Volume dello Studio - Provincia di Venezia
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• Torcello<br />
+22 minuti<br />
• Isola della Salina (S. Felice)<br />
+1 ora e 30 minuti<br />
I tempi negativi in<strong>di</strong>cano anticipi rispetto al bacino<br />
<strong>di</strong> S. Marco; quelli positivi in<strong>di</strong>cano ritardo.<br />
Tra il 1923 e il 1996 l’altezza massima <strong>di</strong> marea<br />
registrata alla Punta della Salute è <strong>di</strong> +1,94 m (4<br />
novembre 1966); quella minima è <strong>di</strong> –1,21 m (14<br />
febbraio 1934). L’escursione massima <strong>di</strong> marea<br />
registrata è stata quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> 3,15 m. L’ampiezza<br />
massima <strong>di</strong> marea dalla alta alla bassa è stata registrata<br />
il 28 gennaio 1948 e il 28 <strong>di</strong>cembre 1970<br />
(1,63 m); viceversa, la massima ampiezza dalla<br />
bassa alla alta marea è stata registrata il 23 e 24<br />
febbraio 1928 e il 25 gennaio 1966 (1,46 m).<br />
14.2 Subsidenza<br />
Nell’area veneziana è presente una subsidenza<br />
naturale dovuta principalmente al consolidamento<br />
dei se<strong>di</strong>menti fini <strong>di</strong> recente deposito; in<br />
misura decisamente inferiore contribuiscono le<br />
deformazioni tettoniche del substrato.<br />
La subsidenza del bacino lagunare e dei territori<br />
circostanti si è esplicata in modo <strong>di</strong>fferenziale<br />
nel tempo e nello spazio, in relazione ai <strong>di</strong>versi<br />
eventi deposizionali succedutesi, ai complessi fenomeni<br />
<strong>di</strong> collasso dei se<strong>di</strong>menti fini avvenuti con<br />
la sostituzione delle originarie acque interstiziali<br />
dulcicole con quelle saline e, in tempi più recenti,<br />
con l’intervento antropico.<br />
La subsidenza <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong>, pur essendo attiva<br />
da sempre nel territorio, è <strong>di</strong>ventato uno dei più<br />
gravi problemi ambientali dagli anni cinquanta,<br />
in concomitanza al ripetersi anomalo <strong>di</strong> eventi <strong>di</strong><br />
acqua alta. Era chiaro, come peraltro suggerito<br />
dalla casistica mon<strong>di</strong>ale, che la causa prima del fenomeno<br />
era <strong>di</strong> origine antropica: l’abbassamento<br />
naturale aveva avuto un impulso notevole a causa<br />
dell’estrazione intensiva <strong>di</strong> acque sotterranee.<br />
Dagli stu<strong>di</strong> consultati 31 emerge che il tasso<br />
31 La pubblicazione maggiormente utilizzata in questa sede<br />
è: BASSAN V., CARBOGNIN L., D’AMBROSI F., GOBBO<br />
L., RIZZETTO C., SCHIAVON E., SCORTEGAGNA U.,<br />
TOSI L., VITTURI A., ZANGHERI P. - «Problematiche<br />
98<br />
me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> abbassamento naturale è stato calcolato<br />
per <strong>Venezia</strong> ed il suo entroterra pari a 0,4 mm/<br />
anno (Gatto e Carbognin, 1981). Questo processo<br />
naturale è stato accelerato dallo sfruttamento<br />
delle acque artesiane iniziato dal 1930, <strong>di</strong>venuto<br />
intensivo dagli inizi degli anni cinquanta e terminato<br />
con gli anni settanta.<br />
I sei acquiferi progressivamente emunti subirono<br />
le massime depressurizzazioni a partire dagli<br />
anni cinquanta ed alla fine degli anni sessanta il<br />
calo piezometrico me<strong>di</strong>o fu <strong>di</strong> circa 2 atmosfere.<br />
Il cono <strong>di</strong> depressione aveva il suo apice nell’area<br />
industriale e coinvolgeva asimmetricamente il<br />
centro storico.<br />
La depressurizzazione indotta negli acquiferi<br />
accelerò il naturale processo <strong>di</strong> consolidazione<br />
dei <strong>di</strong>aframmi argillosi provocando quin<strong>di</strong> una<br />
subsidenza che raggiunse i valori massimi a<br />
Marghera ma che fu altrettanto grave a <strong>Venezia</strong><br />
malgrado i minori cali piezometrici qui registrati<br />
(CARBOGNIN et al., 1981).<br />
In sintesi dal 1952 (livellazione <strong>di</strong> riferimento)<br />
al 1970 il suolo risultava me<strong>di</strong>amente abbassato<br />
<strong>di</strong> 14 cm a Marghera e <strong>di</strong> oltre 10 cm a <strong>Venezia</strong>.<br />
Questo abbassamento, modesto in valore assoluto,<br />
causò però notevoli preoccupazioni data la già<br />
precaria altimetria della città lagunare sul livello<br />
del mare.<br />
Dopo il 1970 iniziò una fase <strong>di</strong> regolamentazione<br />
e <strong>di</strong>versificazione degli approvvigionamenti<br />
idrici. La ripresa piezometrica fu generale e<br />
relativamente rapida. Parallelamente alla ripressurizzazione<br />
delle falde la subsidenza rallentò<br />
progressivamente fino ad annullarsi (livellazione<br />
del 1973) e nel 1975 si registrò un esiguo ma<br />
significativo recupero altimetrico che nel centro<br />
storico fu <strong>di</strong> circa 2 cm. Questo fenomeno,<br />
denominato rebound, dell’or<strong>di</strong>ne del 20% della<br />
deformazione totale subita dal sistema, rappresenta<br />
la risposta elastica dei se<strong>di</strong>menti fini ripressurizzati.<br />
Nel 1993, nell’ambito del “Progetto Sistema<br />
Lagunare <strong>Venezia</strong>no” è stata condotta una livel-<br />
geoambientali del territorio veneziano» - nell’ambito del<br />
congresso Geologia delle Gran<strong>di</strong> Aree Urbane - Bologna<br />
1997; essa contiene una sintesi dei numerosi stu<strong>di</strong> esistenti in<br />
bibliografia.