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Volume dello Studio - Provincia di Venezia

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Si ritiene che per le prime due classi (punti 1<br />

e 2) i se<strong>di</strong>menti siano <strong>di</strong> antica deposizione in<br />

quanto la pedogenesi ha avuto il tempo <strong>di</strong> lisciviare<br />

i carbonati dalla superficie per accumularli<br />

in concrezioni ad una certa profon<strong>di</strong>tà: con questa<br />

interpretazione si suppone quin<strong>di</strong> che la prima<br />

classe possa essere più antica o con un miglior<br />

drenaggio della seconda.<br />

La classe <strong>di</strong> cui al punto 3 dovrebbe invece<br />

corrispondere ai terreni <strong>di</strong> più recente deposizione<br />

o per i quali particolari con<strong>di</strong>zioni morfologiche<br />

(zone <strong>di</strong> bassura con falda prossima alla<br />

superficie o talora saturi) non hanno consentito<br />

il fenomeno pedogenetico della lisciviazione dei<br />

carbonati.<br />

Questa prima elaborazione puntuale è rappresentata<br />

nella carta della “Ubicazione profili e<br />

trivellate pedologiche <strong>di</strong>stinti in base alla decarbonatazione”<br />

(Allegato 3).<br />

In seguito si è proceduto ad una interpolazione<br />

dei punti me<strong>di</strong>ante il programma “IDRISI”<br />

utilizzando il metodo <strong>di</strong> krigging (algoritmo), accorpando<br />

le prime due classi e tenendo separata<br />

la terza.<br />

È stata così ottenuta una sud<strong>di</strong>visione areale del<br />

territorio, (visibile nella carta della “Distribuzione<br />

areale del carbonato <strong>di</strong> calcio nei suoli” – Allegato 4),<br />

in due classi corrispondenti rispettivamente a:<br />

• se<strong>di</strong>menti antichi: , dove la pedogenesi<br />

ha avuto il tempo sufficiente per la mobilitazione<br />

dei carbonati;<br />

• se<strong>di</strong>menti recenti: <br />

con tenori in CaCO 3 vicini a quelli<br />

originali <strong>di</strong> deposizione del Brenta.<br />

7.3 DESCRIZIONE DELLE CARTE E CONSI-<br />

DERAZIONI<br />

L’elaborazione degli Allegati 3 e 4 evidenzia, in<br />

maniera chiara, un <strong>di</strong>verso grado <strong>di</strong> pedogenesi<br />

tra le varie parti del territorio in stu<strong>di</strong>o, rilevabile<br />

dal <strong>di</strong>verso contenuto in calcare dei terreni in<br />

un’area in cui era originariamente comparabile.<br />

In particolare:<br />

• la maggior parte dei terreni appartenenti alla<br />

62<br />

fascia <strong>di</strong> esondazione del Sile e al suo delta,<br />

nonché i tratti terminali <strong>dello</strong> Zero e del<br />

Dese, non appaiono decarbonatati e, quin<strong>di</strong>,<br />

sono <strong>di</strong> origine relativamente recente;<br />

• i terreni dei litorali appaiono pure non decarbonatati<br />

e, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> recente costituzione,<br />

come testimoniano pure le fonti storiche;<br />

• l’area a monte del Naviglio Brenta, fino al<br />

confine orientale del comune <strong>di</strong> Marcon,<br />

in corrispondenza della confluenza Dese<br />

– Zero, presenta terreni decarbonatati in superficie;<br />

la decarbonatazione e l’accumulo <strong>di</strong><br />

carbonati negli orizzonti sottostanti è via via<br />

più profonda a mano a mano che si procede<br />

verso NW. Questi terreni si inquadrano nella<br />

grande costruzione alluvionale antica del<br />

Brenta (unità del conoide <strong>di</strong> Bassano), con<br />

un paesaggio maturo con piano orientato<br />

da Ovest ad Est, attraversato da venature <strong>di</strong><br />

corsi d’acqua <strong>di</strong> risorgiva;<br />

• l’area a valle del Naviglio Brenta e il Naviglio<br />

Brenta stesso presentano invece per la maggior<br />

parte buoni tenori in calcare evidenziando<br />

una più recente costituzione dei terreni<br />

(unità della pianura del Brenta); tali terreni,<br />

in generale più sabbiosi dei precedenti (si<br />

veda l’Allegato 1), si potrebbero definire<br />

<strong>di</strong> “recente alluvione”, ad opera del Brenta.<br />

Ciò trova riscontro anche nell’evoluzione<br />

storicamente documentata <strong>di</strong> questo corso<br />

d’acqua (paragrafo 5.2.1.1).<br />

Le zone che si <strong>di</strong>scostano da questa interpretazione<br />

generale o presentano con<strong>di</strong>zioni morfologiche<br />

particolari (alti e bassi morfologici, <strong>di</strong>verso<br />

grado <strong>di</strong> saturazione, rimaneggiamento da corsi<br />

d’acqua successivi) per cui la pedogenesi è più<br />

o meno accentuata <strong>di</strong> quella delle aree limitrofe,<br />

oppure hanno subito rimescolamenti <strong>di</strong> origine<br />

antropica.<br />

In particolare a sud del Naviglio Brenta sono<br />

in<strong>di</strong>viduabili alcune aree con suoli decarbonatati<br />

interpretabili come lembi relitti <strong>di</strong> pianura più<br />

antica non interessata dalle successive alluvioni<br />

del corso più recente del Brenta.<br />

Anomalie, rispetto allo schema generale si possono<br />

imputare infine a necessari affinamenti dei<br />

criteri utilizzati per la redazione della carta.<br />

Nella “Interpretazione geoagronomica del con-

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