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MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2013 IL CASO ISOLDI LE INCHIESTE Picchiata Pierino è accusato di aver picchiato, nel dicembre 2005, a Cervia, una sua amica incinta di 5 mesi. La donna perdette il bimbo. Il verdetto d’appello è del dicembre 2012 Frode fiscale Nel novembre 2011 Pierino ha patteggiato 18 mesi per calunnia. Nel marzo scorso ha patteggiato 3 anni e sei mesi per frode fiscale e appropriazione indebita IL BLITZ Nell’immagine sopra, l’11 giugno 2012, Isoldi viene accompagnato in auto in carcere con l’accusa di appropriazione indebita e frode fiscale. Ieri l’ordinanza di custodia relativa al procurato aborto è stata applicata dai carabinieri della stazione di Bertinoro (Foto Riccardo Fantini) ALLE sette e mezzo di ieri mattina Pierino Isoldi è già sveglio. Lo aspetta il lavoro. Da quando è tornato libero — il 25 marzo scorso — è puntualissimo in ufficio. Ma un tarlo — un incubo — lo tormenta. Ogni giorno. L’incubo di tornare in carcere. Anche se lui — agli amici, ai suoi più stretti collaboratori — s’è sempre detto convinto che prima o poi la giustizia gli darà ragione. Poi ieri mattina alle sette e mezzo a casa Isoldi — a Bertinoro, in via Colombarone — suonano il campanello. Colpo di scena: sono i carabinieri della stazione del Colle. L’incubo s’è concretizzato. Per i giudici che il 21 dicembre l’hanno condannato a 12 anni per procurato aborto «c’è un concreto pericolo» che Pierino «possa fuggire». ISOLDI — 55 anni, immobiliarista principe della Romagna, con un capitale stimato tra i 200 e 250 milioni di euro, ma con la sua società ad amministrazione controllata e col rischio del fallimento — da ieri è di nuovo in carcere. La sua libertà è durata 36 giorni. A firmare l’ordine di custodia cautelare è la Corte d’appello di Bologna. Che ha accolto la richiesta della procura generale del capoluogo di regione di applicazione della misura cautelare per «reale e concreto pericolo di fuga». Richiesta accolta. Isoldi torna in carcere. Da ieri è in una cella della Rocca di Forlì. PIERINO è accusato di aver aggredito a Cervia — nel dicembre 2005 — una «sua amica», all’epoca incinta di cinque mesi; nel maggio 2010 Isoldi venne condannato in primo grado a Ravenna a 10 anni per procurato aborto. Accolta la tesi dell’accusa; secondo cui Pierino avrebbe prima anestetizzato la donna con un panno im- FORLI’PRIMOPIANO LE MOTIVAZIONI «PERICOLO DI FUGA»: CON QUESTA RAGIONE I GIUDICI DELLA CORTE D’APPELLO DI BOLOGNA HANNO ORDINATO L’ARRESTO DEL 55ENNE IMMOBILIARISTA DI BERTINORO I giudici: «L’indagato può fuggire, arrestatelo» Pierino torna in cella per il procurato aborto Colpo di scena: la Corte d’appello firma la misura cautelare dopo la condanna a 12 anni bevuto di cloroformio e poi l’avrebbe picchiata fino a farle perdere il bambino (che poi è risultato essere di Isoldi). Pierino aveva poi simulato l’aggressione di uno sconosciuto a scopo di rapina. Dopo la sentenza del 21 dicembre 2012 la Corte d’appello non aveva chiesto la misura in carcere: Pierino era ancora ai domiciliari per as- Gli avvocati: «Ordinanza insolita, siamo stupiti Lui? È sconfortato, ma faremo subito ricorso» «LA notizia dell’arresto di Isoldi? La apprendiamo con grande stupore. Pierino? È sconfortato, ma speriamo nel tribunale del Riesame, cui faremo subito ricorso». Gli avvocati di Pierino Isoldi — Filippo Poggi, Fabio Malpezzi e Ciro Pellegrino — in una nota ai giornali fanno sapere che si tratta di «un’ordinanza insolita in quanto in questo processo non era mai stata applicata alcuna misura cautelare». La Corte d’appello di Bologna ravvisa stavolta un «pericolo di fuga», per il quale però, sottolineano i legali di Pierino, «non vengono spiegate le ragioni». L’ordinanza in questione, rimarcano gli avvocati, contiene anche «gravi inesattezze, in quanto attribuisce a Isoldi la carica non veritiera di amministratore di fatto della Carisp di San Marino...». (L’ordinanza precisa poi che Isoldi «possiede ingenti risorse finanziarie»; particolare che la corte ha assunto dalle carte arrivate a Bologna dalla procura di Forlì). «Non ricordiamo casi analoghi a questo — scrivono gli avvocati —. Anche Tanzi e Dell’Utri sono stati arrestati solo dopo la sentenza finale in Cassazione». 3 •• sociazione a delinquere, finalizzata a appropriazione indebita e frode fiscale. La sua scarcerazione ha innescato l’ordinanza della corte. La Cassazione, sul caso, si pronuncerà a fine anno. I GUAI di Isoldi cominciano il 23 settembre 2011. L’immobiliarista di Bertinoro finisce in carcere con l’accusa di calunnia nei confronti di una consulente finanziaria che monitorava i conti della sua azienda. Il 16 novembre 2011 Pierino patteggia 18 mesi. Torna libero. L’11 giugno viene arrestato per frode e appropriazione su richiesta dei pm Fabio Di Vizio e Marco Forte: si sarebbe costruito la sua nuova mega villa da 4mila metri quadri, del valore di 10-15 milioni di euro — villa mai terminata — coi soldi della sua azienda. Pierino si fa in cella 288 giorni. Va ai domiciliari il 19 ottobre. Il 25 marzo patteggia 3 anni e mezzo e paga una multa di 805mila euro per il solo 2011 (dovrà versare altri 4 milioni). Poi torna libero. Fino a ieri. ma. bur.
•• 4 FORLI’PRIMOPIANO MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2013 SENTENZA PETRUNGARO La Corte stanga il Comune di Meldola «Danni per 8 milioni e 600mila euro» L’Appello raddoppia la pena di primo grado. Verdetto subito esecutivo ADESSO il comune di Meldola — per il caso di Gabriele Petrungaro: un predappiese, oggi 34enne, rimasto invalido a seguito di un incidente stradale nel 2001, dopo aver cappottato con la sua auto su una chiazza di ghiaino sulla strada San Lorenzo-Fiordinano — rischia di pagare più del doppio rispetto al risarcimento fissato in primo grado il 15 aprile 2008 (3 milioni e 600mila euro); l’amministrazione bidentina — assieme a una ditta privata, condannata anch’essa — deve sborsare ora alla famiglia Petrungaro 8 milioni e 673 mila euro. VERDETTO immediatamente esecutivo. Per legge, se i responsabili non saldano, la parte lesa può rivalersi subito sui loro beni. «In solido» è stata infatti condannata anche la ditta ‘Ensini’ di Cesena che eseguì i lavori di rifacimento del manto stradale. LA SENTENZA è stata pubblicata ieri sul sito internet della Corte d’appello civile di Bologna; a firmarla, il giudice Maria Cristina Salvadori. Che ha ritenuto valide le ragioni dell’avvocato Massimo Mambelli, legale dei Petrungaro (oltre a Gabriele, il padre e la madre). Mambelli aveva considerato non «congruo» il risarcimento di primo grado, data la «gravissima e permanente invalidità» del ragazzo, oggi paralizzato, costretto su una sedia speciale (può muovere soltanto il collo). Per l’incidente sono stati quindi ritenuti responsabili — per quel IL GIUDICE Ritenuta responsabile anche la ditta che fece i lavori di rifacimento dell’asfalto ghiaino non segnalato sull’asfalto, che ha provocato il fuori strada e le ferite permanenti al ragazzo — sia l’amministrazione di Meldola (difesa da Antonio Carullo e Giovanni Lauricella) sia la ditta, assistita da Corrado Maria Dones. Nel dicembre scorso la Corte d’appello di Bologna aveva sospeso l’esecutività del verdetto di primo grado. Poi l’udienza del 18 dicembre 2012 era stata rinviata. Ieri la sentenza. Ora sia il comune di Meldola sia la ditta possono ricorrere in Cassazione. Il verdetto è comunque immediatamente esecutivo. La famiglia Petrungaro ha incassato finora 516mila euro della sentenza di primo grado (ai quali si vanno ad aggiungere ora gli 8 milioni e 673mila). NEL GIUGNO del 2001, Gabrie- LA DECISIONE IL DRAMMA LA CORTE CIVILE D’APPELLO DI BOLOGNA HA CONDANNATO IL COMUNE DI MELDOLA ASFALTO MALEDETTO La strada del Comune di Meldola in cui avvenne l’incidente: Gabriele Petrungaro (sotto, il padre) è ora paralizzato le Petrungaro, a bordo della sua auto, perse il controllo del mezzo lungo la strada San Lorenzo–Fiordinano, a causa di una vasta chiazza di ghiaino non segnalato, e dunque «non distinguibile dal resto della carreggiata», dove erano in corso alcuni lavori per il rifacimento del manto. Gabriele da quel giorno è paralizzato. DEVE RISARCIRE LA FAMIGLIA DI UN RAGAZZO ORA INVALIDO DOPO UN INCIDENTE STRADALE LA VICENDA L’incidente Nel giugno 2001 l’allora 22enne Gabriele Petrungaro sbanda sulla strada San Lorenzo-Fiordinano, nel Comune di Meldola Il ghiaino L’auto perde il controllo su una chiazza di ghiaino non segnalata e cappotta. Gabriele resterà paralizzato; può muovere solo il collo Tribunale In primo grado, nel 2008, il tribunale di Forlì aveva condannato il Comune di Meldola al pagamento di 3 milioni e 600mila euro. Ieri il verdetto d’Appello L’indennizzo L’amministrazione deve sborsare 8 milioni e 673 mila euro; responsabile «in solido» anche la ditta di Cesena che fece i lavori al manto stradale
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