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QUADERNO N. 18

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pag. 112<br />

[1] Anche per noi |*risorgeremo sonerà quella tromba " canet enim tuba*| come morremo così<br />

[2] risorgeremo: in momento, in icto oculis in novissima tuba: canet enit tuba et mortui<br />

[3] resurget incorrupti, è giunta l'ora di svelarci i misteri, di cessare le simulazioni, di dare<br />

[4] a ciascuno quello che si merita.<br />

[5] La nostra polvere si ridesterà |*di sotto*| torneranno a formarsi queste mani queste braccia<br />

[6] questo nostro corpo: chi sa come saremo noi? Il nostro corpo sarà egli |*fornito*| ornato delle<br />

[7] belle doti gloriose |*del nostro*| dei beati o sarà un immondo cercarne che porterà<br />

[8] in se stesso davanti a tutte le generazioni scolpiti i suoi delitti? Ce ne ha dato<br />

[9] una risposta N.[Nostro] S.[Signore]G.[Gesù] C.[Cristo]: chi amat animano suam in hoc mundo perdet eam:<br />

[10] chi ama disordinatamente la sua vita finisce col perderla.Si crede di fare l'interesse del<br />

[11] corpo con tutte le industrie perchè sia ben vestito, con tutte le industrie per soddisfare<br />

[12] un pochino di più la gola, alle volte con danno della salute, con la libertà agli<br />

[13] occhi invece gli si dà un danno irreparabile.Se ci pensassero tanti che perdono il<br />

[14] tempo in chiacchiere, in legicchiare, in fabbricare castelli in aria: se ci pensassero tanti che<br />

[15] sono così liberi nei loro sguardi, così premurosi della libertà e comodità.Ricordiamocelo<br />

[16] quando la fatica ci costa, quando un piccolo male ci assale: questo, diceva S.[San']Alfonso<br />

[17] è il vero amore al corpo: caricarlo qui di strazi, negargli i piaceri illeciti per renderla felice<br />

[<strong>18</strong>] in eterno.<br />

[19] Tuba minum spargens sonum per sepulcro regionum coget omnes ante Pronum:<br />

[20] l'immensa famiglia umana |*senza di*| ben compreso della solennità del momento a<br />

[21] capo chino e tremando si aduna; non vi è più distinzione tra superiori o inferiori, ricchi<br />

[22] e poveri, sudditi e comandanti, |*ricchi*| di molto o di poco ingegno: |*tutti*| stanno aspettando i<br />

[23] destini.Che sono mai gli uomini innanzi a Dio? Eppure siamo così deboli che alle volte<br />

[24] alziamo il capo: usciti dalle mani di Dio, lo insultiamo passando nel tempo della misericordia<br />

[25] e |*vi*| richiudiamo tasto nelle mani di sua giustizia." Exibunt angeli et separabunt malos de<br />

[26] medio justorum<br />

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