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pag. 14<br />
[1] E' operare contro vani timori, contro ombre della fantasia.<br />
[2] Anzi egli è obbligato a credere al confessore, a dire: il confessore ha ragione, io sbaglio:<br />
[3] |*senza*| pecherebbe per superbia, per disobbedienza - per il danno che arreca alla sua<br />
[4] anima: quando andrà a confessarsi sarebbe molto meglio che accusasse la<br />
[5] sua disobbedienza che refriggere le cose già mille volte dette: dica: non ho<br />
[6] obbedito al confessore: non ho disprezzati i miei soliti timori, mi sono fermato<br />
[7] a ragionare su di essi, mi sono indotto a credere che il confessore sbagliasse,<br />
[8] non mi conoscesse ecc.[eccetera]<br />
[9] Qualcuno potrà dire: chi ama il pericolo finirà per perire in esso.Ma<br />
[10] qui è pericolo tutto imaginario, fantastico, quale hanno i bambini di notte:<br />
[11] un |*pericolo*| inciampo creato da uno che vede doppio.Anzi quella è l'unica<br />
[12] strada sicura, l'unica medicina efficace.<br />
[13] Si dirà ancora: ma io voglio mettermi al sicuro: pars tutior est eligenda.<br />
[14] Nel caso nostro si fa un sicuro male cioè la disobbedienza per un bene<br />
[15] che non è tale, che è anzi un male.La parte più sicura, anzi<br />
[16] l'unica sicura è quella che dice il confessore: "vir obediens loquetur victorias".<br />
[17] 2° Il penitente scrupoloso non può mai dirsi che abbia fatto peccato mortale<br />
[<strong>18</strong>] che abbia consentito a certi pensieri: se non quando si sentirebbe di giurarlo:<br />
[19] se non quando è più certo del suo peccato che se lo vedesse cogli occhi.Anzi:<br />
[20] in certi casi si deve dire: se egli crede di poterlo giurare, solo prova un poco<br />
[21] di esitazione, egli non ha peccato mortalmente: non ha avvertito la<br />
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