Il Salvagente n° 11 - Modenacinquestelle.it

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DirittiCondominio
Anche gli inquilini
votano e decidono
Non si può dire che non siano soddisfatti i proprietari e gli
inquilini per una legge che rende più snelle le procedure
e più trasparente la gestione e che, almeno in teoria, dovrebbe
ridurre l’elevato grado di litigiosità dei condomini.
Così Antonio De Monaco coordinatore nazionale Apu (associazione
proprietari utenti) e segretario nazionale del Sunia,
il sindacato degli inquilini: “Ci voleva una legge che aggiornasse,
semplificandola, la normativa aderendo di più alle
esigenze moderne. Peccato che, come per il codice per la
strada, non si sia previsto un Testo unico del condominio”.
Una novità epocale dal punto di vista degli inquilini, questa
riforma la introduce: “Per la prima volta gli viene riconosciuto
il diritto a partecipare alle decisioni del condominio
sui servizi e i costi comuni e sulle materie che li riguardano
direttamente”. E se alcuni sindacati di categoria contestano
che gli inquilini saranno obbligati a concorrere alle spese
con i proprietari, De Monaco sottolinea: “Di fatto già adesso
i proprietari nei cosiddetti oneri accessori fanno pagare agli
affittuari le spese condominiali. La novità è che l’inquilino potrà
partecipare alle riunioni e incidere con il suo voto anche
sui costi dei servizi di cui fruisce. E comunque la manutenzione
straordinaria rimane a carico del proprietario”.
Positivo il giudizio sulle responsabilità dell’amministratore
controbilanciate da alcune misure di controllo (per esempio
la possibilità di affiancarlo a un consiglio di condominio)
e dalla sottoscrizione di un’assicurazione
(“peccato che non sia obbligatoria”, commenta
De Monaco). Apprezzato il fatto che
si sia optato per un registro degli amministratori
e non per un albo professionale
che avrebbe comportato
un aumento dei compensi:
“Si stava affermando l’idea di
condomini complessi che necessitano
di amministratori professionisti. In
Italia ci sono per la maggior
parte condomini piccoli con
meno di dieci unità abitative,
in cui non ha senso affidarsi
a un professionista potendo
benissimo optare
per uno interno”.
Il Salvagente 17-24 marzo 2011
DOVERI
DELL’AMMINISTRATORE
L’amministratore resta in carica due
anni e il suo mandato si intende rinnovato
per eguale durata. Deve essere
iscritto al Registro degli amministratori
presso la Camera di commercio
della provincia in cui si trova
il condominio (possibile modifica
introdotta dalla Camera è che il
Registro sia tenuto dall’Agenzia del
Territorio). All’accettazione della
nomina, ove richiesto, è tenuto a sottoscrivere
una polizza di assicurazione
a garanzia degli atti compiuti che
copra almeno il bilancio annuale del
condominio. Un emendamento del
Pd alla Camera chiede, invece, l’istituzione
di un fondo di garanzia alimentato
da un prelievo del 4% sui
compensi degli amministratori.
Condominio,
cosa cambia
con...
di Roma Tre e specializzato in diritto
condominiale: “Si tratta senz’altro
di una riforma positiva e
auspicabile di fronte a norme datate
che non riuscivano più a tenere
dietro alle esigenze dei condomini.
Tuttavia, come sempre,
accanto ad aspetti e interventi condivisibili
ce ne sono altri su cui
sarebbe stato meglio meditare più
approfonditamente”. Tra le novità
più rilevanti della legge c’è il
rafforzamento del ruolo dell’amministratore
che viene, nello
stesso tempo, caricato di maggiori
responsabilità: per esempio in
caso di morosità dei condomini
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