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Volume dello Studio - Provincia di Venezia

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5.1.2 Metodologia<br />

La nuova carta del microrilievo è stata realizzata<br />

dal Dott. Agr. Paolo ROSETTI a partire<br />

dalle quote delle C.T.R. 1:5.000. L’elaborazione<br />

manuale <strong>di</strong> tali quote ha portato al <strong>di</strong>segno delle<br />

isoipse con equi<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 0,5 m e alla loro<br />

<strong>di</strong>gitalizzazione in ambiente CAD e successive<br />

elaborazioni in ambiente con GIS.<br />

Detta carta, ancora ine<strong>di</strong>ta, viene riportata con<br />

alcune semplificazioni (isoipse equi<strong>di</strong>stanti 1 m)<br />

in Allegato 2 dove come sfondo è stata utilizzata<br />

una gradazione <strong>di</strong> colori basata su un grid<br />

(con celle da 5 m) elaborato informaticamente<br />

dal Dott. Rosetti, che consente una visione più<br />

imme<strong>di</strong>ata del gra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> quota e del suo andamento.<br />

In carta sono state pure evidenziate l’isoipsa 0<br />

e quelle sotto il livello mare.<br />

5.1.3 Descrizione della carta e considerazioni<br />

Le isoipse evidenziano una pendenza generale<br />

del territorio da NW verso SE determinata da<br />

quote che sono superiori a + 20 m s.l.m., a nord<br />

<strong>di</strong> Rio San Martino (Scorzè), a quote inferiori al<br />

livello mare nella fascia perilagunare nord e sud,<br />

nei comuni <strong>di</strong> Campagna Lupia, Mira, <strong>Venezia</strong>,<br />

Marcon e Quarto d’Altino.<br />

Quote superiori al livello mare ritornano poi<br />

nella fascia sabbiosa litorale, dove però le quote<br />

originarie delle dune sono state per lo più livellate<br />

per riempire i bassi morfologici delle zone interdunali.<br />

Tra le due zone sta lo specchio d’acqua del bacino<br />

lagunare nell’ambito del quale sono emerse<br />

le isole e le barene; le velme emergono invece solo<br />

in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> bassa marea. Il fondo lagunare è<br />

inoltre caratterizzato anche dall’incisione naturale<br />

e/o artificiale dei canali.<br />

Nell’entroterra l’andamento del microrilievo<br />

rispecchia ancora le strutture morfologiche dell’area,<br />

nonostante i notevoli rimaneggiamenti<br />

antropici: è stata infatti riscontrata la presenza <strong>di</strong><br />

dossi naturali allungati, <strong>di</strong> origine fluviale (arginature<br />

naturali <strong>di</strong> vecchi percorsi <strong>di</strong> corsi d’acqua<br />

oramai estinti).<br />

18<br />

In generale un dosso fluviale è caratteristico <strong>di</strong><br />

queste aree <strong>di</strong> bassa pianura; esso è costituito da<br />

litotipi sabbiosi, in corrispondenza del suo asse, e<br />

da litotipi a granulometria via via più fine allontanandosi<br />

da tale asse; ciò è dovuto alla per<strong>di</strong>ta<br />

<strong>di</strong> energia dell’esondazioni man mano che ci si<br />

allontana dal corso d’acqua, con la conseguente<br />

per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> trasporto. Essendo i litotipi<br />

sabbiosi e limoso-sabbiosi meno costipabili delle<br />

argille e dei limi laterali, viene anche ad accentuarsi<br />

l’originario risalto morfologico.<br />

Il microrilievo evidenzia inoltre alcune aree<br />

depresse: alcune sono allungate ed interposte tra<br />

i dossi sopra citati e sono scelte come vie preferenziali<br />

<strong>di</strong> corsi d’acqua minori, prevalentemente<br />

<strong>di</strong> risorgiva; talora le depressioni risultano intercluse,<br />

con deflusso superficiale ostacolato.<br />

La presenza inoltre <strong>di</strong> rilevati artificiali <strong>di</strong> importanti<br />

<strong>di</strong>mensioni (altezza e lunghezza) quali<br />

quelli autostradale e ferroviario, pressochè perpen<strong>di</strong>colari<br />

alla pendenza, ostacolano fortemente<br />

il deflusso naturale delle acque superficiali.<br />

5.2 ASSETTO GEOMORFOLOGICO DEL-<br />

L’AREA<br />

Recentemente alcuni autori hanno proposto un<br />

quadro sintetico dell’assetto geomorfologico della<br />

pianura veneta centro - orientale in<strong>di</strong>viduando le<br />

principali unità geomorfologiche (BONDESAN<br />

et al., 2002) (Fig. 7).<br />

L’area in stu<strong>di</strong>o è interessata dalle seguenti<br />

unità:<br />

- unità del Sile (Olocene): si tratta <strong>di</strong> depositi<br />

alluvionali olocenici <strong>di</strong> modesta estensione,<br />

posti a ridosso dell’attuale corso del Sile,<br />

nella depressione <strong>di</strong> interconoide posta tra la<br />

porzione me<strong>di</strong>o <strong>di</strong>stale dell’unità <strong>di</strong> Bassano<br />

e le unità <strong>di</strong> Montebelluna e <strong>di</strong> Nervesa;<br />

- unità del conoide <strong>di</strong> Bassano (Pleistocene<br />

sup.): corrisponde al conoide relitto del fiume<br />

Brenta risalente alle fasi finali del Pleistocene<br />

superiore che si estende dallo sbocco<br />

in pianura della valle del Brenta (Valsugana)<br />

presso Bassano del Grappa fino all’area circumlagunare<br />

veneziana;<br />

- unità della pianura del Brenta (Olocene):

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