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GABINETTI si producevano in quegli anni dei cachi di dimensioni enormi, si perché sotto quegli<br />

alberi le domestiche portavano alla mattina il contenuto dei “prisi” , detti anche “monsignori”, un<br />

concime di eccezionale effetto. A fine anni ’50 si fece l’impianto fognario con i pozzi neri e venne<br />

introdotto il concetto di “water”.<br />

LUCE ELETTRICA arrivò in campagna nel 1973. Sconvolse la nostra vita, fatta di lumi a gas, di<br />

lumi a petrolio, di candele. Aveva però il suo fascino arrivare dalla città e la sera salire a dormire<br />

con in mano una candela! Si scoprì il frigorifero che mise in pensione la ghiacciaia; quest’ultima<br />

era alimentata ogni giorno dalle stecche di ghiaccio che si acquistavano a <strong>Mola</strong> alla fabbrica.<br />

MEZZI DI TRASPORTO le automobili a <strong>Mola</strong> si contavano sulle dita di due mani. In famiglia<br />

c’era la topolino di Zio, anche il marito di Zia Bettina aveva un auto. Mia nonna Gaetana utilizzava<br />

la sciarrette condotta dal massaro Pasquale e tirata da una mula di nome Rondella. La strada per<br />

<strong>Mola</strong> era sterrata e andare e tornare dal paese era un vero e proprio viaggio. Poi noi ragazzi ci<br />

rendemmo autonomi con le biciclette; ci si faceva la gamba al ritorno, tutta leggera salita con alla<br />

fine l’impennata della Serra. Arrivò anche il tempo della Vespa a fine anni ’60, nonché quello delle<br />

cadute, che per fortuna si risolvevano nell’applicazione di qualche punto di sutura da parte di Zio e<br />

qualche bagno di mare da saltare.<br />

Foto della Masseria Introna a Pozzovivo eseguita dall’elicottero nell’anno 2000<br />

Per gentile concessione di Mimma Mangini Dalfino<br />

Negli ultimi anni della sua vita alla zia Bettina piaceva molto fare racconti relativi al periodo<br />

della sua gioventù e anche a storie antecedenti che aveva sentito per casa.<br />

Era l’estate 1978 già verso la metà di settembre, quando a sera fa troppo fresco e si preferisce<br />

stare dentro. Così spesso Zia Bettina veniva a trovare la sorella Gaetana e allora cominciava a<br />

raccontare dei vecchi tempi; una sera inserii un nastro nel radioregistratore e registrai una cassetta<br />

di un’ora.<br />

Questa cassetta è rimasta per anni tra le cose da “fare” e così nel 2001 si ridà la parola alla zia<br />

Bettina per sapere qualcosa di più su gli ultimi Vitulli.<br />

Il corsivo sta ad indicare le parole originali della zia.<br />

I fatti sono stati ordinati da me in ordine cronologico.<br />

ANGELA d’APRILE

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