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La Parola al Cittadino<br />
Eaton: trovato un primo accordo<br />
Cassa straordinaria per i 345 operai<br />
MASSA - Non resteranno carta morta,<br />
finalmente. I contenuti del verbale stipulato<br />
a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo<br />
Economico, lo scorso 17 novembre,<br />
verranno rispettati: allo smantellamento<br />
della Eaton dovrà seguire una<br />
reindustrializzazione effettiva, da<br />
raggiungersi tramite un accordo di<br />
programma. Ognuno agirà secondo le<br />
rispettive competenze: amministrazioni<br />
locali, governo, sindacati e proprietà. Già<br />
questo mese potrebbero arrivare le prime,<br />
significative novità.<br />
Entro il 31 gennaio c’è la volontà di<br />
sottoscrivere un protocollo d’intesa che<br />
definisca le linee guida delle azioni future,<br />
almeno secondo quanto è emerso dalla<br />
tavola rotonda svoltasi in Comune. Nel<br />
frattempo, la dirigenza darà l’incarico ad<br />
una società di scouting per individuare una<br />
realtà industriale interessata all’acquisto<br />
produttivo dell’area, attraverso un<br />
programma preciso e che garantisca il<br />
riassorbimento delle maestranze. Un<br />
risultato salutato positivamente dal sindaco<br />
Roberto Pucci, che in questi mesi di<br />
estenuanti rincorse e smentite ha sempre<br />
tenuto alta la guardia contro eventuali<br />
frammentazioni e compromessi al ribasso.<br />
Ad addolcire, almeno in parte, il Natale dei<br />
345 operai gettati in pasto all’esercito della<br />
disoccupazione è stata la concessione di<br />
una cassa integrazione straordinaria di 24<br />
mesi. E 750 euro il mese per ogni singolo<br />
lavoratore. Si interrompe così il viaggio<br />
nell’abisso, con il pericolo del maxi<br />
licenziamento scongiurato in extremis: il<br />
23 dicembre avrebbe dovuto scadere il<br />
periodo di mobilità (75 giorni). Non è tutto,<br />
però: altri 10mila euro saranno stanzati da<br />
Eaton come incentivo all’esodo, per lasciare<br />
il posto di lavoro entro tre mesi. La parti<br />
sindacali hanno espresso moderata<br />
soddisfazione, sottoscrivendo l’accordo e<br />
promettendo comunque massima attenzione<br />
sugli sviluppi ancora da scrivere. Un ruolo<br />
decisivo spetterà ai governi regionali e<br />
nazionali, chiamati a trovare giuste modalità<br />
di cooperazione. Perché non potranno essere<br />
ancora i<br />
dipendenti a<br />
pagare sulla<br />
propria pelle lo<br />
scotto della<br />
recessione<br />
mondiale. Il<br />
messaggio è<br />
stato ribadito con<br />
forza durante lo<br />
sciopero<br />
g e n e r a l e<br />
promosso il 12<br />
dicembre scorso<br />
dalla Cgil, che ha<br />
fatto sfilare per<br />
le vie del centro<br />
4mila persone.<br />
Senza Cisl e Uil,<br />
ma insieme a<br />
tanti volti, vecchi<br />
e nuovi, della<br />
crisi. Il lieto fine<br />
non arriva per<br />
tutti, però. Non<br />
Nudi per la Eaton<br />
MASSA - Giocano davanti all’obiettivo,<br />
ammiccano con leggero imbarazzo e<br />
sorridono con pudore. Sono gli operai di<br />
Eaton , protagonisti di tante battaglie per la<br />
riconquista del loro posto di lavoro e adesso<br />
anche di un calendario. Dove appaiono<br />
“desnudi” o quasi, coperti dai macchinari<br />
da lavoro e pochi altri indumenti. Dodici<br />
uomini immortalati dal fotografo Roberto<br />
Dalle Luche, che gratuitamente si è messo<br />
a disposizione del progetto, nato<br />
“casualmente” da un’idea dello stesso<br />
professionista e di Mario Maestrelli, tuta<br />
blu e presidente dell’associazione culturale<br />
Aics. “Naturalmente abbiamo prima parlato<br />
con le organizzazioni sindacali”, spiega<br />
Maestrelli, “per accertarci di avere un parere<br />
positivo unanime”. Era il 15 novembre, ed<br />
ancora si attendevano i responsi di un tavolo<br />
istituzionale fino a quel momento avaro di<br />
soddisfazione. Trenta giorni più tardi, l’inizio<br />
del lavoro sul set che avrebbe dovuto essere<br />
proprio la fabbrica di Via Aurelia: ad<br />
impedirlo, il diniego dei vertici aziendali.<br />
Ecco quindi spuntare l’officina di Marco<br />
Pasquali, che in due giorni è diventata il<br />
laboratorio artistico di una causa sociale<br />
solo prestata al mondo dell’immagine. Ci<br />
ha creduto subito l’assessore provinciale<br />
alla cultura Lara Venè: “Queste persone<br />
hanno compiuto gesti coraggiosi. Non<br />
dimentichiamoci che anche il calendario è<br />
una forma di protesta, utile per aumentare<br />
l’interesse dell’opinione pubblica sulla<br />
questione”. Sulla scelta dei partecipanti,<br />
Maestrelli ironizza: «All’inizio c’erano 50<br />
nominativi, poi siamo rimasti in dodici<br />
precisi, tra gelosia delle mogli ed imbarazzi<br />
vari». Nei dodici scatti c’è quasi una sfida<br />
verso la multinazionale, che prima li ha<br />
esaltati e poi, all’ululare del vento della<br />
recessione, li ha lasciati davvero in maniche<br />
di camicia. L’idea è destinata a riscuotere<br />
molto successo: lo confermano gli applausi<br />
divertiti alla conferenza stampa di<br />
presentazione, dove è stato perfino proiettato<br />
il backstage. La versione definitiva del<br />
calendario, invece, dovrebbe uscire entro i<br />
primi giorni del mese: ne verranno stampate<br />
2000 copie, vendute a cinque euro l’una.<br />
Le distribuiranno personalmente gli operai,<br />
che contano di trovare appoggio anche sulla<br />
pubblicità di alcuni periodici nazionali. Il<br />
ricavato sarà naturalmente destinato al fondo<br />
comune dei lavoratori Eaton.<br />
Questi i nomi dei 12 operai ritratti dal<br />
fotografo Riccardo Dalle Luche: Giancarlo<br />
Taddeucci, Simone Caselli, Massimo<br />
Cantucci, Pietro Magnani, Angelo Nari,<br />
Cristian Zurlini, Franco Balloni, Gino<br />
Palmentieri, Enzo Lazzoni, Gianni Rustighi,<br />
Massimo Ristori, Giuseppe Lazzini.<br />
per le cuoche della mensa, che lo scorso<br />
numero ci avevano raccontato il loro<br />
dramma, parallelo eppure invisibile rispetto<br />
a quello dei colleghi di Eaton. Stessa sorte<br />
per i 16 della Nicma, che dovranno<br />
guardarsi in torno con la speranza di trovare<br />
un impiego in loco per mantenere famiglie<br />
e figli. «Dobbiamo lottare», ha sintetizzato<br />
dal palco di Piazza Mercurio Walter<br />
Schiavella, leader della Fillea. Sarà ancora<br />
questo il filo conduttore del <strong>2009</strong>.<br />
Alessio Orsingher<br />
Operaio Eaton<br />
L’organizzazione è stata curata da Mario<br />
Maestrelli. Lo stesso che ha confezionato il<br />
video di backstage, insieme ad Alessandra<br />
Berti (vicepresidente dell’associazione Aics),<br />
Andrea Bongiorni ed il già citato Dalle<br />
Luche.<br />
Alessio Orsingher<br />
Gennaio <strong>2009</strong><br />
L’ITALIA DEI VALORI SULLA CRISI<br />
DELLA ZONA INDUSTRIALE<br />
APUANA: RIPENSARE IL FUTURO<br />
Alla luce del disastro attuale<br />
e degli errori del passato<br />
La dolorosa e traumatica vicenda della<br />
chiusura della Eaton è un sintomo<br />
eclatante dell’agonia di un modello<br />
economico e di consumo non più<br />
sostenibile, perchè in conflitto<br />
irrimediabile con i limiti del pianeta su<br />
cui viviamo. In futuro, anche solo per<br />
sopravvivere, questo sistema economico<br />
dovrà cambiare profondamente, mettere<br />
sul mercato meno automobili, molto più<br />
durevoli e risparmiose nei consumi,<br />
molto più rispettose dell’ambiente e<br />
totalmente costruite con materiali<br />
riciclabili. Puntare tutte le carte sulla<br />
reindustrializzazione e contro l’uso<br />
speculativo delle aree dismesse è, allora,<br />
assolutamente<br />
corretto e necessario,<br />
ma non sufficiente a<br />
garantire uno<br />
sviluppo duraturo.<br />
Invece di limitarsi ad<br />
assecondare gli<br />
interessi contingenti<br />
del mercato la<br />
politica deve avere la<br />
cultura e il coraggio<br />
di prevedere e<br />
prevenire il futuro;<br />
altrimenti non si<br />
capisce quale sia la<br />
sua utilità.<br />
Una cultura politica<br />
consapevole dei limiti<br />
oggettivi del nostro<br />
pianeta avrebbe<br />
chiara una<br />
prospettiva di<br />
reindustrializzazione,<br />
su due settori<br />
strategici:<br />
1-la produzione di<br />
tecnologie per il<br />
risparmio energetico<br />
e lo sfruttamento<br />
delle energie pulite e<br />
rinnovabili;<br />
2-il riciclo dei materiali recuperati dai<br />
rifiuti attraverso la raccolta differenziata.<br />
Nonostante la cieca e assurda politica<br />
del governo Berlusconi l’ENEL sta<br />
cercando spazi nell’Italia centro<br />
meridionale dove aumentare la<br />
produzione delle sue tecnologie<br />
energetiche pulite e rinnovabili, perchè<br />
è consapevole che in quella direzione va<br />
il futuro dell’energia nel mondo.<br />
Perchè nessuno dei politici che<br />
governano questo territorio ha pensato<br />
di contattare i dirigenti dell’ENEL o,<br />
comunque, di altre aziende impegnate<br />
in queste produzioni, che sono accessibili<br />
anche ad unità produttive molto meno<br />
importanti di una multinazionale?<br />
Perchè non si organizzano dei corsi di<br />
riqualificazione professionale su questi<br />
settori per i lavoratori, che, purtroppo,<br />
verranno espulsi per la crisi dell’attuale<br />
sistema produttivo?<br />
Perchè nel sistema formativo tecnico<br />
professionale non si aggiornano i<br />
programmi della didattica in maniera da<br />
far crescere dei tecnici capaci di<br />
rispondere adeguatamente alle esigenze<br />
del sistema produttivo di un futuro assai<br />
prossimo?<br />
Queste sono le domande di fondo alle<br />
quali deve dare risposte positive una<br />
politica che sia realmente consapevole<br />
della profondità della crisi dell’attuale<br />
sistema economico e della necessità di<br />
avviare un nuovo modello di sviluppo<br />
che sia realmente sostenibile.<br />
Italia dei Valori di Massa Carrara<br />
Coordinamento Provinciale