Volume dello Studio - Provincia di Venezia

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te, argilloso-limosa deposti nelle ultime fasi di sedimentazione tranquilla di corsi d’acqua estinti (“tappi argillosi” di paleoalvei): gli alvei che vengono abbandonati sono in questi casi stati assoggettati a ristagno d’acqua e decantazione lenta di materiali fini. La tessitura corrisponde alla classe granulometrica USDA limoso-fine (LFI) ed a quella tessiturale “franco-limosa”, “franco-limoso-argillosa” o “franco - argillosa” e, più raramente, “argilloso – limosa” o “argillosa” (FL - FLA - FA - AL 48 – A). Le percentuali di limo, argilla e sabbia sono molto simili a quelle dei due sistemi litologici precedenti. Generalmente il substrato è prevalentemente sabbioso e spesso, ai lati del paleoalveo, si possono riconoscere delle fasce più sabbiose, legate alla fascia di esondazione del corso d’acqua. Laddove queste non sono riconoscibili si tratta presumibilmente di corsi d’acqua minori, o di risorgiva, comunque con scarso apporto solido, con scarse o nulle esondazioni. 6.4.1.9
I principali paleoalvei interessati da questo sistema litologico sono: • il tratto del Brenton (o Brenta Nova), all’altezza di Camponogara; • il paleoalveo di Lughetto; • i paleoalvei nei dintorni dell’Idrovia nella zona di Mira; • alcuni paleoalvei minori tra Mira e Mestre; • i paleomeandri a ridosso del Musone Vecchio; • i paleomeandri minori nei dintorni di Noale; • i paleoavei nella zona di S. Giuliano; • il paleoalveo corrispondente al vecchio tracciato del Dese, a SE di Mogliano; • il paleoalveo del Sile passante per Altino e una sua (forse) diramazione verso sud, presso Ca’ Deriva. Data la limitata estensione ed il modesto spessore del tappo argilloso non presentano importanti risvolti agronomici, se non per i paleoalvei di dimensioni maggiori (Brenton e paleoalveo del Sile). 6.4.1.10 Terreni umiferi e torbosi (N° 14). Questa tipologia è estremamente rara nell’area in studio. Torbe vere e proprie non sono mai state riscontrate in superficie, sebbene il Comel riporti vaste aree torbose in corrispondenza delle paludi diffuse nei dintorni di Altino fino agli anni trenta; già nei suoi rilevamenti degli anni ’60 lo stesso Comel rileva la quasi completa scomparsa di questi terreni per asporto, lavorazione o mineralizzazione. Lenti torbose sono invece riscontrabili, anche a deboli profondità, in tutta la zona a nord del Naviglio Brenta e nell’area a sud di Lova. Piccole zone con terreni umiferi sono state perimetrate nei pressi dell’insenatura che la Laguna fa in corrispondenza del dosso delle Giare e dietro l’aereoporto. Terreni umiferi sono stati segnalati, seppur non perimetrati (in quanto non riscontrati direttamente), tra Quarto d’Altino e Altino (specialmente nell’intorno della “Vaccheria” di Altino) e in tenuta Marcello, presso Ca’ Noghera. In que- 49 st’area gli agricoltori segnalano anche la presenza a debole profondità della “saorna”, interpretabile presumibilmente come terreno imbibito di acqua salmastra, ad indicare una zona mista palustrelagunare. 6.4.2 Depositi lagunari e paludi costiere 6.4.2.1 Argille e limi prevalenti di color bruno con presenza di resti conchigliari e tracce di canali di marea, in vario stato di ricchezza organica, umidità e trasformazione in seguito a lavori di bonifica (N° 13). Questo sistema litologico è stato riscontrato nelle paludi costiere attualmente bonificate nella zona di Mira e nella fascia perilagunare tra l’aereoporto e Portegrandi. Si tratta di argille e limi prevalenti corrispondenti grossomodo alle classi U.S.D.A “argillosa” e “limoso - fine” (AFI, LFI), per quella granulometrica, e “franco-limosa”, “franco-limoso-argillosa” o “franco - argillosa”, “argilloso – limosa” e “argillosa” (FL - FLA - FA - AL - A), per quella tessiturale. L’argilla supera il 30%, con un relativamente elevato contenuto in sabbia (fino al 40% circa – generalmente si tratta di sabbia fine o molto fine). Alternativamente il litotipo presenta contenuti in sabbia inferiori al 15 - 20% (sabbia fine o molto fine) e contenuto in limo superiore al 40 - 50%. L’argilla è comunque generalmente prevalente. I terreni si trovano in vario stato di umidità e trasformazione in seguito a lavori di bonifica. Il colore, generalmente bruno, è indice dello stato di ricchezza organica. Il sistema litologico in esame è stato identificato come di origine lagunare per vari motivi. Vi sono indicazioni cartografiche, quali l’esame di cartografie storiche, e il pattern che emerge dalla fotointerpretazione 10 (sono presenti tracce di canali di marea). 10 Ciò emerge sia dalla “Carta delle Unità Geomorfologiche” realizzata mediante fotointerpretazione dalla Dott.ssa Leda Minuzzo, sia dai confronti con il gruppo di lavoro della “Carta geomorfologica informatizzata del territorio provinciale di Venezia”:
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