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Nel manoscritto C viene detto: “figlio di questo (Giovanni Seniore) e della Signora Candida<br />

Mutassi fu Nicola Giuseppe Vitulli, nato li 8 Gennaro 1647, battezzato li 11 dall’Arciprete di<br />

quella Collegiata Don Angelantonio Zuccarino, che poi morì il 9 Agosto 1720 col titolo di<br />

Dottore.”<br />

Nicola è figlio dell’ucciso Giovanni. Nacque pochi mesi prima della rivolta popolare e fu<br />

battezzato proprio dall’Arciprete, colui che, secondo molti, sarebbe stato almeno il promotore di<br />

questa rivolta.<br />

C’è di più. Nicola sposa Margherita Zuccarino, nipote di Don Angelantonio, in quanto figlia del<br />

fratello di Angelantonio Dottor Fisico Giovanni Francesco e di Perna Teutonico. Questo fatto è<br />

confermato dal manoscritto C e dal capitolo di G. Berlingerio intitolato “<strong>Mola</strong> e gli Zuccarino” (6)<br />

a pag 34.<br />

Trascrivo:”Una spiegazione di queste apparenti incongruenze potrebbe essere data dal fatto che<br />

Angelantonio in qualità di Arciprete non poteva esimersi dal battezzare il discendente di una<br />

famiglia “nobile” senza dare una spiegazione anche agli stessi Vaaz (per i quali i Vitulli<br />

probabilmente parteggiavano) e che poco dopo abbia approfittato del malcontento popolare per<br />

fomentare la rivolta e l’uccisione dei suoi avversari. E’ probabile che il matrimonio abbia<br />

successivamente suggellato la pace tra le due famiglie.”<br />

Margherita Zuccarino è sorella di Don Giuseppe Zuccarino che fu il successore come Arciprete<br />

dello zio Don Angeloantonio.<br />

Sulla figura di Don Giuseppe Zuccarino, sulle sue opere, sul suo testamento (morì nel 1725) è<br />

incentrato il Quaderno per la storia di <strong>Mola</strong> “San Materno” (6). Infatti l’Arciprete Don Giuseppe ha<br />

un patrimonio importante, tra cui una masseria con annessa cappella dedicata a San Materno sita<br />

nella odierna omonima località, circa trecento opere di terra, un palazzo e una casa a <strong>Mola</strong>.<br />

Con il testamento lo Zuccarino istituì il cosiddetto Monte Zuccarino con l’intento di mantenere<br />

inalterata a tempo indeterminato la sua proprietà. Questo Monte fu sciolto nel 1810 e gli eredi di<br />

quel tempo si divisero le proprietà.<br />

Il fatto importante, ai fini di questa trattazione, è che tra gli eredi nominati nel testamento vi sono<br />

i nipoti Vitulli, cioè le tre femmine, Caterina, Maria Anna e Perna e i due maschi, Giovanni e<br />

Giulio, figli di Nicola Vitulli.<br />

Non viene citata nel testamento come nipote l’altra sorella Candida; ci siamo chiesti se Candida<br />

fosse nipote o pronipote, visto che a pag 22 del quaderno su San Materno (6) viene detto che<br />

l’Arciprete Don Giuseppe Zuccarino aveva ripreso il suo testamento per aggiungere nuove volontà<br />

e tra queste vi era la conferma della concessione di una dote di ducati trecento alla “pronipote”<br />

Candida Vitulli in occasione del matrimonio con Giov. Natale Roberti.<br />

Per sciogliere la questione l’amico Pino Berlingerio si è personalmente recato all’Archivio<br />

Capitolare di <strong>Mola</strong> e si è trovato che: nel libro dei battesimi vol XIII il 13-3-1701 viene battezzata<br />

Candida Vitulli di Nicola e Margherita Zuccarino, quindi Candida è sicuramente nipote e non<br />

pronipote dell’Arciprete Zuccarino; inoltre si è cercato nel libro dei matrimoni quello di Candida<br />

con il Roberti; non è stato possibile reperirlo; comunque al volume VI foglio 537 si è trovato il<br />

matrimonio del figlio della coppia “figlio di Giov. Natale Roberti e della fu Candida Vitulli”. E’<br />

accertato quindi che Candida divenne moglie di G. Natale Roberti, importante famiglia di <strong>Mola</strong><br />

(vedasi Palazzo Roberti, detto comunemente oggi Palazzo Alberotanza, il più importante palazzo in<br />

piazza a <strong>Mola</strong>).<br />

GIOVANNI VITULLI JUNIORE ( 1667 – 1750)<br />

Per proseguire lungo l’asse genealogico che porta sino ad Angela Vitulli dobbiamo interessarci<br />

della discendenza di Nicola Vitulli.

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