> pecorino<br />

ghiaccio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Lasciare l’orzo perlato per 3 ore in acqua fredda, scolare a tostare a mo’ <strong>di</strong><br />

risotto in una casseruola con olio e aglio intero, bagnare con il vino bianco,<br />

lasciare evaporare, unire il brodo vegeta<strong>le</strong> bol<strong>le</strong>nte poco alla volta.<br />

A parte cuocere la cicoria in acqua bol<strong>le</strong>nte, raffreddare in acqua e ghiaccio<br />

per bloccare la cottura e fissare la clorofilla, frullare con poca acqua<br />

utilizzando un frullatore a immersione.<br />

A fine cottura <strong>del</strong>l’orzo unire la cicoria, mantecare fuori dal fuoco con<br />

olio e pecorino, <strong>di</strong>stribuire sul piatto e ultimare con la scorza <strong>di</strong> limone<br />

tagliata à la julienne.<br />

Suggerimento<br />

Quando si usa la scorza dei limoni, è importante che i frutti siano non<br />

trattati. Tagliare la scorza con un pelapatate in modo da non utilizzare<br />

la parte bianca eccessivamente amara; poi, una volta tagliata à la julienne,<br />

sbianchire la scorza per pochi secon<strong>di</strong> in acqua bol<strong>le</strong>nte, in modo da<br />

eliminare l’amaro.<br />

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Autunno Primi | 155<br />

Paccheri con calamari e melanzane<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> paccheri<br />

uno spicchio d’aglio<br />

350 g <strong>di</strong> calamari puliti<br />

300 g <strong>di</strong> melanzane<br />

400 g <strong>di</strong> pomodori pelati<br />

prezzemolo<br />

peperoncino fresco<br />

foglie <strong>di</strong> basilico<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In un tegame basso versare l’olio e farlo riscaldare a fuoco dolce, unire<br />

l’aglio intero e rosolare <strong>le</strong>ggermente. Aggiungere i calamari precedentemente<br />

tagliati a striscioline, rosolare e unire <strong>le</strong> melanzane già tagliate a<br />

strisce e poste nel latte per fare perdere l’aci<strong>di</strong>tà. Continuare a rosolare.<br />

Unire i pomodori pelati schiacciati, aromatizzare con un foglia <strong>di</strong> basilico<br />

e poco prezzemolo tritato, una punta <strong>di</strong> peperoncino e il sa<strong>le</strong> necessario.<br />

Lessare la pasta in abbondante acqua salata, scolare e saltare il tutto<br />

aggiungendo il rimanente basilico al momento <strong>di</strong> mantecare fuori dal<br />

fuoco. Disporre nei piatti e versarvi sopra un <strong>le</strong>ggerissimo filo d’olio.<br />

Suggerimento<br />

Cuocere il minimo in<strong>di</strong>spensabi<strong>le</strong> i calamari e <strong>le</strong> melanzane in modo da<br />

preservarne il sapore.<br />

Per evitare fasti<strong>di</strong> a chi è intol<strong>le</strong>rante ai latticini, non lasciare <strong>le</strong> melanzane<br />

nel latte, ma riservar<strong>le</strong> tagliate su uno scolapasta con <strong>del</strong> sa<strong>le</strong> e un<br />

peso sopra, in modo da eliminare parte <strong>del</strong>l’aci<strong>di</strong>tà.<br />

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156 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Paccheri con carbonara <strong>di</strong> mare<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> paccheri<br />

150 g <strong>di</strong> uova <strong>di</strong> spigola<br />

120 g <strong>di</strong> uova <strong>di</strong> sogliola<br />

120 g <strong>di</strong> bottarga <strong>di</strong> tonno<br />

80 g <strong>di</strong> pecorino<br />

pepe nero in grani<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per i frutti <strong>di</strong> mare<br />

150 g <strong>di</strong> gamberi<br />

200 g <strong>di</strong> vongo<strong>le</strong><br />

1 g <strong>di</strong> aglio<br />

40 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

In una pa<strong>del</strong>la con abbondante acqua bol<strong>le</strong>nte salata cuocere i paccheri,<br />

mantenendoli piuttosto al dente. Nel frattempo preparare la base <strong>del</strong>la carbonara<br />

<strong>di</strong> mare: invece <strong>di</strong> utilizzare i tuorli d’uovo come nella classica, si<br />

usano <strong>le</strong> uova fresche dei pesci in<strong>di</strong>cati, miscelando<strong>le</strong> tra loro con <strong>del</strong> pepe<br />

nero al mulinello e pecorino, in modo da ottenere un composto cremoso.<br />

Privare i gamberi <strong>del</strong>la carcassa lasciando solo la coda, aprire <strong>le</strong> code in<br />

pa<strong>del</strong>la con un fondo <strong>di</strong> olio e aglio intero. Aprire <strong>le</strong> vongo<strong>le</strong> in una casseruola<br />

con poco aglio e olio; filtrare il liquido <strong>di</strong> cottura. Sgusciare per<br />

metà <strong>le</strong> vongo<strong>le</strong> e unir<strong>le</strong> ai gamberi, cuocere il minimo in<strong>di</strong>spensabi<strong>le</strong> in<br />

modo che non risultino gommosi; mettere tutto in una terrina unendo il<br />

liquido filtrato <strong>del</strong><strong>le</strong> vongo<strong>le</strong>.<br />

Scolare la pasta, passarla in pa<strong>del</strong>la con i frutti <strong>di</strong> mare e farla insaporire<br />

con poca acqua <strong>di</strong> cottura; lontano dalla fonte <strong>di</strong> calore unire<br />

il composto <strong>di</strong> uova <strong>di</strong> mare e pecorino, far rapprendere <strong>le</strong>ggermente.<br />

Poi servire ben caldo, con sopra la bottarga spa<strong>del</strong>lata a parte con olio<br />

in modo da renderla croccante, al posto <strong>del</strong> classico guancia<strong>le</strong>, e pepe<br />

grattugiato al momento.<br />

Suggerimento<br />

È importante mantecare la pasta cotta al dente in pa<strong>del</strong>la per alcuni minuti<br />

a fiamma viva, aggiungendo acqua <strong>di</strong> cottura ricca <strong>di</strong> amido, in questo<br />

modo otterremo una pasta cremosa. Subito dopo si versa il composto<br />

a base <strong>di</strong> uova <strong>di</strong> pesce.<br />

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Autunno Primi | 157<br />

Pasta, patate e uova<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

200 g <strong>di</strong> pasta cannolicchi<br />

6 patate<br />

una costa <strong>di</strong> sedano<br />

una carota<br />

rosmarino fresco<br />

mezzo bicchiere <strong>di</strong> vino bianco<br />

brodo vegeta<strong>le</strong><br />

4 tuorli d’uovo<br />

100 g <strong>di</strong> pecorino<br />

50 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> mais<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Ottenere la minestra <strong>di</strong> patate partendo dal fondo <strong>di</strong> sedano, carote<br />

e rosmarino, unire <strong>le</strong> patate a cubetti, tostar<strong>le</strong> e continuare la cottura<br />

con il brodo.<br />

In una piccola pa<strong>del</strong>la antiaderente calda porre un po’ <strong>di</strong> pecorino grattugiato<br />

e <strong>di</strong> mais miscelati insieme, fare aderire al pa<strong>del</strong>lino per dare la<br />

forma: si ottengono <strong>del</strong><strong>le</strong> cialde al pecorino insolite grazie alla friabilità<br />

<strong>del</strong> mais. Continuare fino a esaurimento <strong>del</strong>la miscela <strong>di</strong> pecorino e mais.<br />

Dorare <strong>le</strong>ggermente i tuorli d’uovo in una pa<strong>del</strong>la antiaderente con<br />

poco olio.<br />

Cuocere i cannolicchi per metà <strong>del</strong>la cottura in acqua salata, scolarli,<br />

unirli alla base <strong>di</strong> zuppa <strong>di</strong> patate e portare a termine la cottura.<br />

Servire la zuppa nei piatti <strong>di</strong>sponendo al centro un tuorlo d’uovo e <strong>le</strong><br />

cial<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> pecorino friabili.<br />

Suggerimento<br />

Salare il tuorlo d’uovo sempre quando lo si toglie dalla pa<strong>del</strong>la, non a<br />

contatto con il calore, per non alterare <strong>le</strong> proteine. Con la cialda friabi<strong>le</strong><br />

al pecorino e mais si possono ottenere dei cestini da usare come contenitori<br />

per presentare <strong>del</strong><strong>le</strong> portate.<br />

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158 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Risotto allo zafferano “al salto”<br />

e flan <strong>di</strong> spinaci<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per il risotto<br />

350 g <strong>di</strong> riso Vialone Nano<br />

2 pistilli <strong>di</strong> zafferano<br />

mezzo bicchiere <strong>di</strong> vino bianco<br />

1 litro <strong>di</strong> brodo vegeta<strong>le</strong><br />

20 g <strong>di</strong> cipolla bianca<br />

olio extravergine d’oliva<br />

50 g <strong>di</strong> burro<br />

200 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Iniziare dal risotto. Tostare il riso in casseruola con olio e cipolla tritata,<br />

irrorare con il vino, lasciare evaporare e bagnare con il brodo bol<strong>le</strong>nte,<br />

a tre quarti <strong>del</strong>la cottura unire lo zafferano, aggiustare <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>. Fuori dal<br />

fuoco unire burro, parmigiano grattugiato, versare in appositi stampini<br />

circolari per dar forma regolare al risotto al salto, lasciare rapprendere.<br />

Nel frattempo cuocere in pa<strong>del</strong>la gli spinaci con poco olio, poi tritarli e<br />

metterli da parte.<br />

Preparare una besciamella veloce, con latte, farina e olio, incorporare gli<br />

spinaci, il parmigiano fuori dal fuoco, unire gli albumi montati a neve.<br />

Porre in stampini <strong>di</strong> alluminio, precedentemente passati all’olio e pangrattato,<br />

cuocere in forno a 180° per 8 minuti.<br />

Dorare con olio in pa<strong>del</strong>la i quattro <strong>di</strong>schi <strong>di</strong> riso, adagiarli al centro <strong>del</strong><br />

piatto e collocarvi sopra il flan.<br />

Suggerimento<br />

Per il flan <strong>di</strong> spinaci<br />

800 g <strong>di</strong> spinaci freschi puliti<br />

20 cl <strong>di</strong> latte fresco<br />

20 g <strong>di</strong> farina 00<br />

200 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

100 g <strong>di</strong> pangrattato<br />

2 albumi d’uovo<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

In alternativa agli spinaci, per il flan possiamo utilizzare altre tipologie<br />

<strong>di</strong> verdure, l’importante è che gli albumi d’uovo siano montati a neve<br />

ben ferma.<br />

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Autunno Primi | 159<br />

Tagliatel<strong>le</strong> <strong>di</strong> riso<br />

con verdure croccanti<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per <strong>le</strong> tagliatel<strong>le</strong> al nero<br />

150 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> semola<br />

250 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> riso<br />

150 g <strong>di</strong> uova<br />

10 g <strong>di</strong> nero <strong>di</strong> seppia<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per <strong>le</strong> tagliatel<strong>le</strong> <strong>di</strong> seppia<br />

400 g <strong>di</strong> seppia nera gigante<br />

20 g <strong>di</strong> olio d’oliva extravergine<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Impastare insieme tutti gli ingre<strong>di</strong>enti per la pasta, laminare sottilmente<br />

e formare <strong>le</strong> tagliatel<strong>le</strong> nere; conservar<strong>le</strong> in frigorifero.<br />

Lavare, pelare e pulire bene la seppia nera gigante, congelarla ben <strong>di</strong>stesa,<br />

quin<strong>di</strong>, una volta induritasi, affettarla sottilmente con l’affettatrice,<br />

ottenendo <strong>del</strong><strong>le</strong> tagliatel<strong>le</strong>; con<strong>di</strong>r<strong>le</strong> con olio e sa<strong>le</strong>, quin<strong>di</strong> versar<strong>le</strong> ancora<br />

semicongelate sulla piastra rovente e rigirando<strong>le</strong> continuamente<br />

grigliar<strong>le</strong> per un minuto.<br />

Tagliare il porro e la carota in finissima julienne, con<strong>di</strong>re anche loro con<br />

olio, sa<strong>le</strong> e pepe e grigliare allo stesso modo <strong>del</strong><strong>le</strong> seppie.<br />

Per la composizione fina<strong>le</strong> <strong>del</strong> piatto, <strong>le</strong>ssare <strong>le</strong> tagliatel<strong>le</strong> <strong>di</strong> pasta, con<strong>di</strong>r<strong>le</strong><br />

con un filo d’olio, metter<strong>le</strong> sul fondo <strong>del</strong> piatto, adagiarvi sopra prima<br />

<strong>le</strong> tagliatel<strong>le</strong> <strong>di</strong> seppia e poi i tagliolini <strong>di</strong> verdura; comp<strong>le</strong>tare con il<br />

cerfoglio e l’olio al prezzemolo.<br />

Suggerimento<br />

Per <strong>le</strong> tagliatel<strong>le</strong> <strong>di</strong> verdura<br />

200 g <strong>di</strong> carote<br />

200 g <strong>di</strong> porri<br />

20 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

Per la guarnizione<br />

20 g <strong>di</strong> olio al prezzemolo<br />

5 g <strong>di</strong> cerfoglio<br />

Per ottenere <strong>le</strong> fettuccine <strong>di</strong> verdure (carote, porri, zucchine, sedano,<br />

asparagi…) si può usare anche il pelapatate ad archetto.<br />

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160 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Timballo <strong>di</strong> riso al nero <strong>di</strong> seppia<br />

con frittura <strong>di</strong> calamaretti<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per i calamaretti spillo fritti<br />

300 g <strong>di</strong> calamaretti spillo<br />

60 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> semola rimacinata<br />

Per la salsa allo zafferano<br />

15 cl <strong>di</strong> brodo <strong>di</strong> pesce<br />

10 cl <strong>di</strong> vino bianco<br />

1 g <strong>di</strong> zafferano<br />

farina <strong>di</strong> riso<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

In una casseruola con un po’ d’olio dorare la cipolla tritata, unire il<br />

riso e lasciarlo tostare a secco per qualche minuto, mescolando continuamente.<br />

Bagnare con il vino bianco, poi con il brodo bol<strong>le</strong>nte, unire<br />

il nero <strong>di</strong> seppia e coprire con un coperchio. Passare in forno caldo a<br />

200° per 15 minuti. A cottura ultimata allargare il riso su <strong>di</strong> una placca<br />

sgranandolo con una forchetta e mantecandolo con <strong>del</strong>l’olio. Dividere<br />

il riso in stampini in<strong>di</strong>viduali.<br />

Sul fuoco vivo ridurre <strong>del</strong>la metà il brodo <strong>di</strong> pesce per la salsa con il vino<br />

bianco e lo zafferano; unire a freddo la farina <strong>di</strong> riso nella quantità desiderata<br />

per una salsa cremosa, far prendere <strong>di</strong> nuovo il bollore e passare<br />

al colino per sciogliere gli eventuali grumi; tenere da parte in caldo.<br />

Infarinare i calamari e friggerli in olio bol<strong>le</strong>nte.<br />

Per la composizione fina<strong>le</strong> <strong>del</strong> piatto, servire imme<strong>di</strong>atamente la porzione<br />

mettendo il riso nel piatto, dopo averlo rigenerato in forno a 180° per<br />

10 minuti, accompagnandolo con la salsa allo zafferano e i calamaretti<br />

spillo fritti. Guarnire con ciuffi <strong>di</strong> prezzemolo riccio.<br />

Suggerimento<br />

Per il timballo <strong>di</strong> riso nero<br />

300 g <strong>di</strong> riso Carnaroli<br />

50 g <strong>di</strong> cipolla bianca<br />

3 g <strong>di</strong> nero <strong>di</strong> seppia<br />

10 cl <strong>di</strong> vino bianco<br />

1 litro <strong>di</strong> brodo <strong>di</strong> pesce<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Si può conservare il timballo <strong>di</strong> riso in frigorifero per alcuni giorni e poi<br />

rigenerare in forno a microonde.<br />

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Autunno Primi | 161<br />

Zuppa <strong>di</strong> farro con gamberetti<br />

in crosta croccante<br />

40 minuti<br />

+ una notte per l’ammollo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per la zuppa<br />

250 g <strong>di</strong> farro perlato<br />

20 g <strong>di</strong> scalogno<br />

30 g <strong>di</strong> sedano verde<br />

30 g <strong>di</strong> carote<br />

30 g <strong>di</strong> cipol<strong>le</strong> bianche<br />

2 g <strong>di</strong> lauro<br />

2 g <strong>di</strong> timo<br />

10 g <strong>di</strong> lardo<br />

120 g <strong>di</strong> zucca gialla<br />

120 g <strong>di</strong> topinambur<br />

60 cl <strong>di</strong> brodo vegeta<strong>le</strong><br />

50 g <strong>di</strong> pomodori pachino<br />

60 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Il giorno prima <strong>del</strong>la preparazione, mettere a bagno il farro in un contenitore<br />

e riporlo in frigorifero.<br />

In una casseruola preparare il fondo con il lardo tritato, l’olio, <strong>le</strong> erbe aromatiche<br />

e <strong>le</strong> verdure in<strong>di</strong>cate; scolare e unire il farro al soffritto, bagnare<br />

con il brodo e continuare la cottura a fiamma moderata.<br />

Preparare il crostino croccante, sul piano <strong>di</strong> lavoro stendere la pasta kataifi<br />

(acquistata già pronta), con<strong>di</strong>re con olio e sa<strong>le</strong>. Lavorare con <strong>le</strong> mani<br />

facendo sì che tutta la massa sia con<strong>di</strong>ta perfettamente, poi creare dei<br />

cerchi su una placca con la carta da forno. Al centro sistemare i gamberetti,<br />

coprire con un secondo strato <strong>di</strong> pasta kataifi e rosolare in forno<br />

a 190° per 10-12 minuti. Nel piatto sistemare la zuppa e servirla con il<br />

crostino. Con<strong>di</strong>re con un filo <strong>di</strong> olio a crudo.<br />

Suggerimento<br />

Per la crosta croccante<br />

200 g <strong>di</strong> pasta kataifi<br />

200 g <strong>di</strong> gamberetti sgusciati<br />

30 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Con la pasta kataifi si dà una consistenza croccante al crostino <strong>di</strong> gamberi,<br />

che rimangono invece morbi<strong>di</strong> grazie alla cottura in<strong>di</strong>retta. In alternativa<br />

alla pasta kataifi si può utilizzare la pasta fillo.<br />

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162 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Zuppa <strong>di</strong> pesce<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

200 g <strong>di</strong> scorfano<br />

200 g <strong>di</strong> gallinella<br />

100 g <strong>di</strong> coda <strong>di</strong> rospo<br />

150 g <strong>di</strong> scampi<br />

150 g <strong>di</strong> gamberi<br />

100 g <strong>di</strong> cozze<br />

100 g <strong>di</strong> vongo<strong>le</strong><br />

100 g <strong>di</strong> calamari<br />

150 g <strong>di</strong> pomodoro fresco<br />

30 g <strong>di</strong> pomodoro secco<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Pulire i pesci, privarli <strong>del</strong><strong>le</strong> viscere e <strong>del</strong><strong>le</strong> squame e sfi<strong>le</strong>ttare tenendo<br />

da parte <strong>le</strong> spine e <strong>le</strong> teste. Pulire <strong>le</strong> cozze, <strong>le</strong> vongo<strong>le</strong> e così tutto il pesce<br />

che abbiamo. In un tegame capiente, mettere un filo d’olio con l’aglio<br />

in camicia e lo scalogno, far dorare, aggiungere tutti i resti <strong>del</strong> pesce e<br />

far tostare, unire i pomodori a pezzi e i pomodori secchi. Far addensare,<br />

insaporire con il peperoncino.<br />

A cottura ultimata correggere <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>; deve risultare una salsa <strong>di</strong> buona<br />

consistenza. Filtrare il tutto. Rimettere in una pentola e cominciare la<br />

cottura partendo dal pesce, aggiungere calamari e gamberi, che necessitano<br />

<strong>di</strong> poco tempo <strong>di</strong> cottura; dopo 7 minuti <strong>le</strong> cozze e <strong>le</strong> vongo<strong>le</strong>. Eliminare<br />

l’aglio e lo scalogno entrambi lasciati interi.<br />

Spolverare il tutto con il prezzemolo tritato e un filo d’olio. Servire con i<br />

crostini <strong>di</strong> pane dorato in pa<strong>del</strong>la con olio e rosmarino.<br />

Suggerimento<br />

40 g <strong>di</strong> aglio<br />

40 g <strong>di</strong> prezzemolo<br />

40 g <strong>di</strong> scalogno<br />

20 g <strong>di</strong> peperoncino<br />

200 g <strong>di</strong> pane casereccio<br />

rosmarino fresco<br />

olio d’oliva extravergine<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per ottenere una zuppa gustosa è fondamenta<strong>le</strong> un buon brodo <strong>di</strong> pesce<br />

ristretto (ottenuto con <strong>le</strong> carcasse dei pesci in<strong>di</strong>cati, farlo cuocere per almeno<br />

40 minuti e poi filtrarlo al colino), da utilizzare come base.<br />

Consiglio <strong>di</strong> utilizzare l’aglio intero in modo da eliminarlo e non servirlo<br />

mai nel piatto. Lo stesso accorgimento va<strong>le</strong> per la cipolla e lo scalogno.<br />

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Inverno Primi | 163<br />

Gnocchi <strong>di</strong> semolino “al salto”<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

300 g <strong>di</strong> semolino<br />

150 g <strong>di</strong> parmigiano stagionato<br />

150 g <strong>di</strong> cavolini <strong>di</strong> Bruxel<strong>le</strong>s<br />

500 g <strong>di</strong> zucca<br />

timo<br />

noce moscata<br />

3 cucchiai <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In acqua bol<strong>le</strong>nte nella quantità necessaria versare a pioggia il semolino,<br />

cuocere mescolando finché non si staccherà dal<strong>le</strong> pareti <strong>del</strong>la pentola;<br />

a questo punto <strong>del</strong>la cottura il semolino è pronto, mantecare con noce<br />

moscata e sa<strong>le</strong>.<br />

Versare il semolino su un foglio <strong>di</strong> carta forno, adagiarvi sopra un altro<br />

foglio <strong>di</strong> carta e dare spessore <strong>di</strong> 2 cm aiutandosi con un matterello, raffreddare<br />

e tagliare gli gnocchi a forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>schetti con un coppapasta.<br />

Passare al parmigiano grattugiato gli gnocchi, poi dorarli in pa<strong>del</strong>la ben<br />

calda con poco olio.<br />

In una casseruola con poco olio e cipolla unire la zucca a cubetti, cuocere<br />

finché la zucca sarà ridotta a crema.<br />

Scottare i cavo<strong>le</strong>tti in acqua bol<strong>le</strong>nte e spa<strong>del</strong>larli con poco olio.<br />

Servire gli gnocchi ben cal<strong>di</strong> e friabili sulla crema <strong>di</strong> zucca, e ultimare<br />

con i cavo<strong>le</strong>tti.<br />

Suggerimento<br />

A questa tipologia <strong>di</strong> gnocchi “alla romana” si può applicare la tecnica <strong>di</strong><br />

cottura <strong>del</strong> riso al salto alla milanese, dorato in pa<strong>del</strong>la da ambo i lati in<br />

modo da ottenere una cial<strong>di</strong>na friabi<strong>le</strong>.<br />

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164 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Lasagna <strong>di</strong> pane carasau<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

200 g <strong>di</strong> pane carasau<br />

40 g <strong>di</strong> parmigiano reggiano<br />

un mazzo <strong>di</strong> basilico<br />

Per la besciamella<br />

40 cl <strong>di</strong> latte<br />

40 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> riso<br />

noce moscata<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Realizzare un ragoût partendo dal fondo <strong>di</strong> sedano e carote tagliate a<br />

piccoli da<strong>di</strong>ni, aggiungere la carne, il lauro, bagnare con il vino e lasciare<br />

evaporare, poi unire <strong>le</strong> zucchine a cubetti. Regolare <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>.<br />

A parte ottenere una besciamella con latte, farina <strong>di</strong> riso, olio, noce moscata<br />

e sa<strong>le</strong> (la farina <strong>di</strong> riso rende la besciamella più <strong>di</strong>geribi<strong>le</strong> e <strong>del</strong>icata).<br />

Comporre a strati la lasagna in una teglia, alternando il pane al ragoût,<br />

la besciamella e il basilico, il parmigiano. Cuocere in forno a 190° per<br />

20 minuti.<br />

Suggerimento<br />

Per il ragoût<br />

4 zucchine<br />

una costa <strong>di</strong> sedano<br />

una carota<br />

mezzo bicchiere <strong>di</strong> vino rosso<br />

200 g <strong>di</strong> macinato <strong>di</strong> manzo<br />

foglie <strong>di</strong> lauro<br />

sa<strong>le</strong><br />

Utilizzare il pane carasau al posto <strong>del</strong>la classica sfoglia per lasagna riduce<br />

il tempo <strong>di</strong> cottura e rende la consistenza <strong>del</strong> piatto interessante. Il<br />

tipo <strong>di</strong> besciamella usato è molto versati<strong>le</strong> in tante preparazioni: il sapore<br />

<strong>del</strong>la farina <strong>di</strong> riso si avvertirà pochissimo.<br />

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Inverno Primi | 165<br />

Lasagna vegeta<strong>le</strong><br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

250 g <strong>di</strong> pasta all’uovo<br />

300 g <strong>di</strong> zucchine<br />

300 g <strong>di</strong> pomodorini<br />

150 g <strong>di</strong> sedano<br />

150 g <strong>di</strong> carote<br />

20 g <strong>di</strong> cipolla<br />

300 g <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cchio<br />

350 g <strong>di</strong> fagiolini<br />

100 g <strong>di</strong> basilico<br />

150 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

40 cl <strong>di</strong> latte<br />

40 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> riso<br />

200 g <strong>di</strong> formaggio Asiago<br />

noce moscata<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Cuocere tutte <strong>le</strong> verdure separatamente con poco olio; i pomodorini a<br />

parte con un fondo <strong>di</strong> cipolla tritata e olio. Prima <strong>di</strong> spa<strong>del</strong>lare i fagiolini<br />

cuocerli per pochi minuti in acqua bol<strong>le</strong>nte.<br />

A parte realizzare una besciamella <strong>le</strong>ggera con un roux <strong>di</strong> olio e farina <strong>di</strong><br />

riso, unire il latte bol<strong>le</strong>nte aromatizzato con la noce moscata. Cuocere la<br />

pasta fresca all’uovo in acqua bol<strong>le</strong>nte, asciugare e comporre la lasagna<br />

nella maniera classica alternando la pasta, <strong>le</strong> verdure, la besciamella, i<br />

formaggi e il basilico. Cuocere in forno a 170° per 30 minuti.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa, per ottenere una lasagna <strong>di</strong> una colorazione <strong>di</strong>versa con<br />

un gusto più intenso, realizzare una besciamella con aggiunta <strong>di</strong> clorofilla<br />

al basilico o purea <strong>di</strong> carote.<br />

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166 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Linguine con carciofi,<br />

pecorino e limone<br />

20 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> linguine<br />

80 g <strong>di</strong> olive ver<strong>di</strong> denocciolate<br />

50 g <strong>di</strong> capperi <strong>di</strong>ssalati<br />

2 limoni<br />

70 g <strong>di</strong> pecorino fresco<br />

4 carciofi<br />

un mazzo <strong>di</strong> basilico<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tritare i capperi e <strong>le</strong> olive grossolanamente e dorare in pa<strong>del</strong>la con olio.<br />

Unire la scorza <strong>di</strong> limone sbianchita in acqua bol<strong>le</strong>nte, tagliata sotti<strong>le</strong> con<br />

il pelapatate in modo da eliminare la parte amara bianca, poi tagliate à<br />

la julienne. Alla fine aggiungere i carciofi anch’essi tagliati à la julienne.<br />

Far cuocere <strong>le</strong> linguine molto al dente, poi continuare la cottura in pa<strong>del</strong>la<br />

aggiungendo <strong>le</strong>ntamente acqua <strong>di</strong> cottura ricca <strong>di</strong> amido. Scolare<br />

non comp<strong>le</strong>tamente e versare sul composto, mescolare bene il tutto; a<br />

fine cottura aggiungere il pecorino fuori dal fuoco e servire con zeste <strong>di</strong><br />

limone tagliate à la julienne e basilico.<br />

Suggerimento<br />

Poiché la salsa non contiene pomodoro né grassi, è importante cuocere<br />

<strong>le</strong> linguine la metà <strong>del</strong> tempo in acqua bol<strong>le</strong>nte e la restante metà in<br />

pa<strong>del</strong>la come descritto, in questo modo la salsa fina<strong>le</strong> risulterà cremosa.<br />

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Inverno Primi | 167<br />

Ravioli al nero <strong>di</strong> seppia<br />

con gamberi e zucca<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

300 g <strong>di</strong> farina 00<br />

nero <strong>di</strong> seppia<br />

400 g <strong>di</strong> zucca<br />

300 g <strong>di</strong> patate<br />

300 g <strong>di</strong> gamberi rossi interi<br />

200 g <strong>di</strong> pomodorini ciliegina<br />

erba cipollina<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Impastare la farina con un po’ d’acqua e il nero <strong>di</strong> seppia (fresco o in<br />

bustine), avvolgerla in una pellicola trasparente e farla riposare per almeno<br />

un’ora.<br />

Sgusciare comp<strong>le</strong>tamente e privare <strong>del</strong> bu<strong>del</strong>lo i gamberi cru<strong>di</strong>; bollire<br />

<strong>le</strong> patate.<br />

Stendere la pasta sottilmente e tagliarla a <strong>di</strong>schi con un coppapasta, farcire<br />

con i gamberi, <strong>le</strong> patate bollite ed erba cipollina. Chiudere a mezzaluna<br />

i ravioli bagnando <strong>le</strong> estremità <strong>del</strong>la pasta con acqua per fare aderire,<br />

cuocere in acqua bol<strong>le</strong>nte salata.<br />

Spa<strong>del</strong>lare i pomodorini tagliati in 4 con olio; in un’altra pa<strong>del</strong>la cuocere<br />

la zucca a cubetti; accompagnare <strong>di</strong>rettamente sul piatto <strong>di</strong> servizio e<br />

ultimare con erba cipollina.<br />

Suggerimento<br />

I gamberi sgusciati cru<strong>di</strong> si andranno a cuocere <strong>del</strong>icatamente e rimarranno<br />

morbi<strong>di</strong>.<br />

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168 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Risotto mantecato al parmigiano e bieta<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

320 g <strong>di</strong> riso Vialone Nano<br />

brodo vegeta<strong>le</strong><br />

20 g <strong>di</strong> cipolla bianca<br />

250 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

300 g <strong>di</strong> bieta<br />

300 g <strong>di</strong> cavolo rosso<br />

3 cucchiai <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tostare il risotto in casseruola con poco olio e cipolla tritata, bagnare con<br />

il brodo bol<strong>le</strong>nte, portare a cottura, aggiustare <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>, mantecare fuori<br />

dalla fiamma con olio e parmigiano.<br />

Scottare la bieta per qualche secondo in acqua bol<strong>le</strong>nte poi spa<strong>del</strong>larla<br />

con poco olio.<br />

Tagliare il cavolo rosso à la julienne e dorarlo in pa<strong>del</strong>la a parte con<br />

poco olio.<br />

Disporre il risotto all’onda sul piatto, ultimare con la bieta e il cavolo rosso.<br />

Suggerimento<br />

Come e<strong>le</strong>mento <strong>di</strong> contrasto, in alternativa al cavolo rosso possiamo utilizzare<br />

una riduzione al vino rosso, ottenuta portando a bollore il vino<br />

per alcuni minuti a fiamma viva con poco zucchero.<br />

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Inverno Primi | 169<br />

Rotolo <strong>di</strong> sfoglia d’uovo<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> uova<br />

5 cl <strong>di</strong> latte intero fresco<br />

200 g <strong>di</strong> zucchine ver<strong>di</strong><br />

150 g <strong>di</strong> mozzarella <strong>di</strong> bufala tritata<br />

150 g <strong>di</strong> formaggio caprino<br />

60 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

4 g <strong>di</strong> timo fresco<br />

3 g <strong>di</strong> pepe<br />

6 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare <strong>le</strong> zucchine a da<strong>di</strong>ni e spa<strong>del</strong>lar<strong>le</strong> in una pa<strong>del</strong>la antiaderente<br />

con poco olio, a calore moderato facendo<strong>le</strong> cuocere <strong>le</strong>ggermente.<br />

Sminuzzare la mozzarella <strong>di</strong> bufala e farla asciugare in forno a 40°<br />

per 30-40 minuti.<br />

In un recipiente sbattere <strong>le</strong> uova con il latte, il sa<strong>le</strong> e il timo. Scaldare una<br />

pa<strong>del</strong>la antiaderente, mettere poco olio e colarvi il composto; unire <strong>le</strong><br />

zucchine spa<strong>del</strong>late e la mozzarella <strong>di</strong> bufala. Formare l’ome<strong>le</strong>tte inclinando<br />

la pa<strong>del</strong>la in avanti e andando a battere la mano sul polso. Questo<br />

movimento farà pian piano scendere l’ome<strong>le</strong>tte verso il bordo <strong>del</strong>la pa<strong>del</strong>la,<br />

facendola arrotolare su se stessa nella classica forma a mezzaluna.<br />

Sistemare l’ome<strong>le</strong>tte nel piatto, praticare un taglio latera<strong>le</strong> e farcire con<br />

il formaggio caprino; guarnire con degli spaghetti <strong>di</strong> zucchina cotti al<br />

vapore e decorare con un ciuffetto <strong>di</strong> timo.<br />

Suggerimento<br />

La frittata può essere anche cotta in forno a 180°, mettendo il composto<br />

su una placca con sotto <strong>del</strong>la carta forno: in questo modo si evita <strong>di</strong> sprecare<br />

i bor<strong>di</strong> per realizzare i piccoli rotoli <strong>di</strong> ome<strong>le</strong>tte.<br />

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170 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Timballo ai tre risi<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per il riso Basmati<br />

100 g <strong>di</strong> riso Basmati<br />

30 cl <strong>di</strong> brodo vegeta<strong>le</strong><br />

30 cl <strong>di</strong> acqua<br />

30 g <strong>di</strong> parmigiano grattugiato<br />

Per il riso nero Venere<br />

120 g <strong>di</strong> riso Venere<br />

40 cl <strong>di</strong> brodo vegeta<strong>le</strong><br />

50 cl <strong>di</strong> acqua<br />

10 g <strong>di</strong> burro<br />

30 g <strong>di</strong> pecorino grattugiato<br />

Per il riso rosso<br />

100 g <strong>di</strong> riso rosso<br />

40 cl <strong>di</strong> brodo vegeta<strong>le</strong><br />

50 cl <strong>di</strong> acqua<br />

40 g <strong>di</strong> barbabieto<strong>le</strong> cotte<br />

50 g <strong>di</strong> ta<strong>le</strong>ggio<br />

10 g <strong>di</strong> parmigiano grattugiato<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per la vellutata <strong>di</strong> porri<br />

300 g <strong>di</strong> porri<br />

10 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> riso<br />

10 cl <strong>di</strong> brodo vegeta<strong>le</strong><br />

10 cl <strong>di</strong> latte<br />

olio extravergine d’oliva<br />

5 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong><br />

Per la composizione fina<strong>le</strong><br />

30 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> riso<br />

20 g <strong>di</strong> parmigiano grattugiato<br />

50 g <strong>di</strong> anelli <strong>di</strong> porri fritti<br />

In una casseruola portare a ebollizione l’acqua e il brodo, unire il riso<br />

Basmati e portare a cottura; procedere in maniera identica anche per<br />

il riso nero Venere. Per quanto riguarda quello rosso nella casseruola<br />

unire anche la barbabietola tagliata in 4 parti.<br />

Terminate <strong>le</strong> cotture dei vari risi, scolare separatamente; per il riso<br />

rosso eliminare la barbabietola e metterli, sempre separati, in tre<br />

cioto<strong>le</strong> <strong>di</strong>fferenti. Mantecare ogni singolo riso con i rispettivi formaggi<br />

e il burro dove necessario. Coprire con la pellicola trasparente<br />

e conservare.<br />

Preparare gli stampi, ungerli con olio e spolverizzarli con la farina <strong>di</strong><br />

riso miscelata al parmigiano. Riempire gli stampi con i tre risi: iniziare<br />

con il Basmati sul fondo, continuare con quello nero Venere riempiendo<br />

fino a due terzi <strong>del</strong>l’altezza e terminare con quello rosso fino<br />

al bordo, pressando <strong>le</strong>ggermente. Mettere in forno a gratinare a 200°<br />

per 10-12 minuti.<br />

Intanto preparare la vellutata <strong>di</strong> porri: rosolare nell’olio i porri tagliati<br />

ad anelli piuttosto fini, unire la farina <strong>di</strong> riso, bagnare con il brodo<br />

caldo e continuare la cottura per 6-7 minuti. Salare, aggiungere il latte<br />

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Inverno Primi | 171<br />

e frullare bene con l’aiuto <strong>di</strong> un mixer a immersione. Passare al colino<br />

cinese per eliminare eventuali filamenti e conservare al caldo, coprendo<br />

con una pellicola trasparente.<br />

In un piatto servire il timballo sformato accompagnato con la vellutata<br />

e guarnito con degli anelli <strong>di</strong> porro fritti e una cial<strong>di</strong>na <strong>di</strong> parmigiano<br />

e farina <strong>di</strong> riso essiccata in forno.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa al<strong>le</strong> tre tipologie <strong>di</strong> riso si può utilizzare l’orzo perlato e il<br />

farro perlato.<br />

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172 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Tortelli <strong>di</strong> zucca alla mantovana<br />

1 ora<br />

+ un giorno<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

1,5 kg <strong>di</strong> zucca<br />

300 g <strong>di</strong> farina bianca<br />

100 g <strong>di</strong> mostarda piccante <strong>di</strong> me<strong>le</strong> o <strong>di</strong> pere<br />

100 g <strong>di</strong> parmigiano reggiano<br />

100 g <strong>di</strong> amaretti<br />

4 uova<br />

olio extravergine d’oliva<br />

un limone<br />

noce moscata<br />

sa<strong>le</strong> e pepe<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

È meglio preparare il ripieno con un giorno <strong>di</strong> anticipo, ne acquisterà in<br />

bontà. Tagliare la zucca a pezzi, togliere i semi ma lasciare la scorza, cuocere<br />

in forno a 140° finché sarà morbida, togliere la scorza e <strong>le</strong> parti secche<br />

<strong>del</strong>la pel<strong>le</strong>, passare al setaccio fine. Aggiungere gli amaretti pestati<br />

finemente, la mostarda tritata assieme al suo sugo, aggiungere il parmigiano<br />

grattugiato, il succo <strong>di</strong> mezzo limone, sa<strong>le</strong>, pepe, noce moscata,<br />

mescolare con molta cura e, se il ripieno fosse ancora mol<strong>le</strong>, addensare<br />

con un po’ <strong>di</strong> pangrattato fresco.<br />

L’indomani fare la sfoglia con <strong>le</strong> uova e un pizzico <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>; metterla a<br />

riposare 30 minuti prima <strong>di</strong> tagliarla sottilissima in rettangoli <strong>di</strong> 4 per 6<br />

cm, unire una piccola noce <strong>di</strong> ripieno e richiudere.<br />

Cuocere i tortelli in acqua bol<strong>le</strong>nte salata per pochi minuti, con<strong>di</strong>rli con<br />

olio extravergine e parmigiano grattugiato in abbondanza. Se non piace<br />

il gusto agrodolce <strong>del</strong> ripieno, si possono con<strong>di</strong>re con una salsa <strong>di</strong> pomodoro.<br />

Qualcuno usa chiudere i tortelli a caramella.<br />

Suggerimento<br />

Al posto degli amaretti, si può aggiungere nel ripieno <strong>del</strong>la fontina stagionata.<br />

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Inverno Primi | 173<br />

Zuppa <strong>di</strong> fagioli e cozze<br />

con croccantini <strong>di</strong> mais<br />

70 minuti<br />

+ qualche ora per l’ammollo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per la zuppa<br />

300 g <strong>di</strong> fagioli borlotti secchi<br />

400 g <strong>di</strong> cozze<br />

2 spicchi d’aglio<br />

3 coste <strong>di</strong> sedano<br />

peperoncino fresco<br />

un mazzo <strong>di</strong> basilico<br />

finocchiella selvatica o aneto<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Per i croccantini<br />

200 g <strong>di</strong> pecorino<br />

80 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> mais<br />

semi <strong>di</strong> finocchio<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Mettere i fagioli in ammollo in acqua per <strong>di</strong>verse ore, poi dorarli in casseruola<br />

con olio, sedano tagliato a cubi, aglio intero e peperoncino. Unire<br />

acqua e continuare la cottura.<br />

Aprire <strong>le</strong> cozze in pa<strong>del</strong>la con olio e aglio, sgusciar<strong>le</strong> e metter<strong>le</strong> nella zuppa,<br />

con il loro liquido <strong>di</strong> cottura opportunamente filtrato. Fuori dal fuoco<br />

ultimare con l’aneto e il basilico.<br />

Per i croccantini: miscelare pecorino, mais e semi <strong>di</strong> finocchio, versare il<br />

composto in una pa<strong>del</strong>la antiaderente calda e mo<strong>del</strong>lare dando la forma<br />

desiderata.<br />

Disporre la base <strong>del</strong>la zuppa a fondo piatto, ultimare con <strong>le</strong> cozze sgusciate<br />

e i croccantini <strong>di</strong> mais. Verificare <strong>di</strong> aver eliminato gli spicchi d’aglio.<br />

Suggerimento<br />

La farina <strong>di</strong> mais insieme al pecorino rende ancora più croccante la cialda.<br />

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174 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Zuppa <strong>di</strong> orzo e farro<br />

70 minuti<br />

+ alcune ore per l’ammollo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

150 g <strong>di</strong> orzo perlato<br />

100 g <strong>di</strong> farro perlato<br />

mezza cipolla<br />

una carota<br />

una costa <strong>di</strong> sedano<br />

una foglia <strong>di</strong> lauro<br />

mezzo bicchiere <strong>di</strong> vino bianco<br />

500 g <strong>di</strong> pomodori ramati<br />

timo<br />

4 fette <strong>di</strong> pane casereccio<br />

rosmarino fresco<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Far rinvenire in acqua fredda per <strong>di</strong>verse ore i due <strong>le</strong>gumi secchi, messi<br />

in contenitori separati.<br />

Sciacquarli ed eliminare l’acqua, tostarli insieme in casseruola con il trito<br />

<strong>di</strong> cipolla, carota, sedano, lauro e olio. Bagnare con il vino, lasciare evaporare.<br />

Coprire con acqua fredda, unire i pomodori privi <strong>di</strong> pel<strong>le</strong>, passati<br />

al frullatore a immersione e al colino per togliere i semi. Continuare la<br />

cottura, ultimare con il timo fresco e il sa<strong>le</strong>.<br />

A parte tagliare a cubi il pane e dorarlo in pa<strong>del</strong>la con olio e rosmarino.<br />

Composizione: <strong>di</strong>sporre la zuppa in sco<strong>del</strong><strong>le</strong>, unire i crostini <strong>di</strong> pane, ultimare<br />

con il timo e l’olio extravergine.<br />

Suggerimento<br />

A questa zuppa si possono aggiungere anche dei <strong>le</strong>gumi, come la cicerchia<br />

e i ceci, cotti a parte.<br />

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Primavera Primi | 175<br />

Fregula con zafferano e zucchine<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

350 g <strong>di</strong> pasta fregula sarda<br />

2 litri <strong>di</strong> brodo<br />

zafferano<br />

3 zucchine<br />

60 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

menta fresca<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In una casseruola dai bor<strong>di</strong> alti tostare <strong>le</strong>ntamente la fregula, poi unire il<br />

brodo caldo fino a coprire la pasta, cuocere per 15 minuti e unire alla fine<br />

lo zafferano e <strong>le</strong> zucchine spa<strong>del</strong>late a parte con un filo d’olio.<br />

A fine cottura mantecare con olio e parmigiano grattugiato.<br />

Servire la fregula non molto collosa ma piuttosto all’onda (cioè fluida e<br />

cremosa) cosparsa <strong>di</strong> mentuccia e zucchine tagliate con il pelapatate e<br />

scottate nel brodo bol<strong>le</strong>nte.<br />

Suggerimento<br />

Per questa pasta tipica <strong>del</strong>la Sardegna è un’ottima idea usare la stessa<br />

tecnica <strong>di</strong> cottura <strong>del</strong> classico risotto nella fase inizia<strong>le</strong> e nella mantecatura<br />

fina<strong>le</strong> che preserva molto la cottura.<br />

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176 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Insalata <strong>di</strong> paccheri con tartare<br />

<strong>di</strong> ricciola e fagiolini<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

350 g <strong>di</strong> paccheri<br />

400 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> ricciola<br />

300 g <strong>di</strong> fagiolini<br />

150 g <strong>di</strong> insalata va<strong>le</strong>riana<br />

50 g <strong>di</strong> basilico<br />

30 g <strong>di</strong> scorza <strong>di</strong> limone<br />

80 g <strong>di</strong> cipolla rossa<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Cuocere i paccheri in acqua bol<strong>le</strong>nte, raffreddare velocemente e farcire<br />

grazie a una sacca da pasticceria con la ricciola precedentemente marinata<br />

con olio e basilico.<br />

Servire su un <strong>le</strong>tto <strong>di</strong> va<strong>le</strong>riana, con i fagiolini bolliti precedentemente e<br />

la cipolla rossa aperta a falde, sbol<strong>le</strong>ntata in acqua per pochi minuti in<br />

modo da renderla più <strong>di</strong>geribi<strong>le</strong> e <strong>del</strong>icata come sapore.<br />

Ultimare con olio e sa<strong>le</strong>.<br />

Suggerimento<br />

In questa ricetta si utilizza <strong>del</strong> pesce azzurro crudo: la freschezza <strong>del</strong> pesce<br />

è fondamenta<strong>le</strong> quanto il trasporto in una busta <strong>di</strong> ghiaccio.<br />

Per rendere la ricciola ancora più saporita a modo <strong>di</strong> tartare cruda è consigliabi<strong>le</strong><br />

lasciarla in frigorifero per 30 minuti coperta con pellicola con<br />

tutti gli ingre<strong>di</strong>enti aromatici.<br />

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Primavera Primi | 177<br />

Maltagliati <strong>di</strong> pasta in brodo<br />

<strong>di</strong> crostacei e tacco<strong>le</strong><br />

70 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

300 g <strong>di</strong> pasta fresca maltagliati<br />

400 g <strong>di</strong> panocchie<br />

400 g <strong>di</strong> gamberetti<br />

100 g <strong>di</strong> sedano<br />

uno spicchio d’aglio<br />

300 g <strong>di</strong> pomodori ramati<br />

80 g <strong>di</strong> basilico<br />

300 <strong>di</strong> tacco<strong>le</strong><br />

erba cipollina<br />

ghiaccio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per ottenere il massimo <strong>del</strong> gusto da questa ricetta è importante ottenere<br />

una buona bisque <strong>di</strong> crostacei tostando in casseruola <strong>le</strong> carcasse dei<br />

due crostacei con l’olio, l’aglio e una parte <strong>del</strong> sedano. Poi unire acqua<br />

fredda e ghiaccio, fare bollire in modo da ridurre il liquido per metà <strong>del</strong><br />

volume, e passare al colino.<br />

Cuocere i maltagliati in acqua bol<strong>le</strong>nte per 2 minuti (per <strong>di</strong>sperdere buona<br />

parte <strong>del</strong>la farina e <strong>del</strong>l’amido senza inquinare il brodo <strong>di</strong> crostacei,<br />

lasciandolo limpido), poi unirli al brodo bol<strong>le</strong>nte per ultimare la cottura.<br />

A parte bollire <strong>le</strong> tacco<strong>le</strong>, che sono molto simili ai fagioli corallo, raffreddar<strong>le</strong><br />

in acqua fredda e spa<strong>del</strong>lar<strong>le</strong> velocemente con poco olio. Nel frattempo<br />

dorare in un’altra pa<strong>del</strong>la per pochi secon<strong>di</strong> la polpa dei gamberetti<br />

e <strong>del</strong><strong>le</strong> panocchie.<br />

A fine cottura <strong>del</strong>la pasta unire i pomodori concassé tagliati a cubetti,<br />

privati dei semi interni e <strong>del</strong>l’acqua <strong>di</strong> vegetazione e servire in un piatto<br />

fondo con <strong>le</strong> tacco<strong>le</strong> e l’erba cipollina.<br />

Suggerimento<br />

Cuocere per pochi secon<strong>di</strong> i crostacei privi <strong>del</strong> guscio: in questo modo si<br />

preservano sia il loro gusto e sia la consistenza morbida.<br />

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178 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Paccheri con fave <strong>di</strong> cacao<br />

e riduzione <strong>di</strong> grappa<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> paccheri<br />

40 g <strong>di</strong> scalogno<br />

10 g <strong>di</strong> aneto<br />

80 g <strong>di</strong> fave <strong>di</strong> cacao<br />

80 g <strong>di</strong> pecorino<br />

10 cl <strong>di</strong> grappa<br />

80 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Ridurre la grappa in casseruola per alcuni minuti, in modo da far evaporare<br />

l’alcol. In una pa<strong>del</strong>la a parte dorare lo scalogno tritato con poco<br />

olio, bagnare con la riduzione <strong>di</strong> grappa.<br />

Cuocere i paccheri in acqua bol<strong>le</strong>nte salata, scolare al dente e mantecare<br />

con il fondo <strong>di</strong> cottura realizzato, poi fuori dalla fiamma unire <strong>le</strong> fave <strong>di</strong><br />

cacao, il pecorino grattugiato e l’aneto.<br />

Suggerimento<br />

Simi<strong>le</strong> alla classica cacio e pepe, sostituisce quest’ultimo con <strong>le</strong> fave <strong>di</strong><br />

cacao amare e con l’e<strong>le</strong>mento aromatico <strong>del</strong>la grappa.<br />

Per questa ricetta è importante usare molta acqua <strong>di</strong> cottura ricca <strong>di</strong><br />

amido in modo da mantecare la pasta e renderla cremosa.<br />

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Primavera Primi | 179<br />

Penne con verdurine<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> penne<br />

100 g <strong>di</strong> carote<br />

200 g <strong>di</strong> zucchine<br />

300 g <strong>di</strong> spinaci<br />

150 g <strong>di</strong> fagioli corallo<br />

50 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Cuocere la pasta al dente. A parte in una pa<strong>del</strong>la dorare con un po’ d’olio<br />

<strong>le</strong> zucchine e <strong>le</strong> carote tagliate à la julienne.<br />

Cuocere in acqua bol<strong>le</strong>nte i fagioli corallo, scolarli, tagliarli a forma <strong>di</strong><br />

piccoli rombi e unirli al<strong>le</strong> verdurine nella pa<strong>del</strong>la. Aggiungere la pasta,<br />

unire poco alla volta l’acqua <strong>di</strong> cottura ricca <strong>di</strong> amido, continuare la cottura<br />

per alcuni minuti sulla fiamma. A questo punto aggiungere gli spinaci,<br />

e mantecare fuori dal fuoco con parmigiano grattugiato.<br />

Suggerimento<br />

Non usando in questa ricetta la salsa <strong>di</strong> pomodoro, è importante terminare<br />

la cottura <strong>del</strong>la pasta in pa<strong>del</strong>la aggiungendo acqua <strong>di</strong> cottura, per<br />

far sì che non risulti asciutta.<br />

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180 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Risotto con asparagi e capesante<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

350 g <strong>di</strong> riso Vialone Nano<br />

600 g <strong>di</strong> asparagi<br />

8 capesante sgusciate<br />

brodo vegeta<strong>le</strong><br />

timo fresco<br />

uno spicchio d’aglio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Tostare il riso in casseruola con olio e aglio intero in modo da eliminarlo<br />

a fine cottura, unire il brodo bol<strong>le</strong>nte.<br />

Dorare la parte centra<strong>le</strong> degli asparagi in un’altra casseruola con poco<br />

olio, unire <strong>del</strong> brodo, portare a cottura e frullare. Unire al risotto quando<br />

sarà a metà cottura.<br />

Spa<strong>del</strong>lare a parte <strong>le</strong> punte <strong>di</strong> asparagi con poco olio, unire acqua in<br />

modo che restino croccanti, non cotte eccessivamente. In un’altra pa<strong>del</strong>la<br />

ben calda dorare per pochi minuti <strong>le</strong> capesante sgusciate.<br />

Disporre al centro <strong>del</strong> piatto il risotto mantecato a fine cottura fuori dal<br />

fuoco con poco olio e timo, unire <strong>le</strong> punte <strong>di</strong> asparagi e ultimare con <strong>le</strong><br />

capesante.<br />

Suggerimento<br />

Dorare <strong>le</strong> capesante <strong>di</strong>vise dal loro corallo (cioè dalla lingua colore arancio)<br />

in pa<strong>del</strong>la ben calda per un minuto a lato. Poi unire negli ultimi<br />

secon<strong>di</strong> <strong>di</strong> cottura il corallo in modo da preservarlo morbido. Salare a<br />

fine cottura: in questo modo non <strong>di</strong>sperdono <strong>le</strong> loro sostanze nutritive<br />

in pa<strong>del</strong>la.<br />

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Primavera Primi | 181<br />

Risotto mantecato al basilico e triglie<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

320 g <strong>di</strong> riso Vialone Nano<br />

20 g <strong>di</strong> cipolla bianca<br />

mezzo bicchiere <strong>di</strong> vino bianco<br />

uno spicchio d’aglio<br />

4 triglie da 500 g<br />

timo<br />

brodo <strong>di</strong> triglie<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per il pesto <strong>le</strong>ggero<br />

4 mazzi <strong>di</strong> basilico<br />

50 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

ghiaccio<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Pulire <strong>le</strong> triglie; con <strong>le</strong> lische e <strong>le</strong> teste fare un brodo da tenere da parte<br />

pronto in ebollizione.<br />

In una casseruola tostare il riso con olio e cipolla, bagnarlo con il vino bianco,<br />

lasciarlo evaporare e unire il brodo bol<strong>le</strong>nte opportunamente filtrato.<br />

Portare a cottura il risotto; nel frattempo emulsionare con un piccolo<br />

frullatore a immersione l’olio, il ghiaccio e il basilico.<br />

A parte sfi<strong>le</strong>ttare <strong>le</strong> triglie e dorar<strong>le</strong> in pa<strong>del</strong>la con olio e aglio per pochi<br />

secon<strong>di</strong> da ambo i lati. Fare attenzione a eliminare <strong>le</strong> squame. Per evitare<br />

che la pel<strong>le</strong> si attacchi, utilizzare una pa<strong>del</strong>la antiaderente in ceramica<br />

ben calda. Disporre <strong>le</strong> triglie dalla parte <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> e non toccare i<br />

fi<strong>le</strong>tti per 2 minuti. A questo punto girarli e dopo pochi secon<strong>di</strong> servirli.<br />

Portato il risotto a cottura, togliere dal fuoco e mantecare con il pesto<br />

<strong>le</strong>ggero, <strong>di</strong>sporre sul piatto e adagiarvi sopra <strong>le</strong> triglie, ultimare con<br />

il timo fresco.<br />

Suggerimento<br />

Per migliorare la conservazione <strong>del</strong><strong>le</strong> triglie una volta sfi<strong>le</strong>ttate, tener<strong>le</strong><br />

in frigorifero avvolte in carta assorbente umida. Per ottenere un brodo<br />

più gustoso, una volta tostate <strong>le</strong> lische nel fondo <strong>di</strong> cottura (il brodo),<br />

unire acqua fredda e ghiaccio: lo sbalzo termico fa fuoriuscire maggiore<br />

sapore dal<strong>le</strong> teste.<br />

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182 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Risotto mantecato<br />

con albicocche secche e ricotta<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

300 g <strong>di</strong> riso Carnaroli<br />

60 g <strong>di</strong> albicocche secche<br />

150 g <strong>di</strong> ricotta <strong>di</strong> pecora<br />

150 g <strong>di</strong> prugne secche<br />

basilico<br />

un bicchiere <strong>di</strong> vino bianco<br />

brodo vegeta<strong>le</strong><br />

alga nori<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong> iodato<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Cuocere il risotto alla maniera classica, con un fondo <strong>di</strong> olio e cipolla,<br />

bagnare con il vino e cuocere con il brodo bol<strong>le</strong>nte aggiungendone<br />

poco alla volta. A fine cottura unire <strong>le</strong> albicocche secche rinvenute nel<br />

vino bianco.<br />

Miscelare la ricotta al basilico e unirla sul piatto alla fine, assieme al<strong>le</strong><br />

prugne secche tagliate à la julienne; decorare con <strong>le</strong> alghe nori.<br />

Nota<br />

Questa ricetta con <strong>le</strong> alghe ha un e<strong>le</strong>vato quantitativo <strong>di</strong> io<strong>di</strong>o.<br />

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Primavera Primi | 183<br />

Risotto mantecato con seppie<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per il risotto<br />

320 g <strong>di</strong> riso Carnaroli<br />

40 g <strong>di</strong> cipolla bianca<br />

300 g <strong>di</strong> seppie<br />

15 cl <strong>di</strong> vino bianco<br />

1 litro <strong>di</strong> brodo pesce<br />

prezzemolo<br />

menta fresca<br />

aglio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per il risotto: in una casseruola con un po’ d’olio rosolare la cipolla tritata<br />

e l’aglio, aggiungere <strong>le</strong> seppie tagliate à la julienne (da cui avrete<br />

pre<strong>le</strong>vato la sacca <strong>del</strong> nero), poi unire il riso; tostare per qualche minuto,<br />

bagnare con vino bianco, lasciare evaporare e continuare la cottura<br />

con il brodo bol<strong>le</strong>nte, unito poco alla volta. A fine cottura fuori dal fuoco,<br />

mantecare con un filo <strong>di</strong> olio extravergine e prezzemolo tritato.<br />

Per <strong>le</strong> verdure: saltare <strong>le</strong> zucchine tagliate à la julienne in pa<strong>del</strong>la con<br />

olio, lasciando<strong>le</strong> croccanti. Tagliare la cipolla à la julienne, infarinarla,<br />

eliminare la farina in eccesso e friggerla in olio bol<strong>le</strong>nte. Emulsionare il<br />

nero <strong>di</strong> seppia, l’olio, il crescione e il sa<strong>le</strong>.<br />

Disporre il risotto al centro <strong>del</strong> piatto, sistemare <strong>le</strong> zucchine e la cipolla<br />

croccante, ultimare con un giro d’emulsione. Decorare con la menta fresca.<br />

Suggerimento<br />

Per <strong>le</strong> verdure croccanti<br />

300 g <strong>di</strong> zucchine<br />

250 g <strong>di</strong> cipolla bianca<br />

40 g <strong>di</strong> farina 00<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Per l’emulsione<br />

10 g <strong>di</strong> crescione<br />

5 g <strong>di</strong> nero <strong>di</strong> seppia<br />

60 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

In alternativa al nero <strong>di</strong> seppia si può accompagnare il piatto con un’emulsione<br />

<strong>di</strong> olio e prezzemolo.<br />

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184 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Primavera<br />

Spaghetti con asparagi e fiori <strong>di</strong> zucca<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

500 g <strong>di</strong> spaghetti <strong>di</strong> Gragnano<br />

2 mazzi d’asparagi<br />

150 g <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> zucca<br />

80 g <strong>di</strong> pecorino fresco<br />

erba cipollina<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Cuocere gli spaghetti <strong>di</strong> Gragnano in acqua bol<strong>le</strong>nte salata.<br />

In una pa<strong>del</strong>la con olio dorare la parte centra<strong>le</strong> degli asparagi, riservando<br />

<strong>le</strong> punte a parte, continuare la cottura con poca acqua.<br />

Cuocere a parte brevemente <strong>le</strong> punte <strong>di</strong> asparago. Poi tagliare una parte<br />

degli asparagi con il pelapatate in modo da ottenere dei filamenti cru<strong>di</strong>.<br />

Mantecare nella pa<strong>del</strong>la la pasta con gli asparagi aggiungendo acqua<br />

<strong>di</strong> cottura, unire fuori dal fuoco il pecorino e l’erba cipollina, ultimare<br />

con i fiori <strong>di</strong> zucca fritti in olio extravergine e gli asparagi cru<strong>di</strong> a filamenti.<br />

Suggerimento<br />

Aggiungere a fine cottura degli asparagi tagliati a picco<strong>le</strong> fettuccine con<br />

l’aiuto <strong>di</strong> un pelapatate conservati in acqua fredda e limone, in modo da<br />

avere nel piatto un’altra consistenza.<br />

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Primavera Primi | 185<br />

Zuppa <strong>di</strong> zucca con pane e calamari<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

600 g <strong>di</strong> zucca<br />

150 g <strong>di</strong> calamari<br />

200 g <strong>di</strong> pane <strong>di</strong> semola<br />

4 coste <strong>di</strong> sedano<br />

basilico<br />

uno spicchio d’aglio<br />

rosmarino fresco<br />

4 cucchiai <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong> iodato<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In una casseruola dorare la zucca tagliata a cubetti con olio e sedano,<br />

unire <strong>del</strong>l’acqua e portare avanti in cottura, frullare.<br />

A parte spa<strong>del</strong>lare per pochi minuti con olio ben caldo e aglio i calamari<br />

tagliati à la julienne.<br />

In pa<strong>del</strong>la dorare con olio e rosmarino il pane a cubetti.<br />

Disporre al centro <strong>del</strong> piatto la crema <strong>di</strong> zucca, unire i calamari, ultimare<br />

con basilico, pane e ciuffi <strong>di</strong> sedano sottili tagliati con il pelapatate.<br />

Suggerimento<br />

Per ottenere dei ricci <strong>di</strong> sedano tagliare <strong>le</strong> coste con il pelapatate e riservarli<br />

in acqua e ghiaccio.<br />

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186 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Zuppa tiepida ai peperoni rossi<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

3 peperoni rossi<br />

un cipollotto<br />

semi <strong>di</strong> finocchio<br />

100 g <strong>di</strong> prosciutto crudo<br />

500 g <strong>di</strong> pomodorini <strong>di</strong> collina in scatola<br />

2 fette <strong>di</strong> pan carré al pomodoro<br />

basilico<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

In casseruola soffriggere il cipollotto con olio, unire i peperoni tagliati a<br />

mirepoix (cioè a cubetti <strong>di</strong> 3 mm <strong>di</strong> lato), il prosciutto à la julienne, i semi<br />

<strong>di</strong> finocchio, i pomodorini <strong>di</strong> collina, dorare, unire poca acqua, portare a<br />

cottura, aggiustare <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>, aggiungere qualche foglia <strong>di</strong> basilico, frullare<br />

con un minipimer e infine passare al colino.<br />

Stendere col matterello il pane in cassetta, tagliare a fettuccina e mettere<br />

su una placca da forno all’interno <strong>di</strong> cerchietti <strong>di</strong> acciaio inox per<br />

dargli forma <strong>di</strong> coroncina, infornare a 180° per 5 minuti insieme ad alcune<br />

fettine <strong>di</strong> peperone rosso, tagliate sottili per il senso <strong>del</strong>la larghezza.<br />

Composizione: con l’aiuto <strong>di</strong> un mestolo o un dosasalsa, versare in una<br />

doppia coppa martini, posizionare stesa al centro la fettina <strong>di</strong> peperone<br />

<strong>di</strong>sidratata, ultimare con il cerchietto croccante <strong>di</strong> pane al pomodoro.<br />

Suggerimento<br />

Questa zuppa può essere servita tiepida o fredda, come alternativa estiva.<br />

Per variare con forme e colori servirla nei bicchieri da cocktail o pirami<strong>di</strong><br />

in vetro, in modo da evidenziare il rosso intenso.<br />

È interessante la tecnica <strong>di</strong> preparazione e presentazione <strong>del</strong> pane in<br />

cassetta: ultizzare quello fresco grande, per tramezzini.<br />

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Estate Primi | 187<br />

Fusilloni al pesto <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong><br />

alla siciliana<br />

20 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> fusilloni<br />

300 g <strong>di</strong> pomodori pachino<br />

120 g <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong> pelate<br />

120 g <strong>di</strong> tonno sott’olio<br />

90 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

40 g <strong>di</strong> basilico<br />

uno spicchio d’aglio<br />

60 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare i pomodorini a metà, metterli in una teglia con poco olio, salare<br />

e far rosolare in forno a 200° per 10-12 minuti, fino a che non si coloriscono<br />

<strong>le</strong>ggermente e si <strong>di</strong>sidratano. Togliere dal forno e farli raffreddare.<br />

Nel frattempo in una ciotola unire <strong>le</strong> mandor<strong>le</strong> con <strong>le</strong> foglie <strong>di</strong> basilico, il<br />

tonno sgocciolato e l’aglio privato <strong>del</strong>l’anima centra<strong>le</strong>, quin<strong>di</strong> più <strong>di</strong>geribi<strong>le</strong>.<br />

Mettere il composto nel bocca<strong>le</strong> <strong>di</strong> un frullatore b<strong>le</strong>nder, unire 60<br />

grammi d’olio poco alla volta azionando la macchina a impulsi, fino a ottenere<br />

un composto cremoso e liscio. Procedere allo stesso modo anche<br />

con i pomodori, con 30 grammi d’olio, rendendoli in purea. Porre il tutto<br />

in una ciotola e aggiungere il parmigiano grattugiato, mescolando bene<br />

per avere un composto omogeneo. In una pa<strong>del</strong>la con abbondante acqua<br />

bol<strong>le</strong>nte salata cuocere i fusilloni, mantenendoli piuttosto al dente;<br />

scolare e versare in un recipiente rigorosamente fuori dal fuoco, unire la<br />

salsa. Stemperare il pesto al tonno con poca acqua <strong>di</strong> cottura <strong>del</strong>la pasta,<br />

con<strong>di</strong>re e servire.<br />

La salsa così preparata si conserverà per 5 giorni in frigorifero in un vasetto<br />

ermetico coperta con un <strong>le</strong>ggero strato <strong>di</strong> olio in superficie che fungerà<br />

da antiossidante. È possibi<strong>le</strong> conservare il pesto in congelatore sud<strong>di</strong>videndolo<br />

in picco<strong>le</strong> quantità, così da poter scongelare solamente quello necessario<br />

all’occorrenza: ideali sono i sacchetti per fare i cubetti <strong>di</strong> ghiaccio.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa al tonno sott’olio, per ottenere una salsa più <strong>del</strong>icata si<br />

può utilizzare il tonno fresco crudo, che ovviamente deve essere consumato<br />

in giornata.<br />

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188 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Insalata <strong>di</strong> pasta al pesto <strong>di</strong> rucola<br />

e mazzancol<strong>le</strong><br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> farfal<strong>le</strong> <strong>di</strong> semola <strong>di</strong> grano duro<br />

4 mazzi <strong>di</strong> rucola<br />

600 g <strong>di</strong> mazzancol<strong>le</strong><br />

uno spicchio d’aglio<br />

300 g <strong>di</strong> pomodorini ciliegina<br />

4 coste <strong>di</strong> sedano<br />

ghiaccio<br />

mezzo bicchiere <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Estate<br />

Per il pesto: tagliuzzare la rucola e metterla nel mortaio con olio e ghiaccio,<br />

pestare fino a ottenere una crema, in alternativa frullare con il minipimer.<br />

Eliminare la testa e gli anelli <strong>del</strong> carapace <strong>del</strong><strong>le</strong> mazzancol<strong>le</strong>, lasciando<br />

la coda, incidere la parte dorsa<strong>le</strong> con un coltellino ed eliminare il bu<strong>del</strong>lo.<br />

Lasciare da parte su carta panno.<br />

Cuocere <strong>le</strong> farfal<strong>le</strong> in abbondante acqua bol<strong>le</strong>nte salata, scolar<strong>le</strong> al dente<br />

e por<strong>le</strong> in acqua e ghiaccio in modo da raffreddar<strong>le</strong> rapidamente, irrorare<br />

con poco olio.<br />

Dorare <strong>le</strong> mazzancol<strong>le</strong> in pa<strong>del</strong>la calda con olio e aglio, salare e mettere<br />

da parte.<br />

Mettere <strong>le</strong> farfal<strong>le</strong> in un recipiente, versare il pesto, unire alcuni pomodorini,<br />

regolare <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>. Poi aggiungere un’emulsione ottenuta amalgamando<br />

i rimanenti pomodorini tagliati in quattro con sa<strong>le</strong> e olio e concludere<br />

con <strong>le</strong> mazzancol<strong>le</strong>. Si avrà un gradevo<strong>le</strong> contrasto <strong>di</strong> temperatura<br />

tra <strong>le</strong> mazzancol<strong>le</strong> calde e la pasta a temperatura ambiente.<br />

Suggerimento<br />

Questa pasta valorizza il suo sapore conservata un giorno in frigorifero,<br />

ben coperta con pellicola trasparente.<br />

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Estate Primi | 189<br />

Maccheroncini in salsa me<strong>di</strong>terranea<br />

<strong>di</strong> ventresca <strong>di</strong> tonno<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

320 g <strong>di</strong> maccheroncini<br />

120 g <strong>di</strong> pomodori<br />

40 g <strong>di</strong> olive ver<strong>di</strong><br />

20 g <strong>di</strong> prezzemolo<br />

200 g <strong>di</strong> ventresca <strong>di</strong> tonno<br />

15 cl <strong>di</strong> vino bianco<br />

80 g <strong>di</strong> carote<br />

50 g <strong>di</strong> sedano<br />

100 g <strong>di</strong> melanzane<br />

5 g <strong>di</strong> aglio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Pulire la ventresca dal grasso in eccesso e farla bollire in 1 litro d’acqua<br />

con 25 grammi <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> grosso per 2 minuti. Asciugarla e metterla in pa<strong>del</strong>la<br />

con un filo d’olio, l’aglio in camicia, <strong>le</strong> olive e <strong>le</strong> verdure tritate molto<br />

picco<strong>le</strong>, tranne i pomodori. Quando la ventresca comincia a rompersi<br />

a pezzettini, sfumare con il vino e, quando è quasi evaporato, aggiungere<br />

i pomodori precedentemente sbol<strong>le</strong>ntati e privati <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> e dei<br />

semi e continuare la cottura per altri 10 minuti. Cuocere la pasta al dente,<br />

versare in pa<strong>del</strong>la con ancora <strong>del</strong>l’acqua <strong>di</strong> cottura e far consumare.<br />

Quando la salsa comincia ad amalgamarsi, spruzzare una macinata <strong>di</strong><br />

prezzemolo tritato.<br />

Nota<br />

La pancia <strong>del</strong> tonno è una parte molto richiesta nel mercato orienta<strong>le</strong><br />

dove viene utilizzata per il sushi, è molto sapida e si presta a cotture in<br />

pa<strong>del</strong>la grazie alla buona percentua<strong>le</strong> <strong>di</strong> grasso.<br />

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190 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Spaghetti alla chitarra fred<strong>di</strong><br />

con bottarga <strong>di</strong> tonno<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

250 g <strong>di</strong> farina<br />

un uovo intero<br />

2 tuorli<br />

60 g <strong>di</strong> bottarga <strong>di</strong> tonno<br />

150 g <strong>di</strong> cuore <strong>di</strong> sedano<br />

100 g <strong>di</strong> pomodorini<br />

ghiaccio<br />

50 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Estate<br />

Per la pasta: mescolare la farina con 6 cl d’acqua, un uovo intero e due<br />

rossi, un pizzico <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>. Impastare e, quando risulterà liscia, avvolgere<br />

nella pellicola e riporre in frigo per 30 minuti circa. Stendere la pasta e<br />

con l’aiuto <strong>del</strong>la chitarra fare gli spaghetti.<br />

Sbianchire i pomodorini, eliminare la pel<strong>le</strong> e i semi e farne una dadolata.<br />

Eliminare i filamenti esterni <strong>del</strong> sedano, schiacciare e tagliare a cubetti.<br />

Cuocere la pasta e, a cottura quasi ultimata, raffreddare in acqua e ghiaccio.<br />

A parte in una pa<strong>del</strong>la dorare i pomodori e il sedano a cubetti con olio,<br />

raffreddare, aggiungere gli spaghetti e mescolare, grattugiarvi sopra la<br />

bottarga.<br />

Suggerimento<br />

Questa pasta può essere servita sia calda che fredda, l’importante è utilizzare<br />

la bottarga a crudo.<br />

Per avere un retrogusto più <strong>del</strong>icato si può utilizzare la bottarga <strong>di</strong> muggine.<br />

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Secon<strong>di</strong><br />

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Autunno Secon<strong>di</strong> | 193<br />

Agnello cotto in foglia <strong>di</strong> vite,<br />

patate e mosto d’uva<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

12 costo<strong>le</strong>tte <strong>di</strong> carré d’agnello<br />

300 g <strong>di</strong> foglie <strong>di</strong> vite<br />

500 g <strong>di</strong> patate<br />

2 spicchi d’aglio<br />

300 g <strong>di</strong> verza<br />

mosto d’uva<br />

ghiaccio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare <strong>le</strong> costo<strong>le</strong>tte d’agnello, avvolger<strong>le</strong> nel<strong>le</strong> foglie <strong>di</strong> vite già scottate<br />

per pochi secon<strong>di</strong> in acqua bol<strong>le</strong>nte e raffreddate velocemente in acqua<br />

e ghiaccio.<br />

Bollire <strong>le</strong> patate, tagliar<strong>le</strong> a cubetti, spa<strong>del</strong>lar<strong>le</strong> con olio e aglio. Toglier<strong>le</strong><br />

dal fuoco e dare forma con un semplice stampino, decorando con<br />

lattuga à la julienne.<br />

Cuocere l’agnello in forno a 150° per 15 minuti.<br />

Composizione: <strong>di</strong>sporre al centro <strong>del</strong> piatto <strong>le</strong> patate, adagiarvi sopra <strong>le</strong><br />

costo<strong>le</strong>tte d’agnello, ultimare con un giro <strong>di</strong> mosto d’uva, olio extravergine,<br />

sa<strong>le</strong> fino o me<strong>di</strong>o.<br />

Suggerimento<br />

Si possono acquistare <strong>le</strong> foglie <strong>di</strong> vite anche in salamoia, vanno passate<br />

in acqua corrente e poi si può procedere come per quel<strong>le</strong> fresche.<br />

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194 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

A<strong>le</strong>tte <strong>di</strong> pollo ripiene al<strong>le</strong> castagne,<br />

glassate al mie<strong>le</strong><br />

3 ore e mezza<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> a<strong>le</strong>tte <strong>di</strong> pollo<br />

150 g <strong>di</strong> castagne cotte al natura<strong>le</strong><br />

100 g <strong>di</strong> guancia<strong>le</strong><br />

Per la finitura<br />

40 g <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> sesamo<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

In una casseruola unire tutti gli ingre<strong>di</strong>enti per la glassa, portare a<br />

ebollizione e continuare la cottura facendo ridurre il composto <strong>di</strong> due<br />

terzi rispetto al volume inizia<strong>le</strong>. Coprire e lasciare raffreddare a temperatura<br />

ambiente.<br />

Con un coltello in corrispondenza <strong>del</strong>la giuntura <strong>del</strong><strong>le</strong> ossa tagliare <strong>le</strong><br />

a<strong>le</strong>tte a metà, poi con <strong>le</strong> mani staccare la polpa dall’osso, lasciando solo<br />

l’ultima parte, e rivoltarla al contrario, facendo andare la pel<strong>le</strong> all’interno<br />

e la carne che prima era attaccata all’osso all’esterno. Rimuovere<br />

con una mannaia la parte estrema <strong>del</strong>l’osso. Farcire ora la sacca che si<br />

è creata con un trito <strong>di</strong> guancia<strong>le</strong> e castagne bollite in acqua con foglie<br />

<strong>di</strong> lauro e sa<strong>le</strong>. Mettere in un vassoio con carta da forno e in congelatore<br />

per 40-50 minuti. Quando sono ben fredde, passar<strong>le</strong> nella glassa<br />

facendo attenzione a non sporcare l’osso; adagiare su una griglia e far<br />

asciugare in frigorifero per 2 ore. Ripetere l’operazione un paio <strong>di</strong> volte<br />

al fine <strong>di</strong> consolidare lo strato <strong>di</strong> glassa esterno. Posizionare la griglia<br />

con <strong>le</strong> ali su una placca, cospargere con semi <strong>di</strong> sesamo e procedere alla<br />

cottura (mettere uno strato <strong>di</strong> acqua nella placca al fine <strong>di</strong> evitare che<br />

la glassa, colando, bruci a contatto con la placca rovente). Coprire per i<br />

primi 10 minuti <strong>di</strong> cottura con la carta stagnola per proteggere <strong>le</strong> ossa<br />

da una colorazione esagerata e cuocere in forno a 160° per 13-15 minuti.<br />

Lasciare riposare alcuni minuti poi servire ancora calde.<br />

Suggerimento<br />

Per la glassa<br />

100 g <strong>di</strong> mie<strong>le</strong> <strong>di</strong> castagno<br />

100 g <strong>di</strong> mie<strong>le</strong> <strong>di</strong> acacia<br />

10 cl <strong>di</strong> aceto <strong>di</strong> vino bianco<br />

3 g <strong>di</strong> peperoncino rosso fresco<br />

sa<strong>le</strong><br />

In alternativa all’a<strong>le</strong>tta <strong>di</strong> pollo si può utilizzare la sovracoscia <strong>di</strong>sossata,<br />

farcita con gli stessi ingre<strong>di</strong>enti, chiusa con <strong>del</strong>lo spago da cucina e cotta<br />

allo stesso modo.<br />

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Autunno Secon<strong>di</strong> | 195<br />

Baccalà con ravioli <strong>di</strong> patate<br />

e olive nere<br />

2 ore<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per il baccalà<br />

600 g <strong>di</strong> baccalà<br />

200 g <strong>di</strong> porri<br />

2 g <strong>di</strong> lauro<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Per i ravioli <strong>di</strong> patate<br />

200 g <strong>di</strong> patate crude a fettine<br />

350 g <strong>di</strong> patate <strong>le</strong>ssate<br />

15 g <strong>di</strong> salvia<br />

100 g <strong>di</strong> tuorli<br />

8 g <strong>di</strong> capperi<br />

50 g <strong>di</strong> pecorino sardo<br />

10 g <strong>di</strong> bottarga <strong>di</strong> tonno<br />

farina<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per la salsa tapenade <strong>di</strong> olive nere<br />

100 g <strong>di</strong> olive nere<br />

1 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

timo<br />

20 g <strong>di</strong> pinoli<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per la guarnizione<br />

80 g <strong>di</strong> pomodori can<strong>di</strong>ti (ve<strong>di</strong> p. 96)<br />

Mettere nella casseruola abbondante olio d’oliva extravergine in<br />

modo da ottenere una cottura a bassa temperatura, aggiungere i porri<br />

tagliati a pezzi lunghi 8 cm e tagliati anche a metà nel senso <strong>del</strong>la<br />

lunghezza, il lauro; portare il tutto a 110°, quin<strong>di</strong> togliere dal fuoco e<br />

immergervi il baccalà tagliato a pezzi, rimettere sul fuoco regolato<br />

al minimo per 10 minuti, quin<strong>di</strong> togliere la casseruola dal fuoco e lasciar<br />

raffreddare.<br />

Nel frattempo con<strong>di</strong>re <strong>le</strong> patate <strong>le</strong>ssate e schiacciate con la forchetta,<br />

con il tuorlo, i capperi tritati, il pecorino a da<strong>di</strong>ni e la bottarga <strong>di</strong> tonno<br />

grattugiata.<br />

Distendere <strong>le</strong> fettine <strong>di</strong> patate crude sul tavolo, spolverar<strong>le</strong> con un velo<br />

finissimo <strong>di</strong> farina, mettere sopra a ognuna una fogliolina <strong>di</strong> salvia, un<br />

po’ <strong>di</strong> ripieno, quin<strong>di</strong> chiudere con un’altra fettina <strong>di</strong> patata; lasciare riposare<br />

il tutto per 5 minuti in modo che la farina con l’umi<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>la<br />

patata formi una specie <strong>di</strong> colla, quin<strong>di</strong> frigger<strong>le</strong> a 180° fino a doratura;<br />

scolar<strong>le</strong> su carta assorbente, salare.<br />

Mettere in un mortaio <strong>le</strong> olive nere con il resto degli ingre<strong>di</strong>enti per la<br />

salsa tapenade, quin<strong>di</strong> ridurre il tutto in purea; raccogliere il composto<br />

in una ciotola e con<strong>di</strong>rlo con l’olio d’oliva extravergine.<br />

Per la composizione fina<strong>le</strong> <strong>del</strong> piatto, <strong>di</strong>sporre il baccalà nel centro <strong>del</strong><br />

piatto, accompagnandolo con un pomodoro can<strong>di</strong>to e un pezzetto <strong>di</strong><br />

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196 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Autunno<br />

porro cotto; salsare con la tapenade, e contornare il tutto con 5 ravioli<br />

<strong>di</strong> patate. Decorare con qualche oliva nera intera e la foglia <strong>di</strong> lauro<br />

utilizzata per la cottura <strong>del</strong> baccalà.<br />

Suggerimento<br />

La cottura in olio a bassa temperatura valorizza al massimo <strong>le</strong> caratteristiche<br />

organo<strong>le</strong>ttiche <strong>del</strong> pesce, preservando la caduta <strong>del</strong>l’albumina e<br />

mantenendo tutti i valori nutrizionali.<br />

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Autunno Secon<strong>di</strong> | 197<br />

Carré <strong>di</strong> agnello con acini d’uva<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

4 pezzi <strong>di</strong> carré <strong>di</strong> agnello a 4 coste cadauno<br />

100 g <strong>di</strong> acini d’uva nera<br />

100 g <strong>di</strong> acini d’uva bianca<br />

800 g <strong>di</strong> patate<br />

300 g <strong>di</strong> lattuga<br />

vino marsala<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Dorare il carré <strong>di</strong> agnello in pa<strong>del</strong>la con poco olio.<br />

Bollire <strong>le</strong> patate, tagliar<strong>le</strong> a cubetti e spa<strong>del</strong>lar<strong>le</strong> in una pa<strong>del</strong>la con la<br />

lattuga tagliata à la julienne, aggiustare <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>.<br />

Mentre l’agnello è in cottura, unire gli acini d’uva e alla fine irrorare con<br />

il marsala.<br />

Composizione: su un piatto <strong>di</strong> servizio <strong>di</strong>sporre <strong>le</strong> patate dando loro forma<br />

<strong>di</strong> quenel<strong>le</strong> (picco<strong>le</strong> polpette) aiutandosi con due cucchiai, unire l’agnello<br />

tranciato al momento con la sua salsa.<br />

Suggerimento<br />

Il carré d’agnello è la parte <strong>del</strong><strong>le</strong> costo<strong>le</strong>tte non ancora <strong>di</strong>vise; in questo<br />

caso per rendere ancora più morbida la carne cuocerla a monoporzioni<br />

<strong>di</strong> 4 coste e tagliarla al momento.<br />

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198 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Cubismo <strong>di</strong> pesce con emulsione<br />

<strong>di</strong> finocchi<br />

3 ore<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

200 g <strong>di</strong> pesce spada<br />

300 g <strong>di</strong> tonno<br />

300 g <strong>di</strong> rana pescatrice<br />

500 g <strong>di</strong> pomodori ramati<br />

200 g <strong>di</strong> finocchi a cubetto<br />

100 g <strong>di</strong> olive taggiasche<br />

70 g <strong>di</strong> capperi<br />

origano<br />

un limone<br />

4 fiori <strong>di</strong> zucca<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Sfi<strong>le</strong>ttare il pesce e ricavare dei cubi <strong>di</strong> 5 cm <strong>di</strong> lato. Con<strong>di</strong>re con olio,<br />

sa<strong>le</strong> e pepe. Avvolgere la rana pescatrice nei fiori <strong>di</strong> zucca, spolverare con<br />

semi <strong>di</strong> sesamo, scottare in pa<strong>del</strong>la antiaderente con poco olio e finire in<br />

forno caldo a 180°.<br />

Tagliare <strong>le</strong> carote, <strong>le</strong> zucchine e il porro a tagliolini con l’aiuto <strong>di</strong> un pelapatate,<br />

sbianchirli in acqua e sa<strong>le</strong> per pochi secon<strong>di</strong>, saltare in pa<strong>del</strong>la,<br />

aggiustare <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>.<br />

Friggere per pochi secon<strong>di</strong> i pomodorini, scolarli e passarli nell’origano.<br />

Bollire il riso in acqua salata, scolarlo, con<strong>di</strong>rlo con finocchio selvatico e<br />

olio e metterlo in stampini monodose.<br />

Fare un’emulsione <strong>di</strong> finocchi stufandoli con olio, sa<strong>le</strong> e succo <strong>di</strong> limone<br />

a fiamma bassa, poi frullare il tutto. A fine cottura versare l’emulsione<br />

sul fondo <strong>del</strong> piatto, unire pomodori a cubetti, capperi, olive, origano e<br />

un giro d’olio.<br />

Appassire i pomodori ramati in forno a 70° con olio extravergine, sa<strong>le</strong> e<br />

finocchio selvatico, per 3 ore, poi privarli <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> esterna.<br />

Scottare il pesce in pa<strong>del</strong>la: 2 minuti per lato il pesce spada e la rana<br />

pescatrice, un minuto per lato il tonno.<br />

Disporre tutti gli e<strong>le</strong>menti a scacchiera su un piatto quadrato, alternando<br />

con il pesce.<br />

Suggerimento<br />

10 g <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> sesamo<br />

2 carote<br />

un porro<br />

2 zucchine<br />

100 g <strong>di</strong> pomodorini ciliegia<br />

150 g <strong>di</strong> riso basmati<br />

olio extravergine d’oliva<br />

finocchio selvatico<br />

sa<strong>le</strong><br />

Il pesce dev’essere freschissimo e tagliato tutto uniforme in modo da ponderare<br />

la cottura.<br />

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Autunno Secon<strong>di</strong> | 199<br />

Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> dentice croccante<br />

con purè <strong>di</strong> topinambur<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per il fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> dentice<br />

800 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> dentice<br />

80 g <strong>di</strong> semolino <strong>di</strong> frumento duro<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per il puré <strong>di</strong> topinambur<br />

400 g <strong>di</strong> topinambur<br />

uno spicchio d’aglio<br />

50 cl <strong>di</strong> latte intero fresco<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Pelare i topinambur, tagliarli a fette e metterli nella casseruola con lo<br />

spicchio d’aglio e il latte. Cuocere per 20 minuti circa con il fuoco al minimo.<br />

A fine cottura frullare il tutto e aggiustare <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>.<br />

Nel frattempo passare i fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> dentice nella semola, quin<strong>di</strong> dorarli nella<br />

pa<strong>del</strong>la antiaderente con olio, iniziando dalla parte <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong>. Scolare<br />

su carta assorbente, salare.<br />

Frullare il crescione, dopo averlo sbianchito e raffreddato in acqua e<br />

ghiaccio, con il resto degli ingre<strong>di</strong>enti, in modo da ottenere un pesto<br />

fine. Tagliare a lamelline sottili i topinambur per la guarnizione e friggerli<br />

in olio a 170° fino a renderli dorati e croccanti.<br />

Per la composizione fina<strong>le</strong>, <strong>di</strong>sporre il fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> dentice al centro <strong>del</strong> piatto,<br />

accompagnare con il purè <strong>di</strong> topinambur e il pesto <strong>di</strong> crescione; guarnire<br />

con ciuffi <strong>di</strong> crescione, fiori eduli e i topinambur croccanti.<br />

Nota<br />

Per il pesto <strong>di</strong> crescione<br />

100 g <strong>di</strong> crescione<br />

30 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong><br />

ghiaccio<br />

20 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

Per la guarnizione<br />

fiori eduli o germogli freschi<br />

100 g <strong>di</strong> topinambur<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Il topinambur è un tubero famoso per la proprietà <strong>di</strong> combattere il co<strong>le</strong>sterolo;<br />

in cucina lo si può trattare come una norma<strong>le</strong> patata.<br />

Terminata la cottura, eliminare lo spicchio d’aglio. Se non si trovano fiori<br />

eduli o germogli, si può farne a meno.<br />

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200 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> suino con castagne,<br />

porcini e tartufo nero<br />

3o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> suino<br />

300 g <strong>di</strong> castagne<br />

4 funghi porcini <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>mensione<br />

2 foglie <strong>di</strong> lauro<br />

50 g <strong>di</strong> tartufo nero (o scorzone)<br />

uno spicchio d’aglio<br />

rosmarino<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Cuocere il fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> suino tagliato a medaglioni alti 3 cm, in pa<strong>del</strong>la ben<br />

calda con olio e rosmarino.<br />

A parte dorare in pa<strong>del</strong>la con olio, aglio intero (che poi verrà eliminato) i<br />

funghi porcini tagliati a lamel<strong>le</strong>.<br />

In acqua bol<strong>le</strong>nte e foglie <strong>di</strong> lauro cuocere <strong>le</strong> castagne sbucciate, dopo la<br />

cottura togliere anche la pellicina e unire al fi<strong>le</strong>tto in pa<strong>del</strong>la.<br />

Disporre al centro <strong>del</strong> piatto <strong>le</strong> castagne, adagiare il fi<strong>le</strong>tto, unire i funghi<br />

e il tartufo nero tagliato al momento.<br />

Suggerimento<br />

Per rendere i funghi croccanti cuocerli in pa<strong>del</strong>la ben calda e unire il<br />

sa<strong>le</strong> a fine cottura. Per mantenere morbido il fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> suino cuocerlo 4<br />

minuti per lato.<br />

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Autunno Secon<strong>di</strong> | 201<br />

Medaglioni <strong>di</strong> maia<strong>le</strong> con topinambur<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

700 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> maia<strong>le</strong><br />

400 g <strong>di</strong> topinambur<br />

100 g <strong>di</strong> cavolini <strong>di</strong> Bruxel<strong>le</strong>s<br />

3 carote<br />

4 cucchiai <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

timo<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Dorare il fi<strong>le</strong>tto tagliato a medaglioni in pa<strong>del</strong>la, dopo averlo salato. A<br />

parte dorare in olio il topinambur privato <strong>del</strong>la buccia esterna e tagliato<br />

a ron<strong>del</strong><strong>le</strong> sottili, e separatamente spa<strong>del</strong>lare i cavo<strong>le</strong>tti in casseruola<br />

con poco olio, poi unire acqua e continuare la cottura.<br />

In una pa<strong>del</strong>la dorare <strong>del</strong><strong>le</strong> carote tagliate à la julienne con poco olio.<br />

Disporre a fondo piatto i cavolini <strong>di</strong> Bruxel<strong>le</strong>s, adagiare i medaglioni <strong>di</strong><br />

suino, ultimare con il topinambur, carote e timo.<br />

Nota<br />

Il topinambur ha <strong>di</strong>verse proprietà: ha un altissimo contenuto <strong>di</strong> inulina,<br />

una particolare fibra altamente solubi<strong>le</strong>, a basso contenuto calorico,<br />

i piccoli fiori possono essere usati come insetticida natura<strong>le</strong>, perché<br />

hanno un profumo molto sgra<strong>di</strong>to agli insetti. La farina, che si trova nei<br />

negozi <strong>di</strong> alimenti naturali, aggiunta al 10% al<strong>le</strong> altre farine rende i preparati<br />

adatti ai <strong>di</strong>abetici.<br />

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202 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Medaglioni <strong>di</strong> manzo con salsa<br />

all’aceto balsamico e flan <strong>di</strong> spinaci<br />

4o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per i medaglioni<br />

800 g <strong>di</strong> controfi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> manzo<br />

olio extravergine d’oliva<br />

fondo <strong>di</strong> manzo<br />

15 cl <strong>di</strong> aceto balsamico<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per il flan<br />

500 g <strong>di</strong> spinaci freschi<br />

3 albumi d’uovo<br />

20 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> riso<br />

20 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

50 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

20 cl <strong>di</strong> latte<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Tagliare il controfi<strong>le</strong>tto a piccoli medaglioni, cuocerlo in pa<strong>del</strong>la calda<br />

con poco olio, bagnarlo con l’aceto balsamico e unire il fondo <strong>di</strong> manzo.<br />

Per il flan: tagliare finemente gli spinaci, stufarli in pa<strong>del</strong>la, eliminare<br />

l’acqua <strong>di</strong> cottura, unire una besciamella <strong>le</strong>ggera ottenuta con un roux<br />

<strong>di</strong> olio e farina <strong>di</strong> riso, aggiungere il latte e il parmigiano grattugiato.<br />

Incorporare alla fine l’albume d’uovo montato a neve, cuocere in appositi<br />

stampini monoporzione in forno a 170° per 15 minuti.<br />

Suggerimento<br />

Eliminare comp<strong>le</strong>tamente l’acqua <strong>di</strong> cottura rilasciata dagli spinaci fa sì<br />

che il flan non si smonti dopo cotto.<br />

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Autunno Secon<strong>di</strong> | 203<br />

Mela renetta con pesce spada<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

4 me<strong>le</strong> renette<br />

800 g <strong>di</strong> pesce spada<br />

timo fresco<br />

erba cipollina<br />

cerfoglio<br />

100 g <strong>di</strong> olive nere<br />

100 g <strong>di</strong> crusca <strong>di</strong> frumento<br />

5 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> arancia fresca<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Sbianchire in acqua bol<strong>le</strong>nte <strong>le</strong> me<strong>le</strong> tagliate a metà in senso longitu<strong>di</strong>na<strong>le</strong>.<br />

In pa<strong>del</strong>la ben calda con poco olio cuocere il pesce spada tagliato a medaglioni.<br />

Spa<strong>del</strong>lare <strong>le</strong> olive nere denocciolate con olio e succo <strong>di</strong> arancia, aggiungere<br />

<strong>le</strong> erbe aromatiche, ultimare con la crusca <strong>di</strong> frumento.<br />

Assemblare il piatto <strong>di</strong>sponendo in un piatto fondo una mezza mela,<br />

farcire con il pesce, chiudere a mo’ <strong>di</strong> coperchio con l’altra metà <strong>del</strong>la<br />

mela, ultimare con <strong>le</strong> olive.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa al pesce spada si può utilizzare una spigola o un’orata, ovviamente<br />

sfi<strong>le</strong>ttata.<br />

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204 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Mil<strong>le</strong>foglie <strong>di</strong> vitello con spinaci<br />

e olive nere<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> fesa <strong>di</strong> vitello<br />

400 g <strong>di</strong> spinaci freschi<br />

80 g <strong>di</strong> olive nere<br />

100 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

carote e amaranto<br />

erba cipollina<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Tagliare a metà <strong>le</strong> fettine <strong>di</strong> fesa <strong>di</strong> vitello dorando<strong>le</strong> velocemente in pa<strong>del</strong>la<br />

con poco olio.<br />

In un’altra pa<strong>del</strong>la dorare velocemente gli spinaci cru<strong>di</strong> con solo olio e<br />

olive nere, in modo da renderli croccanti.<br />

Tagliare il parmigiano a piccoli filamenti, che poi andranno a comporre<br />

uno degli strati <strong>del</strong> mil<strong>le</strong>foglie.<br />

Tagliare a mo’ <strong>di</strong> fettuccina <strong>le</strong> carote scottate in una piccola pentola con<br />

acqua bol<strong>le</strong>nte.<br />

A parte in casseruola cuocere l’amaranto con poco olio, portarlo avanti<br />

in cottura con poco brodo vegeta<strong>le</strong>.<br />

Assemblare sul piatto <strong>di</strong> portata mettendo alla base <strong>del</strong> piatto la fettina<br />

<strong>di</strong> carne, alternandola agli spinaci spa<strong>del</strong>lati e al parmigiano. Aggiungere<br />

<strong>le</strong> carote e l’erba cipollina fresca, ultimare il tutto con un filo d’olio e<br />

l’amaranto mantecato a mo’ <strong>di</strong> risotto con l’erba cipollina.<br />

Suggerimento<br />

L’effetto <strong>del</strong> dolce mil<strong>le</strong>foglie su un secondo piatto. In alternativa agli<br />

spinaci si possono usare verdure <strong>di</strong> stagione <strong>le</strong>ggermente spa<strong>del</strong>late.<br />

L’amaranto è un cerea<strong>le</strong> poco utilizzato: trattato come il riso, cuoce in<br />

pochi minuti.<br />

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Autunno Secon<strong>di</strong> | 205<br />

Scaloppine <strong>di</strong> vitello alla pizzaiola<br />

con funghi ed erbe aromatiche<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

700 g <strong>di</strong> fesa <strong>di</strong> vitello<br />

uno spicchio d’aglio<br />

400 g <strong>di</strong> pomodori ramati<br />

origano fresco<br />

200 g <strong>di</strong> funghi gallinacci<br />

200 g <strong>di</strong> funghi prataioli<br />

timo<br />

salvia<br />

30 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare la fesa <strong>di</strong> vitello a picco<strong>le</strong> fettine regolari, cuocere da ambo i lati<br />

in pa<strong>del</strong>la ben calda con olio.<br />

A parte preparare la salsa pizzaiola con il fondo <strong>di</strong> olio e aglio intero,<br />

unire i pomodori privi <strong>di</strong> pel<strong>le</strong> e semi. A cottura ultimata aggiungere<br />

l’origano, unire la carne alla salsa e continuare la cottura.<br />

Mondare e spa<strong>del</strong>lare i funghi con olio e aglio, regolare <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> e unire il timo.<br />

Per la composizione mettere al centro <strong>del</strong> piatto <strong>le</strong> scaloppine con la salsa,<br />

sopra i funghi croccanti e la salvia fritta.<br />

Suggerimento<br />

Per dar<strong>le</strong> un effetto croccante si può passare la carne nella farina <strong>di</strong> riso.<br />

Utilizzare l’origano fresco se reperibi<strong>le</strong>, altrimenti usare quello secco.<br />

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206 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Tagliata <strong>di</strong> manzo<br />

con i tre classici rivisitati<br />

3o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> controfi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> manzo<br />

salvia, rosmarino, timo<br />

50 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per il pesto <strong>di</strong> rucola<br />

150 g <strong>di</strong> insalata rucola<br />

50 g <strong>di</strong> pinoli tostati<br />

50 g <strong>di</strong> pane bianco a cubetti<br />

15 g <strong>di</strong> pecorino fresco<br />

100 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Preparare la fonduta <strong>di</strong> parmigiano: in una casseruola unire il latte e il<br />

formaggio grattugiato e portare a ebollizione molto <strong>le</strong>ntamente; quando<br />

bol<strong>le</strong> allontanare dalla fonte <strong>di</strong> calore, unire il tuorlo e frullare con il<br />

mixer a immersione, fino a ottenere un composto liscio e cremoso.<br />

Fare il pesto <strong>di</strong> rucola: nel bicchiere <strong>del</strong> frullatore unire tutti gli ingre<strong>di</strong>enti<br />

assieme e frullare fino a ottenere un composto omogeneo piuttosto grezzo.<br />

La riduzione <strong>di</strong> aceto balsamico: in una casseruola mettere tutti gli<br />

ingre<strong>di</strong>enti, portare a ebollizione e ridurre fino a ottenere un liquido<br />

sciropposo e denso.<br />

Pulire la costata <strong>di</strong> manzo togliendo la copertina superiore e <strong>le</strong> parti grasse<br />

in eccesso. Tagliare <strong>del</strong><strong>le</strong> fette <strong>del</strong>lo spessore <strong>di</strong> 4 cm, sistemar<strong>le</strong> su un<br />

vassoio e con<strong>di</strong>r<strong>le</strong> con sa<strong>le</strong>, olio e <strong>le</strong> erbe aromatiche; lasciare insaporire<br />

per qualche minuto. Cuocere sulla griglia non eccessivamente calda, da<br />

ambo i lati (temperatura al cuore <strong>di</strong> 55° per una cottura al sangue e <strong>di</strong> 60°<br />

per una cottura me<strong>di</strong>a). Terminata la cottura, mettere la carne in un piatto,<br />

coprire con la pellicola e far riposare per 3-4 minuti. Tagliare a fette<br />

<strong>del</strong>lo spessore <strong>di</strong> 1 cm e servire con <strong>le</strong> salse preparate.<br />

Suggerimento<br />

Per la fonduta <strong>di</strong> parmigiano<br />

200 g <strong>di</strong> parmigiano<br />

15 cl <strong>di</strong> latte fresco intero<br />

40 g <strong>di</strong> tuorli<br />

Per la riduzione <strong>di</strong> aceto balsamico<br />

20 cl <strong>di</strong> aceto balsamico<br />

40 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

lauro, chio<strong>di</strong> <strong>di</strong> garofano<br />

1 g <strong>di</strong> bacche <strong>di</strong> ginepro<br />

Lasciare riposare la carne cotta su un tagliere appoggiato sopra la placca<br />

da forno per alcuni minuti, per far depositare il sangue sul fondo e<br />

non servirlo in tavola.<br />

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Autunno Secon<strong>di</strong> | 207<br />

Trancio <strong>di</strong> rombo con olio alla vaniglia,<br />

funghi e patate<br />

50 minuti<br />

+ 2 ore per la macerazione<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

600 g <strong>di</strong> rombo chiodato<br />

200 g <strong>di</strong> funghi p<strong>le</strong>os<br />

200 g <strong>di</strong> patate novel<strong>le</strong><br />

100 g <strong>di</strong> scalogni freschi<br />

80 g <strong>di</strong> pomodori can<strong>di</strong>ti (ve<strong>di</strong> p. 96)<br />

100 g <strong>di</strong> rucola<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Scaldare l’olio a 60° al microonde, con dentro l’anice stellato e i baccelli<br />

<strong>di</strong> vaniglia aperti per il lungo e spolpati. Mantenere l’olio a 60° per<br />

30 minuti, quin<strong>di</strong> fare raffreddare e lasciare macerare per almeno 2 ore,<br />

trascorso ta<strong>le</strong> tempo eliminare <strong>le</strong> varie spezie e tener<strong>le</strong> da parte per la<br />

guarnitura <strong>del</strong> piatto.<br />

Insaporire i trancetti <strong>di</strong> rombo con sa<strong>le</strong> e l’olio alla vaniglia; scaldare<br />

la pa<strong>del</strong>la antiaderente e rosolarvi a fuoco vivace il pesce mettendolo<br />

nella pa<strong>del</strong>la dalla parte <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> scura; cuocere per 3 minuti, senza<br />

mai girare il pesce, poi rivoltarlo e cuocere per altri 2 minuti.<br />

Sbol<strong>le</strong>ntare <strong>le</strong> patate novel<strong>le</strong>, pulire i funghi e lo scalogno, quin<strong>di</strong> saltare<br />

tutto in pa<strong>del</strong>la con olio e sa<strong>le</strong>. Poi aggiungere i pomodori can<strong>di</strong>ti.<br />

Servire i trancetti <strong>di</strong> rombo adagiati sopra <strong>le</strong> verdure, guarnire con rucola<br />

fresca; insaporire con olio alla vaniglia, decorare il piatto con la bacca<br />

<strong>di</strong> vaniglia.<br />

Suggerimento<br />

Per l’olio alla vaniglia<br />

100 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

10 g <strong>di</strong> vaniglia in baccelli<br />

2 g <strong>di</strong> anice stellato<br />

Questa tecnica <strong>di</strong> infusione, con l’olio alla temperatura in<strong>di</strong>cata, procura<br />

un maggiore rilascio <strong>di</strong> sapori degli aromi all’interno <strong>del</strong>l’olio.<br />

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208 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Trancio <strong>di</strong> spigola con agrumi<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

una spigola da 1,5 kg<br />

200 g <strong>di</strong> carote<br />

200 g <strong>di</strong> sedano<br />

200 g <strong>di</strong> zucchine<br />

uno spicchio d’aglio<br />

un’arancia<br />

2 mandarini<br />

2 limoni<br />

4 cucchiai <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

aneto<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per il centrifugato<br />

5 finocchi<br />

5 cetrioli<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Sfi<strong>le</strong>ttare la spigola ottenendo due fi<strong>le</strong>tti. Nel frattempo in pa<strong>del</strong>la preparare<br />

un guazzetto con sedano, carote tagliate à la julienne, lo spicchio<br />

d’aglio e l’olio. Rosolare il fondo <strong>di</strong> cottura e unire i due fi<strong>le</strong>tti, bagnare<br />

con il succo degli agrumi, unirne la scorza tagliata finemente e <strong>le</strong> zucchine<br />

à la julienne. A fine cottura <strong>di</strong>sporre nei piatti e ultimare con aneto.<br />

Suggerimento<br />

Il centrifugato <strong>di</strong> cetrioli e finocchi può accompagnare il piatto al posto<br />

<strong>del</strong> vino.<br />

In alternativa alla spigola intera, anche per ottimizzare i costi, si possono<br />

utilizzare 4 fi<strong>le</strong>tti da 200 grammi. Ovviamente la consistenza e il<br />

gusto <strong>del</strong>la carne sono <strong>di</strong>versi.<br />

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Inverno Secon<strong>di</strong> | 209<br />

Bocconcini <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> manzo<br />

con glassatura al sesamo<br />

40 minuti<br />

+ qualche ora <strong>di</strong> riposo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

300 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> manzo<br />

200 g <strong>di</strong> peperoni rossi<br />

50 g <strong>di</strong> fecola <strong>di</strong> patate<br />

olio <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> arachide<br />

olio extravergine d’oliva<br />

semi <strong>di</strong> sesamo neri<br />

Per la tempura<br />

100 g <strong>di</strong> farina 00<br />

19 cl g <strong>di</strong> acqua gassata<br />

20 g <strong>di</strong> tuorli<br />

10 g <strong>di</strong> concentrato <strong>di</strong> pomodori<br />

2 g <strong>di</strong> paprika forte<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare il fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> manzo a cubettoni, con<strong>di</strong>rli con olio extravergine<br />

d’oliva e sesamo, farli raffreddare bene in frigorifero. Nel frattempo preparare<br />

la glassa facendo bollire per qualche minuto tutti gli ingre<strong>di</strong>enti<br />

assieme fino a ridurre <strong>di</strong> un terzo; riporre in un contenitore e far raffreddare<br />

bene. Quando la glassa è ben fredda, passarvi i bocconcini, adagiarli<br />

su una griglia e cuocerli in forno a 180° per 5-8 minuti.<br />

Tagliare i peperoni a pezzi abbastanza gran<strong>di</strong>, passarli nella fecola <strong>di</strong><br />

patate e poi in una tempura realizzata unendo con una frusta tutti gli<br />

ingre<strong>di</strong>enti in una bacinella, senza mescolarli molto al fine <strong>di</strong> non sgasare<br />

eccessivamente l’acqua. Friggere nell’olio <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> arachide, a 180°,<br />

scolare su un foglio <strong>di</strong> cartapaglia gialla per fritture, poi sistemare in un<br />

vassoio tutti i pezzi uno a fianco all’altro.<br />

Unire gli ingre<strong>di</strong>enti per la marinatura in una casseruola e far bollire per<br />

qualche minuto. Irrorare i peperoni con la marinatura e lasciare riposare<br />

per qualche ora.<br />

Servire i bocconcini ben cal<strong>di</strong> con i peperoni marinati <strong>le</strong>ggermente scolati<br />

a parte.<br />

Suggerimento<br />

Per la glassa<br />

100 g <strong>di</strong> mie<strong>le</strong><br />

100 g <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> sesamo neri<br />

10 g <strong>di</strong> salsa <strong>di</strong> soia<br />

Per la marinatura dei peperoni<br />

20 cl <strong>di</strong> aceto <strong>di</strong> vino rosso<br />

20 g <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> sesamo neri<br />

50 g <strong>di</strong> zucchero <strong>di</strong> canna scuro<br />

80 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

In alternativa al fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> manzo si può utilizzare <strong>del</strong> girello; per rendere<br />

più <strong>del</strong>icati i peperoni si può eliminarne la pel<strong>le</strong> con il pelapatate.<br />

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210 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Cappone con castagne e scarola<br />

40 minuti<br />

+ 30 minuti per il brodo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

4 petti <strong>di</strong> cappone<br />

100 g <strong>di</strong> sedano<br />

100 g <strong>di</strong> carote<br />

100 g <strong>di</strong> cipolla<br />

250 g <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cchio <strong>di</strong> Treviso<br />

300 g <strong>di</strong> castagne<br />

500 g <strong>di</strong> scarola<br />

100 g <strong>di</strong> olive nere<br />

brodo <strong>di</strong> cappone<br />

lauro<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Preparare il brodo <strong>di</strong> cappone: in una pentola con acqua fredda portare a<br />

bollore <strong>le</strong> carcasse <strong>del</strong> cappone e ortaggi vari per 30 minuti.<br />

Cuocere in casseruola i petti <strong>di</strong> cappone con sedano, carote, cipolla, olio<br />

e foglie <strong>di</strong> lauro, unire il brodo e portare a cottura.<br />

Privare <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> <strong>le</strong> castagne, cuocer<strong>le</strong> in acqua bol<strong>le</strong>nte salata, spellar<strong>le</strong><br />

comp<strong>le</strong>tamente e unire al cappone. Dorare la scarola tagliata grossolanamente<br />

con olio e olive; a parte spa<strong>del</strong>lare il ra<strong>di</strong>cchio in pa<strong>del</strong>la ben<br />

calda con olio.<br />

Disporre a specchio sul piatto la scarola brasata in casseruola con olive,<br />

unire il cappone scaloppato, <strong>le</strong> castagne e ultimare con il ra<strong>di</strong>cchio.<br />

Suggerimento<br />

Perché il cappone risulti morbido, occorre non cuocerlo eccessivamente<br />

e poi scalopparlo in senso longitu<strong>di</strong>na<strong>le</strong> a 45 gra<strong>di</strong>.<br />

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Inverno Secon<strong>di</strong> | 211<br />

Carré <strong>di</strong> maia<strong>le</strong> farcito<br />

5o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> carré <strong>di</strong> maia<strong>le</strong><br />

100 g <strong>di</strong> erbe aromatiche miste<br />

uno spicchio d’aglio<br />

150 g <strong>di</strong> lardo <strong>di</strong> Colonnata<br />

amido <strong>di</strong> mais<br />

60 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong> e pepe<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Pulire il carré, eliminando la parte grassa superficia<strong>le</strong> e il tessuto connettivo<br />

in eccesso. Staccare la carne dal<strong>le</strong> ossa, lasciando<strong>le</strong> attaccate<br />

all’osso piatto <strong>del</strong>la spina dorsa<strong>le</strong>, e tagliarla in un’unica grossa fetta <strong>di</strong><br />

carne alta circa 2-3 cm, come se lo si fosse “srotolato”. Sempre utilizzando<br />

l’apposito coltello per <strong>di</strong>sossare, pulire <strong>le</strong> ossa dalla carne in eccesso,<br />

eliminando ogni traccia <strong>di</strong> tessuto connettivo, che andrebbe a bruciare<br />

durante la cottura. Con<strong>di</strong>re bene la carne con sa<strong>le</strong> e pepe, massaggiare<br />

bene, poi farcire con <strong>le</strong> erbe aromatiche (timo, lauro, maggiorana, salvia,<br />

rosmarino ecc.), l’aglio a spicchi e <strong>le</strong> fette <strong>di</strong> lardo. Arrotolare ben stretto,<br />

sistemare bene attaccato al<strong>le</strong> ossa pulite in precedenza e <strong>le</strong>gare con lo<br />

spago per alimenti, passando nello spazio tra un osso e l’altro. Tagliare a<br />

pezzi il sedano, la carota e la cipolla, metterli in una teglia con i bor<strong>di</strong> alti<br />

assieme agli scarti <strong>di</strong> paratura <strong>del</strong> carré e unire il vino bianco. Appoggiare<br />

sopra la teglia una griglia <strong>di</strong> acciaio e collocarvi il carré, rosolare in<br />

forno a 250° per 10 minuti. Successivamente abbassare la temperatura<br />

a 140° e continuare la cottura fino a ottenere una temperatura al cuore<br />

<strong>di</strong> 65° (se non si <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> una sonda, calcolare in<strong>di</strong>cativamente 30-35<br />

minuti per ogni kg <strong>di</strong> carne). Durante la cottura il carré andrà a perdere<br />

dei grassi che co<strong>le</strong>ranno nella teglia sottostante, dove ci sono già tutti<br />

gli altri “scarti” e <strong>le</strong> verdure; serviranno per ottenere una salsa <strong>di</strong> accompagnamento:<br />

dopo la cottura trasferire il contenuto <strong>del</strong>la teglia in una<br />

casseruola, unire poca acqua e portare a ebollizione. Quando ben ristretto<br />

filtrare ed eventualmente addensare con un po’ <strong>di</strong> amido <strong>di</strong> mais miscelato<br />

a freddo con <strong>del</strong>l’olio. Servire a parte.<br />

Suggerimento<br />

Per il fondo<br />

100 g <strong>di</strong> sedano verde<br />

100 g <strong>di</strong> carote<br />

100 g <strong>di</strong> cipolla bianca<br />

10 cl <strong>di</strong> vino bianco<br />

Per rendere la carne più morbida all’interno <strong>di</strong> una crosta croccante partire<br />

con la cottura in forno a bassa temperatura (120°) per arrivare a 240°.<br />

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212 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Lenticchie con bocconcini<br />

<strong>di</strong> maia<strong>le</strong> al lardo<br />

70 minuti<br />

+ alcune ore per l’ammollo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per <strong>le</strong> <strong>le</strong>nticchie<br />

200 g <strong>di</strong> <strong>le</strong>nticchie secche<br />

60 g <strong>di</strong> carote<br />

60 g <strong>di</strong> sedano<br />

una foglia <strong>di</strong> lauro<br />

150 g <strong>di</strong> pomodori ramati<br />

mezzo bicchiere <strong>di</strong> vino bianco<br />

30 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Far rinvenire per qualche ora <strong>le</strong> <strong>le</strong>nticchie in acqua fredda. Dorare in casseruola<br />

<strong>le</strong> carote, il sedano a cubetti, unire il lauro e l’olio, <strong>le</strong> <strong>le</strong>nticchie,<br />

bagnare con vino bianco, lasciare evaporare, aggiungere il pomodoro<br />

privo <strong>di</strong> pel<strong>le</strong> e acqua.<br />

Tagliare a cubetti il maia<strong>le</strong>, avvolgerli nel lardo tagliato sotti<strong>le</strong>, infilzarli<br />

a spie<strong>di</strong>no con il rosmarino e cuocere in pa<strong>del</strong>la ben calda. Alla fine cuocere<br />

nella stessa pa<strong>del</strong>la <strong>le</strong> fettine <strong>di</strong> pane in cassetta private dei bor<strong>di</strong> e<br />

stese sottilmente con un matterello.<br />

Servire gli spie<strong>di</strong>ni sopra <strong>le</strong> <strong>le</strong>nticchie in un piatto <strong>le</strong>ggermente fondo;<br />

accompagnare col pane in cassetta.<br />

Suggerimento<br />

Per i bocconcini<br />

200 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto maia<strong>le</strong><br />

100 g <strong>di</strong> lardo <strong>di</strong> Colonnata<br />

20 g <strong>di</strong> rosmarino<br />

2 fette <strong>di</strong> pane in cassetta per tramezzini<br />

Il pane per tramezzini fresco può essere dorato, come descritto, in pa<strong>del</strong>la<br />

con poco olio ed erbe o lo si può avvolgere al maia<strong>le</strong> e cuocere a mo’<br />

<strong>di</strong> crosta.<br />

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Inverno Secon<strong>di</strong> | 213<br />

Lenticchie decorticate con cotechino<br />

alla vaniglia<br />

1 ora<br />

+ alcune ore per l’ammollo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

300 g <strong>di</strong> <strong>le</strong>nticchie decorticate<br />

200 g <strong>di</strong> pomodori ramati<br />

30 g <strong>di</strong> cipolla<br />

lauro<br />

600 g <strong>di</strong> cotechino<br />

un baccello <strong>di</strong> vaniglia<br />

brodo vegeta<strong>le</strong><br />

erba cipollina<br />

50 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Ammollare in acqua <strong>le</strong> <strong>le</strong>nticchie per alcune ore, poi tostar<strong>le</strong> in casseruola<br />

con cipolla e olio, unire la foglia <strong>di</strong> lauro e il brodo vegeta<strong>le</strong>, portare<br />

a cottura e unire i pomodori privi <strong>di</strong> pel<strong>le</strong> e semi.<br />

Per il cotechino: dopo averlo forato con uno spie<strong>di</strong>no, farlo bollire in acqua<br />

con il baccello <strong>di</strong> vaniglia.<br />

Disporre a centro piatto <strong>le</strong> <strong>le</strong>nticchie, unire il cotechino a fette e ultimare<br />

con erba cipollina.<br />

Suggerimento<br />

Ottime per questa ricetta <strong>le</strong> <strong>le</strong>nticchie decorticate <strong>di</strong> colore arancio, prive<br />

<strong>del</strong>la fibra esterna e molto <strong>di</strong>geribili.<br />

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214 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Medaglioni <strong>di</strong> pescatrice<br />

con insalata <strong>di</strong> rape<br />

4o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

700 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> pescatrice<br />

2 carote<br />

3 zucchine<br />

un piccolo porro<br />

5 barbabieto<strong>le</strong> rosse<br />

2 rape bianche<br />

un limone<br />

erbe aromatiche fresche a piacere<br />

ghiaccio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare a grossa julienne mezza carota e mezza barbabietola, sbianchir<strong>le</strong><br />

in acqua bol<strong>le</strong>nte per un minuto e raffreddar<strong>le</strong> velocemente in ghiaccio.<br />

Tagliare à la julienne <strong>le</strong> rimanenti verdure avendo l’accortezza <strong>di</strong> conservare<br />

solo la parte verde <strong>del</strong><strong>le</strong> zucchine, conservar<strong>le</strong> in acqua molto<br />

ghiacciata.<br />

Privare <strong>del</strong>l’osso centra<strong>le</strong> e tagliare a medaglione la pescatrice, inserire<br />

al suo interno <strong>le</strong> carote e <strong>le</strong> barbabieto<strong>le</strong> a bastoncino sbianchite in<br />

acqua bol<strong>le</strong>nte.<br />

Cuocere a vapore nel cestello con <strong>del</strong><strong>le</strong> erbe all’interno, raffreddare il<br />

pesce, tagliarlo a fette sottili, <strong>di</strong>sporlo a raggera su piatti in<strong>di</strong>viduali;<br />

mettere <strong>le</strong> verdure a cupola aiutandosi con una ciotola, con<strong>di</strong>re con una<br />

citronette all’olio.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa alla <strong>del</strong>icata cottura a vapore, si può cambiare il gusto fina<strong>le</strong><br />

cuocendo la pescatrice in forno con poco olio a 160°, per 20 minuti.<br />

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Inverno Secon<strong>di</strong> | 215<br />

Melanzane con salmone al vapore<br />

2o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

3 melanzane viola<br />

900 g <strong>di</strong> salmone sfi<strong>le</strong>ttato<br />

erba cipollina<br />

500 g <strong>di</strong> piselli<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong> affumicato<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare a fette sottili <strong>le</strong> melanzane, dorar<strong>le</strong> in pa<strong>del</strong>la con poco olio.<br />

In un cestello <strong>di</strong> bambù cuocere a vapore i fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> salmone tagliati in<br />

forma tondeggiante con erba cipollina.<br />

In una casseruola dorare i piselli con poco olio, unire poca acqua e continuare<br />

la cottura per qualche minuto, frullare.<br />

Disporre sul fondo <strong>del</strong> piatto la crema <strong>di</strong> piselli, unire il salmone alternato<br />

al<strong>le</strong> melanzane viola, ultimare con il sa<strong>le</strong> affumicato ed erba cipollina.<br />

Suggerimento<br />

Per rendere morbido il salmone, tenere l’acqua sotto il cestello in bambù<br />

in <strong>le</strong>ggera ebollizione in modo che cuocia <strong>le</strong>ntamente.<br />

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216 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Orata all’acqua pazza<br />

con brocco<strong>le</strong>tti e patate<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> orate<br />

100 g <strong>di</strong> pomodorini freschi<br />

mezzo bicchiere <strong>di</strong> vino bianco<br />

uno spicchio d’aglio<br />

prezzemolo<br />

300 g <strong>di</strong> brocco<strong>le</strong>tti<br />

200 g <strong>di</strong> patate<br />

olio extravergine d’oliva<br />

un mazzo <strong>di</strong> basilico<br />

sa<strong>le</strong> e pepe<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Fare imbion<strong>di</strong>re in un tegame piuttosto ampio lo spicchio d’aglio schiacciato,<br />

poi toglierlo e mettere <strong>le</strong> orate. Fare cuocere il pesce da entrambi i<br />

lati e aggiungere il vino bianco.<br />

Tritare accuratamente il prezzemolo privato dei gambi.<br />

Unire i pomodori schiacciati, il prezzemolo tritato e mezzo bicchiere<br />

d’acqua calda e salare.<br />

Coprire il tegame e cuocere per 15 minuti, scoperchiare e lasciare evaporare<br />

a fuoco vivo.<br />

In acqua bol<strong>le</strong>nte cuocere i brocco<strong>le</strong>tti; a parte in pa<strong>del</strong>la sauté dorare<br />

con poco olio <strong>le</strong> patate tagliate a <strong>di</strong>schetti con tutta la buccia (contiene<br />

fibra); unire i brocco<strong>le</strong>tti e <strong>di</strong>sporre tutto nella base <strong>del</strong> piatto.<br />

Comp<strong>le</strong>tare con <strong>del</strong> basilico a fine cottura.<br />

Suggerimento<br />

Per abbattere il tempo <strong>di</strong> preparazione <strong>del</strong> pesce si può procedere utilizzando<br />

l’orata già sfi<strong>le</strong>ttata.<br />

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Inverno Secon<strong>di</strong> | 217<br />

Petto <strong>di</strong> pollo al<strong>le</strong> noccio<strong>le</strong><br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> petto <strong>di</strong> pollo<br />

50 g <strong>di</strong> noccio<strong>le</strong> in granella<br />

100 g <strong>di</strong> salsa harissa<br />

500 g <strong>di</strong> me<strong>le</strong> golden<br />

30 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

Per gli spinaci<br />

200 g <strong>di</strong> spinaci baby<br />

30 g <strong>di</strong> melagrana<br />

3 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> melagrana<br />

1 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

120 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Pulire il petto <strong>di</strong> pollo e spalmarvi sopra l’harissa; lasciarlo marinare per<br />

almeno un’ora in frigorifero, poi rotolarlo nella granella <strong>di</strong> noccio<strong>le</strong> <strong>le</strong>ggermente<br />

salata. Far stabilizzare per 20 minuti in frigorifero e rosolare<br />

in pa<strong>del</strong>la con poco olio. Continuare la cottura in forno.<br />

Preparare una citronette per gli spinaci: in una ciotola con il fondo<br />

stondato, unire il succo <strong>di</strong> limone con quello <strong>di</strong> melagrana, il sa<strong>le</strong> e l’olio<br />

a filo; emulsionare con la frusta. Utilizzare una parte <strong>di</strong> questo composto<br />

per con<strong>di</strong>re gli spinaci con i chicchi <strong>di</strong> melagrana e conservare il<br />

resto per la finitura.<br />

Pelare e detorsolare <strong>le</strong> me<strong>le</strong>, tagliar<strong>le</strong> a spicchi non troppo sottili e passar<strong>le</strong><br />

in pa<strong>del</strong>la con l’olio. Rosolar<strong>le</strong> bene e salare.<br />

Adagiare al centro <strong>del</strong> piatto un ciuffetto <strong>di</strong> spinaci con<strong>di</strong>ti e intorno <strong>le</strong><br />

fette <strong>di</strong> mela, <strong>di</strong>sporre 4 fettine <strong>di</strong> petto <strong>di</strong> pollo tagliate non troppo sottili<br />

e con<strong>di</strong>re con la citronette alla melagrana.<br />

Suggerimento<br />

Per preservare morbido il petto <strong>di</strong> pollo non bisogna cuocerlo troppo.<br />

Questo piatto si può gustare anche freddo.<br />

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218 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Pollo al<strong>le</strong> arance<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

4 sovracosce <strong>di</strong> pollo<br />

8 arance<br />

200 g <strong>di</strong> spinaci baby<br />

1 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

2 melagrane<br />

400 g <strong>di</strong> lattuga<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Pulire <strong>le</strong> sovracosce <strong>di</strong> pollo e marinar<strong>le</strong> in frigorifero nel succo <strong>di</strong> arancia<br />

per 6 ore, poi rosolar<strong>le</strong> in pa<strong>del</strong>la con poco olio. Continuare la cottura<br />

in forno.<br />

Preparare una citronette per gli spinaci: in una ciotola con il fondo<br />

stondato, unire il succo <strong>di</strong> limone con quello <strong>di</strong> melagrana, il sa<strong>le</strong>, e<br />

l’olio a filo; emulsionare con la frusta. Utilizzare una parte <strong>di</strong> questo<br />

composto per con<strong>di</strong>re gli spinaci con i chicchi <strong>di</strong> melagrana e conservare<br />

il resto per la finitura.<br />

Passare la lattuga in pa<strong>del</strong>la con olio.<br />

Per la composizione fina<strong>le</strong>, adagiare al centro <strong>del</strong> piatto un ciuffetto <strong>di</strong><br />

spinaci con<strong>di</strong>ti e intorno <strong>le</strong> fette <strong>di</strong> mela, <strong>di</strong>sporre <strong>le</strong> sovracosce <strong>di</strong> pollo e<br />

con<strong>di</strong>re con la citronette alla melagrana e la lattuga spa<strong>del</strong>lata.<br />

Suggerimento<br />

Questa ricetta è ottima anche servita fredda a mo’ <strong>di</strong> insalata <strong>di</strong> pollo<br />

con tutti gli ingre<strong>di</strong>enti in<strong>di</strong>cati.<br />

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Inverno Secon<strong>di</strong> | 219<br />

Polpette con zucca e broccoli<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> fesa <strong>di</strong> tacchino<br />

200 g <strong>di</strong> fesa <strong>di</strong> vitello<br />

timo fresco<br />

100 g <strong>di</strong> mollica <strong>di</strong> pane in cassetta<br />

50 g <strong>di</strong> sedano<br />

50 g <strong>di</strong> carote<br />

un limone<br />

una foglia <strong>di</strong> lauro<br />

500 g <strong>di</strong> zucca<br />

400 g <strong>di</strong> broccoli cimoni<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tritare finemente <strong>le</strong> carni, o per praticità acquistar<strong>le</strong> separatamente già<br />

macinate, amalgamare con scorza <strong>di</strong> limone tritata, sa<strong>le</strong> e pane bianco<br />

tritato fresco, dare forma tondeggiante a polpetta classica e cuocere in<br />

5 litri <strong>di</strong> acqua bol<strong>le</strong>nte aromatizzata con la foglia <strong>di</strong> lauro. A parte bollire<br />

i broccoli tagliati a picco<strong>le</strong> cimette.<br />

In una casseruola dorare con l’olio la zucca a cubetti, portare a cottura<br />

unendo acqua calda, passare finemente al setaccio o frullare.<br />

Disporre a specchio nel piatto la passatina <strong>di</strong> zucca, adagiarvi sopra <strong>le</strong><br />

polpette, ultimare con i broccoli.<br />

Suggerimento<br />

Cuocere <strong>le</strong> polpette in acqua in questo modo insolito serve per render<strong>le</strong><br />

morbide e degustar<strong>le</strong> in un modo <strong>di</strong>verso. Per valorizzare il sapore intenso<br />

<strong>del</strong><strong>le</strong> due carni bianche non cuocere eccessivamente i broccoli, in<br />

modo da avere un contrasto <strong>di</strong> consistenze.<br />

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220 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Scaloppine <strong>di</strong> tacchino al marsala<br />

e brocco<strong>le</strong>tti<br />

20 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

900 g <strong>di</strong> fesa <strong>di</strong> tacchino<br />

600 g <strong>di</strong> brocco<strong>le</strong>tti ver<strong>di</strong> a foglie<br />

un bicchiere <strong>di</strong> vino marsala<br />

100 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> riso<br />

100 g <strong>di</strong> prosciutto crudo<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare la carne a mo’ <strong>di</strong> medaglioni sottili tondeggianti, passarla nella<br />

farina <strong>di</strong> riso e dorarla in olio, sfumare con vino marsala, lasciare<br />

evaporare.<br />

Cuocere a parte i brocco<strong>le</strong>tti in acqua bol<strong>le</strong>nte per pochi minuti, raffreddarli<br />

in acqua corrente o acqua e ghiaccio per bloccare la cottura e preservare<br />

il colore, spa<strong>del</strong>larli con olio. Dorare il prosciutto crudo in una<br />

pa<strong>del</strong>la antiaderente.<br />

Distribuire sulla base <strong>del</strong> piatto i brocco<strong>le</strong>tti, unire i medaglioni <strong>di</strong> scaloppine,<br />

ridurre sulla fiamma il marsala e bagnare con la salsa ridotta al<br />

vino, ultimare il piatto con il prosciutto crudo croccante.<br />

Suggerimento<br />

La farina <strong>di</strong> riso, oltre che rendere <strong>le</strong> scaloppine più <strong>di</strong>geribili, valorizza il<br />

gusto <strong>del</strong>la carne e <strong>del</strong>la salsa <strong>di</strong> riduzione al vino marsala.<br />

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Primavera Secon<strong>di</strong> | 221<br />

Bau<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> vitello con verdurine<br />

e riduzione <strong>di</strong> aceto balsamico<br />

3o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

700 g <strong>di</strong> fesa <strong>di</strong> vitello<br />

3 zucchine<br />

3 melanzane<br />

150 g <strong>di</strong> pomodorini<br />

400 g <strong>di</strong> lattuga<br />

basilico<br />

rosmarino<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per la riduzione<br />

aceto balsamico<br />

zucchero<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Spa<strong>del</strong>lare con olio melanzane e zucchine tagliate à la julienne, i pomodorini<br />

tagliati in quattro e il basilico.<br />

Affettare sottilmente la fesa <strong>di</strong> vitello, batterla e posizionare al centro<br />

<strong>di</strong> ogni fettina il ripieno <strong>di</strong> verdure, avvolgere e chiudere con uno stuzzicadenti<br />

<strong>le</strong> estremità. Cuocere la carne in pa<strong>del</strong>la con olio e rosmarino,<br />

rosolare da ambo i lati, regolare <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>.<br />

Versare l’aceto balsamico in una casseruola con <strong>del</strong>lo zucchero, e lasciare<br />

ridurre a fuoco basso per 10 minuti. Servire con lattuga spa<strong>del</strong>lata e<br />

tagliata à la julienne sul fondo <strong>del</strong> piatto, ultimare con la riduzione a<br />

giro <strong>di</strong> aceto balsamico.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa possiamo riempire il bau<strong>le</strong>tto con una farcia <strong>di</strong> patate bollite,<br />

formaggi a pasta mol<strong>le</strong> ed erbe aromatiche.<br />

Nella riduzione all’aceto balsamico si può sostituire lo zucchero con il<br />

mie<strong>le</strong>.<br />

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222 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Bocconcini <strong>di</strong> tacchino<br />

con peperoni gialli<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> fesa <strong>di</strong> tacchino<br />

3 peperoni gialli<br />

50 g <strong>di</strong> pomodori secchi<br />

timo fresco<br />

5 cl <strong>di</strong> aceto balsamico <strong>di</strong> Modena<br />

un cucchiaino <strong>di</strong> mie<strong>le</strong><br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong> iodato<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Tagliare a cubetti il tacchino e dorarlo in pa<strong>del</strong>la con poco olio e timo.<br />

Privare i peperoni <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> esterna con un pelapatate e dei semini interni,<br />

tagliarli a cubetti e dorarli in pa<strong>del</strong>la con poco olio. A fine cottura<br />

aggiungere i pomodori secchi tagliati à la julienne.<br />

In una piccola casseruola ridurre sul fuoco per metà <strong>del</strong> suo volume l’aceto<br />

balsamico e il mie<strong>le</strong>.<br />

Composizione: <strong>di</strong>sporre a fondo piatto una parte dei peperoni gialli ridotti<br />

a crema (semplicemente frullati) unire l’altra metà dei peperoni<br />

cotti a cubetti, infine il tacchino e la riduzione <strong>di</strong> aceto balsamico.<br />

Suggerimento<br />

I peperoni gialli sono i più dolci.<br />

Per facilitare l’addensamento <strong>del</strong>la riduzione <strong>di</strong> aceto balsamico si può<br />

utilizzare il mie<strong>le</strong> anziché lo zucchero.<br />

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Primavera Secon<strong>di</strong> | 223<br />

Coniglio farcito con verdurine<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

900 g <strong>di</strong> coniglio <strong>di</strong>sossato<br />

4 carote<br />

400 g <strong>di</strong> spinaci<br />

4 coste <strong>di</strong> sedano<br />

12 patate picco<strong>le</strong><br />

rosmarino<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per la passata <strong>di</strong> cicoria<br />

400 g <strong>di</strong> cicoria<br />

uno spicchio d’aglio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

brodo vegeta<strong>le</strong><br />

zenzero fresco<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Sulla parte centra<strong>le</strong> <strong>del</strong> coniglio <strong>di</strong>sossato, unire una parte <strong>del</strong> coniglio<br />

tritata con il rosmarino, <strong>le</strong> carote tagliate a bastoncini e gli spinaci <strong>le</strong>ggermente<br />

sbol<strong>le</strong>ntati in acqua.<br />

Avvolgere il tutto in un foglio <strong>di</strong> carta pellicola trasparente idonea alla<br />

cottura, cuocere in acqua calda a fiamma molto bassa con <strong>le</strong> patate, a cui<br />

si sarà praticata un’incisione alla base in modo da lasciare la testa con<br />

la buccia per far<strong>le</strong> sembrare dei funghetti. A cottura ultimata, spa<strong>del</strong>lare<br />

il coniglio in pa<strong>del</strong>la antiaderente per renderlo croccante all’esterno e<br />

scaloppare.<br />

Per la passata <strong>di</strong> cicoria: cuocere la cicoria in acqua bol<strong>le</strong>nte per pochi<br />

minuti, scolarla, dorarla con olio e aglio, unire il brodo vegeta<strong>le</strong> e poi<br />

frullare, unire lo zenzero fresco privo <strong>del</strong>la buccia esterna ed emulsionare<br />

con un frullatore a immersione.<br />

Disporre sul piatto <strong>le</strong> fette <strong>di</strong> coniglio farcito, ultimare con <strong>le</strong> patate a<br />

funghetto e la passata <strong>di</strong> cicoria.<br />

Suggerimento<br />

Con questa cottura il coniglio rimane morbido, inoltre può essere conservato<br />

in frigorifero per alcuni giorni.<br />

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224 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> San Pietro al paté<br />

e salsa <strong>di</strong> carciofi<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

4 scaloppe <strong>di</strong> pesce San Pietro <strong>del</strong> peso <strong>di</strong> 150 g l’una<br />

4 pomodori secchi<br />

150 g <strong>di</strong> olive nere sgusciate<br />

40 g <strong>di</strong> capperi <strong>di</strong> salina<br />

50 g <strong>di</strong> pane bianco grattugiato<br />

100 g <strong>di</strong> carote<br />

6 carciofi<br />

uno spicchio d’aglio<br />

una foglia <strong>di</strong> lauro<br />

brodo vegeta<strong>le</strong><br />

100 g d’olio d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Tritare i pomodori secchi, unire <strong>le</strong> olive denocciolate e tritare con i capperi<br />

e il pane grattugiato.<br />

Adagiare i fi<strong>le</strong>tti, privi <strong>del</strong><strong>le</strong> squame e spine, su una teglia con sotto carta<br />

forno, ricoprire la superficie con il trito ottenuto, cuocere in forno a 190°.<br />

Tagliare a ron<strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>le</strong> carote, in quattro spicchi i carciofi, cuocere con olio,<br />

aglio intero, lauro. Bagnare con brodo vegeta<strong>le</strong> e a cottura terminata conservare<br />

in caldo 16 pezzi <strong>di</strong> carciofo e frullare i rimanenti con <strong>le</strong> carote e il<br />

sugo <strong>di</strong> cottura.<br />

Con<strong>di</strong>re il piatto con la salsa ottenuta, <strong>di</strong>sporre a ventaglio i carciofi, appoggiare<br />

il pesce <strong>le</strong>ggermente in obliquo.<br />

Suggerimento<br />

Il tipo <strong>di</strong> panatura descritto può essere applicato a tutti i pesci sfi<strong>le</strong>ttati.<br />

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Primavera Secon<strong>di</strong> | 225<br />

Guazzetto <strong>di</strong> pesce<br />

20 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> spigola<br />

200 g <strong>di</strong> gamberetti<br />

200 g <strong>di</strong> spatola<br />

200 g <strong>di</strong> pomodori vesuviani<br />

100 g <strong>di</strong> sedano<br />

una falda <strong>di</strong> cipolla<br />

uno spicchio d’aglio<br />

basilico<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In una pa<strong>del</strong>la partendo da freddo porre il pesce sfi<strong>le</strong>ttato, <strong>le</strong> verdure a<br />

cubetti e tutti i restanti ingre<strong>di</strong>enti, coprire la pa<strong>del</strong>la stessa con un coperchio<br />

in modo da creare umi<strong>di</strong>tà e cuocere per pochi minuti a fiamma<br />

bassa. A fine cottura eliminare l’aglio intero e la falda <strong>di</strong> cipolla. Servire<br />

su un piatto fondo con la salsa <strong>di</strong> cottura.<br />

Suggerimento<br />

Con questo piatto si valorizzano al massimo i sapori utilizzando ovviamente<br />

pesce <strong>di</strong> mare. Se i gamberi sono <strong>di</strong> piccola pezzatura unirli a fine<br />

cottura in modo da preservarne la consistenza.<br />

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226 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Mil<strong>le</strong>foglie <strong>di</strong> pesce ai cereali<br />

4o minuti<br />

+ alcune ore per l’ammollo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per i tre cereali<br />

80 g <strong>di</strong> riso Vialone Nano<br />

80 g <strong>di</strong> orzo perlato<br />

80 g <strong>di</strong> farro perlato<br />

100 g <strong>di</strong> cipolla bianca<br />

200 g <strong>di</strong> borragine<br />

60 g <strong>di</strong> pecorino<br />

10 cl <strong>di</strong> vino moscato<br />

1 litro <strong>di</strong> brodo <strong>di</strong> pesce<br />

2 g <strong>di</strong> clorofilla <strong>di</strong> spinaci<br />

40 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

80 g <strong>di</strong> cicerchia<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Pulire bene i fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> pescatrice da ogni filamento e pellicina nera, scalopparli<br />

a fettine spesse mezzo centimetro, quin<strong>di</strong> mettere <strong>le</strong> fettine su un vassoio<br />

e con<strong>di</strong>r<strong>le</strong> con il cipollotto tritato, la citronella tagliuzzata, sa<strong>le</strong>; scaldare<br />

la pa<strong>del</strong>la antiaderente con <strong>del</strong>l’olio extravergine, e rosolarvi per un minuto<br />

soltanto, ma a fuoco molto vivace, <strong>le</strong> scaloppine <strong>di</strong> pescatrice. Rosolare<br />

sempre nella stessa pa<strong>del</strong>la anche il bacon a fettine in modo da renderlo<br />

croccante. Montare la mil<strong>le</strong>foglie alternando fettine <strong>di</strong> pescatrice, fettine <strong>di</strong><br />

bacon croccante, fette <strong>di</strong> pomodoro prive <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> e acqua <strong>di</strong> vegetazione,<br />

lamelline <strong>di</strong> bottarga <strong>di</strong> tonno. Disporre <strong>le</strong> mil<strong>le</strong>foglie sulla teglia con carta<br />

da forno e passar<strong>le</strong> a finire <strong>di</strong> cuocere in forno a 180° per 7 minuti.<br />

Procedere alla cottura <strong>di</strong> riso, orzo e farro come per un norma<strong>le</strong> risotto<br />

(per 30 minuti circa), mantecandoli alla fine con la borragine <strong>le</strong>ssata e<br />

ridotta in purea, olio crudo, pecorino grattugiato e clorofilla <strong>di</strong> spinaci<br />

per accentuare il colore verde.<br />

Lasciare in ammollo la cicerchia per alcune ore, cuocerla in acqua bol<strong>le</strong>nte<br />

e poi aggiungerla nel momento fina<strong>le</strong>, quando si manteca il tutto.<br />

Per la composizione fina<strong>le</strong> <strong>del</strong> piatto, servire la mil<strong>le</strong>foglie calda sopra<br />

un <strong>le</strong>tto dei cereali mantecati; ultimare con la buccia <strong>di</strong> pomodoro essiccata<br />

e una fogliolina <strong>di</strong> borragine fritta. Comp<strong>le</strong>tare con fettine <strong>di</strong> bottarga<br />

<strong>di</strong> tonno.<br />

Suggerimento<br />

Per la mil<strong>le</strong>foglie<br />

600 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> pescatrice<br />

150 g <strong>di</strong> bacon<br />

200 g <strong>di</strong> pomodori<br />

100 g <strong>di</strong> cipollotti<br />

10 g <strong>di</strong> bottarga <strong>di</strong> tonno<br />

10 g <strong>di</strong> citronella<br />

20 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

La mil<strong>le</strong>foglie può essere preparata in anticipo, conservata in frigorifero<br />

e poi cotta in forno al momento. Con l’aggiunta dei cereali abbiamo un<br />

piatto unico.<br />

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Primavera Secon<strong>di</strong> | 227<br />

Pesce spada con olive e zucchine<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

700 g <strong>di</strong> pesce spada<br />

150 g <strong>di</strong> olive nere<br />

4 zucchine<br />

10 g <strong>di</strong> pasta bucatini<br />

500 g <strong>di</strong> scarola<br />

40 g <strong>di</strong> uvetta sultanina<br />

30 g <strong>di</strong> pinoli<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare a cubi il pesce spada, passarlo nell’olio e nel<strong>le</strong> olive tritate.<br />

Foderare con <strong>le</strong> zucchine precedentemente tagliate sottili con il pelapatate<br />

e scottate in abbondante acqua salata, infilzare il tutto usando<br />

i bucatini cru<strong>di</strong> come spie<strong>di</strong>ni. In questo modo otteniamo dei bocconcini<br />

<strong>di</strong> pesce spada avvolti nel<strong>le</strong> zucchine su uno spie<strong>di</strong>no <strong>di</strong> pasta. Poi<br />

cuocere in pa<strong>del</strong>la con carta forno.<br />

Accompagnare con la scarola brasata in casseruola con uvetta e pinoli.<br />

Suggerimento<br />

Questa cottura in<strong>di</strong>retta a cubetti manterrà il pesce molto morbido<br />

all’interno.<br />

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228 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Pesce spada con pavé <strong>di</strong> patate<br />

e pesto <strong>di</strong> erba cipollina<br />

4o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

720 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> pesce spada<br />

80 g <strong>di</strong> olive nere<br />

100 g <strong>di</strong> pomodori maturi<br />

2 g <strong>di</strong> erba cipollina<br />

50 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per il pavé <strong>di</strong> patate<br />

600 g <strong>di</strong> patate<br />

120 g <strong>di</strong> pecorino siciliano<br />

300 g <strong>di</strong> cipollotto<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Tagliare a fettine sottili il cipollotto; rosolarlo in pa<strong>del</strong>la con un po’ <strong>di</strong><br />

olio, salarlo e tenerlo da parte; nel frattempo, tagliare a fettine sottili (con<br />

una mandolina affettaverdure) <strong>le</strong> patate; passare <strong>del</strong>l’olio su una teglia e<br />

stratificare <strong>le</strong> fettine <strong>di</strong> patate alternando<strong>le</strong> con il cipollotto e il pecorino.<br />

Continuare così fino a esaurimento degli ingre<strong>di</strong>enti. Infornare, coprendo<br />

con carta stagnola, a 150° per 30 minuti circa; a 5 minuti dalla fine cottura,<br />

togliere la stagnola, alzare il forno a 200° e lasciare gratinare.<br />

Sbol<strong>le</strong>ntare l’erba cipollina per il pesto e frullarla finemente con il resto<br />

degli ingre<strong>di</strong>enti; pelare e tagliare a fal<strong>di</strong>ne il pomodoro maturo; tritare<br />

parte <strong>del</strong><strong>le</strong> olive nere.<br />

Tagliare il fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> pesce spada in trancetti, ungerli con l’olio, salare e<br />

pepare; cuocerli sulla piastra <strong>di</strong> ghisa calda, avendo l’accortezza <strong>di</strong> mantenere<br />

la carne a una cottura rosa all’interno.<br />

Servire i trancetti <strong>di</strong> pesce spada con uno spicchio <strong>di</strong> pavé <strong>di</strong> patate (si taglia<br />

meglio da freddo, poi lo si rigenera al microonde) e il pesto <strong>di</strong> cipollina;<br />

guarnire con una fal<strong>di</strong>na <strong>di</strong> pomodoro, <strong>le</strong> olive nere intere e tritate<br />

e tre fili <strong>di</strong> erba cipollina.<br />

Suggerimento<br />

Per il pesto <strong>di</strong> erba cipollina<br />

150 g <strong>di</strong> erba cipollina sbol<strong>le</strong>ntata<br />

80 g <strong>di</strong> prezzemolo<br />

10 g <strong>di</strong> capperi<br />

10 g <strong>di</strong> acciughe sott’olio<br />

70 g <strong>di</strong> noci sgusciate<br />

120 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

Si può accompagnare il pavé <strong>di</strong> patate anche a interessanti antipasti o<br />

preparazioni a base <strong>di</strong> carni.<br />

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Primavera Secon<strong>di</strong> | 229<br />

Polpo scaloppato su tortino <strong>di</strong> patate<br />

2 ore<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

600 g <strong>di</strong> polpo<br />

200 g <strong>di</strong> patate<br />

prezzemolo<br />

40 g <strong>di</strong> paté <strong>di</strong> olive nere<br />

una costa <strong>di</strong> sedano<br />

2 carote<br />

ghiaccio<br />

succo <strong>di</strong> limone<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In una casseruola mettere abbondante acqua per ottenere un brodo aromatico<br />

con sedano, carote, gambi <strong>di</strong> prezzemolo. Unire il polpo, cuocere per<br />

40 minuti, spegnere la fiamma e unire <strong>del</strong> succo <strong>di</strong> limone, coprire con un<br />

coperchio e lasciare riposare fuori dal fuoco per almeno un’ora.<br />

Tagliare il polpo a bocconcini.<br />

Bollire <strong>le</strong> patate senza la buccia, schiacciar<strong>le</strong> e unire il prezzemolo tritato.<br />

Con l’aiuto <strong>di</strong> un coppapasta in acciaio formare i tortini compattandoli<br />

<strong>le</strong>ggermente; mettervi al centro il paté <strong>di</strong> olive, rosolare per alcuni<br />

minuti in pa<strong>del</strong>la antiaderente ben calda con poco olio.<br />

Preparare un olio al prezzemolo frullando quest’ultimo con <strong>del</strong> ghiaccio<br />

in modo da ottenere una clorofilla, passare al colino e utilizzare la parte<br />

che si estrae miscelandola con olio e sa<strong>le</strong>, emulsionare con una frusta o<br />

un frullatore a immersione.<br />

Sulla base <strong>di</strong> tortino <strong>di</strong> patate <strong>di</strong>sporre i bocconcini <strong>di</strong> polpo, ultimare<br />

con l’olio al prezzemolo.<br />

Suggerimento<br />

Per ottenere un polpo morbido, cuocerlo come in<strong>di</strong>cato, poi aggiungere<br />

a fine cottura il succo <strong>di</strong> limone (l’acido citrico fa rilassare <strong>le</strong> fibre <strong>del</strong><br />

polpo) e continuare la cottura a fiamma spenta con un coperchio.<br />

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230 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Rombo arrostito con verdure<br />

4o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> rombo in pezzo unico<br />

4 zucchine ver<strong>di</strong> tonde<br />

400 g <strong>di</strong> patate<br />

300 g <strong>di</strong> verza<br />

30 g <strong>di</strong> pinoli<br />

100 g <strong>di</strong> pomodori ramati<br />

rosmarino<br />

4 cucchiai <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong> iodato<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Dorare il rombo sfi<strong>le</strong>ttato sulla griglia in ghisa, a parte cuocere in acqua<br />

bol<strong>le</strong>nte <strong>le</strong> zucchine, scavar<strong>le</strong> con uno scavino e farcir<strong>le</strong> con la verza e i<br />

pinoli, quest’ultimi dorati in pa<strong>del</strong>la con olio.<br />

Tagliare <strong>le</strong> patate con la buccia a <strong>di</strong>schetti e dorar<strong>le</strong> in pa<strong>del</strong>la con rosmarino<br />

e olio.<br />

Cuocere i pomodori in forno con olio e rosmarino, privarli <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong> e<br />

frullarli fino a raggiungere la consistenza <strong>di</strong> una crema.<br />

Disporre sul fondo <strong>del</strong> piatto <strong>le</strong> patate croccanti, unire <strong>le</strong> zucchine farcite<br />

con verza e pinoli, poi il rombo grigliato e ultimare con la crema<br />

<strong>di</strong> pomodori.<br />

Suggerimento<br />

Mettere il rombo sulla griglia ben calda dalla parte <strong>del</strong>la pel<strong>le</strong>, per evitare<br />

che si attacchi.<br />

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Primavera Secon<strong>di</strong> | 231<br />

Tonno scottato in crosta <strong>di</strong> pane e quinoa<br />

4o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

600 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> tonno<br />

80 g <strong>di</strong> pane <strong>di</strong> semola<br />

100 g <strong>di</strong> peperoni rossi<br />

100 g <strong>di</strong> peperoni gialli<br />

100 g <strong>di</strong> zucchine<br />

100 g <strong>di</strong> melanzane<br />

sa<strong>le</strong> e pepe<br />

olio d’oliva extravergine<br />

sa<strong>le</strong><br />

Per la quinoa<br />

160 g <strong>di</strong> quinoa<br />

40 g <strong>di</strong> cipollotto<br />

20 g <strong>di</strong> olio d’oliva extravergine<br />

50 cl <strong>di</strong> brodo <strong>di</strong> pesce<br />

0,5 g <strong>di</strong> zafferano<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare il tonno in medaglioni da 150 grammi l’uno, e metterli fra 2<br />

fettine <strong>di</strong> pane <strong>di</strong> semola affettato molto sottilmente. Pressare bene e<br />

cuocere in pa<strong>del</strong>la antiaderente con olio fino a rendere croccante il pane,<br />

ma senza cuocere troppo il tonno (la parte cotta non deve superare il<br />

mezzo centimetro). Togliere dalla pa<strong>del</strong>la e tagliare i medaglioni a metà<br />

in senso <strong>di</strong>agona<strong>le</strong>. Soffriggere il cipollotto con l’olio, unire la quinoa e il<br />

brodo freddo, cuocerla come un norma<strong>le</strong> risotto, aggiungendo alla fine<br />

lo zafferano e un filo <strong>di</strong> olio per mantecare.<br />

Saltare <strong>le</strong> verdurine tagliate a da<strong>di</strong>ni in pa<strong>del</strong>la con olio d’oliva e salare.<br />

Per la salsa <strong>di</strong> miso miscelare tutti gli ingre<strong>di</strong>enti insieme. Servire i due<br />

pezzetti <strong>di</strong> tonno croccanti, accompagnando con la quinoa mantecata<br />

allo zafferano, <strong>le</strong> verdurine e la salsa <strong>di</strong> miso.<br />

Suggerimento<br />

Per la salsa <strong>di</strong> miso<br />

80 g <strong>di</strong> miso<br />

2 cl <strong>di</strong> aceto <strong>di</strong> riso<br />

6 cl <strong>di</strong> acqua<br />

5 g <strong>di</strong> olio <strong>di</strong> sesamo<br />

I semi <strong>di</strong> quinoa sono più piccoli <strong>di</strong> quelli <strong>del</strong> miglio e privi <strong>di</strong> glutine, per<br />

la cottura bastano 10 minuti. Il miso è un con<strong>di</strong>mento orienta<strong>le</strong> derivato<br />

dai semi <strong>del</strong>la soia gialla.<br />

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232 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Trancio <strong>di</strong> orata con patate e lattuga<br />

3o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

4 orate da 300 g<br />

800 g <strong>di</strong> patate<br />

pepe rosa<br />

basilico<br />

400 g <strong>di</strong> lattuga<br />

3 cucchiai <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Sfi<strong>le</strong>ttare <strong>le</strong> orate, eliminare la serie <strong>di</strong> spine posizionate sulla parte <strong>del</strong>la<br />

pancia.<br />

Adagiare sopra ogni singolo fi<strong>le</strong>tto il composto ottenuto con <strong>le</strong> patate<br />

bollite schiacciate con pepe rosa e basilico. Cuocere in pa<strong>del</strong>la ben calda<br />

adagiando il fi<strong>le</strong>tto dalla parte <strong>del</strong>la crosta <strong>di</strong> patate, in modo che non<br />

si attacchi.<br />

A parte spa<strong>del</strong>lare la lattuga tagliata à la julienne in pa<strong>del</strong>la con poco olio.<br />

Disporre al centro <strong>del</strong> piatto la lattuga e poggiarvi sopra il fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> orata.<br />

Suggerimento<br />

Questa tecnica <strong>di</strong> cottura, idea<strong>le</strong> per preservare la morbidezza interna<br />

<strong>del</strong> pesce, può essere applicata a tutti i pesci piatti opportunamente<br />

sfi<strong>le</strong>ttati.<br />

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Primavera Secon<strong>di</strong> | 233<br />

Trancio <strong>di</strong> salmone con ravanelli<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> salmone<br />

4 mazzi <strong>di</strong> ravanelli<br />

400 g <strong>di</strong> melanzane<br />

un limone<br />

2 mazzi <strong>di</strong> rucola<br />

timo<br />

ghiaccio<br />

4 cucchiai <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Dorare in pa<strong>del</strong>la a fiamma viva da ambo i lati per alcuni minuti il trancio<br />

<strong>di</strong> salmone.<br />

Cuocere in casseruola con poco olio la metà dei ravanelli e ridurli a crema,<br />

dorare l’altra metà in un’altra pa<strong>del</strong>la sempre con poco olio e timo fresco.<br />

Frullare la salsa <strong>di</strong> accompagnamento: la rucola, l’olio, il succo <strong>di</strong> limone,<br />

il ghiaccio e il sa<strong>le</strong>.<br />

Cuocere a parte <strong>le</strong> melanzane a cubetti con olio in una pa<strong>del</strong>la ben calda.<br />

Disporre a fondo piatto <strong>le</strong> melanzane a cubetti, ultimare con l’emulsione<br />

<strong>di</strong> rucola e il salmone. Unire i ravanelli nel<strong>le</strong> due consistenze.<br />

Suggerimento<br />

Utilizzare il ghiaccio per non fare ossidare e surriscaldare la clorofilla<br />

<strong>del</strong>la rucola.<br />

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234 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Primavera<br />

Trancio <strong>di</strong> scorfano, pistacchi e prugne<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

600 g <strong>di</strong> scorfano in tranci<br />

brodo <strong>di</strong> scorfano<br />

150 g <strong>di</strong> pistacchi freschi <strong>di</strong> Bronte<br />

150 g <strong>di</strong> prugne secche<br />

spaghetti<br />

erba cipollina<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Sfi<strong>le</strong>ttare lo scorfano, e con la testa ottenere un brodo ristretto.<br />

Unire a una piccola parte <strong>del</strong> brodo ristretto <strong>di</strong> scorfano i pistacchi freschi,<br />

frullare con un minipimer.<br />

In pa<strong>del</strong>la ben calda con poco olio dorare i fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> scorfano.<br />

A parte infilzare a mo’ <strong>di</strong> spie<strong>di</strong>no con uno spaghetto fritto in olio <strong>le</strong><br />

prugne denocciolate, passare il tutto alla granella <strong>di</strong> pistacchi freschi e<br />

tostare <strong>le</strong>ggermente in pa<strong>del</strong>la antiaderente.<br />

Disporre a specchio nel piatto l’emulsione <strong>di</strong> pistacchi, adagiare il trancio<br />

<strong>di</strong> scorfano, ultimare con lo spie<strong>di</strong>no <strong>di</strong> prugne.<br />

Suggerimento<br />

Per un buon brodo <strong>di</strong> scorfano, tostare la spina e la testa <strong>del</strong> pesce con un<br />

fondo <strong>di</strong> cottura composto da olio e ortaggi, aggiungere acqua fredda e<br />

ghiaccio per liberare tutto il gusto.<br />

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Primavera Secon<strong>di</strong> | 235<br />

Turbante <strong>di</strong> sgombro<br />

con patate e lattuga<br />

3o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

8 fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> sgombro<br />

500 g <strong>di</strong> patate<br />

200 g <strong>di</strong> lattuga<br />

300 g <strong>di</strong> fagioli corallo<br />

600 g <strong>di</strong> pomodori rossi<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Spalmare con una spatola nella parte interna dei fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> sgombro <strong>le</strong><br />

patate precedentemente bollite e la lattuga tagliata à la julienne, dorare<br />

in pa<strong>del</strong>la con poco olio avvolti a mo’ <strong>di</strong> turbante e fissati con uno spie<strong>di</strong>no<br />

in bambù.<br />

Cuocere in acqua e limone, per preservarli ver<strong>di</strong>, i fagioli corallo. Raffreddarli<br />

in acqua e ghiaccio oppure in acqua corrente. Tagliarli a rombi e<br />

dorarli in pa<strong>del</strong>la con poco olio.<br />

A parte realizzare un’emulsione con <strong>del</strong> pomodoro fresco, sa<strong>le</strong> e olio, tipo<br />

un gazpacho.<br />

Disporre a fondo piatto il pomodoro emulsionato, poi i fagioli corallo e<br />

infine il turbante <strong>di</strong> sgombro, ultimare con un giro d’olio.<br />

Suggerimento<br />

La cottura a mo’ <strong>di</strong> turbante può essere effettuata anche in forno.<br />

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236 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Estate<br />

Calamaretti farciti con crostacei<br />

su tortini <strong>di</strong> patate al<strong>le</strong> erbe spontanee<br />

3o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

400 g <strong>di</strong> calamaretti<br />

400 g <strong>di</strong> scampetti interi<br />

300 g <strong>di</strong> gamberi<br />

2 cucchiai <strong>di</strong> olive nere denocciolate<br />

250 g <strong>di</strong> pomodorini ciliegia<br />

erbe aromatiche spontanee<br />

(aneto, coriandolo, acetosella,<br />

erba cedrina, cipollina)<br />

500 g <strong>di</strong> patate<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Pulire bene i calamaretti e farcirli passando al mixer: gamberi, scampi,<br />

olive, pomodoro, prezzemolo e sa<strong>le</strong>. Cuocere a vapore e nel frattempo tagliare<br />

<strong>le</strong> patate a fiammifero, con<strong>di</strong>r<strong>le</strong> con <strong>le</strong> erbette, fare dei tortini in<br />

pa<strong>del</strong>la antiaderente con poco olio. Servire collocando i calamari scaloppati<br />

sopra i tortini e salsare con fumetto montato con <strong>le</strong> erbe spontanee.<br />

Suggerimento<br />

Il piatto può essere servito tiepido o anche freddo, è gradevo<strong>le</strong> accompagnarlo<br />

con <strong>le</strong> varie erbette spontanee <strong>di</strong>minuendo il sa<strong>le</strong>.<br />

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Estate Secon<strong>di</strong> | 237<br />

Cupola <strong>di</strong> pesce persico con verdurine<br />

3o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> pesce persico sfi<strong>le</strong>ttato<br />

400 g <strong>di</strong> zucchine<br />

400 g <strong>di</strong> fagiolini<br />

100 g <strong>di</strong> carote<br />

400 g <strong>di</strong> bieta<br />

timo fresco<br />

ghiaccio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Scottare in acqua bol<strong>le</strong>nte i fagiolini, poi raffreddarli in acqua e ghiaccio.<br />

Cuocere <strong>le</strong> zucchine e <strong>le</strong> carote tagliate a cubetti in pa<strong>del</strong>la con poco olio.<br />

Scottare in acqua bol<strong>le</strong>nte la bieta, pochi secon<strong>di</strong> solo per fissare la clorofilla,<br />

raffreddare in acqua e ghiaccio.<br />

Foderare uno stampo <strong>di</strong> silicone con la bieta, unire il pesce persico e farcire<br />

con <strong>le</strong> verdurine, cuocere in forno a 120° per 20 minuti.<br />

Sformare e ultimare con emulsione <strong>di</strong> olio e timo fresco.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa al persico può essere utilizzato qualsiasi altro tipo <strong>di</strong> pesce,<br />

sfi<strong>le</strong>ttato.<br />

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238 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> sogliola bollita<br />

con salsa al prezzemolo<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

2 soglio<strong>le</strong> da 600 g<br />

2 coste <strong>di</strong> sedano<br />

2 carote<br />

una cipolla bianca<br />

2 pomodori<br />

un limone<br />

prezzemolo in foglie<br />

ghiaccio<br />

3 cucchiai <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong> iodato<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Estate<br />

Sfi<strong>le</strong>ttare la sogliola e cuocerla in un brodo ottenuto con sedano, carote,<br />

cipolla.<br />

Ottenere una clorofilla <strong>di</strong> prezzemolo frullando <strong>le</strong> foglie con il ghiaccio;<br />

decorare con i vegetali <strong>del</strong> brodo <strong>di</strong> cottura. Servire con il brodo ristretto<br />

a mo’ <strong>di</strong> consommé in tazza a parte.<br />

Suggerimento<br />

La sogliola sfi<strong>le</strong>ttata va cotta pochi minuti a fiamma bassa, per preservarne<br />

gusto e morbidezza.<br />

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Estate Secon<strong>di</strong> | 239<br />

Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> vitello con erbe aromatiche<br />

e verdurine<br />

20 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> vitello<br />

200 g <strong>di</strong> pane bianco fresco<br />

timo<br />

menta<br />

rosmarino<br />

2 zucchine<br />

una melanzana<br />

2 pomodori secchi<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare a piccoli medaglioni il fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> vitello, passarlo al preparato<br />

ottenuto con il pane bianco fresco grattugiato ed erbe aromatiche tritate<br />

e miscelate insieme, dorare il fi<strong>le</strong>tto in pa<strong>del</strong>la con poco olio.<br />

Nel frattempo tagliare a piccoli cubetti <strong>le</strong> zucchine e la melanzana, dorar<strong>le</strong><br />

in casseruola con l’olio, quin<strong>di</strong> spegnere la fiamma sotto la casseruola e<br />

coprirla con pellicola trasparente, questa tecnica servirà a far circolare il<br />

vapore in modo da mantenere al<strong>le</strong> verdure il loro colore origina<strong>le</strong>.<br />

Ultimata la cottura unire i pomodori secchi tagliati a cubetti e impiattare<br />

<strong>di</strong>sponendo come base <strong>del</strong> piatto <strong>le</strong> verdure con sopra il fi<strong>le</strong>tto.<br />

Suggerimento<br />

Si può utilizzare in alternativa il fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> suino.<br />

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240 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Involtini <strong>di</strong> tacchino e gamberi<br />

con mango marinato<br />

4o minuti<br />

+ 3-4 ore per la marinatura<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

Per gli involtini<br />

500 g <strong>di</strong> petto <strong>di</strong> tacchinella<br />

450 g <strong>di</strong> code <strong>di</strong> gamberi<br />

300 g <strong>di</strong> spinaci cotti<br />

100 g <strong>di</strong> mie<strong>le</strong><br />

sa<strong>le</strong><br />

Per il mango marinato<br />

400 g <strong>di</strong> mango<br />

5 g <strong>di</strong> peperoncino rosso fresco<br />

3 cl <strong>di</strong> aceto <strong>di</strong> riso<br />

50 g <strong>di</strong> yogurt<br />

60 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Estate<br />

Da una fesa <strong>di</strong> tacchinella ricavare <strong>del</strong><strong>le</strong> fette, appiattir<strong>le</strong> <strong>le</strong>ggermente<br />

con il batticarne, metter<strong>le</strong> bene in fila una <strong>di</strong> fianco all’altra e adagiarvi<br />

al centro gli spinaci scottati in acqua calda salata. Sopra, in posizione<br />

centra<strong>le</strong>, adagiare un gambero sgusciato, senza però avergli tolto la<br />

coda; arrotolare la fetta <strong>di</strong> tacchino attorno al gambero e fissare il tutto<br />

con uno stecco in bambù. Posizionare gli involtini su una griglia, spennellarli<br />

abbondantemente con il mie<strong>le</strong> e cuocere in forno a 180° per 10-12<br />

minuti, ripetere l’operazione <strong>di</strong> tanto in tanto con il mie<strong>le</strong>.<br />

Per il mango marinato: pelare il mango, tagliarlo a fette sottili con la<br />

mandolina (l’affettaverdura) e poi a listarel<strong>le</strong> con il coltello. A parte, in<br />

una ciotola, preparare la marinata miscelando tutti gli altri ingre<strong>di</strong>enti,<br />

aggiungere il mango tagliato e lasciare insaporire per almeno 3-4 ore.<br />

In una ciotola unire i fagiolini <strong>le</strong>ssi con i pomodorini tagliati a spicchi e<br />

la cipolla rossa tagliata a fettine sottili; poi con<strong>di</strong>re con sa<strong>le</strong>, olio e succo<br />

<strong>di</strong> lime. Adagiare sul fondo <strong>del</strong> piatto un <strong>le</strong>tto <strong>di</strong> insalata <strong>di</strong> fagiolini, gli<br />

involtini scaloppati e accompagnare con il mango marinato.<br />

Suggerimento<br />

Per l’insalata <strong>di</strong> fagiolini<br />

500 g <strong>di</strong> fagiolini <strong>le</strong>ssi<br />

150 g <strong>di</strong> cipolla rossa<br />

200 g <strong>di</strong> pomodori ciliegia<br />

100 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

3 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> lime<br />

In alternativa al mie<strong>le</strong>, si può marinare la carne in infusione in vino rosso<br />

per 12 ore in frigorifero, poi eliminare il vino e procedere con la ricetta.<br />

Per dare un gusto marcato alla cipolla, si può tagliare à la julienne, scottare<br />

per pochi secon<strong>di</strong> in acqua bol<strong>le</strong>nte, raffreddare e unire alla preparazione.<br />

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Estate Secon<strong>di</strong> | 241<br />

Involtino <strong>di</strong> pollo con verdurine<br />

3o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> petto <strong>di</strong> pollo<br />

250 g <strong>di</strong> ta<strong>le</strong>ggio<br />

200 g <strong>di</strong> emmenthal<br />

600 g <strong>di</strong> zucchine<br />

400 g <strong>di</strong> carote<br />

200 g <strong>di</strong> pomodorini<br />

erba cipollina<br />

300 g <strong>di</strong> spinaci freschi<br />

basilico<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per l’involtino: battere con l’aiuto <strong>del</strong>la carta pellicola i petti <strong>di</strong> pollo,<br />

unire il ripieno ottenuto con <strong>le</strong> zucchine e <strong>le</strong> carote tagliate à la julienne<br />

scottate per pochi secon<strong>di</strong> in acqua bol<strong>le</strong>nte, il formaggio ta<strong>le</strong>ggio, l’emmenthal<br />

e gli spinaci cru<strong>di</strong>, chiudere con la carta pellicola per alimenti a<br />

mo’ <strong>di</strong> caramella e cuocere in acqua calda.<br />

Spa<strong>del</strong>lare l’involtino in pa<strong>del</strong>la unendo i pomodorini , fuori dalla fiamma<br />

aggiungere il basilico.<br />

Disporre a centro piatto i pomodorini, i restanti spinaci spa<strong>del</strong>lati con<br />

poco olio a parte, adagiarvi sopra gli involtini <strong>di</strong> pollo tranciati a metà in<br />

modo da vedere il ripieno.<br />

Suggerimento<br />

La pellicola per alimenti trasparente resiste a temperature fino a 120°<br />

mentre l’acqua raggiunge l’ebollizione ai 100°, quin<strong>di</strong> dal punto <strong>di</strong> vista<br />

organo<strong>le</strong>ttico questa tecnica <strong>di</strong> cottura è perfetta: per ottenere un<br />

pollo morbido è importante non fare bollire l’acqua, appena raggiunta<br />

l’ebollizione è opportuno mettere al minimo la fiamma, in questo<br />

modo l’albumina contenuta nel pollo non farà risultare elastica la carne<br />

magra <strong>del</strong> petto.<br />

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242 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Merluzzo salato con verdurine<br />

al cartoccio<br />

1 ora<br />

+ alcune ore per l’ammollo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

2 baffe <strong>di</strong> merluzzo fresco da 500 g<br />

aneto fresco<br />

scorza <strong>di</strong> limone<br />

3 zucchine<br />

2 carote<br />

3 coste <strong>di</strong> sedano<br />

timo<br />

olio extravergine d’oliva<br />

100 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> grosso <strong>di</strong> Salina<br />

Per la purea <strong>di</strong> patate e mandor<strong>le</strong><br />

800 g <strong>di</strong> patate<br />

100 g <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong> bianche<br />

10 cl <strong>di</strong> latte<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Estate<br />

Salare la baffa <strong>di</strong> merluzzo fresco con sa<strong>le</strong> grosso, aneto e scorza <strong>di</strong> limone,<br />

riservare a 4° per 2 ore, sciacquare in acqua corrente. Con l’utilizzo<br />

<strong>di</strong> uno spelucchino a lama curva tornire <strong>le</strong> verdurine, zucchine,<br />

carote e sedano. Scaloppare il merluzzo a porzioni, avvolgerlo saldamente<br />

a mo’ <strong>di</strong> bau<strong>le</strong>tto nella pellicola per cottura con <strong>le</strong> verdurine<br />

<strong>le</strong>ggermente scottate in acqua bol<strong>le</strong>nte. Cuocere in forno a vapore, o in<br />

alternativa in acqua bol<strong>le</strong>nte.<br />

Bollire <strong>le</strong> patate, passar<strong>le</strong> a purea, unire il latte caldo con <strong>le</strong> mandor<strong>le</strong><br />

tritate.<br />

Far rinvenire in acqua per alcune ore i fagioli, cuocerli nel fondo classico<br />

<strong>di</strong> sedano, carote, cipol<strong>le</strong> e lauro, unire <strong>del</strong> brodo vegeta<strong>le</strong>, terminare la<br />

cottura, passare al setaccio e ultimare con scorza <strong>di</strong> limone.<br />

Servire nella carta pellicola, aprendola al momento <strong>del</strong> servizio, comp<strong>le</strong>tare<br />

con timo fresco e olio extravergine d’oliva.<br />

Suggerimento<br />

Per la crema <strong>di</strong> fagioli e limone<br />

300 g <strong>di</strong> fagioli <strong>di</strong> Lamon<br />

scorza <strong>di</strong> limone<br />

sedano, carote, cipolla, lauro<br />

brodo vegeta<strong>le</strong><br />

olio extravergine d’oliva<br />

Per realizzare questa tecnica <strong>di</strong> cottura bisogna utilizzare pellico<strong>le</strong> professionali<br />

resistenti all’alta temperatura.<br />

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Estate Secon<strong>di</strong> | 243<br />

Sogliola ricomposta alla me<strong>di</strong>terranea<br />

4o minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> sogliola<br />

80 g <strong>di</strong> cipollotto<br />

15 cl <strong>di</strong> vino bianco<br />

400 g <strong>di</strong> patate<br />

150 g <strong>di</strong> pomodori can<strong>di</strong>ti (ve<strong>di</strong> p. 96)<br />

60 g <strong>di</strong> olive taggiasche<br />

20 g <strong>di</strong> finocchio selvatico<br />

timo<br />

lauro<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Sfi<strong>le</strong>ttare <strong>le</strong> soglio<strong>le</strong>, tenendo da parte <strong>le</strong> lische con attaccata la testa, che<br />

serviranno per la presentazione; eliminare dai fi<strong>le</strong>tti anche la pel<strong>le</strong>, quin<strong>di</strong><br />

tagliarli in picco<strong>le</strong> losanghe trasversali; <strong>di</strong>sporre i pezzi <strong>di</strong> sogliola in<br />

un vassoio e con<strong>di</strong>rli con il cipollotto tritato, il timo, il sa<strong>le</strong> e 20 g <strong>di</strong> olio.<br />

Scaldare la pa<strong>del</strong>la antiaderente e rosolarvi a fuoco vivace i fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> sogliola<br />

così preparati, senza però cuocerli comp<strong>le</strong>tamente; deglassare con<br />

il vino bianco. Tenere da parte sia la salsa che i fi<strong>le</strong>tti.<br />

Disporre <strong>le</strong> lische con la testa in una teglia forata e scottar<strong>le</strong> in forno<br />

a vapore per 2 minuti; <strong>le</strong>ssare <strong>le</strong> patate, tagliar<strong>le</strong> a fette e con<strong>di</strong>r<strong>le</strong> con<br />

timo, sa<strong>le</strong> e olio. Iniziare a ricomporre sopra <strong>le</strong> lische la sogliola alternando<br />

i pezzetti <strong>di</strong> pesce, <strong>le</strong> verdure e <strong>le</strong> varie erbe aromatiche; comp<strong>le</strong>tare<br />

con <strong>le</strong> olive taggiasche; versarvi sopra il fondo <strong>di</strong> cottura e comp<strong>le</strong>tare<br />

con un filo d’olio.<br />

Per la composizione fina<strong>le</strong> <strong>del</strong> piatto, passare <strong>le</strong> soglio<strong>le</strong> in forno a 180°<br />

con il 50% <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà (se c’è l’opzione nel forno, altrimenti posizionare<br />

nella base <strong>del</strong> forno una teglia con acqua, che surriscaldandosi evaporerà)<br />

in modo che si scal<strong>di</strong>no e che finiscano <strong>di</strong> cuocere.<br />

Suggerimento<br />

Si possono avvolgere i fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> sogliola su se stessi e cuocerli come descritto,<br />

in modo da presentarli a forma <strong>di</strong> turbante.<br />

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244 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Spigola al sa<strong>le</strong><br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

1 kg <strong>di</strong> spigola<br />

timo fresco<br />

aneto<br />

un mazzo <strong>di</strong> basilico<br />

300 g <strong>di</strong> patate novel<strong>le</strong><br />

rosmarino<br />

brodo <strong>di</strong> spigola<br />

olio extravergine d’oliva<br />

300 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong> grosso<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Estate<br />

Ottenere dei tranci <strong>di</strong> spigola da 200 g, cuocerli in pa<strong>del</strong>la con sa<strong>le</strong><br />

grosso, aneto e timo (con questa cottura in<strong>di</strong>retta il pesce rimane morbido<br />

e saporito).<br />

A parte bollire per alcuni minuti <strong>le</strong> patate con tutta la buccia, <strong>di</strong>videre<br />

a metà e dorare in pa<strong>del</strong>la con olio e rosmarino. Ottenere una salsa <strong>di</strong><br />

accompagnamento scottando in acqua bol<strong>le</strong>nte il basilico e frullandolo<br />

poi con un brodo <strong>di</strong> spigola.<br />

Suggerimento<br />

Un’idea insolita per realizzare la cottura <strong>del</strong> pesce al sa<strong>le</strong> senza utilizzare<br />

il forno, dandogli un gusto comp<strong>le</strong>tamente <strong>di</strong>verso da quello classico.<br />

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Estate Secon<strong>di</strong> | 245<br />

Trancio <strong>di</strong> spigola<br />

in guazzetto <strong>di</strong> verdure<br />

40 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

800 g <strong>di</strong> spigola in trancio<br />

100 g <strong>di</strong> sedano<br />

100 g <strong>di</strong> carote<br />

uno spicchio d’aglio<br />

un cipollotto<br />

200 g <strong>di</strong> pomodori<br />

30 cl <strong>di</strong> brodo <strong>di</strong> spigola<br />

10 g <strong>di</strong> capperi<br />

un limone<br />

basilico<br />

prezzemolo<br />

30 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tagliare a piccoli tranci la spigola, metterla in casseruola con gli ingre<strong>di</strong>enti<br />

sopra e<strong>le</strong>ncati partendo da freddo come segue: il sedano, <strong>le</strong> carote<br />

e il cipollotto à la julienne, i capperi, l’aglio, la scorza e il succo <strong>di</strong> limone,<br />

i pomodori privi <strong>di</strong> pel<strong>le</strong> e semi, il brodo.<br />

A fine cottura (10-15 minuti) unire <strong>le</strong> erbe aromatiche e l’olio a crudo.<br />

Suggerimento<br />

Per creare un contrasto croccante nel piatto abbinare <strong>del</strong> pane casereccio<br />

tagliato a cubetti e dorato con olio e rosmarino.<br />

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246 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Vitello tonnato<br />

5o minuti<br />

+ alcune ore per la marinatura<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

350 g <strong>di</strong> fiocco <strong>di</strong> vitello<br />

200 g <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> tonno fresco<br />

un tuorlo d’uovo<br />

un mazzo <strong>di</strong> basilico<br />

30 g <strong>di</strong> frutti <strong>del</strong> cappero<br />

salvia<br />

150 g <strong>di</strong> insalata va<strong>le</strong>riana<br />

un limone<br />

ghiaccio<br />

olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Estate<br />

Dorare in pa<strong>del</strong>la con olio e salvia il fiocco <strong>di</strong> vitello <strong>le</strong>gato con lo spago.<br />

Marinare il tonno con gli ingre<strong>di</strong>enti in<strong>di</strong>cati per alcune ore in frigorifero,<br />

coperto con carta pellicola. Eliminare la marinatura passando il<br />

tonno sotto l’acqua corrente e frullare.<br />

Unire alla maionese (ottenuta con il tuorlo, il succo <strong>di</strong> limone bol<strong>le</strong>nte<br />

versato a filo, l’olio e il sa<strong>le</strong>), montata al momento con una frusta e frullare<br />

aggiungendo i capperi.<br />

Frullare basilico e ghiaccio per ottenere una clorofilla (cioè la parte liquida<br />

sul fondo <strong>del</strong> contenitore) al basilico, unirla alla maionese tonnata.<br />

Tagliare la carne sottilmente e accompagnare con la salsa tonnata, ottenuta<br />

con il tonno fresco dal gusto comp<strong>le</strong>tamente <strong>di</strong>verso da quella<br />

classica. Ultimare con frutti <strong>del</strong> cappero e scorza <strong>di</strong> limone.<br />

Suggerimento<br />

Per la marinatura <strong>del</strong> tonno<br />

60 g <strong>di</strong> zucchero <strong>di</strong> canna<br />

scorza <strong>di</strong> limone e arancia<br />

sa<strong>le</strong> grosso<br />

Unire ai tuorli per la maionese il succo <strong>di</strong> limone o aceto bianco bol<strong>le</strong>nte<br />

in cui è stato sciolto il sa<strong>le</strong>, a questo punto incorporare l’olio a filo, girando<br />

sempre dallo stesso verso.<br />

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Dolci,<br />

merende,<br />

colazioni<br />

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Autunno Dolci, merende, colazioni | 249<br />

Cappuccino con anice stellato<br />

2 ore<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 8 persone<br />

Per il cappuccino<br />

300 g <strong>di</strong> panna fresca<br />

30 cl <strong>di</strong> latte<br />

150 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

10 g <strong>di</strong> caffè in polvere<br />

Per la gelée al caffè<br />

15 cl <strong>di</strong> caffè lungo<br />

50 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

15 g <strong>di</strong> pectina oppure 3 fogli <strong>di</strong> gelatina<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per cappuccino con l’anice stellato<br />

400 g <strong>di</strong> panna fresca<br />

10 cl <strong>di</strong> latte<br />

100 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

anice<br />

Per la guarnizione<br />

200 g <strong>di</strong> cioccolato fondente<br />

caffè in polvere<br />

Per il cappuccino: portare a bollore il latte con lo zucchero, unire la polvere<br />

<strong>di</strong> caffè e la panna fuori dal fuoco, passare al colino e porre nel sifone,<br />

caricare e riservare per un’ora in frigorifero.<br />

Per il cappuccino all’anice stellato: portare a bollore il latte con anice<br />

stellato in infusione e lo zucchero, unire la panna fuori dal fuoco, passare<br />

al colino, riservare in frigorifero ed emulsionare con un minipimer al<br />

momento <strong>del</strong> servizio.<br />

Per la gelée: zuccherare il caffè lungo e unire la pectina (o in alternativa<br />

la colla <strong>di</strong> pesce, opportunamente ammollata in acqua fredda e strizzata),<br />

porre in appositi stampini e raffreddare.<br />

Composizione: in una tazza <strong>di</strong> vetro <strong>di</strong>sporre alla base la gelatina al caffè,<br />

unire nel mezzo la spuma <strong>di</strong> cappuccino al caffè, poi la spuma <strong>di</strong> anice,<br />

ultimare con polvere <strong>di</strong> caffè e decori in cioccolato.<br />

Suggerimento<br />

Per la spuma al cappuccino e anice stellato si può usare anche il sifone,<br />

mettendo gli ingre<strong>di</strong>enti come da ricetta.<br />

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250 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Autunno<br />

Composizione <strong>di</strong> frutta con germogli<br />

<strong>di</strong> insalate laccate al mie<strong>le</strong> <strong>di</strong> castagno<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

120 g <strong>di</strong> germogli <strong>di</strong> insalate<br />

un melone<br />

un mango<br />

un’ananas<br />

un’arancia<br />

un pompelmo rosa<br />

8 frago<strong>le</strong><br />

2 kiwi<br />

4 cucchiai <strong>di</strong> mie<strong>le</strong> <strong>di</strong> castagno<br />

50 g <strong>di</strong> olio extravergine d’oliva<br />

sa<strong>le</strong> e pepe<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Togliere la buccia al melone e, una volta rimossi i semi interni, tagliarlo<br />

a fette sottili. Sbucciare al vivo l’arancia e il pompelmo e, con l’aiuto <strong>di</strong><br />

un coltellino, tagliarne ogni singolo spicchio privandolo <strong>del</strong>la pellicina<br />

esterna. Fare a cubetti <strong>le</strong> frago<strong>le</strong> e l’ananas, a spicchi il mango.<br />

Lavare con cura i germogli <strong>di</strong> insalate, asciugarli e con<strong>di</strong>rli con olio, sa<strong>le</strong> e<br />

pepe e <strong>di</strong>sporli sul piatto. Realizzare con la frutta preparata una composizione.<br />

Portare a temperatura <strong>di</strong> circa 60° il mie<strong>le</strong> <strong>di</strong> castagno con l’ausilio<br />

<strong>di</strong> un pentolino a bagnomaria, o facendo più attenzione nel forno a<br />

microonde, successivamente laccare la frutta.<br />

Suggerimento<br />

Un fine pasto insolito ma molto semplice. Per laccare si intende cospargere<br />

la frutta <strong>di</strong> mie<strong>le</strong> caldo; in alternativa al castagno si può utilizzare<br />

anche <strong>del</strong> mie<strong>le</strong> più <strong>del</strong>icato.<br />

Se il mie<strong>le</strong> supera i 60° perde <strong>le</strong> sue proprietà organo<strong>le</strong>ttiche.<br />

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Autunno Dolci, merende, colazioni | 251<br />

Semifreddo alla castagna<br />

con salsa <strong>di</strong> vaniglia al rum<br />

80 minuti<br />

+ 8-10 ore <strong>di</strong> riposo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 semifred<strong>di</strong><br />

Per la salsa<br />

50 cl <strong>di</strong> latte intero fresco<br />

120 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

100 g <strong>di</strong> tuorli d’uovo<br />

un baccello <strong>di</strong> vaniglia<br />

3 cl <strong>di</strong> rum<br />

50 g <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong> affettate<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In un contenitore con il fondo stondato stemperare la composta <strong>di</strong><br />

marroni con la crema pasticcera utilizzando una frusta; ottenuto un<br />

composto omogeneo, unire il rum e al<strong>le</strong>ggerire con la panna. Versare<br />

il composto ottenuto in un contenitore e farlo congelare comp<strong>le</strong>tamente<br />

(temperatura interna –16°) per almeno 8-10 ore. Quando ben<br />

congelato, farlo ammorbi<strong>di</strong>re, poi, con l’aiuto <strong>di</strong> un porzionatore per<br />

gelato, formare <strong>del</strong><strong>le</strong> sfere, <strong>di</strong>spor<strong>le</strong> su un vassoio foderato con carta<br />

da forno e far<strong>le</strong> ricongelare in freezer. Glassare <strong>le</strong> sfere con il cioccolato<br />

fondente fuso a bagnomaria a 40°, riposizionar<strong>le</strong> sulla carta da forno e<br />

conservar<strong>le</strong> in congelatore a –16°.<br />

Per la salsa: in una casseruola portare a ebollizione il latte con il baccello<br />

<strong>di</strong> vaniglia; nel frattempo, a parte, miscelare la polpa <strong>del</strong> baccello<br />

<strong>di</strong> vaniglia con lo zucchero semolato, unire i tuorli e amalgamare bene.<br />

Versare il composto nel latte in ebollizione e cuocere a 85° come per una<br />

norma<strong>le</strong> crema ing<strong>le</strong>se. Togliere dalla fonte <strong>di</strong> calore, unire il rum e versare<br />

in un contenitore, poi coprire con la pellicola per alimenti.<br />

In una pa<strong>del</strong>la antiaderente, a calore moderato, tostare <strong>le</strong> mandor<strong>le</strong> affettate<br />

per qualche minuto fino a che risultino <strong>di</strong> un bel colore dorato. Servire<br />

la salsa tiepida, cospargerla con <strong>le</strong> mandor<strong>le</strong> affettate tostate e nel centro<br />

posizionare all’ultimo momento una sfera <strong>di</strong> semifreddo glassato.<br />

Suggerimento<br />

Per il semifreddo<br />

230 g <strong>di</strong> composta <strong>di</strong> marroni<br />

(al 40% <strong>di</strong> zuccheri)<br />

90 g <strong>di</strong> crema pasticcera (ve<strong>di</strong> p. 87)<br />

180 g <strong>di</strong> panna fresca al 35% <strong>di</strong> grassi<br />

5 ml <strong>di</strong> rum<br />

100 g <strong>di</strong> cioccolato fondente<br />

Per evitare l’aroma alcolico si può sostituire il rum con succo <strong>di</strong> arancia<br />

fresca.<br />

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252 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Sorbetto al pompelmo rosa<br />

100 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 8 persone<br />

1 litro <strong>di</strong> pompelmo rosa<br />

300 g <strong>di</strong> zol<strong>le</strong>tte <strong>di</strong> zucchero<br />

2 bicchieri <strong>di</strong> acqua gassata<br />

7 g <strong>di</strong> stabilizzante<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Autunno<br />

Porre tutti gli ingre<strong>di</strong>enti nel mantecatore classico per il gelato, mettere<br />

in freezer, miscelando <strong>di</strong> tanto in tanto (in alternativa si può realizzare<br />

portando a bollore la metà <strong>del</strong> succo <strong>di</strong> pompelmo con lo zucchero e versando<br />

poi i restanti ingre<strong>di</strong>enti). Portare a –5°.<br />

Suggerimento<br />

La tecnica <strong>di</strong> mettere tutti gli ingre<strong>di</strong>enti partendo da freddo si può realizzare<br />

solo con la macchina per il gelato.<br />

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Inverno Dolci, merende, colazioni | 253<br />

Biscotti al<strong>le</strong> mandor<strong>le</strong><br />

1 ora<br />

+ 15-20 ore per il riposo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 50 pezzi<br />

Per la massa chiara<br />

120 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong><br />

95 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

3,5 cl <strong>di</strong> latte intero fresco<br />

2,5 g <strong>di</strong> scorza <strong>di</strong> arancia<br />

Per la guarnizione<br />

75 g <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong> pelate intere<br />

100 g <strong>di</strong> cioccolato fondente<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per la massa chiara, in una ciotola con il fondo stondato miscelare con <strong>le</strong><br />

mani la farina <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong> con lo zucchero e la scorza <strong>di</strong> arancia grattugiata.<br />

Unire poco alla volta il latte e valutare la consistenza <strong>del</strong> composto,<br />

che dovrà essere come una pasta frolla appena impastata, né troppo<br />

morbida né troppo dura, poiché verrà lavorata con il sac à poche.<br />

Per la massa scura, procedere allo stesso modo, miscelando anche il<br />

cacao con <strong>le</strong> polveri prima <strong>di</strong> unire il latte. Ottenuti i due composti,<br />

riempire con quello scuro un sac à poche in tela con la bocchetta liscia<br />

(<strong>di</strong>ametro 12 mm) e con quello chiaro uno con la bocchetta rigata<br />

a denti gran<strong>di</strong>, <strong>del</strong>lo stesso <strong>di</strong>ametro. Con il composto scuro, creare<br />

su una placca con carta da forno <strong>del</strong><strong>le</strong> gocce tutte uguali. Al centro <strong>di</strong><br />

ognuna mettere una mandorla intera, con l’estremità più affusolata<br />

rivolta verso la parte più stretta <strong>del</strong>la goccia. Sopra creare un ciuffetto<br />

con il composto chiaro, lasciando intravedere la mandorla al centro.<br />

Far asciugare a temperatura ambiente per almeno 15-20 ore. Cuocere<br />

in forno a 250° per 6-7 minuti, sfornare e fare raffreddare. Glassare per<br />

metà i biscotti nel cioccolato fondente sciolto a bagnomaria.<br />

Suggerimento<br />

Per la massa scura<br />

100 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong> grezze<br />

15 g <strong>di</strong> cacao amaro in polvere<br />

95 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

3,5 cl <strong>di</strong> latte intero fresco<br />

2,5 g <strong>di</strong> scorza <strong>di</strong> arancia grattugiata<br />

Il segreto <strong>di</strong> questa ricetta sta nell’uso <strong>del</strong>la farina <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong> al posto<br />

<strong>di</strong> quella <strong>di</strong> grano.<br />

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254 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Biscottini affettati al<strong>le</strong> noccio<strong>le</strong><br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 6 persone<br />

285 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> grano 00<br />

135 g <strong>di</strong> burro<br />

235 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

265 g <strong>di</strong> noccio<strong>le</strong> Piemonte<br />

50 g <strong>di</strong> cacao amaro in polvere<br />

85 g <strong>di</strong> uova<br />

un baccello <strong>di</strong> vaniglia<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In planetaria con il gancio (in alternativa impastare manualmente in<br />

una ciotola) amalgamare il burro a temperatura ambiente con lo zucchero<br />

e la polpa <strong>del</strong> baccello <strong>di</strong> vaniglia, fino a ottenere un composto<br />

areato ma non troppo montato; aggiungere <strong>le</strong> uova poco alla volta.<br />

Tostare <strong>le</strong> noccio<strong>le</strong> in forno a 180° per 4-5 minuti.<br />

Setacciare la farina con il cacao, unire <strong>le</strong> noccio<strong>le</strong> e incorporare tutto al<br />

composto in planetaria lavorandolo il meno possibi<strong>le</strong>. Dividere l’impasto<br />

ottenuto in tre parti e con ognuna <strong>di</strong> queste creare con <strong>le</strong> mani dei<br />

piccoli filoncini lunghi 40 cm. Far stabilizzare in frigorifero fino a comp<strong>le</strong>to<br />

indurimento; quin<strong>di</strong> tagliare <strong>del</strong><strong>le</strong> fette <strong>del</strong>lo spessore <strong>di</strong> 4-5 mm.<br />

Disporre <strong>le</strong> fettine su una teglia rivestita con carta da forno e cuocere in<br />

forno con la valvola aperta (nei forni tra<strong>di</strong>zionali, lasciare uno spiraglio<br />

mettendo una presina) in modo che fuoriesca l’umi<strong>di</strong>tà, che altrimenti<br />

altererebbe la consistenza dei biscotti, a 180° per 10-12 minuti.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa al<strong>le</strong> noccio<strong>le</strong> possiamo inserire qualsiasi tipo <strong>di</strong> frutta secca,<br />

l’importante è tostarla al forno per eliminare la percentua<strong>le</strong> d’acqua<br />

nell’alimento.<br />

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Inverno Dolci, merende, colazioni | 255<br />

Cioccolata in tazza con “sorpresa”<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 tazze<br />

Per la cioccolata in tazza<br />

80 cl <strong>di</strong> latte intero fresco<br />

75 g <strong>di</strong> cacao amaro in polvere<br />

100 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

8 g <strong>di</strong> amido <strong>di</strong> mais<br />

1 g <strong>di</strong> cannella in polvere<br />

0,5 g <strong>di</strong> peperoncino secco in polvere<br />

Per la finitura<br />

200 g <strong>di</strong> cioccolato fondente<br />

250 g <strong>di</strong> panna fresca<br />

1 g <strong>di</strong> pepe nero macinato al momento<br />

10 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per il gelato alla vaniglia<br />

28 cl <strong>di</strong> latte intero fresco<br />

80 g <strong>di</strong> panna fresca<br />

50 g <strong>di</strong> tuorli<br />

95 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

un baccello <strong>di</strong> vaniglia<br />

ghiaccio<br />

Per il croccante<br />

100 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

80 g <strong>di</strong> noccio<strong>le</strong> in granella grossolana<br />

Preparare il gelato alla vaniglia: incidere il baccello <strong>di</strong> vaniglia nel senso<br />

<strong>del</strong>la lunghezza, asportare la polpa e <strong>di</strong>sperderla nello zucchero semolato;<br />

bollire il latte con la panna e la parte esterna <strong>del</strong> baccello, unire i<br />

tuorli miscelati allo zucchero, portare tutta la massa a 85° e versare in<br />

una bacinella.<br />

Raffreddare il più velocemente possibi<strong>le</strong>, immergendo la bacinella che<br />

contiene la base per il gelato in una più grande con <strong>del</strong> ghiaccio e acqua.<br />

Mantecare la base; ottenuto il gelato, formare <strong>del</strong><strong>le</strong> palline con lo spallinatore<br />

e conservare in congelatore.<br />

Per il croccante, cuocere lo zucchero con 2,5 cl <strong>di</strong> acqua fino a che non<br />

raggiunge un colore caramello bruno; togliere dal fuoco, unire <strong>le</strong> noccio<strong>le</strong><br />

e caramellare i cucchiaini che verranno utilizzati per il servizio<br />

<strong>del</strong>la cioccolata.<br />

Per la cioccolata: miscelare il cacao con lo zucchero semolato, l’amido<br />

<strong>di</strong> mais, la cannella in polvere e il peperoncino; scaldare il latte a 50°,<br />

con una parte stemperare <strong>le</strong> polveri miscelate in precedenza, unire il<br />

tutto nella pentola e portare a ebollizione.<br />

Cuocere per 3 minuti continuando a mescolare, togliere dal fuoco,<br />

coprire con la pellicola e mantenere al caldo. Montare la panna,<br />

mantenendola semiliquida, con il pepe e lo zucchero e conservare<br />

in frigorifero.<br />

Glassare <strong>le</strong> palline <strong>di</strong> gelato con il cioccolato fuso a bagnomaria a 35°<br />

e adagiar<strong>le</strong> velocemente sul fondo <strong>del</strong>la tazzina dove verrà servita la<br />

cioccolata, prima che il cioccolato si rapprenda totalmente.<br />

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256 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Riempire la tazza per tre quarti con la cioccolata calda, comp<strong>le</strong>tare<br />

con la panna semimontata al pepe e servire rapidamente, prima che<br />

il calore faccia fondere il cioccolato e lasci venire a galla il gelato, che<br />

invece salirà in un secondo momento. Accompagnare con il cucchiaino<br />

caramellato.<br />

Suggerimento<br />

Si può evitare il gusto deciso <strong>del</strong> peperoncino sostituendolo con <strong>del</strong><strong>le</strong><br />

scorze <strong>di</strong> arancia can<strong>di</strong>ta o pistacchi in granella.<br />

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Inverno Dolci, merende, colazioni | 257<br />

Confettura <strong>di</strong> arance al profumo<br />

<strong>di</strong> cannella e anice stellato<br />

2 ore<br />

+ 12 ore <strong>di</strong> riposo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 2 barattoli<br />

Per la prima cottura<br />

500 g <strong>di</strong> arance a lamel<strong>le</strong><br />

50 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> arance<br />

50 cl <strong>di</strong> succo base <strong>di</strong> mela verde<br />

20 g <strong>di</strong> cannella macinata<br />

20 g <strong>di</strong> anice stellato<br />

1,3 kg <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

2 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per il succo base <strong>di</strong> mela verde: tagliare <strong>le</strong> me<strong>le</strong> ver<strong>di</strong> a quarti, metter<strong>le</strong><br />

in una pentola, coprir<strong>le</strong> con 1 litro d’acqua e cuocer<strong>le</strong> per 30 minuti circa.<br />

Passare il tutto in una calza lasciando sgocciolare bene. Conservare in<br />

frigorifero per due giorni al massimo o altrimenti congelare.<br />

Per la prima cottura: portare a bollore il succo <strong>di</strong> arancia con <strong>le</strong> arance<br />

tagliate a fettine in modo da avere la consistenza <strong>del</strong>la polpa e scorza<br />

all’interno, il succo <strong>di</strong> mela, la cannella macinata, l’anice stellato, lo zucchero<br />

semolato, il succo <strong>di</strong> limone e cuocere per 2 minuti. Mettere in un<br />

recipiente, coprire con la pellicola a contatto con la frutta e lasciare maturare<br />

per 12 ore in frigorifero.<br />

Tascorse <strong>le</strong> 12 ore, rimettere in pentola e cuocere a bagnomaria (circa 20<br />

minuti dal bollore), pre<strong>le</strong>varne una goccia, metterla su un piattino e se,<br />

una volta fredda, avrà la consistenza <strong>di</strong> una norma<strong>le</strong> confettura, vorrà<br />

<strong>di</strong>re che è pronta. A questo punto unire la seconda dose <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

e togliere dal fuoco.<br />

Invasare nei barattoli cal<strong>di</strong>, riempiendoli fino all’orlo. Chiuderli con il<br />

coperchio ermetico e capovolgerli per 5 minuti. Rimettere <strong>di</strong>ritti i vasi<br />

e terminare il raffreddamento, meglio se immersi a bagnomaria in acqua<br />

fredda.<br />

Suggerimento<br />

Per il succo base <strong>di</strong> mela verde<br />

500 g <strong>di</strong> me<strong>le</strong> ver<strong>di</strong> il più possibi<strong>le</strong> acerbe<br />

Per la seconda cottura<br />

1,5 cl <strong>di</strong> succo <strong>di</strong> limone<br />

Per eliminare la carica batterica dai vasetti, è opportuno scaldarli a bagnomaria<br />

o nel microonde prima <strong>del</strong>l’uso. È anche possibi<strong>le</strong> sterilizzarli,<br />

dopo averli sigillati, in una pentola con acqua bol<strong>le</strong>nte per 20 minuti<br />

oppure per lo stesso tempo in forno a vapore alla temperatura <strong>di</strong> 120° (è<br />

importante utilizzare vasetti adatti al<strong>le</strong> alte temperature).<br />

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258 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Crostata <strong>di</strong> ricotta e viscio<strong>le</strong><br />

con gelato <strong>di</strong> cannella<br />

80 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

600 g <strong>di</strong> pasta frolla classica<br />

(ve<strong>di</strong> p. 85)<br />

Per la farcia<br />

400 g <strong>di</strong> ricotta <strong>di</strong> pecora<br />

100 g <strong>di</strong> zucchero<br />

100 g <strong>di</strong> viscio<strong>le</strong> denocciolate<br />

30 g <strong>di</strong> cacao amaro<br />

scorza <strong>di</strong> arancia<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Dopo aver fatto riposare la pasta frolla in frigorifero per 30 minuti, stenderla<br />

sottilmente e foderarne una tortiera.<br />

Miscelare alla ricotta i restanti ingre<strong>di</strong>enti per la farcia, porre nella tortiera<br />

foderata <strong>di</strong> pasta frolla e cuocere in forno per almeno 40 minuti a 170°.<br />

Per il gelato: portare a bollore il latte, unire fuori dalla fiamma i tuorli miscelati<br />

con zucchero, cannella e menta fresca, raffreddare velocemente.<br />

Nota<br />

Per il gelato<br />

50 cl <strong>di</strong> latte<br />

6 tuorli d’uovo<br />

100 g <strong>di</strong> zucchero<br />

cannella<br />

menta fresca<br />

Un connubio fra tra<strong>di</strong>zione territoria<strong>le</strong> e rivisitazione <strong>del</strong> classico gelato<br />

per questa antica ricetta <strong>di</strong> origine ebraica.<br />

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Inverno Dolci, merende, colazioni | 259<br />

Crostata <strong>di</strong> riso, pere e cioccolato<br />

100 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per una crostata<br />

Per la pasta frolla<br />

150 g <strong>di</strong> burro<br />

80 g <strong>di</strong> zucchero<br />

70 g <strong>di</strong> tuorli<br />

240 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> riso<br />

6 g <strong>di</strong> riso polverizzato<br />

60 g <strong>di</strong> amido <strong>di</strong> riso<br />

4 g <strong>di</strong> lievito baking<br />

Per il riso cotto nel latte<br />

50 cl <strong>di</strong> latte intero fresco<br />

75 g <strong>di</strong> riso Carnaroli<br />

30 g <strong>di</strong> mie<strong>le</strong><br />

20 g <strong>di</strong> sciroppo <strong>di</strong> glucosio<br />

50 g <strong>di</strong> burro<br />

mezzo baccello <strong>di</strong> vaniglia<br />

200 g <strong>di</strong> crema pasticcera<br />

con amido <strong>di</strong> riso (ve<strong>di</strong> p. 88)<br />

50 g <strong>di</strong> confettura <strong>di</strong> arancia<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per la decorazione<br />

30 g <strong>di</strong> zucchero <strong>di</strong> canna grezzo<br />

10 g <strong>di</strong> fette essiccate <strong>di</strong> pere Abate<br />

10 g <strong>di</strong> decorazione in cioccolato fondente<br />

Per <strong>le</strong> pere spa<strong>del</strong>late<br />

150 g <strong>di</strong> pere Abate<br />

15 g <strong>di</strong> burro<br />

20 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

1 cl <strong>di</strong> liquore al<strong>le</strong> pere Williams<br />

60 g <strong>di</strong> cioccolato fondente tritato<br />

Per la pasta frolla: in una planetaria con l’attrezzo a foglia unire l’amido,<br />

la farina <strong>di</strong> riso, il burro e amalgamare. Fermare la macchina,<br />

unire i restanti ingre<strong>di</strong>enti e terminare <strong>di</strong> impastare procedendo il più<br />

velocemente possibi<strong>le</strong>. Togliere l’impasto dalla planetaria, formare un<br />

paral<strong>le</strong><strong>le</strong>pipedo sopra un foglio <strong>di</strong> carta da forno, ricoprirlo con lo stesso<br />

e far stabilizzare il tutto in frigorifero per un’ora.<br />

Per il riso: in una pentola far bollire il latte con il riso e il baccello <strong>di</strong><br />

vaniglia; unire gli zuccheri poco prima <strong>di</strong> terminare la cottura. Togliere<br />

dalla fonte <strong>di</strong> calore, mantecare con il burro, stendere su una placca,<br />

coprire con la pellicola e far raffreddare.<br />

Per <strong>le</strong> pere: in una pa<strong>del</strong>la antiaderente far caramellare lo zucchero<br />

con il burro, unire <strong>le</strong> pere tagliate a cubetti, far evaporare tutta l’acqua<br />

rilasciata, sfumare con il liquore e lasciar raffreddare.<br />

Stendere la pasta frolla allo spessore <strong>di</strong> 5 mm, foderare una tortiera<br />

a bor<strong>di</strong> dritti (altezza 5 cm, <strong>di</strong>ametro 18 cm) e congelare per facilitare<br />

<strong>le</strong> operazioni <strong>di</strong> riempimento. Nel frattempo in una ciotola<br />

miscelare il riso con la crema pasticcera; spalmare un sotti<strong>le</strong> strato<br />

uniforme <strong>di</strong> confettura <strong>di</strong> arancia e riempire lo stampo fino a metà<br />

<strong>del</strong>la sua altezza con il composto <strong>di</strong> riso. Cospargere con il cioccolato<br />

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260 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

fondente tritato e comp<strong>le</strong>tare con <strong>le</strong> pere spa<strong>del</strong>late. Cospargere la<br />

superficie con zucchero <strong>di</strong> canna e cuocere in forno a 180-185° per<br />

40-45 minuti.<br />

Per la decorazione: ornare con <strong>del</strong><strong>le</strong> fette <strong>di</strong> pera essiccata, riso soffiato<br />

croccante e cioccolato.<br />

Suggerimento<br />

In questa insolita pasta frolla utilizzo lievito baking e farina <strong>di</strong> riso per<br />

avere una consistenza soffice, gli ami<strong>di</strong> <strong>del</strong> riso renderanno la pasta ancora<br />

più friabi<strong>le</strong>.<br />

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Inverno Dolci, merende, colazioni | 261<br />

Pastiera <strong>di</strong> cereali e ricotta<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per una torta<br />

350 g <strong>di</strong> pasta frolla classica<br />

(ve<strong>di</strong> p. 85)<br />

Per il ripieno<br />

300 g <strong>di</strong> ricotta <strong>di</strong> capra<br />

50 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

100 g <strong>di</strong> mie<strong>le</strong><br />

100 g <strong>di</strong> uova<br />

50 g <strong>di</strong> tuorli<br />

20 g <strong>di</strong> scorza <strong>di</strong> arancia grattugiata<br />

80 g <strong>di</strong> prugne secche<br />

80 g <strong>di</strong> fichi secchi<br />

80 g <strong>di</strong> uvetta sultanina<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per i fiocchi <strong>di</strong> cereali sabbiati: in una casseruola versare 4 cl <strong>di</strong> acqua con<br />

lo zucchero e portare a 118°; unire i fiocchi <strong>di</strong> cereali e, continuando a mescolare,<br />

glassarli con una sabbiatura esterna simi<strong>le</strong> alla sabbia, come colore<br />

e consistenza. Mettere in una teglia e far raffreddare comp<strong>le</strong>tamente.<br />

Per il ripieno: passare al setaccio la ricotta, metterla in una ciotola, aggiungere<br />

tutti gli ingre<strong>di</strong>enti in or<strong>di</strong>ne; per ultimo unire la frutta essiccata<br />

e sminuzzata e i cereali sabbiati. Amalgamare bene e versare in un<br />

anello d’acciaio per crostate, da appoggiare sulla teglia, <strong>del</strong> <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong><br />

18 cm e alto 3 cm, foderato <strong>di</strong> pasta frolla. Sulla superficie formare la<br />

caratteristica griglia con strisce <strong>di</strong> pasta frolla larghe 1,5 cm. Cuocere in<br />

forno a 175-180° per circa 40 minuti.<br />

Far raffreddare, spennellare tutta la superficie con mie<strong>le</strong> caldo e granellare<br />

tutto intorno al bordo con fiocchi <strong>di</strong> cereali sabbiati; decorare la superficie<br />

con <strong>del</strong>la frutta essiccata.<br />

Suggerimento<br />

Per i fiocchi <strong>di</strong> cereali sabbiati<br />

300 g <strong>di</strong> fiocchi <strong>di</strong> cereali misti<br />

160 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

Per un gusto meno intenso si può utilizzare la ricotta <strong>di</strong> mucca.<br />

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262 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Sacher torte<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per una torta<br />

Per la massa montata<br />

170 g <strong>di</strong> burro<br />

170 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

60 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong><br />

170 g <strong>di</strong> uova<br />

15 g <strong>di</strong> cacao amaro in polvere<br />

120 g <strong>di</strong> farina 00<br />

4 g <strong>di</strong> lievito chimico<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In una planetaria con la frusta montare il burro con lo zucchero e la farina<br />

<strong>di</strong> mandor<strong>le</strong> (o in alternativa in una bacinella, con una frusta e<strong>le</strong>ttrica);<br />

quando il composto risulta montato, ma non schiumoso, unire <strong>le</strong> uova a<br />

filo e continuare a montare. (Attenzione: in questa fase, se <strong>le</strong> uova sono<br />

troppo fredde, possono far <strong>di</strong>videre la montata <strong>di</strong> burro; nel caso, per recuperare<br />

il tutto scaldare <strong>le</strong>ggermente la massa e continuare a lavorare.)<br />

Setacciare <strong>le</strong> polveri e incorporar<strong>le</strong> alla massa montata aiutandosi con<br />

una spatola <strong>di</strong> gomma. Versare il composto in una tortiera imburrata e infarinata<br />

e cuocere in forno a 185° per 15-20 minuti. Sfornare, togliere dalla<br />

tortiera e far raffreddare su una griglia con carta da forno.<br />

Utilizzando un sac à poche con la bocchetta da 5 mm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro, farcire<br />

la torta iniettando la confettura <strong>di</strong> albicocche su tutta la superficie. Spatolare<br />

bene su tutta la torta creando così una superficie liscia e omogenea.<br />

Far stabilizzare in frigorifero.<br />

Preparare la glassa: scaldare panna e glucosio nel forno a microonde alla<br />

massima potenza per pochi secon<strong>di</strong>, unire il cioccolato fondente tritato<br />

e scioglierlo senza incorporare aria nella massa. Adagiare la torta su un<br />

cartone <strong>del</strong>lo stesso <strong>di</strong>ametro o <strong>le</strong>ggermente inferiore, appoggiare il tutto<br />

su un sostegno rialzato collocato su una placca; glassare la torta con la<br />

glassa a 38-40°, farla colare prima sui lati e dopo al centro. Sbattere <strong>le</strong>ggermente<br />

la placca, eliminare la glassa in eccesso con un paio <strong>di</strong> colpi decisi<br />

<strong>di</strong> spatola e adagiare la torta sul vassoio <strong>di</strong> servizio. Decorare la superficie<br />

con la scritta “Sacher” e i bor<strong>di</strong> con <strong>del</strong><strong>le</strong> placchette <strong>di</strong> cioccolato fondente.<br />

Suggerimento<br />

Per la farcitura<br />

100 g <strong>di</strong> confettura passata <strong>di</strong> albicocca<br />

Per la glassa<br />

15o g <strong>di</strong> panna fresca al 35% <strong>di</strong> grassi<br />

190 g <strong>di</strong> cioccolato fondente<br />

30 g <strong>di</strong> sciroppo <strong>di</strong> glucosio<br />

Per rendere il biscotto base <strong>del</strong>la preparazione ancora più asciutto si<br />

possono eliminare gli albumi <strong>del</strong>l’uovo, portando avanti la ricetta con<br />

i soli tuorli.<br />

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Inverno Dolci, merende, colazioni | 263<br />

Tarte tatin al<strong>le</strong> pere<br />

3 ore<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 6 persone<br />

250 g <strong>di</strong> farina 00<br />

215 g <strong>di</strong> burro<br />

100 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

8 g <strong>di</strong> sa<strong>le</strong><br />

10 g <strong>di</strong> tuorli d’uovo<br />

600 g <strong>di</strong> pere Kaiser<br />

gelatina per decorare<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In una planetaria con gancio sabbiare 175 grammi <strong>di</strong> burro con la farina<br />

(in alternativa miscelare in una ciotola), unire 40 grammi <strong>di</strong> zucchero,<br />

i tuorli e il sa<strong>le</strong> sciolto in 2 cl <strong>di</strong> acqua fredda. Far riposare in frigorifero<br />

avvolto in un foglio <strong>di</strong> carta da forno per 40 minuti. Dopo<strong>di</strong>ché<br />

stendere allo spessore <strong>di</strong> 6-7 mm e coppare un <strong>di</strong>sco <strong>del</strong>la <strong>di</strong>mensione<br />

<strong>del</strong>la tortiera (in cottura tenderà ad allargarsi <strong>le</strong>ggermente). Riporre in<br />

congelatore per 40 minuti, precuocere fino a metà cottura in forno a<br />

170-175° e congelare nuovamente.<br />

Sbucciare <strong>le</strong> pere, togliere il torsolo, taglier<strong>le</strong> a fette non troppo sottili e<br />

<strong>di</strong>spor<strong>le</strong> in una tortiera in alluminio a bor<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti (altezza 5 cm e <strong>di</strong>ametro<br />

18 cm), dove sul fondo sono stati precedentemente messi due <strong>di</strong>schi <strong>di</strong><br />

carta da forno <strong>del</strong>lo stesso <strong>di</strong>ametro, 30 grammi <strong>di</strong> zucchero e 40 grammi<br />

<strong>di</strong> burro a tocchetti; cospargere la superficie con il rimanente zucchero,<br />

coprire con la carta stagnola e cuocere sul fornello a fiamma bassa fino a<br />

quasi comp<strong>le</strong>ta evaporazione <strong>del</strong>l’acqua rilasciata dal<strong>le</strong> pere.<br />

Togliere dal fuoco, eliminare la carta stagnola, adagiarvi sopra il <strong>di</strong>sco<br />

<strong>di</strong> pasta precotto ancora congelato e terminare la cottura in forno a 170°<br />

per 25-30 minuti.<br />

Decorare lucidando con gelatina neutra a pennello.<br />

Suggerimento<br />

In questo dessert <strong>di</strong> origine francese, durante la stagione estiva possiamo<br />

sostituire al<strong>le</strong> pere <strong>del</strong><strong>le</strong> pesche private <strong>del</strong>la buccia.<br />

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264 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Tartufi <strong>di</strong> panettone<br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 8 tartufi<br />

200 g <strong>di</strong> panna fresca al 35% <strong>di</strong> grassi<br />

900 g <strong>di</strong> cioccolato <strong>di</strong> copertura al latte al 38-40% <strong>di</strong> grassi<br />

5 cl <strong>di</strong> Cointreau<br />

300 g <strong>di</strong> panettone<br />

50 g <strong>di</strong> scorza <strong>di</strong> arancia can<strong>di</strong>ta<br />

100 g <strong>di</strong> cacao amaro in polvere<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In una casseruola far bollire la panna, versarla su 600 grammi <strong>di</strong> cioccolato<br />

sminuzzato, far sciogliere bene mescolando <strong>del</strong>icatamente senza<br />

far incorporare aria.<br />

Togliere la crosta esterna <strong>del</strong> panettone, tagliarlo a cubetti e sbriciolarlo<br />

non troppo finemente. Unire il panettone sbriciolato alla panna. Aggiungervi<br />

la scorza <strong>di</strong> arancia can<strong>di</strong>ta a cubetti e il Cointreau.<br />

Mescolare fino a ottenere una massa omogenea, far rapprendere e, con<br />

il porzionatore da gelato <strong>del</strong> <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 2,5 cm, creare <strong>del</strong><strong>le</strong> picco<strong>le</strong> sfere<br />

irregolari. Adagiare <strong>le</strong> sfere sulla carta da forno a <strong>di</strong>stanza regolare e<br />

far<strong>le</strong> riposare in un luogo fresco (non in frigorifero).<br />

Sciogliere a bagnomaria 300 grammi <strong>di</strong> cioccolato e glassare <strong>le</strong> sfere, far<strong>le</strong><br />

rotolare nel cacao in polvere per ottenere un effetto cristallizzato, in<br />

una placca con carta da forno.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa al panettone si può utilizzare il pandoro, con aggiunta <strong>di</strong><br />

torrone sbriciolato.<br />

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Inverno Dolci, merende, colazioni | 265<br />

Torrone<br />

150 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per circa 1 kg <strong>di</strong> torrone<br />

500 g <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong> sgusciate<br />

300 g <strong>di</strong> mie<strong>le</strong><br />

200 g <strong>di</strong> noccio<strong>le</strong> sgusciate<br />

100 g <strong>di</strong> arancia e cedro can<strong>di</strong>ti<br />

3 albumi<br />

2 limoni<br />

ostie molto larghe<br />

zucchero<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Tritare la frutta can<strong>di</strong>ta. Stendere <strong>le</strong> noccio<strong>le</strong> sulla placca <strong>del</strong> forno, tostar<strong>le</strong><br />

e, sfregando<strong>le</strong> fra <strong>le</strong> mani, togliere la pellicina; sbol<strong>le</strong>ntare <strong>le</strong> mandor<strong>le</strong>,<br />

pelar<strong>le</strong> e asciugar<strong>le</strong> in forno. Tritare tutta la frutta secca.<br />

Versare il mie<strong>le</strong> in un recipiente pulitissimo e piuttosto alto; cuocerlo<br />

a bagnomaria per 90 minuti, quando il mie<strong>le</strong> colorisce, prenderne un<br />

cucchiaino e immergerlo in acqua fredda: è pronto se si stende e si spezza<br />

tra i denti. In un altro pentolino mettere 10 cl <strong>di</strong> acqua e lo zucchero<br />

e portarlo allo sta<strong>di</strong>o detto “<strong>di</strong> caramella”: preso un poco <strong>di</strong> zucchero e<br />

immerso nell’acqua questo si spezzerà come vetro.<br />

Montare gli albumi a neve soli<strong>di</strong>ssima poi unirli al mie<strong>le</strong>, senza mai<br />

smettere <strong>di</strong> mescolare: la massa si gonfierà e <strong>di</strong>verrà bianca e spumosa.<br />

Dopo 5 minuti unire tutto lo zucchero cotto alla caramella; quando il<br />

composto comincerà a indurire, unire <strong>le</strong> mandor<strong>le</strong>, <strong>le</strong> noccio<strong>le</strong>, la frutta<br />

can<strong>di</strong>ta, la scorza grattugiata dei limoni, lavorare energicamente per<br />

amalgamare perfettamente il composto. Stendere <strong>del</strong><strong>le</strong> ostie negli appositi<br />

stampi rettangolari, versare il composto e livellare bene, coprirlo<br />

con altre ostie e mettervi sopra una tavo<strong>le</strong>tta <strong>di</strong> <strong>le</strong>gno con un peso lasciandovelo<br />

per circa 30 minuti. Capovolgere lo stampo e tagliare il torrone<br />

a pezzi. Se non si consuma subito, avvolgere i pezzi in carta o<strong>le</strong>ata e<br />

poi in carta stagnola, conservare all’asciutto.<br />

Suggerimento<br />

Alla preparazione fina<strong>le</strong> si possono aggiungere pistacchi sgusciati e<br />

arance can<strong>di</strong>te.<br />

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266 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Torta rustica <strong>di</strong> zucca<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per una torta<br />

300 g <strong>di</strong> burro a temperatura ambiente<br />

300 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

300 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> grano 00<br />

150 g <strong>di</strong> uova<br />

16 g <strong>di</strong> lievito baking<br />

500 g <strong>di</strong> zucca gialla<br />

zucchero a velo<br />

marzapane arancione per il decoro<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Montare <strong>le</strong>ggermente con una frusta il burro con lo zucchero, unire <strong>le</strong><br />

uova, poco alla volta, e infine la farina setacciata con il lievito baking.<br />

Mettere il composto nella tortiera imburrata e infarinata precedentemente,<br />

<strong>di</strong>sporre sulla superficie i pezzi <strong>di</strong> zucca passati nello zucchero<br />

semolato e cuocere in forno a 180° per 40 minuti circa.<br />

Terminata la cottura, lasciare intiepi<strong>di</strong>re, sformare dalla tortiera, spolverare<br />

con zucchero a velo e mettere sul vassoio <strong>di</strong> portata. Decorare i bor<strong>di</strong><br />

con una striscia <strong>di</strong> marzapane arancione e la superficie con <strong>del</strong><strong>le</strong> picco<strong>le</strong><br />

zucche, realizzate sempre in marzapane.<br />

Suggerimento<br />

Si può fare questa torta anche con metà zucca e metà me<strong>le</strong>, oppure al<br />

posto <strong>del</strong>la zucca anche con frutta come banane, frago<strong>le</strong>, ananas, avendo<br />

l’accortezza <strong>di</strong> aumentare la farina. Il marzapane più tipico è quello<br />

siciliano, da comprare già fatto.<br />

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Inverno Dolci, merende, colazioni | 267<br />

Torta sbrisolona<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 6 persone<br />

250 g <strong>di</strong> farina 00<br />

150 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> mais<br />

200 g <strong>di</strong> zucchero <strong>di</strong> canna grezzo<br />

220 g <strong>di</strong> burro<br />

50 g <strong>di</strong> tuorli d’uovo<br />

200 g <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong> in granella<br />

3 g <strong>di</strong> scorza <strong>di</strong> limone grattugiata<br />

5 g <strong>di</strong> lievito chimico<br />

3 g <strong>di</strong> cannella in polvere<br />

25 g <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong> grezze<br />

fumetto <strong>di</strong> mais<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

In una grossa ciotola con il fondo stondato, miscelare a secco <strong>le</strong> farine<br />

con lo zucchero, la granella <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong>, la cannella, il lievito chimico e<br />

la scorza <strong>di</strong> limone grattugiata.<br />

A parte, in una ciotola <strong>di</strong> plastica, ammorbi<strong>di</strong>re il burro in microonde<br />

per 10 secon<strong>di</strong> al massimo <strong>del</strong>la potenza; unirvi, miscelando con una<br />

frusta, i tuorli ottenendo così un composto omogeneo. Amalgamare i<br />

due composti e, sfregando tutti gli ingre<strong>di</strong>enti con <strong>le</strong> mani, ottenere un<br />

impasto sgranato ma omogeneo. Sistemarlo in una tortiera <strong>del</strong> <strong>di</strong>ametro<br />

<strong>di</strong> 24 cm ben imburrata e infarinata con <strong>del</strong> fumetto <strong>di</strong> mais.<br />

Livellare, premere <strong>le</strong>ggermente per compattare il tutto, decorare la superficie<br />

con <strong>le</strong> mandor<strong>le</strong> grezze premendo<strong>le</strong> bene nel composto e cuocere<br />

in forno a 175° per 30-35 minuti. Terminata la cottura, togliere la torta<br />

dal forno, farla raffreddare e metterla nel piatto <strong>di</strong> servizio.<br />

Suggerimento<br />

La torta sbrisolona per tra<strong>di</strong>zione non va tagliata con il coltello ma va<br />

spezzata in grossi tocchi e servita. Accompagnarla con bevande calde<br />

come tè o tisane, oppure con un vino dolce da me<strong>di</strong>tazione; evitare<br />

(come sempre per i dolci) <strong>le</strong> bollicine, spumanti o prosecchi.<br />

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268 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Inverno<br />

Tortino <strong>di</strong> me<strong>le</strong><br />

50 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 6 tortini<br />

2 uova<br />

3 me<strong>le</strong> Delizia<br />

40 g <strong>di</strong> burro<br />

50 g <strong>di</strong> yogurt magro<br />

90 g <strong>di</strong> zucchero<br />

100 g <strong>di</strong> farina per dolci<br />

30 g <strong>di</strong> fecola <strong>di</strong> patate<br />

mezzo cucchiaino <strong>di</strong> lievito per dolci in polvere<br />

un cucchiaino <strong>di</strong> granella <strong>di</strong> zucchero<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Mettere il burro in una ciotola e montarlo con una frusta e<strong>le</strong>ttrica fino a<br />

ottenere una crema soffice. Unire <strong>le</strong> uova, una alla volta, continuando a<br />

mescolare con la frusta. Aggiungere lo yogurt, lo zucchero e infine la farina<br />

e la fecola setacciate, al<strong>le</strong> quali avrete mescolato il lievito. Trasferire<br />

la pastella negli stampi da crostata imburrati e infarinati.<br />

Sbucciare <strong>le</strong> me<strong>le</strong>, tagliar<strong>le</strong> in due ed eliminare il torsolo. Affettar<strong>le</strong> con<br />

un coltello affilato senza però incidere comp<strong>le</strong>tamente, lasciando <strong>le</strong> fette<br />

attaccate alla base come in un ventaglio. Inserire <strong>le</strong> mezze me<strong>le</strong> nello<br />

stampo, spingendo per affondar<strong>le</strong> nella pastella.<br />

Cospargere il tutto con la granella e cuocere nel forno già caldo a 180°,<br />

possibilmente in modalità “ventilato”, per 30 minuti.<br />

Servire la tortina tiepida.<br />

Suggerimento<br />

Per realizzare in maniera corretta una pasta frolla è importante miscelare<br />

il burro e <strong>le</strong> uova a temperatura ambiente, aggiungendo per ultimo<br />

lo zucchero.<br />

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Primavera Dolci, merende, colazioni | 269<br />

Cono <strong>di</strong> mousse al limone<br />

con glassa fondente<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 6 mousse<br />

Per la mousse<br />

60 g <strong>di</strong> limone<br />

10 g <strong>di</strong> scorza <strong>di</strong> limone<br />

50 g <strong>di</strong> sciroppo <strong>di</strong> glucosio<br />

80 g <strong>di</strong> zucchero a velo<br />

100 g <strong>di</strong> zucchero fondente<br />

210 g <strong>di</strong> crema pasticcera (ve<strong>di</strong> p. 87)<br />

200 g <strong>di</strong> meringa italiana (ve<strong>di</strong> p. 88)<br />

300 g <strong>di</strong> panna fresca al 35% <strong>di</strong> grassi<br />

2 fogli <strong>di</strong> gelatina<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per la mousse: lavare il limone, tagliarlo in 6 parti e privarlo dei semi, poi<br />

frullarlo nel cutter con gli zuccheri e la scorza grattugiata fino a quando<br />

il composto risulterà liscio e omogeneo. Trasferirlo in un contenitore e<br />

portarlo alla temperatura <strong>di</strong> 2°. Scaldare in microonde la crema pasticcera,<br />

sciogliervi all’interno la gelatina ammollata precedentemente in<br />

acqua fredda; unire al composto <strong>di</strong> limone e al<strong>le</strong>ggerire con la meringa<br />

italiana. Incorporare la panna dopo averla montata.<br />

Per la glassa fondente: in un contenitore unire la panna calda a 50° con<br />

lo sciroppo <strong>di</strong> glucosio e il cioccolato fondente fuso a bagnomaria a 45°;<br />

miscelare <strong>del</strong>icatamente con una spatola senza far incorporare aria e<br />

coprire con la pellicola a contatto.<br />

Per la composizione fina<strong>le</strong>: colare la mousse negli stampi in silicone o<br />

acciaio a forma <strong>di</strong> cono, livellare bene con una spatola asportando la<br />

massa in eccesso e terminare con un tampone <strong>di</strong> biscotto frollino frantumato.<br />

Mettere in freezer. Una volta congelato, conservare il prodotto<br />

alla temperatura <strong>di</strong> –20° fino al momento <strong>del</strong>l’utilizzo.<br />

Sformare la quantità <strong>di</strong> coni necessaria, sistemarli su una griglia, per<br />

permettere una corretta glassatura. Glassare con la glassa calda a 45°,<br />

quando ancora ben congelati, poi far rinvenire in frigorifero; al momento<br />

<strong>del</strong> servizio impiattare, guarnire con un po’ <strong>di</strong> salsa ing<strong>le</strong>se alla vaniglia<br />

e decorare con fiori <strong>di</strong> lavanda secchi.<br />

Suggerimento<br />

Per la glassa fondente<br />

190 g <strong>di</strong> cioccolato fondente<br />

150 g <strong>di</strong> panna fresca al 35% <strong>di</strong> grassi<br />

30 g <strong>di</strong> sciroppo <strong>di</strong> glucosio<br />

Per la composizione fina<strong>le</strong><br />

100 g <strong>di</strong> biscotto frollino<br />

50 g <strong>di</strong> crema ing<strong>le</strong>se (ve<strong>di</strong> p. 87)<br />

20 g <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> lavanda<br />

In alternativa al biscotto possiamo utilizzare anche <strong>del</strong><strong>le</strong> fettine <strong>di</strong> arancia<br />

tagliate sottili e <strong>di</strong>sidratate in forno.<br />

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270 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Crostata con crema cotta<br />

e gelatina ai frutti rossi<br />

80 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per una crostata<br />

300 g <strong>di</strong> pasta frolla classica<br />

(ve<strong>di</strong> p. 85)<br />

Per la crema cotta<br />

200 g <strong>di</strong> panna fresca<br />

al 35% <strong>di</strong> grassi<br />

40 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

55 g <strong>di</strong> tuorli<br />

1 g <strong>di</strong> bacche <strong>di</strong> vaniglia<br />

scorza <strong>di</strong> arancia<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Stendere la pasta frolla allo spessore <strong>di</strong> 5 mm, foderare una tortiera con<br />

bor<strong>di</strong> svasati (altezza 3 cm, <strong>di</strong>ametro 16 cm), far stabilizzare in congelatore<br />

e cuocere in forno a 160° per 50 minuti.<br />

Per la crema cotta: bollire la panna con la bacca <strong>di</strong> vaniglia incisa lateralmente,<br />

togliere la bacca, versare la panna sui tuorli miscelati con lo zucchero<br />

e unire la scorza <strong>di</strong> arancia grattugiata. Mo<strong>del</strong>lare un contenitore<br />

<strong>di</strong> carta stagnola sagomando tre fogli attorno a un anello <strong>di</strong> acciaio <strong>del</strong><br />

<strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 12 cm, versare all’interno il composto e cuocere a bagnomaria<br />

in forno a 120° per 35-40 minuti. Togliere dal bagnomaria e congelare<br />

comp<strong>le</strong>tamente. Sformare aiutandosi con una bacinella <strong>di</strong> acqua calda,<br />

adagiare la crema cotta al centro <strong>del</strong> fondo <strong>di</strong> frolla cotto in bianco e<br />

conservare in congelatore.<br />

Per la gelatina ai frutti rossi: miscelare lo zucchero con l’agar agar, incorporarlo<br />

con la frusta in 200 grammi <strong>di</strong> purea <strong>di</strong> frutti (ottenuta con<br />

un frullatore), scaldare e far bollire per 5 minuti permettendo così il<br />

comp<strong>le</strong>to scioglimento <strong>del</strong>l’agar agar. Unire la rimanente purea e colare<br />

subito nel fondo <strong>di</strong> frolla con la crema cotta, facendo attenzione che sia<br />

ben congelato. Riempire fino all’orlo e far rapprendere in frigorifero.<br />

Per la decorazione: <strong>di</strong>sporre al centro un bouquet <strong>di</strong> ribes, lucidare con gelatina<br />

a pennello neutra e terminare la decorazione con una fetta <strong>di</strong> arancia<br />

essiccata, <strong>del</strong><strong>le</strong> foglie <strong>di</strong> menta brinate e una griglia <strong>di</strong> zucchero colato.<br />

Suggerimento<br />

Per la gelatina ai frutti rossi<br />

500 g <strong>di</strong> purea <strong>di</strong> frutti <strong>di</strong> bosco<br />

(ribes, lampone, fragola...)<br />

150 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

9 g <strong>di</strong> agar agar<br />

Nella crema si può <strong>di</strong>mezzare la panna fresca e sostituirla con dei formaggi<br />

cremosi.<br />

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Primavera Dolci, merende, colazioni | 271<br />

Crostata senza glutine<br />

con crema <strong>di</strong> riso e ananas<br />

80 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per una crostata<br />

Per la pasta frolla senza glutine<br />

200 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> riso<br />

50 g <strong>di</strong> fiocchi <strong>di</strong> mais<br />

150 g <strong>di</strong> burro<br />

80 g <strong>di</strong> zucchero <strong>di</strong> canna<br />

2 uova<br />

Per la composizione<br />

ananas<br />

menta fresca<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per la pasta frolla: impastare <strong>le</strong> uova con burro e zucchero, unire la farina<br />

<strong>di</strong> riso e i fiocchi <strong>di</strong> mais ridotti a polvere, lasciar riposare in frigo<br />

alcuni minuti nella pellicola, cuocere in apposito stampo per tortiera in<br />

forno a 170°, per 20 minuti.<br />

Per la crema: portare a bollore il latte <strong>di</strong> riso con la vaniglia, estrarre <strong>le</strong><br />

per<strong>le</strong> dal baccello <strong>di</strong> vaniglia, versare in un recipiente dove sono stati<br />

miscelati i tuorli con il malto <strong>di</strong> riso e l’amido.<br />

Portare <strong>di</strong> nuovo sul fuoco girando con la frusta continuamente per fare<br />

addensare la crema e poi raffreddare.<br />

Versare nella base <strong>del</strong> <strong>di</strong>sco <strong>di</strong> frolla la crema, unire l’ananas tagliata a<br />

piccoli spicchi e ultimare con foglie <strong>di</strong> menta.<br />

Suggerimento<br />

Per la crema pasticcera al riso<br />

25 cl <strong>di</strong> latte <strong>di</strong> riso<br />

60 g <strong>di</strong> tuorli d’uovo<br />

80 g <strong>di</strong> malto <strong>di</strong> riso<br />

20 g <strong>di</strong> amido <strong>di</strong> riso<br />

una bacca <strong>di</strong> vaniglia<br />

Come valida alternativa si possono utilizzare prodotti gluten free per gli<br />

intol<strong>le</strong>ranti al glutine.<br />

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272 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Primavera<br />

Soufflé ghiacciato al<strong>le</strong> frago<strong>le</strong> <strong>di</strong> bosco<br />

con frappè<br />

2 ore<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 8 porzioni<br />

150 g <strong>di</strong> panna fresca<br />

300 g <strong>di</strong> frago<strong>le</strong> <strong>di</strong> bosco<br />

un lime<br />

150 g <strong>di</strong> meringa italiana<br />

(ve<strong>di</strong> p. 88)<br />

Per la base semifreddo<br />

3 tuorli<br />

90 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Preparare la base semifreddo unendo ai tuorli in una ciotola 3 cl <strong>di</strong> acqua<br />

con lo zucchero a 120°, montare fino a comp<strong>le</strong>to raffreddamento.<br />

Nel frattempo frullare <strong>le</strong> frago<strong>le</strong> con un minipimer a immersione.<br />

Montare metà <strong>del</strong>la panna, unirla alla base semifreddo e al<strong>le</strong> frago<strong>le</strong><br />

frullate, aggiungere la meringa italiana, al<strong>le</strong>ggerire con l’altra metà <strong>del</strong>la<br />

panna semimontata.<br />

Versare in appositi stampini, o anche in tazzine da caffè in porcellana,<br />

con sopra un cerchietto <strong>di</strong> carta acetata, in modo che poi congelando<br />

non debor<strong>di</strong> dalla tazzina, porre in freezer.<br />

Per il frappè: mettere tutto nel frullatore ed emulsionare.<br />

Disporre su un piatto rettangolare la tazzina da caffè con il soufflé ghiacciato;<br />

in un bicchierino in vetro unire il frappè ben emulsionato, decorare<br />

con menta fresca, fragoline e fettine <strong>di</strong> lime.<br />

Suggerimento<br />

Per il frappè<br />

150 g <strong>di</strong> frago<strong>le</strong><br />

menta fresca<br />

20 cl <strong>di</strong> latte fresco<br />

80 g <strong>di</strong> ghiaccio tritato<br />

Decorare con fettine rotonde <strong>di</strong> lime o limone tagliate sottili, <strong>di</strong>sposte su<br />

carta forno con poco zucchero a velo e poi <strong>di</strong>sidratate in forno a 100°: si<br />

ottengono <strong>del</strong><strong>le</strong> chips <strong>di</strong> agrumi molto friabili.<br />

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Primavera Dolci, merende, colazioni | 273<br />

Tartare <strong>di</strong> frutta fresca<br />

con sorbetto al limone<br />

2 ore<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

300 g <strong>di</strong> frago<strong>le</strong><br />

400 g <strong>di</strong> kiwi<br />

500 g <strong>di</strong> pere William<br />

menta fresca<br />

100 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

30 g <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> carrube<br />

5 limoni<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Portare a bollore 10 cl d’acqua con lo zucchero, unire fuori dal fuoco il<br />

succo <strong>di</strong> limone e la farina <strong>di</strong> carrube come addensante, raffreddare velocemente<br />

nella macchina per il gelato oppure in freezer per un paio<br />

d’ore, miscelando <strong>di</strong> tanto in tanto.<br />

Tagliare a piccoli cubetti la frutta.<br />

Disporre in una coppa in vetro la tartare, ultimare con una pallina <strong>di</strong><br />

gelato al limone, decorare con scorza <strong>di</strong> limone e menta fresca.<br />

Suggerimento<br />

Per realizzare il sorbetto utilizzare la farina <strong>di</strong> carrube al posto <strong>del</strong> classico<br />

stabilizzante per uso gelateria.<br />

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274 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Tartare <strong>di</strong> mango<br />

su carpaccio <strong>di</strong> ananas<br />

30 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 4 persone<br />

un’ananas<br />

2 limoni<br />

2 cucchiai <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

mezzo bicchiere <strong>di</strong> Martini dry<br />

2 manghi<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Primavera<br />

Pulire a vivo l’ananas, scalopparla a fettine sottili con l’aiuto <strong>di</strong> una<br />

mandolina, riservarla nel Martini dry.<br />

Pulire e tagliare a piccoli cubetti i manghi.<br />

Bollire 15 cl <strong>di</strong> acqua con lo zucchero, fino a ridurre il liquido <strong>del</strong>la metà.<br />

Disporre su un piatto da servizio il carpaccio <strong>di</strong> ananas tagliata sottilmente,<br />

comporre sopra la tartare <strong>di</strong> mango aiutandosi con un cerchietto<br />

<strong>di</strong> acciaio e concludere con la riduzione <strong>di</strong> zucchero a cui si è aggiunta<br />

l’infusione <strong>del</strong>l’ananas al Martini e il succo dei limoni.<br />

Suggerimento<br />

In alternativa al Martini si può utilizzare come componente alcolica <strong>del</strong><br />

limoncello o <strong>del</strong> liquore <strong>di</strong> rabarbaro.<br />

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Primavera Dolci, merende, colazioni | 275<br />

Tiramisù al<strong>le</strong> frago<strong>le</strong><br />

2 ore<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 6 persone<br />

4 tazzine <strong>di</strong> caffè espresso lungo<br />

100 g <strong>di</strong> savoiar<strong>di</strong><br />

2 fogli <strong>di</strong> gelatina<br />

200 g <strong>di</strong> mascarpone<br />

400 g <strong>di</strong> frago<strong>le</strong><br />

2 tuorli d’uovo<br />

80 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

100 g <strong>di</strong> ovetti <strong>di</strong> cioccolata fondente<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Unire al caffè espresso lungo <strong>del</strong>lo zucchero (secondo il gusto) e la gelatina,<br />

versare in un bicchiere <strong>di</strong> vetro, raffreddare in frigorifero.<br />

A parte montare i tuorli con lo zucchero e 5 cl <strong>di</strong> acqua bol<strong>le</strong>nte versati a<br />

filo, unire il mascarpone e amalgamare.<br />

In coppe singo<strong>le</strong> su un fondo <strong>di</strong> gelatina al caffè appoggiare dei biscotti<br />

imbevuti al caffè, versare la crema al mascarpone, unire <strong>le</strong> frago<strong>le</strong> a piccoli<br />

cubetti, ultimare con gli ovetti <strong>di</strong> cioccolata.<br />

Suggerimento<br />

La gelatina al caffè serve come e<strong>le</strong>mento <strong>di</strong> contrasto <strong>di</strong> sapore al dolce,<br />

in alternativa si può mettere un frullato <strong>di</strong> frago<strong>le</strong> e menta.<br />

Questo dolce si può preparare anche durante il periodo pasqua<strong>le</strong>, ma in<br />

alternativa agli ovetti <strong>di</strong> cioccolata si può usare <strong>del</strong> cioccolato fondente.<br />

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276 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Bavarese al<strong>le</strong> frago<strong>le</strong><br />

100 minuti<br />

Ingre<strong>di</strong>enti<br />

300 g <strong>di</strong> crema pasticcera (ve<strong>di</strong> p. 87)<br />

300 g <strong>di</strong> purea <strong>di</strong> frago<strong>le</strong><br />

15 g <strong>di</strong> colla <strong>di</strong> pesce<br />

200 g <strong>di</strong> panna semimontata<br />

menta fresca<br />

100 g <strong>di</strong> frago<strong>le</strong><br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Estate<br />

Unire alla crema fredda la purea (ottenuta passando <strong>le</strong> frago<strong>le</strong> al frullatore),<br />

incorporare la colla <strong>di</strong> pesce (precedentemente ammollata in<br />

acqua fredda e poi strizzata), sciolta in poca acqua e infine la panna<br />

semimontata.<br />

Porre in appositi stampini, riservare in frigorifero e servire accompagnata<br />

da menta fresca e frago<strong>le</strong> tagliate a ventaglio.<br />

Suggerimento<br />

Al posto <strong>del</strong><strong>le</strong> frago<strong>le</strong> si può usare una purea <strong>di</strong> lamponi o albicocche<br />

fresche.<br />

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Estate Dolci, merende, colazioni | 277<br />

Mousse allo yogurt e pesca<br />

1 ora<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 6 porzioni<br />

Per la mousse allo yogurt<br />

330 g <strong>di</strong> yogurt magro natura<strong>le</strong><br />

150 g <strong>di</strong> meringa italiana<br />

(ve<strong>di</strong> p. 88)<br />

8 g <strong>di</strong> gelatina in fogli<br />

35 g <strong>di</strong> sciroppo <strong>di</strong> saccarosio invertito<br />

15 g <strong>di</strong> yogurt intero natura<strong>le</strong> in polvere<br />

330 g <strong>di</strong> panna fresca<br />

al 35% <strong>di</strong> grassi<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Per la mousse allo yogurt: sciogliere la gelatina con lo sciroppo <strong>di</strong> saccarosio<br />

invertito, unire lo yogurt in polvere e miscelare; scaldare una parte<br />

<strong>del</strong>lo yogurt, unire alla miscela precedente e poi incorporare il tutto al<br />

rimanente yogurt. Al<strong>le</strong>ggerire con la meringa italiana e infine incorporare<br />

<strong>del</strong>icatamente la panna e colare negli stampi in silicone.<br />

Per la gelatina alla pesca: scaldare una parte <strong>di</strong> purea (ottenuta con un<br />

frullatore), unire la gelatina, lo zucchero e mescolare. Versare la restante<br />

purea, miscelare, colare in altri stampi in silicone e far raffreddare.<br />

Stendere la pasta frolla allo spessore <strong>di</strong> 5 mm, ritagliare dei <strong>di</strong>schi <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />

adatte agli stampi, e far cuocere in forno a 170° per 20 minuti,<br />

in modo da preservare la frolla. Lasciar raffreddare.<br />

Sformare <strong>le</strong> mousse allo yogurt sui fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> pasta frolla, adagiarvi <strong>le</strong> cupo<strong>le</strong><br />

<strong>di</strong> gelatina e decorare con amaretti sbriciolati oppure con una mora.<br />

Suggerimento<br />

Per la gelatina alla pesca<br />

200 g <strong>di</strong> purea <strong>di</strong> pesche<br />

80 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

7 g <strong>di</strong> gelatina in fogli<br />

Per la finitura<br />

80 g <strong>di</strong> pasta frolla classica<br />

(ve<strong>di</strong> p. 85)<br />

100 g <strong>di</strong> more<br />

20 g <strong>di</strong> amaretti<br />

In alternativa al<strong>le</strong> pesche si possono utilizzare frutti <strong>di</strong> bosco o frago<strong>le</strong> e<br />

menta fresca.<br />

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278 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Semifreddo alla menta<br />

30 minuti<br />

+ 3 ore <strong>di</strong> riposo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 6 semifred<strong>di</strong><br />

4 tuorli d’uovo<br />

140 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

300 g <strong>di</strong> panna fresca<br />

4 cl <strong>di</strong> menta liquida<br />

100 g <strong>di</strong> cioccolato fondente<br />

ribes rossi<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Estate<br />

In una ciotola con i tuorli d’uovo montare con una frusta e<strong>le</strong>ttrica 5 cl <strong>di</strong><br />

acqua e lo zucchero bol<strong>le</strong>nti versati a filo, mescolare energicamente e poi<br />

unire la menta liquida.<br />

Aggiungere la panna semimontata e amalgamare.<br />

Versare in appositi stampini, lasciar riposare in freezer per almeno 3 ore.<br />

Una volta pronto, sformare e accompagnare con ribes e cioccolato fondente.<br />

Suggerimento<br />

Si può accompagnare il semifreddo con salsa al cioccolato calda servita<br />

in una coppa <strong>di</strong> vetro, in modo da avere un contrasto <strong>di</strong> temperature in<br />

degustazione.<br />

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Estate Dolci, merende, colazioni | 279<br />

Sorbetto al cioccolato, arancia e mie<strong>le</strong><br />

70 minuti<br />

+ 12 ore <strong>di</strong> riposo<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 5 porzioni<br />

80 g <strong>di</strong> zucchero semolato<br />

2 g <strong>di</strong> stabilizzante-emulsionante<br />

60 g <strong>di</strong> mie<strong>le</strong><br />

120 g <strong>di</strong> cioccolato <strong>di</strong> copertura fondente al 38-40% <strong>di</strong> grassi<br />

50 g <strong>di</strong> cacao amaro in polvere<br />

scorza <strong>di</strong> arancia<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Scaldare a 80° mezzo litro d’acqua con il mie<strong>le</strong> e la scorza <strong>di</strong> un’arancia<br />

intera; lasciare in infusione per 30 minuti circa, coprendo con la pellicola,<br />

quin<strong>di</strong> riscaldare nuovamente.<br />

Miscelare lo zucchero semolato con lo stabilizzante (pectina, agar agar<br />

o stabilizzante per gelato), quin<strong>di</strong> versarli nel liquido caldo e miscelare<br />

bene. Aggiungere il cioccolato e il cacao, mixare in modo da emulsionare<br />

bene il tutto.<br />

Lasciare maturare il composto per 12 ore, quin<strong>di</strong> mantecare in sorbettiera,<br />

in alternativa in freezer. Guarnire con scaglie <strong>di</strong> cioccolato.<br />

Suggerimento<br />

Al momento <strong>del</strong>la presentazione si possono aggiungere menta fresca,<br />

scorza <strong>di</strong> arancia can<strong>di</strong>ta, lamponi.<br />

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280 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Trilogia <strong>di</strong> sorbetti<br />

5 ore<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 6 persone<br />

Per il sorbetto <strong>di</strong> melone<br />

300 g <strong>di</strong> polpa <strong>di</strong> melone<br />

100 g <strong>di</strong> zucchero<br />

mezzo albume <strong>di</strong> uovo<br />

Per il sorbetto <strong>di</strong> limone<br />

300 g <strong>di</strong> polpa <strong>di</strong> limone<br />

100 g <strong>di</strong> zucchero<br />

mezzo albume <strong>di</strong> uovo<br />

Per il sorbetto <strong>di</strong> frago<strong>le</strong><br />

300 g <strong>di</strong> polpa <strong>di</strong> frago<strong>le</strong><br />

100 g <strong>di</strong> zucchero<br />

mezzo albume <strong>di</strong> uovo<br />

Proce<strong>di</strong>mento<br />

Estate<br />

Per ogni sorbetto il proce<strong>di</strong>mento è identico.<br />

Bollire per 2-3 minuti 10 cl <strong>di</strong> acqua con lo zucchero.<br />

Frullare la polpa <strong>del</strong>la frutta e unirla allo sciroppo <strong>di</strong> zucchero amalgamandola<br />

bene.<br />

Mettere il composto nel freezer per 3 ore rigirandolo ogni 20-30 minuti.<br />

Incorporare il mezzo albume <strong>di</strong> uovo montato a neve e rimettere in freezer<br />

fin quando tutto sarà ben gelato, girando sempre ogni 30 minuti. Servire<br />

in coppette ben fredde.<br />

Suggerimento<br />

Per ottenere un sorbetto più stabi<strong>le</strong> che non si sciolga rapidamente, si<br />

può aggiungere la pectina o lo stabilizzante per gelati.<br />

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Menù<br />

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Della straor<strong>di</strong>naria molteplicità <strong>di</strong> ingre<strong>di</strong>enti e <strong>di</strong> sapori esistenti in natura<br />

gli uomini hanno saputo fare tesoro per moltiplicarli in un’infinità<br />

<strong>di</strong> tecniche culinarie e <strong>di</strong> combinazioni aromatiche, e ricavarne oltre al<br />

sostentamento <strong>del</strong>l’organismo il massimo <strong>di</strong><strong>le</strong>tto per il palato. Non è un<br />

caso che il buongustaio sia infede<strong>le</strong> per temperamento: non s’intestar<strong>di</strong>sce<br />

mai su un piatto particolare, né su un ristretto novero <strong>di</strong> essi ma<br />

è sempre all’insaziabi<strong>le</strong> ricerca <strong>di</strong> nuovi sapori ed emozioni. Non è un<br />

caso che la <strong>di</strong>eta equilibrata (cioè corretta) deve attingere alla massima<br />

varietà <strong>di</strong> ingre<strong>di</strong>enti. Da poco riconosciuta patrimonio <strong>del</strong>l’Unesco la<br />

nostra <strong>di</strong>eta me<strong>di</strong>terranea ne fa da fulcro.<br />

Ebbene, comporre un menù (c’è chi si ostina ancora a chiamare così<br />

impropriamente la lista <strong>del</strong><strong>le</strong> vivande, la carte dei francesi, che come<br />

menù risulterebbe invero alquanto impegnativo: menù è, invece, la sequenza<br />

<strong>del</strong><strong>le</strong> pietanze che compongono un pranzo) significa assecondare<br />

l’originaria vocazione <strong>del</strong> gusto per la <strong>di</strong>versità nei sapori e negli<br />

aromi: <strong>di</strong>sporre, cioè, <strong>le</strong> <strong>di</strong>fferenti portate <strong>del</strong> pasto in una successione<br />

armoniosa e stimolante, in modo da sol<strong>le</strong>ticare il palato senza sosta.<br />

Ciò significa innanzitutto evitare <strong>le</strong> ripetizioni: ripetizioni nella scelta<br />

degli ingre<strong>di</strong>enti, nel<strong>le</strong> tecniche <strong>di</strong> cottura, nel<strong>le</strong> salse d’accompagnamento<br />

e nei contorni (con la sola eccezione <strong>di</strong> funghi e tartufi, per i quali<br />

la replica è consentita).<br />

Così, in un menù particolarmente ricco, si potranno far succedere <strong>di</strong>verse<br />

portate <strong>di</strong> carne e <strong>di</strong> pesce, purché si <strong>di</strong>fferenzino tra loro: avremo,<br />

da una parte una carne rossa e una carne bianca, dall’altra un pesce e un<br />

crostaceo (con la possibi<strong>le</strong> aggiunta <strong>di</strong> molluschi).<br />

La portata principa<strong>le</strong> <strong>di</strong> carne costituisce il “piatto forte”, il centro attorno<br />

a cui gravita l’intero menù: a esso spetta <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto il vino più importante tra<br />

quelli secchi che accompagnano il pasto. Prima <strong>di</strong> giungere a questo momento<br />

so<strong>le</strong>nne, il susseguirsi <strong>del</strong><strong>le</strong> portate non obbe<strong>di</strong>sce a una regola fissa,<br />

ma solo a qualche considerazione <strong>di</strong> convenienza: per esempio, per quanto<br />

concerne i primi piatti, zuppe, paste asciutte e risotti si escludono vicendevolmente;<br />

tuttavia, se il riso o la pasta compaiono come contorno <strong>di</strong> una<br />

portata successiva, potranno convivere con una zuppa che non ne contenga.<br />

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284 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

In un menù ben congegnato, la successione <strong>del</strong><strong>le</strong> portate è scan<strong>di</strong>ta<br />

da contrappunti: l’armonia <strong>del</strong>l’insieme scaturisce infatti dall’alternarsi<br />

<strong>di</strong> piatti dal<strong>le</strong> caratteristiche contrastanti, così da tener sempre desta<br />

la curiosità <strong>del</strong> palato. Beninteso, occorre sapere piazzare una pietanza<br />

nel posto che meglio <strong>le</strong> conviene nell’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>la successione, tenendo<br />

conto che non sempre i sapori debbono seguirsi in un crescendo. Così,<br />

se sono previste due portate <strong>di</strong> pesce, la <strong>del</strong>icatezza <strong>di</strong> un branzino al<br />

vapore o <strong>le</strong>ssato risalterà meglio se il pesce è fatto precedere (anziché<br />

seguire) da un crostaceo accompagnato da una salsa dai toni accesi.<br />

Allo stesso modo, dopo un brasato, piatto impegnativo e sontuoso, potrà<br />

seguire una piccata <strong>di</strong> vitello e prosciutto su un <strong>le</strong>tto <strong>di</strong> insalata, piatti<br />

semplici che “riposano il palato”.<br />

Per l’antipasto, l’essenzia<strong>le</strong> è che si tratti <strong>di</strong> un piatto semplice, <strong>le</strong>ggermente<br />

acido: il suo intento è quello <strong>di</strong> stimolare l’appetito, non quello <strong>di</strong><br />

bloccarlo, come la caprese con mozzarella <strong>di</strong> bufala, o prosciutto e mozzarella<br />

(quasi piatti unici) dotati <strong>di</strong> carattere, perché la prima impressione<br />

è fondamenta<strong>le</strong> e dà l’impronta all’intero pasto.<br />

La successione fina<strong>le</strong> obbe<strong>di</strong>rà poi a un or<strong>di</strong>ne preciso: formaggi, dessert<br />

e frutta. Per quanto riguarda i formaggi, essi potranno essere sostituiti<br />

da un soufflé al formaggio o, secondo me, da qualsiasi altra ricetta a<br />

base <strong>del</strong>lo stesso ingre<strong>di</strong>ente, compreso dunque (anche se qualcuno griderà<br />

allo scandalo) un piatto <strong>di</strong> tagliatel<strong>le</strong> fresche con fonduta e tartufi.<br />

Per quanto riguarda invece il dessert, l’etichetta vuo<strong>le</strong> che <strong>le</strong> torte siano<br />

riservate al<strong>le</strong> ricorrenze e al<strong>le</strong> cerimonie. Negli altri casi si potranno sostituire<br />

con un assortimento <strong>di</strong> piccola pasticceria secca (frian<strong>di</strong>se) o farcita<br />

(petit four) in accompagnamento <strong>di</strong> un dolce al cucchiaio, preferibilmente<br />

a base <strong>di</strong> frutta e non troppo impegnativo, come una mousse, un soufflé<br />

o un gelato guarnito. Vo<strong>le</strong>ndo, si potrà far seguire il dessert dalla frutta <strong>di</strong><br />

stagione. Alla fine, con il caffè, cioccolatini e frutta can<strong>di</strong>ta.<br />

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Menù <strong>di</strong> pesce autunno-inverno<br />

Alici e provola (p. 143)<br />

Zuppa <strong>di</strong> fagioli e cozze con croccantini <strong>di</strong> mais (p. 173)<br />

Medaglioni <strong>di</strong> pescatrice con insalata <strong>di</strong> rape (p.214)<br />

Tortino <strong>di</strong> me<strong>le</strong> (p.268)<br />

Menù <strong>di</strong> carne autunno-inverno<br />

Tortino <strong>di</strong> po<strong>le</strong>nta con funghi porcini (p. 122)<br />

Lasagna <strong>di</strong> pane carasau (p. 164)<br />

Agnello cotto in foglia <strong>di</strong> vite, patate e mosto d’uva (p. 193)<br />

Semifreddo alla castagna con salsa <strong>di</strong> vaniglia al rum (p. 251)<br />

Menù <strong>di</strong> pesce primavera-estate<br />

Calamari in sorpresa <strong>di</strong> verdurine (p. 126)<br />

Risotto con asparagi e capesante (p. 180)<br />

Merluzzo salato con verdurine al cartoccio (p. 242)<br />

Mousse allo yogurt e pesca (p. 277)<br />

Menù <strong>di</strong> carne primavera-estate<br />

Insalatina <strong>di</strong> anatra e albicocche (p. 144)<br />

Spaghetti con asparagi e fiori <strong>di</strong> zucca (p. 184)<br />

Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> vitello con erbe aromatiche e verdurine (p. 239)<br />

Tiramisù al<strong>le</strong> frago<strong>le</strong> (p. 275)<br />

Menù | 285<br />

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286 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Menù per intol<strong>le</strong>ranti al glutine<br />

Fiori <strong>di</strong> zucca farciti con ricotta, menta e olive nere (p. 133)<br />

Risotto mantecato al basilico e triglie (p. 181)<br />

Pesce spada con olive e zucchine (p. 227)<br />

Sorbetto al pompelmo rosa (p. 252)<br />

Menù secondo la <strong>di</strong>eta me<strong>di</strong>terranea<br />

Carpaccio <strong>di</strong> zucchine, melanzane, scamorza e pomodoro fresco (p. 129)<br />

Spaghetti con asparagi e fiori <strong>di</strong> zucca (p. 184)<br />

Sogliola ricomposta alla me<strong>di</strong>terranea (p. 243)<br />

Soufflé ghiacciato al<strong>le</strong> frago<strong>le</strong> <strong>di</strong> bosco, con frappè (p. 272)<br />

Menù vegetariano<br />

Insalata <strong>di</strong> asparagi e uova (p. 135)<br />

Lasagna vegeta<strong>le</strong> (p. 165)<br />

Composta <strong>di</strong> verdure (p. 131)<br />

Trilogia <strong>di</strong> sorbetti (p. 280)<br />

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Appen<strong>di</strong>ci<br />

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Glossario<br />

accosciare: introdurre <strong>le</strong> cosce <strong>di</strong> qualsiasi capo <strong>di</strong> pol<strong>le</strong>ria nel corpo<br />

stesso o affiancare al corpo, perché non sformino nella cottura.<br />

addossare: rivestire l’interno <strong>di</strong> uno stampo con una pasta, una farcia o<br />

fette <strong>di</strong> lardo.<br />

affogare: sistema per cuocere i pesci in poco liquido, la cui temperatura<br />

non superi i 95°. Si chiama affogato anche il pollame cotto con brodo o<br />

fondo bianco sufficiente a ricoprirlo. E affogate sono pure <strong>le</strong> uova fatte<br />

cadere in acqua acidula in ebollizione e fatte cuocere pochi minuti.<br />

affumicare: sistema <strong>di</strong> conservazione <strong>di</strong> alimenti che vengono esposti<br />

al fumo.<br />

amalgamare: unire mescolando più alimenti sino a formare un composto<br />

omogeneo.<br />

apparecchio: si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> un composto utilizzato come base per la preparazione<br />

<strong>di</strong> <strong>ricette</strong> (per esempio apparecchio per crespel<strong>le</strong>).<br />

appiattire: allargare battendo con il batticarne una fetta <strong>di</strong> carne cruda.<br />

aromatizzare: dare al<strong>le</strong> vivande un particolare sapore con l’uso <strong>di</strong> erbe<br />

aromatiche e verdure varie.<br />

arrostire: cuocere al forno o allo spiedo carni o pesci.<br />

La carne, dopo essere stata scelta e <strong>le</strong>gata, va messa in una placca con<br />

olio e sa<strong>le</strong> profumato e passata per qualche minuto alla fiamma viva,<br />

facendo in modo che in superficie venga <strong>le</strong>ggermente rosolata.<br />

Si bagna, poi, con vino bianco e si passa al forno ben caldo, per un<br />

tempo <strong>di</strong> cottura che varia a seconda <strong>del</strong> peso e <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>la<br />

carne stessa.<br />

Dopo circa un’ora <strong>di</strong> forno, è necessario abbassare la temperatura e<br />

girare la carne spesse volte, altrimenti la superficie <strong>di</strong>verrebbe troppo<br />

rosolata.<br />

Quando è necessario, si può allungare con brodo, vino bianco o latte,<br />

aggiungendo il liquido poco per volta, perché il fondo <strong>di</strong> cottura<br />

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290 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

possa acquistare la caratteristica <strong>di</strong> una salsa <strong>le</strong>ggermente densa.<br />

L’apertura <strong>del</strong>lo sportello <strong>del</strong> forno ogni volta che si deve girare la<br />

carne, serve anche per permettere la fuoriuscita <strong>del</strong> vapore che si<br />

forma durante la cottura.<br />

baffa: metà <strong>del</strong> pesce <strong>di</strong>liscato e privato <strong>del</strong>la testa.<br />

bagnare: aggiungere acqua, brodo, vino o fon<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi al<strong>le</strong> vivande durante<br />

la loro cottura.<br />

bagnomaria: sistema <strong>di</strong> cottura in cui il cibo viene cotto in uno stampo<br />

o in una casseruola posta in un altro recipiente riempito a metà <strong>di</strong><br />

acqua cal<strong>di</strong>ssima, ma non bol<strong>le</strong>nte. Sì chiama pure in questo modo<br />

un recipiente contenente acqua bol<strong>le</strong>nte che serve, in cucina, a mantenere<br />

in caldo i cibi.<br />

bardare: ricoprire o avvolgere un pezzo <strong>di</strong> carne con fette <strong>di</strong> lardo o <strong>di</strong><br />

pancetta.<br />

bastar<strong>del</strong>la: recipiente generalmente <strong>di</strong> metallo, né perfettamente ova<strong>le</strong><br />

né circolare, munito <strong>di</strong> due manici. Si usa per montare i tuorli.<br />

bollire: ve<strong>di</strong> <strong>le</strong>ssare<br />

brasare: sistema <strong>di</strong> cottura particolarmente adatto per <strong>le</strong> carni <strong>di</strong> bue. I<br />

pezzi vengono lar<strong>del</strong>lati, marinati, rosolati con un fondo <strong>di</strong> verdure,<br />

spezie, erbe aromatiche, bagnati con vino, poco pomodoro, fondo bruno<br />

comune e lasciati cuocere <strong>le</strong>ntamente in una braciera.<br />

Si cuoce in pentola con coperchio. La carne va lar<strong>del</strong>lata e steccata<br />

con sedano e carota, <strong>le</strong>gata e messa a macerare con vino nero, sedano,<br />

carota, cipolla, profumo <strong>di</strong> lauro, salvia e pepe in grani, per circa 8 ore.<br />

Poi va scolata, asciugata e <strong>le</strong>ggermente infarinata, quin<strong>di</strong> va posta in<br />

una pentola con poco olio e un pesto <strong>di</strong> sedano, carota, cipolla, pancetta<br />

e qualche cotica <strong>di</strong> prosciutto. Il tutto va fatto rosolare a fuoco<br />

vivo, bagnando con vino bianco secco e con l’aggiunta <strong>di</strong> sa<strong>le</strong>, pepe e<br />

pomodori spremuti.<br />

La pentola va poi passata sulla piastra e la carne, coperta, va tirata<br />

a cottura a fuoco <strong>le</strong>nto, con l’aggiunta, quando necessita, <strong>di</strong> brodo,<br />

sempre poco per volta, per far sì che il fondo <strong>di</strong> cottura risulti denso.<br />

Ta<strong>le</strong> fondo, <strong>di</strong> sapore piuttosto robusto, viene anche chiamato “fondo<br />

all’italiana”. Per questa cottura in Piemonte si utilizza il Barolo sia<br />

per la macerazione sia per la cottura.<br />

brunoise: taglio <strong>del</strong>la verdura a da<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> 2 mm per lato.<br />

cartoccio: sistema <strong>di</strong> cottura per alimenti che vengono chiusi in carta da<br />

forno o avvolti in fogli <strong>di</strong> carta stagnola o pellicola per alimenti, poi<br />

passati in forno ad alta temperatura. In<strong>di</strong>cato per pesci e per carni<br />

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Glossario | 291<br />

come polli e faraone. Sia <strong>le</strong> carni che i pesci, prima <strong>di</strong> essere sistemati<br />

nel cartoccio, vengono semicotti alla griglia e in pa<strong>del</strong>la sauté, per insaporirli.<br />

I cartocci ben chiusi vanno allineati in una placca e passati<br />

per la comp<strong>le</strong>ta cottura al forno ben caldo.<br />

chiarificare: depurare certi alimenti rendendoli limpi<strong>di</strong> e ambrati.<br />

con<strong>di</strong>re: insaporire <strong>le</strong> vivande con olio, burro, grasso <strong>di</strong> maia<strong>le</strong>, sa<strong>le</strong>, spezie,<br />

aromi.<br />

confit: cottura <strong>di</strong> grassi e zuccheri applicata a un prodotto, per esempio<br />

vegetali, carni o pesci cotti a bassa temperatura.<br />

correggere: mo<strong>di</strong>ficare un sapore con l’aggiunta <strong>di</strong> altra sostanza.<br />

cospargere: far cadere a pioggia su vivande in preparazione o già cotte<br />

con<strong>di</strong>menti vari.<br />

court-bouillon: brodo all’aceto o al vino bianco, acidulato, salato, guarnito<br />

con mazzetto <strong>di</strong> verdure, erbe aromatiche e spezie. Serve per <strong>le</strong>ssare<br />

i pesci.<br />

coppapasta: stampi <strong>di</strong> varie forme e privi <strong>di</strong> fondo, vengono utilizzati<br />

per tagliare impasti a forma circolare o dare forma a composti.<br />

cristallizzare: <strong>di</strong>sidratare gli ortaggi o <strong>le</strong> loro bucce, poi riservarli in olio.<br />

dadolata: alimenti <strong>di</strong>versi come pesci, carni, verdure, frutta, tagliati in<br />

piccoli da<strong>di</strong> regolari, perlopiù <strong>le</strong>gati con salsa e usati come guarnizione.<br />

Viene chiamata semplice se formata da un solo e<strong>le</strong>mento e composta<br />

se formata da più e<strong>le</strong>menti.<br />

dar corpo: aumentare la consistenza o il sapore <strong>di</strong> salse o sughi.<br />

decantare: versare dolcemente in altro recipiente un liquido per depurarlo<br />

da scorie depositate sul fondo che potrebbero intorbi<strong>di</strong>rlo.<br />

decorazioni al cornetto: decorazioni <strong>di</strong> pasticceria in cui si utilizza un<br />

cornetto in carta o<strong>le</strong>ata.<br />

decuocere: unire in un composto che bol<strong>le</strong> un liquido, in modo ta<strong>le</strong> da<br />

arrestare la cottura.<br />

<strong>di</strong>ssalare: eliminare con l’acqua corrente il sa<strong>le</strong> da pesci o carni conservati<br />

in salamoia.<br />

dorare: spennellare con uovo sbattuto prima <strong>del</strong>la cottura in forno; oppure<br />

far prendere un colore biondo oro friggendo nell’olio.<br />

ebollizione: far raggiungere a un liquido il bollore per iniziare una cottura.<br />

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292 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

emulsione: azione che permette l’unione <strong>di</strong> un corpo liquido a uno grasso,<br />

per esempio acqua e olio. L’emulsione avviene attraverso una forte agitazione<br />

che <strong>di</strong>vide in picco<strong>le</strong> parti i due ingre<strong>di</strong>enti: il risultato ottenuto<br />

è un liquido <strong>di</strong> una certa consistenza, utilizzato solitamente per con<strong>di</strong>re.<br />

erbe fini: miscellanea <strong>di</strong> prezzemolo, basilico, cerfoglio, maggiorana e<br />

cipollina fresca, tritati finemente.<br />

essenza: sostanza o<strong>le</strong>osa <strong>di</strong>sciolta in alcol che racchiude tutti gli aromi<br />

<strong>di</strong> un prodotto, in genere fiori o bacche, ed è utilizzata anche per correggere<br />

sapori.<br />

farcia: composto formato da alimenti <strong>di</strong>versi tritati e mescolati con con<strong>di</strong>menti<br />

vari.<br />

farcire: introdurre la farcia in un pezzo <strong>di</strong> carne, in un volati<strong>le</strong>, in un<br />

pesce.<br />

farina debo<strong>le</strong>: farina povera <strong>di</strong> forza, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> glutine, è utilizzata per<br />

impasti che non necessitano lievitazione.<br />

farina forte: farina ricca <strong>di</strong> forza, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> glutine, elastica, è in<strong>di</strong>cata<br />

per impasti che necessitano <strong>di</strong> un buono sviluppo <strong>di</strong> lievitazione.<br />

farina rinforzata: è una farina debo<strong>le</strong> <strong>le</strong>ggermente rinforzata con una<br />

farina forte.<br />

fermentare: fenomeno chimico, me<strong>di</strong>ante il qua<strong>le</strong> un alimento cambia<br />

natura decomponendosi per azione <strong>di</strong> enzimi (per esempio la frutta<br />

sciroppata, il mosto d’uva eccetera).<br />

foderare: rivestire la parte interna <strong>di</strong> uno stampo con uno strato <strong>di</strong> farcia<br />

o pasta.<br />

fon<strong>di</strong>: preparazioni liquide dal<strong>le</strong> quali traggono origine <strong>le</strong> salse madri<br />

o <strong>di</strong> base.<br />

fondo <strong>di</strong> cottura: ciò che <strong>le</strong> carni, con i con<strong>di</strong>menti che <strong>le</strong> accompagnano,<br />

lasciano sul fondo <strong>del</strong> recipiente durante la cottura.<br />

fontana: corona <strong>di</strong> farina che si mette sul marmo o sulla spianatoia per<br />

preparare impasti vari.<br />

friggere: cuocere alimenti in abbondante olio a 190°. Immergere gli alimenti<br />

fino a renderli croccanti e dorati. Generalmente tutto ciò che viene<br />

fritto viene prima passato alla pastella, o alla farina, o al<strong>le</strong> uova, o<br />

al pane grattugiato. Poi viene immerso nell’olio a 190°. Personalmente<br />

preferisco l’olio extravergine d’oliva per la sua maggiore tenuta <strong>di</strong> temperatura,<br />

dato che raggiunge il punto <strong>di</strong> fumo a 220°; la migliore frittura<br />

si ottiene utilizzando <strong>le</strong> piastre a induzione con <strong>le</strong> relative casseruo<strong>le</strong>.<br />

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Glossario | 293<br />

frollare: lasciare <strong>le</strong> carni in frigorifero per alcuni giorni prima <strong>del</strong> loro<br />

impiego, per intenerir<strong>le</strong>.<br />

gelée: bocconcini <strong>di</strong> gelatina.<br />

giuliana (o julienne): modo <strong>di</strong> tagliare alimenti in striscioline a sezione<br />

quadrata <strong>di</strong> 1-2 mm <strong>di</strong> lato.<br />

glassare: lucidare la superficie <strong>di</strong> un alimento con una salsa. In pasticceria:<br />

ricoprire i dolci con fondenti <strong>di</strong>versi.<br />

gratinare: rendere dorata e croccante la superficie <strong>di</strong> una vivanda con il<br />

calore <strong>del</strong> forno o <strong>del</strong>la salamandra.<br />

Porre i cibi cosparsi <strong>di</strong> salsa Mornay in una placca. Si aggiungono fiocchi<br />

<strong>di</strong> burro e una spolverata <strong>di</strong> parmigiano, pane ecc. Il tutto va passato<br />

al forno, fino a che acquisti un colore rosato e <strong>di</strong>venti croccante.<br />

grigliare: tipo <strong>di</strong> cottura in<strong>di</strong>cato sia per carni e pesci sia per verdure.<br />

Può essere realizzato me<strong>di</strong>ante cottura a gas, e<strong>le</strong>ttrica o a carbone, ma<br />

è senz’altro da preferirsi quest’ultima.<br />

Prima <strong>del</strong>la cottura è consigliabi<strong>le</strong> la macerazione per alcuni minuti<br />

in una placca con olio, sa<strong>le</strong>, pepe. Se si tratta <strong>di</strong> pesce, si può aggiungere<br />

succo <strong>di</strong> limone e a piacere sa<strong>le</strong> profumato, mentre se si tratta<br />

<strong>di</strong> carne, oltre al succo <strong>di</strong> limone, si può usare, sempre per la macerazione,<br />

burro alla maître d’hotel o alla parigina. Prima <strong>di</strong> iniziare la<br />

cottura, la griglia va ben pulita, fatta arroventare sul fuoco, pulita <strong>di</strong><br />

nuovo e unta con un pennello. Il carbone deve essere bene acceso, ma<br />

non deve emettere fumo.<br />

Il pesce dopo la macerazione viene generalmente passato al pane<br />

profumato misto a prezzemolo e poi posto sulla griglia. Durante la<br />

cottura va spesso spennellato con olio d’oliva misto a sa<strong>le</strong> profumato<br />

e succo <strong>di</strong> limone.<br />

La carne va posta subito sulla griglia dopo la macerazione, anch’essa<br />

spennellata con olio, succo <strong>di</strong> limone, oppure burro fuso, sa<strong>le</strong> e pepe.<br />

Va girata preferibilmente una sola volta e salata solo durante la cottura,<br />

in quanto, se viene salata prima, tende a indurire.<br />

Le verdure, dopo la macerazione, si pongono sulla griglia e anch’esse<br />

vanno girate mentre cuociono e spennellate con olio, sa<strong>le</strong> e pepe.<br />

In ognuno <strong>di</strong> questi casi, se l’olio cadendo sul carbone prende fuoco,<br />

abbassare la fiamma con poca cenere.<br />

impanare: passare <strong>le</strong> vivande nella mollica <strong>di</strong> pane fresca o rafferma<br />

grattugiata dopo aver<strong>le</strong> immerse nell’uovo sbattuto.<br />

incidere: praticare piccoli tagli su carni e pesci per abbreviarne la cottura.<br />

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294 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

incorporare: unire a un apparecchio o a un composto un altro e<strong>le</strong>mento<br />

amalgamandolo.<br />

infusione: immergere carni e pesci in un liquido preparato con vino,<br />

verdure, erbe aromatiche, spezie.<br />

lar<strong>del</strong>lare: infiggere fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> lardo nel<strong>le</strong> carni con aghi speciali detti lardatoi.<br />

<strong>le</strong>gare: portare a densità voluta salse o altro con e<strong>le</strong>menti <strong>di</strong> <strong>le</strong>gamento<br />

come farina o burro. Dare forma a un arrosto con spago da cucina.<br />

<strong>le</strong>ssare: cottura estremamente comune e semplice. La carne, dopo essere<br />

stata scelta e <strong>le</strong>gata, viene messa a bagno in acqua fredda per alcune<br />

ore, scolata, poi immersa in una pentola <strong>di</strong> acqua bol<strong>le</strong>nte con sedano,<br />

carota e cipolla, quest’ultima precedentemente tagliata in due e<br />

passata alla piastra. Questo tipo <strong>di</strong> cottura si presta molto anche per<br />

<strong>le</strong> verdure che, dopo essere state lavate e scolate, vanno immerse in<br />

acqua salata bol<strong>le</strong>nte.<br />

lievitare: rendere gonfia una pasta con lievito <strong>di</strong> grano o <strong>di</strong> birra, affinché<br />

<strong>di</strong>venti soffice e <strong>le</strong>ggera dopo la cottura.<br />

lievito chimico: si definisce lievito chimico o agente lievitante quella sostanza<br />

che favorisce la lievitazione <strong>del</strong>l’impasto me<strong>di</strong>ante rilascio <strong>di</strong><br />

gas, in genere anidride carbonica, usato anche a livello casalingo e per<br />

la produzione <strong>di</strong> pane in cassetta, ciambelloni, plumcake; è costituito<br />

genericamente da bicarbonato, dalla sostanza acida con eventua<strong>le</strong> aggiunta<br />

<strong>di</strong> amido o farina. Il baking è un lievito chimico che favorisce la<br />

lievitazione solo durante la cottura, <strong>di</strong>versamente dal lievito <strong>di</strong> birra.<br />

macerare: immergere carni, pesci o verdure in vino, erbe aromatiche e<br />

spezie per un certo tempo.<br />

mandolina: affettaverdure dotato <strong>di</strong> una lama liscia e/o ondulata <strong>di</strong> acciaio<br />

inossidabi<strong>le</strong>.<br />

mantecare: lavorare una vivanda finché acquisti una morbidezza pari a<br />

una pomata; aggiungere burro al termine <strong>del</strong>la cottura <strong>di</strong> un risotto,<br />

se la ricetta lo prevede anche parmigiano grattugiato.<br />

microonde: è un forno sempre più in uso, trasmette il calore per mezzo<br />

<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni e<strong>le</strong>ttromagnetiche ma con frequenze più basse <strong>del</strong>l’infrarosso;<br />

permette <strong>di</strong> velocizzare <strong>le</strong> lavorazioni riscaldando o cuocendo<br />

alimenti dall’interno verso l’esterno.<br />

mirepoix: dadolata composta da carote, sedano, cipolla e pancetta o prosciutto.<br />

Viene detta grassa o magra a seconda se contiene o no pancetta.<br />

Lo spessore è <strong>di</strong> 3 mm circa.<br />

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Glossario | 295<br />

mescolare: girare con un mestolo o una spatola qualsiasi preparazione.<br />

montare: sbattere con una frusta una salsa, una maionese, uno zabaione,<br />

<strong>del</strong>la panna liquida eccetera.<br />

pectina: sostanza <strong>di</strong> potere gelatinizzante, presente nella frutta e idonea<br />

alla preparazione <strong>di</strong> confetture e altri prodotti in genere.<br />

parare: dare una bella forma a tagli <strong>di</strong> carne, eliminando <strong>le</strong> parti grasse<br />

e nervose.<br />

passare: si <strong>di</strong>ce passare al burro o all’olio cibi vari; si <strong>di</strong>ce passare al setaccio,<br />

alla stamigna, al cornetto cinese; si <strong>di</strong>ce passare all’uovo.<br />

pastorizzazione: sottoporre un liquido grasso (latte, panna) ad alte temperature,<br />

abbastanza a lungo in modo da <strong>di</strong>struggere tutti gli organismi<br />

patogeni, e poi raffreddare velocemente. Ne esistono <strong>di</strong> vari tipi:<br />

portare il liquido con l’aiuto <strong>di</strong> un termometro a 62° per almeno 30<br />

minuti; portare il liquido a 70° per almeno 15 secon<strong>di</strong>; portare il liquido<br />

a 140° per un secondo.<br />

pestare: pestare nel mortaio gli alimenti per ridurli in poltiglia.<br />

planetaria: impastatrice e<strong>le</strong>ttrica.<br />

quenel<strong>le</strong>: polpette <strong>di</strong> farcia, purè o mousse, dalla forma più o meno<br />

oblunga.<br />

ridurre: condensare facendo evaporare bro<strong>di</strong> o salse fino alla consistenza<br />

voluta.<br />

rinfrescare: immergere in acqua fredda <strong>le</strong> vivande dopo aver<strong>le</strong> sbianchite<br />

o bollite.<br />

rinvenire: passare sul fuoco perché prendano colore i cibi, senza comp<strong>le</strong>tarne<br />

la cottura.<br />

rosolare: far colorire all’inizio <strong>del</strong>la cottura a fuoco vivo o a fuoco <strong>le</strong>nto.<br />

sabbiare: cuocere con acqua e zucchero frutta secca o altro: nella parte<br />

esterna si avrà un effetto croccante sabbiato, cioè <strong>di</strong> colore e consistenza<br />

simi<strong>le</strong> alla sabbia.<br />

saltare: tipo <strong>di</strong> cottura usato per carni generalmente spezzate, pesci, verdure<br />

e pasta.<br />

Per carni e polli mettere a fuoco vivo una pa<strong>del</strong>la nera o sauté con<br />

poco olio o burro e porvi la carne o il pollo <strong>le</strong>ggermente infarinati.<br />

Fare cuocere per alcuni minuti, sempre a fuoco vivo, finché si forma<br />

attorno ai cibi un <strong>le</strong>ggero strato dorato. Scolare e procedere per comp<strong>le</strong>tare<br />

la cottura nel modo prescelto.<br />

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296 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Anche il pesce va infarinato e posto in pa<strong>del</strong>la con poco olio e, a piacere,<br />

profumo <strong>di</strong> rosmarino. Va rosolato da ambo <strong>le</strong> parti, scolato, poi<br />

cotto al forno o arrosto.<br />

Le verdure vanno prima tagliate e messe sotto sa<strong>le</strong>, poi <strong>le</strong>ggermente<br />

infarinate.<br />

La pasta viene prima cotta, poi saltata a fuoco vivo in una pa<strong>del</strong>la<br />

sauté con la salsa prescelta.<br />

sbianchire: bollire carni o verdure senza comp<strong>le</strong>tarne la cottura.<br />

scaloppare: tagliare in obliquo o a volte ricomporre frutta, verdura o carni<br />

cotte.<br />

schiumare: eliminare con un mestolo forato la schiuma e tutte <strong>le</strong> impurità<br />

che affiorano in superficie da un brodo o una salsa in ebollizione.<br />

sformare: togliere da uno stampo un prodotto precedentemente preparato<br />

o raffreddato.<br />

sformato: risultato <strong>di</strong> una cottura in uno stampo.<br />

sgocciolare: far colare con il colapasta o altro il liquido <strong>di</strong> cottura degli<br />

alimenti.<br />

sgrassare: eliminare il grasso superfluo durante la lavorazione <strong>del</strong>la carne;<br />

oppure eliminare il grasso affiorato in superficie nei liqui<strong>di</strong>.<br />

sobbollire: cuocere un prodotto (in genere <strong>di</strong> consistenza morbida) in un<br />

liquido sempre <strong>di</strong> qualche grado al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> punto <strong>di</strong> ebollizione.<br />

Meglio usare la quantità <strong>di</strong> liquido strettamente necessaria: in particolare<br />

i pezzi (pesce o carne) <strong>di</strong> grosse proporzioni vanno appena<br />

ricoperti, mentre i pezzi piccoli necessitano <strong>di</strong> una minima quantità<br />

<strong>di</strong> liquido.<br />

spiedo, cuocere allo: meglio se su carbone, da accendere prima <strong>di</strong><br />

mettere la carne a cuocere. È importante assicurarsi che non faccia<br />

fumo, per evitare che i cibi acquistino sapore e profumo sgradevoli<br />

e un colore scuro. Durante la cottura, la carne va spennellata con<br />

olio misto a succo <strong>di</strong> limone, sa<strong>le</strong> profumato e pepe. Mentre si compie<br />

questa operazione, spesso il grasso cadendo sulla brace prende<br />

fuoco. È necessario allora abbassare la fiamma cospargendola con<br />

un po’ <strong>di</strong> cenere.<br />

stendere: stendere e appiattire qualsiasi tipo <strong>di</strong> pasta col matterello sopra<br />

un tavolo spolverato <strong>di</strong> farina.<br />

stufare: cottura usata perlopiù per la carne spezzettata. Questa va messa<br />

in un tegame con burro e olio e tirata a cottura sulla piastra, dopo<br />

aver aggiunto vino, brodo e aromi e averla coperta.<br />

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Glossario | 297<br />

È importante aggiungere il liquido sempre poco per volta, perché altrimenti<br />

si avrebbe lo stesso risultato <strong>di</strong> un bollito e soprattutto perché,<br />

una volta pronto, il fondo <strong>di</strong> cottura deve risultare <strong>di</strong> consistenza densa.<br />

tornire: dare una particolare forma con un coltellino a verdure, patate,<br />

funghi.<br />

trinciare: tagliare carni o vivande <strong>di</strong>verse a fette o in pezzi.<br />

tritare: passare attraverso il tritatutto vivande <strong>di</strong> ogni genere, oppure<br />

tritar<strong>le</strong> sul tagliere con un coltello.<br />

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In<strong>di</strong>ce <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>ricette</strong><br />

Ricette base<br />

Impasti, pastel<strong>le</strong> e creme<br />

Crema ing<strong>le</strong>se 87<br />

Crema pasticcera con amido <strong>di</strong> riso 88<br />

Crema pasticcera 87<br />

Meringa italiana 88<br />

Pan <strong>di</strong> Spagna 86<br />

Pasta brisée 83<br />

Pasta choux per bignè 85<br />

Pasta frolla 85<br />

Pasta sfoglia 84<br />

Pastella per crespel<strong>le</strong> 86<br />

I fon<strong>di</strong><br />

I fon<strong>di</strong> bianchi 90<br />

I fon<strong>di</strong> bruni 90<br />

Il roux e i burri<br />

Burro chiarificato 93<br />

Burro in pomata 93<br />

Roux bianco 92<br />

Roux biondo 92<br />

Roux bruno 92<br />

Piccoli segreti<br />

Clorofilla al prezzemolo 94<br />

Maionese 94<br />

Mazzetto aromatico o bouquet garni 95<br />

Mirepoix 95<br />

Pesto <strong>di</strong> rucola 96<br />

Pomodoro: la can<strong>di</strong>tura 96<br />

Pomodoro: la pelatura 96<br />

Prezzemolo: la tritatura 97<br />

Sa<strong>le</strong> profumato 97<br />

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Antipasti, aperitivi e brunch<br />

In<strong>di</strong>ce <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>ricette</strong> | 299<br />

Alici e provola 143<br />

Arancini <strong>di</strong> riso 124<br />

Astice in guazzetto con fagioli corallo<br />

e riduzione d’aceto balsamico 125<br />

Bavarese al parmigiano 113<br />

Branzino marinato all’arancia, gelato al basilico<br />

e confettura <strong>di</strong> pomodori rossi 101<br />

Calamari in sorpresa <strong>di</strong> verdurine 126<br />

Calzoni fritti 114<br />

Caponata <strong>di</strong> verdure con pesto <strong>le</strong>ggero al basilico 122<br />

Carciofi alla romana 115<br />

Carpaccio <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> tonno marinato agli agrumi 128<br />

Carpaccio <strong>di</strong> zucchine, melanzane, scamorza<br />

e pomodoro fresco 129<br />

Carpaccio in pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> pomodori can<strong>di</strong>ti<br />

e pesce spada all’agretto <strong>di</strong> lamponi 130<br />

Cipol<strong>le</strong> ripiene <strong>di</strong> magro 103<br />

Composta <strong>di</strong> verdure 131<br />

Dripping ai frutti <strong>di</strong> mare e verdurine 104<br />

Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> orata con spinaci saltati e ve<strong>le</strong> <strong>di</strong> pane croccante 105<br />

Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> tonno con gamberi e maionese <strong>di</strong> pomodoro 132<br />

Fiori <strong>di</strong> zucca farciti con ricotta, menta e olive nere 133<br />

Frittel<strong>le</strong> <strong>di</strong> melanzane 106<br />

Gamberi croccanti con pomodorini can<strong>di</strong>ti 134<br />

Insalata <strong>di</strong> asparagi e uova 135<br />

Insalata <strong>di</strong> <strong>le</strong>gumi con uovo in camicia 107<br />

Insalate cotte con tonno e arance 108<br />

Insalatina <strong>di</strong> anatra e albicocche 144<br />

Insalatina <strong>di</strong> cereali, gamberi e confit <strong>di</strong> lattuga 116<br />

Insalatine novel<strong>le</strong> con fave e pecorino<br />

ai profumi <strong>di</strong> vino aromatico 136<br />

Involtini <strong>di</strong> prosciutto e melone cotti in pa<strong>del</strong>la 145<br />

Involtino <strong>di</strong> pane arrotolato con tacchino 117<br />

Melanzane farcite con bufala e pomodorini 137<br />

Merluzzo fresco ai fagiolini con concentrato <strong>di</strong> prezzemolo 138<br />

Peperoni baby con calamari e menta 139<br />

Pizzette sfogliate 118<br />

Polpo croccante con frisella al basilico e pomodoro 135<br />

Purè <strong>di</strong> carote 141<br />

Quiche <strong>di</strong> ricotta spinaci e spezie 119<br />

Salmone marinato 109<br />

Savarin <strong>di</strong> zucchine su fonduta <strong>di</strong> formaggi e pomodori can<strong>di</strong>ti 110<br />

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300 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Semplicemente… fritto misto 120<br />

Sgombro agli agrumi 111<br />

Spie<strong>di</strong>no <strong>di</strong> pia<strong>di</strong>na 146<br />

Tartare <strong>di</strong> spigola calda con mazzancol<strong>le</strong> 112<br />

Torta rustica <strong>di</strong> patate 121<br />

Tortino <strong>di</strong> po<strong>le</strong>nta con funghi porcini 122<br />

Zucca e melanzane dorate 123<br />

Zucchine farcite con ragoût <strong>di</strong> mazzancol<strong>le</strong> e olive nere 142<br />

Primi<br />

Crema <strong>di</strong> cicoria con gamberi e pane 150<br />

Bau<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> crepês con funghi ed erbe aromatiche 149<br />

Fagottini <strong>di</strong> ricotta con pesce spada 151<br />

Fregula con zafferano e zucchine 175<br />

Fusilloni al pesto <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong> alla siciliana 187<br />

Gnocchi <strong>di</strong> semolino al salto 163<br />

Insalata <strong>di</strong> paccheri con tartare <strong>di</strong> ricciola e fagiolini 176<br />

Insalata <strong>di</strong> pasta al pesto <strong>di</strong> rucola e mazzancol<strong>le</strong> 188<br />

Lasagna <strong>di</strong> pane carasau 164<br />

Lasagna vegeta<strong>le</strong> 165<br />

Linguine con carciofi, pecorino e limone 166<br />

Maccheroncini con carciofi, menta e pecorino 152<br />

Maccheroncini in salsa me<strong>di</strong>tterranea <strong>di</strong> ventresca <strong>di</strong> tonno 189<br />

Maltagliati <strong>di</strong> pasta in brodo <strong>di</strong> crostacei e tacco<strong>le</strong> 177<br />

Orzo perlato mantecato al ra<strong>di</strong>cchio e zucchine in fiore 153<br />

Orzo perlato mantecato con cicoria e limone 154<br />

Paccheri con calamari e melanzane 155<br />

Paccheri con carbonara <strong>di</strong> mare 156<br />

Paccheri con fave <strong>di</strong> cacao e riduzione <strong>di</strong> grappa 178<br />

Pasta, patate e uova 157<br />

Penne con verdurine 179<br />

Ravioli al nero <strong>di</strong> seppia con gamberi e zucca 167<br />

Risotto allo zafferano “al salto” e flan <strong>di</strong> spinaci 158<br />

Risotto con asparagi e capesante 180<br />

Risotto mantecato al basilico e triglie 181<br />

Risotto mantecato al parmigiano e bieta 168<br />

Risotto mantecato con albicocche secche e ricotta 182<br />

Risotto mantecato con seppie 183<br />

Rotolo <strong>di</strong> sfoglia d’uovo 169<br />

Spaghetti alla chitarra fred<strong>di</strong> con bottarga <strong>di</strong> tonno 190<br />

Spaghetti con asparagi e fiori <strong>di</strong> zucca 184<br />

Tagliatel<strong>le</strong> <strong>di</strong> riso con verdure croccanti 159<br />

Timballo ai tre risi 170<br />

KOW_CIRCIELLO_imp_PRINT.indd 300 19/07/11 15.30


In<strong>di</strong>ce <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>ricette</strong> | 301<br />

Timballo <strong>di</strong> riso al nero <strong>di</strong> seppia con frittura <strong>di</strong> calamaretti 160<br />

Tortelli <strong>di</strong> zucca alla mantovana 172<br />

Zuppa <strong>di</strong> fagioli e cozze con croccantini <strong>di</strong> mais 173<br />

Zuppa <strong>di</strong> farro con gamberetti in crosta croccante 161<br />

Zuppa <strong>di</strong> orzo e farro 174<br />

Zuppa <strong>di</strong> pesce 162<br />

Zuppa <strong>di</strong> zucca con pane e calamari 185<br />

Zuppa tiepida ai peperoni rossi 186<br />

Secon<strong>di</strong><br />

Cappone con castagne e scarola 210<br />

Carré <strong>di</strong> agnello con acini d’uva 197<br />

Carré <strong>di</strong> maia<strong>le</strong> farcito 211<br />

Coniglio farcito con verdurine 223<br />

Cubismo <strong>di</strong> pesce con emulsione <strong>di</strong> finocchi 198<br />

Cupola <strong>di</strong> pesce persico con verdurine 237<br />

Fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> sogliola bollita con salsa al prezzemolo 238<br />

Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> dentice croccante con purè <strong>di</strong> topinambur 199<br />

Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> San Pietro al paté e salsa <strong>di</strong> carciofi 224<br />

Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> suino con castagne, porcini e tartufo nero 200<br />

Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> vitello con erbe aromatiche e verdurine 239<br />

Guazzetto <strong>di</strong> pesce 225<br />

Involtini <strong>di</strong> tacchino e gamberi con mango marinato 240<br />

Involtino <strong>di</strong> pollo con verdurine 241<br />

Lenticchie con bocconcini <strong>di</strong> maia<strong>le</strong> al lardo 212<br />

Lenticchie decorticate con cotechino alla vaniglia 213<br />

Madaglioni <strong>di</strong> maia<strong>le</strong> con topinambur 201<br />

Medaglioni <strong>di</strong> pescatrice con insalata <strong>di</strong> rape 214<br />

Medaglioni manzo con salsa all’aceto balsamico e flan <strong>di</strong> spinaci 202<br />

Mela renetta con pesce spada 203<br />

Melanzane con salmone al vapore 215<br />

Merluzzo salato con verdurine al cartoccio 242<br />

Mil<strong>le</strong>foglie <strong>di</strong> pesce ai cereali 226<br />

Mil<strong>le</strong>foglie <strong>di</strong> vitello con spinaci e olive nere 204<br />

Orata all’acqua pazza con brocco<strong>le</strong>tti e patate 216<br />

Pesce spada con olive e zucchine 227<br />

Pesce spada con pavé <strong>di</strong> patate e pesto <strong>di</strong> erba cipollina 228<br />

Petto <strong>di</strong> pollo al<strong>le</strong> noccio<strong>le</strong> 217<br />

Pollo al<strong>le</strong> arance 218<br />

Polpette con zucca e broccoli 219<br />

Polpo scaloppato su tortino <strong>di</strong> patate 229<br />

Rombo arrostito con verdure 230<br />

Scaloppine <strong>di</strong> tacchino al marsala e brocco<strong>le</strong>tti 220<br />

KOW_CIRCIELLO_imp_PRINT.indd 301 19/07/11 15.30


302 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Scaloppine <strong>di</strong> vitello alla pizzaiola con funghi ed erbe aromatiche 205<br />

Sogliola ricomposta alla me<strong>di</strong>terranea 243<br />

Spigola al sa<strong>le</strong> 244<br />

Tagliata <strong>di</strong> manzo con i tre classici rivisitati 206<br />

Tonno scottato in crosta <strong>di</strong> pane e quinoa 231<br />

Trancio <strong>di</strong> orata con patate e lattuga 232<br />

Trancio <strong>di</strong> rombo con olio alla vaniglia, funghi e patate 207<br />

Trancio <strong>di</strong> salmone con ravanelli 233<br />

Trancio <strong>di</strong> scorfano, pistacchi e prugne 234<br />

Trancio <strong>di</strong> spigola con agrumi 208<br />

Trancio <strong>di</strong> spigola in guazzetto con verdure 245<br />

Turbante <strong>di</strong> sgombro con patate e lattuga 235<br />

Vitello tonnato 246<br />

Dolci, merende, colazioni<br />

Bavarese al<strong>le</strong> frago<strong>le</strong> 276<br />

Biscotti al<strong>le</strong> mandor<strong>le</strong> 253<br />

Biscottini affettati al<strong>le</strong> noccio<strong>le</strong> 254<br />

Cappuccino con anice stellato 249<br />

Cioccolata in tazza con “sorpresa” 255<br />

Composizione <strong>di</strong> frutta con germogli <strong>di</strong> insalate laccate<br />

al mie<strong>le</strong> <strong>di</strong> castagno 250<br />

Confettura <strong>di</strong> arance al profumo <strong>di</strong> cannella e anice stellato 257<br />

Cono <strong>di</strong> mousse al limone con glassa fondente 269<br />

Crostata con crema cotta e gelatina ai frutti rossi 270<br />

Crostata <strong>di</strong> ricotta e viscio<strong>le</strong> con gelato <strong>di</strong> cannella 258<br />

Crostata <strong>di</strong> riso, pere e cioccolato 259<br />

Crostata senza glutine con crema <strong>di</strong> riso e ananas 271<br />

Mousse allo yogurt e pesca 277<br />

Pastiera <strong>di</strong> cereali e ricotta 261<br />

Sacher torte 262<br />

Semifreddo alla castagna con salsa <strong>di</strong> vaniglia al rum 251<br />

Semifreddo alla menta 278<br />

Sorbetto al cioccolato, arancia e mie<strong>le</strong> 279<br />

Sorbetto al pompelmo rosa 252<br />

Soufflé ghiacciato al<strong>le</strong> frago<strong>le</strong> <strong>di</strong> bosco, confrappè 272<br />

Tartare <strong>di</strong> frutta fresca con sorbetto al limone 273<br />

Tartare <strong>di</strong> mango su carpaccio <strong>di</strong> ananas 274<br />

Tarte tatin al<strong>le</strong> pere 263<br />

Tartufi <strong>di</strong> panettone 264<br />

Tiramisù al<strong>le</strong> frago<strong>le</strong> 275<br />

Torrone 265<br />

Torta rustica <strong>di</strong> zucca 266<br />

KOW_CIRCIELLO_imp_PRINT.indd 302 19/07/11 15.30


In<strong>di</strong>ce <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>ricette</strong> | 303<br />

Torta sbrisolona 267<br />

Tortino <strong>di</strong> me<strong>le</strong> 268<br />

Trilogia <strong>di</strong> sorbetti 280<br />

Menù<br />

Menù <strong>di</strong> pesce autunno-inverno 285<br />

Menù <strong>di</strong> carne autunno-inverno 285<br />

Menù <strong>di</strong> pesce primavera-estate 285<br />

Menù <strong>di</strong> carne primavera-estate 285<br />

Menù per intol<strong>le</strong>ranti al glutine 286<br />

Menù secondo la <strong>di</strong>eta me<strong>di</strong>terranea 286<br />

Menù vegetariano 286<br />

KOW_CIRCIELLO_imp_PRINT.indd 303 19/07/11 15.30


Ricette<br />

per abitu<strong>di</strong>ni salutari<br />

Antipasti, aperitivi e brunch<br />

p. stag. Ricetta<br />

101 A Branzino marinato all’arancia,<br />

gelato al basilico e confettura<br />

<strong>di</strong> pomodori rossi<br />

• • • •<br />

103 A Cipol<strong>le</strong> ripiene <strong>di</strong> magro •<br />

104 A Dripping ai frutti <strong>di</strong> mare e verdurine • •<br />

105 A Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> orata con spinaci saltati<br />

e ve<strong>le</strong> <strong>di</strong> pane croccante<br />

•<br />

106 A Frittel<strong>le</strong> <strong>di</strong> melanzane • • • • • •<br />

107 A Insalata <strong>di</strong> <strong>le</strong>gumi<br />

con uovo in camicia<br />

• • •<br />

108 A Insalate cotte con tonno e arance • • • • • •<br />

109 A Salmone marinato • • •<br />

110 A Savarin <strong>di</strong> zucchine su fonduta<br />

<strong>di</strong> formaggi e pomodori can<strong>di</strong>ti<br />

•<br />

111 A Sgombro agli agrumi • • •<br />

112 A Tartare <strong>di</strong> spigola calda<br />

con mazzancol<strong>le</strong><br />

• •<br />

113 I Bavarese al parmigiano •<br />

114 I Calzoni fritti •<br />

115 I Carciofi alla romana<br />

116 I Insalatina <strong>di</strong> cereali, gamberi<br />

e confit <strong>di</strong> lattuga<br />

• • • •<br />

117 I Involtino <strong>di</strong> pane arrotolato<br />

con tacchino<br />

• • •<br />

118 I Pizzette sfogliate •<br />

119 I Quiche <strong>di</strong> ricotta, spinaci e spezie •<br />

120 I Semplicemente… fritto misto<br />

121 I Torta rustica <strong>di</strong> patate<br />

122 I Tortino <strong>di</strong> po<strong>le</strong>nta con funghi porcini • • • • •<br />

KOW_CIRCIELLO_imp_PRINT.indd 304 19/07/11 15.30


p. stag. Ricetta<br />

123 I Zucca e melanzane dorate • •<br />

124 P Arancini <strong>di</strong> riso<br />

Ricette per abitu<strong>di</strong>ni salutari | 305<br />

125 P Astice in guazzetto con fagioli • •<br />

corallo e riduzione d’aceto balsamico<br />

126 P Calamari in sorpresa <strong>di</strong> verdurine • • •<br />

127 P Caponata <strong>di</strong> verdure con pesto • • • •<br />

<strong>le</strong>ggero al basilico<br />

128 P Carpaccio <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> tonno • • •<br />

marinato agli agrumi<br />

129 P Carpaccio <strong>di</strong> zucchine, melanzane, •<br />

scamorza e pomodoro fresco<br />

130 P Carpaccio in pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> pomodori can<strong>di</strong>ti • • • •<br />

e pesce spada all’agretto <strong>di</strong> lamponi<br />

131 P Composta <strong>di</strong> verdure • • • • • • • •<br />

132 P Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> tonno con gamberi •<br />

e maionese <strong>di</strong> pomodoro<br />

133 P Fiori <strong>di</strong> zucca farciti con ricotta, • • • •<br />

menta e olive nere<br />

134 P Gamberi croccanti • • •<br />

con pomodorini can<strong>di</strong>ti<br />

135 P Insalata <strong>di</strong> asparagi e uova • • • • •<br />

136 P Insalatine novel<strong>le</strong> con fave e pecorino • •<br />

ai profumi <strong>di</strong> vino aromatico<br />

137 P Melanzane farcite con bufala • • • • •<br />

e pomodorini<br />

138 P Merluzzo fresco ai fagiolini • • • • • •<br />

con concentrato <strong>di</strong> prezzemolo<br />

139 P Peperoni baby con calamari e menta • • • • •<br />

140 P Polpo croccante con frisella • •<br />

al basilico e pomodoro<br />

141 P Purè <strong>di</strong> carote • •<br />

142 P Zucchine farcite con ragoût • •<br />

<strong>di</strong> mazzancol<strong>le</strong> e olive nere<br />

143 E Alici e provola •<br />

144 E Insalatina <strong>di</strong> anatra e albicocche • • • • •<br />

145 E Involtini <strong>di</strong> prosciutto • • • • •<br />

e melone cotti in pa<strong>del</strong>la<br />

146 E Spie<strong>di</strong>no <strong>di</strong> pia<strong>di</strong>na<br />

KOW_CIRCIELLO_imp_PRINT.indd 305 19/07/11 15.30


306 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Primi<br />

p. stag. Ricetta<br />

149 A Bau<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> crepês con funghi<br />

ed erbe aromatiche<br />

• •<br />

150 A Crema <strong>di</strong> cicoria<br />

con gamberi e pane<br />

•<br />

151 A Fagottini <strong>di</strong> ricotta con pesce spada •<br />

152 A Maccheroncini con carciofi,<br />

menta e pecorino<br />

• •<br />

153 A Orzo perlato mantecato al ra<strong>di</strong>cchio •<br />

e zucchine in fiore<br />

• •<br />

154 A Orzo perlato mantecato<br />

con cicoria e limone<br />

• • • •<br />

155 A Paccheri con calamari e melanzane • •<br />

156 A Paccheri con carbonara <strong>di</strong> mare<br />

157 A Pasta, patate e uova • •<br />

158 A Risotto allo zafferano “al salto”<br />

e flan <strong>di</strong> spinaci<br />

• •<br />

159 A Tagliatel<strong>le</strong> <strong>di</strong> riso<br />

con verdure croccanti<br />

•<br />

160 A Timballo <strong>di</strong> riso al nero <strong>di</strong> seppia<br />

con frittura <strong>di</strong> calamaretti<br />

•<br />

161 A Zuppa <strong>di</strong> farro con gamberetti<br />

in salsa croccante<br />

• • •<br />

162 A Zuppa <strong>di</strong> pesce<br />

163 I Gnocchi <strong>di</strong> semolino “al salto” • •<br />

164 I Lasagna <strong>di</strong> pane carasau<br />

165 I Lasagna vegeta<strong>le</strong> • •<br />

166 I Linguine con carciofi,<br />

pecorino e limone<br />

•<br />

167 I Ravioli al nero <strong>di</strong> seppia<br />

con gamberi e zucca<br />

168 I Risotto mantecato • • •<br />

al parmigiano e bieta<br />

169 I Rotolo <strong>di</strong> sfoglia d’uovo • •<br />

170 I Timballo ai tre risi • •<br />

172 I Tortelli <strong>di</strong> zucca alla mantovana •<br />

173 I Zuppa <strong>di</strong> fagioli e cozze •<br />

con croccantini <strong>di</strong> mais<br />

174 I Zuppa <strong>di</strong> orzo e farro • • • •<br />

175 P Fregula con zafferano e zucchine • •<br />

176 P Insalata <strong>di</strong> paccheri con tartare • • • • • •<br />

<strong>di</strong> ricciola e fagiolini<br />

KOW_CIRCIELLO_imp_PRINT.indd 306 19/07/11 15.30


p. stag. Ricetta<br />

Ricette per abitu<strong>di</strong>ni salutari | 307<br />

177 P Maltagliati <strong>di</strong> pasta in brodo<br />

<strong>di</strong> crostacei e tacco<strong>le</strong><br />

178 P Paccheri con fave <strong>di</strong> cacao •<br />

e riduzione <strong>di</strong> grappa<br />

179 P Penne con verdurine • • • •<br />

180 P Risotto con asparagi e capesante • • •<br />

181 P Risotto mantecato • • • • •<br />

al basilico e triglie<br />

182 P Risotto mantecato con albicocche • • •<br />

secche e ricotta<br />

183 P Risotto mantecato con seppie •<br />

184 P Spaghetti con asparagi • • • •<br />

e fiori <strong>di</strong> zucca<br />

185 P Zuppa <strong>di</strong> zucca con pane e calamari • •<br />

186 P Zuppa tiepida ai peperoni rossi • •<br />

187 E Fusilloni al pesto <strong>di</strong> mandor<strong>le</strong> • • •<br />

alla siciliana<br />

188 E Insalata <strong>di</strong> pasta al pesto <strong>di</strong> rucola • •<br />

e mazzancol<strong>le</strong><br />

189 E Maccheroncini in salsa • •<br />

me<strong>di</strong>terranea <strong>di</strong> ventresca<br />

<strong>di</strong> tonno<br />

190 E Spaghetti alla chitarra fred<strong>di</strong><br />

con bottarga <strong>di</strong> tonno<br />

KOW_CIRCIELLO_imp_PRINT.indd 307 19/07/11 15.30


308 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Secon<strong>di</strong><br />

193 A Agnello cotto in foglia <strong>di</strong> vite,<br />

patate e mosto d’uva<br />

194 A A<strong>le</strong>tte <strong>di</strong> pollo ripiene al<strong>le</strong> castagne, • • • •<br />

glassate al mie<strong>le</strong><br />

195 A Baccalà con ravioli <strong>di</strong> patate • •<br />

e olive nere<br />

197 A Carré <strong>di</strong> agnello con acini d’uva • •<br />

198 A Cubismo <strong>di</strong> pesce • • •<br />

con emulsione <strong>di</strong> finocchi<br />

199 A Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> dentice croccante • •<br />

con purè <strong>di</strong> topinambur<br />

200 A Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> suino con castagne, • •<br />

porcini e tartufo nero<br />

201 A Medaglioni <strong>di</strong> maia<strong>le</strong> • • •<br />

con topinambur<br />

202 A Medaglioni <strong>di</strong> manzo con salsa •<br />

all’aceto balsamico e flan <strong>di</strong> spinaci<br />

203 A Mela renetta con pesce spada • • •<br />

204 A Mil<strong>le</strong>foglie <strong>di</strong> vitello con spinaci •<br />

e olive nere<br />

205 A Scaloppine <strong>di</strong> vitello alla pizzaiola • •<br />

con funghi ed erbe aromatiche<br />

206 A Tagliata <strong>di</strong> manzo • •<br />

con i tre classici rivisitati<br />

207 A Trancio <strong>di</strong> rombo con olio • • •<br />

alla vaniglia, funghi e patate<br />

208 A Trancio <strong>di</strong> spigola con agrumi • • • •<br />

209 I Bocconcini <strong>di</strong> fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> manzo • •<br />

con glassatura al sesamo<br />

210 I Cappone con castagne e scarola • • • •<br />

211 I Carré <strong>di</strong> maia<strong>le</strong> farcito • • •<br />

212 I Lenticchie con bocconcini • •<br />

<strong>di</strong> maia<strong>le</strong> al lardo<br />

213 I Lenticchie decorticate • •<br />

con cotechino alla vaniglia<br />

214 I Medaglioni <strong>di</strong> pescatrice • • • •<br />

con insalata <strong>di</strong> rape<br />

215 I Melanzane con salmone al vapore • • •<br />

216 I Orata all’acqua pazza • • •<br />

con brocco<strong>le</strong>tti e patate<br />

217 I Petto <strong>di</strong> pollo al<strong>le</strong> noccio<strong>le</strong> • • •<br />

218 I Pollo al<strong>le</strong> arance • • • •<br />

219 I Polpette con zucca e broccoli • •<br />

KOW_CIRCIELLO_imp_PRINT.indd 308 19/07/11 15.30


p. stag. Ricetta<br />

Ricette per abitu<strong>di</strong>ni salutari | 309<br />

220 I Scaloppine <strong>di</strong> tacchino al marsala • • • •<br />

e brocco<strong>le</strong>tti<br />

221 P Bau<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> vitello con verdurine • • • •<br />

e riduzione <strong>di</strong> aceto balsamico<br />

222 P Bocconcini <strong>di</strong> tacchino • • • •<br />

con peperoni gialli<br />

223 P Coniglio farcito con verdurine • • • •<br />

224 P Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> San Pietro al paté • • •<br />

e salsa <strong>di</strong> carciofi<br />

225 P Guazzetto <strong>di</strong> pesce • • •<br />

226 P Mil<strong>le</strong>foglie <strong>di</strong> pesce ai cereali •<br />

227 P Pesce spada con olive e zucchine • • • •<br />

228 P Pesce spada con paté <strong>di</strong> patate •<br />

e pesto <strong>di</strong> erba cipollina<br />

229 P Polpo scaloppato su tortino <strong>di</strong> patate • • • •<br />

230 P Rombo arrostito con verdure • • •<br />

231 P Tonno scottato in crosta <strong>di</strong> pane • • • •<br />

e quinoa<br />

232 P Trancio <strong>di</strong> orata con patate e lattuga • • • •<br />

233 P Trancio <strong>di</strong> salmone con ravanelli • • •<br />

234 P Trancio <strong>di</strong> scorfano, pistacchi e prugne • • •<br />

235 P Turbante <strong>di</strong> sgombro • • • •<br />

con patate e lattuga<br />

236 E Calamaretti farciti con crostacei • •<br />

su tortini <strong>di</strong> patate<br />

al<strong>le</strong> erbe spontanee<br />

237 E Cupola <strong>di</strong> pesce persico • • • • •<br />

con verdurine<br />

238 E Fi<strong>le</strong>tti <strong>di</strong> sogliola bollita • • • • •<br />

con salsa al prezzemolo<br />

239 E Fi<strong>le</strong>tto <strong>di</strong> vitello con erbe •<br />

aromatiche e verdurine<br />

240 E Involtini <strong>di</strong> tacchino e gamberi • •<br />

con mango marinato<br />

241 E Involtino <strong>di</strong> pollo con verdurine •<br />

242 E Merluzzo salato con verdurine • •<br />

al cartoccio<br />

243 E Sogliola ricomposta • • •<br />

alla me<strong>di</strong>terranea<br />

244 E Spigola al sa<strong>le</strong> • • •<br />

245 E Trancio <strong>di</strong> spigola in guazzetto • • • •<br />

<strong>di</strong> verdure<br />

246 E Vitello tonnato • •<br />

KOW_CIRCIELLO_imp_PRINT.indd 309 19/07/11 15.30


310 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

Dolci, merende, colazioni<br />

249 A Cappuccino con anice stellato •<br />

250 A Composizione <strong>di</strong> frutta • • • • • •<br />

con germogli <strong>di</strong> insalate laccate<br />

al mie<strong>le</strong> <strong>di</strong> castagno<br />

251 A Semifreddo alla castagna •<br />

con salsa <strong>di</strong> vaniglia al rum<br />

252 A Sorbetto al pompelmo rosa • • • • •<br />

253 I Biscotti al<strong>le</strong> mandor<strong>le</strong> • • •<br />

254 I Biscottini affettati al<strong>le</strong> noccio<strong>le</strong> • •<br />

255 I Cioccolata in tazza con “sorpresa” • •<br />

257 I Confettura <strong>di</strong> arance al profumo • • • •<br />

<strong>di</strong> cannella e anice stellato<br />

258 I Crostata <strong>di</strong> ricotta e viscio<strong>le</strong> •<br />

con gelato <strong>di</strong> cannella<br />

259 I Crostata <strong>di</strong> riso, pere e cioccolato • •<br />

261 I Pastiera <strong>di</strong> cereali e ricotta •<br />

262 I Sacher torte •<br />

263 I Tarte tatin al<strong>le</strong> pere •<br />

264 I Tartufi <strong>di</strong> panettone •<br />

265 I Torrone • • • •<br />

266 I Torta rustica <strong>di</strong> zucca • •<br />

267 I Torta sbrisolona • •<br />

268 I Tortino <strong>di</strong> me<strong>le</strong> •<br />

269 P Cono <strong>di</strong> mousse al limone •<br />

con glassa fondente<br />

270 P Crostata con crema cotta •<br />

e gelatina ai frutti rossi<br />

271 P Crostata senza glutine • •<br />

con crema <strong>di</strong> riso e ananas<br />

272 P Soufflé ghiacciato al<strong>le</strong> frago<strong>le</strong> • • •<br />

<strong>di</strong> bosco con frappè<br />

273 P Tartare <strong>di</strong> frutta fresca • • • •<br />

con sorbetto al limone<br />

274 P Tartare <strong>di</strong> mango su carpaccio • • • • • •<br />

<strong>di</strong> ananas<br />

275 P Tiramisù al<strong>le</strong> frago<strong>le</strong> • •<br />

276 E Bavarese al<strong>le</strong> frago<strong>le</strong> • •<br />

277 E Mousse allo yogurt e pesca • •<br />

278 E Semifreddo alla menta • •<br />

279 E Sorbetto al cioccolato, • • •<br />

arancia e mie<strong>le</strong><br />

280 E Trilogia <strong>di</strong> sorbetti • • • •<br />

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In<strong>di</strong>ce<br />

Introduzione – I segreti <strong>del</strong> cuoco 5<br />

Esaltare i sapori 6<br />

Le mie tecniche <strong>di</strong> cucina 6<br />

I 10 <strong>di</strong> A<strong>le</strong>ssandro <strong>Circiello</strong> 7<br />

Consigli pratici e osservazioni culinarie 9<br />

Tecniche <strong>di</strong> cottura 11<br />

Rosolare: questione <strong>di</strong> rapporti 11<br />

L’arrosto 12<br />

Friggere 13<br />

L’impanatura 15<br />

Al vapore 16<br />

In umido: brasato, stufato e stracotto 17<br />

Al sa<strong>le</strong> 18<br />

Fon<strong>di</strong>, bro<strong>di</strong>, spezie 20<br />

Il fondo 20<br />

Il fondo bruno 21<br />

Cosa fare <strong>del</strong><strong>le</strong> lische? Il fondo <strong>di</strong> pesce 22<br />

I principi <strong>del</strong> buon brodo 23<br />

L’olio extravergine d’oliva 24<br />

Il sa<strong>le</strong> 25<br />

Il pepe: nero, bianco, verde e rosa 26<br />

Le salse 28<br />

C’era una volta la besciamella… 28<br />

La maionese 28<br />

Salse al burro o all’olio extravergine d’oliva 29<br />

La pasta e il riso 31<br />

Al dente 31<br />

I risotti 32<br />

In insalata fredda, non ghiacciata 34<br />

Le carni 35<br />

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312 | Tutti a tavola, la salute è servita<br />

L’agnello 35<br />

La selvaggina 36<br />

La polpetta Pojarski 37<br />

I pesci 38<br />

Qualche buon motivo per sfi<strong>le</strong>ttare 39<br />

I pesci piatti 39<br />

La spigola (il branzino) 40<br />

Il salmone 41<br />

La rana pescatrice 42<br />

Il nero <strong>di</strong> seppia 42<br />

I crostacei 43<br />

Zafferano e pesce 44<br />

I pesci cru<strong>di</strong> 45<br />

Tanto fumo e niente arrosto 45<br />

Stagionalità 46<br />

Le uova 47<br />

Uova strapazzate 47<br />

L’ome<strong>le</strong>tte 48<br />

L’uovo sodo 49<br />

L’uovo al tegamino 49<br />

I soufflé 50<br />

Le crespel<strong>le</strong> 51<br />

Le verdure 52<br />

L’importanza <strong>di</strong> cuocere al dente 52<br />

Il colore 53<br />

Il pomodoro 54<br />

I funghi 58<br />

Le patate 58<br />

Gli asparagi 61<br />

I peperoni 62<br />

Le melanzane 63<br />

I carciofi 64<br />

La zucca 65<br />

Le cipol<strong>le</strong>, molto più che un aroma 66<br />

Il topinambur 66<br />

Le erbe aromatiche 67<br />

La frutta 69<br />

Le me<strong>le</strong> 69<br />

L’uva 70<br />

La pasticceria 71<br />

I sorbetti 71<br />

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In<strong>di</strong>ce | 313<br />

Le salse dolci 72<br />

La frutta cotta 73<br />

Il caffè 74<br />

Per i più pigri 76<br />

Ricettario 77<br />

Preparazioni <strong>di</strong> base 81<br />

Impasti, pastel<strong>le</strong> e creme 83<br />

I fon<strong>di</strong> 89<br />

Il roux e i burri 92<br />

Piccoli segreti 94<br />

Antipasti, aperitivi, brunch 99<br />

Autunno 101<br />

Inverno 113<br />

Primavera 124<br />

Estate 143<br />

Primi 147<br />

Autunno 149<br />

Inverno 163<br />

Primavera 175<br />

Estate 187<br />

Secon<strong>di</strong> 191<br />

Autunno 193<br />

Inverno 209<br />

Primavera 221<br />

Estate 236<br />

Dolci, merende, colazioni 247<br />

Autunno 249<br />

Inverno 253<br />

Primavera 269<br />

Estate 276<br />

Menù 281<br />

Appen<strong>di</strong>ci 287<br />

Glossario 289<br />

In<strong>di</strong>ce <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>ricette</strong> 298<br />

Ricette per abitu<strong>di</strong>ni salutari 304<br />

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Varia Kowalski<br />

Giovanni Filocamo, Mai più paura <strong>del</strong>la fisica<br />

Pierfrancesco Pacoda, Sa<strong>le</strong>nto, amore mio<br />

Giorgio De Rienzo, S.o.s. Lingua<br />

Shirin Amini con Niccolò Fabi, 30.08.2010 Immagini e paro<strong>le</strong> <strong>di</strong> Lulù<br />

Angelo Vaira, Dritto al cuore <strong>del</strong> tuo cane<br />

Dario Comini, Mix & drink<br />

Mariano Tomatis, Numeri assassini<br />

Sarah Jordan, David Ufberg, La gravidanza – Manua<strong>le</strong> d’istruzioni<br />

Va<strong>le</strong>ntina Rimini, L’amore non ha <strong>le</strong>gge<br />

Tiziano Ferro, Trent’anni e una chiacchierata con papà<br />

Aa.vv., Chef per un giorno<br />

Roberto Ruspoli, L’educazione vi prego sull’amore e altri consigli<br />

per vivere bene<br />

Alberto Pellai, E ora basta!<br />

Paola Vinciguerra, Instant therapy<br />

Felicia Zopol, Il sesso – Manua<strong>le</strong> d’istruzioni<br />

Mariano Tomatis, La magia dei numeri<br />

Francesca Del Rosso, Mia figlia è una iena<br />

Simona Malcovati, Chiara Parrini, S.o.s. Matrimonio.<br />

Come organizzare al meglio il giorno più bello <strong>del</strong>la vostra vita<br />

Giovanni Filocamo, Il matematico curioso<br />

Ilaria Mazzarotta, Due cuori e un fornello. Convivenza con cucina<br />

Mark Salisbury, Burton racconta Burton<br />

Carrie Denny, La sposa – Manua<strong>le</strong> d’istruzioni<br />

Gino & Miche<strong>le</strong>, Paolo Borraccetti, Le Cica<strong>le</strong> 2010<br />

Jonny Groove, Essiamonoi (o no?)<br />

Matteo De Bene<strong>di</strong>ttis, Cantami o dj…<br />

Lezioni parecchio alternative d’Italiano<br />

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Francesca Valla, Cara Francesca…<br />

Alberto Pellai, Questa casa non è un albergo!<br />

Smemoranda, La classe è invasa dal principio <strong>di</strong> inerzia<br />

Fabio Alisei, Paolo Noise, Quizzone<br />

Antonia Quirke, I miei amori in prima fila<br />

Don Pasta, Wine sound system<br />

Miche<strong>le</strong> Trasi, Andrea Zabiello, Guerrilla gardening.<br />

Manua<strong>le</strong> <strong>di</strong> giar<strong>di</strong>naggio e resistenza contro il degrado urbano<br />

Giovanni Filocamo, Mai più paura <strong>del</strong>la matematica.<br />

Come far pace con numeri e formu<strong>le</strong><br />

Steve Turner, Johnny Cash. La vita, l’amore e la fede<br />

<strong>di</strong> una <strong>le</strong>ggenda americana<br />

In<strong>di</strong>a Knight, Pazza per lo shopping<br />

Gaber, Giorgio, il Signor G, a cura <strong>di</strong> Andrea Pedrinelli<br />

Shandon Fow<strong>le</strong>r, Lo sposo – Manua<strong>le</strong> d’istruzioni<br />

Renata Scola, Francesca Valla, S.o.s. Tata. Tutti i consigli, <strong>le</strong> rego<strong>le</strong><br />

e <strong>le</strong> <strong>ricette</strong> <strong>del</strong><strong>le</strong> Tate per crescere ed educare bambini<br />

consapevoli e felici<br />

Peter Fruit, Su e giù con Amy Winehouse<br />

Giuseppe Giacobazzi, Una vita da paura<br />

Luca Evangelisti, Mai più paura <strong>di</strong> volare.<br />

Come vincere per sempre la fobia <strong>del</strong>l’aereo<br />

Brett Kuhn e Joe Borgenicht, Primi passi – Manua<strong>le</strong> d’istruzioni<br />

AA.VV., Questione <strong>di</strong> peeling. Rif<strong>le</strong>ssioni a caldo <strong>di</strong> un gorilla <strong>di</strong> mondo<br />

Jay Heinrichs, L’arte <strong>di</strong> avere sempre l’ultima parola<br />

David Brun-Lambert, Nina Simone. Una vita<br />

Altman racconta Altman, a cura <strong>di</strong> David Thompson<br />

Rudolph Herzog, Heil Hit<strong>le</strong>r: il maia<strong>le</strong> è morto. Ridere sotto Hit<strong>le</strong>r:<br />

satira e comicità nel Terzo Reich<br />

Peter Shapiro, You should be dancing. Biografia politica <strong>del</strong>la <strong>di</strong>scomusic<br />

Louis e Joe Borgenicht, Il bebè start kit<br />

Gino & Miche<strong>le</strong>, Matteo Molinari, Visto che non posso avere<br />

la maggioranza... Le Cica<strong>le</strong> 2008<br />

Céci<strong>le</strong> Slanka, Ciao amore, ciao amore, ciao!<br />

Neil Comins, Viaggiare nello spazio<br />

Cristiano Militello, Giulietta è ’na zoccola... calci <strong>di</strong> rigore<br />

Lynn Rosen e Joe Borgenicht, Il bambino: giochi e attività<br />

Smemoranda, Prof, non posso rispondere, non ho campo!<br />

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Ma libera veramente. Trent’anni <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Popolare,<br />

a cura <strong>di</strong> Danilo De Biasio<br />

Char<strong>le</strong>s Cross, La stanza degli specchi. Jimi Hendrix: la vita, i sogni,<br />

gli incubi<br />

Louis e Joe Borgenicht, Il bebè – Manua<strong>le</strong> d’istruzioni<br />

Friedman, Wagner, Armstrong, Macchie e patacche<br />

Furio Zara, Bidoni<br />

Michel<strong>le</strong> Baker e Stephen Troiano, Gaiezze<br />

50 Cent, C’era una volta nel Queens<br />

AA.VV., Occupato! Leggere sul trono <strong>del</strong> sapere<br />

AA.VV., Ridere fa bene!<br />

Barry Mi<strong>le</strong>s, Frank Zappa<br />

Luca Franchini e Miche<strong>le</strong> K Posa, 100 anni <strong>di</strong> wrestling<br />

David Brunner e Sam Stall, Il cane – Manua<strong>le</strong> d’istruzioni<br />

David Brunner e Sam Stall, Il gatto – Manua<strong>le</strong> d’istruzioni<br />

Don Pasta Se<strong>le</strong>cter, Food Sound System<br />

Cristiano Militello, SuperGiulietta 2004-2005<br />

Gino & Miche<strong>le</strong>, Matteo Molinari, Le cica<strong>le</strong> 2006<br />

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