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Gennaio <strong>2009</strong><br />
NON TUTTI SANNO CHE<br />
MASSA CARRARA - La recente situazione<br />
di crisi internazionale e locale ha enfatizzato<br />
il sostanziale cambiamento già consumato<br />
nei rapporti tra istituti di credito ed imprese.<br />
Il sistema di valutazione del credito bancario<br />
conosciuto con il nome di “Basilea 2“ che,<br />
ormai, tutti abbiamo imparato a conoscere,<br />
se correttamente applicato, dovrebbe<br />
permettere di liberare risorse a favore delle<br />
imprese virtuose.<br />
Il presupposto si origina dal fatto che ogni<br />
banca deve stanziare delle riserve di liquidità<br />
proporzionali ai rischi che si assume nel<br />
concedere credito. Basso rischio vorrà dire<br />
accantonamento ridotto, maggior<br />
disponibilità di liquidità per altre iniziative<br />
e costo dell’operazione più basso.<br />
Il rischio oggi è rappresentato dal “Rating”<br />
temine anglosassone che individua e<br />
riassume la pagella di ogni impresa calcolata<br />
secondo metodologie approvate dalla Banca<br />
d’Italia suscettibili di variazioni da istituto<br />
ad istituto, metodologie originate<br />
internamente (cosiddetto I.R.B. acronimo<br />
di Internal Rate Based) o, in alternativa,<br />
affidate all’esterno. In sostanza ogni istituto<br />
di credito valuta le aziende clienti sulla base<br />
di una serie di dati che si possono ricondurre<br />
a quattro macroclassi : i dati economicofinanziari<br />
storici rappresentati nei bilanci e<br />
nelle situazioni di periodo; i dati andamentali<br />
ovvero come l’azienda si comporta nei<br />
confronti delle banche, se rispetta le<br />
scadenze, riceve o produce molti insoluti;<br />
l’andamento del settore in cui opera ed,<br />
infine, la qualità della gestione e la solidità<br />
della compagine sociale. In particolare,<br />
l’elemento che fa la differenza nella<br />
valutazione delle singole posizioni di rischio<br />
è proprio il dato andamentale, ovvero, il<br />
profilo di comportamento del singolo cliente<br />
rispetto alla banca stessa o al sistema<br />
bancario in generale.<br />
La regolarità dei pagamenti, la corretta<br />
gestione dello scoperto di conto, la<br />
corrispondenza tra operazione societaria e<br />
lo strumento di finanziamento sottostante<br />
sono gli elementi cardine per la formazione<br />
del rating per le piccole e medie imprese<br />
Spesso si tratta di un fattore erroneamente<br />
poco considerato, ma sarebbe opportuno<br />
che diventasse parte integrante della gestione<br />
della tesoreria di ogni azienda per permettere<br />
l’ottimizzazione dello scambio dei flussi<br />
informativi con le banche consentendo, al<br />
tempo stesso, un adeguato controllo da<br />
parte dell’imprenditore sulla liquidità,<br />
sull’indebitamento, sui saldi dei conti in<br />
Imprese<br />
e banche<br />
cambiano<br />
i rapporti<br />
generale. Diventa fondamentale nei rapporti<br />
imprese–istituti bancari il ruolo del<br />
professionista di fiducia per garantire un’<br />
impostazione tecnicamente<br />
adeguata,completa, affidabile nel contenuto,<br />
chiara nella rappresentazione.<br />
L’approccio non si deve limitare a dati<br />
esclusivamente di natura contabile ma deve<br />
estendersi ad aspetti strategici realisticamente<br />
e prudenzialmente pianificati per il futuro,<br />
sia nel breve, sia nel medio periodo, sulla<br />
base degli andamenti storici, dei punti di<br />
forza e di debolezza. Gli obiettivi devono<br />
essere costantemente monitorati per<br />
analizzare in modo dinamico gli scostamenti<br />
tra previsione e realtà e per valutare le<br />
motivazioni che li hanno determinati.<br />
Le ripercussioni in positivo di un approccio<br />
scientifico di questo genere dovrebbero<br />
essere tangibili, anche ma non solo, sul<br />
piano delle condizioni applicate. La trattativa<br />
sulle modalità di affidamento e sui tassi non<br />
si limita ad aspetti soggettivi, legati alla<br />
capacità commerciale dell’imprenditore ed<br />
al “buon cuore” del direttore di banca, bensì<br />
si basa sull’esatta individuazione della classe<br />
di rischio ponderata da elementi di tipo<br />
specifico di ogni singola banca quali, ad<br />
esempio, il radicamento sul territorio, la<br />
politica commerciale perseguita ed i diversi<br />
modelli di rating adottati. Le eventuali<br />
rimostranze dell’imprenditore in merito alle<br />
condizioni subite dovranno sempre trovare<br />
giustificazione nella non corrispondenza al<br />
rischio che lo stesso rappresenta per la banca.<br />
Non viene meno, ma assume una importanza<br />
diversa dal tradizionale intendimento degli<br />
imprenditori vecchio stampo, il ruolo delle<br />
garanzie.<br />
La presenza di determinate garanzie opera<br />
sul fronte del cosiddetto Credit risk<br />
mitigation comportando sia per la banca,<br />
sia per l’impresa, un sicuro beneficio in<br />
termini di costo senza però ovviare, in<br />
termini di rating, alle eventuali carenze sul<br />
fronte andamentale e di risultato economico.<br />
In conclusione, i rapporti impresa-banca,<br />
soprattutto in realtà territoriali di ridotte<br />
dimensioni come la nostra ed in periodi di<br />
contrazione economico finanziaria come<br />
quello attuale, dovranno essere trasparenti<br />
e scaturire da elementi tecnici<br />
professionalmente pianificati e non da<br />
risvolti di tipo soggettivo, personalistico<br />
spesso improvvisati al momento del bisogno.<br />
Il tutto crisi finanziaria permettendo.<br />
Ermanno Cervone<br />
Dottore Commercialista<br />
“All’interno di un supermercato (zona box<br />
pubblicitario) mi hanno offerto la carta a rate,<br />
sono convenienti?.”<br />
D.R.<br />
Le carte revolving consentono di acquistare subito<br />
e pagare dopo, si può scegliere, in molti casi,<br />
anche il valore della rata mensile.<br />
Le carte revolving non sono molto diffuse in<br />
Italia e vengono usate relativamente poco.<br />
Secondo i dati più recenti diffusi dall’Abi, quelle<br />
in circolazione sono 4,3 milioni, a fronte dei 29<br />
milioni di carte di debito. In base ai dati<br />
dell’Osservatorio Assofin sul credito al consumo,<br />
il valore delle operazioni con carte revolving nei<br />
L'Avvocato risponde<br />
Egregio Avvocato, le scrivo per esporle un mio<br />
problema. Da oltre 30 anni io e mio fratello,<br />
abbiamo ricevuto in eredità un terreno. Su quel<br />
terreno abbiamo costruito una villetta dove sia<br />
io che lui abitiamo (nessuno di noi è coniugato).<br />
Ora i rapporti tra di noi si sono deteriorati e<br />
ed io avrei deciso di dividere casa e terreno. E’<br />
possibile questo ? E come debbo fare? Grazie<br />
per ogni consiglio che vorrà darmi. B.N. Massa<br />
Gentile lettore, la legge consente a tutti coloro<br />
che sono proprietari di un bene “in comunione”<br />
(come lei con suo fratello) di dividersi, un po’<br />
come succede nel caso di separazione fra i<br />
coniugi. Le possibili strade da percorrere sono<br />
due. 1) Lei e suo fratello, raggiungete un accordo<br />
sulle modalità di divisione del bene , consultate<br />
un Notaio di vostra fiducia che predisporrà su<br />
Vostra indicazione un atto pubblico di divisione.<br />
In quest’atto,ovviamente dovrà essere specificato<br />
esattamente quali parti del terreno e della casa<br />
spetteranno a ciascuno, e se dovranno essere<br />
pagati “conguagli” in denaro ( se per ipotesi uno<br />
dei due dovesse avere assegnata una parte di<br />
terreno più grande o migliore). Una volta<br />
sottoscritto l’atto davanti al Notaio,atto che sarà<br />
poi trascritto alla conservatoria dei Registri<br />
immobiliari, ognuno di voi diventerà proprietario<br />
esclusivo di una parte del terreno e della casa.<br />
2) In mancanza di accordo, non resta che<br />
intraprendere la via Giudiziale al fine di ottenere<br />
la divisione dei beni rivolgendosi ad un giudice.<br />
Sarà questi a stabilire, di norma dopo<br />
l’espletamento di idonea perizia di stima, come<br />
La Parola al Cittadino 29<br />
Il Promotore<br />
Finanziario informa<br />
primi dieci mesi del 2008 è stato pari a 8,1 miliardi<br />
di euro (in crescita del 7,4% sul 2007) a fronte<br />
dei 18,2 miliardi dei prestiti finalizzati. Questo<br />
probabilmente è un bene perché prima di<br />
“strisciarle” è opportuno conoscerne le<br />
caratteristiche.<br />
Perchè a differenza delle carte di debito o di<br />
quelle di credito a saldo(il cui rimborso delle<br />
spese del mese,in media avviene il 10-15 del<br />
mese successivo in un’unica soluzione), con le<br />
revolving si entra nel settore del credito al<br />
consumo. Le carte revolving in particolare, si<br />
distinguono per un tasso di interesse applicato<br />
alle somme dilazionate mediamente più alto di<br />
quello dei prestiti personali. Pagare interessi del<br />
17-20 per cento non è inconsueto, il bene lo<br />
pagheremo decisamente di più del suo reale costo.<br />
E’ opportuno,quindi,leggere bene le condizioni<br />
contrattuali prima di utilizzarle.<br />
Meglio scegliere una carta che consente di variare<br />
l’importo del rimborso mensile fino ad arrivare<br />
anche al 100 per cento del saldo o del fido<br />
concesso. Così l’acquisto fatto,volendo,lo si paga<br />
in soli 3-4 mesi,usufruendo dei vantaggi del<br />
pagamento rateale e al contempo limitando gli<br />
effetti del tasso di interesse.<br />
Insomma a volte il conto delle revolving può<br />
essere salato, usarle con parsimonia penso sia un<br />
buon consiglio.<br />
Dr. Pierpaolo Bertilorenzi<br />
dividere i beni. Nell’ipotesi che non fosse<br />
possibile dividere, per la natura del bene stesso,<br />
la proprietà, il Giudice potrebbe anche ordinare<br />
la vendita del bene all’asta pubblica al fine di<br />
dividerne poi il ricavato tra i comproprietari. Va<br />
da se che, quest’ultima soluzione è certamente<br />
la più onerosa, sia sotto il profilo dei tempi che<br />
dei costi. Pertanto la soluzione migliore è sempre<br />
quella di superare dissapori e rancori e trovare<br />
un accordo.<br />
Avv. Stefano Beretti<br />
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