Volume dello Studio - Provincia di Venezia
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dalla corposa letteratura esistente 6 , risale a circa<br />
10.000 anni fa, quando, dopo l’ultima grande<br />
glaciazione würmiana, il livello del mare iniziò a<br />
crescere e la linea <strong>di</strong> costa, che si trovava in quel<br />
periodo nel basso Adriatico, circa all’altezza <strong>di</strong><br />
Pescara, si spostò progressivamente verso nord.<br />
Quando essa raggiunse approssimativamente<br />
l’attuale posizione (circa 6.000 anni fa), vi fu una<br />
fase <strong>di</strong> intenso e prolungato alluvionamento. I<br />
se<strong>di</strong>menti fluviali convogliati a mare venivano ri<strong>di</strong>stribuiti<br />
lungo la costa dal moto ondoso e dalle<br />
correnti marine a dare quella linea <strong>di</strong> litorali che<br />
delimitò la prima Laguna <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong>. Essa era più<br />
piccola <strong>di</strong> quella attuale e l’interscambio con il<br />
mare era garantito da numerose aperture sui litorali<br />
(contro le tre bocche <strong>di</strong> porto attuali).<br />
Naturalmente, la morfologia lagunare fu soggetta<br />
a notevoli mutamenti in relazione alle singole<br />
o combinate variazioni <strong>di</strong> tutti quei fattori che<br />
contribuirono alla sua formazione. Tra questi, fu<br />
determinante l’attività dei corsi d’acqua tributari<br />
della laguna: Piave, Sile, Brenta, Bacchiglione, e,<br />
in minor misura, A<strong>di</strong>ge e Po. Se con l’apporto <strong>di</strong><br />
acque dolci essi garantivano l’acqua salmastra<br />
nel bacino lagunare, d’altro canto minacciavano<br />
con i se<strong>di</strong>menti trasportati in sospensione l’interramento<br />
della laguna che sarebbe ben presto<br />
<strong>di</strong>ventata una palude.<br />
Ai sopra citati corsi d’acqua va infatti imputata<br />
l’origine dei terreni relativamente superficiali<br />
che costituiscono il territorio lagunare. In particolare<br />
i depositi del Piave e del Sile prevalgono<br />
principalmente nel bacino <strong>di</strong> Lido, mentre quelli<br />
del Brenta e Bacchiglione prevalgono nei bacini<br />
<strong>di</strong> Malamocco e Chioggia. Il Brenta ha però influenzato<br />
parte del bacino <strong>di</strong> Lido, specialmente<br />
nella zona <strong>di</strong> Mestre e Marghera, in relazione<br />
alla vecchia ubicazione <strong>di</strong> un suo ramo che fino<br />
al XV secolo sfociava in laguna a Fusina. D’altra<br />
parte i depositi <strong>di</strong> materiale del Sile e del Piave si<br />
6 Le fonti bibliografiche principali utilizzate nel presente<br />
paragrafo sono: Ministry of Public Works – Water Authority<br />
of Venice - concessionary - CONSORZIO VENEZIA<br />
NUOVA “The morphological restoration of the Venice Lagoon”<br />
– <strong>Venezia</strong>, 1996 e L. CARBOGNIN, G. CECCONI “The<br />
Lagoon of Venice. Environment. Problems. Reme<strong>di</strong>al Measures”<br />
– Venice, 1997.<br />
14<br />
trovano nel bacino <strong>di</strong> Malamocco nelle aree più<br />
vicine al mare, in relazione alle notevoli correnti<br />
<strong>di</strong> marea che si sviluppano attraverso la bocca <strong>di</strong><br />
Malamocco e all’azione del moto ondoso lungo il<br />
litorale (COLOMBO, 1967). Il contributo <strong>di</strong> Po<br />
ed A<strong>di</strong>ge ha interessato invece principalmente<br />
il bacino <strong>di</strong> Chioggia prima della <strong>di</strong>versione <strong>di</strong><br />
Porto Viro (1609) che ha <strong>di</strong> fatto estromesso i<br />
se<strong>di</strong>menti del Po dalla laguna.<br />
Né i naturali fenomeni <strong>di</strong> abbassamento del<br />
fondo causato dalla compattazione dei se<strong>di</strong>menti<br />
alluvionali deposti, né il fenomeno eustatico <strong>di</strong><br />
crescita del livello del mare riuscivano a controbilanciare<br />
questa tendenza all’interramento.<br />
Considerato che la laguna rappresentava la<br />
migliore <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong>, la Serenissima Repubblica<br />
<strong>di</strong> <strong>Venezia</strong> iniziò ad effettuare alcune<br />
opere idrauliche al fine <strong>di</strong> preservarla: <strong>di</strong>versioni<br />
in Adriatico dei principali corsi d’acqua (A<strong>di</strong>ge,<br />
Bacchiglione, Brenta, Sile e Piave), sistemazione<br />
delle bocche <strong>di</strong> porto e scavo dei canali per la navigazione<br />
interna.<br />
Queste opere, realizzate principalmente tra il<br />
XIV e il XIX secolo, evitarono l’impaludamento<br />
della laguna ma invertirono anche la sua naturale<br />
tendenza evolutiva e, con il passare del tempo,<br />
le proprietà marine iniziarono a prevalere e ad<br />
emergere sempre più chiaramente.<br />
La subsidenza naturale dovuta alla compattazione<br />
dei recenti depositi del bacino lagunare,<br />
non più compensata dai se<strong>di</strong>menti fluviali drasticamente<br />
ridotti con l’estromissione dal bacino<br />
lagunare dei corsi d’acqua più importanti, provocò<br />
un approfon<strong>di</strong>mento del fondo lagunare;<br />
lo scavo dei canali interni e la mo<strong>di</strong>ficazione<br />
delle bocche <strong>di</strong> porto spinsero alla prevalenza<br />
dei processi idro<strong>di</strong>namici lagunari e iniziò a prevalere<br />
l’erosione. Gli specchi d’acqua si estesero,<br />
le piane palustri intertidali si ridussero e le aree<br />
produttive coltivate ai bor<strong>di</strong> della laguna furono<br />
definitivamente sommerse.<br />
Durante l’ultimo secolo l’uomo mo<strong>di</strong>ficò il<br />
sistema lagunare ancora più intensivamente: furono<br />
scavati nuovi e più profon<strong>di</strong> canali per la<br />
navigazione (in particolare il “canale dei petroli”,<br />
profondo fino a quasi 20 m), furono create le casse<br />
<strong>di</strong> colmata per ottenere superfici per nuovi centri<br />
urbani e industriali, furono estese le valli da pesca,