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Gennaio <strong>2009</strong><br />
Via Dante: un pass per scaricare la spesa<br />
Comandante PM Vincenzo Strippoli<br />
MASSA - Anziani in difficoltà:<br />
“Abitiamo in via Dante – spiega Mario<br />
Abiuso -, in pieno centro storico e zona<br />
a traffico limitato. Non possiamo portare<br />
la spesa a casa, con l’auto, perché ci è<br />
stato negato un pass.<br />
Non vogliamo entrare tutti i giorni nella<br />
ztl, ma almeno una volta la settimana,<br />
il sabato, per scaricare la spesa.<br />
Abbiamo chiesto un’autorizzazione per<br />
il tempo necessario allo scarico, ma ci<br />
è stata negata. Non voglio far polemiche,<br />
ma in tutte le città civili, con ztl, i<br />
residenti hanno a disposizione anche un<br />
parcheggio”.<br />
In molte città, infatti, non serve nemmeno<br />
il permesso: sono stabiliti orari per carico<br />
e scarico merci.<br />
Ma la nostra “Massa” ha regolamenti del<br />
tutto particolari, che non conciliano con le<br />
esigenze dei cittadini, almeno non di tutti.<br />
“Sono stato ricevuto dall’assessore alla<br />
mobilità Loreno Vivoli – spiega con<br />
amarezza il signor Mario – il quale ha<br />
prestato attenzione alla mia richiesta,<br />
dicendomi che si sarebbe interessato. Mia<br />
moglie, per poter lasciare la spesa sul<br />
portone, è entrata ed un vigile le ha fatto la<br />
multa di 70 euro”.<br />
La famiglia Abiuso abita da tempo in via<br />
Dante e fino ad oggi non ha avuto esigenza<br />
di ricorrere ad un pass. Purtroppo, con<br />
l’avanzare degli anni, vengono meno le<br />
forze fisiche per cui, portare la spesa<br />
settimanale a casa è diventato un grosso<br />
problema. Abbiamo sentito nel merito il<br />
comandante della Polizia Municipale<br />
Vincenzo Strippoli: “Abbiamo dovuto<br />
mettere un freno al rilascio delle<br />
autorizzazioni – ha esordito - un anno fa<br />
erano stati rilasciati circa un centinaio di<br />
passi per carico e scarico e via Dante era<br />
di nuovo trafficata, con lamentele e<br />
malumori di residenti, cittadini,<br />
Antica statua inedita<br />
MASSA - Presso una storica abitazione<br />
privata in Massa ( oggi Carletti ) è<br />
presente una statua a misura d’uomo<br />
assolutamente inedita, certamente degna<br />
di alcune attenzioni. Anche il luogo che<br />
la conserva ha una sua specifica e<br />
significativa storia che merita di essere<br />
brevemente ricordata; si tratta infatti<br />
dell’abitazione che fu proprietà della<br />
ricca famiglia dei stampatori Frediani,<br />
nell’ottocento passata ad un’altra delle<br />
maggiori e facoltose famiglie, operanti<br />
anche nel commercio del marmo, gli<br />
Ascoli, e divenuta “ poi celebre “ per<br />
aver ospitato Giovanni Pascoli, allora<br />
docente presso il Liceo cittadino. Una<br />
abitazione che accoglie vari e antichi<br />
manufatti artigianali in marmo di qualche<br />
pregio, rivelatori di un interesse “<br />
borghese “ per la produzione locale di<br />
tali opere, tra i quali brilla la statua<br />
sopradetta; anche se la tipologia del<br />
soggetto rappresentato indica con<br />
certezza quasi assoluta la provenienza<br />
da una committenza di tipo religioso.<br />
Si tratta di una figura stante, in marmo<br />
“ ordinario “ di sapore pienamente<br />
naturalistico. Un personaggio maschile<br />
totalmente vestito di abiti “ moderni “<br />
non aristocratici e certamente di non<br />
comune iconografia per la statuaria del<br />
tempo. Un’ampia tunica aperta sul petto<br />
nudo e fissata in vita da una cintola; “<br />
calzoni “ di stoffa legati sotto il<br />
ginocchio da nastri, alti stivali ai piedi.<br />
Una sorta di ampio mantello è disteso<br />
orizzontalmente tra il gomito del braccio<br />
destro, alzato e con la mano aperta come<br />
in gesto di pace, e scende anteriormente<br />
cingendo di stoffa i fianchi, lì trattenuto<br />
dalla mano sinistra, e poi fin quasi a<br />
terra dietro la gamba del medesimo lato,<br />
mentre un ampio lembo ricade dal<br />
gomito posteriormente in ampie pieghe<br />
fino all’altezza della gamba destra.<br />
Abbiamo detto di una immagine non<br />
comune. Chi potrebbe essere dunque il<br />
personaggio, degno di statua,<br />
rappresentato? Se, come credo l’opera<br />
può essere ricondotta al XVII secolo,<br />
l’iconografia del tempo in fondo non si<br />
discosta quasi mai dai soggetti di<br />
riferimento mitologico, ritrattistico o<br />
sacrale, e scartate evidentemente le<br />
prime due ipotesi, resta probabile solo<br />
la terza ipotesi. Una tradizionale<br />
identificazione in San Isidoro, appare<br />
logica, considerando le vesti quasi<br />
“ rustiche “ che possono richiamare, per<br />
quanto in forma assai curata, le tipologie<br />
agricole del tempo e sopratutto per<br />
l’evidente rapporto con le raffigurazioni<br />
tradizionali del Santo. Come è noto tra<br />
i diversi Isidoro della nomenclatura<br />
cattolica, esiste un Isidoro agricoltore<br />
di origine spagnola, patrono di Madrid,<br />
lavoratore dei campi e vissuto a cavallo<br />
dei due primi secoli del secondo<br />
millennio e canonizzato nel 1622. La<br />
sua iconografia si sviluppò soprattutto<br />
in ambito spagnolo nei secoli seguenti<br />
alla sua morte, e specificatamente nella<br />
capitale che accoglie anche la tomba,<br />
sempre con attributi di tipo rurale. Poi<br />
si allargò alle altre aree europee,<br />
soprattutto nel nord, ma anche nella<br />
Francia meridionale, quale protettore<br />
delle attività agricole. Spesso si tratta<br />
di immagini popolaresche connesse a<br />
culti popolari, e non mi risultano in Italia<br />
esiti di autori di pregio. Ma la statua di<br />
Massa mostra caratteristiche di qualità<br />
che rimandano ad un autore sicuramente<br />
non dilettantesco. Ed insolito è quel<br />
ampio mantello che si dipana attorno<br />
alla figura, esso rivela la conoscenza<br />
Scorcio di via Dante<br />
commercianti e pure della Chiesa.<br />
La verità è che chi aveva il pass ha<br />
approfittato della situazione”. Dunque,<br />
taglio decisivo per i pass: “Siamo stati<br />
costretti ad una drastica riduzione per<br />
ristabilire l’ordine”. E la coppia di<br />
anziani che chiede la possibilità di<br />
scaricare la spesa? “E’ un caso che non<br />
conosco – conclude il comandante – ma<br />
che verificherò al più presto”.<br />
dello scultore della statuaria antica; quasi<br />
una sorta di riminiscenza della toga<br />
classica proposta per dare comunque più<br />
“ prestigio” iconico al personaggio. Nel<br />
seicento in territorio apuano sono molti<br />
gli artefici carraresi che avrebbero potuto<br />
essere autori dell’opera, ma<br />
specificatamente a Massa,non mi<br />
sovvengono altri nomi se non quello di<br />
Felice Palma. Nessun documento giunge<br />
ad oggi per orientarci in tale possibile<br />
attribuzione, ma quel movimento che<br />
percorre il corpo marmoreo e la postura<br />
della mano sinistra, il drappo posto<br />
orizzontalmente e medialmente alla<br />
figura, le qualità delle pieghe del<br />
panneggio mi sembrano tutti elementi<br />
La Parola al Cittadino 25<br />
Una enorme questione<br />
locale e nazionale:<br />
il grande problema<br />
delle famiglie con disabili<br />
Quello della vita adulta ed autonoma al di fuori della<br />
famiglia di origine è un tema molto sentito da parte delle<br />
persone con disabilità e dei loro famigliari. Innegabilmente<br />
questo argomento suscita nelle famiglie una certa<br />
preoccupazione: il pensiero va al “dopo di noi” ed al<br />
futuro dei propri cari quando la famiglia non sarà più in<br />
grado di farsene carico. La sfida della vita autonoma<br />
rappresenta, però, anche altro: è l’opportunità di crescere,<br />
cimentarsi in nuovi contesti, instaurare nuove relazioni.<br />
Certamente la persona con disabilità necessiterà di un<br />
sostegno, ma ciò non toglie che possa avvertire il desiderio<br />
e – spesso - anche l’esigenza di sperimentare occasioni<br />
di vita adulta ed indipendente. Naturalmente si tratta di<br />
un percorso che richiede tempo ed impegno. E’,<br />
innanzitutto, importante capire qual è la soluzione adatta<br />
al proprio caro. Oggi il panorama delle soluzioni<br />
residenziali comprende, oltre alle forme più tradizionali<br />
(Comunità Socio Sanitaria, Residenza Sanitaria Disabili,<br />
Pronto Intervento ecc.), soluzioni più flessibili come micro<br />
- comunità, condomini solidali e via dicendo. Non vi sono<br />
soluzioni migliori delle altre, a priori; tutto dipende dalle<br />
caratteristiche della singola persona. Per questo è<br />
importante farsi aiutare da operatori esperti che possano<br />
orientare i familiari nella scelta e valutare con “occhio<br />
professionale” le autonomie della persona. Altrettanto<br />
importante è, poi, fare vivere in prima persona momenti<br />
di sperimentazione di vita autonoma. Spesso, infatti, la<br />
persona disabile, messa di fronte a nuovi stimoli, rivela<br />
capacità e potenzialità inaspettate. E’, poi, fondamentale<br />
accompagnare le famiglie ad affrontare questo percorso<br />
nella maniera più serena possibile, aiutarle ad elaborare<br />
paure e timori, favorire un confronto fra familiari che<br />
affrontano esperienze simili. Occorre organizzare, anche<br />
a livello delle singole comunità locali, a questo proposito<br />
un percorso sensibile e virtuoso (oltrechè fattibile e<br />
realistico) di informazione, formazione e sostegno rivolto<br />
alle famiglie per cominciare a pensare insieme alla vita<br />
autonoma ed indipendente dei propri cari. Parallelamente,<br />
è necessario, tuttavia pensare anche alla sostenibilità<br />
economica ed alla ricerca di spazi per costruire soluzioni<br />
residenziali. Le varie associazioni pro – disabili sparse<br />
in Italia sono spesso in contatto con gli assessori competenti<br />
per l’assegnazione di spazi all’interno dei piani integrati<br />
di edilizia comunale. Occorre, poi, per coinvolgere gli<br />
altri enti competenti affinché facciano la loro parte ai fini<br />
di raggiungere la sostenibilità economica. Nel frattempo<br />
prosegue anche il lavoro con le altre associazioni,<br />
cooperative ed istituzioni che operano nel settore.<br />
L’obiettivo è quello di mettere in comune le proprie risorse<br />
e creare collaborazioni che portino a risultati più efficaci.<br />
G. C. Colosso<br />
non distanti da quelli della Vergine col Bambino<br />
che fu ai Cappuccini della città toscana. La statua<br />
presenta “ rifacimenti “ posticci nel naso ed in<br />
alcune dita; abbiamo già accennato alla sua<br />
probabile provenienza da un istituto religioso,<br />
nell’ambito della città di Massa, in relazione al<br />
culto agricolo cui essa è connessa, potremmo<br />
orientarci verso una delle tre Pievi storiche del<br />
territorio. Ma considerando la troppo antica<br />
perdita di quella di San Lorenzo, al contrario la<br />
persistenza, anche nell’arredo artistico, di quella<br />
di S. Vitale, resta come possibile, per quanto<br />
sinora ignorata dagli autori, una provenienza<br />
dallo spoglio totale della Pieve di S. Pietro,<br />
avvenuto come è noto agli inizio dell’ottocento.<br />
Silvano Soldano